La visita dei Magi

Il racconto della visita dei Magi al Gesù bambino, è riportata integralmente nel Vangelo dell’Apostolo Matteo al capitolo 2. Questa visita con ogni probabilità, avvenne nel periodo in cui Gesù aveva tra i 40 giorni ed i due anni di età. (Matteo 2, 16; Luca 2, 22-39).

Questo periodo di due anni, indica il momento in cui la stella compare per la prima volta (Mt 2, 7) per guidare il viaggio dei Magi, un viaggio che durò diversi mesi, non indica quindi necessariamente il momento esatto della nascita di Gesù.

Erode, onde essere sicuro, considerò i due anni un limite di margine sicuro onde eliminare colui che temeva come suo successore nel regno giudaico, questo il motivo per cui ordinò la strage degli innocenti di ogni bambino fino all’età di due anni (Mt 2, 16-17).

Come spesso viene ritratto, Gesù non fu visitato nella mangiatoia ma in una casa, infatti Matteo (2, 11) cita: "entrati nella casa, videro il bambino con sua madre, Maria, e s'inginocchiarono per adorarlo, poi, gli offrirono i loro tesori; oro, incenso e mirra". Dunque in una casa, non più in una mangiatoia, dove invece avvenne il parto, si legga Luca (2, 6-7): "Mentre si trovavano a Betlemme, giunse il giorno del parto, e Maria diede alla luce il suo primo figlio, lo fasciò e lo pose in una mangiatoia, perché non cera posto per loro nella locanda".

Si è calcolato che nel 6 a.C. vi fu una congiunzione di Giove e Saturno, ma questo non potrebbe spiegare come la stella potesse andare dinanzi a loro fino a fermarsi dove era il fanciullo. Alcuni ritengono che si tratti di una "nova", cioè di una stella che esplode e brucia vividamente per un po' di tempo. Potrebbe quindi inquadrarsi in tale caso. Ma per comprendere le vie di Dio, non sempre la scienza ci aiuta. Camminare con Dio è spesso una questione di fiducia. Il racconto della Stella va inquadrato come un fenomeno distinto, una luce soprannaturale che andava dinanzi ad essi per un atto divino, indicando così il luogo esatto. Un annuncio soprannaturale di una nascita soprannaturale.

Venivano da Babilonia, dove ha origine la razza umana. La terra di Abramo o della cattività dei Giudei, e dove molti di essi vivevano. Appartenevano alla classe colta ed erano consiglieri di re, forse avevano familiarità con le Scritture ebraiche e sapevano dell'aspettazione per la venuta del Messia.

Era il paese di Daniele secondogenito di Davide, ed essi conoscevano senza dubbio la profezia di Daniele relativa alle "settanta settimane" (Daniele 9, 24), e anche quella di Balaam sull'astro che "sorge da Giacobbe" (Numeri 24, 17). Erano uomini altolocati, nobili perché furono infatti ammessi alla presenza di Erode.

È tradizione parlare dei "Tre Magi" (Gaspare, Baldassarre, Melchiorre), nella Bibbia questi nomi non sono menzionati, e non ne viene specificato neppure il numero. Erano probabilmente in molti o almeno avevano un seguito molto numeroso, in quanto non sarebbe stato sicuro per un piccolo gruppo viaggiare per più di mille chilometri lungo distese desertiche infestate da predoni. Il loro arrivo a Gerusalemme fu un evento di una certa importanza, tale da scrollare l'intera città. Vi sono inoltre altre aggiunte di nomi come Veronica con il sudario, Anna e Gioacchino genitori di Maria madre di Gesù, ecc..

A parte la rappresentazione simbolica dell'omaggio della saggezza al neonato re, e il richiamare l'attenzione di Gerusalemme sul Suo arrivo, uno degli scopi della loro visita, che essi stessi non conoscevano, fu quello di fornire danaro per la fuga in Egitto. I Suoi genitori erano poveri e se non fosse stato per l'oro recato dai magi, non sarebbe stato possibile fuggire dal re Erode.

I Magi offrirono doni che si addicevano ad un re. Tali doni sono stati visti come simboli dell'identità di Cristo e di ciò che avrebbe fatto. L'oro simboleggiava la Sua regalità, l'incenso la deità e la mirra ricordava la Sua umanità in quanto era l'unguento che serviva per la Sua sepoltura.

Il ritorno dei magi nei loro paesi d'origine preparò probabilmente in quei luoghi il terreno per la successiva predicazione del Vangelo. Per il loro ritorno Dio avvertì i Magi di non ripassare per Gerusalemme, come era loro intenzione, il significato di ciò simboleggia la conversione di ogni uomo che si avvicina a Cristo. Incontrare il Salvatore significa cambiare direzione in ubbidienza alla Sua guida.