MEDICINE NATURALI E TECNICHE DIAGNOSTICHE


Questo campo è suddiviso in due grandi sezioni: le medicine naturali e le diagnosi olistiche.

LE MEDICINE NATURALI

  1. ALIMENTAZIONE - DIETA ORTOMOLECOLARE - VITAMINE - OLIGOELEMENTI

  2. FITOTERAPIA E GEMMOTERAPIA

  3. OMEOPATIA

  4. AROMATERAPIA

  5. FIORI DI BACH

  6. AURA - SOMA

  7. IL FENG SHUI E L’ARTE DI ABITARE  

LE TECNICHE DIAGNOSTICHE

  1. TECNICHE DIAGNOSTICHE

  2. MEDICINA BIOELETTRONICA, laserterapia, Kirlian bioplasma

  3. IRIDOLOGIA, CROMOPUNTURA

  4. MORA, VEGA, RYODORAKU

  5. AGOPUNTURA SECONDO VOLL

  6. KINESIOLOGIA

  7. MAGNETOTERAPIA


ALIMENTAZIONE - DIETA ORTOMOLECOLARE - VITAMINE - OLIGOELEMENTI

 

ALIMENTAZIONE
a cura di Milena Di Guida

Introduzione

L’alimentazione è uno dei principali problemi del nostro pianeta.

E’ inevitabile fare delle correlazioni tra alimentazione, salute ed energia.

Nei Paesi industrializzati l’inquinamento, i cibi raffinati, quelli conservati e l’abuso di prodotti animali, incidono sulla salute di un sempre maggior numero di persone. Nei Paesi in via di sviluppo la malnutrizione resta ancora uno dei maggiori handicap. In tutti i Paesi si mangia male, si dissipano le naturali risorse del nostro pianeta e si provocano inconsapevolmente malattie fisiche e psichiche.

Dalla prima metà del secolo la medicina ufficiale non ha mai preso in considerazione l’alimentazione come uno dei fattori influenzanti la salute dell’individuo; questo fatto ha lasciato ampio spazio all’industria che, senza che ce ne rendessimo conto, ha esercitato un controllo sempre maggiore sulle scelte dei consumatori, riuscendo così a modificare non solo le proprie abitudini alimentari, ma anche la stessa struttura chimica di alcuni alimenti.

Se sul piano economico i vantaggi sono stati decisamente innegabili, ne è conseguito un deterioramento dello stato della salute collettiva che ha visto un aumento delle malattie degenerative, immunologiche e cardiovascolari colpire soggetti sempre più giovani.

Nel frattempo l’uomo si è discostato sempre di più dal ritmo naturale e ciclico delle stagioni, ha perso il contatto con la natura che scandiva il flusso vitale degli esseri umani e quindi, non osservando e rispettando più le leggi della natura, l’uomo ha perso molto della sua originalità.

Nei Paesi industrializzati le abitudini alimentari sono notevolmente cambiate per l’influenza di molteplici fattori: stile di vita, tecniche agroalimentari, pubblicità, tendenze diverse.

Solo negli ultimi anni si è riscontrato un maggior interesse nei confronti della problematica dell’alimentazione ed anche la medicina ufficiale sembra avere una sorta di curiosità in merito ad essa.

Ultimamente, poi, non c’è un giornale che non parli di diete e di prevenzione facendo riferimento alle varie discipline alimentari: macrobiotica, vegetariana, eubiotica, vegan, crudista, igienista, ecc.. Ognuno di essi porta il proprio modello come quello più adatto a risolvere i problemi di salute.

Esistono, senza ombra di dubbio, diversi modi di nutrirsi adeguatamente, nel rispetto delle singole abitudini culturali e regionali, ma l’importante (a parere dell’Associazione cibo SALUTE) è offrire una conoscenza alimentare perché ognuno possa acquisire una propria personale consapevolezza del cibo in relazione con se stesso.

Il primo passo verso una effettiva prevenzione e guarigione è la consapevolezza di sé nello scoprire anche il funzionamento dell’organismo.

Dalla consapevolezza deriva il senso di responsabilità. Molto spesso siamo noi la causa delle nostre malattie e possiamo essere attivamente consapevoli della nostra guarigione.

Nel campo dell'alimentazione è necessario che ciascuno acquisisca una propria cultura della salute per poter scegliere tra le varie informazioni e sollecitazioni che vengono proposte da più parti e in modo qualche volta contrastante.

Libero arbitrio individuale, anche nell’alimentazione, purché supportato dalla consapevolezza. Solo usufruendo di uno stato di salute ottimale si è in grado di fare delle scelte risolutive di crescita personale.

Voler cambiare il mondo e gli altri è illusorio se prima non inizia un serio cambiamento di se stessi.

Incominciare ad alimentarsi in modo cosciente vuol dire, come afferma anche la ricercatrice Kousmine, iniziare a cambiare e dimostrare di voler essere responsabili della propria salute, tale responsabilità diventerà poi familiare: insegnare ai propri figli come nutrirsi in modo sano per difendere la propria salute globale significa anche amarli con coscienza.

Soltanto in seguito questa responsabilità potrà essere sociale e pubblica consentendo di modificare alcuni dei maggiori aggressori della nostra immunità, quali: erbicidi, conservanti, coloranti, elementi tossici disparati.

Errori alimentari

C'è l'interesse per il cibo, c'è la voglia di sapere e di capire ma quello che manca è l'approccio corretto nei riguardi dei singoli fatti e delle singole azioni; prendere coscienza di tutti gli errori che sono stati fatti e che si fanno, uscire dal particolare e guardare al globale. Solo in questa maniera si vedrà con chiarezza la soluzione del problema e si capirà l'urgenza e l'inevitabilità di un cambiamento nel modo di mangiare e di vivere.

Occorre allora riflettere e fare una autocritica per scoprire gli errori che si sono fatti e che si stanno facendo. Vediamo quali sono gli errori che possono causare un'alimentazione dannosa e squilibrata.

Dieta ipercalorica

Significa dieta esageratamente ricca con consumo di carne e prodotti animali, grassi animali, zucchero e alcoolici.

Oggi si consumano circa il 70-75% delle proteine animali mentre il secolo scorso la proporzione era inferiore al 20%.

L’eccesso di proteine è fonte di notevole stress per l’essere umano perché tende ad acidificare troppo l’organismo producendo una quantità di acidi forti: acido solforico, acido nitrico e cloridrico che devono essere neutralizzati ed eliminati attraverso la sottrazione dal corpo di importanti sali minerali.

Inoltre il calore dilata i corpi, li distrugge e una alimentazione ipercalorica può favorire l’insorgere di obesità, stitichezza, diabete, varici, infarto ecc.

Consumo eccessivo di alimenti raffinati o sintetici

Grano, riso, sale, zucchero cioè la maggior parte dei cibi che passano attraverso le industrie alimentari, sono raffinati e snaturati con conseguente impoverimento dei vari fattori vitali come la crusca, il germe dei cereali o gli oligoelementi del sale marino.

La conseguenza è la perdita di sostanze vitali come le fibre grasse e vitamine nonché il calo energetico del cibo.

Non ci rendiamo conto ma sulla nostra tavola compaiono sempre di più alimenti sintetici, artificiali essenzialmente devitalizzati: prodotti sottoposti a processi tecnologici come la conservazione, sterilizzazione, irradiazione, raffinazione, surgelazione, processi che prevedono l'impiego di un gran numero di additivi chimici come coloranti, insaporenti, antiossidanti, antifermentativi, conservanti, vernici, emulsionanti, spray nocivi, acidificanti, deodoranti, agenti essicanti, addensanti, disinfettanti, defolianti, neutralizzanti agenti antigluttinanti e antischiuma, salatori idrogenatori.

Queste sono le tecniche e gli strumenti del tecnico dell'alimentazione; queste sostanze chimiche distruggono vitamine, minerali, enzimi e qualità vitali.

La verdura, molto spesso, è spruzzata con bisolfito di potassio per evitare che avvizzisca troppo presto.

Questi cibi ci attraggono per l'odore, il colore, il sapore ma non servono per nutrirci anzi possono causare allergie, asma, coliti, eczemi ecc.

Danni per lo squilibrio e la carenza di sinergia tra calorie e fattori vitali con ripercussioni negative dal punto di vista digestivo e assimilativo. Lo zucchero raffinato, ad esempio, squilibra il metabolismo perchè per la sua assimilazione sono necessarie grandi quantità di vitamina B1 che promuove la crescita, l'appetito, la digestione, che serve per il funzionamento del sistema nervoso dei muscoli e del cuore e che invece viene tolta all'organismo.

Associazione errata di cibi durante lo stesso pasto

Si sente ormai da diverso tempo che ci sono associazioni di cibi che non vanno fatte perché molto nocive in quanto responsabili di reciproche interferenze digestive da cui può derivare l'inizio di fermentazioni e putrefazioni a livello intestinale nonché la distruzione della flora batterica intestinale. In pratica per ottenere una digestione ottimale bisognerebbe evitare:

Associazione di amidi e carne (paste + carne)

Gli amidi iniziano la loro digestione in bocca (ptialina) mentre la carne nello stomaco; un'acidità maggiore inattiva la ptialina con conseguente inibizione della digestione degli amidi che, in tal modo, danno luogo a fermentazione. La digestione delle proteine necessita di un ambiente acido, tanto più acido quanto più la proteina è concentrata.

Associazione di frutta, zuccheri e dolciumi

L’associazione è errata sia con amidi che con proteine: pasta e arance, carne e torta di frutta.

La frutta è costituita quasi interamente da acqua fino al 90% e per il resto da sostanze zuccherine semplici oltre che a vitamine, sali minerali e talvolta piccole quantità di grassi e proteine. La frutta non necessita di digestione gastrica, passa rapidamente nell'intestino, sede della sua digestione, se mangiata da sola, mentre se associata al altri cibi (proteine ed amidi) viene intrappolata e vi rimane per un tempo lunghissimo fermentando. Lo zucchero e la frutta pregiudicano la digestione degli amidi e delle proteine inibendo il succo gastrico e riattivando la pepsina (specialmente la frutta acida: agrumi, ananas, fragole, kiwi, pomodori, melograni).

Associazione di cibi e bevande acide

Errato sia con proteine che con amidi (aceto, succhi di frutta, condimenti acidi, pomodoro ecc.).

La ptialina viene inattivata dagli acidi se viene mescolata agli amidi, viene, cioè, saltata la tappa digestiva che inizia in bocca e tutto il lavoro digestivo graverà sull'amilasi pancreatica dando origine a fermentazioni acide che favoriscono l'acidificazione del sangue.

Associazione tra proteine e grassi animali

Ad esempio: carne + burro, pane e carne, fritti e carne.

I grassi rallentano la secrezione gastrica e inibiscono la digestione delle proteine. Meno dannosa è l'associazione dei grassi e dei cereali (pane e burro, pasta e burro).

Questi errati accostamenti sono nocivi perché danno luogo a produzione di sostanze tossiche (fenolo, NH3, acido lattico ecc.) che diminuiscono l'energia vitale e i mezzi di difesa dell'organismo.

Associazione dei prodotti oleosi con i dolci

La frutta oleosa con quella dolce e gli oli mescolandosi con gli zuccheri producono fermentazioni alcoliche sovraccaricando il sangue di impurità.

Associazione di proteine diverse

Non è sempre consigliabile perché facilita un eccessivo apporto proteico inoltre questi cibi hanno differenti esigenze digestive quindi interferiscono a vicenda.

Associazione tra il latte ed altri alimenti

Il latte, una volta nello stomaco, coagula per azione di un enzima detto caglio. Se lo si ingerisce con altri alimenti, questi rimangono avvolti dai grumi di latte che ne impediscono la digestione finché essi stessi sono stati dissolti dai processi digestivi.

Per riassumere, tutte le cattive combinazioni danno putrefazione, fermentazioni alcoliche con conseguente distruzione della flora batterica, indebolimento organico e denutrizione.

La stanchezza che proviamo dopo i pasti e la facilità con cui ci ammaliamo di affezioni batteriche possono essere le conseguenze di questi errori della nostra dieta.

Mangiare troppo

Il consumo eccessivo di cibo è dovuto più che altro ad un atteggiamento mentale che associa la quantità di cibo al benessere e alla salute. In questa maniera non si mangia per fame, ma per dovere, per abitudine o per migliorare socialmente. Si mangia troppo per compensare le contrarietà dell'esistenza e si sacrifica alla tavola denaro, salute e molto di più.

Mangiando troppo, spesso, non si lascia agli organi il tempo necessario per riposarsi e disintossicarsi, molto spesso ci si alza dalla tavola con lo stomaco troppo pieno e a volte ci si risiede quando non è ancora stato digerito il pranzo precedente.

Tutto ciò comporta un affaticamento dell'organismo causato dalla sovrabbondanza di cibo che esso deve assimilare e un accumulo di eccessi (rifiuti e tossine) che non possono essere né trasformati né eliminati e che a lungo andare sono fonte di malattie diverse. Se si cominciasse ad osservarsi ci si accorgerebbe che, con il passare degli anni, avviene una riduzione normale degli organi interni e quindi si capirebbe che è più salutare ridurre la razione alimentare e cercare l'equilibrio con il proprio sistema biologico.

Mangiare male e in fretta

Oggi non si pensa a ciò che si mangia. Invece è importante conoscere gli elementi di base. Se il cibo è troppo ricco da un punto di vista quantitativo non detto che lo sia anche da un punto di vista qualitativo.

Preso dal ritmo accelerato e scellerato della vita moderna l'uomo mangia troppo in fretta. Non troviamo il tempo di masticare il cibo, mangiamo febbrilmente, con l'animo pieno di preoccupazioni individuali e professionali, discutiamo di cose pesanti, assistiamo a scene scabrose mangiando di fronte al televisore acceso, abbiamo la mente piena di pensieri in modo tale che ci avveleniamo invece di nutrirci.

In questi ultimi decenni le abitudini alimentari hanno subìto profonde trasformazioni a causa di molti fattori:

1 - il tempo disponibile sempre più ridotto per la preparazione dei cibi da parte della donna che lavora;

2 - l'esigenza sempre più estesa di consumare i cibi fuori casa;

3 - la presenza sempre più incombente di cibi preparati dalla tecnologia industriale;

4 - il dilagare dell'offerta dei fast food a livello di una ristorazione collettiva e pubblica.

Ma su tutto ha sovrastato la spinta consumistica che ha indotto la gente a mangiare troppo e ricco, stravolgendo tutti i rapporti nella composizione del pasto tra "pane e companatico".

Fu così che nei decenni del dopoguerra andò in disuso il pasto a base di cereali e legumi privilegiando quelli fondati su prodotti animali ai quali il consumismo scientifico affermò il primato rispetto ai prodotti vegetali.

Guarda caso, contemporaneamente a questo mutare delle abitudini alimentari aumentò l'insorgenza delle malattie della civilizzazione (sovrappeso, malattie vascolari, metaboliche, ecc.)

La ricerca scientifica epidemiologica nordamericana dimostrò la stretta correlazione tra queste patologie e il consumismo alimentare e riscoprì la validità dell'alimentazione "povera" della nostra tradizione cioè la dieta "italian style" degli anni '50, ribattezzata poi come "dieta mediterranea".

Per avere una alimentazione sana non si deve aspettare l'insorgere di una malattia o di disturbi come il sovrappeso, l'aumento della pressione, del colesterolo, dell'acido urico.

Si dovrebbe iniziare fin dall'allattamento al seno e dallo svezzamento per far acquisire al bambino sane abitudini alimentari. Mentre sono molto più difficili da acquisire da parte dell'uomo adulto, ancorato alle proprie abitudini, alle sue sicurezze: il cambiamento comporta rischi, mentre la conformità è sicurezza.

Cattivo modo di cucinare

Gli errori più diffusi sono:

- abuso di fritture:è un errore poiché gli oli che si usano si saturano e si alterano facilmente ed inoltre nel fritto si verifica un alto assorbimento dei grassi fa parte del cibo;

- abuso dei grassi nella preparazione dei piatti: la pasta, la carne, le verdure sono sovente condite con tanto olio o burro per insaporirle maggiormente; i dolci, ad esempio i croissant) contengono più grassi che farina e zucchero;

- abuso di zucchero nei dolci: ciò va a scapito del sapore del cibo e della nostra salute, si altera notevolmente il gusto dolce naturale e si crea dipendenza da questo sapore;

- cottura prolungata delle verdure: si cuociono le verdure in molta acqua e per molto tempo; questa pratica distrugge le vitamine e riduce i sali minerali del 50 %, tutto finisce nell’acqua;

- uso sconsiderato di forni, fornetti, piastre elettriche e forni a microonde: questo modo di cuocere il cibo produce energia fredda, non c’è calore diretto, non si ottiene la stessa trasformazione che si ottiene col fuoco vivo. In particolare, per quanto riguarda il forno a microonde, si deve considerare il fatto che la cellule dei cibi subiscono un bombardamento di ultrasuoni che modificano lo stato cellulare originale dei cibi e, per la legge delle corrispondenze, analogamente avviene nell’organismo umano;

- uso di cibi industriali precotti e cibi riscaldati: i cibi che subiscono questi trattamenti perdono gran parte delle loro proprietà e qualità energetiche

- uso di pentole antiaderenti o di teflon: questi tipi di pentole, a lungo andare, rilasciano sostanze tossiche che vengono assorbite dai cibi.

Funzionamento dell’organismo umano

Alimentarsi significa assumere alimenti cioè quelle sostanze che servono all’organismo per funzionare. Poiché lo scopo è quello di funzionare bene per armonizzarsi con l'intero universo,è importante alimentarsi nel migliore dei modi. Per far ciò occorre saper scegliere tra l'enorme massa di alimenti che offre il mercato.

Innanzitutto vale la pena scegliere tra ciò che offre la natura e non tra ciò che offre l'industria alimentare e chimica.

I cibi alimentari sono sostanze che l'uomo utilizza per formare nuove cellule per accrescere e mantenersi in vita e per aver energie sufficienti ad effettuare tutti i processi vitali. Quindi si parla di energia che deve venire dal cibo e quindi è opportuno ingerire cibo ricco di energia e meno tossico possibile.

Si diventa quello che si odora, si tocca, si vede, si sente, si mangia. Ci si trasforma attraverso ciò che si prova con le emozioni.

Ci si nutre di aria, acqua, dei prodotti della terra e del contatto con tutto ciò che ci circonda. Più si è in rapporto diretto con la natura e si mangiamo alimenti ricchi di sostanze vive, più il corpo diventa forte, bello, agile, più la vita affettiva si libera dalle emozioni che imprigionano (paure, giudizi, ire, frustrazioni), più la mente si libera dalle sue limitazioni, più la vita spirituale, che è in ciascun essere umano, può rifiorire.

L'equilibrio della fisiologia e della salute fisica dipende da tre funzioni: l'apporto nutritivo, il metabolismo e l'eliminazione.

Se si paragona il corpo ad una stufa a carbone o a legna, l'apporto nutritivo è il combustibile, il metabolismo è la combustione, l'eliminazione è l'espulsione dei residui. Troppi alimenti, pochi alimenti inadeguati, un "cattivo tiraggio" a causa del rallentamento del metabolismo, un'eliminazione insufficiente ed ecco che ristagnano nel corpo parte dei rifiuti che avrebbero dovuto essere eliminati: cioè le tossine.

La loro presenza provoca dei sintomi (sensazioni sgradevoli) che hanno il compito di avvertire l’essere umano di questo squilibrio. Se si "fa orecchio da mercante" a questi segnali d'allarme, le capacità di eliminazione degli organi emuntori (fegato, reni, intestino, pelle, polmoni) si saturano presto e compaiono dei sintomi generali di intossicazione:

- sintomi mentali: mente confusa, ideazione lenta, memoria difettosa, indecisione, frastornamento.

- sintomi emozionali: sensazione di stanchezza, depressione, mancanza di vitalità, mancanza di vivacità, cattivo umore, ansietà, ecc.

- sintomi fisici: occhi arrossati, palpebre gonfie, naso chiuso, dolori al cuoio capelluto, mal di testa, pesantezza, dolori alle articolazioni, ecc.

Tutti questi sintomi corrispondono ad un sovraccarico dei meccanismi di eliminazione del corpo e all'inizio di un'intossicazione generale. Possono essere particolarmente forti al risveglio (le funzioni di eliminazione avvengono prevalentemente ed al massimo della funzionalità tra le ore 5 e le ore 10 del mattino). Scompaiono nel momento in cui si consumano degli alimenti e degli stimolanti (caffè, tea, cioccolato sigarette, zucchero) che inibiscono il lavoro degli organi emuntori. Si avverte allora un maggior benessere immediato ma a prezzo di un aggravamento dell'intossicazione.

Quando l'intossicazione si aggrava possono sopraggiungere malattie acute che in seguito possono diventare croniche. Il recupero della salute è in realtà semplice, è sufficiente:

- favorire l'eliminazione aiutando l'organismo a disintossicarsi;

- stimolare la combustione con l'esercizio fisico e le tecniche per rimettersi in forma;

- riequilibrare l'apporto nutritivo in quantità e in qualità imparando a nutrirsi in modo sano.

Gli effetti dei diversi alimenti

Ma che cosa vuol dire nutrirsi in modo sano ed equilibrato? E quali sono i cibi da evitare e quelli da considerare come ottimali per la salute?

Gli alimenti considerati dannosi da tutte le discipline e dai nutrizionisti sono principalmente il sale, lo zucchero, le sostanze eccitanti, l'alcool e in parte le proteine animali.

Zucchero

L'eccessivo consumo di zucchero, insieme a quello di grassi animali è considerato un fattore di rischio per il sovrappeso, l'arteriosclerosi, il diabete, la carie.

Si dice che lo zucchero faccia bene al cervello! Infatti l'attività del sistema nervoso, dei muscoli e del cuore dipende dal glucosio veicolato dal sangue. Quindi l'assunzione di zucchero è certamente opportuna pur evitando gli eccessi che possono essere causa di sovrappeso, arteriosclerosi e diabete.

E’ vero che il carburante del cervello è 'il glucosio che è uno zucchero, ma deve provenire da fonti che non danneggiano la biochimica cellulare e che quindi non provochi effetti nocivi all'organismo.

Tutti i nutrizionisti sono infatti d'accordo nel raccomandare che l'alimentazione sia rappresentata dal 60%-70% di glucidi privilegiando però quelli complessi, cioè gli amidi, di cereali e di legumi che forniscono al nostro organismo energia a medio e lungo termine e riducendo invece gli zuccheri semplici e cioè il glucosio, il fruttosio, il saccarosio.

Tra questi è comunque da eliminare totalmente lo zucchero bianco. Lo zucchero bianco è un'energia vuota, è un prodotto chimico, è una sostanza devitalizzata, antinaturale e antifisiologica. Ogni cucchiaino di zucchero provoca un'aggressione all'organismo, una microulcera allo stomaco, un afflusso repentino di glucosio nel fegato.

Lo zucchero presente nel regno vegetale, quale sostanza alimentare plastica,è un elemento fondamentale per la vita. Lo troviamo in misura del 14% nella canna da zucchero, dal 17% al 20% nella barbabietola unitamente a clorofilla e minerali. In tale concentrazione è ancora un prodotto naturale, vivo.

Negli zuccherifici viene sottoposto però ad un lungo e complicato processo industriale, il sugo viene riscaldato con latte di calce e da ciò risulta anzitutto una perdita di sali di calcio e delle sostanze proteiche.

Con la reazione alcalina quasi tutte le vitamine vengono distrutte. Nel corso di ulteriori lavorazioni viene a contatto con ossido di calcio, acido carbonico, anidride solforosa, carbonato sodico. La massa è quindi sottoposta a ripetute cotture, raffreddamento, cristallizzazione e centrifugazione. La melassa viene poi ancora dezuccherata con l'aiuto di idrossido di stronzio. Il prodotto già così senza vita passa alla raffineria. Qui viene purificato con carbonato acido di calcio, reso bianco con l'acido solforoso. Il risultato finale di questo processo raffinato e complicato è una sostanza chimica chiamata SACCAROSIO, smerciato nei negozi come zucchero cristallino in polvere e a quadretti. Tutte le sostanze vitali sono state distrutte e inoltre è 'il solo alimento che non contiene acqua. Allora, quando si ingerisce una sostanza simile nel corpo, si scatenano reazioni impensabili: innanzitutto si alza repentinamente la glicemia perché lo zucchero viene assorbito molto rapidamente dall'intestino tenue, l'iperglicemia dà uno stato di eccitazione psichica e fisica, poi però comporta una reazione di ipoglicemia accompagnata da depressione mentale, da stanchezza fisica (spossatezza del mattino o del pomeriggio) e provoca un desiderio di stimolanti, che a loro volta daranno di nuovo un'iperglicemia che sarà seguita da un'ipoglicemia. Queste alternanze nel tasso di zucchero nel sangue deteriorano i meccanismi regolatori del metabolismo ed esauriscono il sistema nervoso provocando stanchezza, irritabilità ed indebolimento generale.

Uno scienziato nutrizionista, Jeffrey Bland, ha coniato un termine per indicare lo stato apparente di non malattia perché le persone non stanno a letto: MALATI VERTICALI che con il tempo diventeranno MALATI ORIZZONTALI.

Lo zucchero si combina facilmente con il calcio. Per neutralizzare lo zucchero l'organismo mette in moto le proprie riserve di calcio a scapito delle ossa e dei denti che diventano sempre più fragili. Distrugge quindi, al pari della farina bianca, ossa e denti dall'interno verso l'esterno.

Lo zucchero ha bisogno per le sue trasformazioni delle vitamine del gruppo B soprattutto della vitamina B1 (determinante per il sistema nervoso), se essa viene a mancare abbiamo disturbi del sistema nervoso, irascibilità, depressione. I cereali sono i massimi dispensatori di vitamina B1.

Inoltre gli alimenti ad elevato tenore minerale stimolano la peristalsi intestinale poiché, questi, mancano completamente nello zucchero raffinato; questo alimento morto, a lungo termine, paralizza il movimento spontaneo dell'intestino.

Quanto più zucchero l'uomo ingerisce tanto più pigro diventa l'intestino e alla pigrizia intestinale è imputabile un'infinità di malattie. Inoltre si comporta come una tossicomania e comporta tutti i rischi delle droghe: tolleranza, assuefazione, crisi di astinenza, neutralizza l'immunità naturale e favorisce la proliferazione dei batteri nocivi:

a) intorno ai denti, come abbiamo detto, provoca le placche dentarie che sono all'origine della carie;

b) nel tubo digerente turba l'equilibrio della flora intestinale e scatena una flora batterica fermentativa (ciò si verifica anche per un eccessivo consumo di frutta o di vino);

c) nelle parti del corpo che hanno minore resistenza danno luogo a molteplici infezioni (otiti, sinusiti, cistiti).

Non si vede per quale motivo ci si debba servire di tale sostanza se essa provoca tanti danni nell'organismo. Si può sostituire con zuccheri naturali che si trovano nelle cellule dei vegetali, negli amidi dei cereali e nelle verdure dolci.

Alcol

L'alcol non è mai stato un alimento. L'alcol è un supereccitante e un veleno, prima stimola, poi deprime, prima riscalda, poi nelle ore seguenti raffredda il corpo. è  un prodotto industriale concentrato e tossico che la natura non ha mai offerto spontaneamente all'uomo.

C'è voluto l'artificio della distillazione per ottenere questo liquido irritante che brucia le mucose, danneggia lo stomaco e il fegato, sclerizza i vasi sanguigni, esaurisce le secrezioni ghiandolari e affatica il sistema nervoso. L'alcool è subdolo, agisce non solo in tempi brevi ma anche in tempi lunghi con conseguenze a volte irreversibili perché distrugge la forza muscolare e la forza nervosa. Le donne sono più sensibili ai danni dell'alcool, il loro sistema nervoso ne viene danneggiato di più rispetto all'uomo.

Per quanto si riferisce al vino, invece, se esso non è adulterato e fatto bene si può anche ammettere come bevanda ma solo in quantità moderata e in occasioni speciali. Anche il vino ha un certo valore alimentare perché contiene acidi organici (fosforico, citrico, malico), sali minerali (ferro, calcio, zolfo, magnesio potassio, sodio), vitamine del gruppo B, tannino (vino rosso). I pericoli insorgono quando il vino viene trattato. Quando si aggiungono al vino lo zolfo, l'allume, il gesso, l'acido solforico, l'acido salicilico, la potassa e la soda, allora arrivano i guai. Il vino rimane molto acido, causando disturbi all'intestino, diarree, cirrosi.

La denaturazione e l'alterazione del vino comincia con la coltivazione della vite che viene appestata da una lunga serie di pesticidi chimici molto tossici (ossido e carbonato sodico di rame, solfuro di carbonio ecc.); prosegue poi con il processo di fermentazione, se il mosto è poco dolce si aggiunge dello zucchero, se è acido viene corretto con carbonato di calcio. Si chiarifica, si filtra, si sottopone ad altri processi, si aggiungono dei fosfati per il colore. Infine c'è la pastorizzazione e l'aggiunta dello zolfo nelle botti.

Caffè, tè, cacao

Questi prodotti esotici sono tutti, a diversi livelli, degli eccitanti del sistema nervoso centrale e del muscolo cardiaco, ma questa eccitazione è fittizia, è meglio correggere la propria alimentazione e la propria digestione piuttosto che provare a mettersi in forma con l'aiuto del caffè o del tè. Gli effetti eccitanti sono dovuti alla presenza nel caffè della caffeina che agisce immediatamente dopo l'assorbimento della bevanda e la cui azione dura quattro ore.

Altri effetti meno noti sono:

- la caffeina in tempi lunghi irrita i vasi sanguigni e su queste irritazioni vanno poi a depositarsi il colesterolo, le tossine, i residui minerali provocando ulteriormente l'arteriosclerosi, l'infarto, le diverse malattie cardiovascolari;

- la caffeina può essere causa di ulcere gastriche;

- la caffeina ha un'azione negativa sul pancreas che danneggia, alla stessa maniera degli zuccheri, favorendo l'insorgenza di ipoglicemie e diabete.

Ma i bevitori sono fanatici e non rinunciano alla loro droga rischiando a lungo andare insonnia, nervosismo, e in casi estremi paranoia e angoscia. Non elenchiamo poi le sostanze chimiche che ingurgitiamo con la caffeina. Anzitutto i concimi chimici e i pesticidi per la coltivazione, poi nelle varie fasi di manipolazione (per colorarlo), oppure nella torrefazione. Allora molti pensano di ovviare all'inconveniente della caffeina prendendo il caffè decaffeinato, ma anche questo non è immune da inquinamento chimico, l'estrazione della caffeina è ottenuta per mezzo di solventi chimici che derivano dal petrolio. Lo stesso discorso vale per il tè, qui si deve aggiungere anche che tutti i tè commerciali hanno l'aggiunta di coloranti artificiali. Nel caso del tè la nocività consiste nella quantità che si consuma, poiché un tè leggero e naturale può risultare un'ottima bevanda. Come il tè e il caffè anche il cacao contiene caffeina, ma in percentuale minore, ciò che è più nocivo è la teobromina. Le bevande a base di coca contengono la caffeina. Un litro di Coca Cola contiene la quantità di caffeina di due tazze di caffè, venti zollette di zucchero e sostanze chimiche che creano dipendenza.

Sale

Il sale aggiunto agli alimenti, come agente di conservazione o come spezie, crea delle difficoltà al nostro organismo perché provoca:

- una ritenzione idrica nelle cellule, da qui la cellulite, eccesso di peso, tendenza alle infezioni e alle allergie;

- una ritenzione idrica nel sangue, da cui sovraccarico circolatorio, ipertensione, malattie cardiache e renali.

Quando si parla di sale bisogna tenere conto di tutto quello che è contenuto nei cibi conservati (ad esempio: salumi), nei cibi inscatolati e così via.

Additivi alimentari

Una vera esplosione di additivi chimici ha segnato il passaggio da un'alimentazione artigianale ad una industriale.

Già da qualche anno a questa parte si incominciano a produrre cibi fatti passare per naturali e integrali, genuini, in nome della sana alimentazione di una volta. L'industria sta sfruttando questo interesse per il naturale sfornando prodotti integrali senza, d'altra parte, aver cambiato il modo di produzione cosicché i principi vitali vengono distrutti nella preparazione.

L'industria alimentare si è sentita autorizzata a manipolare gli alimenti in funzione di una produzione massiccia e redditizia. Si sono così sovraccaricati i terreni di concimi chimici, inondate le colture di insetticidi, di pesticidi, di anticrittogamici e imbottito gli alimenti di disinfettanti, neutralizzanti, emulsionanti, conservanti, coloranti e altro.

Questa valanga di prodotti artificiali intossica i consumatori. Il nostro organismo a lungo andare si intossica e la proporzione è data dalla quantità di cibi intossicanti che mettiamo nel nostro organismo rispetto a quelli non intossicanti.

Carne

La carne provoca una superattività nei reni e nel cuore, alza il tasso di urea, acido urico e ammoniaca, causa reumatismi, artriti e gotta. Anche la carne è un eccitante e diventa come una droga. L'uomo non ha dentizione adatta per mangiare la carne e anche il suo intestino è troppo lungo per eliminarla presto. Pensate che i carnivori hanno un intestino corto da quattro a cinque volte la lunghezza del corpo, mentre l'uomo ha un intestino dieci/dodici volte la lunghezza del corpo. Questo che cosa comporta? Che l'espulsione della carne avviene dopo un certo tempo e nel frattempo nell'intestino abbiamo un processo di putrefazione.

La carne che si ingerisce sovente appartiene ad animali morti da qualche tempo e ciò produce degli inconvenienti:

- la carne contiene un eccesso di proteine, cioè sostanze albuminoidi che causano disturbi del metabolismo e specialmente tutti gli inconvenienti provocati dai prodotti altamente tossici che sono le purine e i rifiuti urici;

- i muscoli degli animali morti contengono tutti i rifiuti organici dell'animale ucciso e specialmente la xantina che è un veleno molto vicino alla nicotina e alla caffeina con cui ha molte affinità. Ciò spiega anche perché i grandi carnivori sono bevitori di caffè e perché per loro è più difficile smettere di fumare;

- la carne è un eccitante e come per ogni eccitante dopo una prima fase di euforia sopravviene una fase depressiva e per ristabilire l'euforia si ricorre al caffè, al tè, al tabacco o all'alcool. Tutti questi eccitanti si richiamano vicendevolmente a catena.

Un laboratorio USA del Public Health Service ha effettuato delle ricerche batteriologiche per stabilire il numero di bacilli putrefattivi contenuti in un grammo di alcuni elementi: per esempio, la bistecca ne contiene 1.500.000 (batteri in un grammo), il fegato di maiale 95.000.000, il pesce 110.000.000, uova di qualche giorno 200.000.000.

Questi bacilli sono nocivi a causa delle tossine che producono poiché queste tossine passano nel sangue caricandolo di impurità e costringendo l'organismo ad espellerle. Questi bacilli colonizzano nell'intestino, si moltiplicano e modificano la flora originale che dovrebbe essere composta in maggioranza da batteri della fermentazione e della digestione, capaci di attaccare la cellulosa e che producono tossine.

Quando un processo di putrefazione si è instaurato nell'intestino crasso le tossine passano nel sangue attraverso la membrana intestinale e vanno ad avvelenare progressivamente tutto l'organismo con conseguente indebolimento del suo terreno e creazione favorevole all'instaurarsi di diverse malattie.

I fenomeni putrefattivi poi vengono aggravati anche dalle combinazioni sbagliate che si fanno quotidianamente ad ogni pasto.

La carne rimane troppo tempo nell'intestino e quindi andando in putrefazione aumenta la temperatura e favorisce lo sviluppo di germi patogeni.

Si pensi, inoltre, solo per un attimo, al numero di trattamenti diversi e spesso nocivi a cui sono sottoposti gli animali da macello fin dalla nascita: vaccinazioni, medicamenti, antibiotici, vitamine sintetiche, privazioni di moto e di aria, somministrazione di tranquillanti prima dell'abbattimento. Tutto questo non nel rispetto dell'animale ma solo con lo scopo di accelerare la crescita dell'animale, per aumentare la resa e il profitto.

Ad ogni sostanza somministrata all'animale in vita si aggiungono i trattamenti che si fanno subire alla carne per intenerirla, conservarla, per darle un bel colore (polifosfati, ormoni, nitrati e nitriti ecc.).

Latte

Il neonato che beve il latte della propria madre riceve l'alimento perfetto fatto su misura per soddisfare i suoi bisogni. Quando il latte viene pastorizzato, omogeneizzato e integrato con vitamine di sintesi diventa un alimento completamente differente da quello naturale materno.

Se si confronta il latte vaccino con quello umano, nei suoi componenti si rileva che il latte vaccino ha tre volte più proteine e quasi quattro volte più calcio del latte umano.

Esso si adatta alla crescita di un vitello che a sviluppo compiuto pesa tre o quattro volte più della persona adulta, mentre il sistema nervoso dell’essere umano ha più necessità di fosforo per lo sviluppo neurologico del neonato.

Il rapporto calcio-fosforo nel latte umano è di 2,35 : 1, ma è solo di 1,27 : 1 in quello vaccino. Secondo Frank OSKI (primario del reparto di pediatria dell’Upstate Medical Centre dello State University of New York) "sarebbe auspicabile usare come fonte primaria di calcio solamente gli alimenti con un rapporto calcio-fosforo di 2 : 1 o superiore".

Questo perché il fosforo può combinarsi con il calcio nel tratto digerente e impedirne di fatto l'assorbimento. Paradossalmente gli esseri umani assorbono meno calcio dal latte vaccino che da quello materno che ha un contenuto di calcio inferiore.

Il calcio, nel latte pastorizzato di bovino, non è sostituito dal calcio organico. Se si beve più latte non è detto che si incrementi la disponibilità di latte.

Il latte umano è un po' più grasso di quello vaccino ed ha una quantità di carboidrati quasi doppia rispetto a quello vaccino; per questo il latte vaccino provoca il desiderio di dolci.

Il latte vaccino, poi, contiene 50 mg per litro di sodio rispetto ai 16 mg del latte umano. A partire dall'infanzia noi consumiamo cibi ricchi e pesanti: formaggi, prodotti da forno, carne, patate fritte, gelati. Tutte queste sostanze grasse passando dagli organi (fegato, polmoni, reni) è come se passassero attraverso un "colino " rendendo il "colino " sempre meno funzionale. Gli organi diventano meno efficienti nel processo di eliminazione degli eccessi attraverso i canali normali così trovano altre vie di uscita nella pelle o nelle mucose di tutti gli orifizi del nostro corpo: Il materiale inutilizzato si trasforma nel corpo in muco o pus, il terreno ideale per i batteri.

Nella globalità degli individui, dopo lo svezzamento, si riduce progressivamente l’enzima denominato lattasi che è indispensabile per smontare e trasformare le molecole del lattosio. IL lattosio, in qualche modo, comincia ad essere "dimenticato" dalle cellule intestinali, in base alla legge filogenetica che "la funzione sviluppa l’organo", l’intestino non riesce più ad amministrare l’assorbimento del lattosio che tenderà ad accumularsi provocando fermentazione, meteorismo e flatulenza.

Dalla casistica, ricordata dal PANFILI, sulle intolleranze alimentari si è rilevato che circa i due terzi dei soggetti in esame presentava intolleranze di varia entità nei confronti del latte.

I latticini sono il terreno adatto alla riproduzione delle infezioni (dell'orecchio, della gola, tonsilliti, follicoli, acne ecc.).

Quando il calcio non può essere eliminato dai reni può formare dei calcoli o delle cisti nell'apparato riproduttivo femminile.

Troviamo il calcio nelle rape, nella senape, nei semi di girasole, nel crescione, nelle mandorle; il doppio del calcio contenuto nel latte si trova nei semi di sesamo, nelle foglie verdi del cavolo; una quantità dieci volte maggiore nelle alghe.

Grassi saturi e polinsaturi

Questi alimenti hanno effetti sia negativi che positivi sull’organismo:

I grassi veicolano le vitamine liposolubili A, D, E, F e K e sono, inoltre, una fonte degli acidi grassi, essenziali al corretto funzionamento cellulare e allo sviluppo di tutto l’organismo. Il metabolismo dei grassi crea calore corporeo. L’eccesso di grassi può rallentare la circolazione e intasare i capillari raffreddando le estremità, quando si verifica un accumulo eccessivo di grasso intorno agli organi, le funzioni corporee sono più lente, perché si verifica un blocco energetico e di liquidi.

E’ importante fare una distinzione tra grassi saturi prevalentemente di origine animale che, se utilizzati in quantità, possono causare malattie cardiovascolari e degenerative e grassi insaturi prettamente vegetali che possono prevenire o addirittura far recedere le malattie cardiovascolari.

Il nostro corpo ha due modi di elaborare i grassi in eccesso: espellendoli o accumulandoli.

L’espulsione avviene attraverso i comuni canali oppure attraverso la pelle, il cuoio capelluto o le membrane mucose.

L’accumulazione, invece, può provocare obesità, depositi di grasso nelle arterie o intorno agli organi interni e iperlipidemia.

L’eccesso di grassi può provocare secchezza alla pelle, perché il grasso che si deposita sotto la pelle impedisce l’idratazione e il nutrimento dell’ultimo strato epidermico superiore. Forfora, screpolature e desquamazione possono essere l’effetto sia di carenza che di eccesso di grassi.

Kousmine, nel suo metodo curativo, menziona l’importanza della vitamina F, intendendo, con ciò, una serie di acidi grassi polinsaturi tra cui i principali sono: l’acido linoleico, linolenico ed arachidonico. Questi acidi, precursori delle prostaglandine, costituiscono una vera e propria difesa dell’organismo, un sistema per la salvaguardia dell’immunità.

Le fonti alimentari della vitamina F sono soprattutto i semi oleosi e gli oli spremuti a freddo da essi derivati (girasole, lino, enotera, borragine).

Tutti gli oli usati, compreso quello d’oliva, devono essere a spremitura a freddo perché il calore deteriora le vitamine E ed F.

Una particolare attenzione deve essere data alla margarina in quanto è un grasso insaturo al cui interno è stato forzatamente introdotto l’idrogeno; questa lavorazione la trasforma in un grasso saturo consentendole di rimanere solida a temperatura ambiente. Questo tecnica costituisce, in effetti, una manipolazione molecolare che potrebbe causare disturbi non ancora individuati.

Equilibrio acido basico

La comprensione del concetto di acidità e alcalinità è tuttora una delle più incomplete della scienza nutrizionale; essa però è fondamentale per sapere come conservare il proprio equilibrio.

Anche Kousmine ne parla come uno dei fondamenti della salute.

I minerali che contribuiscono ad alimentare la riserva alcalina sono il sodio, il calcio, il potassio ed il ferro.

Per riserva alcalina non si intende un ammasso informe di minerali sparsi in tutto l’organismo, ma una unità funzionale dinamica di pronto intervento, chiamata anche minerali tampone.

L’eccesso di proteine è altamente stressante per l’organismo perché tende ad acidificare producendo acido solforico, acido nitrico ed acido cloridrico che devono essere neutralizzati ed eliminati con grosse quantità di Na e Ca che costituiscono la riserva alcalina.

Dal punto di vista nutrizionale la classificazione degli alimenti in acidificanti o alcalinizzanti viene fatta in base all'influenza che questi esercitano sul corpo e non in base alla propria acidità o alcalinità; per esempio, gli alimenti che hanno un gusto "acido" sono considerati alcalinizzanti perché dopo esser stati metabolizzati rilasciano un residuo alcalinizzante, i residui minerali servono a neutralizzare gli acidi organici.

Le alghe, le verdure e in parte la frutta contengono una elevata percentuale di minerali tampone (sodio, potassio, ferro, calcio, magnesio).

Gli unici alimenti vegetali acidificanti sono i mirtilli, le susine, le prugne secche, i pomodori verdi con i semi. Anche lo zucchero e gli altri dolcificanti, gli amidi, i cereali, le farine, i grassi e tutte le proteine animali sono acidificanti dopo esser stati metabolizzati. Le uniche eccezioni sono l'amido di patate e il kuzu che sono alcalinizzanti.

I cibi tampone rendono l'acido meno acido e l'alcalino meno alcalino; si tratta dei latticini e dei derivati della soia (panna, yogurt, latte, tofu).

Il sangue è alcalino: quale è la giusta misura?

Dipende dall'organismo, dall'attività fisica: più si è attivi (l'attività crea acidi) più si ha bisogno di alcalinizzarsi; meno si è attivi più è possibile mangiare cibi acidi.

Quanto si respira profondamente?

La respirazione profonda rende alcalino; in genere è più facile essere iperacidi che alcalini, perché l'alimentazione giornalieraè fatta di dolci, farinacei, grassi, carne.

Quando si soffre di un eccesso di acidità ci si sveglia con un gusto amaro in bocca, questo è un segnale: se non si modifica questa condizione con la respirazione o con la dieta gli acidi preleveranno i minerali dai tessuti del corpo demineralizzando l'organismo.

Specifici programmi nutrizionali sono sensibili a questo problema e ne tengono conto nelle associazioni dei cibi:

- le diete crudiste (alcalinizzanti) ammettono miele e noci, ma proibiscono caffè e sale (alcalina);

- la macrobiotica che prevede un elevato consumo di cereali integrali (acidi) consiglia l'uso frequente di alghe e verdure (alcalini) e di condimenti salati;

- un'alimentazione ricca di proteine e di zucchero richiede un'elevata assunzione di calcio (minerale tampone).

Ogni organismo in buona salute, attraverso gli organi emuntori (reni, polmoni, fegato, pelle, intestino), riesce adeguatamente a depurarsi a condizioni che tali strutture non vengano sovraccaricate con eccessive dosi di tossine e soprattutto di cataboliti, ovvero detriti acidi, provenienti dal metabolismo delle cellule.

Le prime urine del mattino sono la testimonianza del metabolismo di un individuo, quindi è sicuramente uno strumento di controllo personale del proprio grado di acidità.

Mantenere l’alcalinità diviene una prerogativa irrinunciabile per la vita, per non disperdere minerali vitali al fine di tamponare l’eccessiva acidità come afferma il Panfili.

Eccedere con le proteine è più facile di quanto si possa pensare; per l’organismo sono sufficienti 30 gr. di proteine giornaliere, se si va oltre inizia un processo di acidificazione che richiederà un tamponamento tempestivo dato inizialmente dal sodio poi dal calcio.

Qualora i reni non riuscissero a neutralizzare gli acidi, ricorreranno ad una sostanza definita ammonio che è in grado di alcalinizzare.

In emergenza tutti i sistemi tampone vengono mobilitati e si verifica una intensa produzione di batteri putrefattivi a livello intestinale – dovuta al lungo stazionamento, nel sistema digestivo, di alimenti acidi tipo carne, pollame, pesce, ecc., questo favorisce, a lungo andare, l’insorgenza di malattie ossidative (ossidanti) cronico-degenerative e la produzione di ampie quantità di acido ossalico, responsabile, come anche l’acido urico, della insorgenza di reumoartropatie.

Forza vitale degli alimenti

La concezione meccanicista del mondo si limita a descrivere il cibo nelle sue componenti chimiche: proteine, lipidi, minerali, vitamine, glucidi, oligoelementi.

La concezione sistemica fondata sulla scienza e sull’olismo delle nostre esperienze sensoriali si occupa invece del cibo dal punto di vista delle sue relazioni: contesto, proprietà, effetti, sapore, aroma, origine, direzione di crescita, colore, consistenza oltre che delle sue proprietà chimiche.

Non si escludono a vicenda, ma è come vedere il mondo da due angolature differenti. L’ambiente interno ed esterno di un sistema vivente sono collegati al cibo. Il cibo rappresenta l’esterno che diventa interno e la sua qualità influenzerà le condizioni dell’organismo che è un sistema vivente complesso perché, a sua volta, formato da altri sistemi (es. apparato digerente, circolatorio, respiratorio, ecc.).

Anche le piante e gli animali, a loro volta, sono sistemi viventi e quando vengono utilizzati come cibo conservano ancora alcune caratteristiche sistemiche originali, sono cioè elementi fisici con l’aggiunta del campo energetico.

Ovviamente il campo energetico non sarà lo stesso quando l’alimento è morto (nel caso degli animali) o tagliato (nel caso dei vegetali) anzi, per questi ultimi, più passa il tempo tra la separazione dalla terra e la loro assunzione come alimento e meno resterà del loro campo energetico.

Così come la parte consistente del cibo nutre la parte fisica del nostro corpo, alla stessa maniera la sottile energia degli alimenti (chiamata "chi ", "prana ", "campo energetico ") nutre il nostro campo energetico.

Se si accetta questo tipo di ipotesi e la si applica al cibo ci rendiamo conto dell’importanza di alimentarci il più possibile con cibi "vivi" cioè, nel caso dei vegetali, il più fresco possibile evitando cibi in scatola o surgelati, possibilmente di stagione, locali, a cultura biologica o, meglio ancora, alimenti bio-dinamici.

Cibi vivi sono da considerare anche i chicchi dei cereali perché in sé contengono l’informazione della nuova pianta, infatti in qualsiasi momento dalla pianta possiamo riavere i germogli.

I germogli dei vari semi (crescione, soia, alfa-alfa, ecc.) rappresentano il cibo per eccellenza perché, all’inizio della loro crescita, le piante sono ricchissime di sostanze che rafforzano la vitalità delle cellule dell’organismo e permettono la loro costante rigenerazione (vitamine, oligo-elementi, minerali, aminoacidi, enzimi, ormoni vegetali, ecc.).

E’ importante quindi porre l’attenzione ai cibi da scegliere per una corretta alimentazione che ci preservi da un punto di vista salutistico ed energetico.

Alterazioni del campo energetico

Le alterazioni del campo energetico degli alimenti sono provocate da: frammentazione, temperatura, modalità di conservazione, additivi chimici ed irradiazione.

Nell’ecosistema gli esseri viventi sono strutturati in modo che, per poter sopravvivere, hanno bisogno di trovare nell’ambiente ciò di cui necessitano e l’ambiente circostante glielo fornisce loro.

Gli uomini sono parte integrante di questo sistema e sono vincolati dalle stesse regole, attraverso uno scambio di energia con il loro ambiente mantengono l’organismo in una condizione più o meno stabile.

Se invece di mangiare una verdura nella forma in cui cresce, la si consuma frammentata, con le sue componenti divise, non si rispetta più l’ordine naturale delle cose.

Mangiare il germe di grano, la farina raffinata e la crusca separatamente,è una cosa completamente diversa dal mangiarli nella forma integrata ed equilibrata che è il grano intero.

Gli alimenti interi sono i cibi freschi, il più vicino possibile alla loro condizione naturale: frutta, verdura fresca, cereali integrali, legumi, semi, semi oleaginosi, alghe. Andrebbero mangiati interi così come i piccoli animali.

Gli alimenti interi non solo forniscono determinate quantità di nutrienti fondamentali proporzionati, ma i nutrienti stessi sono uniti da quella sottile energia che anima tutti gli esseri viventi.

Gli alimenti parziali sono tutti quelli che sono stati divisi a livello cellulare: es. riso brillato, zucchero, farina bianca, ecc..

La frammentazione influenza il cibo sia sul piano energetico che sul piano chimico. I nutrienti aggiunti non formano un campo energetico vivo, può addirittura succedere che alcune di queste sostanze aggiunte lo distruggano o lo esauriscano.

Una ricerca ha dimostrato che un gruppo di ratti, nutriti con alimenti di sintesi in curi erano presenti tutti i nutrienti sembrava vivere in buona salute, però nella seconda e terza generazione quei ratti non furono più in grado di riprodursi ed alla fine quella generazione si estinse.

Questo discorso è indispensabile soprattutto quando si tratta, ad esempio, dell’alimentazione dei neonati.

La differenza principale fra il latte materno e quello artificiale è data dal fatto che quello della mamma è un prodotto dell’organismo e quindi dotato di un campo energetico con una propria organizzazione mentre, in quello di sintesi, i singoli componenti vengono associati ed il rischio di alimentarsi in tal modo potrebbe avere gli stessi effetti dell’esperimento dianzi citato. L’organismo, per superare le carenze energetiche caratteristiche di un simile alimento frammentato e per svilupparsi normalmente ha bisogno di bruciare una notevole, e forse eccessiva, quantità di energia.

Tra i vari metodi di conservazione del cibo la surgelazione e l’inscatolamento sono quelli che, in qualche modo, alterano il campo energetico dell’alimento.

Quando le derrate alimentari vengono surgelate, l’acqua, al loro interno, si trasforma in ghiaccio. Che cosa accade alle cellule vegetali quando l’acqua al loro interno si congela? Si può ipotizzare, pensando alla bottiglia piena di acqua dimenticata dentro il freezer, che le cellule scoppino. E’ per questo motivo che le verdure scongelate sono molli e flaccide e pare abbiano subito dei processi distruttivi a livello cellulare,è possibile che ciò abbia conseguenze sull’organismo umano.

La surgelazione ed il raffreddamento, inoltre, abbassano il livello di energia degli alimenti, quindi il campo energetico degli alimenti risulta notevolmente alterato. Molto spesso succede di sentirsi molto assonnati dopo un pasto a base di alimenti surgelati.

Nell’inscatolamento, invece, il prodotto viene riscaldato ad alte temperature per effettuarne la sterilizzazione e poi ermeticamente sigillato e quando il cibo si raffredda, nel contenitore, si forma un vuoto con la conseguente assenza di ossigeno che impedisce il deterioramento del cibo e la prolificazione dei batteri. Questo tipo di conservazione abbassa i valori nutritivi ed inoltre, mancando l’ossigeno che è portatore di vita, gli alimenti in scatola offrono poca o addirittura nessuna energia vitale.

Rendersi conto che l’alimentazione condiziona la nostra salute fisica e psichica è di notevole importanza.

Conoscere le leggi generali di una alimentazione sana è il primo passo verso una autoconsapevolezza: ogni individuo dovrebbe adeguare il modo di nutrirsi ai suoi bisogni personali tenendo conto di molteplici fattori già esplicitati ma, principalmente, del proprio genere di vita e delle proprie capacità di disintossicazione. Molto spesso si ha la tendenza a preoccuparsi dell’alimentazione trasformandola in un problema, invece di vedere in essa una occasione per divertirsi, per sperimentare altri metodi fuori dall’abitudine.

Il fondamento stesso della salute consiste nel variare, nell’essere disponibili al cambiamento e non nell’irrigidirsi in abitudini stereotipate o rinchiudersi in settarismi alimentari.

 

La dieta Kousmine - Dieta per un equilibrio globale
di Caterine Kousmine

Il regime alimentare raccomandato dalla Dott.ssa Kousmine è utile per il riequilibrio generale psicosomatico e per la sclerosi a placche in particolare. Il brano seguente è tratto dal libro della dott.ssa C. Kousmine, La sclerosi a placche è guaribile, Federico Ceratti Ed.

Questo regime alimentare mira alla soppressione da una parte della formazione delle sostanze nocive nell'intestino, dall'altra della loro penetrazione in esso.

Per farlo è necessario all'inizio esaurire il più rapidamente possibile la fonte dell'intossicazione intestinale, poi recuperare la buona salute dell'intestino.

In un periodo da 8 a 15 giorni il malato farà un lavaggio intestinale evacuatore di un litro e mezzo di camomilla, alla sera e, nell'intestino così svuotato introdurrà, per tutta la notte e servendosi di una peretta per bimbi, 60 ml. (4 cucchiai) di olio di girasole pressato a freddo, inizialmente tiepido. Questo olio, che contiene almeno il 50% di acidi grassi polinsaturi, biologicamente attivi,è un battericida.

è   ben assorbito e permette una correzione accelerata della carenza di vitamina P, così generalmente diffusa nella nostra popolazione e che in questi malati si traduce talvolta in una sete inestinguibile e, immancabilmente, in una secchezza anormale della pelle. Questa diviene farinosa, squamosa, soprattutto a livello degli arti inferiori, talvolta dura come la pelle della parte superiore dei piedi.

All'inizio e per due o tre giorni invito i malati a nutrirsi unicamente di frutta cruda e in quantità modesta. Lo scopo perseguito è quello di modificare il più rapidamente possibile la flora batterica intestinale e di sopprimere i fenomeni di putrefazione. Questo fine sarà acquisito quando sparirà l'odore putrido della materia fecale.

Poi, e per una durata di due o tre mesi, conviene sopprimere la carne, il pesce ed i pollami poiché è a partire dal residui non digeriti di questi alimenti che sono generate le materie tossiche da eliminare. Sono da eliminare anche il cioccolato e i grassi (burro compreso)

Più tardi il malato saprà razionarle sufficientemente perché non si riproducano più nuovi fenomeni di putrefazione, pericolosi per lui.

Si tratta poi di rimediare alle carenze alimentari per un ritorno all'alimentazione normale, nutrendosi in una maniera sana come faceva la popolazione rurale nel secolo scorso.

E se si desidera ristabilire al più presto una salute gravemente compromessa è assolutamente indispensabile innanzitutto eliminare i VELENI NERVOSI, quali il tabacco, l'alcol, le medicine chimiche aggressive (calmanti ecc.) così come tutte le droghe.

Regime alimentare raccomandato

Regole da seguire per conservare o ritrovare la salute: niente uova cucinate (omelette al lardo, soufflé al formaggio, panfrutti, ecc.), niente alcol. Latte scremato a volontà, poco sale. Solo corpi grassi indispensabili: nell'arco delle 24 ore consumare da uno a due cucchiai (tre cucchiaini da caffè) di oli garantiti pressati a freddo e da consumare crudi negli alimenti (olio di girasole, di lino o di germe di grano). I recipienti devono essere tenuti in frigorifero.

Colazione

Tè leggero + crema: Budwig secondo la ricetta seguente:

2 cucchiaini di olio di lino + 4 cucchiaini di seré magro (si chiama così un formaggio bianco ottenuto con il latte scremato) sbattuto a crema.

Aggiungere il succo di mezzo limone, una banana ben matura schiacciata o un cucchiaino di miele, 1 cucchiaino di grani oleaginosi macinati al momento e crudi (semola di avena od orzo mondato, riso completo, grano saraceno) e di frutta fresca.

Pranzo

Nutrirsi di frutta e legumi crudi o cotti, fegato, carne e pesce magri, formaggi preferibilmente magri (tipo quello per la crema Budwig).

Consumare quotidianamente cereali completi cotti in brodo o asciutti, interi o frantumati o macinati al momento (grano, segale, avena, orzo miglio, mais, grano saraceno, riso completo, pilpil o grano grossolanamente tritato e precotto)

Cena

Un pasto leggero senza carne secondo gli stessi principi. Se non si ha appetito, al mattino, ridurre il pasto serale a un frutto e uno yogurt o una minestra ai cereali per esempio.

Sapere che: l'avena, il pane completo; il miele, i fichi, le prugne, le mele cotte, il succo d'arancia, il succo d'uva e lo zucchero fermentano facilmente e rilassano l'intestino (diarrea);

Il riso, il pane raffermo, le banane, le, mele crude, le mele cotogne, i mirtilli, le carote creano costipazione;

i cavoli, i cavolfiori, i cocomeri, le rape, il sedano, i finocchi, l'insalata indivia, i pomodori, gli asparagi, i ravanelli possono essere consumati crudi in insalata;

le carote grattugiate si sposano facilmente ai pomodori altrettanto grattugiati; 

i legumi con gusto aspro saranno mescolati alla salsa dell'insalata un'ora prima; la salsa sarà fatta con olio, acqua calda, limone (o aceto di mele), formaggio bianco (tipo seré) e i gusti desiderati (mostarde, capperi, ecc.); le noci, le mandorle, ecc. si abbinano molto bene alle insalate.

Ricetta per fare delle gallette

Due parti di segale od orzo, avena, riso completo, mais, grano saraceno - una parte di soia o lenticchie (nere, brune o rosse), ceci, ecc. - una parte di grano (eventualmente un cucchiaio di farina bianca). Sale marino e se si vuole erbe aromatiche e uva passa. Fare una pasta liquida; cuocere in forno in una teglia precedentemente unta con un po' d'olio.

Questa alimentazione poco grassa, fatta di prodotti naturali e freschi, con una proporzione importante di alimenti crudi deve essere adottata a vita, non dà privazioni e dovrà essere praticata, in modo forse meno stretto, da tutti i membri della famiglia.

 

Intolleranze alimentari
del dott. Prem Azima

Alcuni cibi non tollerati dall’organismo possono causare seri problemi fisici e psichici: un test di biorisonanza li scopre e li corregge.

La prima volta che si studiò a fondo la relazione del cibo con patologie specifiche fu intorno al 1920 grazie al dr. Mandolph di Chicago. Egli osservò per primo che l'esclusione di certi cibi poteva migliorare determinate malattie. Egli chiamò questi fenomeni allergie alimentari. Oggi sappiamo che molto spesso non è in causa un meccanismo immunitario diretto e quindi sarebbe più corretto chiamarle col termine intolleranza alimentare. La British Nutrictional Foundation suggerisce la seguente classificazione delle allergie:

1) Reazioni acute da IgE (orticaria da indigestione da crostacei)

2) Reazioni farmacologiche da cibi (insonnia da eccessivo uso di caffè)

3) Reazioni a sostanze chimiche contenute nel cibo (iperattività infantile a coloranti alimentari)

4) Intolleranza al cibo: reazioni verificabili chimicamente causate dal cibo, ma i cui meccanismi rimangono poco chiari.

è  di quest'ultimo punto che si occupa la medicina della biorisonanza: infatti, noi spieghiamo questi fenomeni come una reazione eccessiva nell'organismo, ad un messaggio elettromagnetico anomalo proveniente dal cibo. Questo messaggio vibratorio creerebbe alterazioni a livello della membrana cellulare dei sistemi biologici (Prof. Adey 1988). Le membrane, avendo dei complessi glicoproteici che agiscono come antenne tra l'ambiente extra e intracellulare, porterebbero queste vibrazioni anomale fino al DNA cellulare. Si crea così una catena di reazioni che portano col tempo a disturbi dapprima aspecifici, per poi divenire col tempo malattie conclamate. Queste reazioni non solo portano però a reazioni bio-fisiologiche, ma anche a reazioni sul terzo corpo o emozionale. Ogni cibo ha infatti insita in sé una caratteristica psichica che porta con sé nel sistema biologico umano. Per esempio il latte ha una psicologia estroversa emotiva instabile e provocherà patologie come sinusiti, otiti ecc. è importante capire questi rapporti tra i vari corpi e le sostanze allergiche, poiché questo ci spiega anche la caratteristica dell'assuefazione che è tipica delle allergie alimentari. è infatti il cibo che più si usa quello che di solito crea una patologia. Il paziente diventa dipendente e si sente costretto a mangiare quel determinato cibo perché ha delle sensazioni momentanee di benessere dopo la sua ingestione.

Nella medicina della biorisonanza noi dividiamo le allergie alimentari in primarie e secondarie. Definiamo primarie le allergie capaci di provocare una patologia ben specifica e duratura. Con le allergie secondarie, abbiamo invece sintomi momentanei, e non vere patologie cliniche.

Tra le allergie primarie noi riconosciamo la presenza di tre cibi che sono. 1) il grano 2) il latte 3) lo zucchero bianco.

Questi tre prodotti usati abbondantemente dalla nostra società 'industrializzata' sono causa di patologie serie e stabili. Diamo qui una lista delle patologie riscontrate dalla nostra équipe, con connessioni con questi alimenti.

1) disturbi psichiatrici: ansia, depressioni, malinconie;

2) malattie delle orecchie, del naso e della gola;

3) Malattie reumatiche: osteoarticolari, artriti, spondiliti, artrosi;

4) Malattie del digerente: coliti, gastriti, ulcere duodenali, morbo di Crohm

5) Malattie cutanee: eczema, psoriasi, acne

6) Malattie ginecologiche. Cistiti croniche, candidasi.

Si è verificato che tutte queste malattie nel corso degli ultimi 10 anni hanno una relazione fortemente dipendente dalle allergie alimentari con un rapporto di 1:1. Il problema delle allergie alimentari è molto più grosso e serio di quanto si pensi comunemente.

Dubbi sull'uso dell'ormone del latte

La Commissione Europea ha richiesto ulteriori ricerche sull'effetto dannoso dell'ormone bovino somatrophine, prima che i singoli governi nazionali diano la licenza al prodotto in Europa. Il BST è un ormone proteico che controlla la produzione di latte nelle mucche. Già 4 aziende farmaceutiche hanno chiesto l'autorizzazione, negli USA e in Europa, per la produzione di tale ormone, allo scopo di aumentare la produzione di latte nelle mucche.

Attualmente, una di queste compagnie, la Monsanto, ha un contratto con l'Università del Vermont per lo studio degli effetti di tale ormone. Pare che i risultati di tali studi non verranno divulgati. Una scienziata cilena, Maria Lyng, del Dipartimento Agricoltura dell'Università,è stata licenziata perché ha fornito la lista delle mucche trattate con il BST. Il suo avvocato afferma che il licenziamento è dovuto soprattutto alle sue pressanti domande sugli effetti del BST. Lyng denuncia che le mucche trattate con BST danno alla luce feti morti o deformati, in percentuale più alta delle mucche non trattate con tale prodotto. E pare anche che le mucche trattate con BST spesso trattengano la placenta dopo il parto. L'allarme più grosso consiste, altresì, nel fatto che il farmaco a lungo termine, provoca vere e proprie mutazioni genetiche.  

 

  1. DIETA ORTOMOLECOLARE

  2. VITAMINE

  3. OLIGOELEMENTI


FITOTERAPIA E GEMMOTERAPIA

a cura di Kiran Lucia Vigiani

 

Benvenuti nel mondo delle piante

 Da sempre le piante sono state presenti nella vita degli esseri umani con la capacità di fare totale  dono di Sé.  Il mondo dei vegetali è contraddistinto dall’amore incondizionato, portando gioia, consolazione, nutrimento e cura. In questo contesto ci occuperemo dell’aspetto legato alla valenza terapeutica delle erbe, dei fiori e delle piante. Ci sono studi approfonditi sull’utilizzo terapeutico delle piante nelle tradizioni etniche e popolari che hanno datazioni molto antiche. E’ molto interessante vedere la signatura di una pianta cioè come si presenta, la sua struttura, il colore, la forma, il luogo dove cresce, come si  sviluppa, perché esistono spesso analogie con le funzioni terapeutiche e le dimensioni d’organo che vanno a curare.

 

UTILIZZO:  Delle piante utilizziamo radici, corteccia, foglie,  fiori, semi.

                  Per la gemmoterapia vengono utilizzati i meristemi cioè i tessuti embrionali

                  tipo gemme e giovani getti radici o corteccia.

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PREPARAZIONI: La parte che a noi interessa sono i principi attivi che caratterizzano le

proprietà di ogni pianta e che cambiano a seconda del tipo di estrazione.

 ·        Tisane: Infusi (si fa bollire l’acqua e poi si aggiunge la pianta)

                Decotti (si fa bollire anche la pianta)

·        Tinture Madri:  estrazione  bifasica dei principi attivi (acqua e alcool) da pianta fresca

·        Macerato Glicerico: estrazione trifasica (acqua alcool e glicerina) da pianta fresca

·        Estratti Fluidi.: hanno maggiore concentrazione rispetto alle TM

·        Estratti  Secchi: si presentano sotto forma di compresse da pianta secca

 La gemmoterapia è il metodo estrattivo più recente ed è molto indicata a livello del riequilibrio del terreno  in quanto lavora a livello del reticolo endoteliale ed è quindi ottimo per la funzione del drenaggio. In questo contesto tralasceremo completamente la parte botanica e la parte  chimica relativa alla composizione dei principi attivi. Al fine di rendere più semplice la consultazione, abbiamo diviso le piante in relazione agli apparati sui quali lavorano, sapendo che si tratta comunque di una divisione forzata in quanto la stessa pianta ha molto spesso diverse  valenze e ambiti di utilizzo.

  

APPARATO OSTEO-ARTICOLARE

  

ABETE  MG: (Abies Pectinata)

 L’abete ha i rami  rivolti verso il basso, verso la terra, risente delle forze centripete e addensanti. Albero magico nella  tradizione nordica  soprattutto per i bambini. Legato al Natale e alla nascita del Cristo, mentre nei miti pagani è legato alla nascita del sole e al solstizio d’inverno dove le giornate iniziano ad allungarsi e a portare più luce.

Abete è la posizione eretta,  il collegamento fra il cielo e la terra ed è anche lo sviluppo della coscienza di Sé.

 Proprietà: stimola il GH, azione osteoblastica, favorisce il giusto rapporto calcio-fosforo a livello delle ossa, lavora sul sistema immunitario (concetto del Self e non Self)

Uso terapeutico: in pediatria si usa fino ai 14 anni per bimbi gracili, astenici, soggetti a patologie infettive recidivanti, con scheletro cedevole tendenti a  slogature  e traumi, con struttura fragile. Dentizione, carie dentali                     

Negli adulti aiuta nelle fratture ossee e nell’osteoporosi. Per patologie reumatiche e osteoarticolari. Per le prime vie aeree tipo tonsilliti e otiti.

  

ARNICA:  (Arnica Montana)

 Proprietà:  antiflogistica non tanto per inibizione dei mediatori dell’infiammazione quanto per la sua capacità di attivare i macrofagi a livello locale che fanno pulizia delle tossine a livello dei tessuti lesi. Arnica è quindi una “spazzina dei cataboliti cellulari”. Azione antalgica e spasmolitica a livello della muscolatura liscia.

Uso terapeutico: Arnica è la pianta dei traumi. Per ecchimosi, ematomi, fratture purchè non ci siano lesioni aperte. Per traumi con edemi ed emorragie interne da traumi. Per lombalgie sciatalgie, dolori muscolari e articolari anche per dolori cronici di tipo reumatico.

 Controindicazioni: Arnica non si usa mai per bocca ad  eccezione delle diluizioni omeopatiche.

La presenza di elenalina, che le conferisce alto potere antiflogistico, è  tossica a contatto ematico. (può dare prurito ed edema fino a neurotossicità)

  

ARTIGLIO DEL DIAVOLO : (Harpagophytum Procumbens)

 E’ una radice di origine africana che assume una forma simile ad una mano affetta da patologia reumatica.

 Proprietà: Antinfiammatoria e antireumatica, esplica azione di drenaggio di rene e fegato, analgesica.

Uso terapeutico: Per reumatismi cronici e degenerativi sia delle piccole che delle grosse articolazioni, artrite, artrosi, gotta

E’ una pianta che lavora a livello sintomatico e non è molto adatta al riequilibrio del terreno.

L’azione FANS, antinfiammatoria aspecifica, è data dalla presenza di iridoidi che inibiscono la cascata delle prostaglandine

 Controindicazioni: Può avere effetti collaterali sul digerente. Controindicato nel caso di gastrite. Meglio usare l’estratto secco 

 

 

APPARATO CARDIO-CIRCOLATORIO

  

BIANCOSPINO:  (Crataegus Monogyna e Crataegus Oxyacantha)

 Proprietà:  Vasoprotettore, agisce contro la sclerosi di tutti i vasi e sulle coronarie, è un tonico cardiaco, sedativo sul SNC, ipotensivo in TM con azione vasodilatatrice, mentre in MG riequilibra la pressione si ipo che iper

Uso terapeutico: lavora a livello del sistema nervoso e sul cuore sulle arterie e sui vasi. Ottimo per persona stressata cronica con ansia e  ipertensione, rischio di infarto e ipercolesterolemia, per le ansie menopausali con tachicardia

 

AMAMELIDE:   (Hamamelis Virginiana)

 E’ un arbusto  che fiorisce in inverno, ha un aspetto un po’ magico, si usa per costruire la bacchetta del rabdomante

 Proprieta’:  Antinfiammatoria e vasoprotettiva, lavora sulla circolazione sanguigna e sulle mucose, ha azione di vasocostrizione è astringente cutaneo e riepitelizzante con azione di stabilizzazione sulle membrane cellulari e sulla tonaca dei vasi sanguigni (arterie vene e capillari)

Uso terapeutico:  per flebiti, varici, emorroidi, ulcere varicose, varici e couperose, lavora come protettore vasale anche sul microcircolo. Per infiammazioni oculari. Per decongestione delle mucose intestinali. Lavora sulle stasi con infiammazione. Per la presenza di tannini crea una pellicola protettiva a livello delle ferite.

  

CENTELLA : (Centella Asiatica)

 Proprietà:    Notevole attività antinfiammatoria  e protezione vasale sia a livello dei capillari che dei grossi vasi. Cicatrizzante, eutrofico connettivale, flebotonica, sedativa

Uso terapeutico:  per tutti i problemi di circolazione  compreso il microcircolo e problemi venosi, cellulite, aiuta la cicatrizzazione delle ferite recenti per la sua azione di ricostruzione eutrofica dei tessuti previene la formazione di cheloidi. Per eczema e psoriasi, previene l’invecchiamento cutaneo

  

CIPRESSO: (Cupressus Sempervirens)

 Il cipresso è il Guardiano della Soglia, è il tramite fra la terra e il cielo l’axis mundi, è il padre severo che non è compiacente ma pur sempre un padre e porta consolazione. E’ legato allo sviluppo della coscienza e all’anelito dell’anima di andare verso il Divino. 

Proprietà:  Antinfiammatorio vascolare su vene e vasi linfatici, antinfettivo delle vie respiratorie  e antivirale, tonico sistemico, nell’estrazione TM ha una nota estrogenica

Uso terapeutico: Va bene per donna in menopausa con problemi di varici, è un vasoprotettore, lavora sul sistema venoso, emorroidi. Ha una nota senile, va bene per uomo con problemi prostatici. Per problemi di infezioni delle vie respiratorie.

  

GINKGO: (Ginkgo Biloba) 

Proprietà: E’ un vasoprotettore sia per i vasi venosi che arteriosi, ha un’azione antitrombotica,anti PAF inibisce i fattori di aggregazione piastrinica.

Uso terapeutico:Per problemi di circolazione, varici, emorroidi, insufficienza coronarica, infarto del miocardio, sul microcircolo cerebrale e anche sulla circolazione periferica mani e piedi freddi, cellulite. E’ utile nella prevenzione di ictus e trombosi per la sua azione anti PAF. Per asma allergica e da tabagismo e in caso di enfisema polmonare. Ha una nota senile.

Controindicazioni: Attenzione a non somministrarlo in presenza di farmaci ad azione contraria all’anti PAF

 

IPPOCASTANO: (Aesculus Hippocastanum)

Proprietà: Proprietà antiaggreganti per la presenza di cumarine, Antiedema, vasoprotettivo e antinfiammatorio

Uso terapeutico: Agisce sui grossi vasi venosi tipo la Safena, rende più sane e forti le membrane dei vasi, lavora sui ritorni venosi per congestione gambe e caviglie e cellulite. Per la sua attività antinfiammatoria è ottimo per impacchi per gotta e reumatismi 

Controindicazioni: la TM si usa solo per problemi acuti max per 15 giorni. Evitare di bere infuso e decotto. No per bimbi, in gravidanza e in caso di gastriti e ulcere gastriche.

  

MIRTILLO NERO:  (Vaccinum Myrtillus)

Proprietà: Aumenta la resistenza vasale, antinfiammatorio e antiossidante, anti PAF, riequilibra le flore intestinali, rigenera la porpora retinica.

Uso terapeutico: Lavora a livello del microcircolo e dei vasi capillari, decongestionante vasale in casi di flogosi acute. Antitrombotico, migliora la visione notturna. Per disbiosi intestinali e colon irritabile

  

 

APPARATO EPATICO

  

BARDANA:  (Arctium Lappa)

 E’ la pianta delle “pulizie di primavera” per la sua valenza depurativa

Proprietà: Drenante epatobiliare, corregge il metabolismo lipidico e glucidico. E’ antimicotica e antibiotica e cicatrizzante

Uso terapeutico:Ipocolesterolemizzante,  adatta per l’azione ipoglicemizzante per diabete in fase iniziale. Adatta nel caso di intossicazioni con dermatosi, per acne, per eczemi. In infuso ha azione di drenaggio epato-renale ed è ipouricemizzante

  

CARCIOFO: (Cynara Scolymus)

Proprietà: Drenante epatobiliare, attiva la peristalsi e le secrezioni nell’apparto gastroenterico, migliora l’attività enzimatica del fegato. Regola i trigliceridi ematici, previene la formazione di calcoli biliari, diuretico e ipouricemizzante, Radical scavenger 

Uso terapeutico: Lavora su insufficienza epatica lieve, aiuta la digestione e la peristalsi intestinale, E’ ipocolesterolemizzante  e lavora sulle dislipidemie

Controindicazioni:  Non si usa in epatopatie  con gravi compromissioni del fegato in quanto non si tratta di epatoprotettore ma di stimolatore, quindi non è adatto es. in caso di cirrosi epatica. Inibisce la montata lattea

  

ELICRISO: (Helichrysum Italicum – Helichrysum Stoechas)

Proprietà: Ha una forte azione antinfiammatoria, drenante epatobiliare, drenaggio del pancreas endocrino ed esocrino, ipocolesterolemizzante Protettivo connettivale, radical-scavenger. E’ antibatterico, antimicotico, espettorante, bechico.

Uso terapeutico: adatto per soggetti ipostenici che hanno problemi pancreatici e di cattiva digestione, con difficoltà a digerire i grassi. Alterazioni del fegato con stasi biliare. Essendo radical scavenger è utile nei processi di invecchiamento. Ha un’azione antiallergica sia a livello intestinale tipo coliti da intolleranze alimentari, respiratorio allergie di tipo asmatico, sia cutanee per eritemi, orticarie.

 

CARDO MARIANO:  (Silybum Marianum)

Proprietà: Epatoprotettore lavora sulla ricostruzione degli epatociti. Colagogo e coleretico, previene la formazione litiasica, ipocolesterolemizzante,  ipouricemizzante, radical-scavenger

Uso terapeutico: nelle intossicazioni da sostanze epatotossiche. Attacchi virali al fegato. Dove c’è compromissione del parenchima tipo epatiti o cirrosi. Antiossidante, decongestionante della vena porta.  Per emorroidi. Drenante nell’ipertensione

  

CHRYSANTHELLUM:  (Chrysanthellum Americanum)

Proprietà:  Ha le stesse caratteristiche di Carciofo e Cardo Mariano, la sua caratteristica è una nota antilitiasica a livello biliare, renale, seminale e lacrimale. Stabilizza le membrane dell’endotelio vasale, antiossidante. Colagogo coleretico. Epatoprotettore

Uso terapeutico:  Non solo previene la formazione di calcoli, ma aiuta l’eliminazione o la riduzione del volume in calcoli già formati. Per infiammazioni a livello dei vasi tipo arteriti, varici, emorroidi e i disturbi del microcircolo periferico.

 

FUMARIA:     (Fumaria Officinalis)

Proprietà: pianta depurativa generale. Lavora sul drenaggio epato-renale, epato-biliare e cutaneo. Spasmolitico per fegato e intestino. Anti PAF

Uso terapeutico: va bene per i drenaggi elimina le tossine idrofile. Va bene per gli ipertesi, per le insufficienze digestive. Drenante in dermatosi tipo eczema e psoriasi.

  

ROSMARINO   (Rosmarinus Officinalis)

Proprietà: lavora sulla digestione, sul fegato e cistifellea. Agisce sul metabolismo dei grassi. Lavora sui reni come diuretico acquaretico, ripristina le flore batteriche intestinali. Stimola le surrenali

Uso terapeutico: Per la persona ipotesa, ipostenica, con problemi di disbiosi intestinale e difficoltà digestive, lingua patinata, alito pesante. Per la persona freddolosa che ha bisogno di essere riscaldata e tonificata. Per problemi di colesterolo e trigliceridi.

TARASSACO  (Taraxacum  Officinale)

Proprietà: drenante epatobiliare, ipocolesterolemizzante, antilitiasico, diuretico e antinfiammatorio articolare,

Uso terapeutico: Previene la formazione dei calcoli aiuta i soggetti con dismetabolie lipidiche. Anche il tarassaco è una pianta adatta alle “pulizie di primavera”

 

 

APPARATO GASTRO-INTESTINALE

  

ACHILLEA  (Achillea Millefolium)

 Proprietà: Antinfiammatoria blocca il focus infiammatorio  e ne impedisce la diffusione nei distretti adiacenti. Antispasmodica a livello gastrointestinale  e sulla muscolatura uterina, vulneraria, colagoga e coleretica. Bechica e antispasmodica polmonare 

Uso terapeutico: lavora sull’apparato gastrointestinale in soggetti con dispepsia dove si deve stimolare la secrezione e la  peristalsi. Lavora su gastriti che tendono ad evolvere in ulcera. Per infiammazioni e microlesioni polmonari. Seda la tosse secca.  Cicatrizzante. Per dismenorrea e annessiti.

 

ANGELICA   (Angelica Archangelica)

 Proprietà: Spasmofilica. Sedativa a livello centrale e spasmolitica a livello addominale.

Uso terapeutico:  Per persona ansiosa con problemi digestivi, crampi allo stomaco, spasmi uterini, dismenorrea. Per insonnia e mal di testa da ansia

MIRTILLO ROSSO  (Vaccinium Vitis Idaea)

Proprietà: Reintegra le flore simbionti intestinali. Antisclerotico. Mirtillo rosso MG protegge le cartilagini.

Uso terapeutico: lavora su disbiosi intestinale,(ottimo durante le terapie antibiotiche) e nelle affezioni genito-urinarie tipo candida, cistite, leucorrea. In fase premenopausale aiuta l’elasticità della struttura ovarica.

 

MALVA    (Malva Silvestris)

Proprietà: Antinfiammatorio che agisce per contatto, ha forte  presenza di mucillaggini, blandamente lassativo

Uso Terapeutico: Per infiammazioni gastro-intestinali e del cavo orale.

  

MENTA  (Mentha Piperita)

Proprietà: Drenante epatico, digestivo

Uso terapeutico: Lavora sui problemi digestivi con crampi allo stomaco

  

FICO  (Ficus carica)

E’ L’albero della vita. Adamo ed Eva si coprono con una foglia di fico. E’ legato all’incarnazione sulla terra dove ogni forma è soggetta a ritmi.

 Proprietà: Fico MG è il regolatore di tutte le funzioni ritmiche dell’organismo. Lavora sul sistema neuroendocrino sull’asse ipotalamo ipofisi. E’ il rimedio della spasmofilia gastrointestinale. Il lattice contiene enzimi proteolitici che distruggono calli e verruche.

Uso terapeutico: Lavora su tutte le patologie che portano alterazione del ritmo, respiro e battito cardiaco, sulla digestione come coordinazione ritmica di più elementi tipo secrezioni e peristalsi. Dispepsia ipotonica, gonfiore, stipsi oppure eccesso di motilità. Per gastriti, coliti, reflusso gastro-esofageo.

E’ il rimedio per la persona stressata che somatizza a livello fisico il disagio psichico. Essendo legato alla funzionalità sia  del cervello corticale che limbico, viene usato nei casi in cui ci sono implicate componenti affettive tipo bulimia e libido. Utile nelle alterazioni del ritmo sonno-veglia.

  

LIQUIRIZIA    (Glycyrrhiza Glabra)

 Proprietà:  Antinfiammatorio sistemico, correttore per tisane, ipertensivo, espettorante.

Uso Terapeutico: come infuso lavora particolarmente a livello di antinfiammatorio gastrico e per ulcere in stadio iniziale. Antinfiammatorio delle vie aeree.

 Controindicazioni: consumata in grande quantità può creare ipertensione e ritensione di liquidi.

  

 

APPARATO URO-GENITALE

  

CALENDULA (Calendula Officinalis)

 E’ considerata la pianta delle donne dal suo nome latino calende, inteso come scadenza e collegato quindi alla ciclicità lunare e mestruale.

 Proprietà: azione vulneraria su ferite ed abrasioni. Riepitelizzante, con rilevante capacità di riparazione tissutale, antisettica e antinfiammatoria. Azione batteriostatica e emmenagoga. Ha effetto tonico sulla muscolatura uterina. A livello uterino è antiflogistica e antispasmodica. Cicatrizzante sulle pareti dello stomaco. Ha effetto lenitivo a livello cutaneo. 

Uso terapeutico:  lavora come cicatrizzante su qualunque tipo di lesione, sia a livello cutaneo che delle mucose. Per gastriti e infiammazioni a livello di apparato riproduttivo, per amenorree e dismenorree. In pomata o oleolito per geloni, arrossamenti cutanei, ferite, tagli.

  

BETULLA  (Betula Verrucosa)

Proprietà: lavora sull’asse epato-renale. Diuretica azoturica e drenate, agisce  sul sistema idrico modulando anche il sistema termico. Ipocolesterolemizzante e antinfiammatoria

Uso terapeutico:  Per soggetto che urina poco, reumatico che soffre di azotemia e iperuricemia. Tendenza al ristagno dei liquidi.

Ci sono vari tipi di betulla:

·        Betulla verrucosa semi: per intossicazione “psichica” depressione,  stress, astenia

·        Betulla verrucosa gemme: per intossicazione metabolica

·        Betulla verrucosa linfa: per dismetabolia urica anche per cellulite

  

GINEPRO  (Juniperus Communis)

Proprietà: Diuretico volumetrico, elimina in modo considerevole cloruri e urea, ipoglicemizzante, ipouricemizzante

Uso terapeutico: per attacchi di gotta, dismetabolie proteiche. Per forme reumatiche con accumulo di acidi urici. Lavora sull’asse epato-renale come drenante e depurativo. 

Controindicazioni: in TM è piuttosto aggressivo e si usa in fasi acute per brevi periodi perché può danneggiare i reni.

  

LAMPONE (Rubus Idaeus)

Proprietà: lavora sulle alterazioni dell’apparato genitale femminile. Lampone in MG regola l’asse ipofisi-gonadi. Per alterazioni del ciclo mestruale. Antispasmodico uterino. Antiossidante. Ruolo di regolatore endocrino su ovaie, utero, mammella.

Uso terapeutico: per sintomatologie pre-mestruali, disturbi della menopausa e pre-menopausa. Per cisti ovariche e fibromi.

  

LUPPOLO (Humulus Lupulus)

Proprietà: ha effetti endocrini, in quanto è una pianta ad azione estrogenica. Odore che, a livello limbico, richiama l’attività sessuale. Sedativo a livello del SNC.

Uso terapeutico: indicato per problemi di ipoestrogenia. Lavora su ansia, insonnia e caldane premenopausali e menopausali. Indicato per infezioni alle vie genitourinarie. Antiandrogenico che lavora su problemi di irsutismo femminile.

  

ORTICA  (Ortica Dioica e Ortica Urens)

Proprietà: drenante renale, diuretica, ipouricemizzante,  ipoglicemizzante. Lavora sulla prostata e sul pancreas .

Uso terapeutico: Per insufficienza pancreatica e cattiva digestione. Per quadri senili ipostenici con problemi di adenoma prostatico e tendenza all’iperglicemia. Per gotta reumatismi e problemi articolari.

  

SALVIA (Salvia Officinalis e Salvia Sclarea)

Proprietà: pianta che lavora sull’apparato riproduttivo femminile, la forte presenza estrogenica agisce a livello dell’endometrio. Riduce gli effetti sudoriferi. Antiossidante intestinale. Salvia Sclarea ha una nota più estrogenica rispetto a Salvia Officinalis.

Uso terapeutico: per ipoestrogenia, amenorrea e dismenorrea. Tipica pianta premenopausale. Deodorante. Irrigazioni vaginali per infezioni.

Controindicazioni: l’OE di Salvia può essere molto pericoloso per l’alta percentuale di Tujone che, eccitando la muscolatura liscia, può provocare contratture uterine, cardiache e dare convulsioni. Non usare in gravidanza.

  

UVA URSINA    (Arctostaphylos uva ursi)

Proprietà: fortemente antisettica a livello genito-urinario per la presenza di idrochinoni

Uso terapeutico: Per cistiti  in fase acuta e infezioni delle vie urinarie, uretrite, cistopieliti.

Controindicazioni: Uva Ursina si usa solo nelle fasi acute per un tempo limitato perché può portare tossicità a livello epatico e renale. E’ preferibile non abbinare Uva ursina ad altri rimedi. Non usare in gravidanza.

  

EQUISETO    (Equisetum Arvense)

Equiseto è detto anche Coda Cavallina dalla conformazione delle sue fronde che rappresentano la parte sterile della pianta e sono la parte che viene utilizzata in fitoterapia. La signatura di questa pianta ricorda lo scheletro, la grande presenza di silicio conferisce resistenza, ma anche flessibilità.

Proprietà: l’aspetto minerale, dato dalla grande presenza di silicio, la rende pianta utile per tutti i tessuti. La presenza di flavonoidi e saponine le conferisce un aspetto diuretico. Antiossidante per le tonache vasali. Favorisce la formazione degli osteoblasti. Ipouremicizzante.

Uso Terapeutico: E’ un diuretico epato-renale. E’ indicato nel caso di fratture e osteoporosi in quanto la silice favorisce il rilascio del calcio ed è indicata dove c’è carenza strutturale. Per degenerazione del tessuto osseo, dolori reumatici, artrosi. Per problemi di urea e di gotta.

 

 

SISTEMA NERVOSO

  

AVENA     (Avena Sativa)

Avena è nel mondo vegetale quello che il cavallo è nel mondo animale entrambi legati all’aria alla libertà e contemporaneamente ombrosi 

Proprietà: Ricca in silicio. Sedativa, anti MAO (antidepressiva), stimola il sistema termico dell’organismo per freddolosi e ipostenici, rafforza l’attività epatobiliare.

Uso Terapeutico: Per casi di demineralizzazione. Agisce sul Sistema nervoso  tipo depressioni bipolari, e sul sistema endocrino in particolare sulla tiroide. Lavora sull’aspetto energetico del fegato nel senso che conferisce maggiore determinazione. Ottimo rimedio in ambito pediatrico per bimbi con irritabilità, eccitazione e ipercinesia e tendenze depressive. Nell’adulto avena ha una doppia valenza tipo ansia-depressione, lavora nei casi di oscillazioni tipo ingrasso-dimagrisco, caldo-freddo,  oppure sonno-insonnia.

 

LAVANDA    (Lavandula Angustifolia)

Proprietà: Lavora sul Sistema nervoso. Sedativa, rilassante, antispasmodica. Vasodilatatrice. Effetto colagogo e coleretico

Uso terapeutico: Drenaggio epatico soprattutto per calmare le tipologie fegatose irascibili. Per persone che soffrono di insonnia di stati ansiosi e somatizzazioni con mal di testa ed emicranie legate a problemi mestruali, a stress cronico a rabbia trattenuta oppure emicranie muscolo-tensive, torcicollo. Adatta anche negli attacchi di panico.

 

IPERICO    (Hypericum Perforatum)

Pianta legata al sole e alla luce, scalda le emozioni, per la voglia di vivere

Proprietà: Il principio attivo dell’ipericina è un potente anti MAO. Gli enzimi MAO ( mono amino ossidasi) distruggono l’adrenalina. Bloccando i MAO si ha maggiore disponibilità di adrenalina che stimola il SN e questo meccanismo determina l’azione antidepressiva dell’iperico). Antivirale antisettico, antibiotico, antinfiammatorio e sedativo

Uso Terapeutico: Lavora sulle depressioni sine causa e su depressioni bipolari. Lavora su distonie neurovegetative che vanno verso la depressione. L’oleolito di iperico è ottimo come cicatrizzante, antinfiammatorio e antidolorifico. Si usa come rimedio d’elezione per scottature sia solari che da fiamma. Azione lenitiva sulle emorroidi.

Controindicazioni:  lavare bene con acqua e sapone la parte trattata con l’oleolito prima di esporsi  al sole. E’ bene evitare l’esposizione al sole anche nel caso di assunzione di Iperico TM.

Non si usa in gravidanza. Non si usa in presenza di ulcera gastrica. Si consiglia di alternare iperico con altre piante tipo passiflora o ballota per evitare dipendenza.

  

MELISSA   (Melissa Officinalis)

Proprietà: Sedativa, antispasmodica, azione drenante del fegato. Lavora anche a livello endocrino modulando il TSH e immunitario come antistaminico. Antiemetica

Uso terapeutico: Per soggetto frustrato e nevrotico, esercita un’azione di sedazione a livello del sistema nervoso, per ansia e insonnia. Per problemi di ipertiroidismo. Azione antispasmodica a livello gastrointestinale quando si tratta di problemi indotti da instabilità nervosa. Per cinetosi e mal di testa e vomito anche in gravidanza. Adatta per soggetto che si risveglia al mattino con l’ansia, sudato, con mal di testa o di pancia. Drena fegato e cistifellea.

  

PASSIFLORA   (Passiflora Incarnata)

Proprietà: Sedativa del SNC, spasmolitica. Modula la recettività del dolore a livello centrale abbassandone i toni. Azione anti MAO.

Uso Terapeutico: Per depressione soprattutto bipolare ansia e insonnia. Spasmofilia a livello del gastro intestinale e utero. Azione antispasmodica vascolare periferica tipo formicolii, mani e piedi freddi, mal di testa pulsante su base ansiosa. Consigliata in caso di enuresi infantile.

 Controindicazioni: attenzione all’attaccamento affettivo nei confronti di passiflora. Non usare con antalgici.

  

TIGLIO   (Tilia Tomentosa) 

Proprietà:  Sedativo a livello nervoso (calmante simile alle benzodiazepine, attivo a livello di sinapsi e neurotrasmettitori). Antinfiammatorio, attività ansiolitica lavora sull’aspetto del rimuginare e sulla rabbia trattenuta. 

Uso terapeutico: lavora su persone con ipertensione da stress ed eccesso adrenalinico tipo soggetti molto competitivi. Lavora sull’ansia non cosciente, quindi non ancora somatizzata. Ansia per problemi emotivi non ansia cronica.

 Controindicazioni: tiglio può dare effetto paradosso, cioè anziché sedare crea eccitazione, in questo caso meglio usare l’estratto MG, dimezzando la dose per i primi giorni per poi ritornare ai dosaggi normali alla scomparsa del sintomo. Per problemi di inquinamento, è consigliabile accertarsi della provenienza di tiglio.

 

CAMOMILLA  (Matricaria Recutita)

 Proprietà: Sedativa, antispasmodica, antiflogistica per la presenza di camazulene e cicatrizzante, antiulcera, ha azione di rigenerazione tissutale. Antibatterica e antimicotica. Elimina i cataboliti che derivano dalla disbiosi intestinale. Amplifica la fase REM. La camomilla abbassa l’iper.

Uso Terapeutico: Lavora sulle ulcere gastriche e duodenali. Ripristina le flore simbionti intestinali. Camomilla agisce a livello sistemico sui vari apparati. Adatta per persona ansiosa, nervosa con colite spastica. Aiuta la qualità del sonno, fa sentire più riposati. Ottima per bambini agitati e in fase di dentizione. Per donne con dismenorrea, nervose irascibili e lamentose. Per flogosi della cute e delle mucose, per afte.

 

CAMOMILLA ROMANA  (Anthemis Nobilis)

Pianta con azione antispasmodica solo a livello gastrointestinale e uterino. Non agisce a livello delle fasi REM e non ha effetto sedativo a livello di SNC è sicuramente meno efficace di Matricaria Recutita.

 Controindicazioni:  Attenzione camomilla può dare effetto paradosso

  

VALERIANA  e VALERIANA ROSSA   (Valeriana Officinalis e Centranthus Ruber)

 L’azione sedativa è data dalla presenza degli iridoidi che sono molecole grosse ma molto fragili e si ossidano facilmente. Valeriana rossa ha minore fragilità dei principi attivi.

 Proprietà:  Sedativa a livello del SNC, per persona che vive la propria ansia senza saperla razionalizzare.

Uso terapeutico:  Per astenia, spasmofilia, per soggetto distonico con difficoltà a recuperare e non riesce mai a riposare bene.

Controindicazioni:  Ad alte dosi può essere ipnotica, indurre cefalea e problemi renali.

  

 

APPARATO RESPIRATORIO

  

CARPINO    (Carpinus  Betulus)

Proprietà: Per infiammazioni sia acute che croniche e congestione delle vie respiratorie, rendendo più resistenti le mucose non solo rispetto alle infezioni ma anche per lo smog il fumo e inquinamento. Recupera la funzionalità delle mucose ciliari.

Uso terapeutico: Per asma e tutte le patologie delle vie aeree sia superiori che basse. Per tutti gli organi del sistema respiratorio, naso, gola, bronchi per sinusiti riniti, tracheiti, faringo-laringiti e anche per otiti.

 

EUCALIPTO    (Eucaliptus Globulosus)

Proprietà: Pianta balsamica per le infezioni delle vie respiratorie. Attività batteriostatica, antivirale e antisettico. Mucolitico ed espettorante. Tonico nervoso,

Uso terapeutico: Per infiammazioni croniche e ostruttive delle vie respiratorie. Indicato per affezioni dove è presente muco. Anche per fumatori dov’è presente catarro.  Riequilibra l’aspetto ipostenico. 

 Controindicazioni: L’eucaliptolo che è il principio attivo più importante nell’OE  di eucalipto è molto aggressivo e viene eliminato tramite polmoni e reni può creare danno alle mucose respiratorie e irritazione renale. Da usare in  presenza di muco non è indicato per bronchiti secche. Non usare in gravidanza e in presenza di nefrosclerosi.

  

VIBURNO  (Viburnum Lantana)

 Proprietà:  in MG è un broncodilatatore, lavora  sui centri bulbari. Regola i ritmi polmonari. Per spasmi del polmone.

Uso Terapeutico: Dispnea, ansia con broncospasmo, asma allergica. Lavora su tutti i tipi di tosse sia secca che produttiva.

 

SISTEMA IMMUNITARIO

 

ECHINACEA  (Echinacea  Angustifolia) 

Proprietà: Grande azione antinfiammatoria e antivirale. Ha anche azione preventiva rispetto ad attacchi virali. Sostiene il sistema immunitario.  La presenza della molecola di echinacoside contrastando l’azione dell’acido jaluronico che indurisce i tessuti, rende i tessuti elastici in modo da rendere possibile il passaggio dei macrofagi rendendo possibile l’azione antinfiammatoria bloccando l’infiammazione in un distretto. Può bloccare il veleno dei serpenti in un distretto Antisettica, cicatrizzante.

Uso terapeutico: per tutte le patologie virali da raffreddamento, per herpes simplex e zoster. Per mal di gola, sinusite, otite.

 Controindicazioni: No per malattie autoimmuni, gravidanza e predisposizione alle allergie.

  

ROSA CANINA   (Rosa Canina)

 Proprietà:  Antinfiammatoria per infiammazioni recidivanti tendenti a cronicizzare. Antiossidante per la presenza di vit. C

Uso terapeutico: Molto usata a livello pediatrico in bimbi che hanno problemi di crescita a causa di infezioni recidive. Per influenza dove si ha la sensazione  diffusa di dolori  ossei. Per infezioni delle vie respiratorie che tendono a cronicizzare. Adatto dove c’è un calo di difese immunitarie.

 

RIBES  (Ribes Nigrum)

 Proprietà:  Antinfiammatorio con effetto cortison like in MG senza però introdurlo dall’esterno ma   stimolando la produzione di cortisone da parte delle surrenali. Drenante epato-renale e a livello di pelle. Ha azione di radical scavenger.

Uso terapeutico:  Lavora su infiammazioni croniche  e sul passaggio da fase acuta a cronica. Adatto in tutte le patologie di tipo allergico. Per iperuricemia. Antiossidante. E’ di grande aiuto in tutti quei casi in cui le surrenali non ce la fanno a produrre sufficiente cortisolo ed è necessario un aiuto. Deve essere assunto al mattino perché in sintonia con il ciclo del cortisone.

  

ADATTOGENI

 Adattogeno:  Fitocomplesso in grado di aumentare la resistenza aspecifica dell’organismo per combattere le situazioni di stress. Sono fitocomplessi che agiscono a livello del SNC, dell’endocrino e immunitario. Riequilibrano gli eccessi può avere azione ipo o iper a seconda delle necessità dell’organismo al fine di mantenere un equilibrio dinamico. 

Controindicazioni: Non usare mai adattogeni se la persona prende psicofarmaci, con grave ipertensione, con terapie corticosteroidi, con contraccettivi, con anticoagulanti, con cardiotonici, in soggetti asmatici, in gravidanza e in presenza di mastopatie. Non si somministrano durante il giorno, ma al mattino a digiuno. Non si usano come monoterapia, ma in sinergia con altri rimedi.

  

 GINSENG  (Panax Ginseng)

 Grande stimolatore a livello surrenalico ha quindi una nota endocrina. Migliora la funzionalità del metabolismo lipidico abbassando trigliceridi e colesterolo. Regola la funzionalità pancreatica (insulina e glucagone) ed ha anche una nota estrogenica.

  

ELEUTEROCOCCO  (Eleutherococcus Senticosus)

 Modula il sistema immunitario in infezioni aspecifiche in fasi acute e non cronicizzate. Lavora su patologie virali, allergiche e autoimmuni.

  

 

 

 


GEMMOTERAPIA

 


OMEOPATIA

 

DEFINIZIONE

L’omeopatia può essere definita come un metodo terapeutico clinico, che consiste nel curare il malato mediante sostanze medicamentose somministrate in dosi deboli o infinitesimali.

I rimedi devono già essere stati sperimentati nell’uomo sano (sperimentazione clinica) e la sintomatologia patologica da essi prodotta deve essere stata compresa in una materia medica omeopatica.

Essa è quindi fondata sul principio di similitudine: nel malato si utilizzerà il rimedio, che nell’uomo sano, ha provocato una sintomatologia simile.

Essa può essere considerata una metodica antropica in quanto pone al centro del suo studio l’uomo, nella sua globalità e complessità, inoltre l’Omeopatia tende a regolarizzare l’energia vitale che dà impulso e coordina tutte le funzioni dell’organismo.

 

CENNI STORICI

Per meglio comprendere l’omeopatia, sarà opportuno fare riferimento alla sua storia per valutare come essa è stata concepita e sviluppata.

Il principio della similitudine lo si ritrova a fondamento dell’antica medicina indiana e cinese, basata sulla correlazione degli organi del corpo ed i cinque elementi (per gli indiani: aria, acqua, fuoco, terra, etere; per i cinesi: legno, fuoco, terra, metallo, acqua). Ma lo stesso principio di similitudine figura negli scritti di Ippocrate (377/359 a.c.) che, secondo la tradizione, usa gli insegnamenti degli Asclepradi di Cos e di Cnido, fra loro rivali.

Ippocrate, padre della medicina, ci dà informazioni su due leggi terapeutiche, quella dei contrari e quella dei simili.

  1. La legge dei contrari (Contraria contrariis curantur), consistente nel fornire una sostanza contraria al principio scatenante della malattia, era da lui applicata quando si conosceva la "causa" della malattia.
  2. La legge dei simili (Similia similibus curantur), consistente nel somministrare la stessa sostanza generatrice della malattia, quando la "causa" non era nota o poco chiara

In pratica, Ippocrate, con la legge dei simili, dava valore effettivo al principio che non esistono malattie, ma malati. Sia la guarigione che la malattia erano concepite come stati reattivi espressi in sintomi e segni peculiari.

La legge dei contrari e quella dei simili, valide entrambe, costituiscono i due pilastri di una terapia elaborata da una medicina che affonda le sue radici nella civiltà greca, con netta separazione fra scienza medica, filosofia e religione.

Precursore dell’omeopatia fu considerato Galeno detto anche Paracelso, che in pieno rinascimento promosse la scoperta di una nuova correlazione fra uomo ed universo, fra microcosmo e macrocosmo. Egli affermava: la natura è la malattia stessa perciò essa soltanto sa cos’è la malattia, essa soltanto è la medicina, essa conosce le infermità dei malati.

Paracelso intuì che la legge del simile era capace di curare con soluzione ridotta e, dunque,  impiegava la Karena, la 24° parte di una goccia. L’errore di Paracelso fu di dare troppa importanza alle "stimmate" o segni caratteristici, cosicché confondeva l’apparenza con la sostanza. Hahnemann Samuele Cristiano Federico, fondatore dell’Omeopatia, non prenderà in considerazione Paracelso pur riconoscendo il rigore scientifico della sua ricerca. Egli conia il termine di Omeopatia dal greco "omoios"(simile, somigliante) e "pathos" (sofferenza, malattia, esperienza).

Nel 1796 H. pubblicava un’opera (saggio su un nuovo principio per scoprire le virtù curative delle sostanze medicinali) con la quale si indica l’anno di nascita della medicina omeopatica. In seguito pubblicò tre opere monumentali sull’omeopatia: ORGANON, materia medica pura; LE MALATTIE CRONICHE, loro natura speciale e loro trattamento omeopatico; la stessa edizione dell’ORGANON scritta nel 1842, fu pubblicata nel 1921 da R.Haehl. In queste opere H. enuncia una serie di principi importanti, posti alla base dell’omeopatia:

LA LEGGE DEI SIMILI; LA LEGGE DELLE DOSI DEBOLI O INFINITESIMALI; LA FORZA O ENERGIA VITALE; I MIASMI; LA SPERIMENTAZIONE PURA; LA LEGGE DELL’INDIVIDUALIZZAZIONE; L’UNICITA’ DEL RIMEDIO.

 

LA LEGGE DEI SIMILI

Fu così enunciata da Hahnemann nell’Organon : Le proprietà terapeutiche dei rimedi consistono esclusivamente nella capacità di provocare dei sintomi patologici nell’uomo sano e di farli scomparire in quello malato. Esiste dunque un parallelismo tra il potere tossicologico di una sostanza (vegetale, animale, minerale) e il suo potere terapeutico in caso di malattia.

Recentemente è stata enunciata la legge di ARNDT -SCHULTZ ( cosiddetto "effetto inverso"): una sostanza che si rileva nociva se somministrata a dosi ponderali, si trasforma in curativa se somministrata a dosi minime infinitesimali (Conney e Burns, 1963).

La conoscenza di tali sperimentazioni è fondamentale per l’omeopatia in quanto "curare" in omeopatia significa somministrare al soggetto malato quella particolare sostanza che provoca nel soggetto sano una sindrome simile.

La raccolta delle sperimentazioni ottenuta dalla utilizzazione di sostanze diverse non tossiche nell’uomo sano forma la PATOGENESI e si trova nella MATERIA MEDICA.

Le fonti della MATERIA MEDICA sono tre:

  1. LA TOSSICOLOGIA con quadri clinici acuti e cronici, conseguenti all’assunzione accidentale, professionale o volontaria di tossici (Es. Aconito, arsenico, piombo, fosforo, belladonna,…). In questo caso i sintomi sono prevalentemente lesionali.
  2. LA SPERIMENTAZIONE OMEOPATICA condotta secondo le regole stabilite da H. descritte come sopra.
  3. L’OSSERVAZIONE CLINICA che comprende sintomi guariti dalla somministrazione terapeutica di una sostanza e non presenti nella sperimentazione omeopatica.

In Omeopatia quindi si tratta di confrontare da una parte i sintomi raccontati dal paziente, dall’altra i sintomi riferiti dai soggetti in corso di sperimentazione.

 

LA LEGGE DELLE DOSI DEBOLI

I medicamenti omeopatici devono essere somministrati in forma diluita e dinamizzata. La diluizione del prodotto omeopatico non ne diminuisce l’attività purché venga fatta un’accurata successione ad ogni passaggio, anzi toglie la tossicità ed evidenzia nuove proprietà soprattutto a livello psichico.

 

LA FORZA O ENERGIA VITALE

H. attribuì il miglioramento dell’effetto terapeutico ad una forza, data proprio dal modo di preparare il rimedio, alla diluizione ed alla successione. A questa forza diede il nome di DINAMISMO MEDICAMENTOSO.

Esistono diversi metodi di diluizioni: Diluizioni di H., Diluizioni di Korsoakoff, Diluizioni 50 millesimali.

 

Diluizioni di H.: Hanno il vantaggio di essere riproducibili. Si parte dal materiale di base o ceppo (tintura madre, prodotto chimico…) che viene diluito nel veicolo liquido o solido in rapporto di una a cento (diluizione centesimale o CH) o di uno a dieci ( diluizione decimale o DH) il numero delle diluizioni effettuate ne definisce il grado; quindi in caso di diluizioni centesimali nel primo flacone si introduce una parte di peso della sostanza di base e si aggiungono 99 parti in volume del veicolo appropriato; si effettuano cento succussioni e la diluizione così ottenuta è la prima diluizione centesimale o 1CH. Per ottenere la 2CH si prende una parte in volume della prima diluizione e si versa nel secondo flacone che contiene 99 parti del veicolo; si agita di nuovo per 100 volte e così si ottiene la 2CH. Si continua ad operare allo stesso modo fino alla diluizione voluta.

Per ottenere la diluizione secondo la scala decimale, si procede in modo analogo, in rapporto di 1:10.

 

Diluizioni di Korsakoff, dette anche in flacone unico, prevedono l’utilizzazione di un flacone in vetro da 15 ml nel quale si inseriscono 5 ml di tintura madre, quindi si agita 100 volte ed in seguito si svuota il flacone fino all’ultima goccia; poi si introducono in questo flacone 5 ml di acqua distillata che rappresenta circa 99 volte il volume di T.M. e si agita almeno 100 volte e si ottiene così la prima diluizione Korsakoniana o 1K. Per ottenere la 2K si introducono 5 ml di acqua distillata al flacone nuovamente svuotato. Si effettuano tante operazioni analoghe fino ad ottenere il livello di diluizione desiderato.

 

Il metodo delle diluizioni 50 millesimali è descritto nella VI edizione dell’Organon di H.(pubblicato nel 1921, 78 anni dopo la sua morte) e consta di due fasi:

Fase Preliminare: vengono effettuate 3 triturazioni centesimali, normalmente in lattosio. Si prelevano 0,05 g di questa terza triturazione centesimale (3 CH) e vengono sciolti in 500 gocce di una soluzione idroalcolica (Alcool 90% e 4 parti di acqua).

 Fase delle diluizioni successive: si preleva una goccia di questa soluzione e si versa in un flacone contenente 100 gocce di alcool al 95% e si agita almeno 100 volte e questa è la prima 50 millesimale o 1/50M, una goccia di questa diluizione viene usata per impregnare 500 globuli. Per ottenere la 2/50M si preleva uno di questi globuli e viene inserito in cento gocce di alcool 95% e si agita 100 volte, tale operazione si ripete fino all’ottenimento della diluizione desiderata.

 

GRADI DELLE DILUIZIONI

Basse diluizioni: vanno fino alla 6 DH, alla 6CH, alla 200 CK, alla LM/6. sono utilizzate per sintomi locali come ad esempio, un’infiammazione a livello di una regione del corpo, di un tessuto, di un organo. La sua azione è breve e superficiale.

Medie diluizioni: vanno fino alla 12DH, alla 7-9 CH, alla 1000K, alla LM/9. sono utilizzati per sintomi generali netti, di una similitudine più ampia, per quadri funzionali, nelle malattie croniche lesionali.

Alte diluizioni: dalla 30 DH, dalla 15.30CH, dalla 10 mila K, dalla LM/30. sono essenziali nei sintomi psichici, mentali. L’azione è lunga, duratura, profonda.

 

POSOLOGIA

Nelle malattie acute il rimedio o i rimedi vengono somministrati ogni 2-4 ore, secondo la gravità dei sintomi. Nei casi gravi, acutissimi, la somministrazione può avvenire anche in tempi più ravvicinati. Nelle malattie croniche i rimedi possono essere prescritti alla dose di 2-5 gocce 2-3 volte al dì prima dei pasti o in un’unica dose 1 volta la settimana. Il metodo per una corretta posologia, comunque, varia tra le varie scuole.

 

LA LEGGE DELLA INDIVIDUALIZZAZIONE O DELLA TOTALITA’ INDIVIDUALE

Se la legge di similitudine è l’asse attorno a cui ruota tutta l’omeopatia, la sua applicazione richiede di cogliere la totalità e l’individualità dell’esperienza umana.

H. nell’Organon, considera che il malato deve essere svuotato nella totalità dei suoi sintomi per darci l’immagine esatta della malattia.

L’omeopatia è, perciò, la medicina della persona. Non frammenta infatti l’individuo in tante specialità mediche, né cerca cause psichiche per disturbi fisici e viceversa ma cerca di cogliere la totalità dell’essere attraverso le manifestazioni dei fenomeni che emergono dai suoi turbamenti su un piano mentale, emozionale, fisico. L’organismo umano, infatti, funziona sempre come una totalità, sia quando compie le sue funzioni normali, sia quando si difende da uno stimolo morboso.

H. quindi, nella preoccupazione di curare le malattie soprattutto croniche, notò che ogni paziente fa la sua malattia in modo diverso dagli altri.

Nella nozione di totalità individuale dobbiamo considerare il "terreno": l’insieme delle sue caratteristiche fisiologiche, metaboliche e psicologiche. Di queste una parte viene determinata dal codice genetico, l’altra dagli influssi del mondo esterno, dal momento della fecondazione all’epoca in cui visitiamo il paziente.

Quando l’uomo è in salute, che è uno stato di equilibrio, "l’energia vitale" controlla con successo la maggior parte degli influssi del mondo esterno, quando invece l’uomo è malato, si manifestano i MIASMI, o perturbazioni dell’individuo integrale, stato morboso costituzionale e predisponente.

Il MIASMA è quindi, un distensivo della forza vitale, forza dinamica, presente in ogni essere vivente. H. ha individuato 3 miasmi: PSORA, SICOSI, LUESINISMO più tardi fu aggiunto dagli AA francesi TUBERCOLINICO.

 

PSORA: 

E'  uno stato cronico di intossicazione, determinato dalle più svariate patologie sia ereditarie che acquisite. Nella fase iniziale (detta attività ostenica) c’è l’eliminazione delle tossine per cui troviamo patologie come eczema, foruncoli, diarrea, rinite allergica. Nella fase ostenica o passiva non c’è possibilità di eliminazione e quindi le tossine vengono convogliate verso organi interni, per cui è possibile arrivare a disturbi lesionali come il diabete o la cirrosi.

 

TUBERCOLINISMO:

Diatesi introdotta dallo svizzero Nebel e sviluppata dal francese Leon Vannier.

Le patologia a cui va incontro sono le malattie broncopolmonari, i disturbi della circolazione venosa periferica, i dimagrimenti e la labilità emotiva.

 

SICOSI:

Il soggetto psicotico presenta una inibizione del tessuto connettivo che determina aumento del peso. Le patologie a cui va incontro sono le bronchiti croniche, uretriti croniche, ipofunzione dei tessuti fino alla scoliosi, predisposizione a produrre neoformazioni come fibromi, verruche, papillomi.

Dal punto di vista neurologico è un soggetto tendente alle fobie e idee fisse. Per quanto riguarda l’etiologia H. la riconduceva alla blenorragia degli antecedenti familiari, attualmente si riconduce alla somministrazione indiscriminata di farmaci come cortisoni ed all’abuso delle vaccinazioni.

 

IL LUESINISMO

Il soggetto con questa diatesi può andare incontro ad alterazioni con sfiancamento dei tessuti di sostegno, ptosi viscerali o a patologie come la rettocolite ulcerosa e occlusioni delle arteliole, scarlattina, disfunzioni ormonali, varici, stomatiti, ecc…

I bambini imparano a parlare tardi e da adulti manifestano disturbi del sonno, l’instabilità psichica può sfociare nella schizofrenia. L’etiologia causa del luesinismo è data dalla presenza di sifilide o alcolismo, dagli antecedenti familiari.

 

LE COSTITUZIONI

L’omeopatia nel corso del suo sviluppo ha aggiunto alla diatesi la teoria delle costituzioni ed il temperamento, che si fonda sull’osservazione che, i pazienti caratterizzati da un certo aspetto morfologico, erano più inclini a sviluppare determinate malattie. La costituzione è ciò che il soggetto ha di costante,è la statica ed è influente da fattori genetici, dalla razza e dall’eredità.

Il temperamento invece è dinamico e costituisce il comportamento della vita del soggetto in rapporto all’ambiente fisico e psichico. Il temperamento è a sua volta influenzato dall’eredità, dalla costituzione e dall’ambiente. La costituzione non cambia durante il corso dell’esistenza, mentre possono susseguirsi parecchi temperamenti le differenti età della vita.

 

LA CARBONICA O CARBO-CALCICA (CALCAREA CARBONICA)

Soggetto rotondo ipoevoluto, breviline, basso e grasso, scheletro massiccio con articolazioni rigide, mano quadrata, volta del palato a cerchio. Denti ed unghie quadrate, il bambino presenta testa grossa, ventre prominente, linfatico, vorace. Il soggetto carbonico è ordinato, metodico, assimilatore, lento, rispettoso, trae profitto da ogni cosa e la sedentarietà sarà temibile, parla poco e soltanto di ciò che conosce bene. La pelle è pallida, il derma è spesso e molle. Predisposizione verso le patologie degenerative come arteriosclerosi, artrosi, malattie metaboliche, eczema e diarree croniche; soggetto ben resistente invece alla tubercolosi.

I rimedi: Sulphur, Silicia, Graphites, Magnesia carbonica, Valium carbonica… 

 

LA FOSFORICA O FOSFO-CALCICA (CALCAREA PHOSPHORICA)

Soggetto longilineo, magro, alto, con torace stretto, unghie e denti lunghi, con palato ogivale.

E’ un soggetto molto intelligente, dotato di viva curiosità intellettuale, bisognerà tenerlo lontano da spettacoli brutali, aggressivi. L’oscurità (ha paura del buio)è per lui fonte di inquietudine. Ha alti e bassi, come il fiammifero (fosforo) che si accende e si spegne. Durante l’adolescenza è un soggetto a sviluppo fisico rapido per cui troviamo spesso in questi soggetti turbe vertebrali. Dovrà affrontare, fin da bambino, molti problemi ORL, rinofaringiti a ripetizione. Altre predisposizioni morbose: turbe digestive croniche, turbe neurovegetative, cardiache, dimagrimento progressivo e tendenza a ptosi viscerale, demineralizzazione e tendenza a perdite di sostanze (es. tbc cavitaria, ipotensione, acne giovanile…) Rimedi: Calcarea phosphorica, Kalium phosphoricum, Magnesia phosphorica…

 

LA FLUORICA

Secondo la scuola di Henri Bernard, la costituzione fluorica non esiste come costituzione a sé, ma sempre insieme con la carbonica e con la phosphorica. Il biotipo fluorico è un individuo con stature varie che presenta rilassamento e fragilità dei legamenti con conseguente instabilità di attitudine e flessibilità esagerata. E’ caratterizzato da irregolarità morfologiche del viso e del corpo dandogli un aspetto invecchiato. Ci può essere nel fluorico un disordine psichico in accordo con la disarmonia fisica. Il suo comportamento diviene impulsivo ed irrazionale con bisogno di cambiamenti sul piano fisico e sentimentale.

Dal punto di vista patologico il fluorico va incontro ad anomalie ossee ed iperlassità dei legamenti e quindi distorsioni, lussazioni, lombalgie recidivanti, strappi muscolari, sclerosi vascolari, reumatismi deformanti, agitazione notturna, fobia delle malattie contagiose ecc…

Rimedi: Calcarea fluorica, Thuja, Mercurius, Lachesis, Dulcamara ecc…

Per concludere quindi, sia la diatesi che le costituzioni aiutano l’omeopata da un lato a fare ricerca di rimedi simili, tra i quali poi scegliere il "Simillimum", dall’altro di fare prevenzione di quei disturbi a cui il paziente è destinato ad andare incontro.

Tuttavia è molto difficile incontrare soggetti con netta predominanza diatesica o costituzionale perché il più delle volte si è in presenza di coesistenza di fattori diversi per cui alla fine si ritorna al fondamento dell’omeopatia, ovvero al "simillimum" cioè al farmaco che è speculare, simile al quadro morboso.

 

RIMEDI:

 

ACONITUM

L’Aconitum Napellus è una pianta della famiglia delle Ranuncolacee.

In Aconitum tutto è secco, agitato, rapido, improvviso e violento.

La malattia arriva all’improvviso, con decorso rapido e violento, con grande ansietà, paura ed agitazione. Aconitum è di conseguenza un ottimo rimedio per tutte le patologie acute che colpiscono sia gli adulti sia i bambini: malesseri conseguenti a raffreddamenti improvvisi, con febbre elevata, molta sete, faccia rossa ed iperemia cutanea con secchezza e bruciore; spasmi e paresi muscolari, agitazione fisica e mentale, espressione spaventata della faccia, congestione del polmone, dell’apparato digerente e delle sierose, tosse secca e stizzosa che peggiora prima della mezzanotte, diarrea verdastra.

Aggravamento: col vento freddo, con il fumo di tabacco, in stanze calde, con la musica, a mezzanotte.

Miglioramento: coprendosi ed all’aria aperta

Segno caratteristico: viso arrossato stando a letto, pallido all’impiedi.

 

ARGENTUM NITRICUM

E’ il nitrato d’argento (Ag N03 ) costituito da cristalli trasparenti che si anneriscono alla luce, in presenza di tracce di elementi organici.

E’ il rimedio del soggetto in allarme, di colui che attende, che aspetta con impazienza il verificarsi dell’evento.

E’ il rimedio dello studente prima dell’esame, del disoccupato che aspetta notizie su un posto di lavoro.

Argentum Nitricum è un ottimo rimedio anche per la malinconia, agorafobia, dispepsia, faringite, laringite, cefalea che migliora pressando leggermente, desiderio intenso di cibi dolci, di formaggi, di cibi grassi e salati.

Aggravamento: con il calore, con i dolci, con le mestruazioni, pensando al futuro.

Miglioramento: con il freddo

 

APIS MELLIFICA

E’ prodotto partendo da un’ape intera triturata e lasciata macerare in alcool

Per ricordare gli effetti del nostro rimedio Apis basterà pensare alla puntura di un’ape ed il suo effetto sui tessuti umani.

Apis è quindi il rimedio per l’edema, che si può verificare sulla pelle, sulle mucose e sulle sierose. Ricordiamo quindi Apis nell’edema delle palpebre inferiori, nella tonsillite acuta con edema delle mucose, con febbre alta ad insorgenza improvvisa e con assenza di sete. Negli effetti da punture di insetti, nella pleurite e nella sinovite delle piccole e grandi articolazioni.

Aggravamento: con il calore, con le vibrazioni, in stanze chiuse e dopo aver dormito, il pomeriggio tardi.

Miglioramento: all’aria aperta e con bagni e applicazioni fredde

 

ARNICA

E’ una pianta della famiglia delle composite che cresce nei pascoli alpini ad alta quota. Ha dei fiori con lunghi petali gialli. Per il prodotto omeopatico viene utilizzata la pianta intera fiorita.

Arnica è il rimedio per lo sportivo perché è utile per molti problemi cui un atleta può andare incontro: trauma, stiramento, contusioni, strappi muscolari, stanchezza fisica.

Arnicaè anche un rimedio specifico per la febbre che viene definita, dalle materie mediche, come febbre adinamica cioè senza forza. Il soggetto ha esaurito tutta la sua energia ed è immobilizzato a letto inerme. E’ stanco e gli sembra che il letto sia diventato troppo duro, il viso è caldo e arrossato mentre il resto del corpo è freddo.

Rimedio consigliato prima e dopo le estrazioni dentarie, aiuta la convalescenza dopo un’operazione o un parto.

Aggravamento: al tatto, con il freddo umido, con il movimento.

Miglioramento: distendendosi con la testa bassa.

 

 

BELLADONNA

E’ una pianta della famiglia delle Solanacee e presenta dei frutti costituiti da bacche nerastre e giallastre che contengono gli alcaloidi e fra questi l’atropina, iosciamina, e scopolamina.

E’ molto velenosa e l’ingestione delle sue bacche può provocare gravi avvelenamenti.

Belladonna e’ un rimedio adatto a tutte le circostanze dove avviene una forte stimolazione del S.n.c:

soggetto spaventato, atterrito, pauroso, guance pallide e poi rosse, pupille dilatate, cuore in gola, bocca secca, poliuria, scariche di diarrea. Belladonna viene descritta, dalle materie mediche come "iperestesica " cioè soggetto estremamente sensibile agli stimoli esterni di tipo sensoriale.

E’ il rimedio delle infiammazioni acute, violente ed improvvise con secchezza delle mucose; nevralgia facciale, dolore dentario lancinante con gonfiore ed arrossamento delle gengive; cefalea congestizia con pulsazione delle arterie temporali e con il bisogno di stare al buio e senza rumori.

Aggravamento: al pomeriggio ed alla notte, con il rumore, al tatto

Miglioramento: in posizione eretta, con il calore

 

FERRUM PHOSPHORICUM

E’ il fosfato ferroso che si trova in natura sotto forma di una polvere insolubile in acqua e solubile in acidi minerali.

E’ associato ad un soggetto fisicamente gracile, pallido, anemico, rosso in viso quando però ha la febbre o per sforzi fisici, soggetto che ha ribrezzo per le uova, eruttazioni acide, sudori notturni.

Ferrum phosphoricum è il rimedio delle epistassi, delle dissenterie e delle polmoniti; delle otiti catarrali con dolore all’orecchio medio con cefalea e sensazione di testa calda.

Aggravamento: la notte fra le ore 4 e le 6, con il rumore, movimento, scosse

Miglioramento: con applicazioni fredde

Lateralità : destra

 

GELSEMIUM

E’ il nome latino di una pianta molto diffusa nel nostro clima temperato: il Gelsomino.

La varietà Gelsominum nudiflorum presenta fiori gialli, mentre l’Officinalis presenta petali bianchi.

Il Gelsemium è associato ad un temperamento nervoso, eccitabile. E’ lo studente che non ricorda nulla di ciò che ha studiato, ha in testa la classica "tabula rasa", è molto insicuro ed ha un continuo bisogno di essere amato e stimato, quindi ha un Io fragile "non ben strutturato".

Fisicamente ha un rilasciamento completo di tutto il sistema muscolare, caduta delle palpebre, viso rosso scuro; presenta cefalea gravativa occipitale o sensazione di cerchio.

Gelsemium è quindi un buon rimedio per lo studente il giorno degli esami, nella febbre alta con assenza di sete, nella cefalea occipitale, nel bambino quando ha paura di cadere.

Aggravamento: con il calore del sole, dopo una cattiva notizia, con il tempo umido, alle ore 10 del mattino, fumando sigarette.

Miglioramento: all’aria aperta e dopo aver urinato.

 

GRAPHITES

E’ la grafite, polvere nera insolubile in acqua ed alcool, formata per il 90% di carbonio e per il 10% di silice.

E' associato a soggetti tristi, melanconici, con tendenza all’obesità, apatici, cauti, astienici, che non hanno voglia di fare niente per mancanza di entusiasmo nelle cose.

Graphites è il più importante rimedio omeopatico per la cura delle patologie cutanee: dall’eritema solare, al ponfo, desquamazione, alle vescicole ed infine alla croste che spesso residuano nelle fasi acute dell’Erpes di un eczema. In ogni lesione cutanea, bisogna pensare sempre a Graphites.

E’ il rimedio anche dei capelli secchi con alopecia o per le unghie dure, spesse, secche, deformate; nella stitichezza cronica, atonica; nella flogosi cronica dell’orecchio esterno.

Aggravamento: la notte, durante e dopo le mestruazioni.

Miglioramento: all’aria aperta, durante i periodi di concentrazione.

 

HYOSCIAMUS

E’ una pianta erbacea che cresce in tutta l’Europa ed appartiene alle solanacee.

Associato ad individui che hanno disturbi psicotici: agitazione, delirio, tendenza all’esibizionismo. Per quelli che si arrabbiano senza motivo e rompono tutto quello che trovano.

Hyosciamus è associato allo schizofrenico, il matto, quello che ha atteggiamenti e comportamenti assurdi e fuori della norma; che vede cose che non ci sono.

Apparentementeè un soggetto calmo, tranquillo, affidabile, ma che diventa all’improvviso, aggressivo, ansioso, agitato, irritabile e con pupilla dilatata. Altre caratteristiche del rimedio sono tendenza agli spasmi, digrignamento dei denti, smorfie facciali.

Aggravamento: la notte, con il freddo, durante le mestruazioni, coricato.

Miglioramento: camminando, con il calore, durante la giornata

 

IGNATIA

E’ una pianta appartenente alla famiglia delle Loganiacee; è la fava di S.Ignazio.

Associato a soggetti sensibili, emotivi, ansiosi, isterici, che presentano una ipereccitabilità muscolare di tutto l’organismo.

L’Ignatia quindi è il rimedio della disfagia paradossale (deglutisce i solidi e non i liquidi) della cecità isterica, della tachicardia parossistica, dei dolori crampiformi che peggiorano alle 11 del mattino, delle crisi di dispnea asmatiforme, della dismenorrea, del dolore alla testa pungente che migliora dopo aver urinato.

Aggravamento: con i dispiaceri, il freddo, le emozioni, con il tatto, gli odori forti, col caffè, l’alcool, il tabacco.

Miglioramento: con il calore, passeggiando, inghiottendo, con la pressione intensa.

 

LACHESIS

E’ ottenuto dalla diluizione di un veleno prodotto da un serpente: Lachesisi mutus (o Crotalo nero)che vive nel centro meridionale dell’America.

Associato a soggetti magri con lieve esoftalmo, teleangectasie ai pomelli, sul mento, sul naso, con labbra cianotiche, presenta alternanze di eccitazione e depressione; malizioso, sospettoso, orgoglioso, criticone e parla fra se e se quando è solo.

Lachesis è in tutti quei soggetti che manifestano gli effetti del veleno sia locali, sia generali: microtrombi, necrosi vascolari e muscolari, emorragie, emolisi, c.i.d., con seguente insufficienza renale, sepsi. Dobbiamo pensare all’Achesis anche nella donna in menopausa con i suoi classici disturbi: menometrorraggie scure, vampate di calore, lipotimia, palpitazioni, cefalea congestizia.

E’ un rimedio anche per l’alcolista con le sue tipiche problematiche organiche e mentali: la congestione cefalica, disturbi digestivi, cirrosi epatica, agitazione psicomotoria, sindrome da omicidio-suicidio a causa dei suoi deliri di gelosia.

Aggravamento: con il ritardo o la scomparsa della mestruazione, con il calore, con il sole, con il sonno ed al risveglio, in primavera, con il contatto

Miglioramento: con la comparsa del flusso mestruale, fisiologico o patologico (emorragia), all’aria aperta

 

LYCOPODIUM

Deriva da una pianta Lycopodium Clavatum che molti secoli fa era una pianta alta di alcuni metri, oggi invece è diventata un’erba strisciante per adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente.

Lycopodium è quindi associato ad un timido, un emotivo, di intelligenza viva che si sente però insicuro per paura di fallire. Vuole stare spesso solo con il desiderio di avere sempre qualcuno nella stanza accanto.

Fisicamente ha un aspetto pallido con rughe fini, un portamento severo ed un modo di parlare aspro ed imperioso, poco socievole ed irritabile e molto ambizioso, ma poco coraggioso.

L’organo bersaglio è il fegato ( in medicina cinese il fegato è correlato al coraggio) e quindi ricordiamo il rimedio in tutte le patologie del fegato e nei disturbi del metabolismo dei grassi, soprattutto quando ci troviamo di fronte a soggetti con eccessiva fame e golosi di dolci.

E’ anche il rimedio della tonsillite che inizia a destra, nella patologia demenziale ad insorgenza precoce, in tutti quei soggetti che sognano di diventare qualcuno.

Aggravamento: dalle ore 16 alle ore 20, con le applicazioni calde, in una stanza dove si soffoca

Miglioramento: con il movimento, dopo mezzanotte, con cibi e bevante calde, all’aria aperta, con il freddo.

Lateralità: destra

 

MERCURIUS SOLUBILIS

E’ l’ossido nero di mercurio. La famiglia dei composti mercuriali (mercurius solubilis, vivus, corrosivus, cynatus, biodatus, dulcis e cinnabalis) altamente tossica se ingerita, viene ampliamente utilizzata in omeopatia.

Mercurius solubilis è un soggetto astenico, depresso, stanco di vivere, insoddisfatto, intollerante autoritario e talvolta vendicativo ma ha un’ottima opinione di sé nonostante sia insoddisfatto e scontento.

Fisicamente si presenta flaccido, edemi perioculari, insofferente soprattutto quando è ammalato ed è costretto a stare a letto. Lingua gonfia, flaccida con impronta dei denti, gengive gonfie e sanguinanti, alito fetido, gusto metallico.

Mercurius è un rimedio delle fasi acute, influenza del bambino che peggiora di notte con sudori ed agitazioni, sete intensa e salivazione abbondante; nelle cistiti e nelle pieliti, nelle coliche addominali con vomito e diarrea, nelle infiammazioni acute delle mucose con secrezione mucopurulenta; inoltre in tutte le intossicazioni acute (shock dovuto a perdita di liquidi da lesioni gastrointestinali, colite con diarrea e necrosi dei tubuli renali prossimali) e croniche da mercurio ( lesioni renali, lesioni a livello della bocca con stomatite escialorrea, disturbi neurologici con insonnia, ansia, emicrania, confusione, irritabilità).

Aggravamento: la notte, con tempo umido o con cambiamenti atmosferici, in una stanza calda.

Miglioramento: con il riposo

 

NUX VOMICA

Deriva dalla pianta della famiglia delle loganiacee: "la noce vomica" e contiene il 3% di alcaloidi e fra questi il 45% di stricnina.

Si associa a soggetti molto esigenti, irritabili, lavoratori, ben nutriti: caffè, liquorino, sigarette, con testa pesante, alito pesante, stomaco disturbato dopo un abbondante pranzo.

Ipersensibili, si offendono facilmente, freddolosi, flogosi acuta e cronica delle vie respiratorie e con tosse stizzosa, raffreddore con naso chiuso la notte ed abbondante secrezione di giorno, contrazioni alla muscolatura gastrointestinale aggravati al minimo sfioramento, sensazione di peso epigastrico che peggiora un’ora dopo i pasti con il bisogno di slacciarsi i vestiti, emorroidi interne con dolori brucianti, stipsi, dolori pelvici con irradiazione al rachide lombare. E’ rimedio utile anche per quei soggetti con disturbi psicosomatici: tachicardia, dolore retrosternale, brividi al minimo movimento, intolleranza ai rumori ed agli odori.

Aggravamento: con il lavoro intellettuale, all’aria fredda, dopo aver mangiato, con il tempo secco, con il caffè, gli alcolici, alle ore 9 del mattino, con le emozioni e con la collera.

Miglioramento: coprendosi, dopo defecazione, col calore

 

PHOSPORUS

E’ il fosforo bianco (P), importante riduttore avido di ossigeno molto diffuso in natura, sotto forma di fosfati.

E’ un individuo esile, alto, volto allungato in senso verticale con torace stretto quasi rachitico e con scapole alate, sempre stanco ma ipereccitabile. E’ la persona ansioso-nervosa che pensa molto e agisce poco.

Phosporus è il rimedio delle patologie acute e croniche degli organi nobili come cuore (miocarditi, miocardiopatie), fegato (epatopatia), rene (nefriti, glomerulonefriti).

E’ un individuo che brucia dappertutto: bocca, stomaco, intestino, ano, colonna vertebrale, palmo delle mani; tendente inoltre alle emorragie , porpora, petecchie, ulcerazioni cutaneo-mucose che sanguinano facilmente, tosse che peggiora dal crepuscolo fino al mattino, raucedine, laringite con perdita della voce.

Aggravamento: la sera, dopo cibo e bevande calde, disteso sul fianco sinistro.

Miglioramento: dopo cibo freddo, all’aria aperta, distesi sul fianco destro

 

PULSATILLA

L’anemone pulsatilla è una pianta della famiglia delle Ranuncolacee.

Pulsatilla è di solito una donna-ragazzina timida, magra, slanciata ma che tende a formare cellulite alle cosce che contrasta con la magrezza del tronco e degli arti, con capelli biondi o castano chiaro, occhi blu o tendenti al chiaro, faccia pallida.

Da bambini sono facilmente riconoscibili perché stanno sempre nascoste dietro la gonna della madre, arrossiscono facilmente quando si rivolge a loro la parola, sono molto pudiche, sensibili ai rimproveri; amano e cercano simpatia, si commuovono e ridono facilmente, sono di solito introversi, ma se si trovano con un’amica si aprono facilmente mostrando una profondità di sentimenti.

Pulsatilla è anche un rimedio per le patologie circolatorie venose (varicosità agli arti inferiori, congestione venosa delle estremità, fenomeno di Raynaud); per patologie catarrali a carico delle vie respitarorie (faringiti, otiti, bronchiti, riniti, sinusiti) e per disturbi digestivi con eruttazioni, nausea, vomito soprattutto dopo alimenti grassi.

Aggravamento: la sera, col calore.

Miglioramento: all’aria aperta, ingerendo bevande e cibi freddi, stando sul lato dolente, con applicazioni fredde.

 

SEPIA

Deriva dal liquido nero chiamato inchiostro di seppia che è escreto dal mollusco Cefalopode (seppia).

Si tratta di persone depresse che vedono tutto nero, che hanno un disinteresse per il lavoro e per il divertimento, mancanza di energia, insonnia, rallentamento psicomotorio o eccitazione, diminuita capacità di concentrazione, pensieri ricorrenti di morte, indifferenza per le persone care, paura di restare soli, perdita eccessiva di peso.

Fisicamente sono di solito magre, con capelli scuri, gonfiori sottopalpebrali, colorito giallastro con macchie ipercroniche peribuccali, una fessurazione nel mezzo del labbro inferiore.

Sepia è quindi l’antidepressivo omeopatico (apatia, abulia, indifferenza per tutto e per tutti).

Un’altra caratteristica del rimedio e che in Sepia "tutto scende" (ptosi gastrica, provassero utero-vaginale, prolasso rettale, emorroidi procedenti, la pelle del corpo e ipoelastica e pendente, le palpebre cadono sugli occhi, i glutei cascanti, il grasso dell’addome cadente.

Aggravamento: nel pomeriggio, la sera, prima dei temporali, con il freddo, con il fumo da tabacco, lavandosi.

Miglioramento: con l’esercizio, camminando con sveltezza, con le applicazioni calde, stirandosi.

 

SILICEA

 E’ la Silice (SI O2) costituente fondamentale dei vegetali omeopatizzata.

E’ generalmente associato ad una donna sempre triste e stanca con difficoltà a fare uno sforzo mentale e ad affrontare le persone con umore variabile, sfiduciate, abuliche, senza voglia di fare nulla.

I bambini Silicia sono distrofici, scrofulotici, linfatici.

Fisicamente è esile, piccola di statura, di carnagione chiara, faccia pallida e pelle delicata.

Silicia è il rimedio delle suppurazioni acute e croniche (otite, ascessi dentali, foruncoli)è inoltre rimedio indicato nella cefalea occipitale con irradiazione anteriore sovraorbitaria, nella sudorazione acida notturna maleodorante, nella stipsi atonica. Siliciè utile nell’espellere corpi estranei come spine e schegge.

Aggravamento: con il freddo, stando coricato, in inverno, all’aria aperta, scoprendosi, durante le mestruazioni, al mattino.

Miglioramento: con il calore.

 

THUYA

E’ una pianta della famiglia delle conifere, originaria dell’America settentrionale.

E’ generalmente associato ad  un soggetto apatico, triste e depresso, ma che non vuol essere consolato, ha difficoltà ad esprimersi ed è pieno di idee ossessive, con sensi di colpa, avversione per alcuni cibi (patate, carne, cipolla).

Fisicamente è un soggetto tarchiato con la parte addominale e pelvica più sviluppata nelle donne, ha una faccia pallida, lucente, grassa, con punti neri e sull’ala del naso ha una piccola rete di capillari; cute secca e desquamata all’attaccatura dei capelli, sui solchi naso genieni e sul mento, sudori intensi soprattutto ascellari.

E’ un rimedio costituzionale per le formazioni tumorali benigne sia in sede cutanea, respiratoria o genitale (verruche, poliposi nasali e laringee, fibroma uterino, condilomi genitali, adenoma prostatico. Thuya inoltre è un rimedio per le manifestazioni catarrali croniche respiratorie ed urogenitali (sinusiti, bronchiti, cistiti, leucorrea), per la ritenzione idrica (cellulite ed obesità), viene utilizzato anche dopo uso prolungato di farmaci allopatici (antibiotici, cortisonici, contraccettivi orali ) e dopo sequele di vaccinazioni.

Aggravamento: all’aria umida, col freddo, alle ore 3 ed alle 15, con le vaccinazioni ed i narcotici

Miglioramento: stirando gli arti.

 

 

Lo sviluppo dell’omeopatia. Ricerca scientifica e qualità
di Franco Lenna, Presidente LIMO (Lega Italiana per la Medicina Omeopatica Olistica)

Il grosso interesse suscitato dall'Omeopatia negli ultimi anni in Italia e in Europa si fonda sul fatto che tale metodica terapeutica viene accettata sempre più favorevolmente da quegli organi ed istituti ufficiali che nel passato l'avevano osteggiata in tutti i modi.

E’ bene premettere che le accuse e le critiche del passato mosse all'Omeopatia da parte di tali enti, non erano del tutto infondate, soprattutto perché, relegata in un ghetto senza alcun controllo, aveva permesso il prosperare di medici che tendevano a farne una terapia miracolistica, rifiutando a priori qualsiasi contatto con la medicina ufficiale e qualsiasi tentativo serio di ricerca, per dimostrare e cercare di capire su quali presupposti si basavano i risultati terapeutici ottenuti. Inoltre la mancanza di legislazione nel settore permetteva la fabbricazione al di fuori di qualsiasi controllo. Così, sfruttando il nome "Omeopatia", sono stati commercializzati prodotti che nulla hanno a che vedere con tale terapia, ridicolizzando l'Omeopatia stessa.

Partendo da queste basi non esaltanti e consci che lo sviluppo dell'Omeopatia deve fondarsi su basi serie, i Laboratori Dolisos da sempre hanno puntato, tenuto conto dei mezzi disponibili, sullo sviluppo della ricerca scientifica e sul miglioramento delle qualità del medicamento Omeopatico, operando per attuare, nella fabbricazione, le norme di buona fabbricazione identiche a quelle in uso presso l'industria farmaceutica tradizionale. Poiché il farmacista, in quanto operatore del medicamento deve essere informato su tali aspetti che costituiscono valide argomentazioni di risposta ai colleghi scettici, sono ben lieto di poter esporre sommariamente i risultati delle ricerche più recenti in Omeopatia, ricordando che sono disponibili, per gli interessati, estratti dei lavori citati, presso il Centro di Documentazione Omeopatica Dolisos.

Ricerca sull'attività farmacologica di piccole dosi di interferon e di ormoni timici

Nell'anno 1985 sulla rivista Immunology Today (volume VI, n. 8, agosto 85, pagina 234) è stato pubblicato un articolo dal titolo: "Attività e cronofarmacologia" di dosi infinitamente piccole di immunomodulatori, autori: Bastide - Doucet Jaboeuf - Daurat.

 Gli immunomodulatori rivestono una grande importanza nel regolare il corretto svolgimento dei fenomeni immunitari. Partendo da una ipotesi formulata da Bocci, secondo la quale l'introduzione di induttori esogeni ed endogeni, provoca uno stimolo fisiologico a livello del tessuto linfoide, è stato effettuato un lavoro di ricerca per dimostrare l'effetto di dosi estremamente piccole di interferon e di ormoni timici, sulla risposta immunitaria umorale e cellulare. I risultati di questa ricerca, hanno portato alla conclusione che, anche dosi estremamente basse come 10 U.I. o 10 pg. (9CH) di mediatori naturali quali l'interferon o gli ormoni timici, possiedono azione farmacologica e che tali dosi non perturbano, anzi amplificano le risposte immunitarie, tanto umorali che cellulari.

Ricerca sull'attività di Streptococcinum 30CH nella riduzione del Tas

Ogni medico ben conosce la difficoltà di trattamento della profilassi reumatica nei casi in cui i pazienti, dopo anni di penicillina, continuano ad avere, magari dopo un iniziale miglioramento, un persistere degli indici dei test infiammatori quali la VES elevata, la mucoproteica, la proteina C reattiva e la TAS (titolo antistreptolisinico).

La TAS in particolare può andare incontro a drastici rialzi. Conoscendo la rinomata (ma sperimentalmente non provata) efficacia dello streptococcinum 30 CH, sono stati selezionati due gruppi di 38 studenti, residenti in due comuni limitrofi di Milano che presentavano un analogo insuccesso della terapia antibiotica tradizionale. Questi studenti, suddivisi i due gruppi randomizzati con eguale ripartizione di maschi e femmine, furono sottoposti a sperimentazione in doppio cieco (senza cioè che i soggetti di una coppia sapessero del trattamento dell'altro) di 1 dose alla settimana per 5 mesi di streptococcinum 30 CH contro placebo. Le analisi complete del sangue vennero prese prima, a metà e alla fine del trattamento. La differenza fra valori iniziali e finali dei due gruppi, verificata statisticamente con il test CHI QUADRO, mostra una significativa efficacia del prodotto omeopatico rispetto al placebo, pari al 72%.

Dei 18 soggetti trattati omeopaticamente, 13 casi si sono normalizzati e 4 sono migliorati, mentre si è avuto 1 solo miglioramento nel gruppo trattato con placebo.

Ricerca su Pollantinum 30 CH (polline)

Nell'anno 1986, sulla rivista The Lancet, 18, gli autori Reilly - Me Sharry - Taylor - Aitchinson hanno preso in considerazione un aspetto molto dibattuto in Omeopatia e cioè quello dell'effetto placebo.

Non essendo ancora del tutto chiari i meccanismi d'azione dei farmaci omeopatici, molti tendono ad attribuire al rimedio omeopatico un effetto placebo. Il fine che questo lavoro di ricerca si è proposto, consiste proprio nel dimostrare la diversità degli effetti farmacologici tra placebo ed rimedio omeopatico. Il modello prescelto per tale studio paragona infatti gli effetti di una preparazione omeopatica, costituita da una miscela di pollini, aslla 30 CH, con un placebo, in 144 pazienti affetti da febbre da fieno. I risultati hanno dimostrato che i pazienti trattati omeopaticamente, dopo una prima fase di aggravamento, presentavano una netta regressione dei sintomi presi in considerazione, rispetto ai pazienti trattati con il placebo. Non emerge quindi nessuna evidenza a sostegno dell'idea che l'azione placebo possa pienamente spiegare i risultati clinici dei rimedi omeopatici.

Ricerca DOLISOS su Arnica 5 CH

Ricordiamo infine il lavoro presentato recentemente al Congresso Mondiale di Omeopatia svoltosi a Washington (Aprile 1987, su Arnica 5 CH, condotto presso l'Università degli Studi di Catania, autori Verroux - Ricciotti - Musso - Amodeo - Missiato - Mirabella – P.F. Verroux. Titolo: l'Arnica nella prevenzione della patologia venosa nelle perfusioni a lungo termine. Studio clinico.

E’ stato eseguito uno studio clinico su Arnica 5 CH, per conto dei Laboratori Dolisos, al fine di verificare se essa sia in grado di esercitare azione favorevole sulla prevenzione degli ematomi, sulle lesioni cutanee, attenuare i dolori locali, migliorare l'accessibilità delle vene e, se il suo utilizzo per un tempo superiore agli standard medi, determini effetti collaterali. Il metodo scelto per lo studio è quello del doppio cieco con Arnica contro placebo. Dalla valutazione globale dei protocolli clinici e strumentali si può concludere che Arnica 5 CH in granuli esercita effettivamente un’efficace azione protettiva sulle vene in quei pazienti che devono essere sottoposti a nutrizione artificiale, infusione protratta e chemioterapia. Infatti Arnica consente sia un maggior periodo globale di trattamento, sia un più prolungato uso della stessa vena senza che compaiano segni locali (dolore, iperemia, edema) di particolare significatività. Possiamo concludere che questo studio particolarmente degno di nota ci consente di esprimere, finalmente su basi scientifiche e non solo per semplice constatazione empirica, che i risultati ottenuti potrebbero essere la chiave di volta per spiegare i meccanismi con cui Arnica esplica il suo effetto protettivo sulle vene.

In conclusione, possiamo affermare che, grazie a queste ricerche condotte principalmente per conto dei Laboratori Dolisos e ai risultati conseguiti, l'Omeopatia ha assunto una nuova immagine più moderna, accettata come materia da studiare meglio in qualsiasi ambito scientifico; consci inoltre di essere stati i primi ad aver aperto la strada per la ricerca e la regolamentazione della fabbricazione continueremo a svolgere, per farmacisti e medici, adeguate azioni di informazione per colmare la carenza di conoscenze in questa terapia in così rapido sviluppo.

 

Diagnosi olistica: un modello unitario
di Claudio De Santi

Il  presupposto di partenza di una diagnosi olistica nasce da una sempre più pressante esigenza di sviluppare una metodologia diagnostica più sistematica nei confronti delle terapie che agiscono sul livello energetico delle persone. Fino ad oggi l'attenzione maggiore nel campo diagnostico è stata rivolta agli aspetti più tangibili e misurabili della persona, ed ha sviluppato una medicina chimica estremamente specialistica e settorializzata molto distante da come realmente funziona il vivente. Le ricerche più recenti nei campi della fisica, della biologia e delle terapie psicocorporee hanno sempre più evidenziato che la forma corporea sulla quale interferisce il farmaco chimico è in realtà una rete fittissima di informazioni che danno una forma unica ed irripetibile alla persona.

Ora, per quanti operano nei campi delle terapie energetiche, il punto è come cogliere la struttura che connette le informazioni caratteristiche ed uniche di quell'individuo e come riequilibrare le alterazioni dell'informazione che generano uno o più sintomi: in altre parole come fare diagnosi e terapia energetica olistica.

Il punto di partenza è che l'uomo ha la possibilità di vivere in modo fluido e libero la sua energia senza blocchi né condizionamenti. Diciamo che questo è il modello ideale. Quello che in realtà succede è che fin dalla nascita è costretto a subire ogni sorta di modificazione dell'informazione originaria, propria ed unica creando degli ingorghi del flusso energetico/informativo, che sono stati classificati in vari modi. Quello che mi è sembrato interessante è che le varie classificazioni si sovrappongono in modo impressionante dandoci la forte sensazione che le leggi che regolano tali forze siano universali e riproducibili con grande scientificità.

I modelli a cui mi sono riferito e che uso nella mia pratica quotidiana, sono quelli dell'Omeopatia, della Bioenergetica (Lowen), dell'Iridologia (Rizzi) e dell'Elettrofotografia Kirlian (Mandel). Il mio sforzo è quello di trovare tecniche diagnostiche che siano facilmente applicabili in qualsiasi ambulatorio e che non richiedano tempi troppo lunghi. L'anamnesi omeopatica e quella bioenergetica possono essere fatte assieme nella stessa sessione e rappresentano l'esame verbale ed obiettivo della persona. L'Iridologia richiede il tempo di una fotografia ed è un ottimo screening attuale e proiettivo per seguire malattie croniche. La foto Kirlian richiede anch'essa il tempo di un'esposizione fotografica ed è un esame del "qui ed ora" dell'energia della persona.

Descriviamo ora in sintesi i principali modelli utilizzati dalle differenti scuole.

L'OMEOPATIA propone cinque diatesi ovvero, cinque diverse predisposizioni dell'individuo ad ammalarsi e a reagire in un certo modo e che rappresentano quindi  un'alterazione dell'informazione base di salute che sono, nell'ordine: la PSORA, il TUBERCOLINISMO, la LUE, la SICOSI, il CANCERINISMO. Dico nell'ordine perché rappresentano una modalità di approfondimento patologico dal centro alla periferia, dall'ordine al caos.

La PSORA è una biopatia che origina nella sfera della relazione del soggetto, come incapacità a sostenere il rapporto col mondo esterno. Vi è una insufficienza energetica che può essere da produzione o da utilizzazione dell'energia prodotta.

Le caratteristiche principali sono: le alternanze morbose e la periodicità; le complicazioni in seguito a soppressione farmacologica; l'intestino che non funziona bene, la termoregolazione alterata; il tropismo cutaneo della sintomatologia; l'astenia; il prurito; la facilità alle parassitosi; la puzza delle escrezioni e secrezioni; l'alternanza tra fame e vuoti di stomaco.

Il TUBERCOLINISMO è un'alterata modalità reattiva alla tossina tubercolinica con una impregnazione che prevalentemente coinvolge l'apparato respiratorio generando un comportamento distonico che usa la malattia come mezzo per accattivarsi l'attenzione degli altri ed usarli a suo piacimento. E' una variante della psora, anche se a sé stante. Le caratteristiche principali sono: presenza del batterio (B.K.) o antecedenti tubercolotici; ipersensibilità nervosa; iperpiressia; congestione venosa periferica; variabilità dei sintomi; tropismo mucoso e sieroso; dimagramento; freddolosità; stitichezza; demineralizzazione.

La LUE si instaura in seguito all'azione di agenti morbosi che creano reazioni simili a quelle del treponema: alcune carenze igenico-dietetiche; infezioni che provocano forme acute o subacute a livello di ghiandole e ossa; l'alcolismo, l'intossicazione da mercurio ed altri metalli pesanti. E' l'utilizzo autodistruttivo della propria energia. I sintomi capitali sono: antecedenti (lue, alcolismo, aborti ripetuti); antecedenti personali (convulsioni infantili, crescita ritardata); necessità di lavarsi le mani a ripetizione; ritardo mentale; peggioramento notturno; peggioramento al mare; necessità di tenere in mano sempre qualcosa; crescita difettosa; dolore insopportabile alla percussione dell'osso; asimmetria nelle morfologia.

La SICOSI è una reticolo-endoteliosi cronica con tropismo elettivo all'apparato genito-urinario e al naso. E' caratterizzata da secrezioni mucopurulente e da proliferazione cutanea che rispetta però la struttura cellulare. E' l'utilizzo in senso proliferativo dell'energia: ipertrofia del tessuto, ipertrofia dell'ego. I segni principali sono: brutte reazioni a farmaci, vaccinazioni e sieri; miglioramento col tempo secco e movimento lento; mentalità depressiva con idee ossessive; ritenzione idrica dolorosa; tendenza alle produzioni benigne; peggioramento con l'umidità; dolori spasmodici; pallore più o meno cronico senza anemia; sudori particolari; infezioni persistenti genito-urinarie e ORL.

Il CANCERINISMO, da non confondere col carcinoma,è una grave impregnazione polidiatesica (psora + tubercolinismo + lue + sicosi). In essa esiste una familiarità di forme tumorali maligne, turbe psichiche gravi, anarchia energetica. Il soggetto perde il proprio olismo, si divide in pezzi ed ogni livello esistenziale si comporta come se fosse separato dagli altri. In tutti i casi più gravi, c'è rassegnazione alla vita per lo più inconscia.

La BIOENERGETICA propone anch'essa cinque tipologie caratteriali derivanti dalla similitudine fisica degli individui con esperienze infantili simili, dall'analogo rapporto figlio/genitore e dall'età nella quale si sono fatte le prime esperienze traumatiche. Nell'ordine cronologico di comparsa sono: lo SCHIZOIDE, l'ORALE, lo PSICOPATICO, il MASOCHISTA, il RIGIDO.

La struttura SCHIZOIDE ha avuto una interruzione nei flusso dell'energia vitale in fase prenatale o alla nascita. La causa del trauma è una madre ostile o un trauma natale. .La debolezza o difetto principale è la paura che è anche il disturbo dominante. La sessualità è volta a fornire un senso di collegamento alla forza vitale. Rivendica il diritto di esistere e la difesa energetica naturale è quella di ritirarsi dal mondo quando si trova di fronte ad una situazione che avverte come minacciosa. Per compensare questo, cerca di "tenersi insieme" a livello della personalità. Nutre l'intento negativo di dividersi creando il paradosso "esistere significa morire". Questa persona ha bisogno di rafforzare i confini secondo i quali definisce se stesso ed aumentare la propria forza nel mondo fisico.

La struttura ORALE ha avuto una interruzione dell'energia vitale durante l'alimentazione nella prima infanzia. La causa è l'abbandono della madre per morte, malattia o perché si ritrae da lui. La debolezza principale è l'avidità. Soffre della privazione, si sente vuoto dentro e non vuole assumersi responsabilità. Il corpo è poco sviluppato con stanchezza improvvisa. La sessualità è rivolta alla vicinanza, al contatto, al calore. Rivendica il diritto di essere alimentato ed esaudito e la difesa energetica naturale è quella di aggrapparsi agli altri perché ha paura di essere abbandonato. Per compensare questo cerca sostegno all'esterno, aggrappandosi. Il suo intento negativo sarà: "farò si che tu mi dia ciò di cui ho bisogno" o "nego di avere bisogno". In questo modo si sviluppa il dilemma: "se sono io a chiederlo, non è amore; se non lo chiedo non lo otterrò''. Questa persona ha bisogno di sviluppare bisogni propri e reggersi sulle proprie gambe.

La struttura PSICOPATICA ha avuto una interruzione dell'energia vitale nella prima infanzia. La causa è l'atteggiamento velatamente seduttivo del genitore di sesso opposto che, volendo qualche cosa dal bambino, ha creato una difficoltà ad ottenere il sostegno del genitore dello stesso sesso. Il bambino, schieratosi dalla parte del genitore del sesso opposto, non ottiene ciò di cui ha bisogno, si sente tradito e compensa manipolando il genitore. La debolezza principale è l'insincerità. Il disturbo dominante è un senso di fallimento: vuole vincere. Spesso la sessualità è di tipo ostile, accompagnata da molte fantasie anche omosessuali. E' dilaniato tra la sua dipendenza dagli altri ed il bisogno di controllarli. Teme di essere lui stesso controllato e usato e di essere messo nella posizione della vittima, cosa che per lui è assolutamente umiliante (atteggiamento paranoide). Cerca di non esprimere i suoi bisogni facendo in modo che gli altri abbiano bisogno di lui. L'intento negativo è "sia fatta la mia volontà" creando così il dilemma "devo avere ragione altrimenti muoio". Questa persona deve imparare ad avere fiducia.

La struttura MASOCHISTA ha avuto una interruzione dell'energia vitale nella fase dell'autonomia. La causa è una madre oppressiva e votata al sacrificio che giungeva a controllare le funzioni del bambino connesse con alimentazione ed evacuazione. La debolezza principale è l'odio. Il disturbo dominante è la tensione. Può essere impotente e provare una forte attrazione per la pornografia. La donna è talvolta anorgasmica sentendo la propria sessualità come poco pulita. Tutti i tentativi di resistere alla fortissima pressione esterna sono stati repressi e la reazione dinamica a tutto questo è stata di trattenere dentro di sé i sentimenti e la creatività. In termini negativi questa persona soffre, piagnucola e si lamenta: sembra sottomessa esteriormente, ma in realtà non si sottomette mai. Il suo intento negativo inconscio è di rimanere bloccato e di "amare la negatività". Questo conduce al dilemma: "se mi arrabbio sarò umiliato; se non mi arrabbio sarò umiliato ugualmente". Questa persona ha bisogno di affermarsi, di essere libero, di aprirsi a connessioni spirituali.

La struttura RIGIDA ha avuto una interruzione dell'energia vitale durante lo sviluppo. La causa è il rifiuto sessuale del genitore di sesso opposto, vissuto come tradimento d'amore perché per il bambino, il piacere erotico, la sessualità e l'amore sono la stessa cosa. La debolezza principale è l'orgoglio che viene ferito dal rifiuto sessuale. Il disturbo dominante che lamenta è l'assenza di sentimenti. In termini psicodinamici, il tipo rigido reprime sentimenti ed azioni per non apparire sciocco. La sessualità è spesso associata al disprezzo. Vorrebbe abbandonarsi ai sentimenti, ma ritiene che questo gli farebbe soltanto del male, così il suo intento negativo è "non mi arrendo". Privilegia il sesso rispetto all'amore, ma ciò non lo soddisfa. Si trova impigliato nel dilemma: "entrambe le scelte sono sbagliate". Il tipo rigido non cerca di soddisfare direttamente i propri bisogni, ma usa la manipolazione per ottenere ciò che vuole. Questa persona ha bisogno di connettere il cuore coi genitali.

L'IRIDOLOGIA è una indagine diagnostica che si avvale delle informazioni inscritte nella trama dell'iride. Non è stato mai fatto un lavoro di ricerca che valuti le caratteristiche caratteriali attraverso l'iride, mentre vi è già molto materiale per la determinazione del Simillimum omeopatico attraverso l'iride. Secondo me, nell'ipotesi di lavoro che sto seguendo, esistono delle caratteristiche generali dell'iride che rispecchiano in modo realistico le caratteristiche strutturali fisiche del carattere bioenergetico. Naturalmente, come in tutti i modelli,è difficile trovare una trama pura, come è difficile trovare un carattere puro. Esaminare questo aspetto dell'iride permette di conoscere il carattere dominante e chiarisce come iniziare il trattamento terapeutico.

Quelle che descriverò sono le caratteristiche più grossolane e man mano che la ricerca continua, altre informazioni emergono. Sono benvenute tutte le notizie o ricerche in tal senso.

L'iride del tipo ORALE ha come caratteristica dominante la presenza di larghe lacune chiuse che partono dal margine della corona. La zona corrispondente nella mappa è quella delle ghiandole endocrine che sono in stretta correlazione col sistema neurovegetativo rappresentato dal margine della corona (tizzi). Chiamerò quest'iride LACUNOSA.

L'iride del tipo PSICOPATICO è caratterizzata da una serie di inspessimenti della trama irica che contornano delle lacune aperte. L'impressione generale è di un disegno tentacolare dato dall'esplosione delle lacune. La chiamerò per questo iride TENTACOLARE.

Nell'iride del tipo MASOCHISTA si notano: nelle iridi scure una serie di buchi lungo il margine esterno (orlo irideo interno) come se mancasse il tessuto irideo; uno sfrangiamento della trama periferica nelle iridi chiare. Chiamerà quest'iride BUCHERELLATA.

L'iride del tipo RIGIDO presenta una regolarità quasi ossessiva della trama con lacune scarse o nulle. La chiamerò COMPATTA.

Infine l'iride del tipo SCHIZOIDE presenta un po' tutte le caratteristiche suddette con un disegno anarchico delle fibre, lacune aperte e chiuse ed una sensazione di scarsa armonia del tutto. Chiamerò quest'iride CAOTICA.

L'ELETTROFOTOGRAFIA KIRLIAN secondo P. Mandel si basa sul principio che se la bioenergia negli individui rappresenta informazione, allora la corrente energetica normale, in armonia, dovrebbe essere un segno di normale funzione cellulare. Poiché l'energia non  può mai scorrere in una direzione, ma obbedisce alle leggi della polarità, si assume che si realizza un ritmo di accoppiamento tra energia e cellule e viceversa. Se per qualsiasi ragione l'energia cambia e perde l'equilibrio ritmico pulsante, anche la funzione delle cellule deve cambiare. La polarità è sempre presente in qualche forma, e quindi le alterazioni cellulari influenzano le informazioni ottenute dalla bioenergia.

Questa struttura informazionale polare di tutti gli organismi viventi è all'origine di tutte le informazioni ottenute attraverso l'interpretazione delle foto ad alta frequenza. Questo metodo è stato chiamato da Mandel "Analisi delle emissioni di energia (EEA)" ed è stato verificato dall'osservazione di oltre 800.000 casi. La parola 'energia' è usata perché questo metodo è basato sul fenomeno dell'energia informativa e perché i punti iniziali e terminali dei meridiani dell'agopuntura classica e dei meridiani dell'elettroagopuntura descritti da Voll che si trovano all'estremità delle dita delle mani e dei piedi emettono energia e sono in questo modo analizzati. La malattia clinicamente manifesta è rappresentata topograficamente nei settori organici delle foto EEA e la struttura di fenomeno offre una esatta informazione rispetto allo stadio di sviluppo della malattia: ciò è di estrema importanza profilattica. Una analisi qualitativa dell'emissione dà una generale interpretazione dell'intera fotografia. Mandel ha differenziato tre qualità d'emissione: la qualità ENDOCRINA, la TOSSICA e la DEGENERATIVA che danno l'idea preliminare sul tipo di disinformazione energetica che possiede l'organismo:

La qualità ENDOCRINA compare quando c'è una debolezza di uno o più organi appartenenti all'asse endocrino e questo deficit parziale colpisce l'intero sistema di coordinamento dell'organismo. L'emissione endocrina è correlata con tutte le malattie classificate come vegetative o funzionali. Tutti gli stati di malattia originano dal sistema endocrino. Questi sono proiettati sull'asse causale endocrino (ipofisi/gonadi) senza particolare connessione coi sintomi del paziente.

La qualità TOSSICA deriva da specifici fenomeni anomali di emissione, come forti punti di perturbazione della corrente energetica. Rappresentano aggressione, intossicazione o infezione di un particolare settore organico. Illustrano anche la capacità reattiva del corpo a rigenerare.

La qualità DEGENERATIVA, da non confondere col danno cellulare degenerativo,è caratterizzata da un incremento massivo e concentrato di energia nell'intera foto. E' un segno che può comparire anche nelle malattie degenerative. In generale suggerisce malattie di natura degenerativa come arteriosclerosi malattie reumatiche, gotta, degenerazione degli organi. Rappresenta la rigidità del sistema energetico informativo.

Le strutture di emissione sono dipendenti dallo stato momentaneo dell'individuo e cambiano col tempo. Questa classificazione dà la possibilità di riflettere sullo stato e sul gruppo di malattie al quale il paziente appartiene.

Proposta di un modello olistico/unitario

Nella descrizione dei modelli, appaiono già chiare le linee di confronto. L'aspetto affascinante è che da dovunque si parta nella valutazione energetico-informativa del vivente,è possibile raccogliere le informazione di tutto l'organismo, confermando sia l'antico adagio "nel tutto c'è la parte e nella parte c'è il tutto", sia le più recenti scoperte nel campo dell'ologramma.

Vediamo allora che diatesi psorica, carattere orale, iride lacunosa, EEA endocrina sono solo diversi aspetti di uno stesso individuo. Lo stesso per la diatesi tubercolinica, il carattere psicopatico, l'iride tentacolare, l'EEA endocrina; per la diatesi luetica, il carattere masochista, l'iride bucherellata, l'EEA tossica; per la diatesi sicotica, il carattere rigido, l'iride compatta, l'eea degenerativa; per la diatesi cancerinica, il carattere schizoide, l'iride caotica, l'EEA degenerativa .

In questo modo è come poter vedere tridimensionalmente il paziente nella sua globalità avendo a disposizione strumenti diagnostici che inquadrino sempre meglio il modo con cui l'informazione viene trasmessa e mette in forma la persona che abbiamo davanti. La BIOENERGETICA permette di valutare come muscoli e tessuto connettivo hanno originato una particolare struttura caratteristica fissando i traumi dell'infanzia in una particolare postura. Il linguaggio del corpo diventa una indispensabile espansione della semeiotica classica nella valutazione olistica del paziente. La DIATESI OMEOPATICA indica le linee di tendenza verso cui, in una data struttura caratteriale, si può sviluppare la sintomatologia clinica. I sintomi generali del paziente, un importante elemento di valutazione per la somministrazione del rimedio omeopatico, sono correlabili con una particolare struttura per cui, in base a considerazioni di tipo genetico ed embriologico,è possibile determinare che una certa sintomatologia è più probabile accada in una certa struttura caratteriale. Questa correlazione dà fondamentali apporti per la determinazione più precisa del Simillimum soprattutto perché introduce la psicologia del profondo nella valutazione omeopatica. Questa, pur essendo presente nei prooving che già Hahnemann faceva, non poteva essere considerata appieno perché Freud non era ancora nato. L'Omeopatia è una terapia multidimensionale che si presta ad essere utilizzata a seconda delle conoscenze del medico che la somministra. Potenzialmente ha una possibilità di interazione con l'informazione di base dell'organismo vivente, veramente olistica. Per far sì che questa potenzialità venga totalmente espressa, è necessaria una diagnosi altrettanto olistica. E' a questo punto che IRIDOLOGIA ed EEA possono venire validamente in aiuto. Entrambi i metodi forniscono la possibilità di un archivio e di confrontare successivamente i dati  e di valutare l'andamento terapeutico. I due metodi si differenziano e per questo sono complementari rispetto ai tempi di valutazione dell'informazione energetica: più strutturata e più lenta nell'iride, più dell'immediato e veloce nell'EEA. L'iride è più connessa con le modificazioni strutturali dell'organismo vivente, quindi più con la bioenergetica, mentre si può immediatamente osservare l'effetto della somministrazione di un rimedio omeopatico o di un qualsiasi intervento energetico mediante EEA. E' in questa direzione che è rivolta la mia ricerca: a cogliere sempre più informazioni sulle correlazioni tra iridologia e bioenergetica. L'energia che mette in forma l'iride è la stessa che informa e dà forma alla struttura fisica le connessioni non mancano. Per esempio, l'iride LACUNOSA presenta caratteristiche che interessano il sistema endocrino. L'energia che dà forma a quella trama si trova in carenza proprio nella zona immediatamente adiacente alla corona, che è la zona di proiezione delle ghiandole endocrine. La stessa energia, bloccata in parte durante il periodo dell'allattamento, informa il livello emozionale della carenza affettiva che viene registrata da muscoli e tessuto connettivo originando la postura della tipologia ORALE. Possiamo fare un accostamento analogico con le ghiandole endocrine: queste sono le responsabili del buon funzionamento metabolico dell'organismo, sono centri di smistamento energetico e fisiologico. La privazione che ha subito l'ORALE lo rende incapace di assumersi responsabilità, ed è quello che accade alle ghiandole: non avendo ricevuto una informazione corretta, esprimono il loro disagio attraverso una sintomatologia, registrata dalla diatesi PSORICA, che per la maggior parte è legata ad alterazioni di tipo endocrino e neurovegetativo. La correlazione con l'EEA ENDOCRINA è ancora più evidente, perché è l'unica emissione ad avere delle carenze che vengono interpretate come alterazioni endocrine e neurovegetative funzionali. E siamo di nuovo all'iride dove la carenza lacunare è in stretta connessione con la corona che rappresenta il neurovegetativo.

Questo esempio e le considerazioni precedenti pongono l'accento su un nuovo modo di osservare il paziente, un modo più dinamico, meno legato a preconcetti conoscitivi, più calato nel qui ed ora del paziente. E' particolarmente importante, a questo punto, che anche la formazione del terapista sia più esperienziale oltre che teorica e che si ponga in modo interattivo nella valutazione del paziente. Non è pensabile cogliere l'energia del paziente se prima non si è percepito la propria. Qualsiasi forma terapeutica sorgerà dal profondo dell'esperienza del terapista e non solo dal suo bagaglio conoscitivo. Lo scopo della terapia cambia completamente: non più un intervento "strappasintomo", bensì un lavoro olistico di crescita della consapevolezza del paziente e del terapista; non più un visione settoriale del vivente, ma una visione globale ed individualizzata, non più la dipendenza nella gestione della salute, ma la libera scelta di decidere consapevolmente la propria guarigione. Lo scopo della terapia è quello di portare paziente alla meditazione, al momento cioè in cui cessano tutte le dipendenze ed incomincia il vero cammino: quello della scoperta di sé e di tutto il potenziale nascosto dell'Uomo.


AROMATERAPIA


I FIORI DI BACH

I Rimedi fioreali di Bach - I fiori della mente nella pratica clinica.
di Maria Antonietta Bàlzola

Lavoro da molti anni in psichiatria e, come tanti miei colleghi, ho vissuto con disagio e insofferenza le contraddizioni di questa branca della medicina, tanto affascinante e ricca di sollecitazioni quanto foriera di confusioni e manipolazioni. L'utilizzo dei farmaci e, fino a poco tempo fa, della istituzionalizzazione in manicomio sono sempre stati un modo per controllare il disagio sociale e spirituale della popolazione; ora il gioco si fa più sottile rendendo la sofferenza inquadrabile in precise patologie psichiatriche la cui cura verterebbe al ripristino della felicità e della gioia di vivere: per tutti vale l'esempio della "pillola della felicità". Non ci si appella più alla devianza e al pericolo per sé e per gli altri ma al desiderio di benessere della gente, al suo bisogno di stare bene subito, senza troppe domande sul perché del proprio malessere. In questo modo viene totalmente oscurata la coscienza e la possibilità di ciascuno di trasformare profondamente la propria vita. La sensazione di controllare invece che curare la mente e l'anima delle persone mette sempre più in difficoltà gli psichiatri ed io stessa, anni fa, mi risolsi per cercare nuove vie di cura e di approccio al disagio psichico.

I Rimedi di Bach, come spiego diffusamente nel libro che ha pubblicato Bollati Boringhieri nel 1997 col titolo I fiori della mente. I Rimedi di Bach nella pratica clinica, mi hanno dato una prima risposta e da vari anni mi aiutano a curare me stessa e i miei pazienti in un modo che stimola la coscienza verso la crescita e la consapevolezza. Qui riporto alcuni stralci tratti dal libro che ha soprattutto un indirizzo clinico e teoretico; in esso vengono diffusamente discussi i limiti così come le funzioni e le potenzialità di questo strumento, sicuramente nuovo per la psichiatria, e attraverso la mia esperienza personale e clinica si prendono in esame varie tematiche come il cambiamento, le paure, unione e separazione ecc.. Ho scelto il terzo capitolo del libro, in quanto sviluppa i concetti fondanti di questa pratica, mettendo in discussione il punto di vista della medicina ufficiale e aprendo nuove prospettive dialettiche con essa. Inoltre, riporto un semplice glossario sui fiori ma naturalmente lo studio dei Rimedi comporta un approfondimento che non può trovare spazio in questa sede.

Il libro comprende una presentazione del Prof. U. Solimene del Centro di Ricerche in Bioclimatologia medica, Biotecnologie, Medicine naturali, Univ. di Milano; una prefazione del Prof. C. Ravasini, Istituto di Psicologia clinica, Facoltà di Medicina e chirurgia, Univ. di Milano; e una postfazione del Prof. E. Del Giudice, Istituto di Fisica Nucleare, Milano.

Un nuovo punto di vista

Il modo di pensare del medico che utilizza i Rimedi di Bach è molto diverso da quello del medico o psichiatra che non li conosce e che quasi sicuramente guarda con diffidenza e superiorità questi strumenti non convenzionali partendo dal presupposto, più che fondato, che non se ne conosce il meccanismo d'azione. In realtà spesso non ci si ferma a constatare che l'aspirina funzionava egregiamente già prima che se ne conoscessero i meccanismi d'azione e che la stessa cosa è successa con la Cloropromazina, antesignana degli psicofarmaci, e molti altri farmaci. Funzionavano e basta.

Da sempre la medicina è stata una scienza empirica che si è avvalsa anche della sperimentazione ma non sempre da questa ha ricavato le sue più importanti scoperte. Nell'ultimo secolo brillanti conquiste biologiche e mediche ci hanno fatto sicuramente avanzare sulla via dello sviluppo di nuove terapie efficaci, ma ci hanno fatto anche dimenticare una delle regole fondamentali della medicina: primum non nocere.

Questo concetto, abbreviato da un ridondante detto latino dei tempi della laurea, racchiude molti aspetti su cui mi vorrei soffermare. Conosciamo gli effetti collaterali dei farmaci che i libri ci hanno ampiamente illustrato e gli informatori farmaceutici si sforzano di farci dimenticare, parlandone come di un male secondario e comunque inevitabile; la pagina degli effetti indesiderati viene girata sempre molto velocemente, se non serve a dimostrare che quel farmaco è sicuramente "meno tossico di quell'altro". Impariamo così a convivere con questi mali inevitabili che preferiamo non nominare troppo, perchè in fondo al cuore pensiamo che, se i farmaci venissero banditi, noi non sapremmo più come curare, ci sentiremmo nudi ed inermi.

Ma gli effetti collaterali sono sempre lì a ricordarci il paradosso in cui siamo caduti, anche se è vero che a volte il paradosso è l'unica nostra possibilità di allungare la vita di una persona.

Il problema nasce dalla incapacità di vedere che quella non è "la soluzione", come vorrebbero farci credere il nostro orgoglio o l'industria farmaceutica, bensì una soluzione molto parziale in quanto corrisponde allo... spazzare una stanza e portare la spazzatura nell'altra: per risanare un organo ne danneggiamo un altro. Sento già le voci dei colleghi che dicono di non esagerare, che non è proprio così, che non muore nessuno, che i benefici sono statisticamente molto più rilevanti.

Ma non è questo il punto. Di fatto arrechiamo un danno, molto spesso non strettamente necessario, perché il farmaco non è sempre la nostra unica possibilità. Anche senza considerare i Rimedi di Bach o altri interventi non invasivi, molte volte è sufficiente parlare più a lungo con il paziente per capire da dove deriva la sua insonnia o la gastrite e scoprire che la nostra parola e qualche semplice norma igienica possono risolvere il caso. Tutti lo sappiamo, ma la scappatoia del farmaco che ci fa delegare la responsabilità della relazione e la fatica di cercare un'alternativa è molto forte, soprattutto quando ci si sente assillati dall'ambulatorio affollato.

Col farmaco inoltre ci proteggiamo legalmente perché possiamo dire di aver fatto "tutto il possibile", cioè quello che ci si aspetta che faccia un bravo dottore. Non importa se non abbiamo ascoltato il paziente, non abbiamo compreso il suo reale disagio e la sua vera domanda. Abbiamo agito così come ci veniva richiesto. Ma è proprio questo che ci sentiamo di fare ed è sempre giusto fare? Primum non nocere

Molti dicono: "se un farmaco non ha effetti collaterali, non è un farmaco". Questo concetto, palesato come assioma- vale a dire un principio generale che non necessita di dimostrazione- contiene una verità archetipica importante di cui è bene essere consapevoli, ma è anche una pseudo-verità tanto velleitaria quanto dannosa. Il significato archetipico implicito è quello che mette in luce, nel potere del medico, sia l'aspetto positivo, di guarigione, sia quello negativo, di distruzione e morte. Riflettere su questa tematica ci può permettere di valutare con attenzione le nostre pulsioni distruttive anche quando pensiamo di fare il meglio per il nostro paziente.

La pseudo-verità, invece, ci induce a credere che nulla di buono può essere fatto se non facciamo anche il male allo stesso tempo e, in questo modo, possiamo perdonarci qualsiasi guerra contro l'organismo vivente "per farlo vivere ad ogni costo". Poco importa se lo danneggiamo nelle fondamenta o se riduciamo la sua qualità di vita. Abbiamo ingaggiato una battaglia contro la malattia ed i suoi sintomi e qualunque mezzo è giustificato.

Totalmente diverso il punto di vista del Dr. Bach che vede la malattia come 

"il risultato di un pensiero sbagliato e di un'azione sbagliata, (che) scompare quando l'azione ed il pensiero sono in ordine. (...) Qui giungiamo alla comprensione che noi non combattiamo la malattia con la malattia;(...) né tentiamo più di scacciare le malattie con quelle stesse sostanze che le possono causare; (..) E la farmacopea del prossimo futuro dovrebbe includere solo quei rimedi che hanno il potere di realizzare il bene eliminando tutti quelli la cui sola qualità è di resistere al male."

Da questa visione dell'uomo e della malattia, Bach deriva l'idea che la cura deve tendere a risolvere il conflitto esistente tra anima e coscienza. Compito del medico sarà quello di aiutare il paziente a individuare tale conflitto, partendo dal modo stesso in cui esso si manifesta nella vita quotidiana: con rabbia, timidezza, insicurezza? quale emozione o atteggiamento della persona può indicare la disarmonia presente? di conseguenza, qual'è la qualità positiva da ritrovare e stimolare? " L'azione di questi rimedi è di risvegliare le nostre vibrazioni e di aprire i nostri canali per ricevere il nostro Sé spirituale, per pervadere la nostra natura con la particolare virtù di cui abbiamo bisogno, e di purgarci dal difetto che causa il male." (idem, pg.26) In questo senso l'ottica bachiana si differenzia anche dall'omeopatia in quanto allarga il concetto del "simile curante il simile" alla malattia stessa che, mettendoci in scacco, ci obbliga ad affrontare i conflitti che sono alla sua origine. Bach, pur essendo stato egli stesso un famoso e qualificato omeopata, si mise in posizione critica anche nei confronti di questa branca della medicina, ritenendo contraddittorio il voler curare con sostanze tossiche, seppur in quantità infinitesimali. "Il simile può combattere il simile, il simile può respingere il simile, ma nel senso della vera guarigione il simile non può curare il simile." (idem; pg. 19)

In questa visione della malattia, i termini di salute e terapia acquistano un altro significato e così anche il processo di guarigione. Primum non nocere. Viene allora da chiederci se il fatto stesso di dare un farmaco solo per mettere a tacere dei sintomi più che per debellare la malattia nella sua complessità non produca di per sé un danno. Il paziente, nell'approccio tradizionale, si può facilmente sentire non ascoltato, o non compreso, nelle sue motivazioni più profonde e resta con la vaga sensazione che "se neanche il medico ci capisce qualcosa, certo non posso capire io; in fondo non si può fare nulla per cambiare". Questa mancata riflessione sul perché della sofferenza non è priva di conseguenze, in quanto aumenta il senso di ineluttabilità e incomprensibilità  della malattia, con la vana speranza di avere comunque una risposta nel farmaco,lasciando il paziente da solo, in una lotta spesso impari.

Quale era il significato dei suoi disturbi? Se servivano per veicolare un messaggio e questo non ha trovato ascolto, in quale altro modo nefasto si ripresenterà per farsi ascoltare? "Addirittura, in molti casi, una guarigione apparente è dannosa, poiché nasconde al malato la vera causa dei suoi problemi. Nella gioia per la salute ritrovata, agendo inosservato, il male può rafforzare il suo potere."

Anche Gadamer ci fa riflettere su questo tema cruciale, riferendosi alle osservazioni di von Weizsacker: "La sua domanda era questa: che cosa si cela all'uomo, cosa viene nascosto, quando le sue condizioni fisiche scelgono la via della ribellione? Non abbiamo forse qualcosa da imparare quando ci ammaliamo, finché non ritorniamo in quello stato di salute che manifesta un benessere incomprensibile e inverosimile?" (...) Essa (la malattia) ci può insegnare lo stato di limitazione e di dolore. Imparare ad ammettere la malattia: forse questo è uno dei più grandi cambiamenti del nostro mondo civile, che pone nuovi compiti ed è stato provocato dai progressi della medicina. Deve pur significare qualcosa il fatto che il medico oggi sappia apparentemente far svanire per incanto così tante malattie, al punto che esse scompaiono con facilità senza aver insegnato nulla al paziente. Necessariamente vuol dire qualcosa anche la circostanza per cui oggi le malattie croniche rivestono sempre più un ruolo di primo piano nell'interesse medico, perché non si è in grado di eliminarle."

Viene spontaneo chiedersi se non è proprio la mancata comprensione del significato nascosto della malattia a creare nel tempo tante patologie croniche, ma questo è un argomento spinoso che lasciamo a voi. Altre volte invece è il paziente stesso che ci induce sottilmente a negare i reali problemi e a scappare per la scorciatoia offerta dal farmaco, e noi ci sentiamo usati come un distributore automatico. Fermiamoci a pensare: che cosa stiamo mettendo in atto? quale messaggio è presente nel comportamento del paziente che "esige" un farmaco o nel nostro che tende a soffocare i sintomi dando una prescrizione? Stiamo rispondendo a degli effettivi bisogni o solo alla tendenza generale di negare il dolore e la morte per poterci sentire, assieme al nostro paziente, vittoriosi e onnipotenti?

Questo è il dramma di fondo: non certo la morte ma la presunzione di poterla sconfiggere. La nostra scienza può tutto: anche allungare la vita a un moribondo, non importa a quale prezzo. Seguendo un tale mito, il medico è costretto in un'area di tecnologia sempre più specialistica che non corrisponde più alla necessità di una visione d'insieme della persona e della sua vita. L'oggettività tanto ricercata si perde così nella minuziosità dei particolari e delle classificazioni nosografiche.

La persona è sparita, quel che resta è un concetto di malattia astratta, anche se clinicamente accertata. Primum non nocere

D'altronde poter domare la malattia dà un grande senso di potere, soprattutto se lo facciamo in modo un po' magico,  prescrivendo un farmaco dall'alto della nostra conoscenza. Siamo noi che comprendiamo, il paziente ci può solo seguire passivamente. E' realistico pensare che il paziente non ha studiato medicina e non può certo avere le nostre conoscenze scientifiche. Ma è anche vero che se non lo aiutiamo a prendere coscienza - almeno nella misura in cui è disponibile a farlo - del significato dei suoi disturbi all'interno della sua vita, non solo non gli permettiamo di cogliere l'importanza delle cure ma gli togliamo anche la possibilità di modificare qualitativamente la propria esistenza, al fine di ridurre l'incidenza dei suoi disturbi e il rischio di recidive.

Di fatto gli togliamo potere: il potere sulla sua vita, il potere di autoguarirsi, il potere di comprendere. In questo modo, inconsapevolmente, lo danneggiamo. "Il paziente di domani deve comprendere che lui, e lui solo, può portare a se stesso sollievo dalla sofferenza, sebbene egli possa ricevere consiglio ed aiuto da un fratello più anziano che lo assisterà nel suo sforzo." ci fa notare Bach.

Questo significa ridare potere all'individuo, nelle scelte di vita e di morte, al limite anche accettando ciò che per noi medici è la cosa più dolorosa: che il paziente non voglia curarsi e guarire. Nella mia esperienza questo problema è spesso stata causa d'irritazione, amarezza e di una malcelata disapprovazione da parte mia. Negli anni, però, ho scoperto che era fondamentale rispettare anche le scelte più contrastanti con i miei desideri terapeutici per lasciare all'altro la libertà totale di scegliere che cosa veramente voleva fare della sua malattia.

In tal modo gli restituivo il suo potere e gli facilitavo il confronto con le proprie responsabilità. Al contrario, se restavo all'interno del conflitto, correvo il rischio di colludere con le tendenze autodistruttive del paziente, senza riuscire a renderle manifeste e consapevoli. Il dott. Bach diceva che ciascuno di noi ha la capacità di autocurarsi con i Rimedi, in un lavoro di ricerca e di consapevolezza. Dal suo punto di vista il medico è semplicemente un facilitatore del processo, non un dispensatore di verità assolute, perché la verità è individuale e presente in ciascuno di noi, quindi anche nel paziente.

Come abbiamo visto la malattia per Bach nasce dalla discrepanza esistente con il nostro Sé superiore: quando il nostro corpo-mente si riallinea con esso, la malattia non ha più ragione d'esistere. Se leggessimo questa idea dal punto di vista psicodinamico, potremmo dire che il conflitto tra conscio ed inconscio, se non trova soluzione, porta nel tempo alla manifestazione di sintomi e malattie. Quale psicanalista o psicosomatista metterebbe in dubbio questa ipotesi?

Il lavoro del medico, pertanto, non sarà più quello di eliminare o ridurre dei sintomi, ma aiutare la persona a coglierne il senso, il messaggio implicito e a trovare nuove soluzioni possibili al problema.

Porto un esempio per essere più chiara. Alcuni giorni fa è venuta in ambulatorio, per una prima visita, una signora di mezza età, accompagnata dal figlio. Aveva un'aria dimessa, il suo viso era segnato dai solchi dell'amarezza e della disperazione. Il figlio appariva molto forte, sano e affettuoso.  Mi raccontarono una triste storia familiare che da due anni metteva a dura prova la signora che si era sempre appoggiata al marito, personalità forte e autoritaria ma che per alcuni errori commessi aveva perso la sicurezza economica e con essa anche la fiducia della moglie e dei figli. Correvano seri rischi finanziari e la signora diceva che non si fidava più di nessuno e aveva paura di tutto; i suoi pensieri ripetitivi sulla sua situazione la assillavano giorno e notte, procurandole insonnia e cefalea. Molto scarsi i risultati ottenuti con un antidepressivo triciclico, assunto per un tempo sufficiente e a dosaggi adeguati. Dormiva poche ore per notte, risvegliandosi alle due del mattino con una forte cefalea e la sensazione  di non aver smesso di pensare. Non mi nascondeva idee suicidarie che criticava e cercava di allontanare. Emergeva anche chiaramente che era molto arrabbiata col marito ma, per il tipo di atteggiamento remissivo che aveva sempre avuto, sfogava la rabbia su se stessa, perdendo i capelli e cadendo in depressione con idee autolesive.

Era una donna intelligente e sensibile e colse subito il significato simbolico del suo malessere, mentre da parte mia restavo soprattutto in ascolto per aiutarla a esprimere tutte le emozioni che serbava così gelosamente e trovarne poi insieme le connessioni. Concordammo sul fatto che, in quel momento, i sentimenti più disturbanti erano la paura e il pensiero circolare in una situazione generale di grande allarme; per questo scelsi di darle Rescue, Mimulus e White Chestnut (4 gtt.X 6); le lasciai per poco tempo l'antidepressivo per cautela, ma in cuor mio sapevo che i Rimedi l'avrebbero aiutata ad approfondire la sua presa di coscienza. Solo dopo avrei potuto curare altri aspetti di personalità più profondi, per esempio con Centaury.

Se avessi usato il punto di vista psichiatrico, probabilmente mi sarei limitata a notare la condizione stressante in cui la signora versava e avrei cercato l'alleanza del figlio per un sostegno più ravvicinato; avrei forse aumentato il triciclico e l'avrei salutata con una certa apprensione. Dal punto di vista psicodinamico, invece, mi sarei facilmente sentita oppressa dall'abbondanza di materiale simbolico, difficilmente fruibile da una persona di mezza età, senza una psicanalisi alle spalle. In realtà, spesso i nostri utenti hanno capacità di introspezione molto sviluppate e, se li stiamo ad ascoltare, anche loro imparano subito a prestare ascolto ai significati più profondi. Nella mia modesta esperienza di psichiatra di base, ho visto che questo può succedere anche in una sola seduta e con le persone più semplici.

La differenza sostanziale con la visione psichiatrica classica consiste nel guardare tutto l'insieme della vita della persona che abbiamo di fronte, senza limitarsi alla classificazione diagnostica; in questo caso, per esempio, aveva un'importanza secondaria la depressione reattiva, anche se di una certa gravità, se non la si poneva nella prospettiva d'insieme delle caratteristiche personologiche e delle modalità relazionali della paziente, che indicavano le possibili linee evolutive che la signora doveva seguire per potersi realizzare e mettere in sintonia col proprio Sé. A cosa sarebbe servita l'eliminazione della depressione se non se ne coglieva il senso? Dove sarebbe andata tutta quella rabbia inespressa? Cosa sarebbe successo se la signora non si fosse resa conto che doveva uscire dal rapporto di sudditanza e dipendenza dal marito, pena la malattia e la depressione? Aiutando la paziente a riconoscere tutti questi messaggi, le si dà il potere di autocurarsi e intravvedere nuove prospettive che la distolgono dai desideri suicidari molto più di qualsiasi rassicurazione. Ribadisco, però, che la scelta di fondo di affrontare la vita e i cambiamenti necessari sono solo suoi; i Rimedi le saranno di aiuto se lei glielo permetterà. So di creare scompiglio tra i colleghi con questa asserzione, ma quanti di noi hanno visto pazienti inguaribili superare ogni più ottimistica prognosi con la loro volontà di vivere e altri pazienti che si arrendono invece a malattie guaribilissime ma su cui i nostri interventi terapeutici diventano impotenti?

Quello che conta in questo sistema di cura è chiedersi sempre:

- qual è il conflitto intrapsichico e spirituale che sta dietro al disagio?

- qual è il messaggio che si deve cogliere da questa malattia?

- qual è la carenza della personalità che ha procurato lo squilibrio?

Qual'è la qualità positiva che può rimpiazzare tale carenza?

Se mi posso permettere di rispondere al posto della paziente di cui parlavo prima potrei dire che il protrarsi di una condizione di dipendenza e sudditanza dal marito ostacolava la sua crescita psicologica e spirituale e che il conflitto nato dalle contingenze recenti la portavano a prenderne coscienza e a cercare nuovi atteggiamenti, più adulti e responsabili. Se non riusciva a trovare un'alternativa rischiava di cronicizzarsi nello stato depressivo o di portare a termine i suoi scopi suicidari.  Altra possibilità era quella di vedere risolti i sintomi depressivi grazie ai farmaci, ma rivedere spuntare la rabbia e il vissuto di sconfitta, a distanza di tempo, sotto forma di gravi malattie somatiche. Quanto spesso nell'anamnesi di pazienti tumorali si trovano lutti non elaborati, sentimenti di perdita, sconfitta o rabbia mai riconosciuti ? D'altronde secondo Bach il conflitto e gli aspetti di squilibrio emozionale sono solo la punta dell'iceberg, diciamo pure la fenomenologia di un processo più sottile e spirituale, il travaglio della nostra Anima che cerca di realizzarsi nella vita quotidiana. Anche Thomas Moore, allievo di J. Hillman, ci fa confrontare con l'enigma della malattia attraverso la sua lettura archetipica che non disdegna il punto di vista dell'Anima: "Quel che conta non è tanto capire le cause della malattia e poi risolvere il problema, ma avvicinarsi alla malattia tanto da ripristinare la particolare connessione spirituale con la vita che la malattia addita. Abbiamo bisogno di sentire i denti del dio affondare dentro la malattia per poter venir curati dal morbo stesso. Non siamo noi a curare le malattie, sono loro che curano noi, e non in senso metaforico, ripristinando la nostra partecipazione alla vita spirituale. "Per chi di noi ha una formazione psicodinamica c'è il rischio di vedere tutti i più nascosti conflitti inconsci e desiderare di curarli subito con i Rimedi. Può sembrare una posizione ingenua, ma vi assicuro che la tentazione è grande almeno quanto quella di lenire tutti i sintomi con gli psicofarmaci, soprattutto dopo aver ottenuto qualche successo clinico.

Bisogna in realtà tener sempre presente che si possono curare solo gli aspetti di personalità emergenti ed evidenti in quel momento, anche perché i sottostanti reali conflitti o problemi possono essere totalmente diversi da quelli che noi pensiamo. In ogni caso, non è ancora il momento per affrontarli. Lo psicanalista direbbe che anche una giusta interpretazione data in modo intempestivo cade nel nulla o arreca danno. Questo punto di vista ha anche a che fare con la capacità di stare nel presente, con ciò che realmente abbiamo di fronte, cogliendo poi nel tempo l'evoluzione della persona, man mano che si sciolgono le difese e le caratteristiche più esterne. Tutto ciò permette di non incasellare "una volta per tutte" il paziente in una classificazione diagnostica, bensì di seguirne il continuo divenire.

Avete mai provato a fotografare un ruscello? E non vi siete mai chiesti se aveva senso? il fluire dell'acqua che tocca quella roccia poi l'altra, poi il muschio, poi il fiore e il raggio di sole...quel fluire è il vero ruscello, non l'immagine fissata nel fotogramma. La diagnosi, nella sua rigidità temporale, è come la foto di un ruscello ma noi, col passare del  tempo, ci dimentichiamo che era solo una fotografia.

Ormai si conosce bene l'effetto negativo del labelling, dell'etichettatura, nella pratica clinica, soprattutto nelle patologie croniche che tendono ad autoperpetuarsi grazie anche a un meccanismo di identificazione con l'etichetta diagnostica, da parte del paziente e della sua famiglia. Il sistema di pensiero e classificazione di Bach ha quindi il vantaggio di stimolarci di continuo a vedere la persona nel suo divenire, nel suo "essere nel tempo".

Un altro elemento importante consiste nel fatto che l'attenzione del curante non viene puntata esclusivamente sugli aspetti negativi della personalità, ma anche sui corrispettivi aspetti positivi, come elementi imprescindibili della medesima caratteristica. Così la paura sarà l'altra faccia del coraggio, l'insicurezza della forza d'animo e via dicendo.

Questo significa che si vedono non solo i limiti di una persona ma anche le sue potenzialità, le parti sane, luminose e creative. Si è già visto, peraltro, anche in ambito psichiatrico, quanto sia importante lavorare sulla parte sana del paziente, più che sulla  malattia. Primum non nocere

Ciò che più lascia perplessi nel pensiero di Bach è il suo continuo ricorrere a concetti quali Io superiore, Sé, Anima. Il medico organicista, di antica e viscerale costituzione cartesiana, sobbalza sulla sedia a sentire questi termini o lascia distrattamente cadere il libro tra le riviste femminili o i Corrieri Medici mai letti... La dimensione spirituale nella nostra civiltà è confinata in una nebulosa soggettiva che non ha quasi nulla a che fare con l'esperienza fisica e quindi neanche con la scienza. Duramente si è lavorato a partire dal diciannovesimo secolo per recuperare la semplice correlazione, seppur evidente nell'esperienza quotidiana, tra mente e corpo. Solo da vent'anni la fisica moderna ha cominciato a mettere in evidenza possibili e affascinanti correlazioni fra campi del pensiero da molto tempo ritenuti separati e inconciliabili: aspetti della materia e dello spirito.

Ritengo che proprio la scissione operata nel passato tra questi due aspetti - da Cartesio in poi - abbia fatto sì che la scienza medica rimuovesse lo spirito, delegandolo agli operatori del culto, e limitando sempre più il proprio operato alla "pura materia". (....) Fritjof Capra nel suo libro "Il tao della fisica" descrive nel dettaglio il nuovo punto di vista della fisica moderna e mette in risalto quanto esso richiami da vicino la concezione mistica di quasi tutte le religioni orientali:

"essa (la fisica moderna) è giunta a vedere l'universo come una inestricabile rete di relazioni fisiche e mentali le cui parti sono definite soltanto dalle relazioni con il tutto. Per riassumere la concezione del mondo che emerge dalla fisica atomica, appaiono perfettamente appropriate le parole di un buddhista tantrico, il Lama Anagarika Govinda:

'Il buddhista non crede in un mondo esterno indipendente o che esiste separatamente, tra le cui forze dinamiche egli può inserirsi. Il mondo esterno e il suo mondo interiore sono per lui due facce di uno stesso tessuto in cui i fili di tutte le forze, di tutti gli avvenimenti, di tutte le forme di coscienza e dei loro oggetti sono intrecciati in una inestricabile rete di relazioni infinite e reciprocamente condizionatè  "

Così la separazione tra sistemi diversi sarebbe solo apparente e non reale e sostanziale.

Il livello energetico-spirituale può essere visto allora come un modo per superare la dicotomia mente-corpo, che altrimenti non sarà mai affrontata alla radice.

Il saper cogliere gli aspetti spirituali in una malattia e nella vita di una persona allarga il campo, spesso apre nuove potenzialità di crescita e determina domande che sollecitano la nascita di nuovi punti di vista. Se non prendiamo in considerazione questa "altra" dimensione, limitiamo la conoscenza al corporeo o allo psichico, impedendo al paziente e a noi stessi di osservare, almeno per un attimo, i problemi dall'alto della montagna invece che dal fondo valle.

Qualcosa si sa dei correlati psico-fisici dell'esperienza mistica ( ) , ma ben poco si è ricercato nella dimensione spirituale delle patologie psichiche e somatiche. Forse non è utile ricercare questa correlazione in ambito clinico in modo sistematico, ma il non prenderla in considerazione, solo perché si scosta dalle linee guida del nostro pensiero, mi sembra tanto pericoloso quanto il non vedere la relazione mente-corpo. Cominciare a usare i Rimedi di Bach per un medico tradizionale è non poco imbarazzante, un mondo di domande si affacciano alla sua mente: ma cosa sto facendo? serviranno a qualcosa? sono solo dei placebo? e se sì, perché non usarli lo stesso? Inoltre, appena ci si appresta a scegliere un rimedio si vede subito che le nostre normali categorie diagnostiche vengono totalmente ribaltate; poco dopo ci si consola dicendo che in fondo la griglia di lettura è molto simile a una griglia di derivazione psicologica o addirittura psicodinamica, ma anche così dicendo si scopre subito dopo che la somiglianza è solo relativa. Qui, la logica da seguire, per restare coerenti con lo schema di riferimento, è totalmente diversa. Finché non ci si arrende a lasciare andare i vecchi schemi di pensiero, non si riesce a usare i Rimedi con dovizia e profitto. Questo non perché gli altri sistemi di riferimento siano errati, ma perché ogni sistema di cura ha una sua intrinseca coerenza che va rispettata, pena l'invalidazione di tutto il sistema.

I vari strumenti terapeutici, con la loro organizzazione interna, vanno integrati, ma non arbitrariamente sovrapposti fra loro. Ragion per cui, posso scegliere di usare uno psicofarmaco utilizzando i parametri nosografici e farmacologici e, per lo stesso paziente, utilizzare anche un approccio psicologico con cui eventualmente interpretare l'uso stesso del farmaco; ma le due modalità terapeutiche restano epistemologicamente distinte.

Allo stesso modo, dovremo muoverci all'interno del sistema di Bach, usando i suoi criteri diagnostici e metodologici e non altri. Sappiamo ormai, dai precedenti capitoli, che l'attenzione deve essere portata non sui sintomi o sulle categorie diagnostiche bensì sulla struttura di personalità soggiacente.

Non è la malattia in sé da curare quanto la dissintonia che si è venuta a creare fra l'io e il Sé che, per Bach, si manifesta coi disagi psichici e gli schemi disfunzionali della personalità. Se il paziente è depresso, posso dargli un antidepressivo, oppure cercare di capire e sciogliere il problema psicologico che ne è alla base, oppure, ancora, evidenziare le sue modalità relazionali disfunzionali che gli rendono così penoso il vivere.

Facciamo un esempio di fantasia: Il signor. T.Y. soffre di gastralgia, è sempre teso come "una corda", di fretta, ansioso. Non tollera la lentezza degli altri, in particolare della moglie e della figlia. Questi disagi si protraggono da tempo ed è caduto in depressione: si addormenta a fatica, tormentandosi nel letto col suo astio nei confronti della moglie che gli ricorda così da vicino sua madre, si sveglia prestissimo nella fretta di riprendere le sue attività. Mangia male e di corsa.

Potremmo dargli della Amitriptilina o della Sulpiride a bassi dosaggi, oppure tentare con un semplice ansiolitico. Inviatolo dallo psicologo, questi potrebbe riscontrare un conflitto edipico non risolto e consigliare una terapia analitica. Il medico floriterapeuta, dal canto suo, individuerà le modalità relazionali più evidenti al presente ed i relativi Rimedi: in questo caso, sceglierebbe probabilmente Impatiens e Holly, che, seppur scelti solo sulla base delle difficoltà espresse dal signor T.Y., andranno a lenire lo scollamento esistente a livello più profondo fra l'Io ed il Sé, secondo il pensiero di Bach.

Io non credo che esista un sistema terapeutico in assoluto migliore degli altri e ogni caso va visto nella sua specificità , tenendo anche conto della richiesta del paziente. Per esempio, se non ha nessuna intenzione di rivedere il conflitto profondo con la madre, sarà inutile proporre al paziente un approccio psicodinamico. Così, se vuole semplicemente eliminare i sintomi attuali e non è disponibile a modificare i propri atteggiamenti, sarà probabilmente meglio dargli uno psicofarmaco, spiegandogli che dal nostro punto di vista, in questo modo, stiamo solo mettendo a tacere dei problemi senza risolverli e che questi si ripresenteranno verosimilmente sotto altra forma.

Viceversa, se il signor T.Y. ci fa capire che sente, seppur in modo confuso, che ha delle contraddizioni e che vuole affrontarle, i Rimedi di Bach saranno l'intervento di scelta. Ho esemplificato con questo caso un processo di valutazione anche se sono consapevole che la realtà è spesso molto più complessa, sfumata e sfuggente; per cui a volte è più proponibile un approccio integrato che risponda ai vari livelli di aspettative: controllare il sintomo, comprendere e lenire il conflitto profondo, modificare le modalità relazionali presenti. (....) L'uomo quindi fa parte di un insieme più vasto a cui ci dobbiamo costantemente riportare per ritrovare "il senso" della salute e della malattia in medicina.

"Platone discute della vera arte oratoria e la pone a confronto con la medicina. In entrambe è necessario comprendere la natura, nell'una la natura dell'anima, nell'altra quella del corpo, almeno se si intende agire non solo in base all'abitudine e all'esperienza, ma in virtù di un sapere autentico. Come bisogna conoscere quali medicine e quali alimenti vadano forniti al corpo, al fine di produrre salute e forza, così si deve anche sapere con quale discorso e corretto indirizzo di vita si debba alimentare l'anima, affinché raggiunga la persuasione e la virtù (areté). E qui (nel Fedro di Platone) Socrate chiede al suo giovane amico, entusiasta della retorica:" Ma credi che sia possibile conoscere la natura dell'anima in maniera degna di parlarne, se si prescinde dalla natura del tutto?"

Al che l'amico risponde:"Se Ippocrate fa testo- e lui è un Asclepiade- non si può neppure capire il corpo senza un simile procedimento."  Lo stesso Bach sottolineava l'importanza di cogliere la connessione di ogni cosa. Riteneva infatti che ogni essere facesse parte della totalità e una azione che danneggiasse una parte si ripercuotesse sul tutto. Portava l'esempio del sole coi suoi raggi come rappresentazione del creato: "Così, sebbene ogni raggio ci appaia distinto e separato dagli altri, è in realtà parte del grande Sole centrale. La separazione è impossibile poiché non appena un raggio si stacca dalla sua fonte di luce cessa di esistere. In questo modo possiamo comprendere l'impossibilità della separazione: ogni raggio possiede la propria individualità e tuttavia è parte della grande energia centrale creatrice. Quindi ogni azione contraria a noi stessi o agli altri si ripercuote sulla totalità poiché, causando una imperfezione in un elemento, questa si estende al tutto, che è come dire in positivo che ad ogni particella compete di raggiungere la perfezione finale." La connessione col tutto e quindi con l'altro ha molte implicazioni  pratiche, anche psicologiche; mi pare interessante riportare a questo proposito un caso descritto dalla dott. Pastorino in occasione della sua relazione sui fiori di Bach al XII° Congresso Nazionale di Omotossicologia e Medicina Biologica (maggio '97): "Un bambino di circa sette anni è portato alla mia osservazione perché ha problemi di condotta a scuola.è violento, picchia i compagni ed ha un comportamento aggressivo in genere. Gli indico i fiori per questi stati mentali: Holly, Vervain, Cherry Plum e Impatiens._Un mese dopo, il bambino torna con sua madre che mi dice che sta meglio ma continua ad essere aggressivo. Le domando allora chi è il violento in famiglia e lei rapidamente risponde: il padre. Ho consigliato a tutta la famiglia di prendere Holly compreso il bambino, oltre agli altri fiori che avevo già indicato. Dopo tre mesi la madre mi chiamò per dirmi: "la famiglia è cambiata totalmente, compreso il bambino".

Questo vuol dire che bisogna cercare di percepire il fiore presente nell'ambiente del soggetto. Uno psicoterapeuta di famiglia troverebbe molto naturale questa prospettiva. Dall'ottica di questa medicina energetica e della coscienza, io credo ci fosse una vibrazione o atmosfera Holly in quella famiglia che si esprimeva nella coscienza del padre e del bambino." Dal punto di vista sistemico, può sembrare un esempio abbastanza ovvio, ma se consideriamo la modalità d'uso dei Rimedi che qui viene descritta, rimaniamo colpiti dalle possibili implicazioni terapeutiche. Da notare inoltre che nessuno dei componenti familiari viene colpevolizzato, cosa non così infrequente tra i terapeuti familiari, ma semplicemente considerato come l'amplificatore di un'atmosfera ambientale, e come tale curato. Il vedere l'insieme invece che le singole parti o la somma delle parti, può aiutarci a superare gli angusti confini in cui lo stesso paziente, con le sue problematiche, si trova confinato. Ritornare al tutto, alla circolarità dell'essere e del divenire apre nuove vie di comprensione sia psicologica che spirituale.

"Ogni cosa fatta dalla Potenza del Mondo è a forma di cerchio. Il cielo è rotondo, e ho sentito dire che la terra è rotonda come una palla, e così tutte le stelle. Il vento, al massimo della sua forza, turbina in cerchio. Gli uccelli fanno i loro nidi circolari poiché la loro religione è la stessa della nostra. Il sorge e tramonta in un cerchio. Lo stesso fa la luna, ed entrambi sono rotondi. Anche le stagioni formano un grande cerchio nel loro mutarsi, e sempre ritornano al punto di partenza. La vita dell'uomo è un cerchio da infanzia a infanzia, e così ogni cosa dove si muove la potenza."  

Vita e opere di Edward Bach

Edward Bach nacque a Moseley (Birmingham; GB) il 24 settembre 1886, primo di tre fratelli. Era di salute cagionevole ma molto allegro e ottimista di natura. La sua famiglia, di origine gallese, andava spesso in vacanza nel Galles, regione a cui Bach restò molto legato e dove si trasferì negli ultimi anni della sua vita per trovare gran parte dei suoi Rimedi. A sedici anni, finito il liceo, si mise a lavorare nella fonderia del padre, pur avendo già ben chiaro di dover fare il medico. In quei tre anni di lavoro a fianco degli operai, potè vivere e osservare la sofferenza umana da vicino e a maturare in profondità il desiderio di trovare una terapia che curasse le malattie alla radice e non solo i sintomi.

Finalmente, a vent'anni, si iscrisse alla facoltà di medicina dell'Università di Birmingham. Si laureò nel 1912. Lavorò allo University College Hospital e poi nel reparto di batteriologia dell'Ospedale della Scuola Medica, dove si occupò di immunologia nell'ottica di trovare una cura per le malattie croniche. Fece, così, la scoperta che dei batteri, comunemente presenti nella flora intestinale, erano connessi con alcune patologie croniche. Preparò, con questi batteri, dei vaccini che diedero ottimi risultati e gli procurarono grande fama nel tempo.

Nel 1917 ebbe una emorragia e fu operato d'urgenza; la diagnosi non lasciava molte speranze e la prognosi era di tre mesi. Sempre convinto di dover trovare una medicina che curasse la causa e non gli effetti e che non provocasse nuove sofferenze ai pazienti, si mise a lavorare ancor più intensamente per sfruttare appieno il poco tempo che gli restava. Totalmente preso dal suo lavoro, superò incolume la fatidica data. Questa esperienza personale segnò profondamente la sua consapevolezza che le malattie hanno una connessione radicale con le condizioni psichiche della persona e col suo desiderio di vivere. Migliorò nel frattempo i vaccini che aveva scoperto, pubblicò i risultati delle sue ricerche su riviste mediche e sempre più spesso i suoi vaccini erano usati nella comune pratica medica con grandi risultati.

Nel 1918, l'Ospedale Universitario limitò il lavoro dei medici all'interno dell'ospedale ma Bach sentendosi troppo limitato nelle sue ricerche, si licenziò e allestì un laboratorio a Nottingham Place, investendo tutto ciò che aveva. Nonostante la sua fama, non gli era facile sopravvivere col suo lavoro e nel 1919 cominciò a lavorare nell'Ospedale Omeopatico di Londra, dove trovò nuove risposte alle sue domande: voleva infatti trovare rimedi che non causassero altro dolore ai pazienti inoculando sostanze tossiche, quali i vaccini.

Osservando i pazienti, verificò come ciascuno avesse un suo specifico modo di reagire alla malattia e come queste modalità influenzassero poi l'andamento della malattia stessa. Da qui nacque la sua convinzione che bisognasse prestare molta attenzione alla personalità del paziente. "Inoltre Bach poteva per la prima volta constatare che Hahnemann (fondatore della Omeopatia) aveva notato come ogni caso di malattia richiedesse un trattamento individuale e non standardizzato. Hahnemann aveva scritto :"...Perciò il medico razionale valuterà ogni caso affidato alle sue cure secondo le sue specifiche e individuali caratteristiche... in base a questa specificità, stabilirà l'opportuno rimedio individuale" (Organon, par.48).

Come lui, Hahnemann era stato fermamente convinto che il principio di ogni terapia fosse "curare il malato e non la malattia" e quindi occuparsi delle caratteristiche caratteriali del paziente, del suo temperamento, del "mentale" -come Hahnemann usava dire - e utilizzare queste informazioni come guida nella scelta del rimedio più adatto, senza far riferimento al problema fisico." (Nora Weeks, "La vita e le scoperte di Edward Bach" Guna ed. Milano 1996, ed. orig. 1940)

Partendo dalla prospettiva omeopatica, provò a preparare in questo modo i suoi vaccini, ottenendo ottimi risultati nella cura delle malattie croniche, e riorganizzò il reparto di batteriologia dell'Ospedale Omeopatico, vincendo le resistenze dei colleghi che mal tolleravano di associare i principi dell'omeopatia con quelli della medicina ortodossa, come lui proponeva. Divenne così un medico affermato e riconosciuto sia nella medicina allopatica che omeopatica. Scoprì in seguito che i vaccini omeopatici (noti poi come Nosodi di Bach) potevano essere divisi in sette gruppi, corrispondenti ciascuno a una particolare struttura di personalità. Nel 1922 lasciò nuovamente l'ospedale per dedicarsi interamente alla ricerca nel suo laboratorio, dove dovette assumere diversi assistenti per far fronte alle richieste di vaccini di oltre settecento medici. Pubblicò nel 1926 con C. E. Wheeler "Chronic disease: a working Hypothesis". Ma Bach non era ancora contento perché i sette nosodi non coprivano tutte le possibili malattie ed inoltre erano comunque prodotti da tossine, seppur in quantità infinitesimali, arrecando quindi un danno alla persona; voleva trovare delle sostanze originarie dal mondo naturale totalmente atossiche e che rispondessero all'esigenza di curare il malato e non la malattia. Si mise così alla ricerca nel mondo vegetale, scoprendo che c'erano davvero alcune piante che potevano dare degli effetti simili a quelli dei vaccini o nosodi, senza alcun danno.

Nel 1929 pubblicò un importante articolo sul British Homeopathic Journal in cui iniziava a definire le linee evolutive del suo pensiero e delle sue ricerche.

Nel 1929, nel Galles, raccolse piante di Impatiens e Mimulus con cui preparò i primi Rimedi. Poco dopo trovò Clematis, e pubblicò i primi e incoraggianti risultati sulla rivista "The Homeopathic World". Nel 1930, decise di ritirarsi in campagna a cercare nuovi rimedi e lasciò il laboratorio ed il suo avviatissimo studio di Londra. Cominciò a vivere in modo modesto, non richiedendo più pagamenti per le sue cure. Camminava per giorni interi nei campi del Galles, alla ricerca di qualcosa che anch'egli non sapeva ancora definire, lasciandosi condurre unicamente dal proprio intuito. Escluse dalle sue ricerche le piante velenose, le piante medicinali o di uso culinario e quelle primitive, come le alghe e i muschi, prestando particolare attenzione ai piccoli fiori selvatici, spesso sconosciuti anche in erboristeria.

Elaborò nel tempo due metodi di preparazione delle essenze: una per esposizione al sole e una per ebollizione. Secondo Bach sia la preparazione che l'utilizzo dei Rimedi doveva essere semplice e accessibile a tutti. Si prodigò, petanto, affinché le sue scoperte venissero conosciute in tempi brevi sia dal mondo medico sia dalla gente comune.

Nel 1931 scrisse "Guarisci te stesso" in cui spiegava, in modo estremamente semplice, il significato spirituale della malattia in quanto risultato di un contrasto presente fra personalità e Io superiore ed in quanto mancanza nei confronti dell'Unità. Nel 1932 pubblicò "I dodici guaritori" e "Libera te stesso" in cui precisava l'importanza di restare fedeli a se stessi e non farsi deviare dal proprio cammino evolutivo da influenze esterne. Successivamente scoprì molti altri rimedi fino a trovarne 38 che potevano ben rapprensentare le caratteristiche fondamentali della psiche e che, se associati fra loro, potevano curare la sofferenza umana nella sua complessità e poliedricità.

Conclusa la ricerca dei Rimedi, si spense nel sonno il 27 novembre 1936 nel cottage di Mount Vernon a Sotwell, dove sorse il Bach Centre condotto dai suoi collaboratori, Dott. Nora Weeks e Dott. Victor Bullen, e tuttora esistente.

Glossario dei rimedi di Bach

Bach divise i Rimedi in sette gruppi :

Rimedi per coloro che hanno paura: Rock Rose, Mimulus; Cherry plum, Aspen; Red Chestnut;

Rimedi per coloro che soffrono d'incertezza: Cerato, Scleranthus, Gentian, Gorse, Hornbeam, Wild Oat;

Rimedi per coloro che non sentono sufficiente interesse per il presente: Clematis, honeysuckle, Wild Rose, Olive, White Chestnut, Mustard, Chestnut Bud;

Rimedi per la solitudine: Water Violet, Impatiens, Heather;

Rimedi per l'ipersensibilità alle influenze e alle idee: Agrimony, Centaury, Walnut, Holly;

Rimedi per lo scoraggiamento o la disperazione: Larch, Pine, Elm, Sweet Chestnut, Star of Bethlehem, Willow, Oak, Crab Apple;

Preoccupazione eccessiva per gli altri: Chicory, Vervain, Vine, Beech, Rock Water.

Per semplificare la consultazione, i Rimedi verranno qui messi in ordine alfabetico; anche in considerazione del fatto che la divisione nei sette gruppi non è sempre di facile comprensione e quindi può risultare didatticamente confusiva. Per una trattazione più approfondita dei singoli Rimedi si rimanda ai libri descritti nella guida bibliografica.

Si consiglia vivamente di non affidarsi solo ai libri ma di frequentare un corso approfondito sui Rimedi.

Preparazione: una volta scelti i Rimedi necessari, si mette un paio di gocce di ciascuna essenza in un boccetto di trenta ml. pieno di acqua pura con una piccola quantità di Brandy (per conservare l'acqua). Per il Rescue, trentanovesimo Rimedio, si mettono quattro gocce dell'essenza. Se c'è intolleranza all'alcol o nel caso il preparato debba essere utilizzato da bambini o pazienti alcolisti, si può sostituire il Brandy con aceto di mele oppure non mettere alcol e conservare per meno tempo il boccettino, controllando spesso la conservazione del liquido. Non sono necessarie dinamizzazioni o altre operazioni. Il composto è scelto e preparato per la singola persona, in un dato momento: si sconsiglia, pertanto, di usare composizioni già pronte che si trovano in commercio. Le uniche forme composte previste da Bach sono: Rescue e Rescue Cream.

Delle buone farmacie omeopatiche e alcune erboristerie, con specifica formazione in floriterapia, sono in grado di preparare i Rimedi in modo corretto e in poco tempo. Essendo i Rimedi molto diluiti nel boccetto di trenta ml., non c'è motivo che vengano venduti a caro prezzo; è saggio vigilare sulla commercializzazione, per evitare speculazioni ed errate preparazioni.

Posologia: essa va tarata sulla singola persona ma si può partire da un dosaggio standard di 4 gocce per 4 volte al giorno. Non esistono effetti da iperdosaggi ma diverse sensibilità individuali che vanno considerate volta per volta.

Il Rescue, usato nelle emergenze, può essere preso ogni pochi minuti ripetutamente. Per situazioni contingenti, urgenti o temporanee, si possono diluire i Rimedi puri in un bicchiere d'acqua e farlo sorseggiare lentamente al paziente. In questo caso, bisogna mettere due gocce per uno dei 38 Rimedi e quattro gocce del Rescue. In questi casi è bene usare un solo Rimedio.

Durata del trattamento: anche questa ha un andamento prettamente individuale, ma si può generalizzare ipotizzando un trattamento, con gli stessi Rimedi, per quindici- venti giorni, ripetibili. Il trattamento di un grave disagio può necessitare di vari mesi di terapia. Le patologie croniche o in persone anziane richiedono in genere più tempo. Bambini e animali di solito reagiscono quasi immediatamente. Nella prescrizione successiva, se possibile, è meglio non cambiare tutti i Rimedi ma sostituirne solo alcuni per mantenere una certa continuità. Ci saranno infatti dei Rimedi costituzionali che impiegheranno più tempo ad agire e Rimedi di utilità solo temporanea che ne richiederanno di meno e che potranno essere sostituiti spesso.

Descrizione dei fiori

Si vuole sottolineare che i Rimedi di Bach agiscono a livello energetico e non hanno sostanzialmente nulla a che fare col valore erboristico del fiore corrispondente, che solo di rado e casualmente coincide col significato terapeutico previsto nel sistema di Bach.

La preparazione delle essenze, infatti, è specifica: i fiori vengono tagliati da piante selvatiche ed in buona salute, posti in una tazza d'acqua e lasciati al sole per alcune ore; alcuni Rimedi vengono preparati per ebollizione. L'acqua filtrata viene poi diluita con pari quantità di brandy (conservante per l'acqua): si forma così una diluizione pari alla prima centesimale di Hanheman.

Due fiori sono di origine italiana: Vine e Olive; uno, di origine nepalese, Cerato, viene coltivato anche in Inghilterra, dove lo trovò Bach. Gli altri sono tutti fiori selvatici del Galles. Vengono qui utilizzati i nomi inglesi perché sono quelli che si ritrovano sulle etichette delle essenze di importazione britannica, che sono le migliori. Fra parentesi viene segnalato il nome botanico. (...) Per brevità, non viene descritto l'aspetto positivo del fiore che sarà bene però tenere presente e considerare tanto quanto quello negativo.

Agrimony (Agrimonia Eupatoria): si ha un forte tormento interiore, ma lo si tiene nascosto e lo si maschera con giovialità e allegria; non si tollerano i litigi e le controversie; di frequente si soffoca l'angoscia con abuso di alcol o sostanze stupefacenti o con iperfagia (bulimia).

Aspen (Populus Tremula): il soggetto accusa paure immotivate e senza oggetto, ansia libera, presentimenti, incubi; timore 'del sacro e del magico'; tremito, sudorazione, poliuria su base nervosa.

Beech (Fagus Silvatica): c'è intolleranza, criticismo verso gli altri; distacco emotivo, scarsa empatia; frequente isolamento dagli altri per eccessiva intolleranza e mancanza di compassione.

Centaury (Centaurium Umbellatum): personalità debole, non sa dire di no, dipende dal volere degli altri che cerca di accontentare in ogni modo; ha bisogno di sentirsi accettata; mancanza di volontà; eccessiva influenzabilità. La "cenerentola".

Cerato (Ceratostigma Willmottiana): non si fida del proprio intuito, cerca sempre il consiglio degli altri; influenzabile dalle 'modè , propende a imitare gli altri.

Cherry Plum (Prunus Cerasifera): si ha paura di perdere il controllo, di impazzire e di fare cose che normalmente non si farebbero; rischio suicidario e di agiti aggressivi; oppure eccesso di controllo, rituali ossessivi.

Chestnut Bud (Aesculus Hippocastanum): superficialità, fretta per cui si fanno sempre gli stessi errori, da cui non si impara. L'eterno "bambino pasticcione"

Chicory (Cichorium Intybus): tendenza alla manipolazone e alla possessività, intolleranza verso le critiche; voler essere sempre al centro dell'attenzione; cura gli altri in modo eccessivo per un tornaconto e poter controllare; attaccamento ansioso.

Clematis (Clematis Vitalba): "sognatori ad occhi aperti", sono sempre distratti e fuggono nel mondo della fantasia; mancanza di senso pratico ; scarsa attenzione per il mondo circostante; ipersonnia; proiezione in un futuro idealizzato. La "bella addormentata".

Crab Apple (Malus Communis Pumila): persone troppo sensibili e fortemente legate a ideali di purezza e perfezione per cui facilmente si disperano e hanno bisogno di purificazione; idee di ordine e pulizia eccessive; scarsa accettazione del proprio corpo per il quale si prova repulsione; presenza di tossine.

Elm (Ulmus Procera): presenta un forte senso di responsabilità e a volte non ci si sente all'altezza dei propri ideali o di una situazione contingente troppo stressante, per cui si prova sconforto.

Gentian (Gentianella Amarella): personalità caratterizzata da pessimismo e scetticismo; si scoraggia facilmente e non si affida con fiducia al mondo; amarezza per una delusione antica. Stati di depressione reattiva. Non tollera le ricadute.

Gorse (Ulex Europaeus): si è persa ogni speranza, vi è rassegnazione in una condizione ritenuta senza possibilità di sbocchi; malattie croniche o invalidanti spesso presenti nell'anamnesi.

Heather (Calluna Vulgaris): bisogno costante di ascolto, aiuto e rassicurazioni; non si tollera la solitudine; egocentrismo, loquacità. Il "bambino bisognoso".

Holly (Ilex Aquifolium): per le fasi caratterizzate da grande sofferenza per invidia, gelosia, sospetto e desiderio di rivalsa; odio, ira e irritabilità. Timore di essere raggirati.

Honeysuckle (Lonicera Caprifolium): non si vive nel presente fuggendo nel passato con cui si ha un legame non ancora risolto; forte rimpianto e nostalgia; non ci si aspetta più nulla dalla vita.

Hornbeam (Carpinus Betulus): sensazione soggettiva e transitoria di non avere abbastanza energia per svolgere i normali compiti quotidiani; difficoltà ad alzarsi la mattina. Stanchezza mentale.

Impatiens (Impatiens Glandulifera): persone molto indipendenti che hanno ritmi rapidi nel pensiero e nell'azione; soffrono di impazienza; non tollerano le persone più lente che cercano di vivacizzare; per intolleranza dei ritmi altrui si preferisce lavorare da soli.

Larch (Larix Decidua): si ha sfiducia in se stessi, senso di inferiorità; convinti di fallire, si evitano le prove. Ci si può sentire falliti o impotenti.

Mimulus (Mimulus Guttatus): individui timidi, riservati e sensibili che hanno paure molto concrete e definibili, di cui non amano parlare. Ipersensibilità per ogni stimolo: suono, temperatura, luce, ecc. Nervosismo, rossore, balbuzie.

Mustard (Sinapis Arvensis): ricorrenza di fasi depressive senza apparente ragione; malinconia; depressione endogena; anche forme subcliniche di depressione cronica.

Oak (Quercus Robur): persone affidabili e tenaci, di grande coraggio e con senso del dovere spinto all'eccesso; non si arrendono mai; esaurimento e depressione conseguenti.

Olive (Olea Europaea): fasi di esaurimento fisico dopo lunga malattia o grande stress. Resa, bisogno di fermarsi e riposare.

Pine (Pinus Sylvestris): persone con forte senso di colpa; criticismo verso se stessi; ci si fa carico anche delle colpe altrui. Si pensa di non aver diritto di vivere e di sbagliare sempre.

Red Chestnut (Aesculus Carnea): si ha una preoccupazione eccessiva per gli altri; si attende sempre il peggio per i propri cari; forti legami non risolti.

Rock Rose (Heliantemum Nummularium): tendenza agli stati di panico; angoscia e terrore; situazioni di emergenza sia per il malato che per chi lo assiste. Incubi notturni.

Rock Water (Acqua di roccia; unico Rimedio che non è un fiore): personalità con eccessiva severità verso se stesse, con alti e rigidi ideali; si vuole essere sempre sani, forti e attivi; non si ascoltano i propri bisogni reali e ci si nega ogni piacere; si vuole essere d'esempio ma non convincere gli altri.

Scleranthus (Scleranthus Annuus): indecisione fra due alternative, per la quale non si chiede consiglio; forte alternanza di sintomi, opinioni e umore; frequente la vertigine. Scarsa concentrazione e poca affidabilità.

Star of Bethlehem (Ornithogallum Umbellatum): mancata elaborazione e superamento di un trauma, anche molto antico; shock per una perdita, un lutto o un grande spavento; dolore nascosto inconsolabile. La persona si presenta provata, pallida, smunta.

Sweet Chestnut (Castanea Sativa): si pensa di aver raggiunto il limite della propria capacità di sopportazione per la disperazione e l' angoscia intollerabili; non si vedono vie di uscita; reazione emotiva a gravi eventi.

Vervain (Verbena Officinalis): eccesso di entusiasmo nelle proprie idee per cui si vogliono convincere gli altri; fanatismo; rigidità e tensione muscolare; perfezionismo. Eccessivo idealismo; iperattivismo. Irritabilità.

Vine (Vitis Vinifera): persone intelligenti e capaci che tendono, però, a dominare, diventando tiranni arroganti; ambizione; sadismo. Il "dittatore".

Walnut (Juglans Regia): per le fasi di cambiamento in cui bisogna staccarsi dal passato per seguire la propria strada; influenzabilità, insicurezza e incostanza.

Water Violet (Hottonia Palustris): forte senso di indipendenza, autosufficienza; senso di superiorità, orgoglio; buoni consiglieri; si preferisce la solitudine.

White Chestnut (Aesculus Hippocastanum): si è in preda a pensieri ripetitivi, non desiderati e incontrollabili, con conseguente insonnia e difficoltà a concentrarsi sui doveri quotidiani; frequente la cefalea.

Wild Oat (Bromus Ramosus): molti interessi e capacità, ma con scarsa focalizzazione su un preciso obiettivo che causa dispersione e insoddisfazione; difficile scelta fra molte opportunità.

Wild Rose (Rosa Canina): per chi ha rinunciato a vivere, non ha più iniziativa e si sente totalmente rassegnato; apatia, anedonia, passività.

Willow (Salix Vitellina): prevalgono amarezza e risentimento perché ci si sente delle vittime innocenti; pretenziosità; si dà tutta la colpa agli altri e non ci si assumono le proprie responsabilità. Ci si autocommisera. Spesso di malumore. Chiede molto e non dà; ingratitudine perché pensa che tutto gli sia dovuto.

Rescue: unico Rimedio composto, serve per tutte le emergenze emotive o le condizioni stressanti. Innumerevoli sono le applicazioni e spesso sorprendenti. Contiene: Impatiens, Star of Bethlehem, Cherry Plum, Rock Rose e Clematis.

Rescue Cream: crema base contenente Rescue e Crab Apple, utile per affezioni della pelle e dei tessuti sottostanti. Traumi, irritazioni.

(Tratto dal libro "I fiori della mente. I Rimedi di Bach nella pratica clinica"
di Maria Antonietta Bàlzola, Bollati Boringhieri; To. 1997)


AURA - SOMA
a cura di Darshana E. Scola

Che cos’è Aura-Soma?

Il termine Aura-Soma definisce una terapia innovativa basata sui colori, le piante, i cristalli e gli oli essenziali. Completa e naturale, vuole portare Armonia ed Equilibrio all’essere umano.

E’ una terapia olistica, poiché include le diverse realtà dell’Uomo: il campo fisico, energetico, emozionale e mentale.

Cura in modo sottile, partendo dall’aspetto vibrazionale dell’energia, l’Aura, per entrare poi in contatto con l’aspetto materiale, fisico, il corpo: Soma.

In effetti queste due parole racchiudono la sintesi del messaggio di Aura-Soma, la sua natura intrinseca: allineare in modo dolce e non intrusivo il sistema corpo-mente-energia.

La Storia di Aura-Soma

Questo sistema terapeutico è stato scoperto da Vicky Wall, farmacista ed esoterista inglese, attorno agli anni ’80. Vicky ebbe una vita molto intensa e, a volte, difficile. Ma nonostante questo, riuscì a mantenere intatto il contatto con la sua sensibilità e con gli insegnamenti a lei trasmessi dal padre, maestro di Kabbala, la scuola esoterica Ebraica. Sin da bambina le fu riconosciuto il dono di vedere i colori dell’Aura, cosa per lei naturale, e la sensibilità di riconoscere le qualità terapeutiche delle erbe. Questo la portò a impiegarsi in una farmacia, dove iniziò l’arte del miscelare gli elementi.

Vicky parla della sua vita in tono fatalista, sempre sorretta dalla sua Fede. E questo è importante per comprendere come, all’età di 66 anni e ormai semi-cieca a causa di una emorragia agli occhi, creò i primi Aura-Soma Balance Oils: seguendo l’imperativo comando della Voce interiore, che lei attribuiva al padre ormai morto, una notte andò in laboratorio e, come lei stessa descrive, "Divise le acque". Pur non sapendo cosa stava facendo, e perché, creò delle bottiglie con una miscela oleosa e acquosa insieme. Il mattino dopo si chiese a cosa potessero servire quegli oli dall’aspetto armonioso e dalla carica magnetica. Sempre ritirandosi nel suo mondo di Meditazione e ascolto, il nome "Balance" le venne ancora dietro ispirazione, e così il significato, il come usarli. Vicky espose le Balance Bottles a varie Fiere, Congressi, Eventi, e via via venne sempre più chiaro che le persone venivano attratte dai colori delle bottiglie, in cui riconoscevano qualcosa di sé…

Per Vicky le Balance erano "vino vecchio in una botte nuova", cioè la saggezza terapeutica del passato infusa e trasmessa in una nuova formula, adatta ai tempi moderni…. La New Age !

Dalla morte di Vicky Wall avvenuta nel 1991, il suo successore, da lei stessa designato,è Mike Booth, a tutt’oggi direttore di Aura-Soma England, la Casa Madre, e responsabile della nascita delle nuove bottiglie. Mike è stato per lungo tempo a fianco di Vicky, ereditando da lei le formule dei composti e la particolare "trasmissione", che infonde ad ogni nuovo Balance un messaggio particolare.

Aura-Soma si è diffuso in tutto il mondo come sistema di Healing, e molte scuole l’hanno adottato; è ora presente in: Europa, Giappone, U.S.A., Brasile, Australia.

La Struttura di Aura-Soma

Aura – Soma si propone come strumento terapeutico per guarire e curare sintomi fisici e/o psicosomatici. Si basa principalmente sul principio di LUCE=COLORE, dove da secoli è riconosciuta l’efficacia dei colori per la cura di diversi disturbi. Il colore stimola il sistema immunitario, nervoso ed endocrino: porta in sé un "messaggio", una "qualità" che viene letta, decifrata, e che stimola quindi delle risposte all’interno dell’organismo. Molti autori di fama internazionale si sono interessati al colore come forma di terapia, tra i quali Goethe e Steiner.

Troviamo una prova a questo anche nel linguaggio comune, dove troviamo frasi come: "Vedo rosso" per definire uno stato di collera e di agitazione; "Sono di umore Nero" per esprimere depressione; "La vita è Rosa", per Amore e Benessere.

Uniti ai colori abbiamo le erbe, i cristalli, gli oli essenziali: tutto questo consente di lavorare con più strumenti contemporaneamente: cromoterapia, fitoterapia, cristalloterapia e aromaterapia. Nel campo delle terapie naturali viene da sé il riconoscere la portata di Aura-Soma, che diventa quindi un mezzo completo per la cura della persona.

I tre prodotti principali a cui rifarsi sono: I Balance Oils, o Equilibrium, i Pomanders e le Quintessenze.

I balance oils, o equilibrium

sono la colonna portante del sistema. Si presentano come eleganti e preziose bottiglie dal cappuccio dorato e il corpo in vetro, che mostra una soluzione di due colori, uno sopra l’altro. I colori rimangono separati anche dopo aver scosso la bottiglia: questo perché il preparato è oleoso in una frazione e acquoso nell’altra.

Contengono, come è già stato detto, anche erbe, cristalli e oli essenziali, scelti in funzione del relativo colore.

La bottiglia Equilibrium, dopo essere stata scelta dalla persona interessata o dal terapeuta, viene usata applicandone il contenuto sull’area del corpo corrispondente al colore. Le sostanze entrano nel sistema attraverso la pelle, che ne assorbe la parte che può essere utilizzata a livello energetico.

A tutt’oggi le Equilibrium sono 100, ognuna con un nome e messaggio differente, e ancora sono in espansione!

Pomanders:

Pomander è una parola che ha origini nel Medioevo Inglese, con la quale si definiva un bouquet di fiori e/o di spezie, usato come protezione e come purificazione.

Le Pomanders in Aura-Soma sono una collezione di 14 fragranze, ognuna di colore differente e contenente 49 erbe diverse. Nacquero dalla raccolta di erbe di Vicky, avvenuta nel corso del tempo. Hanno effetto protettivo, e si applicano al campo elettromagnetico, l’Aura. E’ curioso osservare che la prima Pomander fu quella di colore bianco, e nacque poco tempo dopo il disastro di Cernobyl: Vicky ne consigliò l’uso come protezione e purificazione dai raggi radioattivi.

Quintessenze

Anche le Quintessenze sono, come le Pomanders, una serie di 14 fragranze di colori diversi. Ciò che le distingue è la frequenza di vibrazione, più "alta":

interagiscono con la nostra energia ad un livello più sottile e, quindi, più potente. Infatti ognuna di esse porta il nome di un Maestro, per sottolineare la particolare azione sul campo energetico. Potremmo dire che usare una Quintessenza è come focalizzarsi su una determinata qualità interiore, per poterla sviluppare.

Sessioni Individuali

L’approccio più diretto ed efficace al sistema Aura-Soma è la sessione individuale con un Consulente Aura-Soma, persona questa che ha partecipato a più Trainings autorizzati dalla Casa Madre. In effetti il Consulente diventa Facilitatore, cioè colui o colei che è in grado di guidare la persona ad interpretare la propria scelta di colori. E’ sottolineata da più parti la filosofia Aura-Soma: non intrusività.

Attraverso la scelta spontanea delle Bottiglie Equilibrium da parte dell’interessato/a, si è in grado di fornire una vasta serie di informazioni, che vanno dallo stato di salute fisica alla direzione da prendere per poter sviluppare al meglio le proprie qualità. Dalla Sessione emergono sia le Bottiglie più appropriate da usare, che la Pomander e la Quintessenza di sostegno.

Da questo momento si può sviluppare un rapporto terapeutico, che consente alla persona di curarsi, di crescere e di vedere le proprie tematiche di vita con una visione dinamica, volta all’equilibrio e all’armonia e non più alla ristrettezza e alla staticità.

 

Oli antichi, oli esogetici
di Italo Bertolasi

Gli antichi credevano che l'olio estratto dalle piante selvatiche fosse un'anima verde e profumata, un ormone vegetale. Un succo unto, fragrante, medicinale. Simile ai ferormoni umani prodotti dalle ghiandole apocrine che stimolano l'olfatto, l'attrazione sessuale e altri oscuri e primitivi comportamenti della scimmia umana. Nei papiri egizi si descrivono i viaggi ai confini del mondo dei cacciatori di aromi per raccogliere orchidee azzurre e gigli sacri. Quattromila anni fa gli Egizi distillavano olii profumati con cui si ungevano le statue di Iside, di Orus e Osiride. Si ungevano anche i faraoni con l'olio di Kyphi, un miscela estratta da sedici essenze diverse. I maestri degli oli egizi - profumieri, sacerdoti e imbalsamatori - scoprirono le proprietà curative dell' olio di cedro, di coriandolo, ginepro e mirra. Esculapio, figlio di Apollo e dio delle medicine era venerato in più di trecento Asklepioi, templi e case di cura, dove gli archeologi hanno ritrovato ampolle di unguenti e di oli medicinali. Nella Grecia antica l'olio fragrante era il dono divino di Afrodite, dea dell'amore e della bellezza e Saffo dedica le sue più belle poesie alle fanciulle unte con "olio odoroso" che brillavano al sole. Mosè consacrò con oli preziosi i re giudei e il termine ebraico mashiac, messia, significa unto, puro e benedetto dall'olio. Avicenna distillò per primo l'olio essenziale di rose e inventò la famosa "acqua di rose" che è il profumo più usato in Medio Oriente.

Ci dice Luigi Cristiano, erborista e autore di un saggio sulla profumeria: "Gli oli profumati diffusi in tutto il Medio Oriente venivano esportati in piccoli flaconi d'alabastro dalla Siria, dalla Fenicia e dall' Egitto. Erano oli di vita, capaci di ringiovanire e addirittura di resuscitare. Olio è una parola di origine indo-europea che contiene la radice "lei", che ricorda lo splendore e l'energia calda del sole: elios. Nella "Materia medica" di Dioscoride si descrivono ventidue specie di oli medici, tra cui l'olio di sesamo, di mirto, di mirra, e altri oli profumati, come l'olio di maggiorana, di basilico, di iris. A Roma dopo il bagno si praticava l'unctio, un bagno e un massaggio d'olio tonificante. E nei gymnasium, le palestre, gli atleti venivano massaggiati con una miscela di olio e sudore umano. Nel saggio "I segreti della bellezza romana" il dottor Fabio Rinaldi ci spiega che una miscela idrolipidica che contiene acqua e NMF, ovvero Natural Moisturizing Factors, acidi e lipidi contenuti nel sudore umano, può svolgere una buona azione idratante, emolliente e ricostituente. Tra gli oli antichi più famosi va ricordato il "Sumbul", estratto dal nardo indiano "Nardostachys Jatamansi" dall'odore forte e persistente che ricorda un po' il muschio e ricordato nei Vangeli nell'episodio di Maria Maddalena e da Plinio e Discoride che lo chiamano nardium.

Nel Medioevo tormentato dalle pestilenze, e quindi dai cattivi odori, i paradisi si immaginavano come "isole olezzanti" dove i santi privi di bocca e unti di balsami si cibavano del profumo dei fiori, dei frutti selvatici, dell' odore delle piogge e degli effluvi trasportati dai venti. Si credeva che dai corpi dei santi e delle vergini martiri uscisse un '"olio sagrato". I sepolcri erano fontane d'olio profumato e balsamico. I santi venivano cosparsi di mirra, cinnamomo, aloe, olio di cedro e altre spezie preziose e "spianati i sepolcri" medici e devoti raccoglievano "la prodigiosa manna, un licore a guisa di miele, denso, odoroso." Nel XIII secolo gli alchimisti distillavano l' olio di rosmarino e di lavanda, panacee contro ogni male.

Oggi la storia degli olii essenziali è legata alle scoperte del chimico francese Gattefoss è e del suo amico Godissart che fondò a Los Angeles nel 1938 la prima clinica di aromaterapia. E a Jean Valnet che nel 1964 scrisse il suo "Aromatherapie", una bibbia delle cure con gli oli. L'uso degli oli essenziali ricavati dai fiori, dalle scorze e dalle radici, dalle resine delle piante è consigliato dai medici olistici, dai naturopati e "heilpratiker", i consiglieri della salute tedeschi. L'olio essenziale è la forza vitale della pianta:è un potente concentrato di energia verde che si può assorbire con bagni, massaggi, impacchi, inalazioni e risciacqui. Ci sono oli analgesici, oli antinfiammatori, disintossicanti e antisettici, oli espettoranti, funghicidi, oli nervini e oli tonici.

Il naturopata tedesco Peter Mandel, ideatore della "diagnosi dei punti energetici terminali" e della Cromopuntura, ha anche creato un cocktail di oli d'erbe che ha chiamato "olio esogetico". Esogetico sta per esoterico e energetico. Con massaggi e unzioni d'olio esogetico si possono curare i malesseri dell'anima e le malattie del corpo. Si può stimolare la "zona della gioia", si mettono ogni mattina 3 gocce d'olio sulla parte interna del polso e si massaggia per un minuto. Per la "zona dello spirito", si usano "4 gocce e massaggi circolari intorno al femore destro e sinistro". O per la "zona dei sentimenti, dell'immaginazione e dell'intelletto, gocce e massaggi al ginocchio, alla caviglia e al piede intorno all'osso tarso". La "zona della paura e dell'ansia" si trova tra i seni e l'attaccature delle braccia e si può massaggiare prima di andare a letto. Quella della tristezza si trova nella piegatura dei due gomiti. La "zona dell'avidità e dell'avarizia"è sui gomiti e un buon massaggio può toglierci di dosso stress, irrequietezza e insonnia. La "zona delle contratture del corpo"è intorno all'ombelico e la frizione è utile per sbloccare tensioni all'apparato digerente e a quello sessuale. Poi c'è la "zona delle relazioni", intorno ai reni, la "zona vitale", a metà spina dorsale, e la "zona della nuca" che è anche chiamata "zona della psiche". Massaggiata con olio esogetico può armonizzare e riequilibrare il sistema nervoso e indurre uno stato di benessere generale.

Ma l'aspetto più curioso è che massaggiando con l'olio i punti "konverter" - caviglia destra, polpaccio sinistro, pieghe interna delle ginocchia, dietro della coscia sinistra e gluteo destro - si può condizionare il nostro modo di sognare. Il dottor Antonio Miclavez segue da più di vent'anni Peter Mandel e ci spiega: "Gia nel 1935 il prof. Giuseppe Calligaris stimolava con una piuma alcune zone della pelle facendo ricordare ai suoi pazienti fatti dimenticati dell'infanzia e immagazzinati nell'inconscio. Mandel utilizza invece stimoli chimici, cioè il suo olio esogetico, potenziandone l'efficacia con l'applicazione di luci colorate. L'attività onirogoga - stimolante dei sogni - degli oli essenziali è conosciuta da migliaia di anni. Nella medicina ayurvedica indiana e nei libri degli Esseni si elencano oli e erbe per sognare - dalla rucola al rafano alla belladonna".

Con l'olio essenziale di Salvia Sclarea si provocano sogni psichedelici e in laboratori di ricerca si è scoperto che "sniffate" di aromi di Salvia inducono una specialissima attività onirica in cui si mantiene la consapevolezza di sognare. Basta versare alcune gocce di olio essenziale sul cuscino o deodorare la stanza da letto 20 minuti prima di coricarsi. Provare per credere. Prosegue Miclavez: "Il sogno è un momento di libertà incondizionata dell'individuo. Nel sogno si può fare quello che si vuole. Il sogno a livello inconscio ha un effetto catartico che libera tensioni emotive relegate nell' inconscio. E' il primo segnale di guarigione di squilibri psichici e di malattie psicosomatiche.Se si sopprimono i sogni - si sono fatti esperimenti in laboratorio - si altera l'equilibrio emotivo con gravi danni psichici. Chi sogna molto ha in genere un buon equilibrio psichico. Per il medico è di vitale importanza scoprire i mezzi per stimolare l'attività onirica."

Chi vuol scegliersi un bel sogno può provare a sfregare con una spazzola di saggina, per un minuto, i punti Konverter di Mandel e poi massaggiarli con 5 - 8 gocce d'olio esogetico poco prima di addormentarsi, ricordandosi di tenere vicino al letto carta e matita. Nel trattamento di Mandel non è importante interpretare ciò che si sogna ma si deve semplicemente descrivere e comunicare il sogno a chi è disposto ad ascoltarci. Il paziente imparerà col tempo a trovarne il senso, a sognare quello di cui ha bisogno e così pian piano a curarsi modificando le abitudini malsane.

Ilaria Marcuzzi è un'ostetrica che ha usato l'olio esogetico per far sognare i suoi pazienti ma anche per la preparazione al parto. Ci dice: "La mia esperienza con l'olio esogetico è incominciata con un corso di cromopuntura del dottor Miclavez. Sono rimasta affascinata dall'olio. Cominciai a sperimentarlo lavorando sulle donne che preparavo al parto. All'inizio provai col massaggio dei polsi - la "zona della gioia" - scoprendo che le persone si rilassavano, diventavano più spigliate, più aperte. Poi con una mia amica cominciai a lavorare sui sogni applicando questa volta l'olio sui punti "Konverter" che conoscevo (sono anche dei punti importanti di agopuntura). La mia amica era particolarmente rigida e allora provai a massaggiare le zone correlate al " lasciarsi andare". La mia amica finalmente si sciolse e si rilassò. Poi provai con altre persone e il successo dei trattamenti mi stimolarono ad approfondire lo studio dei meridiani, della riflessologia plantare, della mano e dell'orecchio. Arrivai così ad intervenire con l'olio esogetico sulle donne in stato di gravidanza. Ad esempio eseguivo le applicazioni sul piede quando non c'erano le contrazioni del travaglio. Stimolavo con l'olio esogetico e il colore rosso le parti del tallone e l'area che corrisponde alla linea perinatale per sbloccare le tensioni che impedivano il travaglio corretto. Massaggiavo la linea della gestazione lungo tutta la colonna vertebrale abbinando la cromopuntura con il colore rosso. Io lavoro specialmente sulla line prenatale perchè è collegata con tutto l'aspetto psicologico della donna e con il delicato e misterioso momento del concepimento dell' incarnazione dell' anima del futuro essere che si sta formando nel corpo della mamma."

I punti Konverter e le zone esogetiche dei sogni

I punti Konverter rappresentano importanti relais di sfogo psichico. Le zone da massaggiare sono numerate e viene descritta la possibile associazione: zona esogetica e sogno corrispondente.

Zona 1. Facilita l'insorgere di sogni riguardanti il lasciarsi andare. E' il punto konverter fondamentale per la risoluzione di problemi anali: fissure, emorroidi, prolasso. Malesseri associati al non lasciarsi andare.

Zona 2. Sogni sessuali - massaggi anche dei punti 4 e 8.

Zona 3 – 4. Sogni personali che riguardano la propria interiorità.

Zona 5. Corrisponde al punto delle tossine dell'anima. Spesso sono sogni molto belli ma anche sogni che riguardano la vita vissuta dell' individuo. Massaggi anche ai punti 2 e 7.

Zona 6. Nel mezzo del gluteo destro. I sogni evocati hanno a che fare con presa di coscienza e i sentimenti. Indicazioni di come vivere la propria vita. Massaggi anche ai punti 2 e 4.

Zona 7. Appena sopra la rotula. La rotula riguarda la zona mentale e i pazienti riferiscono di sogni con molte immagini che si alternano velocemente. Massaggi ai punti 3 e 5.

Zona 8. 4 dita sopra la rotula. Qui sono i sogni dei desideri irrealizzati che stimolano il paziente sognatore a osare e fare finalmente un passo avanti. Massaggi anche ai punti 1 e 4.

I punti vanno stimolati prima un minuto con sfregamenti di una spazzola, e poi massaggiati con 5-8 gocce d'olio esogetico per qualche minuto prima di addormentarsi.


 

IL FENG SHUI E L’ARTE DI ABITARE

 

di Sandra Zagatti

 Dagli ati del convegno "verso la nascita di una coscienza planetaria" dell’Associazione Amaranto

 

 

“Siamo nell'era dell'Acquario, e riscopriamo pian piano i principi della vita

grazie ad un atteggiamento diverso, ad un diverso modo di vedere;

è il fenomeno olistico, secondo il quale non si può separare un elemento

da tutto ciò che lo circonda.” (Yannick David)

 

 

Fino a poco tempo fa, pochi sapevano cosa fosse. Negli ultimi anni, grazie alla riscoperta delle discipline tradizionali e naturali, anche il Feng Shui ha trovato un varco nella cultura occidentale per essere studiato ed apprezzato: cosa sia, comunque, è tuttora difficile da descrivere; almeno in poche parole, e almeno per noi occidentali, allevati dalla scienza ed abituati ad un approccio sistematico, logico ed empirico alla realtà.

Sappiamo che il Feng Shui è una millenaria dottrina cinese che, tra le altre cose, veniva applicata agli edifici; sappiamo che teneva in grande considerazione la natura e che cercava di migliorare la qualità della vita. Si potrebbe obiettare che, al di là di tutte le differenze storiche, tecniche e culturali, si tratta in fondo di un corrispondente della nostra scienza delle costruzioni, con estensioni all’urbanistica, alla progettazione del verde e alla bioarchitettura... In che cosa si distingue da queste moderne discipline?

In poche cose, e in tutto. Perché, a differenza del modo di progettare e di costruire dell’occidente moderno (anche quando è un modo rispettoso e attento), che si attua a scale diverse ma comunque per “oggetti d’intervento”, il Feng Shui si rivolge sostanzialmente al “soggetto”… a colui che abita: sulla terra, nelle nostre città o campagne, nella propria casa, nel proprio ufficio o negozio ed anche nel proprio corpo. Un punto di vista globale, letteralmente olistico, che solo in tal senso è ugualmente applicabile a tutti i livelli, dalla scala urbanistica a quella edilizia, dai materiali costruttivi agli oggetti d’arredo, perché l’armonia è un tutto inseparabile dalle proprie parti e dal loro molteplice interagire.

Ecco dunque che parlare di Feng Shui oggi, nel terzo millennio, non deve apparirci come un “revival” tra i tanti proposti da mode pseudoculturali di passaggio, e nemmeno come un nostalgico ma inutile ritorno al passato: è proprio il presente che ci obbliga ad osservare i frutti dell’antropizzazione e riconsiderare le nostre possibilità, necessità e responsabilità d’intervento sull’ambiente. Ed è proprio l’urgenza attuale verso nuove scelte progettuali e costruttive a poter trovare in questa antichissima arte risposte adatte perché verosimilmente adattabili anche al nostro futuro abitativo.

 

 

Polarità e movimento

 

Il Feng Shui è collegato all’antica filosofia dell’I KING, il Libro dei Mutamenti. Partendo dal presupposto che tutto sia energia e che l’energia si trasformi incessantemente, ciò di cui tratta è appunto il movimento della vita e le modalità di tale movimento, che non è casuale o disordinato ma segue leggi naturali. Oltre a questo, il Feng Shui studia le relazioni tra le diverse energie in movimento e i risultati della loro interazione; senza mai dimenticare che anche l’uomo è natura ed energia, per cui anche la sua vita, interiore ed esteriore, è soggetta alle stesse leggi, così che dalla capacità maggiore o minore di agevolare od ostacolare il flusso naturale di energia, dipenda la sua serenità o sofferenza psicofisica.

Ma prima ancora di parlare della polarità intrinseca dell’energia, nonché del motivo per cui ha tanta importanza anche nella nostra vita di tutti i giorni, ritengo necessario ricordare alcuni concetti fondamentali; senza i quali anche il Feng Shui, come purtroppo altre discipline tradizionali, si ridurrebbe ad una serie più o meno elaborata di “prescrizioni”, da applicare in modo più o meno fantasioso ma senza alcuna partecipazione o motivazione consapevole.

Quando parliamo di movimento energetico, inevitabilmente parliamo di direzione: se qualcosa si muove, infatti, è ovvio che lo faccia da un luogo ad un altro. Quando parliamo di relazioni tra energie, inevitabilmente ci riferiamo a quel principio biunivoco di azione-reazione che coinvolge la vita non solo a livello fisico. In entrambi i casi, la parola chiave è “relatività”.

Facciamo un esempio. Dal balcone al secondo piano di un condominio una signora alza lo sguardo verso l’alto per chiacchierare con la signora del terzo piano. Dall’attico, per chiacchierare con la stessa signora, sarebbe necessario guardare in basso; dal balcone dell’appartamento a fianco un’altra signora dovrebbe solo girare la testa a destra o a sinistra, e se ci fosse un condominio di fronte, la dirimpettaia guarderebbe semplicemente in avanti. Ciò presuppone movimenti diversi e quindi diversi rapporti: tra sguardi, nel caso, ma più in generale tra pensieri, attenzioni, energie.

Ecco dunque un concetto fondamentale del Feng-Shui: il punto di vista. Non dobbiamo mai dimenticarcene, perché se cambia quello, cambia tutto.

Purtroppo abbiamo perso l’abitudine di considerare i punti di vista perché la scienza ne accetta solo uno. E questo ci ostacola non solo, naturalmente, a livello di rapporti interpersonali, ma anche a livello di armonia abitativa. La scienza, d’altra parte, si interessa solo della materia, considerando “vuota” la realtà esistente tra una materia e l’altra: vuoto lo spazio interstellare, vuoto quello tra la nostra poltrona e la finestra del salotto. Invece, la realtà è fatta per il 90% di... spazio; il movimento nello spazio e l’osservazione dello spazio sono espressioni del tempo. La realtà, quindi, è spazio-tempo, ed in quanto tale è realtà in divenire: fluttuante, ciclica, relativa, in continua e perenne conversione da uno stato all’altro...

Il movimento in sé è comunque solo l’aspetto esteriore e quantitativo di ciò che definiamo mutamento, cambiamento, trasformazione, evoluzione. Esiste infatti anche un aspetto qualitativo del flusso energetico, ed altrettanto importante (per certi versi di più) è capire il senso delle direzioni, la loro naturale motivazione e funzione. In una parola, il loro valore.

Affinché ci sia movimento e quindi energia devono esistere due poli. Yin e yang si manifestano solo a livello vibrazionale, cioè “invisibile”; eppure noi li percepiamo, e li percepiamo sempre insieme, o meglio l’uno relativamente all’altro. Ogni parte ha infatti bisogno del proprio opposto per esistere, e a sua volta lo fa esistere, così come sono indissolubili e mutuamente significanti alto e basso, maschile e femminile, fuori e dentro, destra e sinistra. Per l’uomo, anzi per tutti gli abitanti del pianeta, i due poli e riferimenti principali sono Cielo e Terra; sulla terra abbiamo infatti la direzione che va verso il centro e quella che si allontana dal centro. Ma per comprendere meglio l’aspetto qualitativo delle direzioni, facciamo alcune considerazioni particolari. Prendiamo ad esempio una pianta. Il suo cosiddetto “centro di crescita” corrisponde al punto di contatto con la terra, in cui era stato posto o caduto il seme: quantitativamente parlando, la crescita verso il basso (radici) è inferiore a quella verso l’alto (fusto). Le piante, gli alberi, i vegetali, sono infatti organismi della terra, che crescono verso il cielo.

E noi, come cresciamo? In quale direzione, e su quale “terreno”?

Facciamoci caso: se consideriamo le dimensioni di un neonato, o meglio le loro proporzioni (relazioni), è evidente che la testa sia di poco più piccola rispetto a quella di un adulto, ed è il resto del corpo che con l’età si estende maggiormente... Il nostro centro di crescita è infatti collocabile più o meno all’altezza del collo: insomma, contrariamente a ciò che possiamo credere quando diciamo “Guarda quanto si è alzato il mio nipotino!”, la maggior parte della nostra direzione di crescita è… verso il basso.

Non si fraintenda il termine: il punto è che, mentre le piante sono esseri della terra, gli uomini sono esseri del cielo, hanno radici nel cielo, e crescono sulla terra; attraverso il contatto, il rapporto con la terra e l’esperienza evolutiva che questo rappresenta. Ciò significa che le piante sono la nostra naturale controparte; naturale e quindi necessaria. Non a caso tutte le filosofie e discipline evolutive hanno anche un orientamento ecologico: perché sanno quanto sia necessario ripristinare il rapporto con la natura che la “civilizzazione” ha eliminato, e certo non soltanto a livello paesaggistico, ma anche a livello nutrizionale, mentale, emotivo e spirituale.

Dunque, l’energia della terra va verso l’alto, quella del cielo verso il centro della terra; ci sono i poli Cielo e Terra, ci sono i poli nord e sud del pianeta... e non solo. Tali energie si muovono infatti dentro di noi attraverso i nostri due poli, nord e sud. Ma, come sempre, il sistema di riferimento relativamente assoluto si relativizza ulteriormente, e per l’equilibrio e la salute della vita, a qualsiasi livello si esprima, ogni parte deve avere una controparte. Così il nostro polo nord (testa), che è yang, deve essere freddo, cioè yin; mentre il polo sud (pancia), che è yin, deve essere caldo, cioè yang. Provate a sperimentare sulla vostra persona una condizione diversa, e vedrete se è altrettanto piacevole e sana!

Il nostro benessere, insomma, dipende dall’equilibrio – dinamico – delle energie, che fluiscono attraverso il nostro asse energetico e di lì si propagano. Il sole dà luce e calore, e il giorno è yang fino al primo pomeriggio, poi comincia ad essere yin: quando il sole cala noi siamo sempre più attratti verso il basso. Se la mattina fatichiamo ad alzarci (e a meno che non abbiamo fatto le ore piccole!), significa che la nostra energia verso l’alto fatica a muoversi: può sembrare assurdo, ma da un punto di vista naturale, quando ci sentiamo stanchi è molto meglio che proviamo a metterci in piedi invece di rimanere distesi, così che il movimento energetico tra Cielo e Terra possa riallinearsi al nostro asse. Favoriamo proprio questo, pur senza saperlo, quando decidiamo di “uscire a prendere una boccata d’aria”: poiché lo stress da luoghi chiusi dipende da un eccesso di yang, lo spazio libero ci serve per muovere l’energia verso l’alto, producendo di nuovo un movimento yin.

Noi percepiamo queste energie di continuo, sottilmente ma fortemente, e sono tanti i modi in cui il nostro istinto ci spinge a considerarle e ad esprimerle, nonché – per quanto possibile in condizioni di non consapevolezza – ad equilibrarle. Questo genere di comportamenti può essere definito Feng Shui spontaneo!

Il movimento vitale dell’energia è detto Chi dai cinesi; il ristagno è energia negativa e mortifera, ed è detta Sha. Sia la quantità che la qualità del Chi devono essere tuttavia armoniose: la prima non eccessiva, la seconda non casuale, perché in quel caso sarebbero Sha. Anche il vento (Feng) muove l’acqua (Shui), e così la ossigena e purifica, dandole vita e permettendole di ospitarla, ma le alluvioni, le mareggiate, i nubifragi non portano vita, al contrario; perché quando il Chi scorre troppo direttamente e velocemente, altrettanto velocemente l’energia se ne va.

Ricordiamo ancora quanto sia relativo il valore dell’energia. Sempre due sono i suoi movimenti, perché solo così essa può esprimersi. Abbiamo parlato del polo nord e del polo sud del nostro “fusto” corporale, ma a sua volta tale “fusto” è composto da tre parti principali, di cui gli arti possono essere considerati “rami”: la testa, la zona toracica e la zona pelvica, legate rispettivamente alla dimensione mentale-spirituale, sentimentale-emozionale, materiale-esperienziale; ed ognuna di queste parti possiede a sua volta due poli. Ecco allora che i nostri sentimenti si alimentano dalla nostra spiritualità, le nostre emozioni dalla nostra mente, e a loro volta spirito e mente si verificano e realizzano mediante le emozioni e i sentimenti; e così via. Ogni realtà ha valore solo se è collegata alla propria controparte superiore e si manifesta in quella inferiore, senza dimenticare che tali relazioni non sono gerarchiche ma interdipendenti in dignità e funzioni. Ed è fin troppo diffusa la condizione di separazione, e quindi di malessere, per cui gli individui vivono solo con la “testa”, o con il “cuore”, o con la “pancia”...

Noi siamo spiriti dell’Unità, che fanno esperienza della Dualità e nella Dualità. Ma spesso per questo ci identifichiamo in essa e diventiamo ossessionati dalla divisione (luce-ombra, maschio-femmina, bene-male) e quindi dalla concorrenza e competizione. Il movimento, il mutamento, è in sé reale natura; il cambiamento è necessario alla vita ma non sufficiente a darle valore. Naturalmente, è auspicabile un cambiamento in meglio…

 

 

Lo scopo del costruire

 

Un tempo le città venivano costruite per motivi semplici e chiari: protezione, comunione di intenti o di vincoli familiari, scambi commerciali e così via. Le piazze erano esattamente ciò che ogni luogo centrale dovrebbe essere: un’area di raccolta dell’energia, finalizzata ad aumentare i contatti e le attività, quindi con uno scopo yang. Ma l’energia ha bisogno di muoversi per potersi esprimersi creativamente: un eccesso di yang crea sempre una reazione yin, e infatti col tempo le città hanno cominciato ad espandersi in alto (con l’edilizia intensiva) e verso l’esterno (con l’urbanizzazione di periferie e campagne)… a suo modo anche questo era un equilibrio, ma molto estremo, laddove ha poi svuotato il centro e quindi il “cuore” delle città. Ogni cosa in natura ha uno scopo preciso, e ciò dovrebbe valere anche per la natura antropizzata, ma quando si perde il contatto con lo scopo primario di ciò che esiste (o si “fa esistere”, costruendolo), allora è inevitabile che l’equilibrio di questa complessa e disomogenea convivenza non regga: anche i fiumi si espandono e contraggono naturalmente, ma continuando a cementificare le sponde, le inondazioni diventano l’unico modo che la natura ha per cercare nuovi equilibri, appunto da eccesso ad eccesso…

Lo scopo dunque.

Il rapporto di noi “moderni” con la casa è a dir poco strano. Molte persone sognano una casa propria e fanno moltissimi sacrifici per acquistarla o costruirla, ma poi non la abitano veramente: la occupano poco o di fretta, quasi solo per dormire durante la settimana, poi il sabato pomeriggio escono per andare al cinema o dagli amici, e appena hanno qualche giorno di vacanza si precipitano in autostrada per trovare al mare o in montagna un po’ di relax! Eppure “rilassarsi”, alla lettera, significa “dilatarsi, allargarsi nuovamente”, quindi riappropriarsi dello spazio ed anche ripristinare il rapporto con il proprio spazio abitativo. Perché dunque così spesso almeno la maggioranza di noi cerca altrove l’ambiente più adatto a… star bene?

Per rispondere è forse sufficiente modificare la domanda, e chiederci cosa, in effetti, cerchiamo nei luoghi di vacanza o di svago. Un ambiente gradevole, naturale o costruito che sia: bei paesaggi, belle vetrine, “bella gente”, natura o cultura, silenzio oppure suoni ma stimolanti (canzoni, recite, musica, persone con cui chiacchierare), aria buona o comunque aria “aperta”… ed evidentemente poco o nulla di tutto ciò ci viene offerto dalle nostre abitazioni, acquistate magari a caro prezzo ma in cui, per qualche motivo “sconosciuto”, non ci troviamo bene. E questo non solo perché noi, o il progettista, o il costruttore, non ci siamo preoccupati di capire in anticipo come doveva essere l’abitazione migliore in cui vivere, ma perché nessuno – o pochissimi – sono consapevoli di cosa sia veramente un fabbricato: la seconda pelle per chi ci abita, ma anche il vestito e l’emblema della funzione, lavorativa o residenziale, che vi si svolge all’interno, nonché comunque un ospite, più o meno invadente, dell’ambiente urbano che a sua volta si inserisce in quello naturale.

Può sembrare assurdo ma dal punto di vista del Feng Shui, se un individuo riposa male nel proprio letto ed anche se nessun altro ne verrà mai a conoscenza o se ne preoccuperà, questa disarmonia vibrazionale riguarderà tutto l’ambiente intorno, come una nota sbagliata durante l’esecuzione di un concerto, o una goccia di liquido tossico nel mare; non c’è nulla di veramente separato nella vita! Certo, se si trattasse di casi episodici sarebbe un esempio davvero esagerato, ma se pensiamo a quanta gente soffre di insonnia (o a quante schifezze arrivano nel mare), beh, allora possiamo cominciare a capire che il Feng Shui si rivolge ragionevolmente a tutti, o meglio ad ognuno.

Ognuno di noi, infatti, vede la vita in modo diverso perché la vede con i propri occhi. Anche il Feng Shui non è altro che un punto di vista sulla realtà; in altre parole, un sistema di riferimento culturale. Dovrebbe ricordarlo chi lo applica meccanicamente, e magari eviterebbero di appendere stampe di draghi rossi alla porta di casa perché in Cina portano fortuna, mentre lì fanno solo a cazzotti con la tappezzeria!

Anche i simboli possono “influire” su di noi solo se hanno per noi un significato, e se lo fanno è in risonanza con quel particolare significato. Ecco dunque che non solo il punto di vista, come già detto, ma anche la motivazione, l’obiettivo, la finalità delle nostre scelte abitative diventa fondamentale.

Quando abbiamo un qualsiasi scopo, cerchiamo il modo migliore per realizzarlo, questo è normale. Ugualmente, quando costruiamo o acquistiamo un edificio, dovremmo chiederci: cosa vogliamo farci dentro? lavorare? vivere? e quale valore diamo a questo “lavorare”, a questo “vivere”? E’ importante trovare risposte per ogni domanda che riusciamo a porci: ovviamente non tutti i nostri desideri potranno realizzarsi in una casa, ma non dimentichiamo che il pensiero direziona l’energia, e un pensiero chiaro può darci un orientamento molto utile sia in senso logico che in senso vibrazionale, richiamando a noi eventuali scelte più in sintonia con il nostro scopo. Per lo stesso motivo, prestiamo attenzione a tutti i segnali che ci giungono quando cerchiamo casa: può ad esempio capitare che il cantiere si blocchi, o che il proprietario rimandi il contratto, che ci siano imprevisti, grane od ostacoli di diverso tipi, ma quando troppe cose non vanno nella stessa nostra direzione, ciò significa che l’energia di quella casa, di quel quartiere, di quel luogo, non si armonizza con noi, e forse sarebbe meglio, se possibile, orientarsi verso altre scelte.

 

 

 

Il luogo adatto

 

Nessuna casa, per quanto “giusta” per noi, può essere veramente tale se è inserita nel posto “sbagliato”. Potremo cercare di isolarla, potremo chiuderla ermeticamente ma l’atmosfera ambientale riuscirà comunque a penetrare all’interno delle mura domestiche, attraverso i rumori, gli odori, i colori, le visuali, ma anche attraverso il terreno e l’aria, gli alberi o le pietre che ci circondano, perché tutto è energia e l’energia del tutto risponde a quella delle sue parti, influenzando la nostra salute o il nostro stato d’animo e, tramite noi, le persone con cui veniamo in contatto.

L’atmosfera non è solo ciò che chiamiamo “clima”… o meglio, il clima non è solo quello atmosferico, ma è anche l’energia ambientale che possiamo respirare, riconoscere, sentire; e il Feng Shui è proprio questo: sentire un posto. Per sviluppare questa sensibilità è sufficiente cominciare a fare attenzione, fin da quando scegliamo un luogo per costruire la nostra casa, ai segnali che tale luogo ci manda, e alle nostre conseguenti reazioni: non è difficile, basta smettere di correre e fidarsi maggiormente delle sensazioni istintive; un’alimentazione vegetariana aiuta molto, perché le piante reagiscono ai cambiamenti più facilmente e prontamente degli animali, ma in ogni caso possiamo cominciare con semplici ma fondamentali considerazioni.

Il terreno di costruzione, per esempio (bisognerebbe sempre fare un’indagine geologica preventiva): deve essere sano, vivo, solido ma non troppo roccioso, perché la roccia non lascia passare facilmente il respiro della terra; anche un eccesso di argilla può renderlo troppo umido e quindi dannoso. E’ importante guardare gli alberi che crescono nei paraggi: di quali specie sono, in quale stato, se sono cresciuti troppo verso l’alto o con i tronchi piegati… Un pendio troppo ripido tende ad accelerare il flusso di energia come le cascate, e rende troppo pesante il lato coperto. L’acqua va bene purché non sia stagnante; e se si tratta di un fiume, bisogna sempre considerare la velocità e la direzione del suo corso relativamente alla casa. Ciò vale anche per le strade, i ponti, le linee elettriche o le tubature che dovrebbero andare in senso parallelo al fianco dell’edificio. In generale qualsiasi elemento troppo lineare e diretto, che lanci verso la casa quelle che il Feng Shui chiama “frecce segrete” sarebbe da evitare o comunque da schermare: eventualmente con siepi o alberi, oppure posizionando un piccolo specchio curvo sulla porta di ingresso, così da disperdere il flusso di energia in più direzioni.

E’ importante anche stare lontano da strutture con energia Sha: le leggi sanitarie ed urbanistiche indicano ad esempio una fascia di rispetto intorno ai cimiteri, ma anche solo una loro visuale a distanza porta nelle nostre case un’esperienza di dissoluzione e decadimento. Stesso discorso per ospedali, obitori, mattatoi e luoghi di sofferenza o violenza: energie negative ma molto forti che comunque “respireremmo”.

C’è infine qualcos’altro di cui bisogna tener conto e che invece di solito nemmeno si considera: la memoria del luogo, o della casa stessa se è già costruita. Sarebbe importante sapere se i precedenti abitanti sono stati felici o meno, se ci sono stati eventi drammatici, lutti o incidenti… e comunque è altrettanto indicativo valutare lo “stato d’animo” dell’ambiente intorno, magari conoscendo i futuri vicini o semplicemente osservando se hanno giardini o balconi curati, animali affettuosi e tranquilli, non aggressivi, cose che sempre assicurano un rapporto sereno ed equilibrato – di amore! – tra il dentro e il fuori del nostro spazio abitativo e quindi di noi stessi.

Dopo queste valutazioni generali è utile soffermarsi su un discorso fondamentale per l’ubicazione e la costruzione della nostra casa, cioè l’orientamento. Come per ogni altra cosa, secondo il Feng Shui nemmeno l’orientamento è qualcosa di assoluto: è invece il luogo in cui ci troviamo noi a determinare i punti cardinali e le relazioni-reazioni con l’ambiente circostante.

Per comprendere questo concetto, analizziamo lo schema dei Cinque Animali, che rappresentano cinque punti di vista, ruoli, funzioni, collegati agli Elementi e quindi alle direzioni dell’energia. Il punto di partenza è la direzione verso cui si guarda, dove è situato il Serpente (centro, colore bruno-giallo, associato all’elemento Terra che con la sua rotazione permette l’avvicendarsi delle stagioni): esso rappresenta la posizione ricevente e favorente, l’attenzione e la concentrazione; raccoglie le informazioni che gli giungono e decide come usare le diverse energie. Alla sua sinistra c’è il Drago (est, colore verde, primavera, elemento Legno – direzione verso l’esterno, crescita), che ha natura spirituale ma è forte e sapiente; è l’intelligenza creativa. A destra c’è la Tigre (ovest, colore bianco, autunno, elemento Metallo – direzione verso l’interno, condensazione e fissazione), che è la parte più istintiva, di autoconservazione, di difesa o di attacco. Davanti troviamo la Fenice (sud, colore rosso, estate, elemento Fuoco – direzione verso l’alto), che è la nostra capacità di guardare lontano e rigenerarci, dilatarci. Dietro abbiamo infine la Tartaruga (nord, colore nero, inverno, elemento Acqua – direzione verso il basso), che è la nostra parte di stabilità, sicurezza e longevità.

Le indicazioni dei Cinque Animali sono molto semplici, ma incredibilmente valide sul piano del benessere abitativo: in pratica è come quando siamo seduti su una comoda poltrona, in cui le spalle sono protette e sorrette da un alto schienale, ai fianchi abbiamo solidi ma più bassi appoggi e davanti ci godiamo la televisione o il volto degli amici con cui chiacchierare! Allo stesso modo, una buona posizione per la nostra casa dovrebbe avere il fronte libero ed illuminato, con una veduta ampia e piacevole (Fenice), una certa protezione laterale, possibilmente più bassa a destra (un lato Tigre troppo forte accentua l’aggressività), e dietro una protezione più solida e corposa (alberi, colline, anche muri purché non troppo a ridosso). In tal senso vanno anche valutati gli edifici confinanti, che dovrebbero il più possibile avere posizioni ed altezze proporzionate a questo schema e alla nostra casa.

 

Forma e sostanza

 

Un luogo comune molto diffuso nella nostra moderna “civiltà” è quello per cui forma e sostanza sarebbero realtà diverse, con la seconda ovviamente più importante della prima... Un concetto del genere non soltanto è errato, ma è addirittura dannoso, laddove venga applicato alla progettazione dei nostri spazi abitativi, e più in generale ad ogni nostro intervento – o comportamento – nei confronti dell’ambiente. Di fatto, forma e sostanza non sono realtà diverse ma diversi aspetti della medesima realtà, per cui non solo nel Feng Shui, ma in ogni disciplina olistica qualsiasi intervento sulla forma influenza la sostanza e diventa perciò di cruciale importanza, a partire dalle distribuzioni urbanistiche, dai volumi architettonici, dalle superfici ambientali fino agli oggetti d’arredo.

In natura non esistono forme perfette o completamente simmetriche, quindi non dobbiamo pensare di doverle ricercare a tutti i costi, tuttavia forme troppo sbilanciate o, appunto, “innaturali” mettono a disagio e possono creare tensione. Secondo una regola di buon senso ma sicura, una forma non dovrebbe mai attirare troppo l’attenzione, altrimenti può trasmettere sensazioni di squilibrio; ciò ovviamente vale solo per le abitazioni (in particolare per i luoghi di pernottamento), perché in ambienti commerciali, ricreativi o di rappresentanza può invece essere utile ed opportuno favorire reazioni più forti o particolari.

Le forme sferiche o circolari sono confortevoli, complete, incoraggiano la conversazione e la comunione, perché in esse il Chi scorre in modo armonioso, senza accelerazioni né ristagni; ma obiettivamente si prestano poco ad essere arredate e non sono consigliabili per ambienti residenziali. La forma rettangolare è la più diffusa: anch’essa armoniosa ma più dinamica, perché legata alla direzione, e per questo favorisce le trasformazioni e i cambiamenti; il quadrato è più stabilizzante e può andar bene per persone nervose o troppo eccitabili. Il triangolo è una forma difficile per via degli spigoli acuti che possono creare tensione: una forma ricca di energia (le piramidi erano usate proprio come accumulatori di energia), ma è un’energia troppo forte, insostenibile a lungo e quindi inadatta alla vita di tutti i giorni; anche per questo bisogna fare attenzione a non creare triangoli con l’accostamento di volumi o superfici.

A questo proposito vorrei fare un piccolo inciso. Da bambini le nostre mamme o nonne ci dicevano che non era educato “indicare le persone”… e noi, ammettiamolo, abbiamo accettato questa regoletta di galateo come altre, senza capirne completamente il motivo! Eppure la forma (anche la “forma mentis”) direziona potentemente l’energia, e per il Feng Shui dunque non solo un dito puntato, ma persino uno spigolo orientato verso di noi, una strada trafficata perpendicolare alla nostra casa ed ogni oggetto che incanali il flusso di energia in modo troppo diretto e mirato trasforma il Chi in Sha ed è quindi violento e potenzialmente dannoso per la persona o l’ambiente che lo riceve. Come ho già detto, queste forme estreme vengono chiamate “frecce segrete” e vanno evitate o schermate oppure in qualche modo riflesse, così che l’energia troppo forte possa essere frazionata e distribuita in diverse direzioni.

Anche la forma del tetto deve corrispondere alla “sostanza” dell’edificio che copre. Il tetto raccoglie l’energia verso l’alto e dall’alto: un tetto piano va benissimo per una costruzione commerciale, perché trattiene e condensa l’energia verso il piano materiale, ma è troppo yang per un’abitazione; così come sarebbe troppo yin un soffitto molto alto, che è invece tipico delle chiese, in cui favorisce il moto ascensionale dei pensieri e delle emozioni, il distacco dalla materia e l’evoluzione della coscienza.

Per comprendere a fondo come il Feng Shui interpreta l’ambiente abitativo, non è necessario ora soffermarsi a descrivere ogni dettaglio tecnico di quella che viene chiamata la “bussola Bagua” e che racchiude le informazioni utili a diverse scale e per le diverse finalità abitative. E’ sufficiente ricordare, qui, che ogni casa è un piccolo mondo, e andrebbe considerata come un emblema della vita, perché con essa interagisce in modo continuo e dinamico. Ogni aspetto della vita è simbolicamente racchiuso tra le pareti domestiche – le relazioni sociali, il lavoro, il riposo, il nutrimento, la salute, l’amore e così via – e ad ognuno corrisponde, o dovrebbe corrispondere, una posizione ed un orientamento favorente: si tratta anche in questo caso di rapporti qualitativi e quantitativi, che solo di rado coincidono con “stanze” vere e proprie, ma ugualmente dovrebbero tutti essere presenti e vissuti consapevolmente. Anche per questo le superfici troppo asimmetriche non sono consigliabili, perché in esse un elemento potrebbe essere ridotto o addirittura mancante, per cui è utile attuare un rimedio Feng Shui che ne attivi l’energia con un sostituto simbolico (colori o elementi) o comunque con una presenza vitale e positiva (una raffigurazione, una lampada, una pianta).

Poiché ogni aspetto della vita ha un’energia particolare e quindi un particolare significato (senso-direzione), è bene ricordare che i Cinque Elementi cinesi sono appunto direzioni energetiche e non vanno confusi con i “nostri” Elementi che invece corrispondono a stati (della materia o della psiche). I movimenti qui considerati sono: quello verso il basso (Acqua), verso l’alto (Fuoco), verso l’esterno (Legno), verso l’interno (Metallo) e quello rotatorio (Terra), a cui sono rispettivamente associati punti cardinali o meglio posizioni (come abbiamo visto con i Cinque Animali), numeri, colori, sapori, odori, organi, qualità e così via... L’interazione tra tutti questi aspetti si ottiene attraverso il “Ciclo della Creazione” (il Fuoco è figlio del Legno, il Legno è figlio dell’Acqua, l’Acqua è figlia del Metallo, il Metallo è figlio della Terra, la Terra è figlia del Fuoco) e il “Ciclo del Controllo” (il Fuoco controlla il Metallo, il Metallo controlla il Legno, il Legno controlla la Terra, la Terra controlla l’Acqua, l’Acqua controlla il Fuoco). Su queste basi è possibile interpretare le relazioni dei singoli spazi all’interno della nostra casa ed effettuare eventuali interventi correttivi o migliorativi: ad esempio anche solo evitando di accostare l’Acqua (lavello) al Fuoco (forno) in cucina, o appendendo immagini di laghetti montani (Acqua) alle pareti di una camera da letto esposta a sud (Fuoco) e quindi non adatta al riposo, o ancora scegliendo un pavimento di parquet (Legno) per lo studio, per alimentare l’attività produttiva (Fuoco)…

Sempre a proposito di direzioni, nella nostra casa l’entrata ideale dovrebbe avere un’esposizione verso est o sud, così da permettere l’ingresso del sole “crescente”; in ogni caso dovremo assicurare luce ed aria, spazio libero davanti alla porta e subito dopo. Tutte le porte rappresentano infatti il modo in cui portiamo energia all’interno, e quindi soprattutto quella principale (che simbolicamente corrisponde alla “bocca” della nostra casa) ha la funzione di apportare nutrimento vitale, con il giusto equilibrio. L’energia ha poi bisogno di circolare, senza sostare troppo ma nemmeno scivolare via troppo rapidamente; anche qui, corridoi lunghi e stretti, scale subito dopo l’ingresso o porte allineate, tendono a “risucchiare” il Chi ed è necessario intervenire con rimedi o filtri. Attenzione anche all’eccesso di finestre, che vanno schermate con tende soprattutto quando la vista esterna non è gradevole. Le finestre sono gli “occhi” della casa e devono essere ampie a sufficienza per permettere la visuale e l’affaccio, apribili e chiudibili a piacimento. La luce è sinonimo di vita e di consapevolezza: deve essere il più possibile naturale e, se artificiale, non fredda; gli apparecchi illuminanti servono anche a rendere completa una forma, a rivitalizzare angoli in cui ristagna l’energia, e se utilizzate con correttezza creano energia yang e la dirigono dove necessario, per favorire l’attività o compensare personalità dispersive. Ricordiamo ancora di evitare soffitti troppo bassi; o, in presenza di soffitti inclinati, di non posizionare i letti in corrispondenza della parete più bassa né sotto un trave a vista. Il sonno è una condizione primaria per la salute del corpo e dell’anima, ma anche estremamente delicata e vulnerabile, e quindi è fondamentale favorirlo con un ambiente equilibrato, privo di “frecce segrete”, di quadri od oggetti dall’energia troppo forte o colori inadatti.

Infine, non dimentichiamo mai di dedicare alcuni spazi (e quindi un po’ di attenzione-coscienza) alla nostra controparte vegetale, tenendo piante all’interno o all’esterno della nostra casa. Le piante hanno natura yin e un amichevole potere integrante e calmante, ma è necessario che siano mantenute sane, non sacrificate in angoli angusti e nemmeno – viceversa – sacrificando gli spazi ad esemplari sproporzionati. L’equilibrio è spesso solo una questione di buon senso, ed il Feng-Shui ne ha in abbondanza…

 

 

E’ stato necessario descrivere sommariamente i principi del Feng Shui e i suoi principali campi e metodi di utilizzo per giungere a suggerirne lo studio e l’applicazione a fini evolutivi. E’ pur vero che un modo di costruire sano ed attento all’ambiente sarebbe già molto, ma è altrettanto vero che, se la bioarchitettura si occupa del corpo (materiali, tipologie, strutture), il Feng Shui si occupa invece dell’anima della nostra casa; quindi l’ideale sarebbe un’interazione consapevole di entrambe le discipline. Il Feng Shui resta comunque applicabile a qualsiasi ambiente e in qualsiasi momento perché, operando con le analogie e le corrispondenze, non impone cambiamenti impegnativi sul piano del gusto, dei costi o degli spazi. Ciò che infatti mi premeva sottolineare, è che il Feng Shui non è una tecnica, tanto meno un approccio dogmatico e rigido al costruire, ma è soprattutto un sistema di pensiero: ne ho parlato come “arte dell’abitare” perché anche in situazioni già compromesse, anche in costruzioni già terminate ed occupate, può intervenire a correggere e riequilibrare eventuali conflittualità. Questo perché l’energia è un tutto organico e naturalmente predisposto a trasformarsi e a muoversi verso risultati più armonici, ed è sufficiente richiamare congrue assonanze simboliche per produrre un’eco vibrazionale direzionato e potente.

Affinché ciò sia possibile dobbiamo però riabituarci a considerare noi stessi, la nostra casa e gli stessi sentimenti che proviamo al suo interno, come elementi partecipi e sinergici della vita intera che abita il pianeta.

Esistono tantissimi testi che analizzano i fondamenti psichici di ogni rapporto interpersonale ma ancora troppo poco è stato detto su quello tra l’uomo e la propria casa, sulla psicosomatica dell’abitare. Eppure capita spesso che qualcuno cerchi da tempo una casa particolare, ma poi si trovi ad averne una completamente diversa: diversa da ciò che pensava e desiderava, appunto, eppure psicologicamente – inevitabilmente – affine a lui, in quel momento. Il Feng Shui ci ricorda che questa legge di affinità vale anche in senso opposto, e che possiamo migliorare noi stessi anche migliorando la nostra casa: modificare ciò che sentiamo procurandoci consapevolmente – strategicamente – sensazioni diverse da quelle a cui siamo abituati o forse rassegnati, eliminando ciò che non ci piace oppure correggendolo, portando attenzione al “cosa”, al “come” e soprattutto al “perché” di una disarmonia ambientale e quindi ascoltandoci nel profondo, ascoltandoci davvero, senza pre-giudicare ciò che il nostro cuore ci dice e ritrovando così la nostra natura di esseri creativi, e non solo reattivi.

 

 

«Come il sangue trasporta ossigeno e sostanze nutritive (...),

così l’energia Chi porta con sé le idee, i pensieri, le emozioni e i sogni

che vorremmo realizzare nella vita.»  (Simon Brown)

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA:

 

Master Lam Kam Chuen, “Il manuale del Feng Shui”, Ed. Corbaccio 1995

Yannick David, “Feng Shui, la casa in armonia col cosmo”, Ed. Amrita 1992

Man-Ho Kwok, “Feng Shui”, Ed. Il Punto d’Incontro 1995

Wu Xing, “Manuale di Feng Shui”, Ed. Il Punto d’Incontro 1998

Simon Brown, “I principi del Feng Shui”, Ed. Armenia 1997

Ernest J. Eitel, “Feng Shui”, Ed. Red 1995

Denis Linn, “Lo spazio magico”, Ed. Mondadori 1995

Philippa Waring, “Feng Shui”, Ed. Esoterika 1997

Hermann Meyer – Gunther Sator, “Vivere meglio con il Feng Shui”, Ed. Tecniche Nuove 2000

 


 

TECNICHE DIAGNOSTICHE

 


MEDICINA BIOELETTRONICA

MORA, VEGA, RYODORAKU,

 AGOPUNTURA SECONDO VOLL
MAGNETOTERAPIA - CROMOPUNTURA

MEDICINA BIOELETTRONICA

Le nuove frontiere scientifiche della medicina bioelettronica
Ing. Sergio Serrano

Sono vicedirettore di un centro di ricerca di medicina naturale all'interno dell'Università di Milano, che è anche sede dell'OMS, cioè l'Organizzazione Mondiale per la Sanità, il cui obiettivo è rendere scientifica la medicina naturale. Parlo in veste di biofisico, perché l'approccio deve essere innanzitutto scientifico.

Il problema della medicina naturale è che fino a poco tempo fa non possedeva una diagnostica propria, mentre la medicina accademica possiede tutti gli strumenti, dai raggi x agli esami del sangue, per cui era molto difficile dare criteri di valutazione sull'efficacia delle terapie naturali. Oggi esiste l'approccio kinesiologico, di sicuro valido non solo come terapia ma anche come diagnostica, ma soprattutto esiste la necessità di raccogliere i dati mettendoli in una forma comprensibile a tutti.

La medicina naturale si basa principalmente su concetti di tipo fisico, mentre quella accademica ha un modo di esprimersi chimico e biochimico. L'avvio alla medicina naturale viene da molto lontano, dalla medicina orientale e in particolare da quella cinese, che è di tipo energetico e sistemico. Significa che il nostro organismo è stato scomposto in dodici sottosistemi ognuno dei quali si chiama meridiano, ad esempio il meridiano del fegato non interessa solo il fegato ma è una linea che attraversa varie zone del corpo, tessuti, eccetera. La medicina sistemica va a vedere come questi dodici pezzi funzionano. I Cinesi hanno introdotto i concetti di energia yin e yang, energia più bassa o più alta; la descrizione dei meridiani avviene solo in base alla quantità di energia che posseggono.

A questo punto era necessario trovare un sistema per misurare con semplicità e scientificità l'energia dei meridiani. In Giappone, Nagatami, un medico che ha iniziato i suoi studi attorno al 1950, non credendo al discorso dell'agopuntura cinese, prese un impedenziometro cutaneo e provò a misurare tutti i punti della pelle; fece delle mappe in cui ottenne delle linee che ricalcavano i meridiani! Queste dodici linee comparse sulla mappa erano scientifiche, perché Nagatami le aveva studiate nell'ambito della fisica, e ha dato poi delle prescrizioni su come fare questa misurazione.

Oltre a questa tecnica, chiamata Riodoraku, ne esistono altre più complesse;è stata scelta perché è accessibile anche al medico che non conosce l'agopuntura, per cui è come un raccordo tra la nostra medicina e quella cinese. Quando gli organismi funzionano bene, hanno dei parametri elettrici compresi in un certo range. Quindi noi possiamo descrivere una cellula in modo compiuto sia con parametri chimici che elettrici. Col sistema Riodoraku siamo in grado di valutare lo stato di energia dei sistemi; i risultati sono stati codificati attentamente.

Questo tipo di diagnosi esalta l'approccio della medicina naturale come medicina su misura dell'individuo in esame, perché quando scopriamo che un meridiano è alterato energeticamente, vediamo che presenta una sintomatologia particolare. Si fa una sintesi tra ciò che abbiamo misurato e quello che il paziente ha.

Adesso la medicina naturale può comunicare scientificamente i suoi dati: a questo proposito, la nostra Università, come centro OSM, ha attivato un comitato di coordinamento di diagnostica bioelettronica, per rendere compatibili i linguaggi di tutte queste diagnostiche a livello mondiale. Con un esame di questo tipo si vede un'alterazione della funzionalità di un sistema, che a lungo andare può causare il danno di un organo... quello che la medicina accademica rileva!

Se ad esempio un organo è stato tolto, l'esame Riodoraku può rilevare una buona funzionalità del meridiano di quell'organo: sembra assurdo, ma vuol dire che dal punto di vista funzionale energetico, il sistema interessato da quell'organo si è adattato a funzionare nonostante la mancanza. Oppure uno può avere l'energia alterata in un meridiano, ma nessun sintomo fisico: vuol dire che lo squilibrio non ha ancora causato un danno organico.

Combattiamo anche il concetto di "medicina alternativa", se qualcosa è utile,è medicina, dallo sciamano al medico. Facciamo anche corsi per medici affiché siano i primi ad essere informati, insegnando per ora soltanto le parti di medicina naturale che hanno avuto una spiegazione scientifica. Stiamo studiando per rendere scientifici anche gli altri fenomeni.

Per tornare al discorso della diagnostica,è in corso un ulteriore studio; con le tecniche Riodoraku si valuta la quantità di energia che esiste nei punti di agopuntura.

Il dottor Montecucco con il Brain Olotester ha dimostrato che è possibile valutare non solo la quantità di energia, ma anche la qualità. Il cervello ha una funzionalità elettrica, tante onde e diverse frequenze, e l'energia del cervello viene divisa fra i vari range. Quando misuriamo l'energia nei punti di agopuntura periferici, vediamo che è simile all'energia nel cervello; lo studio di come questa energia, partendo dal cervello, si diffonde nei punti periferici, valuta proprio come ciascun meridiano elabora l'energia di partenza. Se la trasforma bene, vuol dire che il meridiano funziona bene energeticamente, se invece l'energia arriva alla periferia con delle distorsioni, cioè con mancanza di coerenza, significa che ci sono alterazioni energetiche di vario tipo. Lo studio della qualità dell'energia consente di spiegare ciò che i Cinesi chiamano "energia perversa", un'energia che è stata degenerata e resa disordinata.

Negli ultimi cinque anni, io e un collega, Daniele Franzoso siamo riusciti a collegare i parametri energetici a quelli biologici, attraverso un particolare esame del sangue; si pone il sangue di un polpastrello su un vetrino, si lascia seccare e poi, ripreso da una telecamera, si inserisce in un computer, per studiare come si altera a seconda della quantità di radicali liberi, e quindi in funzione dell'invecchiamento biologico. E' possibile vedere quanto sangue si altera e come, e quindi qual'è il livello di ossidazione dell'organismo.

E'  interessante comparare il Riodoraku coi livelli di ossidazione; si vede che ad esempio, quando ci sono livelli di iperenergia, si ha una bassa ossidazione, e viceversa. Anche in questo campo abbiamo stabilito dei livelli ottimali di ossidazione, ognuno dovrebbe avere dei livelli di invecchiamento proporzionali sulla propria età, cioè l'età biologica dovrebbe corrispondere a quella anagrafica. Con questo sistema, dalla valutazione energetica possiamo passare ai parametri biologici. quello che si vuol fare qui al Villaggio Globale di Bagni di Lucca, come in ogni altro centro di medicina naturale e olistica,è in perfetta sintonia con la proposta dell'OMS, cioè lo sviluppo scientifico delle medicine tradizionali, perché il 75% della popolazione mondiale fa uso di medicine naturali, senz'altro le più economiche e le più diffuse, ma non ancora scientifiche.

La Biocompatibilità elettromagnetica
Prof. Sergio Serrano, Dottore in Ingegneria e Fisica, Centro ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie -Medicina Naturale, Università degli Studi di Milano

Le complesse reazioni biochimiche che avvengono all’interno dell’Organismo producono campi elettromagnetici endogeni che occorre considerare nei trattamenti con campi elettromagnetici quali la laserterapia e la magnetoterapia.

Queste considerazioni, unitamente al fatto che l’ Organismo possa essere considerato un "struttura dissipativa" (Prigogine) e quindi biorisonante, pongono in risalto la necessità di fornire energia biocompatibile.

Raggi laser con particolari lunghezze d’onda (a emissione continua o opportunamente impulsata) o campi magnetici con determinate caratteristiche geometriche (forma d’onda) possono essere in grado di sortire effetti biologici-terapeutici significativi anche a dosaggi molto bassi. Verranno illustrate due realizzazioni tecniche.

Lo studio della biocompatibilità energetica si inserisce nella linea di ricerca propria della Medicina Naturale che vuole esaltare le capacità intrinseche di reattività biologica che ogni Organismo possiede: lo stato di malattia viene considerato come uno stato di equilibrio degradato che deve essere riportato, per quanto possibile, ai valori di normalità energetica (omeostasi energetica) cui corrispondono i valori di normalità biochimica (omeostasi biochimica).

 

MED. La Biocompatibilità elettromagnetica in terapia
Prof. Sergio Serrano

L’uomo è immerso in una situazione elettromagnetica naturale caratterizzata da diverse componenti mutuamente interagenti: l’elettricità atmosferica (ionizzazione), il campo magnetico terrestre, la radioattività, le radiazioni elettromagnetiche provenienti dal Sole e dagli spazi esterni.

Questo ambiente elettromagnetico ha indubbiamente contribuito, assieme a tutti gli altri fattori ambientali, a determinare i parametri funzionali dell’uomo nella sua attuale struttura: non deve, quindi, meravigliare che grandezze di natura elettromagnetica influenzino lo stato di salute dell’uomo stesso e che possano, opportunamente riprodotte artificialmente, venire utilizzate a scopi terapeutici.

Prenderemo in considerazione due particolari sorgenti di energia elettromagnetica artificiale (un laser in banda ottica e un generatore di campo magnetico a bassa frequenza) in grado di produrre, a basso dosaggio, effetti biologici-terapeutici significativi grazie alla biocompatibilità elettromagnetica dell’energia da essi prodotta.

Ogni organismo biologico possiede delle capacità intrinseche di risonanza elettromagnetica essendo una "struttura dissipativa" (Prigogine): si può ritenere biocompatibile l’energia elettromagnetica esterna che sia in grado di risuonare con l’energia elettromagnetica propria dell’organismo biologico stesso.

Magnetoterapia a bassa frequenza

L’utilizzazione di campi magnetici per fini terapeutici ha dato origine alla magneto-terapia. Il primo passo, in questa direzione,è stato mosso dalla Magnetobiologia che dimostrò negli anni ’60 gli stretti legami tra campo magnetico terrestre e orientamento degli uccelli migratori. Agli studi sugli uccelli si affiancarono lavori su altri gruppi zoologici e si misero in evidenza correlazioni fra magnetismo e mondo animale a diversi livelli dell’albero filogenetico.

Attualmente è assodato che esiste una magnetosensibilità in Planarie (Platelmiti), Poliplacofori (Molluschi), Coleotteri e Imenotteri (Insetti), Elasmobranchi (Pesci), Anfibi Urodeli, Uccelli Migratori e Piccioni Viaggiatori (Uccelli), Roditori e Delfini (Mammiferi).Ultimamente anche l’uomo è stato inserito in questa lista.

Esistono stretti legami tra il campo elettrico e quello magnetico e i due campi sono sempre presenti simultaneamente in un’onda elettromagnetica:

varia unicamente il rapporto di reciproca preminenza.

Sono stati evidenziati numerosi effetti in seno alla materia vivente e numerose interazioni fra i campi stessi e i tessuti biologici.

Tali interazioni producono, nel caso dei campi magnetici a bassa frequenza, effetti biologici significativi:

1) EFFETTI CELLULARI: a) stimolazione delle mitosi

b) accelerazione sintesi DNA

c) aumento sintesi proteica

2) EFFETTI UMORALI: a) aumento dei leucociti

b) stimolazione immunitaria

3) EFFETTI SUL SNC: a) sensibilità di alcune aree (ipotalamo)

b) alterazioni ECG

Si riscontra inoltre:

I campi magnetici artificiali: considerazioni biofisiche

I campi magnetici per applicazioni biomediche possono essere prodotti con diverse metodologie e posseggono, di conseguenza, caratteristiche assai differenti fra loro.

Non vi è nessuna ragione di ritenere che gli effetti biologici prodotti dai campi magnetici debbano essere provocati da fenomeni fisici diversi da quelli conosciuti.

Questi fenomeni fisici, inoltre, sono la diretta conseguenza delle caratteristiche del campo che li ha prodotti.

Esiste, quindi, una corrispondenza biunivoca fra le caratteristiche fisiche del campo e gli effetti biologici prodotti: una corretta caratterizzazione del campo è quindi di fondamentale importanza.

Conoscendo il tipo di campo utilizzato è possibile fare considerazioni di dosimetria che altrimenti risulterebbero estremamente imprecise.

Questa descrizione consente di valutare l’influenza della componente omogenea e di quella disomogenea del campo poiché differente è il loro meccanismo di azione.

La componente disomogenea esercita una funzione di accelerazione sulle particelle che sono più para- o più dia- magnetiche delle particelle circostanti, mentre un campo omogeneo non esercita tale forza.

Per caratterizzare il campo magnetico sotto l’aspetto del biomagnetismo occorre definire alcune grandezze.

La forza P esercitata su una particella para- o dia- magnetica è proporzionale al suo volume V, all’intensità di magnetizzazione I e al gradiente del campo dH/dx:

P a V.I.dH/dx (1)

Poiché I/H=k, ove k è la suscettibilità del materiale, la (1) si può scrivere:

Pa k.V.H.dH/dx (2).

Come si può osservare dalla (2), né solamente il gradiente né la variazione relativa dell’intensità del campo sul campione biologico da trattare (corpo umano nella sua globalità o organi particolari di esso) sono grandezze sufficienti, singolarmente, per descrivere la forza P, ovvero la differenza di efficacia biomagnetica fra un campo omogeneo e uno disomogeneo.

Si definisce, poi, intensità paramagnetica il prodotto dell’intensità e del gradiente di un campo magnetico : H.dH/dx.

Concludendo, i campi biomagnetici, devono essere caratterizzati fornendo sempre, fra gli altri, due dati:

  1. intensità del campo: come misura di efficacia relativamente ai fenomeni dovuti alla componente continua del campo;
  2. intensità paramagnetica:come misura di efficacia relativa alla componente diso-mogenea del campo (caratterizzata dall’andamento del campo e dalla forma d’onda)

In analogia con il roentgen (dose unitaria di raggi x), è stata creata una "dose magnetica omogenea" (oersted/ora) t.H relativa alla componente continua del campo magnetico e una "dose magnetica disomogenea" t.HdH/dx (con t si indica la durata dell’applicazione) relativa alla componente disomogenea del campo magnetico.

Per riassumere, i parametri che sono da definire e calcolare quando si vogliono utilizzare campi magnetici in terapia sono i seguenti:

FORZA ESERCITATA SU PARTICELLA PARA-DIAMAGNETICA

P a k .V. H . dH/dx

INTENSITÀ PARAMAGNETICA DEL CAMPO

H . dH/dx

DOSE MAGNETICA (oested/ora)

a) per campi omogenei: t . H

b) per disomogenei: t . H . dH/dx

dove tè la durata dell’applicazione

L’apparecchio utilizzato nella sperimentazione clinica di seguito riportata (effettuata presso Istituto Tumori di Milano) ha le seguenti caratteristiche:

 

Riparazione dei danni da radioterapia (osteoradionecrosi) tramite campi magnetici a bassa frequenza
A. Laffranchi, GM. Danesini, P. Potepan, L. Suman, P. Salvatori, A. Cerrotta, S. Serrano, I. Spagnoli

Nel nostro Istituto, dall’introduzione della Magnetoterapia per il trattamento delle osteoradionecrosi della mandibola conseguente a radioterapia, avvenuto nel 1992, abbiano concluso il trattamento di 8 pazienti, mentre 7 pazienti sono tuttora in terapia.

Questo lavoro considera solo i nostri pazienti giudicati guariti.

Si tratta di 5 maschi e 3 femmine.

La terapia è stata applicata in maniera consecutiva e in 7 casi si è ottenuta la guarigione clinica, mentre in un caso si è verificata una complicanza flogistica a distanza, prontamente interrotta dalla ripresa della terapia.

Di questi pazienti, 5 erano stati trattati con cicli di ossigeno-terapia in camera iperbarica che si era dimostrata utile per ridurre il dolore locale, ma inefficace per la ricostruzione scheletrica e dei piani mucosi.

I pazienti sono stati trattati per periodi compresi tra 4 e 8 mesi con trattamenti eseguiti a domicilio con la seguente modalità: 5 giorni consecutivi alla settimana con 2 sedute di 30 minuti al giorno (una al mattino, l’altra alla sera).

La frequenza dell’apparecchiatura utilizzata è stata di 50 Hz, il flusso di campo era compreso fra 10 e 20 Gauss e la forma d’onda di tipo sinusoidale.

Ciò che emerge dai nostri risultati è quanto segue:

Nei restanti 7 casi non si sono avuti segni di ripresa di lesioni infiammatorie né di malattia neoplastica. Il follow-up più lungoè stato di 5 anni.

In tutti i pazienti non si sono avute complicanze, ma solo effetti collaterali modesti e sempre transitori, quali: nausea, a volte senso di vertigine di breve durata (pochi secondi), insonnia e, in un caso, una fastidiosa sensazione di intenso calore ai piedi.

Conclusioni

L’importanza dei risultati ottenuti, l’assenza di complicanze gravi e la risposta terapeutica in pazienti precedentemente già trattati, senza risultato significativo, con ossigenoterapia in camera iperbarica pone questa terapia medica come la principale per il trattamento incruento delle osteoradionecrosi.

Dalla nostra ulteriore esperienza possiamo concludere che tra le possibilità applicative, oltre ai casi di osteoradionecrosi e di lesioni solo mucose, vi siano anche quelle di riportare nei criteri di trattamento chirurgico pazienti guariti dal tumore, ma devastati dalle complicanze terapeutiche e giudicati O.I.L. (oltre i limiti) per utili possibilità demolitive e ricostruttive.

La fattiva collaborazione col Prof. Sergio Serrano dell’Università di Milano, ci ha inoltre consentito di realizzare un’apparecchiatura di magnetoterapia dedicata ai nostri scopi e che presenta caratteristiche tecniche innovative. La principale è data dal nuovo concetto di considerare più importante la forma dell’onda generata dall’apparecchio, rispetto all’entità di flusso del Campo Magnetico. Questa apparecchiatura è ora in uso sperimentale presso la divisione OCF del nostro Istituto di Ricerca.


Laser terapia a 634,7nm
D.Carpanini, D.Franzoso, S.Serrano

Come Popp poté dimostrare, gli esseri viventi contengono dei sistemi risonatori molto sensibili, da pochi Hz a 1015 Hz.

L’uomo, come dice anche Bahr, consiste in circa 1013 oscillatori, che sono reattivi in tutto il campo delle frequenze. Popp afferma che l’essere vivente è creato a misura della ideale comunicazione delle sue cellule, sull’esatto scambio di informazioni o, in breve, sulla risonanza cellulare.

Se esaminiamo lo spettro delle energie emesse dal nostro organismo vediamo che è molto complesso ma comunque scomponibile negli spettri delle varie finzioni.

L’insieme di questi spettri presenta un picco corrispondente alla banda di lunghezza d’onda 634,7 nanometri, che è stato studiato da Popp e attribuito alla funzione lipossigenasica.

La lipossigenasi è un enzima della classe delle ossidoreduttasi che catalizza l’ossidazione dei doppi legami degli acidi grassi polinsaturi formando un perossido o un superossido ed un acido grasso a catena più corta.

Questa reazione fisiologica è, come sappiamo, molto importante, ubiquitaria nell’organismo umano e pertanto la sua corrispondente emissione di 634,7 nanometri è presente in ogni sistema biologico del nostro organismo, dal micro al macro.

Ricordando i concetti di Prigogine, secondo cui i sistemi biologici sono strutture dissipative nelle quali l’apporto di un input energetico ordinato è in grado, purché sia risonante con il sistema secondo il concetto di biorisonanza di Hill, di indurre ordine e regolazione in tutto il sistema, appare evidente come una sorgente laser che emetta a 634,7 nm fornisce una energia esterna portante che è in grado di risuonare con tutti i sistemi biologici del nostro organismo e diviene pertanto una energia informativa di regolazione ordinatrice di tutto l’organismo, terapeutica.

Su questi presupposti è stato realizzato il "laser biofotonico" (Zener Milano) caratterizzato da una emissione di lunghezza d’onda 634,7 nm e dalla potenza di 10 mW, che può essere definita molto considerevole.

La sorgente è allo stato solido (diodo laser).

L’attività terapeutica viene esaltata se la stimolazione laser trova, per così dire, delle porte privilegiate di entrata nel sistema biorisonante.

I punti di agopuntura sono porte privilegiate: infatti, come abbiamo già visto, sono caratterizzati da bassa impedenza e secondo gli studi di Dumitrescu sono pori elettromagnetici aperti sul nostro organismo.

Essi sono quindi delle antenne, disposte a formare i meridiani o intercalate sul tragitto dei meridiani come dir si voglia, in grado di ricevere appieno questi segnali di energia di regolazione, trasferendola al nostro organismo.

Il nostro organismo è un sistema fisico dissipativo che, ricevendo questo input energetico biorisonante esogeno, è in grado di divenire più coerente ordinato (Prigogine).

Attuiamo, usando un termine particolare, una riabilitazione di tipo energetico.

Il laser biofotonico messo a punto dalla ditta Zener è in grado di emettere un raggio laser di 634,7 nanometri in modalità continua oppure in modalità pulsata selezionando fra 7 frequenze multiple fra loro che si rifanno alle 7 frequenze fondamentali di Nogier e alle 7 frequenze della la spirale di Bourdiol.

FREQUENZA FREQ. CORRISPONDENTE

in Hz di Nogier e Bourdiol


2,5 A

5 B

10 C

20 D

40 E

80 F

160 G

Per ogni modalità di emissione, sia essa pulsata che continua, è comunque possibile selezionare un tempo di durata di stimolazione variabile fra 5-10-30-60 secondi e ¥ senza limite.

Questo ci consente di mettere in atto la stimolazione dei punti secondo i criteri dell’agopuntura tradizionale cinese o secondo altre tecniche in relazione a quanto ci prefiggiamo ottenere.

Secondo l’esperienza maturata dal dott. Franzoso

Þ per tonificare un punto (agopuntura tradizionale)

si usa frequenza 20 Hz per tempo 30 secondi;

Þ per disperdere un punto

si usa frequenza 160 Hz per tempo 30 secondi.


Kirlian e il bioplasma
di Nitamo Montecucco

Nel 1939, contemporaneamente alla scoperta dell'energia orgonica, in Russia un tecnico di nome Semion Davidovich Kirlian scopre una particolare tecnica elettrica che permette di visualizzare indirettamente l'effetto dell'energia vitale intorno agli organismi viventi.

Questa apparecchiatura consiste in una bobina ad alta tensione che manda una corrente ad altissimo voltaggio (2080.000 volt) e a basso amperaggio (O.I. amp. circa) ad una piastra formata da una lastra isolata di rame, la corrente viene impulsata da un oscillatore a 2030 Kcicli/sec. La piastra di rame, di 2530 cm circa, viene isolata sotto con un spesso strato di polistirolo e una lastra di cristallo di 1/2-I cm sopra.

Appoggiando un dito sulla piastra (isolata), per effetto del potente campo elettromagnetico, gli elettroni e gli ioni liberi del dito vengono attratti verso la piastra metallica, eccitando durante questo breve tragitto le molecole di aria circostanti e producendo così una traiettoria luminosa che può essere registrata su carta o pellicola fotografica colore. Questo effetto è conosciuto come effetto corona ed è di natura puramente elettrica. Gli oggetti inanimati avranno quindi una corona luminosa assolutamente identica per colore, forma e qualità in quanto gli elettroni freddi che da essi partono non vengono influenzati da nulla, e producono traiettorie costanti nel tempo.

Gli organismi viventi possiedono invece un campo energetico vitale che circonda completamente il loro corpo, il quale influenza in vari modi le traiettorie degli elettroni dando delle corone luminose differenti per forma, colore e intensità luminosa. In seguito Kirlian di trasferisce all'Università di Stato del Kazakh, presso la città di Alma Alta, dove viene affiancato nel suo lavoro di ricerca da un'équipe di biologi, medici e tecnici.

I principali risultati di questo gruppo di ricerca si concretizzano in un apparecchio Kirlian, dove, al posto della pellicola fotografica si usa una specie di telecamera che proietta l'immagine a colori istantaneamente su di uno schermo televisivo. Questo apparecchio è in grado di amplificare le immagini fino a 800 volte, e ha permesso ai ricercatori russi di verificare l'esattezza e l'esistenza dei punti di agopuntura, che appaiono come punti di maggiore luminosità rispetto alla cute circostante. La possibilità di una osservazione immediata, diretta, continua e ingrandita ha permesso ai ricercatori russi di avanzare enormemente nella comprensione delle funzioni e delle caratteristiche biofisiche di questa energia.

L'effetto Kirlian polarizza l'attenzione di molti biofisici, medici e biologi russi sulla gestione energetica che, con questa tecnica può essere finalmente documentata e studiata in modo più scientifico. Come effetto di questa polarizzazione, nel '67, un gruppo di biofisici e biologi capeggiati da Injushin e Grishchenko, propone per la prima volta l'esistenza di un Bioplasma, uno stato energetico di materia proprio degli esseri viventi, che si manifesta come un vero e proprio doppio energetico del corpo fisico e che viene chiamata Corpo bioplasmatico, e identifica il campo energetico in cui avvengono quei particolari fenomeni che globalmente passano sotto il nome di "vita".

Il bioplasma possiede delle caratteristiche tali da poter essere considerato un plasma freddo. In fisica il plasma è considerato come il quarto stato della materia, dopo lo stato solido, liquido e gassoso;è caratterizzato da un'altissima temperatura e viene ritenuto esistere all'interno di corpi celesti come il sole o creato in minime quantità in speciali laboratori di ricerca nucleare.

Il bioplasma, che era stato ipotizzato sin dal '44 da Grishchenko e poi dal biofisico moscovita Adamenko, viene presentato da Injishin e coll. in una lunga pubblicazione: "I'essenza biologica dell'effetto Kirlian", ricca di documentazioni e dati fisici e biologici inerenti alle caratteristiche del bioplasma stesso. Secondo i russi la particolarità di questo plasma biologico è quella di formare la struttura energetica sulla quale si organizzano i processi e le strutture viventi. In altre parole il bioplasma forma un ologramma energetico costituito da linee di forza che sono la matrice delle forme e dei processi viventi. Gli elettroni giocano un ruolo di fondamentale importanza in questo sottile lavoro che a livello fisico si esprime nei campi elettromagnetici, come sostiene anche il premio Nobel Szent Gyorgy.

Per le sue proprietà di creare questi "campi energetici vitali" nei quali si può facilmente evidenziare la presenza di un ordine intrinseco (in altre parole di un basso livello entropico) il bioplasma  è stato chiamato anche forza aggregatrice biologica. I russi l'hanno identificato con l'energia dell'agopuntura cinese. Da questa comprensione sono nati sia apparecchi per la detenzione dei punti, sia tecniche terapeutiche che utilizzano il laser e altre forme di energia sui punti e lungo i meridiani.

L'effetto Kirlian ha mostrato come il corpo bioplasmatico mostra in anticipo evidenza di malattie o problemi di salute generale. con un anticipo anche di alcuni mesi il corpo bioplasmatico mostra segni di debolezza energetica o dei veri e propri "buchi" nella sua struttura luminosa; questi blocchi energetici si trasformeranno successivamente in malattie.

La tecnica Kirlian viene usata, oltre ai normali test radiologici, all'Istituto di Fisiologia Normale di Mosca, sotto il controllo del Ministero della Salute, per la detenzione precoce dei tumori. Una tecnica derivata dalla Kirlian da ricercatori Rumeni chiamata elettronografia, sembra possedere le migliori caratteristiche per screening di medicina preventiva, come è stato estesamente documentato nel libro di Lelio Galateri Parapsicologia ed effetto Kirlian, dove vengono mostrate foto elettronografiche della cute del torace e dell'addome di alcune persone che mostrano evidenza di un'alterazione energetica dimostrata successivamente ad intervento chirurgico essere dovuta a tumore.

Poco dopo la pubblicazione della scoperta del Bioplasma, peraltro particolarmente ignorata dalla scienza ufficiale, il governo russo decide di imporre un pressoché totale top-secret sulle ricerche e scoperte che si svolgono ad Alma Ata e presso altre università russe. Questa chiusura scientifica dipende forse dal fatto che molte delle scoperte inerenti all'effetto Kirlian, al bioplasma e alle loro importantissime applicazioni possono essere usate per scopi bellici. Questa interpretazione è confermata da fatto che le Forze Armate degli USA hanno stanziato, nel '77, una ingente somma per il finanziamento di ricerche sull'effetto Kirlian, dirette dal Dott. Joseph Slate della Cattedra di Psicologia dell'Athens State College in Alabama.

Le ricerche sono state riprese anche da ricercatori sia europei che statunitensi. La Dott.ssa Thelma Moss dell'Università di California di Los Angeles, con una lunga serie di esperimenti dove sono state prese più di 10.000 foto Kirlian, ha potuto dimostrare con assoluta certezza che l'effetto K. non è dovuto né correlato a fenomeni fisico-chimici quali il sudore o l'umidità della pelle, la temperatura cutanea, l'irrorazione sanguigna o il potenziale galvanico superficiale.

Una successiva serie di esperimenti ha invece dimostrato con chiarezza che l'intensità luminosa, il colore e la forma sono strettamente correlati con precisi stati psicologici ed emozionali del soggetto sperimentale. In particolare l'effetto K evidenzia con esattezza gli stati di stress, tensione o paura che appaiono sulla foto come macchie rose e interruzioni della corona luminosa; mentre gli stati di reale rilassamento, pace interiore e salute fisica mostrano la scomparsa del rosso e un aumento proporzionale della corona bianca e di quella blu.

La correlazione energetica vitalità-psiche si ripropone così ancora una volta con particolare chiarezza ed evidenzia, e in questo rapporto di nuovo la mente sembra influenzare in modo negativo o inibitorio l'EV. Il corpo bioplasmatico sembra essere il mezzo attraverso cui si realizzano le correlazioni uomo-cosmo, e che si evidenziano nei ritmi circadiani; e nei bioritmi mensili.

I russi hanno scoperto negli animali e nell'uomo un ritmo circadiano energetico non correlato alla veglia o al sonno, l che vede un aumento dell'EV durante le I ore notturne e una diminuzione nelle ore diurne, sembra che molti disturbi psicologici possano dipendere dai ritmi che l'uomo si impone riguardo al sonno e alla veglia, non corrispondenti con quelli energetici legati al ciclo solare di luce o oscurità.

Tra questi disturbi possono essere elencati nervosismo, agitazione, disturbi dell'attenzione e insonnia. Il Prof. Leonard Konikiewicz del Polyclinic Medical Centre di Harrisbourg, Pennsylvania, studiando l'effetto K su di un gruppo di donne ha scoperto l'esistenza di un ritmo energetico mensile che vede due picchi energetici intono al 1°, e 25°-26°-27° giorno del ciclo mestruale, in coincidenza con l'ovulazione e con l'inizio delle mestruazioni. L'effetto K è stato studiato anche sui guaritori o pranoterapisti che usano principalmente le mani per aiutare il processo di guarigione. Molte ricerche svolte in Russia, USA, Germania, Italia e Gran Bretagna mostrano che le immagini delle corone luminose dei veri pranoterapisti sono molto più larghe e luminose di quelle delle persone comuni. Alcune indagini svolte su un certo numero di soggetti prima e dopo una seduta pranoterapica, hanno mostrato che l'iniziale differenza di energia, tra il guaritore e il paziente, veniva in parte bilanciato dopo la seduta, indice di un reale trasferimento di energia.

Breve memorandum per una corretta sperimentazione Kirlian

Uno dei problemi più comuni che da sempre ha assillato coloro che hanno svolto sperimentazioni con la foto Kirlian è stato quello della variabilità dell'immagine nel tempo. Per meglio comprendere questo punto, per noi fondamentale, occorre prima di tutto comprendere la natura e le grandi leggi che governano l'energia vitale in genere e a delineare i vari parametri che concorrono a 'formar è  la foto Kirlian.

L'energia vitale è energia di natura originariamente elettromagnetica che viene fortemente 'informata' dal campo psichico, ossia dalla mente, dell'organismo a cui "appartiene".

L'energia vitale si trova quindi a metà tra l'organizzazione mentale ed emozionale le che la strutturano e l'organizzazione del corpo fisico che viene strutturato da essa.

L'unità di misura dell'energia elettromagnetica in generale è rappresentato dall'elettrone, che a sua volta è costituito da fotoni, ossia particelle o meglio quanti di luce caratterizzati da differenti movimenti ondulatori.

L'energia vitale si comporta, nel corpo vivente, come una rete di informazioni, uno scheletro energetico tridimensionale olografico, su cui si aggregano e si muovono gli atomi che compongono il corpo fisico, così come i mattoni e gli elementi che compongono un'abitazione, si strutturano sulla base della forma tridimensionale del progetto.

Il corpo di un essere vivente è così composto di atomi fisici, energie elettromagnetiche altamente informate, da emozioni, da pensieri e dalla coscienza che ne costituisce l'unità individuale, o senso di identità. Ogni organismo, dalla cellula alla pianta all'essere umano ha in sé questi livelli di organizzazione.

Il campo energetico vivente e quindi tutte le energie vitali che compongono ogni struttura biologica hanno la caratteristica di essere pulsanti e cicliche. Questo in relazione alla pulsazione cellulare, al ritmo cardiaco e respiratorio, alla pulsazione cranio-sacrale, ai comportamenti fisiologici (respirazione, sonno, pasti, sesso, lavoro ecc.), ai più profondi ritmi ormonali circadiani e stagionali.

Il campo energetico e la rete di energia, non essendo fortemente strutturate come il corpo fisico, ma essendo al contrario flessibili e adattabili, possono manifestare un'alterazione che solamente dopo mesi o anni sfocerà in una forma patologica del corpo fisico. Per questo le diagnosi energetiche comportano una possibilità di diagnosi preventiva molto forte.

Quando noi interveniamo prendendo una foto Kirlian, in realtà stiamo prendendo un'istantanea di una energia pulsante. Ogni istante è potenzialmente differente da ogni altro.

Spesso una foto completamente vuota di immagini è segno di una forte emotività della persona in quell'istante, spesso dovuta a paura dell'elettricità, della novità o del responso. Persone con un'emotività molto forte devono essere messe particolarmente a loro agio, scherzando e sdrammatizzando. Il riso e la mancanza di pressione, fisica e psicologica, sono un ottimo rimedio.

Le influenze che secondo noi maggiormente incidono nel modificare l'immagine Kirlian sono:

1) il campo elettromagnetico e caratteristiche proprie dell'apparecchio per le foto Kirlian.

2) Le emozioni dovute all'alterazione psicologica di essere sottoposti ad un test che può rilevare caratteristiche profonde a cui sono associati forti giudizi relativi alle proprie capacità.

3) variabilità intrinseca del campo energetico che, essendo pulsante può comportare variazioni del flusso di informazioni.

 

Per una corretta sperimentazione e lettura della foto Kirlian suggeriamo quindi di tenere in considerazione i parametri prima elencati ed in particolare:

1) utilizzare macchine per elettrofotografia Kirlian standardizzate (ditte: Bios Piemonte (To) o Named (Mi).

2) utilizzare la macchina sempre con i parametri costanti (tempo, frequenza in Hertz, potenza, marca e qualità della carta (meglio la n.1 non lucida) o della pellicola fotografica (bassa sensibilità e quindi grana fine, se diapositive meglio per luce artificiale).

3) utilizzare un identico standard di comportamento con le persone che si sottopongono alla foto Kirlian, evitando ogni tipo di influenza diretta o indiretta, non esprimendo giudizi o valutazioni, né positive né negative, sui possibili risultati. Mettere a proprio agio la persona, meglio se seduta, e ricordandole di sentirsi rilassata e di respirare.

4) fare più foto alla stessa persona, sia prima che dopo eventuali interventi terapeutici, e analizzare le costanti di fondo e quelle patologiche che appaiono sulla maggioranza delle foto fatte nello stesso tempo.

5) evitare di fare diagnosi precise e affrettate ricordando che, in ogni caso si sta prendendo in considerazione un parametro energetico e non somatico. Anche eventuali blocchi che dovessero apparire nell'immagine devono essere considerati esclusivamente come blocchi energetici e non necessariamente fisici. I blocchi energetici, con la loro forte e diretta dipendenza dalle emozioni e dalla mente, possono subire clamorosi cambiamenti in relazione a trasformazioni del modo di pensare o di giudicare le proprie emozioni. A volte quando la persona fotografata si apre in una relazione amichevole con lo sperimentatore la qualità delle foto migliora notevolmente.


IRIDOLOGIA

Iridologia
di Claudio De Santis

Immaginate di guardare una persona negli occhi. Immaginate poi di avvicinarvi ai suoi occhi sempre più: avvicinatevi... avvicinatevi ed entrate in quel buco nero che c'è al centro la pupilla: un tuffo, un viaggio nel misterioso mondo del corpo umano Immaginatevi di visitare tutte le regioni che compongono il pianeta Uomo: il fegato, la colecisti, la milza, il pancreas, lo stomaco, i polmoni, il grosso intestino, il cuore, il piccolo intestino, i reni, la vescica. Poi entrate nelle città che compongono queste regioni, le varie cellule che con un lavoro incessante permettono all'organo di funzionare. Esplorate le correnti che tengono insieme le cellule, che tengono insieme gli organi, che tengono insieme questo complesso sistema che chiamiamo Uomo. Ecco: l'iride è il diario di bordo di tutto questo viaggio.

L'iride rappresenta una delle zone riflessogene del corpo: come è dentro cosi è fuori. Esiste un meraviglioso rapporto di continuità e scambio informativo tra la periferia ed il centro tra il centro e la periferia. Ogni parte del nostro corpo contiene tutto il corpo in termine di informazione (DNA). Il problema è quello di comprendere le informazioni che la parte scelta dà: io ho scelto l'iride.

Non esistono due iridi uguali anche all'interno della stessa persona, quindi il primo messaggio che ci manda l'iride riguarda l'unicità dell'essere umano, la non paragonabilità.

Un altro aspetto emerso dalle Osservazioni è che nell'iride è inscritta una mappa degli organi interni. Si e visto cioè che chi ha problemi di fegato presenta più frequentemente un segno in una certa porzione dell'iride, chi ha problemi di milza in un'altra porzione e cosi via creando in questo modo un riferimento stretto tra alterazione dell'organo o del viscere ed alterazione della trama irica. Accanto alle alterazioni più evidenti della struttura dell'iride, ci sono le macchie, le cripte, ecc. che sono una fonte inesauribile di informazioni sull'interno. L'iride è dunque una fotografia di come siamo in quel momento, ma è anche qualche cosa di più: registra quello che siamo stati e come questo incide sul nostro presente.

Torniamo all'esempio iniziale: leggendo il diario di bordo è possibile seguire tutte le vicende che hanno costellato il viaggio. Allo stesso modo, lèggendo l'iride è possibile comprendere le vicende che hanno portato la persona a sviluppare una certa sintomatologia.

Facciamo un altro esempio. Immaginiamo un recinto di cavalli: chi sta fermo, chi mangia, chi trotterella attorno, in generale una situazione tranquilla, armonica. Improvvisamente... il fuoco. Attimi di panico, movimenti caotici, poi lo sfondamento del recinto e la fuga de cavalli. Proviamo a sostituire il recinto col corpo, i cavalli con le energie c e si muovono in noi, il fuoco con una situazione stressante che proviene dall'interazione con l'ambiente in cui viviamo, lo sfondamento come il sintomo che colpisce la parte più debole del corpo ed abbiamo un possibile quadro di ciò che significa "malattia". Ecco, l'iride registra i punti deboli del recinto indicando una possibilità preventiva. Ricordo che il sintomo è quanto di meglio il corpo può fare per mantenere l'equilibrio del sistema, in quanto il corpo agisce come un sistema cibernetico: se non ci fosse stato un punto debole nel recinto, i cavalli sarebbero morti. Il corpo tende sempre a conservare le energie vitali: la malattia va compresa, non combattuta:è un altro modo per metterci di fronte alle cose che non vogliamo vedere e che non accettiamo di noi.

Come molte altre zone del corpo, l'iride è un sistema informativo che registra quello che sta succedendo nel corpo in termini di pericolo per il sistema, ed in termini di punti deboli del sistema, punti da preservare affinché non cedano.

La prima divisione che all'osservazione salta subito all'occhio è quella tra pupilla ed iride: tra inconscio e conscio. Quando osservo gli occhi dei miei pazienti, sono affascinato dai segni, dai colori dell'iride, ma la pupilla mi provoca una sensazione più misteriosa: al di là di quel buco nero, mi immergo nello sconosciuto..

Nelle sistematizzazioni più recenti, la mappa è suddivisa come un orologio per i riferimenti alla circonferenza, ed in sette anelli concentrici dal centro alla periferia. Ogni iride è a grandi linee speculare rispetto a sé stessa. L'homunculus nell'iride è rappresentato con la parte cefalica al polo superiore e quella ventrale a quello inferiore. Dividendo l'emisfero nasale da quello temporale con una retta longitudinale, possiamo vedere che gli organi sono divisi a secondo del chakra corrispondente, dal primo chakra che corrisponde all'energia ancestrale, procreativa del rene (secondo i Cinesi), al settimo che corrisponde al cervello ed alle funzioni di connessione superiore.

L'iride è dunque suddivisibile in spicchi che ci informano sullo stato dei chakras e degli organi corrispondenti dando notizie preziose sullo stato energetico generale e particolare dell'organismo, nonché sui nodi esistenziali più grossi in atto nel paziente. Ricordo brevemente le correlazioni coi chakras: I= sessualità riproduttiva; II= autosufficienza; III= affermazione di sé; IV= amore; V= creatività; VI= visione interiore; VII= coscienza universale (spiritualità).

L'altro aspetto della divisione irica ci informa a quale livello il chakra corrispondente è bloccato e quale tipo/i di terapie potrebbero essere adatte per riattivarlo.

Dal centro alla periferia abbiamo: l'orlo pupillare interno (OPI), l'orlo pupillare esterno (OPE); la corona; il margine della corona; la zona degli organi; l'orlo irideo interno (OII) l'orlo irideo esterno (OIE) che corrispondono rispettivamente alle ossa del rachide, allo stato di nutrizione del rachide, all'apparato gastroenterico, al sistema neurovegetativo, allo stato degli organi, allo stato degli organi filtro del corpo (emuntori), all'aura che rivela lo stato attuale del paziente.

Passiamo ad un esempio pratico. Ammettiamo che nell'arco di cerchio compreso tra le 6.30 e le 7.30 dell'iride sinistra vi sia un segno dell'OPI, nella zona degli organi e nell'OIE. La zona corrisponde al II chakra, quindi il conflitto esistenziale è nei confronti dell'autosufficenza. Naturalmente varie possono essere le manifestazioni di questo conflitto: vivere coi genitori in età adulta, mancanza di indipendenza economica, legami sentimentali non indipendenti, ecc. All'esame obiettivo rileveremo la zone tesa, fredda, con scarsa mobilità: il II chakra si trova sotto l'ombelico, ma la zona interessata è più vasta. E' stata fatta una correlazione tra chakra e movimenti bioenergetici (secondo Lowen) ed il secondo corrisponde al segmento addominale. Questo può essere bloccato nel suo movimento spontaneo, coinvolgendo tutta la fascia ventrale e lombare: la tensione è apprezzabile all'esame obiettivo. Dal centro alla periferia possiamo constatare una alterazione delle vertebre corrispondenti (L3-L5) registrata dall'OPI una alterazione degli organi corrispondenti (prostata, vescica)' che per i Cinesi sono correlati al sentimento della paura e nell'esempio può indicare la paura di lasciare il nido, di tagliare profondamente il cordone ombelicale per rendersi autosufficienti ed indipendenti; l'alterazione dell'OIE indicante che il conflittoè in corso tuttora.

Passando al versante terapeutico ho correlato i livelli concentrici con le terapie nel seguente modo: I'OPI indica terapie di manipolazione ossea come la chiropratica, l'osteopatia, la chinesiologia applicata; I'OPE terapie di massaggio come lo shiatsu; la corona focalizza l'attenzione sull'alimentazione; il margine della corona su tutte le tecniche psicoterapeutiche sia analitiche che psicocorporee (alla mia osservazione sono le due porzioni dell'iride più interessate nell'uomo moderno); la zona degli organi sulle terapie farmacologiche (omeopatia, allopatia); l'OII sulle terapie drenanti (fitoterapia, gemmoterapia); l'OIE sulla pranoterapia e le terapie vibrazionali. Nell'esempio precedente l'iride suggerisce per quel paziente una integrazione di terapie come la chiropratica, l'omeopatia e la pranoterapia.

Tutto questo enorme bagaglio di informazioni fa dell'iride un possibile tramite al modello olistico che sottende ad un approccio globale all'Uomo ammalato. Essa risponde meravigliosamente bene alle leggi basilari della Natura fornendo un esempio di quello che già i Cinesi avevano osservato: nella parte c'è il tutto, nel tutto c'è la parte. E questo aspettoè stato recentemente riscoperto nell'ologramma, una fotografia fatta col raggio laser che ha la caratteristica di contenere l'intera immagine anche nei frammenti della lastra. Antico e nuovo stanno incontrandosi, riscoprendosi a vicenda riportando lentamente l'Uomo alla sua integrità: non più frammenti ma UNO.

 

Nell'iride l'impronta del carattere

Nell'orlo pupillareè impresso il carattere primario, genotipico dell'organismo
di Claudio De Santi

Da sempre l'uomo ha provato a comprendere i suoi simili guardandoli negli occhi. Molte sono le informazioni che l'occhio può dare. Col tempo da questo "sguardo" empiricoè nata una scienza: l'iridologia. Dalla data della codificazione metodologica, a metà dell'800, ad oggi, la scienza iridologica siè sviluppata in molte direzioni, dimostrando che le informazioni contenute nella trama dell'iride sono molteplici e connesse strettamente all'atteggiamento di chi le osserva.

Parleremo di un modo di osservare l'iride, quello bioenergetico, che studia le correlazioni tra segni iridologici e linguaggio del corpo. La prima correlazioneè cronologica, in quanto il completamento della trama dell'iride avviene nella stessa epoca in cui avviene il completamento della formazione del carattere, attorno all'età di 8/10 anni. Nello studio sulle correlazioni tra iride e caratteri, il problema principaleè stato capire quale porzione esprimesse la fissazione del carattere primario, dominante nella struttura fisica della persona. La porzione cheè risultata essere più efficace per questa correlazioneè l'orlo pupillare interno, una parte della retina che sbuca dal margine della pupilla.è una parte che non si modifica nel tempo, mentre le altre strutture dell'iride, più legate alla personalità, possono modificarsi anche a seguito di terapia.

Embriologicamente l'OPI, di origine neuroectodermica, si pone come buon candidato a questa correlazione: rappresenta l'assetto genotipico dell'organismo, che contiene tutte le informazioni genetiche in grado di influenzare e modificare il terreno fenotipico.

Veniamo ad un esempio di analisi bioenergetica iridologica, prendendo in esame il primo carattere che cronologicamente si sviluppa nell'uomo: quello schizoide. La caratteristica fondamentale di questo carattereè la mancanza del riconoscimento ad esistere, conseguenza del rifiuto primario avvenuta già nell'utero: egli si trova nel dilemma "esistere significa morire". Le manifestazioni psicologiche girano attorno al ritirarsi, come nell'estremo dell'autismo o cercare di tenere assieme la frattura esistenziale. A livello iridologico la correlazioneè sorprendente, perché l'OPI di questi pazientiè ritirato, assente. Manca completamente, in tutto l'ambito pupillare, questa estroflessione della retina. Naturalmente sul nucleo schizoide, possono sommarsi altri caratteri generando una tipologia mista cheè quella di più frequente osservazione.è su questa varietà che si modifica la trama dell'iride che mantiene comunque, in questa tipologia, una caratteristica di disarmonia, di confusione, di alterazione e di fragilità. Molte sono comunque le sfumature che la stessa base caratteriale può manifestare a livello individuale, in correlazione alle combinazioni caratteriali che si sovrappongono nel corso dell'evoluzione infantile: l'assunto fondamentaleè che ogni individuoè unico ed irripetibile sulla strada della ricerca della propria fioritura come essere umano.

Gli occhi sono lo specchio dell'anima?
dl Luciano Marchino

Desmond Morris, nel suo pregevole saggio intitolato "Il nostro corpo", rileva come fosse diffusa in passato la credenza secondo cui, quando guardiamo, esce dai nostri occhi una corrente di energia "simile al fuoco del sole". Pare che lo stesso Leonardo da Vinci condividesse tale convinzione e ritenesse che "un raggio di luce" si indirizzi dagli occhi verso gli oggetti osservati.

La visione scientifica attuale afferma viceversa che la luce va dagli oggetti agli occhi e sotterra in tal modo l'antica superstizione del malocchio che resta peraltro diffusa proprio nel bacino del Mediterraneo.

Morris riferisce comunque che "almeno due papi - Pio IX e Leone XIII - erano posseduti da questa ambizione, che causava problemi angosciosi ai loro devoti" e riferisce inoltre che "i giudici che dovevano sentenziare su iettatori durante l'Inquisizione insistevano perché i detenuti fossero condotti in tribunale facendoli camminare all'indietro, in modo che il loro sguardo non causasse guai in tribunale". Si pone quindi il problema di conciliare il punto di vista tradizionale con le acquisizioni della scienza attuale, che d'altro canto tende a divenire arcaica in men che non si dica. Studi recenti nel campo della schizofrenia infantile ci consentono oggi di affermare che non c'è visione se non c'è desiderio di vedere.

In altre parole per vedere non basta tenere gli occhi aperti,è necessario un atteggiamento attivo, un atto del vedere.

Cercheremo ora di differenziare lo sguardo e il guardare, dalla visione e dal vedere.

Il verbo guardare ci giunge inalterato dall'alto medio evo (VII secolo) ed il suo significatoè "stare in guardia".è quindi implicita nel guardare un'aspettativa minacciosa che implica un pre-concetto cioè un'idea che precede ed influenza la visione. Stiamo qui affrontando un problema drammaticamente attuale della scienza, come ben sanno gli scienziati stessi e chiunque abbia seguito di recente il dibattito scientifico sulla "memoria dell'acqua'' e sulla fusione nucleare a freddo.

Vedere dal latino videre deriva a sua volta dal radicale indoeuropeo WEID e dal sanscrito VEDA: "io so". Vedere e sapere. Vedereè sapere. Se c'è visione non c'è illusione. Vedo dunque so, ma guardo per confrontare le mie aspettative preconcette con la realtà dei fatti, il mio sapere cristallizzato con la nuova sorgente di sapere che ho di fronte agli occhi: la realtà. Ma più di qualsiasi dissertazione etimologica. può aiutarci una semplice esperienza pratica che ciascuno può ripetere e confrontare con quella di amici e conoscenti. L'esperienza consiste nell'appoggiare di fronte a voi un oggetto qualsiasi, possibilmente un po' voluminoso. Ora stando comodamente. seduti osservatelo con attenzione, senza fretta. Quando ritenete che la vostra osservazione sia soddisfacente copritevi un occhio con la mano e in queste condizioni osservate di nuovo l'oggetto. Quali differenze vi balzano all'occhio? Ripetendo più volte questo esperimento con amici e conoscenti otterrete probabilmente le risposte 'più disparate. A me, comunque, nonè mai successo che qualcuno esclamasse "è diventato piatto! senza tridimensionalità!" Questa sarebbe l'unica risposta oggettivamente vera dal punto di vista dell'ottica. Perché secondo questa scienza la visione binoculareè l'unica che rende percettibile la tridimensionalità! Cerchiamo ora di comprendere come questo apparente paradosso sia oggi spiegabile all'interno del paradigma olistico. Gli occhi sono l'organo di senso dominante e siè potuto verificare che circa 1'80% delle informazioni e delle impressioni sull'ambiente circostante passano attraverso gli occhi.è quindi evidente che la nostra "visione del mondo" ciò che pensiamo, sappiamo e ci aspettiamo dal mondo ha una relazione diretta con lo stato di salute dei nostri occhi. Nei termini della moderna somatologia possiamo definire la salute come la capacità di rispondere in modo fluido e adeguato alle situazioni della vita. Ma cosa significa questa affermazione in relazione agli occhi?

Sappiamo dagli studi di Reich e dei suoi più brillanti seguaci tra cui Baker, Lowen e Kelley che gli occhi (o meglio in segmento oculare che comprende naso ed orecchie) sono la prima zona del corpo ad essere investita di energia libidica nel corso del processo di sviluppo di ogni essere umano.

Inizialmente, per un tempo brevissimo, il bambinoè guidato nella ricerca del seno materno dall'olfatto, subito dopo inizia a riconoscerlo "anche visivamente", mentre il suono della voce materna lo consola e lo rasserena. Durante l'allattamento il bambino ricerca gli occhi della madre e la sua anima si nutre di questo contatto, mentre il suo corpo si sazia di latte.

è  proprio attraverso queste prime forme di contatto che il bambino comincerà a costruire, inconsapevolmente, la propria visione oggettiva del mondo. Esula dalle finalità di questo scritto approfondire le modalità di formazione del blocco del "primo segmento", il livello dei telerecettori. Possiamo comunque affermare, avvalendoci dell'entroterra di una cospicua mole di studi, che un blocco più o meno grave della funzione visiva può instaurarsi sin dai primi giorni successivi alla nascita, ipotecando pesantemente lo sviluppo dell'io e inducendo forme, talora gravi, di patologia.

Reich pose la premessa per comprendere come tale patologia possa scegliere il versante psichico oppure quello somatico, o talvolta entrambi in grado diverso, per manifestarsi.

Sarebbe arbitrario, perché non ancora suffragato da studi adeguati, stabilire una relazione univoca tra una certa patologia "psichica" ed una patologia "somatica" come sono attualmente, separatamente, descritte dalla medicina classica. Possiamo egualmente accennare a come la vegetoterapia post-reichiana affronta la patologia psichiatrica legata al blocco del segmento oculare per ricavarne una prima impressione.

Un esempioè fornito dal caso della schizofrenia ebefrenica, cioè la posizione psichica che potremmo definire dell'adulto-bambino. L"'atto" psicosomatico suggeritoè quello della "rotazione degli occhi". La rotazione, sempre abbinata alla respirazione, consente al paziente di osservare, focalizzando, un campo visivo sempre più ampio. L'istruzione di focalizzare lo facilita a considerare la realtà delle forme che Io circondano e che egli tende a "vedere" senza essere impegnato nella visione, senza realmente considerare la realtà, autonoma e ragionevolmente stabile, del mondo e delle persone che lo circondano. La schizofrenia ebefrenica richiede spesso un'attenta discriminazione rispetto alla posizione nevrotica: dell'isteria. L'isterico/a tende infatti a comiportarsi "come se" si trovasse costantemente su un palcoscenico. I riflettori sono costantemente puntati su di lui e il suo campo di interessi come il suo campo visivo si limita ai pochi eletti con cui divide il palcoscenico, tutto intornoè il buio, l'indifferenziato, il pubblico, le quinte, gli scenari. L'ambienteè lì "per lui", non per se stesso. Egliè l'unica realtà.

In modo un po' meccanicistico il vegetoterapeuta Navarro correla ad ogni tipo di patologia un preciso "acting": schizofrenia paranoide, "acting" della lateralizzazione, schizofrenia catotonica, "acting" del punto fisso; schizofrenia simplex "acting" naso-cielo abbinato alla suzione.

Ciò che umanizza la sua visione e gli restituisce la rotondità di una dimensione olistica,è il preciso riferimento all'atteggiamento umano e professionale del terapeuta nella relazione con il paziente che rivive attraverso gli "actings" formalizzati della vegetoterapia le proprie paure represse ed i propri ricordi traumatizzanti. Ed ecco riemergere l'unità olistica dell'individuo che attraverso atti squisitamente muscolari rivive situazioni emozionali precise ed eventi traumatizzanti della propria storia, rendendoli consci e quindi gestibili. I significati emergono, nell'atto della decontrazione psicosomatica, con la pienezza di un evento presente, come l'acqua pura torna a fluire da una sorgente anticamente bloccata.

All'inizio del secolo, peraltro, l'oftamologo William Bates avevaavanzato l'ipotesi che una vista nitida fosse il risultato di un rilassamento dei muscoli extraoculari e di un armonico coordinamento tra mente e corpo. Egli sfidava in tal modo l'opinione corrente, allora come ora, che la visione sia solo un processo meccanico e come tale sia indipendente dalla salute fisica ed emozionale. Notò inoltre che la vista fluttuava considerevolmente a seconda delle circostanze e dello stato d'animo, ma non si rese conto in modo chiaro dell'influenza che le emozioni, e le emozioni rimosse soprattutto, possono avere sulla visione. Per Batesè la "tensione mentale" il responsabile delle contrazione dei muscoli perioculari il cui risultatoè la distorsione della visione. Il guardare distorce il vedere.

Lisette Scholl autrice di "Guardiamoci negli occhi" dove presenta un manuale di autoguarigione della vista attraverso l'integrazione della teoria di Bates con quella di Reich scrive: "Quando iniziai a rieducare gli occhi, fui colpita dall'idea che a causare l'indebolimento della mia vista fossero state delle risposte che avevo dato a esperienze del passato. Capii che mi si chiedeva di ritenermi responsabile dell'impoverimento delle mie capacità visive.

L'optometrista da cui andavo non aveva neppure pensato che potessi essere io la responsabile dei miei disturbi visivi. Chi poteva immaginare che il funzionamento degli occhi dipendesse dal mio stato emotivo e dal modo in cui avevo reagito al mio ambiente in passato? Cominciai allora a capire che nel mio passato c'erano sicuramente molte cose che non avevo proprio voluto vedere, che avevo scelto di non vedere. Capito questo mi si svelò tutto un mondo nuovo di speranza e di crescita. Come già una volta avevo scelto di non vedere ora potevo scegliere di vedere. Mi resi conto che, volendo migliorare la vista, desideravo realmente crescere come persona, superare le antiche reazioni che mi avevano portato a negare uno dei sensi e desideravo vedere il nuovo mondo con chiarezza, apertamente, olisticamente".

Dobbiamo a questo punto considerare che gli occhi sono la parte del corpo che presenta la minor crescita dalla nascita all'età adulta.

Essi crescono persino meno del cervello del quale peraltro sono parte integrante e non una semplice appendice. Noi usiamo gli occhi per pensare, o meglio, ragioniamo con gli occhi in modo impressionante.

Gli occhi con il loro specifico e personale "pattern" di tensioni cristallizzate ci forniscono un filtro stabile e soggettivamente credibile attraverso il quale guardiamo il mondo. E poiché le tensioni psichiche tendono a predisporsi nel corso della prima infanzia, al termine della quale hanno preso corpo in modo stabile, molti adulti vedono il mondo attraverso gli occhi di un bambino, spesso un bambino spaventato, sfruttato, deluso, arrabbiato, rassegnato.

Lowen descrive le fasi dello sviluppo libidico dell'organismo come un processo in cinque fasi a ciascuna delle quali corrisponde il riconoscimento di uno specifico diritto del bambino e la maturazione libidica di un'area del corpo.

I cinque diritti sono: diritto di esistere, di essere nutrito, (anche affettivamente), di ricevere supporto fisico ed emozionale, di essere autonomo, di amare sessualmente.

Quando questi diritti vengono disattesi o negati l'organismo in evoluzione si adegua tanto sul piano psichico che su quello somatico, incarnando la propria esperienza del mondo, e determinando in modo squisitamente individuale una specifica visione (opinione) del mondo.

Dal punto di vista di Lowen si possono quindi correlare anche a livello degli occhi le esperienze storiche di ogni persona con la sua cosmologia ovvero col suo tipo caratteriale. Nella descrizione che segue dobbiamo comunque tenere conto del fatto che uno sguardo occasionale nonè significativo mentre lo squadro tipico di una persona può realmente fornire un elemento diagnostico pregnante per l'analista bioenergetico.

Quando il diritto disattesoè il primo e più fondamentale, cioè il diritto di esistere abbiamo una struttura schizoide. La persona pone cioè un diaframma tra se stesso e la realtà e tra il corpo e la mente, si isola emozionalmente e diviene estraneo. Lo sguardo tipico dell"'estraneo" può essere descritto come vacuo o inespressivo. Raramente questo tipo di persona potrà mantenere un concetto energetico con gli occhi, abitualmente, senza rendersene conto eviterà di incontrare lo sguardo degli altri e quando ciò avvenisse i suoi occhi saranno vuoti di ogni sentimento.

Il secondo diritto che si manifesta, quasi all'unisono col primo,è il diritto di essere nutrito letteralmente e attraverso il contatto fisico ed emozionale con la madre. Numerosi studi, sull'uomo e sugli ammali, evidenziano l'importanza del contatto fisico ed emozionale, che rassicura il soggetto consentendo un buon proseguimento del processo di maturazione dell'Io. Quando questa qualità di contattoè carente o assente si cristallizza a livello degli occhi uno sguardo tipico il cui messaggioè all'incirca "ti supplico, prenditi cura di me". Tale messaggio può talvolta essere mascherato da un atteggiamento generale di pseudo-indipendenza, ma il semplice sguardo fornisce un indirizzo preciso utile a discriminare il carattere orale, con i relativi "patterns" cristallizzati di comportamento.

Gli occhi del carattere psicopatico al qualeè stato negato il diritto di ricevere supporto e che talvolta ha dovuto addirittura dare supporto ad un genitore inadeguato, presentano a loro volta uno sguardo tipico anzi due. Ecco come li descrive Lowen: "Ci sono sguardi tipici di questa personalità. Essi corrispondono ai due diversi atteggiamenti psicopatici. Unoè lo sguardo, penetrante e forzato, che si vede negli occhi degli individui che hanno necessità di controllare e dominare gli altri. Gli occhi ti fissano come per imporre la volontà dei loro possessori. L'altroè lo sguardo morbido, seduttivo, intrigante che inganna la persona alla qualeè rivolto, inducendola a mettersi nelle mani dell'individuo".

La descrizioneè un po' cruda, ma nonè raro incontrarne queste qualità di sguardo tra le persone che occupano posti di potere, in politica, nelle istituzioni ed a livello manageriale.

Il diritto di essere autonomo si manifesta allorché il bambino comincia ad esercitare un certo grado di controllo del sfinteri. A questo punto del suo sviluppo accade spesso che un genitore forzi il bambino ad un controllo prematuro.

Talvolta ciò accade in modo apparentemente innocuo come quando una madre insiste col bambino perché "faccia pipi prima di uscire di casa" o faccia popò ad una certa ora perché "così si regola l'organismo". Il risultatoè quello di confondere il bambino rispetto ai suoi veri desideri e bisogni. Ed infatti un'espressione di confusione maschera spesso lo sguardo triste e languido del "carattere masochista" cheè stato spesso un bambino non "capito" ed in un certo senso bambino espropriato. I suoi occhi ci dicono "come fai a non capire quali sono i miei reali sentimenti e bisogni"? Ma se rispondessimo a questo sguardo chiedendo "dimmi quali sono!" apparirebbe nei suoi occhi sgomento e confusione perché col tempo egli ha perso la capacità esprimerli(spremerli fuori). Quando la maturazione libidica dell'organismoè quasi completa, cioè nella fase edipica, il bambino reclama il proprio diritto a amare sessualmente. Questo diritto incontra l'ostacolo del tabù dell'incesto. Di fronte a l'organismo del bambino che si protende con gioia affettiva e sessuale molti genitori si sentono costretti a rifuggire il contatto per paura di essere incestuosi. La loro incapacità di stare semplicemente con la sessualità infantile senza debordare in un comportamento incestuoso, li induce a divenire freddi e distanti rispetto ai figli, in questa fase del loro sviluppo. Per questo il "carattere rigido" ha spesso occhi attraenti e seduttivi in modo squisitamente sessuato, luminosi, forti, brillanti. Al di sotto dei quali peròè in agguato la tristezza di un cuore spezzato.

Le succinte descrizioni sopra riportate sono alla base una coinvolgente ed appassionante ricerca nel campo della psicologia somatica, che si ripromette di approfondire in che modo il carattere influenzi la visione. Se tale ricerca raggiungerà in qualche misura i suoi obbiettivi sarà possibile evitare in futuro alcune situazioni caotiche in campo scientifico comeè già possibile all'attento conoscitore del carattere "vederci chiaro" nelle apparentemente caotiche e sempre soggettive relazioni interpersonali.

Il lavoro dell'occhio
di Alice A. Bailey

Da "Il trattato dei sette raggi" ed. Nuova Era 1940

Il centro tra le sopracciglia, comunemente chiamato il terzo occhio, ha un'unica peculiare funzione. Come ho messo in evidenza altrove, gli studenti non devono confondere la ghiandola pineale con il terzo occhio. Essi sono in relazione fra di loto, ma non sono la stessa cosa. Il terzo occhio si manifesta come risultato della reciproca azione vibratoria tra le energie dell'Anima, che agiscono attraverso la glandola pineale e le forze della personalità, che funzionano attraverso il corpo pituitario. Queste due forze, l'una negativa e l'altra positiva, hanno qui un'azione reciproca e quando sono abbastanza potenti, producono la Luce nella testa.

Come l'occhio fisico si manifesta in risposta alla luce del sole fisico, cosi l'occhio spirituale si manifesta in risposta alla Luce. del Sole Spirituale. Quando questo occhioè sviluppato, l'aspirante diviene cosciente della Luce interiore, In se stesso e in tutte le forme ove la coscienza esiste anche se velata dagli involucri esteriori, edè l'espressione della Vita Divina.

A mano a mano che la coscienza di questa Luce aumenta in lui, anche l'organo visivo interiore e il meccanismo per mezzo del quale egli può vedere le cose nella Luce spirituale, si sviluppano nel suo corpo eterico.

Questoè l'occhio di Shiva cheè pienamente utilizzato nel lavoro magico solo quando l'aspetto Monadico, l'aspetto Volontà, o primo aspetto,è divenuto il fattore sovrano. Per mezzo del terzo occhio, l'Anima compie tre attività:

1. Questo terzo occhioè anche chiamato "occhio della visione" e come tale permette all'uomo spirituale di vedere, celati in ogni forma, gli aspetti dell'espressione divina; di divenire cosciente della Luce del mondo, di pervenire al contatto con l'Anima entro tutte le forme. Come l'occhio fisico vede le forme esterne, cosi l'occhio spirituale percepisce "l'illuminazione" entro quelle forme, tale "illuminazione" indica lo specifico stadio di ogni forma quale essere spirituale. Il terzo occhio, insomma, schiude all'uomo il Regno della Luce.

2. Il terzo occhioè il fattore che dirige il lavoro interiore.

Tutto il lavoro viene infatti eseguito con un definito proposito costruttivo, reso possibile dall'uso della Volontà intelligente. In altre parole, l'Anima conosce il Piano, e quando l'allineamentoè raggiunto e l'atteggiamentoè giusto, l'aspetto Volontà dell'essere umano spirituale può funzionare e produrre i risultati nei tre mondi della manifestazione. L'organo usatoè il terzo occhio. L'analogia si può ritrovare nel potere spesso esercitato dall'occhio fisico nell'uomo, quando domina gli altri esseri umani e gli animali con lo sguardo, potendo agire magneticamente col fissare intensamente persone e animali. La forza fluisce attraverso l'occhio umano focalizzato su di un punto. Parimenti l'energia spirituale fluisce attraverso il terzo occhio focalizzato su di un obbiettivo. ,,

3. Il terzo occhio ha anche un aspetto distruttivo, cioè l'energia che fluisce attraverso di esso può avere effetto disintegrante, e mediante l'attenzione focalizzata, diretta dalla volontà intelligente, può espellere energia fisica.è l'azione dell'Anima nell'opera di purificazione.

La corrispondenza con la percezione della Luce entro tutte le forme mediante l'azione del terzo occhio, (di cui il risveglio si manifesta con la visione della Luce nella testa, o Luce spirituale) trovasi nella funzione dell'occhio fisico che rivela le forme nella Luce del Sole fisico.

L'occhio spirituale, cheè il fattore dominante dell'opera magica, corrisponde all'Anima. In un senso molto misterioso, l'Anima è, a sua volta, l'occhio della Monade, e la mette in grado di operare, prendere dei contatti, conoscere e vedere sui piani inferiori ciò che Essa, essendo puro Essere, non potrebbe fare.

Il corpo di luce

Il grande simbolo dell'Anima, nell'essere umano,è il suo corpo eterico o vitale, per le seguenti ragioni:

è  la controparte fisica della Luce interiore, chiamata Anima, o corpo spirituale: chiamato anche "coppa d'oro" (vasello) nella Bibbia e si distingue:

a) per la sua luminosità;

b) per la frequenza di vibrazioni cheè sempre sincrona con lo sviluppo dell'Anima;

c) per la sua forza di coesione, che unisce e connette ogni parte della struttura fisica.

è  la "trama o rete microcosmica della vita" perché compenetra ogni parte della struttura fisica e ha tre scopi:

a) portare in tutto il corpo il principio vitale, l'energia che produce attività; il che avviene per mezzo del sangue. Il punto centrale per questa distribuzioneè il cuore, trasmettitore di vitalità fisica

b) rendere possibile all'Anima, o all'essere umano-spirituale, di venire in rapporto col suo ambiente per mezzo dell'intero sistema nervoso, il cui centro di attivitàè il cervello, sede della recettività cosciente

c) produrre per mezzo della vita e della coscienza un'attività irradiante, o manifestazione, della gloria che farà di ciascun essere umano un centro di attività per la distribuzione della Luce e dell'energia attrattiva, ad altri esseri umani é ai regni subumani. Questo fa parte del Piano del Logos Planetario per infondere vita alle forme dei regni subumani e per rinnovare in esse la vibrazione.

Il simbolo microcosmico dell'Anima non solo sottostà all'intera struttura fisica, essendo così il simbolo dell'Anima Mundi, o Anima Universale, maè una indivisibile, coerente e unificata entità, simboleggiante quindi l'unità e l'omogeneità di Dio. Non vi sono in esso organismi separati:è semplicemente un corpo di forza liberamente fluente.

Questo corpo di Luce e di energia, coerentemente unificato, ha in sé sette punti o centri.

Coscienza eterica

Uno degli oggetti principali dell'opera evolutiva dell'Umanità,è stimolare, purificare, coordinare il corpo eterico.

Tale corpo nonè soltanto il trasmettitore del prana, maè il mezzo di collegamento con tutte le energie che noi abbiamo preso in considerazione. La sua importanzaè molteplice:

a) L'acquisizione della coscienza eterica, la meta più vicina all'umanità e verso la quale essaè rivolta. Si dimostrerà dapprima come capacità di vedere etericamente e di conoscere la materia eterica.

b)è il campo di esplorazione che si aprirà agli scienziati moderni. Entro dieci anni, molti medici lo riconosceranno come un fatto naturale.

c) L'origine di molte delle malattie che il corpo fisico soffre attualmente deve ricercarsi nel corpo eterico. Vi sono poche, e forse nessuna malattia puramente fisica. La malattia ha la sua sorgente nelle condizioni astrali ed eteriche.

d) Il segreto della sana e sicura chiaroveggenza e chiarudienza dipende dalla purificazione del veicolo eterico.

e) Le emanazioni eteriche delle persone possono essere molti nocive e contaminatrici: nella purificazione del corpo eterico sta il segreto per una umanità più sana, più serena, più armonica, l'importanza del corpo etericoè quindi evidente.

Una scoperta scaturirà dalle ricerche ed investigazioni, già iniziate presentemente, su ciò che riguarda la luce ed il colore. L'effetto dei colori sulle persone, sogli animali e sui vegetali, sarà studiato, e come risultato di questi studi si avrà lo sviluppo della visione eterica o il potere di vedere la materia fsico-eterica, con gli occhi del corpo fisico denso. Si useranno sempre più nel nostro linguaggio termini che si riferiscono al fenomeno della luce, e l'effetto degli sviluppi che ne derivano in questo dipartimento del pensiero umano, sarà triplice.

a) Gli uomini possederanno la visione eterica.

b) Il corpo vitale o eterico, che rappresenta, per così dire, l'impalcatura interiore della forma esteriore sarà visto, notato e studiato in tutti i regni della natura.

c) Questo fatto abbatterà le barriere fra le razze, eliminerà le distinzioni di colore, e aiuterà lo stabilirsi della Fratellanza essenziale. Allora ci vedremo l'un l'altro, (e vedremo tutte le forme della divina manifestazione) come unità di luce di vario grado di luminosità, e sempre più useremo termini che si riferiscono all'elettricità, al voltaggio, alla intensità, alla forza o potenza.

L'età e il grado di evoluzione degli uomini potranno essere riconosciuti poiché diverranno oggettivamente apparenti, si riconosceranno le varie capacità delle anime antiche e quelle delle anime giovani, ristabilendo così sulla terra la regola degli illuminati.

Notate bene che a tutti questi riconoscimenti si arriverà per opera degli studi e delle ricerche degli scienziati delle due prossime generazioni. La loro opera di ricerca sull'atomo della sostanza, le loro investigazioni nel campo dell'elettricità, della luce e della forza, inevitabilmente condurranno alla dimostrazione della relazione fra le forme, il che e un altro modo di esprimere il fatto della Fratellanza, e il fatto dell'esistenza dell'Anima, Luce interiore e radiosità di tutte le forme.


Incontrare medusa
di Carlo Moiraghi

Tu puoi comprenderlo, vederlo,
toccarlo con mano e contemplare
la sua immagine.
Ma come potrà manifestarsi ai tuoi
occhi se ciò cheè in teè invisibile a te stesso?

Ermete Trismegisto

Medusa, la sola mortale delle tre figlie di Forco, il Vecchio del Mare, era bella quantoè bella una giovane per questo nei discorsi nominata. Qualcuno dice che la giovane Gorgone, figlia di Ceto il mostro marino, doveva avere sembianze mostruose. Si sbaglia.

Medusa era una bella ragazza. Una giovane donna in punta di piedi sul fiore della propria vita.

Non so dirvi come e perché, né se fu per caso, un giorno Poseidone, il dio marino dagli scuri capelli, la guardò e la bellezza della ragazza divenne allora semplicemente inesprimibile, come latte di luna.

Il dio d'acqua la ebbe. Si unirono nel tempio di Atena. Le colonne, i capitelli, le pietre del recinto videro in arcobaleno. Pareva un'onda. Riunì di luci ogni antro del tempio.

Successe una notte. I capelli di Medusa distesi a ghirlanda sulle pietre sacre rilucevano più o meno dei pianeti del cielo?

Il suo volto pallido assorbì, riflesse o emanò il latte della luna? E quando il volto arrossì dell'intimità che soffocava il cuore, i capelli furono lampi più o meno elettrici degli squarci di luce nel temporale? O divennero occhi rossi di serpi?

E i tuoni che si udirono erano i respiri degli amanti, o delle manguste che quella notte nel boschetto vicino non dormirono? E chi lo riferì agli uomini? Certo non Poseidone. Né Medusa che da quel giorno mai più parlò. Né Atena. Ma si sa. Gli uomini sempre guardano attorno e pretendono di vedere e vedendo sapere. Forse qualcuno di loro vide, ma chissà che, e che credette.

E se chi guardò Medusa divenne da allora pietra e dunque certo non lo raccontò, chi disse che Medusa fu per bruttezza mortale?

Perché non per bellezza?

Anche la tradizione può errare.è questo il caso. Furono gli uomini a confondere avvenimenti e significati.

Attorno all'evidente costruirono il mito come con pietra squadrata costruiscono le arcate nei loro templi, ma errarono nel porre la chiave di volta. O vollero errare.

L'alba seguente l'incontro conobbe una luce che fluiva, pulsava, vibrava.

Voglio dire che i raggi di luce davvero emanavano melodie colorate, melodie silenziose che ancora oggi in quel luogo invadono il viandante. L'atmosfera era trasparente chiara palpabile rallentata serena. Medusa si era destata e si avvertiva palpitare lei pure.

Proprio come la sera precedente aveva veduto respirare di luce una lucciola solitaria. Ricordi di attimi recenti le passavano come cirri nella mente. Non li fermava, non si fermavano. Non cercava di ricordare. Non ripensava all'evento. Mai più pensò. Camminava sul sentiero vuota assorta soave.

Incontrò un uomo. E accadde. Da allora sempre le accadde.

L'uomo fermò il passo, la guardò. Senza espressione, senza desideri o paure. Restava immobile l'uomo, presso l'eucalipto. Medusa non badava a lui. Non badò più a nulla Medusa, dopo quella notte. L'uomo non si mosse mai più. Dicono che divenne pietra. Non si può dire che questo sia o non sia vero.

Fu l'immobilità stessa in alchimia con la vita dell'uomo, che pure immobile continuò a vivere, che scelse nel tempo una materia più consona all'evento.

Le ossa, la carne, tutto il corpo restarono inalterati. E la natura, come sempre materna fece sì che la carne restasse carne, e l'osso, ma che si addormentasse, e nel sonno fosse sì carne, ma polvere, sì osso ma pietra.

Anche il pensiero dell'uomo, che semplicemente si fissò dove e come lo sguardo di Medusa lo incontrò, restò inalterato, vedendo a rassomigliare ad un cristallo di quarzo, di berillio, di tormalina.

L'istante si fece indefinito, e quell'uomo continuò a vivere e vive per sempre quell'attimo immobile.

Gli uomini si sforzarono di trovare un nome per tradurre un tale miracolo e questo nome fu pietra.

Non so dirvi cosa Medusa provò né se almeno se ne accorse.

In realtà se ne accorse. Da tempo tutto ciò che ella guardava perdeva all'istante il moto, il fremito di vita. Non pensò mai di esserne causa? Medusa. Come ho detto, non pensò mai più del tutto. Pure se ne accorse. E il fatto contribuì nel tempo a renderla chiusa e schiva. Come l'unica sopravvissuta a sé stessa.

Ella visse dilatato nel tempo senza tempo l'istante infinito di unione col dio dai capelli scuri, e proprio questa esperienza non nominabile, involontariamente trasmessa a chi la incontrava, ne trasformava il tempo e lo spazio, e ne rendeva immobile il moto.

Così chi la incontrava sfumava nell'istante infinito del tempo senza tempo. Diveniva pietra, terra, polvere, nulla e pure viveva. Chiamare ciò pietraè scusabile errore umano.

La solita pretesa di dire l'indicibile. Dire Medusa mostruosa per bruttezza o bellezzaè inutile disquisizione.

La realtà era la presenza terrena corporea di questa ragazza celeste. Per lungo tempo avvennero questi incontri infiniti e definitivi. E se quegli uomini pietrificati comeè chiaro mai più parlarono, come sapere cosa fu per loro quell'incontro inatteso.

Cosa fu per loro restare obnubilati, eretti, vuoti di pietra, pieni degli occhi di latte di lei?

E i capelli ad areola chiara che incorniciava il volto senza espressione, erano serpenti o narcisi?

Fu insomma per loro incontro fortunato o triste sorte? Benedizione o sortilegio? Insomma cheè incontrare Medusa?

Poi la vita scelse per Medusa la morte. Dicono che la uccise Perseo. Fu morte decisa da congiura di uomini e dei.

L'esperienza divina non poteva rimanere incarnata tanto a lungo o avrebbe portato sconquasso in tutto l'ordine creato.

Vi fu una grande riunione e se ne discusse, e questo fu il punto di vista sulla faccenda che ebbe il sopravvento. Nei fatti, vi era chi si diceva contrario, ma alla fine abbassò gli occhi in silenzio.

è  facile dire oggi che Medusa sarebbe stata solo una fiaccola in più in questa notte terrena. Che le fiaccole bruciano, ma danno calore e vita. Le cose andarono diversamente. Conviene ricordare che erano altri tempi.

Altri uomini, altri dei.

Atena donò a Perseo lo scudo di specchio. Ermete gli donò il falcetto stregato. E dalle Ninfe Stige ebbe i calzari alati, l'elmo e la cappa che fanno invisibili, il sacco magico. Ebbe questi doni per uccidere e andò in cerca di Medusa. Andò senza astio, rancore, rabbia. Gli eroi a quei tempi agivano e basta, là dove le gesta e le imprese chiamavano. Semplici portatori di morte.

Si incontrarono. Eschilo dice che Perseo penetrò nella caverna come un cinghiale. Medusa procedeva come sempre assorta nel proprio destino. Pure, senza porvi attenzione, vide Perseo. Era il primo uomo che vedeva da tanto tempo.

Lo vide sfuocato, sfumato come gli occhi di latte di luna e la mente svuotata potevano. E gli volle bene. Fu l'unico uomo cui Medusa volle bene. Gli ricordava il suo dio, il suo benefattore dai capelli scuri.

Perseo fu il primo uomo che non si fece di pietra al vederla. Anche per questo ella si innamorò. Così si avvicinò strisciando sui ciottoli. Si sentiva leggera. Conosceva bene, Medusa, il destino. Ma non voleva ora, proprio non voleva pensare. Voleva parlare a quell'uomo. Confondeva Medusa il corpo di eroe col corpo divino, Perseo si sentiva estraneo a quel luogo di sassi, straniero a sé stesso.

Credeva un sortilegio. L'ombra di Medusa si avvicinava.

Perseo pensò a ciò che Atena gli aveva insegnato; "Non guardare la Gorgone ma solamente il riflesso di lei nello scudo di specchio. E fidando in quello, colpire". Non lo fece. Perseo guardò e vide.

Medusa non era più pietrificante visione. Stava ritrovando sé stessa.

La ragazza già desiderava. Desiderava parlare a Perseo, l'eroe dai capelli scuri. Fu un attimo. Perseo non sapeva, non poteva, non voleva. La ragazza si avvicinava. L'eroe non fece nulla. Fu un attimo. Il magico falcetto dorato, il dono di Ermete, da sé scattò.

Perseo giurò poi di non averlo affatto manovrato. Di aver temuto anzi proprio ciò che successe. Era questo dunque il sortilegio. Fu un attimo.

Fu un taglio deciso, imponente.

Una virgola dorata di fulgido rosso. Le tante teste di serpe, o erano fiordalisi nei capelli, si fecero dritte e rigide come raggiere di ruota di carro. E la bocca carnosa della ragazza, le sottili labbra squamose della medusa, gli occhi di latte di luna, i mille serpenti emisero un suono, un sibilo. I fiordalisi caddero a terra. Cos'era questa nuova esperienza, quest'altro essere posseduta e penetrata, così differente da quella mai dimenticata donata dal dio, ma anche questa tanto profonda? Chi era quest'uomo? Medusa languiva. Vi fu uno squittio che si protrasse ad eco, e si espanse infinito come i cerchi concentrici che nello stagno fa il sasso gettato. Perseo raccontò, una sola volta ne parlò e solo alle sacerdotesse di Atena, che fu come un assenso. Udì un sì.

Come un consenso nuziale che durò il tempo, fu lungo tempo, in cui il sangue miracoloso sgorgò dalla testa, dal ventre, dalla carne smembrata. E più il falcetto stregato da sé vorticoso colpiva, più Medusa docile e sanguinante si portava sotto i colpi e sibilava il suo assenso.

Alfine attraverso il collo reciso Medusa, ormai forma informe che sfiatava in quel teatro di sassi, carne impolverata e terra insanguinata, partorì Crisaore, l'eroe dalla spada dorata e Pegaso il cavallo alato, i due figlioli che la ragazza e Poseidone avevano nell'amore concepito. Poi più nulla. Aria ferma. Trascorsero giorni, mesi, anni, durante i quali nessuno ebbe notizie. E nessuno si permise illazioni. Semplicemente non se ne parlò, Perseo attonito respirava la terra dell'altipiano. Determinato solo a non domandarsi cosa fosse stato per lui incontrare Medusa. Cosa ucciderla. Ancora ne sentiva la voce.

Gli occhi dell'eroe, nessuno li vide, ma qualcuno lo riferì, parevano latte di luna. La tradizione non riferisce che Perseo restò a lungo in tale stato come pietrificato lui pure. La testa di medusa decapitata, lì in terra fianco a lui, pareva pietra anch'essa. Perseo la guardava, ma non poteva comprendere: erano serpi o fiordalisi nei capelli? Per -lungo tempo Perseo non fu Perseo. Fu semplicemente un uomo senza storia. Avvertiva le giornate trascorrere in sé e se stesso trascorrere in esse. Si purificava nel fiume, respirava, dormiva. Guardava senza sguardo il tempo senza tempo Il mito non dice che quando gli uomini ne andarono in cerca, lo trovarono su un colle con uno stelo d'erba nelle mani. Fra l'indice e il pollice zufolava, Perseo. Soffiava dolcemente e zufolava.

Avrebbe detto più tardi che solo il fremito del filo d'erba fra le dita, quello zufolo vibrante che i bimbi conoscono nel prato, gli ricordava quel sibilo di visceri, quel raglio di ringraziamento, quella voce stentata ma lunga, interminabile assenso di morte, che medusa cantò, così Perseo disse, cantò, mentre veniva decapitata.

Nel tempo Perseo ritrovò sé stesso e fu di nuovo l'eroe.

E la testa di Medusa divenne in seguito il centro di molte vicende di innumerevoli eventi rari.

Da riferire v'è solo che Perseo seppellì medusa, la ragazza gorgone bella, nella piazza del mercato di Argo, la sua città, fianco alla tomba della propria figlia Gorgofone, colei che ha voce di gorgone.

E la domanda rimane. Che era? Cheè incontrare Medusa?

Chi la guardava restava sul passo, per sempre. Li dov'era, così com'era. Cosa vedeva?

Dicono che Medusa non fosse che specchio, un corpo formato di lucida madreperla, una forma tanto chiara da riflettere l'immagine.

Così chi la osservava si trovava di fronte inaspettata la propria persona, amplificata attraverso il mito e il mistero. Vedeva se stesso e il mistero coincidere. Vedeva la vita risolversi. L'affanno cessare.

Vedeva il problema coincidere con la soluzione. Il fine coincidere con la fine. E restava cosi, nel luogo e nel tempo ove tutto appare, tutto coincide, tutto cessa. Vicino all'eucalipto.

Non so se questo sia vero. Non credo. Mi pare il solito bisogno umano di trovare spiegazioni e soluzioni là dove non ve n'è bisogno.

L'enigma e il mistero non cercano soluzioni. Soluzione hanno già, in sé. Quello che soè che per nulla guardando Medusa gli uomini si trasformavano in pietra. Non vi era incantesimo, sortilegio, maledizione.

Semplicemente restavano immobili. Immemori. Innati. Insieme dimentichi del vivere, e dimentichi del nulla. Respiravano un tempo cosi familiare, così denso di lento tepore, da fare apparire tutto il resto, il mondo delle cose e degli avvenimenti, già veduto, già vissuto, usurato, lontano, vano. Finalmente partecipi della luce oltre le nubi.

Inutile insistere, vanoè anche tentare di descrivere un tale stato. Forse mi intendete se lo chiamo pace.

è  esperienza che ci attente tutti, inaspettata e chiara. E in ognuno di noi vive delicata come la nostra ombra. Amabile compagnia. Già la conosciamo bene, l'amica segreta.


Cromopuntura
di Italo Bertolasi

è  un nuovo modo di cura che "punge" determinati punti della pelle con un fascio di luce colorata diffuso da una penna irradiante. la luce colorata, percepita non soltanto dall'occhio ma anche dalla cute, provoca un effetto energetico e riequilibrante e rafforza il sistema immunitario. La cromopunturaè una cura dolce dello stress e del dolore e un ottimo rimedio per molti mali e disagi psicologici. Il trattamentoè indolore, veloce e di sicuro effetto. Peter Mandelè il naturopata tedesco che ha creato la Cromopuntura.

Si parte dalla pratica millenaria dell'agopuntura cinese che cura una varietà di malattie inserendo aghi filiformi in punti speciali individuati lungo i meridiani, i canali dove circola il Qi, l'energia vitale. Il corpo umanoè attraversato da una rete di canali - jingluo - dove circola la forza vitale. Lungo i canali principali ci sono oltre 360 punti focali dell'energia vitale che diventano doloranti quando ci si ammala e che sono stimolati per guarirci. Oggi in Cina questi punti vengono energetizzati con ultrasuoni e raggi laser. Peter Mandel ha pensato di stimolarli coi colori. L' occhio umano e i recettori della pelle sono "valvole" attraverso le quali la luce del sole e i colori vengono assorbiti dall'organismo umano. Ci spiega Mandel: "la terapia con i colori si serve dell'effetto risonanza. I colori sono in grado di convogliare un’energia molto intensa fino alla zona dell'ipofisi e dell'ipotalamo dove provocano reazioni endocrine. Gli impulsi energetici dei colori sono in grado di eliminare le irregolarità dello stato energetico delle cellule e con esse i disturbi funzionali o di ripristinare l'equilibrio ottimale".

Come presupposto della cromopuntura c’è la teoria di Goethe, secondo cui esistono tre colori puri, rosso, giallo e blu, e tutti gli altri derivano dalla loro mescolanza. La cromopuntura nasce dalla scoperta degli effetti psicologici e curativi del colore – cromoterapia, dagli studi delle fotografie Kirlian che rendono visibili le radiazioni bioenergetiche emesse dall'organismo, e naturalmente da uno studio approfondito dell'agopuntura cinese.

Con una penna luminosa - il Perlux - si proietta un fascio sottile di luce colorata nei punti che influenzano gli organi che si vogliono curare. "L'apparecchio emette luce colorata senza sviluppare calore e senza provocare dolore o sgradevoli effetti collaterali.

Peter Mandel studiando l'effetto Kirlian ha poi elaborato una mappa colorata del corpo individuando le relazioni esistenti tra colore e temperamento. Ci spiega: " nello spettro luminoso la testa appare blu e malinconica, il ventre verde e flemmatico, l'addome rosso e collerico" Se una personaè depressa e melanconicaè invasa dal blu e per tonificarla si dovrà illuminare il suo "polo della collera" con luce rossa. Il collerico invece dovrà essere irradiato di blu nel "centro della malinconia". Chiè pigro e indifferenteè pieno di verde scuro - il colore che rappresenta un calo di energia e di calore - e dovrà essere tonificato con il giallo. Il temperamento sereno e positivo di una persona sanguigna e vitale si esprimerà invece con un bel colore giallo.

A proposito degli effetti positivi della cromopuntura il dottor Antonio Miclavez ci dice: "Nella nostra attività utilizziamo spesso queste applicazioni in odontoiatria per tranquilizzare i pazienti agitati, per guarire ferite, per limitare gli effetti della paradentosi, per il rilassamento muscolare e la stimolazione delle gengive. Addirittura i colori hanno dato ottimi risultati negli interventi estetici e in dermatologia, nei casi di acne, nelle attenuazioni delle rughe. Nel caso delle rughe, trattandole con il rosso, otteniamo un rilassamento del muscolo contratto cronicamente che ha creato la ruga e con il turchese contattiamo la tensione emotiva che inconsciamente ha causato questa contrazione".

Dove si applica:

Sui punti di riunione, che si trovano sulla schiena sui due "meridiani della vescica" che iniziano dal terzo spazio intercostale e terminano nei pressi dell'osso sacro, a destra e sinistra della spina dorsale. Sono correlati risptettivamente ad un organo: ci sarà così il punto di riunione del polmone, del fegato, del rene. Nella medicina cinese la vescica che elimina le tossineè coinvolta in ogni malattia e la stimolazione dei punti sui suoi meridiani favorisce l'eliminazione delle tossine e il riequilibrio energetico degli organi.

Sui punti di allarme, che si trovano sulla parte anteriore del corpo e in vicinanza dell'organo a cui corrispondono. In caso di malattia di un organo il punto di allarme manifesta dolore e ipersensibilità. In caso di stati acuti si avverte dolore sia nei punti di allarme che in quelli di riunione.

Ci spiega Peter Mandel: "I punti di riunione e di allarme insieme offrono una possibilità semplice ed efficace di applicare la cromopuntura. per mezzo di essi la luce colorataè in grado di liberare di volta in volta con la sua forza specifica potenti forze di risonanza nell'organismo e di curare malattie croniche e acute".

Capacità curative dei colori
da "Manuale pratico di Cromopuntura" di P. Mandel - IPSA Editore

Rosso:è il colore della vita, del fuoco, dell'amore, della gioia. Del cuore, dei polmoni e dei muscoli. Attiva la circolazione sanguigna edè suggerito per curare tosse cronica, asma, affezioni della laringe, anemia, psoriasi umida, malattie della pelle, infiammazioni e in tutte le malattie croniche.

Blu:è il colore della calma, rinfrescante e analgesico. Il colore dell'ipofisi e del sistema endocrino. Col blu migliorano nervosismo e insonnia e si curano affezioni cardiache,, emorragie, emorroidi e varici. Il blu è il colore del climaterio: regola le contrazioni dei muscoli e dei tessuti.

Indaco: ha un effetto più profondo del blu. è  il penultimo colore dello spettro. è  il colore intuitivo che sostiene l'attività meditativa.

Giallo: è un colore caldo che favorisce la digestione, rinforza i nervi e ha un effetto rasserenante. è  indicato nelle malattie del fegato, della vescica. favorisce la capacità di apprendimento e la concentrazione mentale.

Verde: è il colore della natura indicato per catarro bronchiale, pertosse, artriti (dove lo si alterna al blu). Ma anche per ulcere, cisti, tumori, per tutte le malattie agli occhi e per il diabete. Il verde dà gioia e rilassamento.

Verde brillante: è composto dal verde e dal giallo: stimola l'intelligenza e rinforza il sistema nervoso.è usato nel trattamento delle infiammazioni dei nervi e dei reni e in tutte le malattie del tratto digerente.

Arancione: è il colore della serenità e dell'allegria adatto a depressi, ansiosi e pessimisti. L'arancione stimola l'appetito e viene usato in caso di dimagrimento, anemia e in tutte le affezioni cardiache.è un colore che rivitalizza e restitutisce entusiasmo.

Giallo – Arancione: è ideale per aumentare la volontà, lo spirito di iniziativa e l'intelletto. Dà inoltre calore e serenità.

Viola: il viola è sedativo. Lenisce, calma e rilassa.è il colore che cura l "anima" e che agisce sull'inconscio. Rinforza l'effetto della meditazione.è indicato per i disturbi della milza ed è uno stimolante della circolazione linfatica.

Cromopuntura pratica

Dismenorrea, amenorrea, disturbi del climaterio

  1. Riequilibrio "verticale" yin e yang colore blu per 10 minuti sui punti A - B - C e arancione 10 minuti sul punto E.

    2) Punto D - ipofisi della terapia delle zone riflessogene del piede arancione per 10 minuti

    3) Ripetere punti B e C blu e arancione per ancora 10 minuti

    4) Punti G - E - F arancione per 10 minuti

    Depressione, stanchezza cronica e disturbi della concentrazione

    1) colore arancione per 15 minuti sui punti G - H - C

    2) colore arancione per 3 minuti sulla "zona del temperamento malinconico"

    3) colore arancione per 10 minuti

    4) punto di riunione L - M colore viola e giallo per 3 minuti

    Cefalee e emicranie

    1) zona dei colori fondamentali rosso, giallo e blu per 10 minuti

    2) punti N - O colore giallo e viola per 10 minuti

    3) Punti P - Q colore rosso e verde per tre minuti

    4) Punti R - U colore giallo per 3 minuti e punti S - T colore viola per tre minuti

    Nervosismo, crampi, agitazione

    1) Riequilibrio verticale "yin e yang" colore blu per 10 minuti sul punto A e colore arancio per 10 minuti sul punto E.

  2. Zona dei colori fondamentali rosso, giallo e blu per 10 minuti

3) Punto V - Z colore rosso per 10 minuti e punto W colore blu per 10 minuti

4) Punto D del piede colore arancione per tre minuti.

Inibizioni, stress, difficoltà di "lasciarsi andare"

1) punti A - B - C colore blu per 10 minuti

2) punto ombelico colore turchese chiaro per 10 minuti

3) tra i due seni colore porpora per 10 minuti

4) all'inizio dei pettorali colore rosa per 3 minuti.

Per un trattamento di 10 minuti il focalizzatore si può appoggiare alla pelle di piatto. Per una applicazione di tre minuti si può appoggiare di punta. Per ogni seduta non si dovrà superare una combinazione di oltre 4 colori. Le seguenti applicazioni sono esemplificative e dovranno essere eseguite all'inizio da un "cromopuntore".


KINESIOLOGIA

Kinesiologia Olistica
di Gianmario Esposito

Quando mi sono laureato, avevo molta paura di visitare le persone, di non saper usare le cose imparate. Incontrai Meesserman che mi permise di capire il mio disagio.

Uno dei primi esami che si dà è patologia generale; ti dicono che per nascere una malattia ci vuole l'agente patogeno e un terreno adatto, due elementi che interagiscono. Una volta dato quell'esame, di "terreno" non si parla più, anche se finalmente è nata la neuropsicoimmunologia, si è capito che il sistema immunitario è legato alla psiche; è una scienza recente e pochi specialisti vi si dedicano.

Questa è la prima considerazione drammatica, poi ci sono le cause. Si studiano molto i traumi, le cause chimiche, sui germi c'è ancora una gran confusione. Tutti sappiamo le cause dell'ulcera eppure ci dicono che è colpa di un batterio. Nella medicina accademica non si considera né il terreno, cioè la nostra capacità di interagire con l'elemento negativo, né le cause vere, ma i sintomi. Curare il sintomo vuol dire usare i farmaci: se per la malattia acuta magari il farmaco è indispensabile, con le malattie croniche si rischia un'intossicazione da farmaci, non si risolve il problema e prima o poi subentra una lesione organica. La cura dei sintomi deve essere gestita diversamente, del resto anche noi come pazienti abbiamo la nostra colpa; chiediamo al progresso, alla società di darci una pillolina che guarisca tutto, ignorando le cause del malessere, invece di sforzarci di cambiare vita.

La novità, l'approccio olistico, è vecchio come la vita stessa, non stiamo inventando niente: consideriamo ciascun paziente indipendentemente dai sintomi, come un sistema integrato, con mente, psiche, volontà o meno di guarire, "terreno", di cui si occupa soprattutto l'omeopatia.

C'è tutto il grosso problema della chimica, oggi il cibo è molto inquinato: noi siamo ciò che mangiamo, la massa corporea che ci troviamo ad avere viene dal cibo, perciò dobbiamo identificare gli errori e modificare l'alimentazione. Poi la traumatologia: la maggior parte dei traumi che prendiamo sono ammortizzati, ma a volte no, subiamo dei traumi che causano lesioni permanenti. Poi ci sono problemi più subdoli, patologie causate da plantari o occhiali sbagliati; o dalla bocca, in cui ci sono sei paia di nervi cranici più un sistema vegetativo autonomo, eppure è considerata in secondo piano, come se ci dovessero pensare solo i dentisti. Non c'è una parte del corpo più complessa, quindi interventi odontoiatrici mal eseguiti possono causare seri danni neurologici. Vista, bocca, piedi, traumi: il corpo reagisce e cerca di compensare, per cui ci va di mezzo il terreno.

C'è ancora un aspetto: l'ambiente è inquinato non solo dal punto di vista chimico, ma anche elettromagnetico. Alcune persone hanno molti problemi, e dormono in stanze invase da computer, stereo, radiosveglia... passiamo un terzo della vita dormendo, togliamo tutti gli impianti elettrici dalla stanza! L'inquinamento elettromagnetico è molto sottile perché non lo si vede, ma dà stanchezza, disturbi nervosi ed endocrini.

La diagnosi olistica è un concetto nuovo, comprende tutti questi aspetti. Per fare una diagnosi bisogna valutare il terreno e le vere cause che fanno stare male. Tutte le cose di cui si è parlato sottraggono o disturbano l'energia, dal cibo ai pensieri negativi al dolore fisico, tutte cose che obbligano il corpo a interagire. Non possiamo pretendere dal nostro corpo risorse infinite per reagire!

Dobbiamo capire sempre più in chiave scientifica i meccanismi che fanno stare male. Se non diamo una dimostrazione scientifica, la scienza ufficiale ci rinnega. La kinesiologia è un sistema che interroga il corpo, "la mente mente" ma il corpo no, parla da solo; la grande rinascita per me è stata scoprire la kinesiologia, perché è clinica, è un modo di osservare la realtà con diagnosi precise e aspettiamo che la scienza ci riconosca. Usando l'Olotester, ad esempio, ho visto che la sincronizzazione degli emisferi cambia se modifichi semplicemente la posizione della mandibola. C'è la necessità di avere strumenti scientifici, noi comunque continuiamo anche senza perché il punto principale è risolvere i problemi; gli obiettivi odierni che abbiamo come "Società Internazionale di Kinesiologia Medica Olistica" sono continuare a curare i pazienti con cui abbiamo avuto risultati splendidi; continuare a studiare, andare avanti, confrontarci; diffondere a tutti i livelli questa filosofia, con dibattiti, congressi, corsi.

Una volta ho scritto a tutti i dentisti d'Italia per insegnare queste cose nuove, ma ha risposto solo uno! Allora abbiamo provato a comunicare con la televisione, se i medici sono ottusi, arriviamo alla gente, ed ha funzionato: ricevo sempre più richieste di medici che vogliono imparare, e c'è sempre meno ostruzionismo da parte delle strutture ufficiali.

Link: Enciclopedia Olistica


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