Il
racconto che inviamo e’ il risultato di un modulo interdisciplinare(storia
e geografia economica) che ha coinvolto la classe III B IGEA ITC A.MEUCCI
di Carpi (MO) e che si è concluso con una visita guidata al palazzo
dei Pio. Al
termine del modulo e dopo la visita ogni alunno è stato invitato ad inventare
una storia ambientata nel palazzo. Inviamo
l’elaborato da noi giudicato il migliore, dell’alunno Francesco Gorgoni. Le
Insegnanti Maria Luisa Lugli, Rita Ghepardi. Le
foto sono riprodotte per gentile concessione del museo civico di Carpi.
IL DIPINTO
SEGRETO |
Ritornava
in carrozza da Roma; aveva frequentato la grande scuola d'arte e pittura di
Raffaello: ritornava a casa sua, a Carpi, dove era nato Allievo di Raffaello,
in pochi anni si era fatto già un nome; tutti parlavano di Francesco Del Sole
e il suo nome si era diffuso velocemente in tutta Italia. Molti signori di varie
corti lo volevano nei loro palazzi per realizzare degli affreschi.
Egli
però, tra tutte le offerte ricevute, anche le più illustri, aveva scelto di
tornare a Carpi a lavorare al palazzo della famiglia dei Pio.
Tornava
a casa anche per nostalgia di un fratello che aveva lasciato sedici anni prima
per andare a studiare a Roma. Non aveva
nessun altro parente ma una folta schiera di amici d'infanzia che, abitualmente,
si incontravano in un vecchio
locale chiamato semplicemente Osteria.
La
carrozza giunse a Carpi e il cocchiere disse a Francesco: " Il palazzo
ormai è vicino, si prepari ". Francesco rispose: " No, mi accompagni
all'Osteria; il palazzo lo raggiungerò domattina alle nove".
La carrozza si fermò davanti all'Osteria; Francesco ne discese ed entrò. Subito notò un gruppetto di uomini e riconobbe immediatamente il fratello Marco e, successivamente, tutti gli altri; inizialmente, si guardarono tutti in faccia per poi scoppiare in un abbraccio ed i - bentornato! come stai ? - non finivano più.
Parlarono
e bevvero molto quella notte e, quando tutti capirono che Francesco era tornato
per lavorare al palazzo, si indignarono.
Francesco
chiese loro perché avessero assunto quell'espressione e il più brillo di loro
urlò: " Quel tiranno! Costruisce
di qua, costruisce di là ma i soldi sono i nostri!
".
Il nuovo arrivato
si rese subito conto, dopo una lunga chiacchierata, che la situazione
a Carpi non era " rose e fiori" come sembrava dall'esterno;
Alberto, costruendo una nuova chiesa e ingrandendo il palazzo, si era
fatto un nome in tutta Italia, ma sulle spalle dei cittadini che dovevano
sottostare a
pesanti tasse. |
L'accordo
tra Alberto e Francesco era che nessuno sarebbe dovuto entrare nella grande
sala fino a quando l'affresco non fosse ultimato, eccezion fatta per il suo
aiutante. I lavori iniziarono; nessuno sapeva cosa stesse
facendo Francesco ed intanto il tempo passava e, all'interno del palazzo, l'odio
del pittore verso il principe cresceva giorno dopo giorno.
L'aiutante
domandò: "Francesco, ma cosa devi fare con tutto quel colore?" e il
maestro rispose: "Devo mostrare a tutti la verità ... ".
Matteo
non capì il significato della frase ma capì che, sicuramente, Francesco doveva
avere in mente qualcosa di importante.
Il
ragazzo eseguì il compito assegnatogli e portò i colori al maestro il quale
disse: "Senti, ragazzo: da questo momento in poi posso continuare da solo
e non ho più bisogno del tuo aiuto; lascia perciò il palazzo e và ad abitare
da mio fratello e digli che, fra quindici giorni, partiremo per Roma". Matteo esclamò: "Ma sei matto! Cosa hai in mente?!".
Francesco:
"In questa città non si può più vivere, però, prima di andarmene,farò vedere
a tutti chi è veramente Alberto e ciò che fa...".
Senza più aiutanti, Francesco, negli ultimi giorni, lavorò giorno e notte per ultimare l'opera, anche perché questa doveva essere scoperta in occasione di un grande ballo in maschera al quale avrebbero partecipato tutti i più illustri signori del tempo.
Due
giorni prima del ballo, Francesco andò dal fratello per organizzare la "fuga";
si recò, inoltre, a comperare un costume ed una maschera, in modo da non essere
riconosciuto da nessuno durante il ballo. Voleva
vedere la faccia che avrebbe fatto Alberto davanti all'affresco.
Tornò al palazzo ed ultimò il lavoro; era tutto pronto per la grande
sorpresa. Arrivò finalmente il giorno dei ballo , durante
il quale l'opera sarebbe stata mostrata a tutti i presenti.
L'affresco
era coperto da una grande tela bianca e tutto era pronto: mancava solo Francesco.
Alberto si stava spazientendo; "Con o senza di lui, l'opera sarà
scoperta stasera!":disse al suo consigliere.
Francesco
era presente invece ma, con la maschera, era irriconoscibile: si posizionò in
fondo alla stanza e cominciò a gustarsi lo spettacolo.
Un uomo
afferrò la corda che reggeva il lenzuolo bianco e tutta la gente si fermò
per guardare, compreso Alberto. L'atmosfera era diventata elettrizzante..... con uno strattone, il lenzuolo fu fatto scorrere. Tutti rimasero a bocca aperta e senza parole; l'immagine che si presentò raffigurava (come aveva chiesto Alberto)il principe in primo piano seduto sul trono ma con, alle spalle, una Carpi in fiamme!. Francesco vide l'espressione sul viso di Alberto tramutarsi da fierezza in rabbia. Partì per Roma la sera stessa. |
Francesco
Gorgoni