MITOSI  —  Italo Calvino

... E quando dico «innamorato da morire», - proseguì Qfwfq, - intendo qualcosa di cui voi non avete un'idea, voi che pensate che innamorarsi voglia dire per forza innamorarsi di un'altra persona, o cosa, o cosa diavolo, insomma io sono qui e ciò di cui sono innamorato è là, cioè una relazione connessa alla vita di relazione, invece io vi parlo di prima che mi mettessi in relazione con niente, c'era una cellula e quella cellula lì ero io, e basta, ora non guardiamo se lì intorno ce n'erano anche delle altre, non importa, c'era quella cellula lì che ero io ed è già tanto, una cosa così basta e avanza a riempirti la vita, appunto di questo senso di pienezza volevo parlare, pienezza non dico per via del protoplasma che avevo, che pur essendo cresciuto in proporzioni notevoli non era comunque niente di eccezionale, si sa che le cellule sono piene di protoplasma se no di cosa volete che siano piene, io parlo d'un senso di pienezza diciamo se permettete la parola aperte le virgolette spirituale chiuse le virgolette, cioè il fatto della coscienza che quella cellula lì ero io, era questa coscienza la pienezza, era questa pienezza la coscienza, una cosa da non lasciarti dormire la notte, una cosa da non star più nella pelle, cioè appunto la situazione che dicevo prima dell'«innamorato da morire».

Adesso so già che mi farete tutta una storia perché un innamoramento presuppone non solo la coscienza di sé ma anche dell'altro eccetera eccetera, e io vi rispondo tante grazie fin lì ci arrivo anch'io ma se non avete un po' di pazienza è inutile che cerchi di spiegarvi, e soprattutto dovete dimenticare per un momento il modo in cui vi innamorate voi adesso, il modo in cui adesso anch'io, se permettete che indulga a confidenze di questo tipo, m'innamoro, dico confidenze perché so bene che se vi raccontassi d'un mio innamoramento di adesso voi potreste dire che manco di discrezione, mentre di quand'ero organismo unicellulare posso parlare senza farmi alcuno scrupolo, ossia parlarne come si dice oggettivamente, perché ormai è acqua passata, e anch'io è già molto se me ne ricordo, eppure quel che mi ricordo già basta a sconvolgermi dalla testa ai piedi, quindi se dicevo oggettivamente dicevo così per dire, come succede quando si dice oggettivamente che poi dài e dài finisci sempre per dare nel soggettivo, e così questo discorso che voglio farvi mi è difficile proprio perché dà tutto nel soggettivo, nel soggettivo di allora che per poco che me lo ricordi è cosa che sconvolge dalla testa ai piedi tal quale come il soggettivo di adesso, e per questo ho usato espressioni che avranno lo svantaggio di far confusione con quello che c'è adesso di diverso ma hanno anche il vantaggio di mettere in luce quello che c'è di comune. […]

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