Ho intervistato Adelina B, nata nel 1920 a Calserosso, in provincia di
Torino.
“Negli anni della Seconda guerra mondiale, abitavo a Torino dove le
case erano fatiscenti, la piazza era molto piccola, le strade erano dei
viottoli; la periferia era ancora più disagiata. La campagna era lontana e
tutti dovevano raggiungerla a piedi.
Nella città non c’erano tanti abitanti, tutti si conoscevano. Non
c’erano centri per giocare e per fare sport; scarso era il cibo tanta la
povertà.
I bambini giocavano a nascondino, ai quattro cantoni; si facevano le
palle e le bambole di pezza.
Si lavorava nei campi e nell’artigianato.
I fari delle macchine non illuminavano molto la strada, così quando i
bombardieri vedevano una macchina, prendevano la mira e sparavano.
Nella città mancava il sale, i Tedeschi qualche volta portavano il
salgemma, che però era per lo più destinato a sciogliere il ghiaccio sulle
strade e sulle ferrovie”.
(Testimonianza
raccolta da Silvia)