ISTITUTO STATALE COMPRENSIVO 
DI MACERATA FELTRIA
Via della Gioventu'  8  61023 MACERATA FELTRIA (PU)

Il racconto è stato scritto insieme dagli alunni della III Media di Macerata Feltria dell’Istituto Comprensivo di Macerata Feltria. Precedentemente è stata svolta un’approfondita ricerca sul Sasso di Simone. Il luogo è stato studiato dal punto di vista geologico, naturalistico e storico, producendo un ipertesto. Le fotografie rappresentano la sommità del Sasso di Simone, la rupe a strapiombo e il bosco. Prof. Eleonora Postir

L’AVVENTURA DI PIETRO

PIVIERE DI SESTINO, Settembre 1572.

"Quand 'i ucell van da munt rend la scura e fa le stlonchi" aveva sentenziato il nonno, così Pietro, deposti gli attrezzi da carpentiere, aveva legato il cavallo al carro e, con tutta la famiglia, si era diretto verso il bosco.

Il cielo era straordinariamente limpido. Le dolci colline erano vestite dei colori dell’autunno e, sullo sfondo, il Sasso di Simone, illuminato in pieno dal sole, sembrava fare da sentinella.

- Nonno, - chiese la figlioletta – perché il Sasso è tutto piatto in cima?

- Perché Dio lo ha creato così bello che il diavolo, invidioso, gli ha dato un pugno!

Il nonno sapeva proprio tutto. Conosceva i funghi, le erbe, le bacche buone e quelle velenose e i posti più adatti per tagliare la legna e fare le fascine. Peccato che stava ormai perdendo le forze. Pietro invece era così robusto che avrebbe sollevato una quercia ed era un gran lavoratore perché solo faticando dall’alba al tramonto poteva mettere insieme il necessario per sostentare la famiglia.

Dopo aver trascorso tutta la mattinata nella macchia, caricarono sul carro le fascine e gli altri "doni del bosco" come i frutti della rosa canina, ottimi per le marmellate, i funghi e le mele selvatiche, ma, proprio mentre stavano per avviarsi, vennero loro incontro due soldati a cavallo.

-Tu, - dissero a Pietro – devi venire con noi, ci serve un carpentiere per la città del Sasso.

- Ma io non posso venire lassù, mio padre è vecchio e malato, ho due bambini piccoli e mia moglie è incinta…

- Sono gli ordini del Granduca, su, cammina, avrai l’onore di lavorare per gli architetti militari più famosi d’Europa, avrai vitto e alloggio e una buona paga.

 

Così il povero Pietro abbracciò la moglie e i figlioletti e li raccomandò a Dio e al vecchio padre.

Il Sasso di Simone è un’imponente montagna al confine tra le Marche e la Toscana che, in quegli anni di conflitti tra i principi, aveva assunto una grande importanza strategica, così il Granduca Cosimo de’ Medici aveva deciso di costruirvi una città fortezza per tenere d’occhio il suo forte vicino, il Duca di Urbino.

La città era stata progettata in tutti i particolari. C’erano le mura, due cisterne, un forno per il pane, alloggi per i soldati, un appartamento per il capitano, una cappella per pregare e persino un loggiato per il mercato e le fiere. Ogni giorno, attraverso una strada appositamente tracciata, arrivavano dai luoghi vicini carri trainati da buoi con il legname e le pietre da costruzione.

Il Granduca era venuto sul posto di persona per seguire i lavori.

- Sarà la "Città del Sole", la città ideale dove la gente vivrà sicura perché ben difesa e ben governata!- aveva proclamato con entusiasmo, ma Pietro era preoccupato per la sua povera famiglia. Si chiedeva se stavano bene, se il padre era riuscito a riparare il tetto, da cui filtrava l’acqua e se avevano ricevuto il denaro che aveva inviato loro attraverso fra Celestino, uno dei fraticelli che si recavano al Sasso per celebrare la Messa e assistere spiritualmente i residenti.

Venne infine l’inverno con una neve come non si vedeva da tanti anni. La fortezza, ormai quasi compiuta, sembrava incastonata nel ghiaccio e ghiaccioli si formavano persino sulle coperte di lana e sulle pellicce sotto le quali di notte le persone cercavano invano di riscaldarsi.

I lavori dovettero essere sospesi e Pietro ebbe il permesso di tornare a casa fino a primavera.

Era così impaziente di riabbracciare la famiglia che sfidò persino la tormenta e rischiò di finire in uno dei crepacci provocati dall’erosione. Ma il momento più terribile fu quando, nel bosco, fu assalito da un branco di lupi affamati. Stava per essere sopraffatto, quando udì un colpo d’arma da fuoco e vide il lupo più grosso cadere a terra e gli altri sparire al galoppo nel bosco.

Ancora incredulo, andò incontro al suo salvatore per ringraziarlo.

- Appena in tempo, amico, ti devo la vita, qual è il tuo nome?

- Sono Andrea, il luparo e questa bestiaccia mi farà guadagnare ben otto scudi.

- E io mi chiamo Pietro e faccio il carpentiere, stavo tornando a Sestino dalla mia famiglia.

- Bene, anch’io vado là a riscuotere la taglia, faremo la strada assieme.

Qualche ora dopo, Pietro raggiunse finalmente la sua modesta casa che aveva il tetto colmo di neve. Entrò di corsa e i bambini gli si gettarono al collo. Li abbracciò chiedendo:

- Ma dove sono la mamma e il nonno?

- Ecco, sono….

Si udirono dei vagiti e il vecchio uscì dalla stanza da letto con un fagottino tra le braccia.

- Pietro, sei arrivato proprio al momento giusto… E’ maschio ed è forte come te! Ora, però vai ad abbracciare tua moglie, sai, aveva come un presentimento che saresti tornato.

Così l’avventura di Pietro si concluse nel modo più felice.

Invece il sogno del Granduca Cosimo fallì perché, per l’irrigidirsi del clima, la "Città del Sole" non fu mai terminata e oggi ne rimangono solo poche rovine coperte dalla vegetazione.

Il Sasso di Simone, in compenso, per la bellezza del paesaggio, la straordinaria varietà della sua flora e della sua fauna, le testimonianze storiche che tuttora racchiude, è diventato uno splendido parco naturale che annovera anche specie rare e protette come il picchio verde, il falco pellegrino e l’aquila reale.