RELAZIONE SULLA LINEA-GUIDA BPCO 2002
Medicina in Associazione: Astori Paola, Baronchelli Mario, Ferrari Albarosa, MultinedduMario, Mutti Erica, Pascarella Anna, Terranova Francesca Romana
Medicina di gruppo: Belleri Giuseppe, Bertolotti Bartolomea, Chiappi
Alessandro.
n° totale assistiti in carico nel 2002: 11.833 di cui di età > 40 anni n°
6807, pari al 57,5 %
n° assistiti con diagnosi di BPCO in trattamento cronico: 196 pari al 1,6 %
dell'utenza di cui ultrasettantacinquenni 81 pari al 41,3 % delle BPCO totali.
n° assistiti affetti da BPCO secondo PDT, per ciascun stadio di malattia: non
quantificabili.
n° assistiti affetti da BPCO deceduti : dato non rilevato.
In aggiunta agli indicatori sopracitati abbiamo ritenuto opportuno
individuare ulteriori parametri indicativi del lavoro svolto, ossia:
n° spirometrie richieste ad ultraquarantenni "a rischio": 186 pari al 3,6 %
dei 6807pz in carico di cui :
a) eseguite: 114 pari al 61,2 %
b) non
eseguite: 72 pari al 38,8 %
Delle 114 spirometrie eseguite hanno dato esito "normale" 40 pari al 35 % e
"patologico" 74 pari al 65 %.
Delle 74 patologiche 68 rilevavano "deficit ventilatorio ostruttivo", mentre
6 rilevavano deficit di altro tipo. Abbiamo ritenuto inoltre utile rilevare il
n° dei pazienti in O2 terapia lungo-termine, espressione dello stadio più
avanzato della BPCO, in carico nel 2002: 7
IN BASE AI DATI RACCOLTI CI SEMBRA EVIDENTE ED UTILE PER UN LAVORO DI
PROSPETTIVA ESPRIMERE ALCUNE CONSIDERAZIONI:
1) La percentuale che abbiamo rilevato di pz affetti da BPCO è risultata
dell' 1,6 % della nostra utenza, dato che si discosta significativamente dal 16
% indicato nel PDT divulagato dall'ASL. Ciò ci induce ragionevolmente a pensare
ad una sovrastima di detta patologia.
2) Molto interessante ci è sembrato inoltre rilevare che ben il 41% dei BPCO
è ultrasettantacinquenne: sono pz spesso con pluripatologie, sovente allettati o
comunque con notevoli difficoltà di spostamento, e pertanto impossibili da
seguire seguendo i criteri stabiliti dal PDT.
3) L'impossibilità a quantificare i pz affetti da BPCO, secondo la
stadiazione prevista dal PDT, è dovuta al fatto che solo in pochi casi il
referto della spirometria ci è pervenuto completo con la stadiazione del
deficit, nonostante l'avessimo esplicitamente indicato nella motivazione.
4) A parte le difficoltà oggettive di classificazione e stadiazione dei
nostri pazienti, abbiamo riscontrato delle incongruenze nel concretizzare il
lavoro di gruppo e cioè:
a) non uniformità dei nostri programmi informatici,
con la conseguente difficoltà nellaraccolta omogenea dei dati ( problema che
stiamo cercando di risolvere).
b) difficoltà ad individuare i soggetti "a
rischio" sia per la soggettività dei nostri criteri di reclutamento, sia per la
variabilità nel tempo dei diversi fattori di rischio (es. n°sigarette/dì) e la
personale interpretazione dei sintomi nell'anamnesi del pz.
c) il circa 40%
delle spirometrie richieste ma non eseguite testimonia, a nostro avviso,la
riluttanza del pz a riconoscersi come " soggetto a rischio" e pertanto ad
entrare in un percorso di screening e di follow up in quanto ciò comporterebbe
la presa di coscienza di un comportamento "patologico" e la conseguente
necessità di modificarlo (es abolizione fumo). In particolare in quei casi che
presentano sintomi e/o segni riferibili a BPCO ma che l'esecuzione della
spirometria non ha confermato (stadio 0), abbiamo riscontrato che il pz sviluppa
un atteggiamento di sottovalutazione del problema e si sente giustificato nel
continuare il suo comportamento " a rischio".
Vorremmo infine segnalare che nella raccolta dati iniziale l'identificazione
dei pz affetti da BPCO, spesso si è basata sulla "diagnosi di dimissione" di
ricoveri o di referti radiologici avvenuti negli anni precedenti. Andando a
verificare questi casi secondo i criteri del PDT abbiamo spesso riscontrato o
l'assenza di patologia ostruttiva o di altra patologia (es asma). Forse ciò può
in parte giustificare il divario tra i casi effettivi di BPCO e la prevalenza
stimata nel protocollo PDT.
RELAZIONE SULLA LINEA-GUIDA
BPCO 2003
Medicina in associazione: Astori Paola, Baronchelli Mario, Ferrari Albarosa,
Multineddu, Mario, Mutti Erica, Pascarella Anna, Terranova Francesca Romana .
Medicina di gruppo: Belleri Giuseppe, Bertolotti Bartolomea, Chiappi
Alessandro .>p> n° totale assistiti in carico nel 2003: 12.173 di cui di
età > 40 anni n° 6437, pari al 52,8%
n° assistiti con diagnosi di BPCO in trattamento cronico: 218 pari al 1,79%
dell'utenza di cui ultrasettantacinquenni 59 pari al 27% delle BPCO totali.
n° assistiti affetti da BPCO secondo PDT, per ciascun stadio di malattia, 27
pari al 12,3% delle BPCO totali.
n° assistiti affetti da BPCO deceduti nel 2003: 17 pari al 7,8% delle BPCO
totali ( nessuno deceduto per la sola BPCO )
In aggiunta agli indicatori sopracitati abbiamo ritenuto opportuno
individuare ulteriori parametri indicativi del lavoro svolto ossia:
n° totale spirometrie richieste negli ultraquarantenni"a rischio": 117 pari
al 1,71% dei 6807 pz in carico di cui:
a) eseguite: 73 pari al 62,3%
b)
non eseguite: 44 pari al 37,7%<P< .
Delle 47 patologiche 41 rilevavano "deficit
ventilatorio ostruttivo", mentre 6 rilevavano deficit di altro tipo .
Oltre alle sopracitate 47 spirometrie patologiche per deficit ventilatorio
ostruttivo in pz > di 40 anni, ci sembra interessante segnalare il riscontro
di altre 4 spirometrie positive per deficit ventilatorio ostruttivo in pz <
di 40 anni .
Abbiamo ritenuto inoltre rilevare il n° di pazienti in O2 terapia
lungo-termine, espressione dello stato più avanzato della BPCO, in carico nel
2003: 7
n° assistiti affetti da BPCO cui abbiamo eseguito vaccinazione
antinfluenzale:161 pari al 73,8%
n° assistiti affetti da BPCO cui abbiamo eseguito vaccinazione
antipneumococcica: 106 pari al 48,6%
IN BASE AI DATI RACCOLTI CI SEMBRA EVIDENTE ED UTILE PER UN LAVORO DI
PROSPETTIVA ESPRIMERE ALCUNE CONSIDERAZIONI:
Abbiamo riscontrato un lieve aumento del n° di pz. affetti da BPCO, che nel
corso di quest' anno si attesta su una percentuale dell' 1,76%, ancora ben
lontana dal 16% indicato dal PDT divulgato dalla regione, ciò a conferma di una
sovrastima di detta patologia. Và d' altro canto rilevato, che la notevole
discrepanza di questi dati, potrebbe essere legata al cosiddetto "sommerso ".
Troppi sono i pz. inconsapevoli, che trascurano i sintomi e arrivano tardi alla
diagnosi di BPCO. A ciò si aggiunge una non sempre attenta sorveglianza da parte
dei medici, specialisti e non, nell' identificare i soggetti a rischio (
peraltro in genere molto difficili da individuare ).
Potrebbe essere utile in futuro distinguere nella raccolta dati la
percentuale di uomini rispetto a quella delle donne, poichè vari studi
dimostrano che quest' ultima è in netto aumento, ciò sembra dovuto non solo al
dilagare del vizio del fumo nelle donne, ma anche a diversità
anatomo-fisiologiche che rendono la donna più vulnerabile rispetto all' uomo per
vari motivi: i bronchi femminili si irritano più facilmente, la diminuzione
della capacità polmonare che porta all' enfisema è più rapida nelle fumatrici
che nei fumatori e sembra che anche l' assunzione di terapie ormonali sia in età
fertile sia in menopausa influenzi la flogosi cellulare che favorisce lo
sviluppo della patologia respiratoria cronica ( dati riportati in un articolo
del Corriere Medico del 22/01/04 rilevati su 3 città campione: Genova Bari e
Catania ).
Confermiamo, anche se in flessione, l' elevata percentuale di pz. BPCO
ultrasettantacinquenni, che come già ribadito nella relazione del 2002, sono
spesso affetti da pluripatologie, sovente allettati o comunque con notevoli
difficoltà di spostamento e pertanto difficili da monitorare seguendo i criteri
stabiliti dal PDT .
Si conferma inoltre la scarsa collaborazione da parte degli specialisti
pneumologi, che pur avendo dato la loro adesione al PDT, omettono
frequentemente, nei referti delle spirometrie, di precisare la stadiazione, dato
fondementale per inquadrare il pz. BPCO sia dal punto di vista diagnostico sia
terapeutico. Manca persino quell' eccesso di zelo che ritroviamo in moltissimi
esami in cui lo specialista, riscontrando una situazione patologica, ne
consiglia la ripetizione, cosa che ci renderebbe la vita più facile nel cercare
di convincere i nostri pazienti della necessità di eseguire periodicamente la
spirometria, indispensabile per un corretto follow up della BPCO. Infatti buona
parte delle spirometrie sono state eseguite da pz. in prima diagnosi, viceversa
nei pz. già individuati come BPCO, l' adesione all' esame spirometrico è stata
assai scarsa.
Vorremmo inoltre sottolineare lo sforzo compiuto nel cercare di rendere il
più omogenea possibile la raccolta dati mediante vari accorgimenti: maggiore
uniformità dei programmi informatici per estrapolare i dati relativi alla
relazione ( non senza difficoltà ), scambi di informazione con e-mail, maggior
frequenza degli incontri serali ecc...
Ci sembra inoltre positivo rilevare le evidenti ricadute comportamentali che
questo lavoro di raccolta dati ha suscitato in noi. Riteniamo infatti che la
semplice partecipazione ad incontri formativi sulla BPCO o l' adesione al PDT,
senza l' impegno formale di raccogliere ed elaborare dati, non avrebbe mai
modificato i nostri comportamenti e abitudini prescrittive. Abbiamo imparato a "
guardare" con altri occhi i nostri assistiti fumatori o con problemi
respiratori, cioè con più attenzione e consapevolezza.
Da ultimo, ma non certo ultimo per importanza, teniamo a sottolineare che
questi lavori devono perdere la mera funzione di " relazioni " e assume sempre
più i connotati di strumenti educativi per modificare il nostro modus operandi.
Per ottenere tale scopo è fondamentale un ritorno informativo da parte dell'
ASL, dei Centri Specialistici e delle altre Associazioni e Medicine di Gruppo
che hanno aderito ai vari PDT o svolto lavori autonomi. L' ASL potrebbe
organizzare incontri dedicati ai lavori eseguiti dalle Medicine in associazione
e di Gruppo, magari con la presenza dello Specialista riconoscendole come ore di
aggiornamento professionale. Ciò renderebbe meno sterile il lavoro svolto e
sarebbe occasione di interscambio culturale e stimolo per un ulteriore
approfondimento.