Dopo aver frequentato l'Accademia navale di Livorno, nel 1896 è ufficiale di marina. Esperto di armi subacquee, combatte in Libia e nella Grande guerra, prendendo parte soprattutto alle azioni dei MAS, tra cui la celebre beffa di Buccari con D'Annunzio. Più volte decorato, al termine della guerra sceglie di essere collocato nella riserva per passare all'impiego civile, come direttore di una compagnia di navigazione di proprietà di Giovanni Agnelli. Dal 1921, eletto deputato per il Blocco nazionale, si dedica completamente alla politica. Sottosegretario alla Marina e commissario alla Marina mercantile nel primo ministero Mussolini, nel febbraio 1924 diventa ministro delle Poste e Comunicazioni e nel 1926, dopo l'attentato di Bologna attribuito a Zamboni, Mussolini lo designa suo successore. Per oltre un decennio gestisce settori cruciali e sovrintende alla privatizzazione della telefonia urbana e alla riorganizzazione dell'amministrazione ferroviaria, accumulando anche una consistente fortuna personale. Amico di Guglielmo Marconi e particolarmente attento all'organizzazione del consenso, avvia una pionieristica rete di radiocomunicazioni direttamente gestita dallo Stato, promuove lo sviluppo del dopolavoro ferroviario e, nel 1928, istituisce l'Ente Italiano Audizioni Radiofoniche (EIAR). Nello stesso anno, in onore di una sua impresa bellica della prima guerra mondiale, viene insignito del titolo di conte di Cortellazzo, che passerà al figlio Galeazzo. Dal 1934 è presidente della Camera e, per pochi mesi, anche della Camera dei fasci e delle corporazioni.
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