Il Dr. Robert M. Bowman ha diretto tutti i programmi "Guerre Stellari" sotto i presidenti Ford e Carter e ha volato in 101 missioni di combattimento in Vietnam. È laureato in Aeronautica e Ingegneria Nucleare al Caltech. È presidente dell’Istituto per gli Studi su Spazio e Sicurezza e presiede alla carica di Arcivescovo della Chiesa Cattolica Unita.
Il Dr. Bowman si può contattare presso RobertBowman@MiddleEast.Org .

"SIAMO BERSAGLIO DEL TERRORISMO PERCHÉ SOSTENIAMO TUTTE LE DITTATURE":
Durissima lettera a Bush di mons. Bowman, vescovo in Florida


Signor Presidente, lei non ha detto la verità al popolo americano sul perché noi siamo i bersagli del terrorismo. Lei ha detto che siamo l’obiettivo perché sosteniamo la democrazia, la libertà e i diritti umani nel mondo. Balle! Noi siamo l’obiettivo di terroristi perché appoggiamo la dittatura, la schiavitù e lo sfruttamento umano nel mondo. Siamo il bersaglio dei terroristi perché siamo odiati. E siamo odiati perché il nostro governo ha fatto delle cose odiose.
Non siamo odiati perché pratichiamo la democrazia, la libertà e i diritti umani. Siamo odiati perché il nostro governo nega queste cose ai popoli dei paesi del terzo mondo, le cui risorse sono ardentemente desiderate dalle corporazioni multinazionali. E quell’odio che abbiamo seminato è tornato indietro a tormentarci sotto forma di terrorismo — e in futuro, terrorismo nucleare.” ALCUNI ANNI FA, dei terroristi distrussero due ambasciate statunitensi. Il Presidente Clinton reagì contro le sospette installazioni di Osama bin Laden. Nel suo discorso televisivo, il Presidente disse al popolo americano che noi eravamo i bersagli del terrorismo perché sosteniamo la democrazia, la libertà e i diritti umani nel mondo. In tale occasione, io scrissi:"Dica la verità al popolo, signor Presidente ... sul terrorismo, non sulla povera Monica."
Se le sue menzogne sul terrorismo passeranno incontestate, allora è probabile che la guerra di terrore che lei ha scatenato continuerà sino a distruggerci. La minaccia del terrorismo nucleare sta incombendo su di noi.
Il terrorismo chimico è a portata di mano, e quello biologico è un futuro pericolo. Questi idoli di plutonio, titanio ed acciaio sono impotenti. La nostra venerazione nei loro confronti per più di cinque decenni non ci ha portato sicurezza, solo maggiore pericolo.
Nessun sistema di ‘Guerre Stellari’ ... non importa quanto sia tecnologicamente avanzato, non importa quante migliaia di miliardi di dollari vi siano state investite... può proteggerci anche da una sola bomba terroristica. Nel nostro vasto arsenale non c’è una sola arma che possa schermarci da un’arma nucleare trasportata in una barca a vela o su un Piper Cub o una valigetta o un furgone della Ryder in affitto.
Dei 273 miliardi di dollari che spendiamo annualmente nella cosiddetta difesa, non un solo centesimo può difenderci da una bomba terroristica. Nel nostro enorme apparato militare non c’è nulla che possa effettivamente darci un briciolo di sicurezza. Questo è un fatto militare.
Signor Presidente, lei non ha detto la verità al popolo americano sul perché noi siamo i bersagli del terrorismo. Lei ha detto che siamo l’obiettivo perché sosteniamo la democrazia, la libertà e i diritti umani nel mondo. Balle! Noi siamo l’obiettivo di terroristi perché appoggiamo la dittatura, la schiavitù e lo sfruttamento umano nel mondo.
Siamo il bersaglio dei terroristi perché siamo odiati. E siamo odiati perché il nostro governo ha fatto delle cose odiose.
In quanti paesi abbiamo deposto i leader democraticamente eletti per sostituirli con dei dittatori militari fantoccio compiacenti a svendere il proprio popolo alle corporazioni multinazionali americane?
L’abbiamo fatto in Iran, quando spodestammo Mossadegh perché voleva nazionalizzare l’industria petrolifera. Lo sostituimmo con lo Scià, e addestrammo, armammo e sovvenzionammo la sua odiata guardia nazionale, la Savak, che assoggettò e brutalizzò la popolazione. Tutto per proteggere gli interessi finanziari delle nostre compagnie petrolifere. C’è da meravigliarsi se in Iran c’è gente che ci odia?
L’abbiamo fatto in Cile quando abbiamo deposto Allende, democraticamente eletto dal popolo per introdurre il socialismo. L’abbiamo sostituito col brutale dittatore di destra, il Generale Pinochet. Il Cile deve ancora riprendersi.
L’abbiamo fatto in Vietnam quando ostacolammo le elezioni democratiche nel Sud, che avrebbero unito il paese sotto Ho Chi Minh. Lo sostituimmo con una serie di deboli burattini delinquenti, che ci invitarono laggiù a massacrare il loro popolo — e noi lo facemmo. (Ho volato 101 missioni di combattimento in quella guerra cui giustamente si è opposto.)
L’abbiamo fatto in Iraq, dove abbiamo ucciso 250.000 civili in un fallito tentativo di rovesciare Saddam Hussein, e dove da allora ne abbiamo uccisi un milione con le nostre sanzioni. Circa metà di queste vittime innocenti erano bambini sotto i cinque anni.
E, naturalmente, quante volte l’abbiamo fatto in Nicaragua e in tutte le altre repubbliche delle banane dell’America Latina? Una volta dopo l’altra, abbiamo rimosso i leader popolari che volevano che le ricchezze della terra venissero condivise con coloro che la lavoravano.
Li sostituimmo con tiranni assassini che avrebbero svenduto e controllato il loro stesso popolo in modo che le risorse della terra potessero essere arraffate da Domino Sugar, United Fruit Company, Folgers e Chiquita Banana.
In un paese dopo l’altro, il nostro governo ha ostacolato la democrazia, soffocato la libertà e calpestato i diritti umani. Ecco perché nel mondo siamo odiati. Ed ecco perché siamo il bersaglio dei terroristi.
La popolazione del Canada gode di una democrazia migliore, di una maggiore libertà e diritti umani di noi. Altrettanto dicasi di quella della Norvegia o della Svezia. Avete mai sentito di ambasciate canadesi fatte saltare con le bombe? O di quelle norvegesi? Oppure svedesi.
No. Noi non siamo odiati perché pratichiamo la democrazia, la libertà e i diritti umani.
Noi siamo odiati perché il nostro governo nega queste cose alle popolazioni dei paesi del terzo mondo, le cui risorse sono ardentemente desiderate dalle nostre corporazioni multinazionali. E quell’odio che abbiamo seminato è tornato indietro a tormentarci sotto forma di terrorismo — e in futuro, terrorismo nucleare.
Una volta compresa la verità sul perché esiste la minaccia, la soluzione risulta evidente. Dobbiamo cambiare i sistemi del nostro governo.
Invece di mandare i nostri figli e le nostre figlie in giro per il mondo ad ammazzare arabi così che le compagnie petrolifere possano vendere il petrolio sotto la loro sabbia, dobbiamo mandarli a ricostruire le loro infrastrutture, rifornirli di acqua pulita e dar da mangiare ai loro bambini.
Invece di continuare ad ammazzare ogni giorno migliaia di bambini iracheni con le nostre sanzioni, dobbiamo aiutarli a ricostruire le loro centrali elettriche, i loro impianti di trattamento delle acque, i loro ospedali — tutte quelle cose che abbiamo distrutto nella nostra guerra contro di loro e che gli abbiamo impedito di ricostruire con le nostre sanzioni.
Invece di voler essere il re del colle, dobbiamo diventare un membro responsabile della famiglia delle nazioni. Invece di stanziare centinaia di migliaia di soldati in tutto il mondo per proteggere gli interessi finanziari delle nostre corporazioni multinazionali, dobbiamo riportarli a casa ed espandere il Corpo di Pace.
Invece di addestrare terroristi e squadre della morte alle tecniche di tortura ed assassinio, dobbiamo chiudere la Scuola delle Americhe (non importa quale nome usano adesso). Invece di sostenere le dittature militari, dobbiamo appoggiare l’autentica democrazia – il diritto del popolo di scegliersi i propri leader. Invece di appoggiare l’insurrezione, la destabilizzazione, l’assassinio e il terrore in tutto il mondo, dobbiamo abolire la CIA e dare i fondi ad enti umanitari.
In breve, facciamo del bene anziché del male. Torniamo ad essere i buoni. La minaccia del terrorismo svanirebbe. Questa è la verità, signor Presidente. Questo è ciò che il popolo americano ha bisogno di sentire. Siamo brava gente. Abbiamo soltanto bisogno che ci venga detta la verità e data la sagacia. Lei può farlo, signor Presidente. Fermi il massacro. Fermi la giustificazione. Fermi la ritorsione. Si occupi prima del popolo. Gli dica la verità.
Non occorre dire che non l’ha fatto... né lo ha fatto George W. Bush. Beh, i semi piantati dalla nostra politica hanno dato i loro frutti. Il World Trade Center se n’è andato. Il Pentagono è danneggiato. E migliaia di americani sono morti. Quasi ogni sapientone in TV sta chiedendo a gran voce una massiccia ritorsione militare contro chiunque possa aver fatto tutto ciò (presumibilmente lo stesso Osama bin Laden) e contro chiunque dia asilo o aiuto ai terroristi (in particolar modo il governo talebano dell’Afganistan).
Steve Dunleavy del New York Post urla “Uccidete i bastardi! Addestrate assassini, assoldate mercenari, offrite ai cacciatori di taglie un paio di milioni di dollari per averli vivi o morti, preferibilmente morti. Per quanto riguarda le città o i paesi che ospitano questi vermi, bombardateli sino a ridurli in campi da pallacanestro.”
Si è tentati ad essere d’accordo. Non ho simpatia per gli psicopatici che hanno ammazzato migliaia dei nostri concittadini. Non c’è scusante per un atto del genere. Se venissi richiamato in servizio attivo, partirei di corsa. Allo stesso tempo, tutta la mia esperienza e conoscenza militare mi dice che la ritorsione non ci ha liberato dal problema in passato, e non lo farà stavolta.
Il migliore apparato antiterroristico del mondo è di gran lunga quello israeliano.
Misurato in termini militari, ha registrato fenomenali successi. Eppure Israele subisce ancora più attacchi di tutte le altre nazioni messe insieme. Se la ritorsione funzionasse, gli israeliani sarebbero le persone più al sicuro del mondo.
Solo una cosa ha mai fermato una campagna terroristica – togliere all’organizzazione terroristica il sostegno della comunità più grande che rappresenta. E il solo modo per farlo è ascoltare e alleviare i legittimi risentimenti della popolazione. Se davvero Osama bin Laden era dietro i quattro dirottamenti e il seguente massacro, questo significa dare una risposta alle preoccupazioni degli arabi e dei musulmani in generale e dei palestinesi in particolare. Non significa abbandonare Israele. Però potrebbe benissimo significare il ritiro del sostegno finanziario e militare finché non abbandona gli insediamenti nei territori occupati e ritorna ai confini del 1967.
Potrebbe anche significare la concessione ai paesi arabi di avere dei leader da loro scelti, e non dei dittatori scelti con cura ed insediati dalla CIA, ben disposti a collaborare con le compagnie petrolifere occidentali.
Chester Gillings l’ha espresso molto bene: "Come possiamo contrattaccare bin Laden? La prima cosa che dobbiamo chiederci è cosa speriamo di ottenere – sicurezza o vendetta? Le due cose si escludono a vicenda; cercare vendetta ridurrà la nostra sicurezza. Se è quest’ultima che si cerca, allora occorre iniziare a rispondere alle domande difficili – quali sono i risentimenti che i palestinesi e il mondo musulmano hanno nei confronti degli Stati Uniti, e qual è la nostra vera colpa per tali risentimenti?
Laddove si trovasse una effettiva responsabilità, occorre essere preparati a lenire il risentimento in ogni modo possibile.
Laddove non si trovasse responsabilità o modo di porre rimedio, occorre comunicare onestamente le nostre posizioni alla popolazione araba.
In breve, la nostra migliore condotta d’azione è toglierci dalle dispute della regione in qualità di combattenti.”
Uccidere adesso bin Laden sarebbe renderlo un eterno martire. A migliaia si alzerebbero a prenderne il posto. In un altro anno, dovremmo confrontarci con una nuova ondata di terrorismo, probabilmente molto peggiore persino di questa. Eppure esiste un altro modo.
In parole povere, dobbiamo proteggerci da coloro che già ci odiano. Questo significa un incremento nella sicurezza e una migliore intelligence. In marzo ho proposto ai membri del Congresso che si dovrebbe negare qualunque finanziamento per le “Guerre Stellari” sino a quando il Ramo Esecutivo non possa dimostrare di stare effettuando ogni possibile ricerca per scoprire e intercettare armi per la distruzione di massa che entrino clandestinamente nel paese (una minaccia molto maggiore dei missili balistici).
Vi è un gran numero di misure che si possono prendere per aumentare la sicurezza senza limitare i diritti civili. Ma sulla lunga distanza, dobbiamo cambiare le nostre politiche per smetterla di causare la paura e l’odio che creano nuovi terroristi.
Diventando indipendenti dal petrolio straniero tramite il risparmio, l’efficienza energetica, la produzione di energia da fonti rinnovabili e la transizione verso sistemi di trasporto non inquinanti ci permetterà di adottare una politica più razionale verso il Medio Oriente.
La grande maggioranza di arabi e musulmani sono persone buone e pacifiche. Ma un certo numero di essi, nella loro disperazione, rabbia e paura, prima si sono rivolti ad Arafat e adesso a bin Laden per alleviare la loro miseria. Rimuoviamo la disperazione, diamo loro qualche speranza, e l’appoggio al terrorismo evaporerà.
A quel punto bin Laden sarà costretto ad abbandonare il terrorismo (come ha fatto Arafat) o verrà trattato come un comune criminale. In qualunque modo, lui e il suo denaro cesseranno di essere una minaccia. Noi possiamo avere sicurezza... o possiamo avere vendetta. Non possiamo avere entrambe le cose.