Giulia Breveglieri
Classe IVC
Liceo Classico San Carlo - Modena

Romanzo ai Ronchi

"Dai, sbrigati! Manca poco all’inizio del saggio! Hai preso lo spartito?"

"Si, tutto a posto."- "Ed ora in macchina verso il Castello dei Ronchi!"

E’ un’occasione speciale, suonare al cospetto di tanta gente, tra cui spiccherà inevitabilmente la telecamera del papà o il sorrisino compiaciuto della nonna. Speriamo...

"Incredibile, c’è parcheggio oggi. Avviati Sofia, papà ed io ti raggiungeremo tra poco"

"Sofia, ti sei incantata? Sta per iniziare!"

Ecco il castello, s’erge sicuro, riparato dal cancello imponente, gli edifici ausiliari, stalla e cappella, lo stringono in un forte abbraccio. Questo freddo autunno lo avvolge in una fitta nebbia, pare d’altri tempi.

Che freddo, il palazzo appare impassibile, nessuna brezza né timore ne passa le mura. Pone il suo sguardo benevolo sulle terre circostanti, la villa è calda e ospitale: un buon possedimento per il nuovo conte. La giovane osservava compiaciuta il castello, ammirandone le finestre slanciate e la pacifica atmosfera che esso diffondeva tutt’intorno. La paura della notte, che l’aveva assalita nonostante l’età matura, si era placata.

"Ferma qui Fernando. E’ notte, troveremo certamente riparo, apri il cancello"- "Ma signora, il lume di una candela proviene da quella finestra" - "Sono la padrona, chiederemo asilo a chi lo abita."

Entrarono e giunse innanzi a loro un anziano frate: "Sono padre Philip - disse- se il vostro fisico necessita di riposo, siete i benvenuti, è mio compito aiutare e soccorrere i viandanti stanchi; dopotutto Gesù stesso visse della carità altrui. Venite, qui c’è paglia asciutta sulla quale potrete distendervi. Buona notte"

Il freddo di Novembre era affievolito dalla paglia soffice, il caldo tepore della stalla si era sostituito al vento gelido. Dopo un’intero giorno di viaggio, sul dorso del suo baio, aveva trovato riposo. Nel corso della giornata aveva controllato terre e ville, poderi e campi; il nuovo regno del fratello contava ricchezze ed una popolazione forte nonostante gli attacchi del brigantaggio. Le responsabilità del nuovo regno, il controllo vigile sull’operato del fratello, le gravavano come il giogo sui buoi nei campi. Rimase lì sino all’alba, assopita in un’angolo della calda stalla, poi un lume, la fiamma di una candela la svegliò. Proveniva dalla cappella. Alzatasi, decise di controllare. Notò frate Philip che pregava, recitando sommessamente brani della Bibbia, quello era il primo servizio religioso della giornata, vi assistette sino alla fine.

"Amen." La parola echeggiò nella stanza. Nell’atto di alzarsi, padre Philip scorse la giovane viandante che aveva accolto nella villa durante al notte. Alla luce delle candele capì che la fanciulla doveva essere di nobili origini. I riccioli bruni incorniciavano il candido viso sottile, mentre le mani curate,ondeggiavano nell’aria, in armonia con il corpo. Quella figura, gli ricordava vagamente la giovane figlia del vecchio conte Francesco Caprara, deceduto nel settembre di quell’anno, al quale era succeduto il figlio.

"Sono Elena, la figlia del conte Caprara. Sono in viaggio al fine di controllare i possedimenti del nuovo signore, mio fratello.

Egli è molto giovane per tenere le redini di un regno, mi ha dunque domandato di affiancarlo in questo arduo compito."

"Bene, domando scusa se non vi ho riconosciuta, signora. Le mostrerò le bellezze della villa de’ Ronchi. Notate questi affreschi che adornano il pianterreno."

Le decorazioni a grottesche incantarono lo sguardo della giovane. Le figure leggiadre parean volteggiare nell’immenso della loggia, leoni impavidi proteggevano le figure angeliche. Putti gioiosi animavano la scena, i corni divini diffondevano suoni armoniosi e leggiadri che si perdevano nell’atmosfera celestiale, appena percettibile. Meraviglioso sarebbe stato adibire quelle maestose sale a canti e danze, gli strumenti avrebbero intonato musiche eterne che si sarebbero intrecciate, in un’unica melodia, con le figure angeliche e la profondità del luogo.

Applausi, battimani e parole d’approvazione si riversano nella sala. Visi gioiosi e compiaciuti osservano la piccola pianista, nell’atto di assaporare il meritato successo. La sua musica ha penetrato muri e affreschi, accompagnando gli angeli in danze magiche e sconosciute, rivelando la profonda entità del castello.