Annegamento

Il salvataggio di un individuo in procinto di annegare non è cosa facile ed è meglio che sia eseguito da esperti, soprattutto se deve avvenire a nuoto. Chi sta per annegare si aggrappa istintivamente a qualunque cosa e spesso trascina sott'acqua il soccorritore.
Se la vittima è vicina a riva, è preferibile aiutarla con un ramo, un palo, una corda, o lanciandole un oggetto che galleggia, preferibilmente grande. Anche il salvataggio con una barca deve essere fatto con metodo: fate aggrappare la vittima alla poppa e mai da un lato perché la barca potrebbe rovesciarsi, potete anche tendergli un remo, e quando egli si è aggrappato a questo, guidarlo fino a poppa. Se non siete in grado di farlo salire sulla barca, fatelo restare aggrappato mentre voi remate verso riva.
L'annegato, che viene tratto a riva di peso e senza coscienza, è fondamentalmente un asfissiato, perché i suoi polmoni non hanno potuto avere il ricambio d'aria necessario per vivere, in più i polmoni dell'annegato sono frequentemente pieni d'acqua che egli ha "inspirato".
Se l'asfissia è stata di breve durata, l'infortunato tratto in salvo di solito mostra un'attività respiratoria spontanea valida, e in tali casi di solito egli riesce a risolvere naturalmente la situazione d'asfissia.
Se invece il periodo d'asfissia è stato più lungo, la situazione può essere quella dell'arresto respiratorio o anche cardiaco: il paziente è incosciente, con movimenti respiratori rari o assenti.

Il primo soccorso

Liberate immediatamente la bocca da tutto ciò che la ostruisce: se non è presente respiro valido,
iniziate subito la respirazione bocca a bocca e il massaggio cardiaco (nel caso di battito assente);