Indonesia (Bali tra ansie e meraviglie)                               

Periodo :   Maggio-Giugno 2006 (15 giorni)

Partecipanti : 2

Organizzazione :  Volo e sistemazioni

Mezzi di Trasporto :   Aereo, taxi.

Itinerario :   Dempasar, Nusa Dua, Ulu Watu, Jimbaran,

Kuta, Ubud, Mengwi, Budugul, Ulu Danau, Nusa Dua

                                   

 

Dieci note di viaggio

 

E' senza dubbio uno dei piu bei paradisi terrestri.

Le stesse piante che da noi raggiungono decine di centimetri, qui crescono per metri.

Ubud è il centro culturale di Bali e non si puo perdere!

Il mare e le spiaggie non sono il primo motivo di soggiorno.

La gente di Bali è meravigliosa , sorridente e gentile sempre!

     Non andate via senza aver visto una danza Balinese al suono del Gamelan!

Arrivate se potete sul lago Bratan , è un posto davvero unico

Il cibo è buonissimo, colazioni di frutta indimenticabili

Visitate alcuni templi senza avere la frenesia di vederli tutti

   

Racconto del Viaggio

Questo viaggio che racconto  è stato realizzato a seguito di un importante evento personale , nel periodo tra  maggio e giugno,   organizzato con  volo e sistemazione ,  fornito da Mappamondo Viaggi, destinazione Indonesia, più precisamente Bali, dove alloggeremo inizialmente  presso il Melià  sulla costa di Nusa Dua , il resto verrà da solo!

Con partenza da Roma, un lungo volo comodo della Malaysia Airline  ci sbarca all'alba del mattino seguente a Kuala Lampur, capitale della Malesia.

Dalle grandi vetrate dell'aeroporto, scorgiamo all'esterno immense distese di palme da cocco che creano uno stupendo scenario naturale e si contrappongono con la  modernità della struttura , ricca di negozi internazionali e malesi, ristoranti, tapis roulant e al centro una grossa campana di vetro nella quale è cresciuta un pezzo di foresta tropicale con alberi ad alto fusto.

La natura si fà sentire, anche quando  nella toilette troviamo un grosso insetto di 10 centimetri, colorato e lucente  , ma forse sarà stato un caso!  Comunque questo piccolo sapore di Malesia mi lascia una bella sensazione, anche riguardo alla gente, ci si rende presto conto che è un paese multirazziale con un misto di cinesi, indiani, malesi, arabi dalle varie facce e religioni.

Dopo due ore, si riparte con un secondo aereo di linea, anche questo come il primo confortevole e con poca gente , il tragitto ora è molto interessante, con panorami sulla Malesia peninsulare, su Sumatra, Giava e altre isole indonesiane, poi finalmente quando le nostre energie cominciano ad esaurirsi e la stanchezza del lungo volo si fà sentire ci appare Bali,  l' Isola degli Dei, così come è soprannominata.

Atterriamo emozionati, per la mia compagna  è la prima esperienza in oriente e dopo i lenti controlli , comprese casuali perquisizioni,   ci appare il primo tempio induista all'interno dell'aeroporto di Denpasar, per noi è un meritato benvenuto, nonchè il primo assaggio della  serenità di questa isola, anche se in questi ultimi anni qualche problema c'è stato anche qui.

Come dicevo all'inizio del racconto, essendo questo viaggio legato ad un lieto piacevole avvenimento, niente zaino in spalla e niente improvvisazioni, questa volta ci siamo concessi una vacanza comoda con pernottamento fisso in un bel posto, che comunque ci consentirà viste le modeste dimensioni dell'isola di raggiungere qualsiasi meta desiderata o quasi.  

Usciamo dall'aeroporto  e  l'autista di Mappamondo Viaggi, puntuale e simpatico, ci viene a prendere;  saliamo in auto , l'aria condizionata ci aiuta ad affrontare l'impatto con l'elevata temperatura.   Lungo la strada che conduce verso sud, più precisamente verso Nusa Dua, ci colpisce subito il verde della vegetazione, infatti nonostante in questo periodo comincia la stagione secca, assolata e poco piovosa, l'isola gode appieno della gran quantità di acqua  apportata nei mesi precedenti e che  favorisce uno sviluppo esagerato della flora. 

Arriviamo a Nusa Dua, una caratteristica penisola con una lunga lingua di sabbia , coperta da numerose palme da cocco e raggiungiamo la nostra residenza, il resort del Bali Melià.

Nonostante ci vorrebbero pagine per descriverlo, mi limito a dire che una struttura del genere non l'avevo mai vista da nessun'altra parte, un enorme giardino botanico, curato e raffinato in ogni piccolo particolare, perfettamente incastonato sotto le palme da cocco per rispettare il contesto ambientale.

All'interno c'è davvero tutto e  il personale è di una gentilezza unica, le donne hanno grande grazia  e gli uomini con i fiori sopra l'orecchio grande rispetto per tutti....   nonostante io non sia un amante dei resort e dei viaggi organizzati , devo dire che il posto è davvero notevole ,  mi sento sicuramente di consigliarlo anche per chi và in luna di miele.  

Dopo una prima giornata di riposo e di acclimatamento visto l'alto tasso di umidità presente nonostante siamo nella stagione secca,   ceniamo a base di pesce ce ne andiamo a dormire abbastanza stanchi.

Al mattino un simpatico scoiattolo entra nella nostra stanza per fare amicizia e in cerca di un pò di cibo è solo il primo avvistamento di una nutrita famiglia di simpatici roditori presenti nella zona. Poi usciamo e  facciamo capolino sul mare;  il litorale è molto suggestivo, alte palme ombreggiano su una  spiaggia stretta ma sicuramente bella,  anche se durante i primi giorni della nostra  permanenza è stata caratterizzata dalla bassa marea, poi per fortuna  si è trasformata in alta e ci ha consentito di effettuare gradevoli bagni in un acqua calda di colore verde, non sempre limpida, per chi fosse interessato , nonostante l'ambiente marino è gradevole non è il mare la principale attrazione di Bali. 

Già dalla  spiaggia, cominciamo a percepire lo spirito balinese, con la presenza di alcuni tempietti e luoghi religiosi, disseminati lungo la costa, raffigurazioni di draghi scolpiti in pietra, sui quali ogni giorno si posano fiori e altre offerte, alcune divinità ricoperte da scacchiere bianche e nere, che all'inizio del nostro viaggio ci sembravano due colori  casuali, ma che in realtà rappresentano rispettivamente la vita e la morte.  

Le splendide palme che ci circondano sono popolate da simpatici scoiattoli bruni che emettono un indimenticabile suono, cioè quello del "Quakkoooo!!!" Seguito da un battito ripetuto e veloce della coda contro il legno dell'albero, pian piano  prendono sempre più confidenza con noi e scendono per mangiare dalle nostre  mani, sono un vero spettacolo! 

Facciamo la prima uscita in taxi dal Melià  facendoci portare a cena nel vicino abitato, in un ristorante balinese di nome Ulam, tutto rifinito in legno dove assaporiamo verdure, frutta e gamberi con salse tipiche del posto, i sapori d'oriente cominciano a stimolare i nostri palati. 

Il giorno successivo dopo aver fatto un'altro bagnetto e aver preso un pò di ombra, visto che il sole era troppo forte per le nostre pelli ancora impreparate, decidiamo di fare la prima escursione di mezza giornata, così chiamiamo un simpatico e gentile taxista di nome Made, , sorridente come la maggior parte delle persone che abbiamo conosciuto e ci facciamo portare al tempio dell' Ulu Watu, sulla costa occidentale della penisola;  Dalla cartina la distanza sembra poca ma ci rendiamo subito conto che le strade ( a parte le principali) sono spesso strette, tortuose e collinose, la guida è a sinistra, svanisce subito in me il pensiero di affittare un'automobile, infatti conviene ed è  vivamente consigliato di usare solo taxi o auto con autista, si spende meno e  si corrono meno rischi in fatto di sicurezza stradale. 

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Nusa Dua

Ulu Watu

Ulu Watu

Ulu Watu

Kuta

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Ubud

Ubud

Ubud

Ubud

Ubud

Passiamo attraverso tipici villaggi, con casette  di legno o contornate  da relative mura costruite con una tipica pietra lavica scura che si presta bene anche nella lavorazione,  attraversiamo  anche  un paese in festa, dove lungo la strada sono state innalzate lunghe canne piegate ad arco  che assumono la forma di  grandi porte di entrata, Made ci spiega che  in questo caso si tratta di Big Cerimony, ovvero una festa religiosa locale di grande importanza.

Arriviamo così all' Ulu Watu, il tempio dedicato agli spiriti del mare, nella zona ci sono tantissimi fedeli, tutti vestiti di bianco, percorriamo una stradina per raggiungere la scogliera, tra venditori di cibo, bambini e un assembramento di uomini in attesa di un combattimento tra galli che evitiamo decisamente.  Arriviamo sul ciglio della scarpata e il  panorama è  mozzafiato , sotto di noi appaiono grosse onde che si infrangono sull'alta scogliera, notiamo un orizzonte insolito dove l'arco del mare è cosi vasto da far capire che la terra e rotonda ...  è davvero una spettacolo unico ;   poi ci facciamo strada tra le numerose scimmie e arriviamo al tempio vero e proprio.

Siamo fortunati, perche capitiamo nel mezzo di una cerimonia, ascoltiamo i canti religiosi, osserviamo i devoti che lanciano petali di fiori e portano offerte alle loro divinità, viviamo una forte esperienza, immergendoci tra gli indù pur mantenendo un appropriato atteggiamento di rispetto, gli odori dei fumi e dei cibi preparati ci rendono ancor più partecipi alla festa, con noi c'è qualche altro visitatore straniero, tra cui una sfortunata ragazza alla quale una scimmia ruba gli occhiali da vista!

Finita  la visita torniamo dal nostro amico Made che ci riaccompagna al Melià,  per poter rientrare dobbiamo superare  vari posti di blocco con attente perquisizioni, addirittura gli agenti di polizia  per controllare se ci sono ordigni  a bordo del veicolo si servono di uno specchio a carrello che viene infilato sotto l'autovettura  ;  Il tempo di fare una doccia e usciamo di nuovo per la cena, questa volta andiamo a mangiare in un ristorante con tavoli sulla spiaggia prenotato da me (tramite un procacciatore di clienti in spiaggia), situato a Jimbaran, sulla costa ovest della penisola, ci viene a prendere in auto il proprietario stesso.

La località di Jimbaran si è trasformata da villaggio di pescatori in una meta turistica  ambita dai giovani, qui le sistemazioni sono piuttosto spartane, nulla a che vedere con Nusa Dua, ma il posto ha conservato molte caratteristiche originali in fatto di architettura , oggi ci sono molti locali con tavoli sulla spiaggia che servono pesce fresco e bibite varie.

Entrati nel ristorante, ci accorgiamo che non esistono menù alla carta,  per ordinare ci fanno entrare in una stanza piena di vasche contenenti pesci e crostacei vari, si punta il dito sul malcapitato animale prescelto dopo venti minuti te lo ritrovi sul piatto! 

Di certo si è sicuri che il pesce è fresco, ma il sistema ci lascia un po sconvolti, alla mia compagna non piace questo sistema massimale e si rifiuta di ordinare, rimanendo a digiuno per l'intera serata, io invece che avevo tanta fame e mangio per due,  pero chiedo al ristoratore di mostrarmi qualche pesce già pronto evitandomi il ruolo del killer,  così mi servono un aragosta e un pesce tipico del posto !

A parte questo aspetto,  il cibo era ottimo, anche se il prezzo dell'aragosta è molto elevato, considerando che siamo in Indonesia, 60 euro solo per me!!  Ho notato comunque che questo crostaceo, rispetto agli altri piatti era sempre venduto ad un prezzo piuttosto elevato, almeno nei posti dove noi siamo stati.

Molti  ristoranti di Jimbaran, affacciano i loro tavoli sulla spiaggia e mentre si mangia, si viene distratti dalle onde che si accavallano proprio vicino la riva e producono forti tonfi che a volte mettono quasi paura; Intanto facciamo conoscenza con un simpatico gatto balinese , bianco  e snello, che si affeziona e non vuole piu  staccarsi da noi, alla fine però deve lasciarlo per tornare in hotel. 

Arriva così il 27 Maggio, un giorno che ricorderemo tristemente;  dopo aver passato un pò di tempo al mare, decidiamo di andare a Kuta,   rinomata località turistica di Bali, sicuramente la più turistica e oserei dire sputtanata dell'isola (nel senso che sputtana nel vero senso della parola le splendide tradizioni e i meravigliosi ambienti che questo angolo di mondo è riuscito a conservare),   per andarci ci facciamo accompagnare  da  un tassista fratello di una lavoratrice conosciuta all'interno della nostra dimora, ci facciamo lasciare nel centro del paese.

All'improvviso compaiono di fronte a noi viali pieni di discobar, ristoranti, negozi, bancarelle che propongono  di tutto tranne qualcosa che faccia pensare  a Bali.  Ci affacciamo poi sulla grande e lunga spiaggia che possiede  anche un suo fascino, peccato che sembra un modello di costa adriatica in pieno agosto per quanto è popolata!  Comunque  i bagnanti sono  tutti abitanti del posto , i  turisti sono pochi e  mi viene di nuovo da pensare  come facciano a sopravvivere tutti i venditori anche un pò arroganti, presenti in spiaggia!

Kuta ci fà pensare tristemente agli effetti negativi di una veloce ed incontrollata globalizzazione, si trova di tutto , si mangia di tutto , si comprano le magliette con Totti e Ronaldo ma non si  riesce più a trovare una motivazione che ci spinge a fare tutti questi km per vedere queste cose, per fortuna questa località  rappresenta  solamente una piccola parte di Bali, basta saperlo!   Eppure ci sono turisti che vengono solo qui e non si rendono neppure conto della vera essenza dell'isola, li compatisco!         

La parte più triste della giornata però è quella durante la visita al Milo's,  un negozio di vestiti dove finalmente siamo riusciti a trovare qualcosa di originale e che faccia pensare alla seta d'oriente; infatti durante la nostra permanenza ci chiamano i parenti dall'Italia e ci comunicano che all'alba locale a  Giava c'è stato un forte sisma che ha causato notevoli danni e migliaia di morti!  Subito dopo aver attaccato il telefono chiediamo conferma alle commesse del posto che sembrano cadere dalle nuvole si interrogano stupite tra loro e finalmente una afferma di aver sentito qualcosa del genere , ma dice che non è niente di grave.

Tornati in stanza nel nostro albergo, accendiamo la tv per avere conferme ed infatti è tutto vero, il bilancio dei morti cresce di ora in ora, i danni sono ingenti;  cadiamo in una profonda tristezza e un forte dispiacere per questa povera gente, inoltre siamo molto preoccupati dalle notizie poco rassicuranti sul  ripetersi del sisma e ancor peggio sulla possibilità della nascita di onde anomale dal mare.  Le notizie in effetti sono abbastanza contorte e poco chiare non si riesce a sapere se l'epicentro sia stato localizzato in terra, vicino al minaccioso vulcano Merapi oppure se si tratta di un vulcano sottomarino, in quel caso ci torna in mente l'incubo dello tsunami.

La notte che segue dormiamo per modo di dire e il giorno seguente ci alziamo ansiosi per il futuro del nostro viaggio e cerchiamo di sapere qualcosa di più ; al Melià sembra tutto tranquillo, nessuno si preoccupa dell'accaduto, i turisti sono molto disinteressati al problema, gli unici che si preoccupano siamo noi;  cerco di parlare con qualche italiano per sapere se ha avuto notizie più precise, ma incredibilmente per la prima volta nella storia, non  ne troviamo neppure uno !

Gli abitanti del  posto ci dicono di non preoccuparci, qui è normale , poi  tanto dio pensa a tutto , ma io che non sono induista non mi fido, così navigo un pò su internet per leggere qualche articolo, non soddisfatto di quel che trovo , provo a chiamare l'ambasciata italiana a Jakarta anche se è domenica: non risponde nessuno, un messaggio dice che solo in caso di necessità si può chiamare un cellulare, chiamo senza esitare ma la persona italiana che mi risponde si scoccia per il disturbo e mi ribadisce che questo numero è solo per gravi emergenze e che Bali con Java non centra nulla, si apre un contenuto battibecco, io ribadisco che invece centra eccome visto che siamo a 500 km dall'epicentro e che la situazione per me è da considerarsi  di emergenza visto che sono morte migliaia di persone, alla fine non ottengo nulla e provo disprezzo per la disponibilità offerta dal nostro ambasciatore in Indonesia.

Purtroppo in queste situazioni i primi ad essere penalizzati sono i parenti che a casa  assorbono tutte le ansie dai bombardamenti televisivi sul fenomeno, più di chi è veramente sul posto e così è stato!  Noi invece abbiamo la sensazione di essere soli e di dover prendere una decisione in breve tempo sul proseguimento del viaggio. A Bali sembra che non ci sono imminenti pericoli, l'unica grossa ansia trovandoci in riva al mare, è quella seppur remota ma non infondata della possibilità di uno tsunami, anche se qui storicamente non è mai arrivato.

Anche  nel 2004 una catastrofe del genere in Asia non era stata prevista da nessuno eppure si è verificata!  Certo interrompere il viaggio è una cosa davvero deprimente, alla fine pensando e ripensando riusciamo a  trovare una soluzione intermedia;  Visto che Bali è un'isola montuosa vulcanica ci trasferiamo dal mare all'interno , salendo anche un pochino di altitudine così ci liberiamo di questa ansia.   Facciamo velocemente le valigie e nel pomeriggio chiamiamo il nostro amico tassista Made e ci facciamo portare a Ubud, centro culturale, artistico nel cuore di Bali, dal quale potremmo compiere in maniera agevolata e conveniente delle ottime escursioni nel centro e nel nord dell'isola.

Durante il tragitto parliamo con il nostro autista  il quale rispetto alle nostre preoccupazioni  non si capacita per quale motivo abbiamo lasciato un hotel cosi bello, ci dice che in Indonesia i terremoti sono molto frequenti e non ci si fà caso piu di tanto e poi Dio pensa a  tutto...  in poche parole riassume tutto l'induismo in pillole , cioè che tutto è gia stato fatto e ideato non c'è bisogno di preoccuparsi o cercare di cambiare e migliorare le situazioni come facciamo continuamente noi occidentali, flagellandoci di ansie e depressioni !   Intanto passiamo vicino Denpasar,e poi cominciamo a salire lievemente verso le montagne, siamo un pò tristi per aver lasciato il nostro hotel in riva al mare, già pagato prima della partenza, speriamo di ritornarci magari tra qualche giorno, ma in questi casi la prudenza non è mai troppa. 

 Intanto la strada si fà interessante, la vegetazione è sempre rigogliosa,  sui lati compaiono  spesso botteghe di  artigiani e di lavoratori, vi sono interi villaggi specializzati per la lavorazione del legno e della pietra lavica oppure specializzati pittori, una nuova e più autentica Bali comincia ad apparire ai nostri occhi.  Piano piano arriviamo nel centro di Ubud, visitiamo qualche hotel e alla fine ci sistemiamo al Pertiwi, un resort molto carino immerso in una fitta vegetazione con casette tipiche dal tetto spiovente color marrone scuro, alcuni lumetti ci indicano la strada per trovare la nostra casetta , c'è una splendida e tranquilla atmosfera, poco vicino a noi sorge il giardino delle scimmie.

Siamo stanchi e ancora un  pò stressati dall'accaduto, così dopo aver consumato una buona cena in un tipico ristorante ce ne andiamo a dormire.

Al mattino seguente , la prima cosa che facciamo è quella di distenderci un pò sulla terrazza della nostra camera che ha una meravigliosa veduta su una piscina perfettamente incastonata tra le terrazze , il cui colore celeste spicca tra il verde delle palme da cocco e di giganteschi banani, poi dopo una colazione dedichiamo il primo giorno alla visita della cittadina di Ubud.

Il centro è pieno di botteghe di  pittori , scultori, venditori di batik, artisti del legno, tessitrici di sarong,  c'è davvero l'imbarazzo della scelta e molti di loro meritano di essere ammirati durante la realizzazione di qualche opera.  Passeggiamo a lungo sotto un sole cuocente , guardando spesso in terra e facendo attenzione ai numerosi cestini delle offerte fatte dagli abitanti alle divinità indù, realizzati con tanta grazia generalmente utilizzando delle lunghe foglie e riempiti con chicchi di riso, frutta e fiori.

Pian pianino arriviamo al museo  Puri Lukisan che ospita ottime pitture di tutte le scuole artistiche balinesiane spesso fuse con correnti di provenienza europea,  all'esterno c'è uno splendido giardino tropicale e uno stagno pieno di fiori di loto che ci consente di rilassarci  un pò.

A seguire visitiamo il tempio del Puri Saraswati, anche questo sorge vicino a un  bellissimo stagno di fiori di loto frequentato da enormi pesci rossi affamati, vicino c'è una  maschera tipica di Bali,  che raffigura un grosso dragone, simbolo del potere dello spirito, nonchè guardiano di tutte le cose , è un posto davvero mistico, peccato che le urla dei  bambini che giocano, ne  rompono la quiete. 

Dopo aver girato tutta la giornata con grande curiosità torniamo indietro, passando sui tipici marciapiedi rosa di Ubud che presento spesso dei notevoli dislivelli e dissesti, camminare con i tacchi è un vero problema , meglio le scarpe comode.

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Taro

Mengwi

Budugul

Ulu Danau

Sayan

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Gamelan

Nusa Dua

Nusa Dua

Nusa Dua

Nusa Dua

Il giorno seguente dopo aver cambiato le scarpe, giriamo ancora per Ubud,  questa cittadina è davvero apprezzabile, anche se un pò turistica , ma sono sorpreso di aver visto veramente pochi turisti durante tutto il nostro viaggio, qui comunque ci sentiamo di annusare l'essenza della vera Bali, cose semplici fatte con ritmi lenti, io mi ci adatto perfettamente!

In serata ci rechiamo all'Ubud Palace, per vedere un'indimenticabile spettacolo di danze Balinesi, che qui ad Ubud trovano la massima espressione.   La prima a cui assistiamo è di origine Ramayana  tipica dell' India, mentre la seconda è la Legong, classica di Bali ed è legata a un lungo  racconto di  una principessa rapita, le lotte tra il bene e il male sono evidentissime e caratterizzano un pò tutte le storie locali.

Le danzatrici sono davvero brave, espressive , curano ogni più piccolo movimento, sono molto considerate nella vita sociale dell'isola,  i costumi sono stupendi e luccicanti, il tutto accompagnato dai suonatori di strumenti tipici , in particolare il Gamelan,  a percussione, che emette suoni strani per i nostri orecchi ma poi si rivela gradevole e affascinante.         

Il giorno successivo facciamo una splendida escursione a Taro poco a nord di Ubud, dove sorge l'Elephant Park,   la mia compagna di viaggio voleva assolutamente vedere gli elefanti asiatici, così anche se ci sarebbe piaciuto di più vederli liberi,   ci organizziamo con una agenzia che ci viene a prendere e ci porta al parco.   Cominciamo a salire in una zona molto rurale passando grazie a strette stradine tra i campi di riso e le immancabili palme da cocco,  nel frattempo facciamo amicizia con un gruppo di signori e signore australiane, molto simpatici e curiosi e con loro scambiamo impressioni e differenze tra i nostri relativi paesi di appartenenza.

Il parco è molto bello , anche se un pò turistico, dopo aver mangiato qualcosa , facciamo un giro seduti sull'elefante attraverso una fitta foresta .  La guida è molto simpatica , siede sul collo del grosso pachiderma e da lì ci spiega alcune cose sui villaggi e sulla gente di Bali, anche se le sue origini sono di Sumatra.

Ci dice che a Bali si sono estinti molti animali  come la tigre e lo stesso elefante, mentre a Sumatra ce ne sono tanti, lì però la vita è molto più difficile e lui ha preferito lasciare la sua casa, il giro finisce con una sorpresa, la nostra elefantessa si immerge con noi sulla groppa in un lago per fare il bagnetto!

Ci piacerebbe vedere questi splendidi animali , dalla grande intelligenza e memoria ,  liberi nella natura .... comunque ci è sembrato che gli elefanti qui sono tenuti con grande cura e a parte i giretti nella foresta non sono sottoposti a particolari stress, li baciamo e andiamo via!

Torniamo a Ubud,  la sera mangiamo in un tipico ristorante balinese, prima di sedere la mia compagna non si accorge di un piccolo fossato con l'acqua che passa vicino al tavolo e per poco non ci cade dentro, per fortuna la riprendo al volo !  Seduti per terra con il cibo servito su caratteristici tavolini bassi e qualche cuscino intorno in stile tipicamente locale  degustiamo come al solito riso, verdure, ottimo pesce, gamberi e una indimenticabile torta a base di mango!  Poi Crolliamo a dormire.

Il giorno dopo è Giugno, al mattino , dopo una colazione di te e indimenticabili crepes verdi a base di banana, che a me piacevano davvero molto,   decidiamo di effettuare un'altra escursione , da Ubud c'è davvero l'imbarazzo della scelta , si possono raggiungere con facilità quasi tutte le località dell'isola, i luoghi di interesse sono davvero tanti, molti legati alla presenza di imponenti templi induisti, ma anche vulcani, laghi e caratteristiche spiagge isolate.

Alla fine,  consapevoli che con un clima così caldo non si poteva fare tutto, decidiamo di fare un percorso passando da Mengwi, poi puntare verso il nord dell'isola per raggiungere Budugul,  una delle zone piu caratteristiche,  per far questo chiamiamo uno delle centinaia di tassisti parcheggiati lungo la Monkey Forest Road , trattiamo sul prezzo della gita (conveniente sicuramente) e partiamo per l'intera giornata.

Anche questo tassista si chiama Made, è molto serio, possiede una bella auto ma ci dice che non è la sua... finalmente posso togliermi una curiosità e alla mia domanda "come fanno a sopravvivere centinaia di tassisti  a Ubud con così pochi turisti" lui mi risponde che un pò di tempo fà c'era lavoro per tutti anche a maggio e giugno che non è altissima stagione, poi con gli attentati islamici c'è stato un calo vertiginoso di presenze e i molti  taxi-driver oggi fanno anche altri lavori, alcune sono le stesse persone che lavorano dentro le numerose botteghe della via centrale,  spesso le auto sono di proprietà di ignoti terzi benestanti che campano di rendita.   

Partiamo per raggiungere Mengwi che fino al 1891 fù capitale del regno della dinastia Gelgel,  effettuiamo una visita al Pura Taman Ayun, uno dei templi più noti e più antichi di Bali,  tradotto significa tempio delle acque, poiche è circondato da un fossato.  All'interno compaiono numerosi  Meru, edificazioni a tetti multipli, ma qui il caldo è davvero pazzesco e la mia compagna dopo un breve giretto si ferma all'ombra di uno dei meravigliosi alberi che si trovano nella zona,  io invece giro tra le rovine dei templi  e scatto qualche bella foto.

Poi ci dirigiamo verso nord , passiamo in una lunga valle, attraverso villaggi e splendide terrazze coltivate a riso, visitiamo anche il cortile di una casa di contadini che gentilmente ci fanno entrare;  mentre un galletto si arrabbia io scatto qualche foto alle piantagioni di riso,  questo cereale qui cresce ovunque, sembra che sia uno dei migliori del mondo.  I balinesi hanno perfezionato così bene le tecniche agricole che riescono a fare più di un raccolto all'anno e gran parte di questo viene consumato dagli isolani stessi.  

Salutiamo i nostri amici e ripartiamo, la strada comincia a salire sempre più, ci ferma anche la polizia,  ma l'agente conosceva il nostro amico tassista e quindi senza problemi  proseguiamo, fino a raggiungere il Parco Botanico di Bali, a CandiKuning,   Made ci dà un'ora di tempo per visitarlo, ma dopo aver fatto il biglietto ci rendiamo conto che è enorme, per vederlo tutto bisognerebbe camminare per chilometri, diciamo che l'organizzazione per l'accoglienza  lascia alquanto a desiderare, non si ha nessuna cognizione di quanto puo essere grande ed impegnativo per una visita completa, inoltre nonostante il clima sia molto più fresco di Mengwi, l'umidità è molto elevata,   alla fine dopo aver ammirato delle splendide orchidee dai fantastici colori, ci sediamo un pò per riposarci e ritorniamo all'auto.

Continuiamo a salire, l'aria diventa sempre più fresca, fin quando passiamo  nel paese di Budugul, troviamo un mercatino all'aperto, vediamo molte donne islamiche con il velo sulla testa e Made ci conferma che in questo borgo esiste una vera comunità, la prova definitiva arriva poco dopo quando sentiamo i canti provenienti da una moschea.  

Ci spiega che ultimamente le relazioni tra gli  induisti e i pochi mussulmani presenti a Bali sono ovviamente peggiorate, gli attentati hanno messo in ginocchio a splendida economia di questa isola e nonostante i Balinesi siano estremamente pacifici e rispettosi, negli ultimi periodi hanno dovuto attuare delle misure di sicurezza intensificando fortemente i controlli e impiegando tantissimi agenti di sorveglianza soprattutto dei luoghi turistici  e delle spiagge, inoltre  economicamente parlando hanno messo in piedi degli stratagemmi per spegnere il più possibile il mercato delle popolazioni islamiche, cioè se un tempo ognuno dei due vendeva determinati prodotti e non concorreva con l'altro, oggi i Balinesi vendono tutto ed hanno imparato a fare tutto al fine di indebolire l'avversario.  

Tornando al viaggio, si percepisce che questa zona è ancor più rurale e chiusa rispetto a Ubud, in linea generale mi sento di dire che nell'isola di Bali, più si procede verso nord e più si ha la sensazione di vivere in un mondo intatto e dimenticato, mentre più si scende a sud e più si và incontro alle zone turistiche e commerciali, talvolta anche  troppo caotiche.

Comunque visitare qualche posto nel nord dell'isola ne vale davvero la pena, Budugul sorge vicino il lago Bratan, all'interno di un profondo cono vulcanico, siamo a circa 2000 metri, la nebbiolina e il freschetto danno la sensazione di trovarsi in un ambiente davvero mistico,  dal quale potrebbe apparire qualche fata all'improvviso.

Il massimo della bellezza ce lo godiamo di fronte all' Ulu Danau, uno dei templi più famosi e caratteristici di Bali, sorge proprio su un' isolotto nelle azzurre acque del lago, elevandosi con la sua struttura multitetto, ha origini induiste e buddiste e risale al XVII secolo, è dedicato a Dewi Danau, il dio delle acque,  Incontriamo un gruppo di  fotografi che propongono di essere immortalati con degli animali selvatici da loro custoditi,  ma noi ci rifiutiamo,  tra questi  c'è un grosso pitone e un bello e  morbidissimo procione, un pò puzzolente.

Torniamo indietro passando per le verdi risaie di Sayan, dove mi fermo a scattare qualche foto, poi  stanchi  pian pianino ci facciamo riportare in hotel e andiamo a mangiare.  

Intanto durante la nostra permanenza a Ubud, ci siamo tenuti continuamente aggiornati per quanto riguarda la situazione terremoto e sembra che il peggio sia passato, così il giorno dopo decidiamo di  tornare a Nusa Dua per rivedere il mare.    

Per tornare nel sud ci mettiamo d'accordo di nuovo con Made , che molto volentieri ci attende di fronte al nostro albergo, noi facciamo gli ultimi acquisti, girando per le indimenticabili botteghe di Ubud , un posto che ci rimarrà nel cuore  e poi dopo aver salutato il simpatico gestore dell' hotel Pertiwi che sembrava proprio un classico santone indiano di grande saggezza, mettiamo le valigie in auto e con grande malinconia ripartiamo.

Ripercorriamo la strada all'indietro , mentre Made ci spiega qualcosa sul funzionamento delle caste, che qui a Bali forse sono un pò meno rigide che in India, una ragazza è libera di scegliere ma viene  retrocessa  se sposa un compagno di casta inferiore.  Quando arriviamo al Melià di Nusa Dua,  paghiamo la cifra concordata a Made , il quale ci ringrazia tantissimo e ci rivela che noi siamo gli unici turisti che ha portato in giro questo mese e che grazie ai nostri soldi potrà sfamare per un pò la sua famiglia!  Noi rimaniamo senza parole e gli facciamo i nostri più cari auguri !

Dopo aver ripreso possesso della nostra stanza, ci godiamo gli ultimi giorni in pieno relax, il tempo è sempre bellissimo anche se nelle ore centrali della giornata il sole è davvero cuocente, l'umidità bagna i nostri panni chiusi dentro l'armadio e addirittura accartoccia le pagine dei nostri passaporti, ma io in questo posto ci starei veramente tanto tempo.  In una agenzia del posto vengo incuriosito da una gita concentrata e piuttosto costosa da fare in aereo per visitare l'isola di Komodo con i  suoi enormi varani, rettili preistorici che dominano incontrastati,  ma la mia compagna non è d'accordo... le fanno una certa impressione! 

Torniamo al mare , l'acqua  è calda, verde e non c'è più la bassa marea, ci facciamo dei splendidi bagni fino al calare della notte dell'ultimo nostro giorno di permanenza , quando la quiete scende in spiaggia e alcuni lampioncini indicano la presenza di uno dei ristoranti del resort,  per noi è un momento  di grande intensità e commozione, il sole cala nel mare per l'ultima volta e con le lacrime agli occhi salutiamo l'isola degli Dei.

Prima di partire lasciamo tutte le nostre medicine, alcuni capi di abbigliamento e una piccola offerta alla Croce Rossa, per poter aiutare in qualche modo le popolazioni terremotate, alle quali và certamente il nostro ultimo pensiero, nella speranza che possano avere un miglior futuro in questa meravigliosa terra, un paradiso che però non è sempre tranquillo.

 

Conclusioni

Bali è un posto unico al mondo, è un vero paradiso, non solo per il suo aspetto naturale certamente non comune, ma anche per la sua quiete, la sua gente e la sua atmosfera che ti fà sentire in un angolo  davvero speciale ed originale.  Bali ci ha dato tutto ciò che ci aspettavamo,anche se la modernità in certi posti stona, la sua antica cultura e le sue leggendarie tradizioni artistiche e religiose sembrano spesso ancora quelle raccontate dai primi navigatori che vi approdarono, stupefatti dalle meraviglie locali.  Dopo averla visitata possiamo solo  sperare che tutto ciò si conservi e che questo posto rimanga sempre incantato e rispettoso della sua storia.    

Musica: riproduzione di musica balinese con gamelan

 

Mail :  paolomag2005@gmail.com