Sangue, Corrida, Amore e Gitani a volontà!

Luci ed ombre (I.M.H.O.) in una delle opere più conosciute



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Tutti conoscono la Carmen di Georges Bizet, tutti hanno ascoltato, anche senza saperlo, almeno un paio di motivetti tratti da questa opera, tritati nella pubblicità, sbattuti dovunque servisse un po' di brio e di vigore.
Se dico "Près des ramparts de Seville" - "Vicino ai bastioni di Seville" (chiamata anche "seguidilla", dal nome della danza), oppure "L'amour est un oiseau rebelle" - "L'amore è un uccello ribelle" ("habanera"), la canzone di Escamillo "Votre toast, je peux vous le rendre" - "Il vostro brindisi, ve lo posso rendere", il cui ritornello, sentito e risentito, è: "Toreador, en garde" etc.
È un peccato, perché non credo che siano tra i pezzi migliori dell'opera, musicalmente parlando. Il vero spirito di questo lavoro è in cori brillanti e leggeri come quello dei monelli all'inizio ("avec la garde montante" - "Con la guardia montante/noi arriviamo, eccoci qua"), e le scure e tetre melodie come quella dell'aria delle carte cantata da Carmen quando, leggendo il suo destino apprende che morirà presto.
Il punto più brillante di tutta l'opera è raggiunto da Bizet in uno dei pezzi più belli, importanti nell'economia del lavoro e nonostante ciò meno conosciuti: il quintetto del secondo atto "Nous avons en tête un affaire" - "Abbiamo un lavoretto in mente", che scorre fluente come le scale cromatiche dei legni che lo introducono.
Il testo è divertente, anche se un po' maschilista ("quando si tratta di ingannare, rubare e truffare/è sempre buona cosa, in fede mia,/avere delle donne con sé"!), è una pausa nell'azione drammatica, ma la porta anche avanti - quando Carmen entra e dice che ha altre cose da fare e non andrà con i contrabbandieri per questa volta...
È un pezzo molto difficile, oltretutto: raramente l'ho sentito eseguito come dovrebbe, principalmente a causa di imprecisioni di tempo.
Anche se non credo che fosse molto adatta al ruolo, Maria Callas ci dà ancora una volta una lezione su come si canta. Era un soprano-mezzosoprano che poteva anche interpretare ruoli come Carmen - un vero e proprio maschiaccio - che sono molto più adatti a cantanti con una voce più profonda, come Agnes Baltsa.
Le mancava il "colore" per fare la parte? ha fatto la musica. E la sua incisione con Georges Prêtre non è niente di meno di quello che uno si aspetterebbe da lei (almeno riguardo al summenzionato quintetto): la perfezione.
So che Prêtre è un direttore veramente preciso, specialmente riguardo tempo e fraseggio, ma qui l'intero brano scorre liscio come l'olio, come se non costasse alcuno sforzo né ai cantanti, né all'orchestra.
Ascoltatevelo.

Paolo Del Lungo


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