Racconto scritto da:
Melissa Saccò, Ornella Ruocco, Roberta Minutiello, Michela Mancosu.
Classe 2A Scuola Media Statale "Carlo Alberto Dalla Chiesa" Trecasali (Parma)
LA GRANDE ABBUFFATA
Verso l'inizio di ottobre,
nella Pianura Padana, iniziarono a succedere cose molto strane. Pesci viaggiatori
nuotavano freneticamente da un fiume all'altro: dal Trebbia, al Ticino, dal
Po all'Adda, dall'Adige all'Oglio e via dicendo.
Col passare dei giorni la situazione si complicò ulteriormente. Si venne a sapere
che il fiume Taro stava organizzando un banchetto per festeggiare i suoi novantamila
anni di vita.
Tutti gli animali
della zona si erano messi in movimento per preparare i cibi più buoni e invitanti
in occasione della grande festa. La confusione fu delle più totali; tutti scorrazzavano,
ululavano, muggivano, senza un attimo di tregua. I padroni pensavano che le
bestie fossero impazzite, i telefoni dei veterinari erano andati in tilt, gli
scienziati si scervellavano per capire se fosse mucca pazza o afta epizootica:
sembrava l'inizio di un'apocalisse.
Pochi giorni dopo tutto era già pronto: in una grotta sott'acqua era stata imbandita
una tavolata, lunga 25 metri di pietra e perle, colma di cibi: pesce lesso,
pesce fritto, pesce al forno, in umido; gamberi in salsa rosa, alla griglia
e per i vegetariani alghe fritte, fiori di zucca, legumi, insalate, e formaggi.
E, come dolce, una grande torta a sette strati con una circonferenza di tre
metri e mezzo, ricoperta da nove strati di cioccolato, tre chili di frutta candita,
due litri di liquore strega, diecimila zuccherini a forma di pesce siluro e
come tocco finale, in cima, un'anguria di trentacinque chili circondata da novantamila
candeline.
La sera del 15 ottobre 2000 il Taro, vestito in smoking, attendeva impazientemente
i suoi ospiti. Ognuno arrivò con un dono: il torrente Parma con un libro di
storie su Maria Luigia, il Taro con una credenza di legno ebano levigato a lisca,
lo Stirone con una tonnellata di fossili del quaternario, il Ticino con un barile
di caviale preso chissà dove e così via. Il Taro estasiato da tutti quei regali,
li fece sistemare nel suo magazzino personale.
Finalmente iniziò la festa!!!
Vennero serviti gli antipasti, i primi piatti, i secondi, il contorno, un buon
sorbetto gelato e infine la tanto attesa torta megagalattica chiamata "Big Bang"!!
Il Po, preso dalla
sua ingordigia, ne ordinò tre fette abbondanti.
Dopo la cena il padrone di casa diede inizio alle danze. Alle quattro di mattina
la musica rimbombava ancora nell'alveo del fiume. Alle prime luci dell'alba
finalmente la grande abbuffata finì e tutti tornarono nel proprio lettuccio.
Dopo aver aperto la porta ed essersi coricato, il Po si accorse che era ingrassato
di tre metri e mezzo.
Contattò subito un dietologo, che naturalmente si rifiutò di andarlo a visitare.
Il 17 ottobre una carpa portò al più goloso e ingordo dei fiumi gli avanzi della
festa. Lui, famelico com'era, li mangiò tutti d'un fiato. In quel preciso istante
si gonfiò di altri quattro metri e mezzo.
Accadde il finimondo: le scuole vennero evacuate, tutte le attività sospese,
le persone si chiusero in casa per colpa della smisurata ingordigia del grande
fiume.
La protezione civile si mise subito in moto e con l'aiuto di centinaia di volontari
rinforzò gli argini con sacchetti di sabbia. Nessuno dormiva più, la paura prese
ben presto il sopravvento. Finchè a qualcuno non venne la brillante idea di
buttare nel Po una tonnellata di tavolette "peso forma".
In una settimana il grande fiume si ritrovò un fisico da fotomodello e si ripromise
che non si sarebbe mai più ingozzato in quel modo. Potremo fidarci di questa
sua promessa, fatta anche nel lontano 1951?