Le Origini Anni '20 - '30 Anni '40 - '50
Anni '60 - '70 Anni '80 - '90
     Luogo di nascita del jazz è New Orleans, crocevia di popoli e culture e punto di approdo degli schiavi. In realtà, come abbiamo visto, la musica dei neri esisteva già, New Orleans fu il centro di raccolta dei vari modi di fare musica.
In questa città si potevano sentire per le strade le bande militari, le marce spagnole, i canti inglesi e musiche nelle chiese cattoliche e protestanti.
Tutto fu rimescolato con la cultura africana.
I primi musicisti a fare del jazz il loro impiego, visto che l' economia americana non offriva molto ai neri, provenivano da New Orleans.
I luoghi del jazz furono le sale da ballo e i bordelli di Storyville quartiere aperto nel 1897 per concentrare il fenomeno della prostituzione. Questi locali erano frequentati da gente non molto tranquilla che spesso scatenava risse. ma la carriera di un jazzman doveva necessariamente cominciare lì per poi continuare in locali più eleganti, nei quali per la verità si preferivano le formazioni dei creoli.
I creoli avevano genitori bianchi e occupavano la parte più alta della società , perciò introdussero nella musica dei neri molti elementi della musica europea. Storyville fu chiuso nel 1917.
Altre occasioni di espressione per i jazzisti erano i cortei funebri e carnevaleschi. Il loro stile comprendeva linee melodiche improvvisate sulle semplici progressioni armoniche. Gli strumenti principali erano tromba, trombone, clarinetto. La componente ritmica era quella delle bande europee con accento sul primo e terzo tempo della battuta di 4/4.

     Parlando di questo periodo non possiamo fare a meno di parlare del grande Re del jazz: Louis Armstrong.
Nato nel quartiere più povero della città, il padre lo aveva abbandonato e la madre faceva la prostituta.
In quel periodo suonava a New Orleans Joe Oliver la cui musica era innovativa, dinamica e frenetica, insomma adatta al ballo.
Louis cominciò a frequentarlo e lo considerò un padre.
Quando Oliver dovette partire, in seguito alla chiusura di Storyville, rassicurò Armstrong che lo avrebbe chiamato a suonare. Poi Louis entrò nella band del batterista Lindsay e successivamente nel gruppo del trombonista Kid Orey musicista con qualche lacuna a livello tecnico, ma trascinatore amante dei glissati. Quando questi si dovette ritirare per motivi di salute Armstrong fu assunto da Fate Marable per suonare sui battelli che percorrevano il Mississippi. Una specie di antiche crociere che a bordo ospitavano un' orchestra del genere creolo di violini e violoncelli e un' altra orchestra che doveva far ballare.
La dote di Armstrong fu un suono squillante che riusciva a rendere ombroso quando lo richiedeva la musica e poi gli splendidi acuti.    Armstrong preparò la prima rivoluzione: il passaggio dalla esecuzione collettiva al virtuosismo solistico.
Successivamente Louis raggiunse Oliver a Chicago poi andò a New York e nel 1925 cominciò a incidere con i suoi Hot Five e dopo Hot Seven.

     Ben presto i neri si videro togliere l' "esclusiva" del jazz.
Comparsero molte bands bianche che suonavano come a New Orleans. I bianchi cambiarono il modo di fare il jazz. Essi suonavano uno stile sincopato con più razionalità dando molta importanza alla esecuzione individuale, ma erano meno spontanei dei neri.
I bianchi prediligevano un suono pulito, melodie lineari, a solo cantabili e orecchiabili e l' espressività di ogni singolo musicista.
La disponibilità economica dei bianchi fece si che loro incidessero i primi dischi jazz. Orchestre come Original Dixieland jazz band o la New Orleans Rhytm Kings si esibivano nei grandi locali e resero popolare il jazz.
E questomodo di suonare il jazz dei bianchi si chiamò  proprio DIXIELAND.
Quando apparvero le bands miste si assodò che il jazz è l' unione delle culture dei bianchi e dei neri d' America.

     In seguito alla chiusura dello Storyville di New Orleans Chicago, importante centro di passaggio, prese il ruolo di centro principale del jazz. I musicisti trovarono impiego nei club e music-hall.
A Chicago lo stile precedente maturò ed ebbe la massima fioritura intorno agli anni 20. Nel quartiere nero, southside, Oliver, Armstrong, Jhonny Dodds, Jolly Roll Morton, Jimmie Noone e le loro orchestre incisero i primi capolavori del jazz.
Nuovamente l' evoluzione del jazz coincise con la contaminazione da parte dei bianchi che svilupparono uno stile nuovo lo stile di Chicago. 
Le armonie divennero più raffinate, risentirono dell' influenza dello hillbilly e shiffle e crebbe ancora l' importanza del solista che portò alla valutazione del sassofono e alla nascita delle Big Bands.
In questo periodo ricordiamo Bix Beiderbecke, Bud Freeman, Pee Wee Russell, Muggy Spainer.Alla fine degli anni 20 ci fu un altro spostamento da Chicago a New York. Gli stili precedenti furono "superati" e confluirono nello swing che prende il nome dall' elemento ritmico difficile da scrivere sul pentagramma e che molto lascia alla spontaneità del musicista.    L' elemento innovativo è la Big Band formata da tre sezioni di fiati: sax, trombe e tromboni ( con tre o cinque elementi per sezione ) e la ritmica formata da pianoforte, chitarra, contrabbasso, batteria. L' esempio viene nel 1929 da Harlem e Kansas City da parte di Duke Ellington e Dletcher Henderson. Ellington si può considerare l' unico compositore jazz nel vero senso della parola. Era lui a dare il carattere all' orchestra attraverso gli arrangiamenti e la scelta accurata dei solisti ed era considerato una celebrità internazionale. Gli arrangiamenti furono un altro elemento nuovo, nati per rendere coerente la musica di così tanti strumenti.    Nel 29, con la crisi economica, il jazz avrebbe rischiato la fine se non ci fossero stati i locali dei mafiosi bianchi che a Kansas City fecero proseguire la vita notturna nonostante il proibizionismo.    Qui troviamo grandi orchestre e grandi solisti: Coleman Hawkins, Lester Young e Billie Holiday.   
Dopo la crisi lo swing raggiungerà la massima fioritura (1935-45) a scapito della iniziale vitalità e spontaneità, ciò determinò l' inizio della sua decadenza.