Canto notturno di un pastore errante dell'Asia

1 Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,

2 Silenziosa luna?

3 Sorgi la sera, e vai,

4 Contemplando i deserti; indi ti posi.

5 Ancor non sei tu paga

6 Di riandare i sempiterni calli?

7 Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga

8 Di mirar queste valli?

9 Somiglia alla tua vita

10 La vita del pastore.

11 Sorge in sul primo albore;

12 Move la greggia oltre pel campo, e vede

13 Greggi, fontane ed erbe;

14 Poi stanco si riposa in su la sera:

15 Altro mai non ispera.

16 Dimmi, o luna: a che vale

17 Al pastor la sua vita,

18 La vostra vita a voi? dimmi: ove tende

19 Questo vagar mio breve,

20 Il tuo corso immortale?

21 Vecchierel bianco, infermo,

22 Mezzo vestito e scalzo,

23 Con gravissimo fascio in su le spalle,

24 Per montagna e per valle,

25 Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,

26 Al vento, alla tempesta, e quando avvampa

27 L'ora, e quando poi gela,

28 Corre via, corre, anela,

29 Varca torrenti e stagni,

30 Cade, risorge, e più e più s'affretta,

31 Senza posa o ristoro,

32 Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva

33 Colà dove la via

34 E dove il tanto affaticar fu volto:

35 Abisso orrido, immenso,

36 Ov'ei precipitando, il tutto obblia.

37 Vergine luna, tale

38 E` la vita mortale.

39 Nasce l'uomo a fatica,

40 Ed è rischio di morte il nascimento.

41 Prova pena e tormento

42 Per prima cosa; e in sul principio stesso

43 La madre e il genitore

44 Il prende a consolar dell'esser nato.

45 Poi che crescendo viene,

46 L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre

47 Con atti e con parole

48 Studiasi fargli core,

49 E consolarlo dell'umano stato:

50 Altro ufficio più grato

51 Non si fa da parenti alla lor prole.

52 Ma perché dare al sole,

53 Perché reggere in vita

54 Chi poi di quella consolar convenga?

55 Se la vita è sventura

56 Perché da noi si dura?

57 Intatta luna, tale

58 E` lo stato mortale.

59 Ma tu mortal non sei,

60 E forse del mio dir poco ti cale.

61 Pur tu, solinga, eterna peregrina,

62 Che sì pensosa sei, tu forse intendi,

63 Questo viver terreno,

64 Il patir nostro, il sospirar, che sia;

65 Che sia questo morir, questo supremo

66 Scolorar del sembiante,

67 E perir dalla terra, e venir meno

68 Ad ogni usata, amante compagnia.

69 E tu certo comprendi

70 Il perché delle cose, e vedi il frutto

71 Del mattin, della sera,

72 Del tacito, infinito andar del tempo.

73 Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore

74 Rida la primavera,

75 A chi giovi l'ardore, e che procacci

76 Il verno co' suoi ghiacci.

77 Mille cose sai tu, mille discopri,

78 Che son celate al semplice pastore.

79 Spesso quand'io ti miro

80 Star così muta in sul deserto piano,

81 Che, in suo giro lontano, al ciel confina;

82 Ovver con la mia greggia

83 Seguirmi viaggiando a mano a mano;

84 E quando miro in cielo arder le stelle;

85 Dico fra me pensando:

86 A che tante facelle?

87 Che fa l'aria infinita, e quel profondo

88 Infinito seren? che vuol dir questa

89 Solitudine immensa? ed io che sono?

90 Così meco ragiono: e della stanza

91 Smisurata e superba,

92 E dell'innumerabile famiglia;

93 Poi di tanto adoprar, di tanti moti

94 D'ogni celeste, ogni terrena cosa,

95 Girando senza posa,

96 Per tornar sempre là donde son mosse;

97 Uso alcuno, alcun frutto

98 Indovinar non so. Ma tu per certo,

99 Giovinetta immortal, conosci il tutto.

100 Questo io conosco e sento,

101 Che degli eterni giri,

102 Che dell'esser mio frale,

103Qualche bene o contento

104 Avrà fors'altri; a me la vita è male.

105 O greggia mia che posi, oh te beata,

106 Che la miseria tua, credo, non sai!

107 Quanta invidia ti porto!

108 Non sol perché d'affanno

109 Quasi libera vai;

110 Ch'ogni stento, ogni danno,

111 Ogni estremo timor subito scordi;

112 Ma più perché giammai tedio non provi.

113 Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,

114 Tu se' queta e contenta;

115 E gran parte dell'anno

116 Senza noia consumi in quello stato.

117 Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,

118 E un fastidio m'ingombra

119 La mente, ed uno spron quasi mi punge

120 Sì che, sedendo, più che mai son lunge

121 Da trovar pace o loco.

122 E pur nulla non bramo,

123 E non ho fino a qui cagion di pianto.

124 Quel che tu goda o quanto,

125 Non so già dir; ma fortunata sei.

126 Ed io godo ancor poco,

127 O greggia mia, né di ciò sol mi lagno.

128 Se tu parlar sapessi, io chiederei:

129 Dimmi: perché giacendo

130 A bell'agio, ozioso,

131 S'appaga ogni animale;

132 Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?

133 Forse s'avess'io l'ale

134 Da volar su le nubi,

135 E noverar le stelle ad una ad una,

136 O come il tuono errar di giogo in giogo,

137 Più felice sarei, dolce mia greggia,

138 Più felice sarei, candida luna.

139 O forse erra dal vero,

140 Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:

141 Forse in qual forma, in quale

142 Stato che sia, dentro covile o cuna,

143 E' funesto a chi nasce il dì natale.