Ds: uno, nessuno, centomila

Spettacolo sorprendente, in buona parte prevedibile e previsto, ma comunque sempre entusiasmante. Alludiamo alla frammentazione di quel monolitico soggetto politico che fu il potentissimo Partito Comunista Italiano, il più grande partito comunista occidentale, il più complesso, efficiente, raffinato e spietato apparato politico, sociale ed economico mai costruito in una democrazia parlamentare.

Niente a che vedere con la storica scissione di Livorno, nessun paragone possibile con le eresie della IV Internazionale; qui siamo di fronte all'ultima, definitiva disgregazione della sinistra ex, post comunista; un processo storico che poteva essere facilmente ipotizzato (forse solo sperato) dopo il crollo del muro di Berlino, ma che solo la perdita del potere governativo ha accelerato fino a questo punto.
Effettivamente già dopo il 1989 c'era stata la "svolta della Bolognina", quel processo di annacquamento e democraticizzazione di facciata che, generando la nascita del PDS, determinò anche la scissione di Rifondazione Comunista, a sua volta successivamente vittima di un'ulteriore scissione da parte dei cossuttiani del PCd'I. Ma il vero processo di polverizzazione sta iniziando solo ora.
Adesso che non c'è più alcun collante a tenere uniti i nipotini di Togliatti: morta l'ideologia, finita la disciplina di partito, esauriti i finanziamenti di Mosca, frammentati gli interessi economici ma, soprattutto, perse le elezioni… adesso che non basta neppure più avere Berlusconi come comune nemico… è arrivato il momento in cui ognuno se ne va per i fatti propri cercando di costruirsi quella sua nicchia di potere personale, quella sua autonoma lobby, che gli permetta di essere eletto "comunque" e quindi di sopravvivere nel mondo dorato dei privilegi parlamentari o partici.

La sinistra, nel suo complesso, già alle scorse elezioni si era presentava come un'accozzaglia di partitini che cercavano una improbabile aggregazione attorno al marchio dell'Ulivo e ai suoi sottomarchi floreali (Margherita, Girasole, ecc.), ma almeno sopravviveva la grande corazzata post-comunista dei DS a garanzia di una controparte egemone.
Oggi anch'essa vacilla, scricchiola, fa acqua da tutte le parti.
L'attacco partito da Cofferati è devastante e siamo pronti a scommettere che, già dalle prossime elezioni amministrative di primavera. le liste dei DS dovranno fare i conti con la concorrenza di nuove liste di girotondini, movimentisti, morettiani, giottini, cofferatiani e massimalisti di ogni fatta e costume.

Ma non basta. Il siluro definitivo è arrivato da parte di Bertinotti. Un siluro ben mirato, ma soprattutto ben preparato mesi fa, con l'esplicita complicità di Cofferati. Un siluro che si chiama Referendum.
Solo la vista della sua scia ha già seminato il panico in tutto lo schieramento ulivista dove si è levato immediato e altissimo un grido di dolore angosciante: "Bisogna assolutamente varare una nuova legge sull'articolo 18 prima del voto". Ma come? Proprio loro che della intangibilità e immodificabilità dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori avevano fatto una guerra di religione? Proprio loro che, in Parlamento, non esitano a ricorrere a risse e ostruzionismo per cercare di non far approvare neppure una legge?
"Non se ne parla neppure. Sono cavoli vostri" ha prontamente risposto Berlusconi… che, non a caso, già da dicembre andava dicendo che "l'articolo 18 non è più in discussione".
Ma c'è di più (e qui il panico a sinistra si trasforma in terrore). Se Berlusconi è abile farà di tutto per abbinare il referendum alle amministrative, come vuole anche Rifondazione (per poter raggiungere il quorum). Così facendo avremo una sinistra che dovrà cercare di presentarsi "unita" in ogni sua componente agli importanti appuntamenti elettorali amministrativi essendo però divisa sul referendum. E vallo a spiegare tu agli elettori che Bertinotti, Cossutta, Cofferati, Moretti e C. sono buoni quando si vota per le amministrative ma diventano cattivi, il giorno stesso, quando si vota per il referendum…
Se questo sarà lo scenario voleranno nuovi insulti, fioccheranno accuse, espulsioni, scissioni ed epurazioni e se - come ci auguriamo con tutto il cuore - i risultati elettorali alle amministrative saranno ancora negativi per la sinistra, allora assisteremo davvero alla notte dei lunghi coltelli; all'ultimo atto della vita unitaria dei DS.

Non illudiamoci però che questo grande caos nella sinistra sia il preludio ad un periodo di meritata quiete, ad una nuova era di ordine sociale e di pacificazione nazionale. Al contrario, l'esplosione del bubbone farà schizzare materia infetta di odio e di livore un po' ovunque… Lo stiamo già vedendo.
Analizziamole queste schegge impazzite della meteora rossa, tutte impegnate nella loro ultima, violenta e disperata battaglia per sopravvivere.
Si parte - è ovvio - dai Centri sociali, coccolati da Verdi e Rifondazione, pronti ad ogni violenza, ad ogni minaccia, ad ogni illegalità. Da qui partono anche le nuove reclute del terrorismo di stampo anarchico, ambientalista o comunista, a sua volta sempre più vicino a movimenti rivoluzionari stranieri e al terrorismo palestinese (e quindi a quello integralista islamico).
C'è poi la CGIL, trasformata da Cofferati in movimento politico, che sta propinando agli italiani migliaia di ore di scioperi selvaggi e ingiustificati, conditi da cortei, picchettaggi, blocchi di strade, ferrovie e aeroporti come non si vedevano dalla fine degli anni Sessanta.
Arriva quindi, compatta e agguerrita, la Magistratura, che ha ormai totalmente smesso di lavorare (per un qualsiasi atto giudiziario bisogna aspettare anche vent'anni) per darsi alla politica, per manifestare, boicottare, inventare e indirizzare processi contro esponenti del centro-destra, che siano deputati di Forza Italia o militanti di Forza Nuova.
Non ultimo arriva il mondo della "cultura": i professori universitari, ma anche i maestri di scuola, i giornalisti e gli intellettuali, gli esegeti del pensiero unico, i severi tutori della vulgata storica, i padroni della satira politica; tutti pronti a inscenare campagne di biasimo, condanna o irrisione verso chiunque violi il "politicaly correct" e si permetta di esprimere idee, di raccontare memorie o anche solo di esporre opinioni diverse dal conformismo di sinistra.
E l'elenco potrebbe continuare con i burocrati della pubblica amministrazione, i sabotatori dei servizi pubblici, i pacifisti a senso unico, i finanzieri rossi (Colaninno, Tronchetti Provera e C.) e tutti i nostalgici dei "bei tempi che furono" quando la DC lasciava fare a loro tutto quello che volevano.

C'era una volta un Partito Comunista, domani probabilmente non avremo più nessun "diessino", ma ci sono ancora centomila germi in circolazione, pronti a contaminare la nostra società e ad ammorbarla.
Chissà perché, ma sono certo che Pirandello saprebbe suggerci un "antibiotico" adatto a combattere questi germi !

Guido Giraudo
www.uomoqualunque.it