Panfilo Napoleone

Monografia

(2003)

a cura di Cosimo SAVASTANO

Monografia edita in omaggio al pittore palenese Panfilo Napoleone in occasione mostra retrospettiva del 2003, organizzata dal Comune di Lanciano presso il Palazzo degli Studi. La pubblicazione con intento divulgativo approfondisce la storia personale e artistica di Panfilo Napoleone. La storia personale, densa di accadimenti umani si intreccia con il lunghissimo percorso artistico della pittura del Napoleone che così intimamente ha penetrato l'anima e la storia della sua terra natia. Prefazioni e presentazioni della D.ssa Bozzelli e del sindaco di Lanciano Paolini.

Dalla pubblicazione di Cosimo SAVASTANO:

"..... Che la fedeltà alla figurazione sia un tratto connotante e tuttora vivo in Panfilo Napoleone, appare evidente fin dal primo impatto con la sua produzione.Il suo è stato e resta, in effetti, un percorso alieno da diversioni e sperimentazioni di novità più o meno effimere, dal momento che fin dall'inizio egli ha deciso di affidarsi alle suggestioni generate da una verace e diretta assunzione del reale, dapprima più obiettivamente indagato e quindi ricreato e rimeditato nelle strutture formali e nella varietà dei cromatismi, fino ad acquisire quella disinvolta libertà di tratto e quella carica di intensa, erompente vitalità, in cui consiste la conquista più meritevole della sua maturità e l'approdo più ragguardevole della fase più tarda.

Benché vi abbia guardato ed attinto con criteri progressivamente diversi nel corso della sua evoluzione, la fonte principale per lui è stata ed è rimasta la realtà, che si è rivelata scaturigine sempre più feconda non solo e non tanto di temi, quanto innanzitutto e soprattutto di stimoli e di invenzioni poetiche.

 

Perché, in effetti, dei suoi quadri si può parlare a volte come di piccoli poemi figurativi per quella carica di tensione e persuasionelirica che li trascorre e che non raramente assume la forza di una perentorietà suadente nella molteplicità delle modulazioni e dei profili che, specialmente nelle pagine migliori, non si allentano e non cedono.

Una volta superata la tentazione di un supino adagiarsi su schemi fin troppo collaudati e sviliti da una molteplicità di cantori più proclivi alla ripetitiva imitazione che sinceramente ispirati, non era compito facile attingere risultati di tal fatta senza scadere nelle ricercatezze intellettualistiche di schematizzazioni e stilismi, verso cui avrebbe potuto sospingerlo l'esigenza di affrancarsi da certi modi di interpretare il vero già consacrati da una autorevole quanto diffusamente avvertita e seguita tradizione e senza lasciarsi prendere la mano da compiacimenti edonistici o dalle forme di interpretazioni sensuaslistiche, in cui poteva forse sussistere il rischio maggiore e di per sé insito in una scelta come la sua...... "

".....Protagonisti della maggior parte dei suoi dipinti sono, difatti, proprio le vedute generalmente ispirate ai caratteri di quei luoghi, per lo più familiari, che gli appaiono particolarmente significativi e degni di essere storicizzati nei più pensosi o gioiosi momenti di quel loro divenire e trasformarsi nel tempo. Per cui essi finiscono con il tradursi nell'unico filo conduttore di un lungo, infinito ed unitario racconto dai frequenti risvolti autobiografici, denso di una soggettività di visione e di lirica poeticità.
Sono tenti rappresentati in innumerevoli pagine, ripresi, riproposti, ma mai ripetuti, riferimento nodale di una poetica pronta continuamente a rinnovarsi nelle sue impaginazioni narrative oltreché nelle sue scansioni creative e pittoriche. Non è mutata, invece, l'intensità degli slanci che presiedono al recupero in punta di pennello di un inesausto dipanarsi di immagini di terra e di mare.

Nel suo repertorio non mancano certo le marine, ora proposte sotto le specie di spiagge larghe e distese come falci sul bordo delle acque dai colori intensi contro cui si stagliano le barche capovolte, ora ravvivate dalla festa di ombrelloni e bagnanti, invocate ora per sorprendere cale appartate con figure di pescatori operosi intorno agli scafi ed ora per recuperare amorevolmente i cuneiformi intrecci degli antichi trabocchi d'Abruzzo, alti come fantasiose ed arcaiche palafitte sullo slargare delle increspature di marosi che si rincorrono in un frangersi largo di spume.

Sono narrazioni condotte fra efficaci contrappunti tonali che si ripresentano ora in chiave forse più pensosa nelle evocazioni del lento dondolio delle barche alla fonda, che assumono il più delle volte sembianze di remote e solitarie paranze dall'unica vela di rustica tela ammainata sulla tolda e dallo scafo di legno robusto sfiorato dall'onda leggera della risacca, ora nella più drammatica condizione delle selvatiche radure fra le irte pinete adriatiche oltre le quali si scorgono scogli e marosi sotto le nubi arruffate dalla tempesta imminente che sembrano liberamente ondeggiare, esse pure come gli alberi e le acque, propagando all'atmosfera del dipinto il loro fremito.


Più frequenti sono, invece, le vedute aperte delle campagne srotolate fra le alture o ai piedi della Maiella, in certi casi animate dai guizzi di luci improvvise sul primo piano o su particolari lontani, o che fanno emergere con dolcezza dai fondi luminosi casali o fughe di paesi avvolti dalla vegetazione, alberi fronzuti dai tronchi possenti, tratti di fiume fra massi arrotondati come i sassi fra cui si spezza il corso dell'acqua ed i ciottoli dei greti deserti, incassati come quelli dell'Aventino o ampi come nel Sangro ma che potrebbero essere quelli dell'Adda o del Piave; gli angoli appartati e recuperati all'attenzione secondo criteri che fanno pensare alla meditabonda costruzione degli idilli di antica memoria letteraria, le vie più vivaci dei paesi o, più spesso, i vicoli relegati in una quiete che li rende assorti e pensosi, evocati ora fra l'irrompere della solarità più smemorata delle stagioni più calde, ora impreziositi dall'oro o dal rosseggiare del fogliame, ora avvolti nel silenzio invernale che sembra particolarmente affascinare la fantasia di Napoleone...."

Edito da Botolini Srl.