CONSIDERAZIONI PALEOGEOGRAFICHE

    In epoca quaternaria la fisiografia della Sicilia, condizionata dal processo collisionale Africa-Europa ancora attivo, era molto differente da quella odierna. Nell’attuale settore orientale, in particolare, era presente una vasta insenatura denominata golfo pre-etneo delimitata a Nord, Sud ed Ovest dagli alti strutturali della catena dei Peloritani (placca europea), dalla catena degli Iblei (placca Africana) e dai monti di Troina e Cesarò (substrato sedimentario posto in mezzo fra le due placche ed impilatosi per effetto del regime collisionale). Le condizioni orografiche non erano certamente quelle attuali ma molto più aspre per effetto di uno stato di denudazione ed erosione ancora poco avanzato. Durante questo periodo l’attività tettonica unitamente all’elevata energia dei rilievi determinava aree ad alti tassi d’erosione; il regime compressivo, inoltre, produceva un graduale sollevamento dei terreni sedimentari (argille azzurre pleistoceniche) che costituivano i fondali del golfo pre-etneo fino a farli emergere: si creò, in tal modo, una pianura a debole declivio dove i fiumi provenienti dalle montagne antistanti, per effetto della notevole variazione di pendenza, depositavano i propri detriti.

Durante il sollevamento del fondo marino, dapprima in ambiente submarino e successivamente in ambiente subaereo ebbe luogo, un’attività di tipo fissurale con effusione di magma basaltico indifferenziato (tholeiitico) localizzata lungo le zone di debolezza strutturale generate dal regime tettonico in atto. Testimonianze evidenti dell’attività submarina sono i pillows di Acicastello ed Acitrezza, mentre le manifestazioni connesse ai coevi neck di Paternò e di Motta S. Anastasia (separati da pochi chilometri di distanza), mostrano carattere spiccatamente subaereo.  


                                  

   La Sicilia nel Pleistocene (da G. Bonanno)

  Torna indietro                Torna al testo