Dal giornale che ci è stato fornito al Visitor Center, scegliamo un sentiero, il Duck Pass. La scelta cade su
questo perchè è il più lungo e dovrebbe costeggiare alcuni laghi, molto carini. Spolveriamo le nostre scarpe da
trekking (ne stanno facendo di strada!) e ci portiamo in auto all'inizio del sentiero, costeggiando i laghi
che danno il nome a Mammoth Lakes. Iniziamo a salire, in compagnia di un'allegra famigliola di statunitensi, lungo
un sentiero in mezzo al bosco, molto ben tenuto e curato. Dopo una breve salita, raggiungiamo il primo dei
laghi: seppur la vista non sia delle più comode, ne vale la pena... Foto di rito e proseguiamo! Incontriamo
anche il secondo lago e la fatica inizia a scomparire di fronte a questa. Un bellissimo lago di montagna di una colore
molto intenso, circondato da alberi secchi e spogli dal tronco molto contorto, che gli danno un aspetto molto
caratteristico. Guadando un paio di torrentelli, di cui uno con cascata, e superando una salita un po' più impegnativa
si arriva all'ultimo obiettivo che ci eravamo prefissati, oltre non andiamo! Uno spettacolo meraviglioso, un lago dai
colori stupendi, circondato da una cresta di montagne e da degli spruzzi di neve (ormai siamo a oltre 3000 metri)...
e impreziosito da un vento gelido che ci fa scappare al volo, avendo terminati i vestiti da metterci! Scendendo
scopriamo che l'abitudine statunitense è di partire in tarda mattinata, in effetti alle 14 siamo alla nostra auto.
Lungo la strada ci fermiamo per un'occhiata al distretto dei laghi, dove i vacanzieri locali vanno a pesca.
Completiamo la nostra visita, con la "Earthquake Fault": una frattura nella roccia che dimostra l'attività
sismica della zona californiana.