SE UNA NOTTE D'INVERNO UN VIAGGIATORE  —  Italo Calvino

Qualcosa mi dev'essere andata per storto: un disguido, un ritardo, una coincidenza perduta; forse arrivando avrei dovuto trovare un contatto, probabilmente in relazione a questa valigia che sembra preoccuparmi tanto, non è chiaro se per timore di perderla o perché non vedo l'ora di disfarmene. Quello che pare sicuro è che non è un bagaglio qualsiasi, da poterlo consegnare al deposito bagagli o far finta di dimenticarlo nella sala d'aspetto. E' inutile che guardi l'orologio; se qualcuno era venuto ad aspettarmi ormai se n'è andato da un pezzo; è inutile che mi arrovelli nella smania di far girare all'indietro gli orologi e i calendari sperando di ritornare al momento precedente a quello in cui è successo qualcosa che non doveva succedere. […]

Sta continuando la sua ricognizione della casa di cui gli hai dato le chiavi, il Lettore. C'è una quantità di cose che accumuli intorno a te: ventagli, cartoline, flaconi, collane appese ai muri. Ma ogni oggetto visto da vicino si rivela speciale, in qualche modo inatteso. Il tuo rapporto con gli oggetti è confidenziale e selettivo: solo le cose che senti come tue diventano tue: è un rapporto con la fisicità delle cose, non con un'idea intellettuale o affettiva che si sostituisca all'atto di vederle e di toccarle. E una volta acquisiti alla tua persona, marcati dal tuo possesso gli oggetti non hanno più l'aria d'essere lì per caso, assumono un significato come parti d'un discorso, come una memoria fatta di segnali e emblemi. Sei possessiva? Forse non ci sono ancora elementi sufficienti per dirlo: per ora si può dire che sei possessiva verso te stessa, che ti attacchi ai segni in cui identifichi qualcosa di te, temendo di perderti con loro. […]

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