Gian Galeazzo
Ciano
Ministro degli Esteri Livorno 1903 - Verona 1944
Gian Galeazzo Ciano
nacque a Livorno il 18 marzo 1903. Figlio dell' Ammiraglio Costanzo Ciano,
medaglia d'onore nella 1° guerra mondiale. Fin dalla gioventù è stato inondato
degli stessi ideali del padre. Nel 1922 ha marciato su Roma. Dopo aver
lavorato un pò nel campo del giornalismo, Galeazzo entrò in politica nel 1925.
Tra i primi incarichi quello di ambasciatore a Peking, Rio de Janiero e
Buenos Aires. Era un giovane, brillante e pieno della vita. Nel 1930 sposò
Edda, figlia di Benito Mussolini. Fù pilota volontario dello squadrone di
bombardieri "La Disperata" durante la guerra in Etiopia e si dice che abbia
lasciato cadere le prime bombe della guerra e che fù tra i primi italiani ad
entrare in Addis Ababa. Ha ricevuto 2 medaglie d'argento al valore di guerra.
Nel giugno di 1936 fù nominato ministro degli esteri, compito che ha
conservato fino alla fine di febbraio, 1943. Il 22 maggio 1939 firmò assieme a
Ribbentrop ministro degli esteri tedesco il " Patto d''Acciaio " che sigillò i
destini di Italia e Germania. In principio Ciano approvò l'associazione
dell'asse tra Italia e la Germania, ma dopo la riunione a Saltzburg nel 1939 con
Hitler e Ribbentrop, cominciò ad opporsi alla loro politica di guerra. Ciano fù
capace di convicere Mussolini a dichiarare lo stato di "Non-belligeranza" quando
la Germania invase la Polonia. >Ciò nonostante,
Mussolini dichiarò il 10 giugno, 1940 guerra e Ciano continuò a servirlo con
zelo. Soltanto dopo che molte sconfitte militari nel 1942 si facevano sentire
Ciano cominciò a dubitare sulla possibilità del Duce di vincere la guerra. Nel
1943 fù sollevato dal suo compito di Ministro degli esteri ed ancora una volta
fù designato ambasciatore. Dopo la caduta del governo fascista, Ciano e la sua
famiglia si trasferirono in Germania con la speranza di un eventuale rifugio in
Spagna. Ma a causa del suo noto disincanto verso la festa del fascisti e la sua
diffidenza verso i tedeschi, l'OSS a Berna in Svizzera mise il suo nome insieme
ad altri come i possibili traditori alla Repubblica Sociale Italiana. Incarcerato a
Verona, Ciano fù differito al tribunale speciale per alto tradimento. Condannato
a morte fù fucilato il 11 gennaio 1944 a San Procolo vicino a Verona. La moglie
tentò invano varie volte di salvargli la vita. Mussolini invece non fece niente
per salvare suo genero.