A cura di Alessandra Persichetti

(Pubblicato sulla rivista N°9 Anno XLVII "VITA DELL'INFANZIA" a cura dell'Opera Nazionale Montessori)

 

 

Il travaso è un'attività che perfeziona i movimenti fini      della mano; consiste nel travasare una sostanza, solida o liquida, da un recipiente all'altro con l'utilizzo o meno di strumenti come cucchiai, contagocce, etc.

Il travasare è un'attività propedeutica alle situazioni di vita pratica, come mangiare, servire in tavola, e così via.

Apparentemente semplice nell'esecuzione, il travaso montessoriano racchiude una molteplicità di comportamenti e sfumature che lo rendono forse una delle attività più complete. 

Nel bambino, fin dalla nascita e durante il periodo primario dello sviluppo, i movimenti hanno un'importanza fondamentale. Passa attraverso l'epoca della vita in cui si verifica la maturazione muscolare e nervosa; è nella età preziosa e passeggera delle "costruzioni definitive", ossia nella fase in cui si stabiliscono le coordinazioni dei movimenti.

In questo preciso momento bisogna stimolare il bambino con ogni tipo di attività finalizzata allo sviluppo senso-motorio. Un valido aiuto lo può fornire la Pedagogia scientifica della Montessori, la quale afferma che l'educazione pur basata sulla scienza, modifica e migliora l'individuo. Essa non ha solo il compito di "osservare" ma anche di "trasformare" il bambino, offrendogli i mezzi e gli stimoli che possono risvegliare in lui qualsiasi forma di energia, aumentandola e coordinandola con esercizi individuali.Il travaso montessoriano oltre ad essere idoneo al citato sviluppo, è anche un mezzo per esercitare la coordinazione oculo-manuale e stimolare lo sviluppo intellettivo.

Maria Montessori iniziò lo studio della Pedagogia scientifica lavorando su bambini "anormali" e, ottenendo buoni risultati, decise di applicarla anche ai bambini "normali", dedicandosi principalmente a quelli compresi tra i tre e sei anni di età. in seguito, riscontrando un nuovo successo, raccomandò lo stesso metodo anche alla primissima infanzia.

Il travaso consente, dopo ripetute esercitazioni e sperimentazioni, di acquisire una specifica abilità nell'uso della mano; per una esatta esecuzione di ciò occorrono autocontrollo e coordinazione.

Secondo la metodologia montessoriana per  eseguire un'attività è importante definire il metodo, la tecnica, e attendere il contenuto dalla sua applicazione, ossia il risultato che il bambino consegue dall'esperienza. In oltre non bisogna avere preconcetti di sorta sull'eventuale esito dell'attività  o sul bambino che sta svolgendo il proprio lavoro. Non dobbiamo quindi partire da idee prestabilite sulla riuscita dell'attività , ma bisogna guardare la spontaneità e la libera manifestazione del bimbo che sicuramente ci riserverà grandi sorprese.

Per spiegare tale concetto analizzo un'osservazione, da me fatta durante una riunione con i genitori della mia sezione ai quali spiegavo che cosa è il travaso.

 Durante l'esposizione faccio osservare ai genitori presenti che i bambini più piccini non avrebbero partecipato alla mia attività perché sicuramente non sarebbero stati in grado di travasare la farina da una ciotola all'altra (PRECONCETTO). Eleonora, 11 mesi presente con la mamma alla riunione, mi ha dato un palese " schiaffo morale",; avvicinandosi alla scatola del travaso, che io stavo presentando ai genitori, l'aprì ed iniziò a prendere gli oggetti contenuti posandoli a terra. In quell'occasione se ci fosse stata un'altra scatola accanto quello sarebbe risultato un travaso adatto alla sua età (libera manifestazione- SORPRESA).

I materiali usati per l'attività del travaso saranno ciotole, mestoli, cucchiai, vasetti, brocche, colini, imbuti, contagocce, ecc.; ovviamente il materiale sarà da abbinare a seconda che si voglia fare un travaso di sostanza liquide come l'acqua, dove si useranno vasetti e contagocce oppure brocchette e vasetti, o di sostanze solide come la farina per il quale si useranno, ad esempio, ciotole e mestolo oppure ciotola a ciotola.

Questo materiale dopo l'abbinamento, fatto secondo lo scopo da raggiungere, per la Montessori dovrà essere disposto su di un vassoio, ricoperto da un tappetino se il travaso è solido, o due spugnette di dimensioni diverse ( per asciugare eventuale acqua caduta) con i relativi piattini, se il travaso è liquido. Il vassoio nel travaso montessoriano "materializza il concetto di ordine, che permette di riconoscere e ricordare il collocamento degli oggetti nell'ambiente, di orientarsi in esso e possederlo in tutti i suoi particolari.

I recipienti nel travaso sono fragili, perché l'oggetto cadendo si rompe e manda un messaggio al bambino, creandogli così uno stimolo al controllo dell'errore; semplificando, si potrebbe dire che "sbagliando si impara".

Il metodo afferma che per impartire una lezione su una specifica attività, l'educatrice deve distinguere due tempi diversi. Nel primo mette il bambino in comunicazione con il materiale insegnandone l'uso, nel secondo interviene con l'insegnare l'esatta nomenclatura delle cose usate, per facilitare così l'acquisizione di un linguaggio facile da stabilire in questa tenera età.

Il travaso va eseguito seguendo dei criteri definiti sia dal punto di vista educativo sia da quello metodologico.

L'educatrice, quando inizia la sua attività, deve far sì che l'attenzione del bambino si isoli da tutto ciò che non sia il materiale del travaso. Lei, perciò, provvederà a disporre il materiale ludico-esercitativo su di un tavolo completamente sgombro. In un secondo momento presenterà il materiale al bambino per mostrargli come si usa, eseguendo lei stessa il travaso più volte; ad esempio, se si prende il vassoio del travaso dei fagioli, si prende il cucchiaio e si inizia a travasare i fagioli dalla ciotola piena a quella vuota e poi si ridispone il materiale come era in origine e così via.

Ogni volta però che l'educatrice propone al bambino il travaso non lo farà freddamente ma animata da un vivace interesse, richiamando così l'attenzione del piccolo.

Se la maestra vede usare il materiale del travaso in modo errato alla finalità dello scopo, deve impedirlo: usando dolcezza se il bambino è tranquillo, se invece è inquieto o disordinato si userà un tono seccato ed energico  per far capire al bambino l'autorità della maestra su di lui, senza però dargli l'idea di un castigo. L'autorità, in questo caso, diventa un sostegno necessario per il bambino: essa serve come a chi perdendo l'equilibrio ha bisogno di un appiglio a cui aggrapparsi.

Ci sono due tipi di errore che il bambino può commettere nell'esecuzione dell'attività: il primo è dato dal fatto che il bambino essendo ancora immaturo per quel tipo di  difficoltà con tutta la sua buona volontà non riesce ad eseguirlo (cfr. esempio di Eleonora 11 mesi), non distinguendo sensorialmente i vari  stimoli non esegue i  movimenti dei quali non ha ancora sviluppato i meccanismi. Il secondo errore  è dato dalla mancanza di stimoli dell'attività verso il bambino, per cui si verificherà da parte sua un utilizzo errato del materiale ludico, dando origine a chiasso e dispersione di energie, azioni che allontanano il bambino dalla finalità preposta a quel tipo di attività.

Questi tipi di errori sono in contrapposizione con il detto, citato precedentemente, "sbagliando si impara" , perché più a lungo dura l'errore più si allontana la possibilità di imparare. Al contrario invece, se il bambino usa il materiale imitando l'educatrice, oppure apportando variazione che osservando sembrino favorevoli comunque allo sviluppo del bambino, l'educatrice non deve interrompere il lavoro del piccolo, né correggere i piccoli errori, perché solo così si può favorire la sua spontanea attività. Quando, però, il bambino ha terminato spontaneamente il suo travaso, l'educatrice può intervenire affinché egli metta al suo posto il materiale, in modo che ogni cosa torni in perfetto ordine come all'origine. Ad esempio se il bambino eseguiva un travaso dell’acqua da brocchetta all’altra con il contagocce, allora l’ordine da ristabilire sarà quello di svuotare completamente il contagocce, riunire l’acqua in un'unica brocchetta asciugando eventuali boccette cadute con l’’apposita spugnetta, accertarsi che non vi sia acqua in terra o sul vassoio ed in fine riporre l’intero materiale sopra lo scaffale da dove si è preso.

In precedenza si era gia detto che il travaso montessoriano è utile anche per raggiungere scopi pratici; ciò è dato, come mostra il suddetto esempio, dal fatto che travasando si stimola anche la precisione.

Questo elemento sarà evidente quando il bambino sarà padrone di questa attività, perché aumentando le difficoltà man mano che si acquisiscono delle nozioni si rende più vivo l’interesse.

A testimonianza di quanto detto Maria Montessori disse:" Lo scopo esterno di versare l’acqua in un bicchiere interessa molto meno che il versarla senza toccare con la bottiglia l’orlo del bicchiere e senza versare l’ultima goccia di acqua sulla tovaglia".

Un’altra osservazione, utile al chiarimento di questo concetto, è quella effettuata su Giulia –19 mesi- durante un travaso; è una delle poche bambine della sezione che usa il travaso con una padronanza sorprendente. Tutti i bambini stavano effettuando il gioco libero, io nel frattempo preparavo i travasi e li disponevo su di un tavolo, lei si avvicinò e senza che la invitai iniziò a travasare il riso da una ciotola all’altra senza però usare il cucchiaio che era sul suo vassoio.

Successivamente altri bimbi si misero a giocare con altri travasi e lei li guardava come per dire :" Non lo toccate, questo è mio!". E’ stata per circa tredici minuti a travasare il riso poi visto forse la facilità del gioco abbandonò l’attività senza troppi complimenti.

Frettolosamente presi della farina e la mescolai al riso e prendendo il passino attirai l’attenzione di Giulia sul miscuglio che avevo fatto. Facendo vedere come era l’esecuzione di quel nuovo tipo di lavoro la invitai ad effettuare una cernita che consiste nel travasare, dividendo contemporaneamente, le due sostanze in due contenitori distinti; Giulia mi guardò e poi si mise all’opera, un po’ rozza nei movimenti. Da allora è passato circa un mese, Giulia ancora non ottiene buoni risultati per l’immaturità dovuta all’età, ma al momento della scelta del travaso lei predilige la cernita.

Il bambino lavorando da se conquista la disciplina, che a sua volta stimola l’acquisizione dell’indipendenza nella vita pratica, dando così origine al progressivo sviluppo dell’intelligenza.

Diretti con diligenza dall’educatrice, i bambini con il metodo della Montessori raggiungono non solo un sano sviluppo fisico ma anche un tranquillo sviluppo dell’animo.

 

 

SCHEDA TECNICA:

TRAVASO SOSTANZE LIQUIDE:

Oggetti necessari: A) un vassoio per il materiale di ciascun

                                       esercizio

                                B) occorrente per riparare ai danni:

                             sul tavolo:

                                   catinella, spugna su di un

                                   piattino,straccetto per asciugare;

                            per terra:

                                   straccetto, spazzolone, secchio;

Occorrente per colorare l’acqua:

tempere, bastoncino per mescere.

Analisi dei movimenti:

prendere saldamente la brocca,

sollevarla,

avvicinarla al bicchiere o altro recipiente,

inclinarla.

Motivo di controllo:

fermarsi in tempo per evitare che il recipiente trabocchi,

non far toccare i bordi dei recipienti fra loro,

controllare che l’ultima goccia non cada fuori.

Travasare l’acqua:

da una brocca più grande ad una più piccola,

da una bottiglia più grande ad una più piccola con un imbuto,

da una bottiglia più grande a due bottiglie più piccole di equivalenti capacità,

da un bicchiere ad un altro di diversa forma,

da una bottiglia "mezzo litro" a due bottiglie "quarto di litro",

da una piccola ciotola a diverse bottigliette con l’ausilio di un contagocce….

 

 

BIBLIOGRAFIA:

· M. Montessori

 "La scoperta del bambino"

           "La mente del bambino"

          "Il segreto dell’Infanzia"

         "Il metodo della Pedagogia"

· J. Dewey

"Democrazia ed educazione"

· F. De Bartolomeis

"M. Montessori e la pedagogia scientifica"

· R. Mazzetti

 "La donna, la casa e il bambino nella ricerca della Montessori".