...e raccontano ancora
Palena dopo l'8 settembre 1943
(2005)
di Romeo e Mario COMO

Legato come ispirazione e matrice ispirativa al primo libro "Le donne raccontano..." ne prosegue il prezioso racconto narrativo e storico portando alla luce le testimonianze dei testimoni del tremendo periodo bellico e anche quelle, postume, dei parenti, sempre accompagnate dal lavoro di tessitura letteraria che gli autori hanno saputo profondere allo scritto. Il tutto con una completezza, argomenti e trattazione avvincente e matura per certi versi anche superiore alla prima opera. Veramente originale e coinvolgente è la struttura narrativa affidata ai testimoni, citati in prima persona, che raccontano i loro ricordi di quel periodo tanto travagliato.

Il libro a cura dell'editore Bastogi è stato presentato ufficialmente il 10 agosto 2005 a Palena ed è regolarmente in vendita

Dal libro sapientemente presentato da Giovanni Battista Elia, palenese e critico letterario, ecco la prefazione:

La lettura del secondo, struggente, libro di Romeo e Mario Como dovrebbe cominciare da quella sorta di poemetto civile in prosa, collocato in fondo al volume, che porta il titolo di Profondo Sud. Si suddivide in quattro tempi-partiture che costituiscono la migliore presentazione per questo nuovo memoriale.

Il riferimento al linguaggio musicale mi è suggerito dall'orchestrazione armonica di accenti che vanno dalla narrazione alla rivendicazione politica e sociale, dalla sinfonia della natura alla considerazione sociologica, dalla divagazione filosofica e psicologica al dialogo - con un passante, contadino di leopardiana memoria o sciamano la cui memoria si è invece persa.

Neppure il tessuto plurilinguistico vi risulta disomogeneo, anzi, è necessario per noi conterranei che stiamo rischiando di perdere il nostro patrimonio sentimentale e antropologico.
Di tale patrimonio il frasario dialettale è il custode morente e, tuttavia, forse per questo, capace ancora di accendere nostalgie e moti interiori che ci rimettono in contiguità con le origini del nostro sentire.

Si leggano a tal proposito gli ultimi quattro capoversi del poemetto con quella chiusura esclamata e secca: come in una commossa dissolvenza cinematografica, il paese compare - agli esecutori di un romantico pellegrinaggio giunto alla fine - e lo lascia rimanere sospeso, per un tempo non misurabile, nell'animo del lettore, dopo che ha chiuso il libro.

I libri dei Como costituiscono una documentazione unica del nostro dialetto, poiché non tanto il vocabolario quanto la lingua in situazione, colta nel vivo, vi è salvaguardata. Si vedano a tal proposito la freschezza delle pagine dedicate ad Antonio Chiaverini.

La lingua mostra le sue migliori potenzialità in situazioni di maggiore tensione emotiva e i tralci di parlato non ci vengono forniti per concessione al sorriso o ad una convivialità ammiccante, bensì per onorare il vero e l'umanità di uomini e donne che conosciamo.

Vi sono dei brani di interviste o di lettere che dalla realtà approdano direttamente alla letteratura, senza mediazioni.

Documenti come questi sono destinati ad acquisire sempre più valore man mano che si radicalizza il processo di globalizzazione del reale. L'omologazione culturale avrà sempre più bisogno della differenza, della salvaguardia e rivitalizzazione di ciò che di originale e inaudito l'uomo sappia produrre.

L'Italia in questo senso possiede una ricchezza enorme di manifestazioni particolari della cultura e delle lingue e i lettori di questo libro non saremo solo noi compaesani.

Ne verranno altri.

 

 

 

A margine della presentazione del libro presentato una originale iniziativa che consiste nella pubblicazione degli "atti" del libro precedente (cronistoria, immagini, scritti ecc) che hanno contraddistinto la creazione dell'opera.

 

 

 

 

 

 

 

 

BASTOGI Editore