Le curve di livello

Una carta topografica deve rappresentare due cose: quello che c’è sul terreno (paesi, boschi, strade, fiumi, ferrovie, ecc.) e i rilievi (monti, colline, vallate, ecc.).
Per rappresentare quello che c’è sul terreno si utilizzano i simboli grafici, mentre per rappresentare la conformazione del suolo si ricorre alle curve di livello, che sono le linee ideali che uniscono tutti i punti di uguale quota rispetto al livello del mare.

Il principio su cui si basa la loro costruzione è semplice: se immagini di sezionare una certa zona con una serie di piani orizzontali, tutti alla stessa distanza fra loro, otterrai altrettante linee curve, più o meno sinuose. Queste linee uniscono i punti che si trovano alla stessa quota. Se ora proietti queste curve su un foglio, avrai su di esso altrettante curve, una per ogni piano orizzontale con il quale hai sezionato il terreno. Queste curve sono dette curve di livello o isoipse (parola che in greco significa "uguale altezza"). Quanto più le curve di livello sono ravvicinate tra loro, tanto più il pendio è ripido e viceversa, quanto più sono distanziate, tanto più il pendio è dolce. La differenza fra una curva di livello e quella successiva è detta equidistanza e la trovi segnata sulla carta topografica.

In sintesi:

All’inizio le curve di livello ti sembreranno un po’ complicate, ma se farai pratica, utilizzando spesso la carta topografica in attività all’aperto, ben presto imparerai a distinguere su di essa i monti, le valli, le colline e gli altri particolari.