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 AIDS


 

www.ilvirusinventato.it

 

Il nome di questo sito è un omaggio al Dott. PETER DUESBERG, direttore del laboratorio di Biologia Molecolare dell'Università di Berkeley in California, pioniere e principale protagonista della lotta alle falsa teoria virale dell'AIDS. Suo il principale libro scritto dai dissidenti: "Inventing the AIDS virus" edito in italiano da Baldini e Castoldi col titolo "AIDS - Il Virus Inventato". La storia di Peter Duesberg, "probabilmente lo scienziato vivente più diffamato in assoluto" (Il direttore del periodico medico The Lancet) è stata presentata da Massimiliano Bucchi nella sua relazione "Eresia e censura nella scienza: il caso AIDS" al convegno Scienza e Democrazia tenuto a Napoli il 20 Aprile 2001.

 

 

Rif: Conferenza internazionale AIDS (Durban, Sud Africa)

Lettera aperta : Sig. Bill Clinton, Presidente Usa, Sig. Gehard Schroder, Cancelliere tedesco

Con la presente chiediamo che siano fatte le rispettive scuse al Presidente THABO MBEKI per la sottoscrizione della "Dichiarazione di Durban" dei vostri rappresentanti dott.ssa Helene Gayle USA, e prof. Dr. Kurth (Germania).
Il 04.04.2000, tre mesi prima dell'inizio della Conferenza internazionale sull'AIDS a Durban il presidente Sud Africano Thabo Mbeki scrisse una lettera al Presidente USA Bill Clinton e al Cancelliere tedesco Schroder. Nella sua lettera il Presidente Sud Africano chiedeva una cooperazione in dibattiti reali al fine di chiarire ovvie discrepanze relative al fenomeno globale dell'AIDS.
Sotto la pressione del Pres. Clinton, la Dott.ssa Gayle del CDC (Centro controllo malattie), quale rappresentante degli Stati Uniti, era presente al meeting di esperti che il Presidente Mbeki aveva organizzato alcuni giorni prima della conferenza.
Sottoscrivendo la "dichiarazione di Durban" entrambi, la rappresentante usa dr. Gayle ed il rappresentante della Germania prof. Renairdt Kurt, partecipavano alla pubblica diffamazione del Presidente Mbeki. La dichiarazione venne pubblicata il 06.07.2000 su "Nature" ed i firmatari sostenevano che le affermazioni concernenti "hiv e AIDS", ampliamente pubblicate, sono basate sui più alti standards scientifici, un chiaro tentativo di discreditare lo sforzo del Signor Mbeki di chiarire la questione.
La proposta della delegata degli USA
dr. Gayle, di cooperazione tra le autorità sanitarie statunitensi e sudafrica in nuove ricerche per isolare "l'HIV", per dimostrare la validità dei test dell'AIDS, conferma solamente la sua piena consapevolezza della non esistenza attuale di alcun dato scientifico di base che possa provare l'esistenza dell'HIV e, conseguentemente, la validità di qualsiasi test. Tuttavia nonostante la sua stessa conoscenza si contraddice, sottoscrivendo la "dichiarazione di Durban".
Prof. Dr. Rita Sussmuth, precedente Presidente del Parlamento tedesco, come pure precedente Ministro della sanità con responsabilità diretta al problema ammise in una intervista del 23.06.1995 a Berlino, di sapere che l'affermazione in merito all'infezione AIDS mancava di ogni prova scientifica. Questa intervista venne ripetutamente emessa dal "Citizen's television" a Berlino.
Tuttavia l'11.08.98 davanti a Karl Kraffeld smentì sia l'intervista che i contenuti.
Il dirigente di stampa del prestigioso
Robert Koch Institute (RKI; Berlino), ammise durante una conversazione telefonica del 07.09.94 che non ci sono prove scientifiche alla base delle affermazioni in merito all'infezione AIDS.
Questa telefonata venne confermata per iscritto dal
dr. Marcus del robert Koch Institute il 20.09.94. il prof. Kurth è il Presidente RKI. Quando egli sottoscrisse la "dichiarazione di Durban" era pienamente consapevole di due esperimenti fortuiti nella ex repubblica tedesca DDR e in carceri tedesche che scartano totalmente l'ipotesi dell'infezione AIDS.
Nella DDR i chemioantibiotici non esistevano; gli omosessuali non usavano droghe inalate (Poppers). Subito dopo la caduta del muro di Berlino, non c'erano risultati positivi al test. Nella DDR l'
AZT (il farmaco che viene usato per curare i sieropositivi) non veniva somministrato e non c'erano decessi da AIDS. In un documento del 10.02.99 il Prof. Kurth cita solamente 5 casi di uomini che erano stati infettati nelle carceri tedesche nell'arco degli ultimi 15 anni.
Solo questo dimostra ampliamente che quella che chiamano comunemente AIDS non può essere una malattia infettiva in Germania.
Questo rende praticamente impossibile, scientificamente, che l'AIDS sia una malattia infettiva in Africa o ovunque.
Alla cerimonia in onore del dr. Robert Gallo (dal 23.04.84 fino al 1994 considerato lo scopritore del virus AIDS) per conferirgli la più alta onoreficenza in medicina scientifica, il
PAUL EHRLICH- PREIS del 14.03.99, né il professor Kurth, né il PAUL EHRLICH INSTITUTE, responsabili per la registrazione dei cosidetti test HIV, furono in grado di fornire nuove prove scientifiche per l'HIV né per la validità dei test. Il professor Kurth sa molto bene che l'HIV non è mai stato dimostrato "secondo i più alti standards scientifici": Ciò nonostante egli sottoscrisse la "dichiarazoine di DURBAN".
Nella sua lettera del 3.4.2000 al presidente CLINTON e al cancelliere SCHRODER (vedi www.virusmyth.com. Il signor Mbeki paragona il modo in cui vengono trattati i dissidenti nelle nazioni industrializzate alla vita sotto l'APARTHEID.
Il 17.05.2000 Karl Kraffeld, presidente dell' associazione "Scienza Medicina e diritti umani" faceva riferimento alla lettera del Sig. Mbeki e offriva al Cancelliere tedesco dei fatti che confermavano le opinioni del Signor Mbeki.
Su richiesta del cancelliere il Ministro della sanità tedesco dr. Niemer lo raccomandava semplicemente, il 29.06.2000, di consultare circoli scientifici ed esperti.
Gli incontri di
Karl Kraffeld con varie istituzioni scientifiche e singoli esperti fornirono allarmanti risposte come: "le richieste in merito all'HIV e AIDS sono indiscusse tra gli esperti e perciò non sono necessari riferimenti scientifici"
Oppure quando
Karl Kraffeld chiese di vedere una foto pubblicata dell'HIV, che lui non era stato in grado di trovare in nessun documento pubblicato dai dr. Luc Montagnier e dr. Gallo, il professor Kurt del RKI rispose: "queste fotografie sono da trovare nei documenti pubblicati Da dr. Montagnier e dr. Gallo"
Negli ultimi anni sono state aggiunte nuove falsità sul virus isolato HIV dal Parlamento tedesco, dalla polizia e da un giudice. Quest'ultimo il giudice Prause di Dortmund, venne citato per avere detto "e' totalmente irrilevante se qualcuno ha mentito e non importa se sono stati fatti errori nella politica dell'AIDS".
Da quando l'AIDS è apparsa sulla scena ci sono state innumerevoli citazioni come quelle sopra e un'infinità di episodi in tutto il mondo che possono solo essere definiti aneddotici da chiunque si prende la pena di studiare l'AIDS con una mente aperta e obbiettiva.
Nel 1986 il WHO cambiò radicalmente la definizione di AIDS. Secondo il CDC il criterio per l'AIDS dal 1981 è stato: "patologia che c'è senza precedenti patologie immunosoppressive e/o terapie." Questa definizione venne scartata .
Dal 1986 gli effetti collaterali dell'AZT (il farmaco che viene usato per curare i sieropositivi) sono divenuti in sé malattie che definirono l'AIDS! Se il CDC accettò questa nuova definizione di AIDS. Fino al 1986 non un solo caso di AIDS conforme alla prima (1982) definizione del CDC era stata descritta e pubblicata scientificamente.
Negli ultimi anni ci sono state abbondanti prove che le varie autorità sanitarie in molti paesi sanno che le affermazioni in merito all'AIDS sono mere speculazioni, e che non solo in Germania e USA, ma anche in Austria, Grecia, Spagna, Svezia, Inghilterra, SudAfrica e molti altri.
Alla luce dell'assenza di qualsiasi prova scientifica per l'esistenza del virus HIV e, quindi, per la validità dei test, l'attacco contro il Presidente Mbeki da parte degli scienziati che firmarono "la dichiarazione di Durban" deve essere considerato come un approvazione della correttezza della "teoria di Mbeki".
Dortmund & stuttgard, 13 luglio 2000
Karl Krafeld and Dr. Stefano Lanka.

 

Tratto dal Quotidiano del 20 Aprile 2000

Il presidente del Sud Africa Thabo Mbeki ha rifiutato di aderire alle direttive internazionali sull'aids, e in particolare non ha accettato di rendere disponibile l'Az-t giudicato una delle cause principali delle morti per aids. Il premier sudafricano ha adottato le tesi di Peter Duesberg, il più grande retrovirologo americano, che sostiene che non vi è nessun rapporto tra la sieropositività all'Hiv e l'aids. Il male non avrebbe origini virali ma sarebbe scatenato da un cocktail di fattori come l'igiene, l'iper promisquità, inquinamento, cibi ad alto contenuto chimico, trasfusioni e uso di droghe pesanti. Secondo Thabo in Africa le cause sarebbero invece la denutrizione e le cattive condizioni igieniche. Dov'è che questa notizia fa ridere?
Pensate alla faccia dei manager delle cause farmaceutiche e dei baroni della medicina quando potremo fare loro causa per aver rovinato la vita a milioni di persone.

Jacopo Fo

 

 

AIDS inesistente

E' uscito un libro che si intitola: La grande truffa dell'AIDS, di Luigi De Marchi e Fabio Franchi; un altro l'ha scritto Peter H. Duesberg5: L'AIDS è causato dall'uso di droghe e da altri fattori di rischio non contagiosi. Un altro libro è edito da Feltrinelli, Sex virus, di Luca Rossi (giornalista che io conosco fin dal liceo e che ha condotto un'inchiesta straordinaria). Questi libri raccontano quel che ormai sostengono più di
quattrocento tra grandi ricercatori e premi Nobel che hanno firmato una dichiarazione.
Sull'AIDS ci stanno raccontando delle balle cosmiche da quindici anni.
Complici i giornalisti che ogni anno scrivevano: "L'AIDS è in aumento! Ecco le previsioni per il prossimo anno!" Ma non andavano a controllare quel che avevano scritto dodici mesi prima sennò si sarebbero accorti che ogni anno le previsioni si dimostravano esagerate.
Ma la cosa agghiacciante è che
pare proprio che non ci sia un nesso tra l'essere sieropositivi al virus HIV e morire di AIDS. Cioè, chi muore, muore per un collasso del sistema immunitario ma questo tracollo non è causato dall'HIV ma da altri fattori NON infettivi.
Cioè l'AIDS non la prendi facendo sesso o usando siringhe contagiate.
L'eroina, il popper e il crak sono sufficientemente velenosi da provocare l'AIDS, e lo stesso vale per chi ha decine di rapporti anali in una sera a causa delle infezioni causate dalle feci.
Il che spiegherebbe come mai non c'è stato il temuto dilagare della malattia nonostante il consumo di profilattici sia aumentato in modo minimo mentre la promiscuità sessuale non è certo diminuita sensibilmente.
Come mai ci siano sieropositivi che dopo quindici anni sono ancora vivi.
Perché ci siano persone morte di AIDS nonostante non fossero sieropositive e come mai vi siano pochissimi morti di AIDS che non abbiano avuto comportamenti a rischio o non fossero politrasfusi (cioè sottoposti a vari shock del sistema immunitario che ha dovuto affrontare vere e proprie tempeste di virus e batteri estranei all'organismo).
E come mai i casi di AIDS siano più che rari tra le prostitute non tossicomani.

E come mai la sbandierata epidemia di AIDS in Africa non ci sia, tanto che i medici, partiti a centinaia per portare soccorso ai contagiati, non ne abbiano trovati.
Insomma, che ne dite se viene fuori che l'AIDS è il più grande complotto della storia ordito dai bigotti e da scienziati assetati di finanziamenti?
Ma ci pensate a uno che gli hanno rovinato la vita perché era sieropositivo, e quindi appestato, e poi si scopre che non c'aveva un cazzo?
E che dire del fatto che la maggioranza dei sieropositivi sono curati con l'
AZT 20, medicina messa fuori legge negli anni sessanta perché creava sintomi collaterali simili all'AIDS e, potenzialmente, alla lunga, mortali? Vorrebbe dire, in pratica, che si uccidono i sieropositivi per dimostrare che chi è sieropositivo poi muore di AIDS.
Per ragioni di spazio non vi racconto le difficoltà incredibili che hanno incontrato Luca Rossi e gli altri per pubblicare i loro libri.

Jacopo Fo



L'AIDS E' DAVVERO LA PESTE DEL DUEMILA?


Il 1981 e il 1982 furono gli anni della mia vita durante i quali scopai di più. La sifilide e lo scolo non facevano più paura a nessuno e ce la si spassava spensieratamente.
Era scoppiata la febbre del sabato sera ma anche negli altri giorni la temperatura restava elevata. Se continuava così il sesso avrebbe travolto la società civile: orge bestiali, preti nudi alla televisione, cani che si accoppiano con gatti...
Invece arrivò il flagello di Dio, l'Aids e i bigotti ringraziarono il signore che aveva così punito tossicomani e sodomiti.
E già nel 1985 non si faceva più l'amore spensierati come prima. E poi i giornali iniziarono a ululare che anche milioni di emofiliaci e di politrasfusi erano a rischio per via delle trasfusioni con sangue infetto ed era a rischio chi aveva fatto l'amore con chi aveva fatto l'amore con chi aveva fatto l'amore con i politrasfusi, i tossicomani e gli omosessuali. Nel 1987 prima di far l'amore con una fanciulla stavi mezz'ora a guardarle la pelle e la lucentezza degli occhi per capire se era sana come un pesce o infettiva come una bomba battereologica ambulante. Ora sono passati almeno 15 anni dall'esplosione dell'epidemia, 40 anni dai primi casi ufficiali di Aids e, diciamo onestamente, il preservativo non l'abbiamo usato mica tanto... che far l'amore col preservativo è come fare il bagno con lo scafandro.
Allora, se escludiamo un 30% della popolazione che non scopa mai o che è fedele in modo schifoso e sta con persone altrettanto assolutamente fedeli, tutti gli altri, cioè noi debosciati, dovremmo avere un "Aidiesse" grossa come un topo di fogna che ci scorazza nei linfociti e ci frulla il sistema immunitario. Invece, vivaddio, sto benissimo. Ho fatto anche il test dell'Aids e risulto pulito come un chierichetto.
Fin dal1985 c'erano alcuni ricercatori che si erano accorti che qualche cosa non andava.

Uscì un lungo articolo sul settimanale "Epoca" che raccontava questi dubbi. Questo virus dell'Aids pareva un tipo strano, c'era gente che era sieropositiva e non si ammalava e c'era gente che si ammalava ed era sieronegativa, ogni anno si facevano previsioni catastrofiche sul numero dei sieropositivi dell'anno successivo. E ogni anno le previsioni erano esagerate e comunque i giornali titolavano: "Si prevedono enormi sviluppi dell'epidemia per l'anno prossimo". Nel 1993 uno dei tre ricercatori americani ai quali il governo aveva affidato la direzione delle ricerche (Peter Duesberg, il grande retrovirologo scopritore del virus che provoca una rara forma di tumore al collo dell'utero) se ne saltò fuori dicendo pressappoco così: "Cari ragazzi, l'Aids non è provocata dal virus dell'Hiv ma dalle droghe, dalla scarsa igiene e dalla denutrizione. Il sesso c'entra solo perché chi ha un numero esorbitante di amanti, (tipo 50-100 all'anno) sottopone il suo sistema immunitario a un super lavoro che lo rende incapace di difendersi da tutte le infezioni. Cioè l'Aids non è una malattia unica, provocata da un'unica causa (il virus Hiv) ma una sindrome, cioè un insieme di infezioni e degenerazioni che colpiscono persone già gravemente debilitate. La cosa tragica è che state curando questi malati con l'Azt che è una roba che è stata ritirata dal commercio negli anni '60 perché ammazzava i malati di tumore. é chiaro che se la date a persone giù di corda poi muoiono, ma non li uccide il virus dell'Hiv, li accoppate voi."
Questo articolo uscì sul supplemento salute del "Corriere della Sera" e provocò una serie di reazioni isteriche da parte della classe medica italiana nonostante fosse accompagnato da un documento firmato da parecchi premi Nobel e grandi capoccioni nel quale si diceva grossomodo:
non vi sembra che sull'Aids state sparando un sacco di stronzate? Non sarebbe il caso di rifletterci un po' sopra?
L'unico risultato tangibile fu che il giornalista di "Salute" che si era occupato di far uscire l'articolo fu mandato a occuparsi di giardinaggio in Groenlandia. All'illuminato direttore di un noto settimanale però venne un dubbio. Così diedero un po' di soldi a
Luca Rossi, giornalista e scrittore (suo il libro su Falcone e Borsellino, "Disarmati: Falcone, Cassarà e gli altri", Ed. Mondadori) e lo spedirono in America a fare una grande inchiesta. Incontrai Luca Rossi l'anno scorso e me ne raccontò di tutti i colori. Era andato al centro statistico per le malattie infettive Usa e lo avevano accolto con stupore. Era il primo giornalista al mondo che si presentasse da loro per avere notizie di prima mano sull'andamento dell'epidemia (volendo controllare tutto fin dall'inizio). Tutti i giornali parlavano del fatto che ormai il virus Hiv portava l'Aids nelle cellule di tutti, non solo dei tossicomani, dei gay e dei politrasfusi... erano milioni gli eterosessuali non a rischio e di buona costituzione ammalati.
Questi qui del centro di statistica delle malattie infettive sono tipi precisi. E si erano accorti che
i dati erano un casino. Cioè se ti beccano che hai l'Aids non è che subito ti va di ammettere che sei un omosessuale, drogato, assatanato per il sesso, che non ti lavi e mangi solo merda. Così iniziarono a indagare sulla vita dei sieropositivi.
Gli americani sono dei duri e hanno gente come l'ispettore Callaghan e Charles Bronson che sanno come far parlare la gente.
In Italia uno ti dice che ha preso l'Aids perché una volta soltanto in vita sua è andato con una prostituta... e tu ci credi... ma lascialo nelle mani di Swarzenegger un paio d'ore e vedrai che confesserà che ha avuto 30 partner sessuali in otto giorni e si è sniffato tutto il popper e la coca e i sali da bagno del mondo.
Così questi professori di statistica dissero a Luca Rossi che fra tutti i casi di Aids registrati negli Stati Uniti dall'inizio dell'epidemia ce ne sono meno di 600 che riguardano sicuramente persone con uno stile di vita normale. Gli dissero anche la recente esplosione di casi di Aids tra le donne era una questione politica e non statistica.
Il movimento delle lesbiche americane si era imbufalito perché loro non apparivano mai nelle statistiche dei malati mentre era pieno di omosessuali maschi. Quelli dell'ufficio statistiche avevano cercato di spiegare che non era colpa loro se i maschi erano più birichini e la sodomia è una pratica più infettiva. Ma le donne gay non vollero sentir ragioni e dissero che erano solo dei fascisti fallocrati. Si sa che uno che si occupa di statistica è un bonaccione anche se è cugino di Rambo. Così questi smidollati, messi alle strette dalla Casa Bianca decisero di risolvere il problema iscrivendo d'autorità il tumore alla cervice dell'utero nel mix di malattie che costituiscono la sindrome dell'Aids (
nel 1981 erano 3 malattie, oggi sono 30). In questo modo nel 1993 aumentò mostruosamente il numero delle donne ammalate di Aids. Non so se mi hai capito, è un trucco geniale! Poniamo che su 10.000 donne sane 5 abbiano statisticamente questo tipo di tumore. Ora se prendo 10.000 sieropositive anche tra queste solo 5 donne hanno, come logico, lo stesso tumore. Ma io (figlio di puttana statistico e cagasotto) sostengo che le 5 sieropositive non hanno quel tumore perché è statisticamente logico che lo abbiano per altre ragioni, ma dico che per loro, e solo per loro, è colpa dell'Aids (non ho nulla contro le donne gay, ma, evidentemente tra le cape del movimento lesbico americano ci sono, come altrove, persone fanatiche e idiote). Finalmente anche le lesbiche poterono avere la loro casella statistica. Così morirono felici di avere anche loro l'Aids.
Luca Rossi raccolse queste informazioni, insieme a molte altre e consegnò un bell'articolo che non venne mai pubblicato (a gennaio dovrebbe essere uscito un suo libro con la Feltrinelli).

Ora sono passati un paio d'anni e sui giornali non si è visto più niente che mettesse in dubbio il rapporto tra Hiv, Aids e l'uso del micidiale
Azt. Vi risparmio una tirata sui ricercatori che sono costretti a esagerare il pericolo dell'Aids per avere i finanziamenti, le ditte farmaceutiche assetate di denaro, i giornalisti sempre a caccia di notizie agghiaccianti che facciano audience e il complotto delle lobby cattoliche sessuofobiche. Però c'è una cosa che mi brucia. Perché invece di buttarsi a pubblicizzare i preservativi così poco piacevoli, non si è fatta una campagna di pubblicità per incoraggiare la gente a masturbarsi reciprocamente? Farlo con le mani è bello, trasgressivo, piacevole e non ti puoi prendere nessuna malattia (vedi capitolo 13) e 19). Basta che te le lavi.
Invece niente. Tutti giù a sbraitare di non farlo o di gommarsi.
Soltanto il governo olandese ha speso qualche soldo per incoraggiare i rapporti occasionali fatti a mano. Comunque so già come finirà, così come sono caduti l'Impero Romano, il Muro di Berlino, Craxi, Andreotti e Berlusconi, alla fine crollerà anche tutta questa storia dell'Aids.
E allora, dopo tanti anni di paure e rinunce, chi ci fermerà più? Entro un paio d'anni si scoprirà la verità, vedrete... torneremo a fare sesso come frullatori.

Jacopo Fo
Tratto dall'EnciclopediaDelSessoSublime

 

 
Un nemico da vincere...
Ha ha ha ha ha!!! Ha ha ha ha ha ha!!!

Questo è un "fotoromanzo" (con tutto rispetto per il romanzo e anche per il foto) prodotto dal Ministero della Sanità. Il nemico da vincere è l'Aids.
Non voglio discutere sul fatto che l'Aids è probabilmente la più gran truffa del secolo, se non del millennio (se non ci credete leggetevi il libro Sex-virus di Luca Rossi edito da Feltrinelli).
Vorrei soffermarmi solo sul fotoromanzo. Guardate Timperi, vista la faccia?
La stessa faccia, con la stessa espressione, la trovate su tutti e dico TUTTI gli altri fotogrammi. Che popò di attorone!!!
La storia è così (i testi sono di Emanuela Taschini): questi due si conoscono, si innamorano, ma lui non vuole figli. Allora si lasciano. Dopo due pagine si ritrovano e lui è ancora innamorato di lei (sempre con quella faccia). Solo che nel frattempo ha avuto un'avventura occasionale con una bella ragazza bionda (con quella faccia). Allora, i coniugi riconciliati, prima di fare un figlio vanno a fare un test dell'Aids.
Il medico è lugubre come un cimitero a gennaio. Per rassicurare i giovani sposi dice loro che ci potrebbe essere il rischio di un contagio... visto che lui non è un tipo fedele... e soprattutto visto che con la bionda il Tiberio non ha usato il preservativo... Un delirio.
Mentre lei aspetta il risultato del test, conosce una ragazza forse sieropositiva. Nasce una grande amicizia fra le due e verso la fine, si scopre che lei, l'altra, l'amica, non la signora Timperi: uno è incinta, due è sieropositiva. Intanto si viene a sapere che Timperi e moglie non sono sieropositivi (ma che casino... provate a leggerlo). Poi una sera la telefonata: lei, cioè l'altra, l'amica, ha deciso di tenere il figlio anche se è sieropositiva (ovviamente, ricordate siamo nell'anno del Giubileo).
Timperi è sconvolto (sempre con quella faccia), non credeva che l'Aids fosse così (così come? non ci avete detto un cazzo fino adesso). Il fotoromanzo (chiedo ancora scusa al foto e al romanzo) si conclude così, con Timperi che, sconvolto (basta guardarlo in faccia), dice: "Prima di conoscere Chiara e Giorgio pensavo che l'Aids fosse una malattia lontana dal mio mondo, che non mi riguardasse, invece è terribilmente vicina e può toccare ognuno di noi. Vorrei che questa consapevolezza appartenesse a tutti e che tutti si ricordassero che con l'Aids dovremo convivere ancora per parecchi anni."
E lei risponde: "Lo vorrei anch'io, perché fin quando l'Aids non sarà diventato solo un triste ricordo, non dovremo smettere di lottare."


Grazie Ministero della Sanità, grazie Timperi, ora anch'io ho veramente paura dell'Aids, ora anch'io sono consapevole che la malattia è fra di noi, vicino a noi e che dovremo conviverci ancora per parecchi anni. Quanti anni hai Timperi?
Timperi e l'Aids: se li conosci, li eviti!

 

Attenzione, attenzione: vendiamo questa pietra miliare della letteratura a un prezzo irripetibile: 18 milioni.
Ne abbiamo una sola copia... per fortuna.
Il libretto e in offerta speciale per il primo pazzo che lo compra, gli regaliamo anche il dottore sadico che vi dice, dalla mattina alla sera, che potreste avere l'Aids.
Le linee sono già intasate...

Simone Canova

 
 

 


Aids - un nuovo libro sull'origine

Sull'onda dell'incredibile successo del fotoromanzo con Timperino, si torna a discutere di Aids.
Un nuovo libro, scritto dal ricercatore Ed Hooper è al centro, in questi giorni, di accese discussioni sull'origine del virus dell'Aids.
Secondo questo ricercatore, il virus sarebbe stato accidentalmente passato da uno scimpanzé all'uomo, da alcuni medici europei. Tutto questo intorno agli anni Cinquanta.
I medici stavano allora studiando il vaccino antipolio, sperimentandolo su vaste popolazioni del Congo.
La Royal Academy britannica aveva indetto per alcuni giorni fa, un conferenza dove avrebbero dovuto partecipare i migliori virologi e biologi del mondo. In seguito però non se ne è fatto più niente. La mega conferenza è stata rimandata a data da destinarsi.
Ormai però sono tutti d'accordo nell'affermare che l'Aids è il primo virus della storia che sia passato da un primate all'uomo. Continua la bufala?
Così pare. Bill Hamilton, ideatore e organizzatore di questa conferenza, sarebbe morto pochi giorni fa di malaria, dopo gli studi che aveva condotto proprio in Congo.
Dall'altra parte, l'Istituto Wistar di Philadelphia, che a suo tempo gestiva la sperimentazione del vaccino antipolio, nega che siano mai state usate scimmie nelle loro ricerche.
Il discorso è aperto...
Esiste una commissione, nata nel 1992, che aveva dato il via a una inchiesta. A distanza di otto anni la stessa commissione non ha presentato nessun risultato.
Quante tesi diverse su questa strana malattia...
Noi siamo sempre d'accordo sulla tesi di Luca Rossi e del suo libro "Sex Virus" (illuminante).

Simone Canova

 

 
 
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