Tour  Europa2 :  Germania, Olanda, Inghilterra e Scozia                          

Periodo :    Agosto 1999   ( 18 giorni) 

Partecipanti : 3  (Paolo,Massimo,Max)

Organizzazione : Fai da te

Mezzi di Trasporto:   Auto privata,  traghetti.

Itinerario : Italia (Roma-Chiasso), Svizzera(S.Gottardo), Germania (Karlsrue), Olanda (Amsterdam-Alkmaar-Grande Diga-Enkhuizen,Kinderdiik,Rotterdam), Inghilterra(Ispwich), Scozia(Edinburgo-Dunkeld-Pitlochry-Inverness-Culloden- Lago di Lochness-Oban-Isola di Skye-Glasgow) ,Inghilterra del nord (Vallo di Adriano,Durham,York,Newcastle), Olanda(Rotterdam), Germania (Karlsrue),Italia (Roma).

 

                   

 

    Dieci note di viaggio

Karlsrue , cittadina tedesca che seppur di passaggio ci accoglie sempre

Fate un giro in barca nei canali di Amsterdam

I paesini dell'Olanda sono dei veri gioiellini tutti da visitare

La grande diga è un' opera indispensabile per i Paesi Bassi

Se avete tempo visitate il Museo di Van Gogh ne vale la pena

Le navi dei mari del nord danno sempre un senso di avventura

Edinburgo per me tra le città più belle e originali d'Europa

 Sul lago di Lochness tra realtà e leggenda

Bella , silenziosa e selvaggia Isola di Skye

.Durham cittadina universitaria inglese che ricorderò per sempre

 

    Racconto del Viaggio

Visto il grande successo del primo viaggio in Europa (vedi tour Europa1), con grande nostalgia ci riproponiamo dopo ben tre anni qualcosa di simile, ma dei sette partecipanti del primo tour riusciamo a partire solo in tre, quindi stavolta al posto del furgone usiamo la mia auto privata, pronta a varcare le frontiere.

Partiamo nel primo mattino e sappiamo già che la prima tappa sarà una delle più dure del viaggio in quanto ripeteremo quel primo tragitto fatto nel 96 che a tarda sera ci porterà nella bassa  Germania.

Max inaugura la sua nuova telecamera digitale cominciando a far riprese già sul raccordo anulare!! Io sono alla guida ma poi saremo costretti a fare dei turni.

Così maciniamo l'autostrada del sole, Firenze,Bologna, Chiasso e  nel primo pomeriggio siamo  in Svizzera dove cambiamo i primi soldi e siamo costretti a comperare il "pass autostradale" del costo di 50.000 valido tutto l'anno, ma a noi serve per un giorno solo??

Troviamo un pò di fila al San Gottardo ma è una buona occasione per scendere dalla macchina e respirare un pò di aria fresca e pulita e ammirare il paesaggio alpino. Dopo la lunga galleria ci riappaiono i laghi svizzeri e pian piano arriviamo in Germania, queste scene le abbiamo già vissute ma fà piacere riviverle.

Siamo stanchi, comunque decidiamo di arrivare fino a karlsrue e ritrovare quell'albergo che ci ospitò tre anni or sono (sperando che ancora esiste); nel centro della cittadina perdiamo un pò l'orientamento ma alla fine da buoni navigatori riusciamo a trovarlo e a guadagnarci un degno riposo.      

Anche il secondo giorno percorriamo molti km sulle fantastiche autostrade tedesche efficienti e gratuite, la mia auto si difende bene ma non può nulla allo sfareggiare dei grossi bmw, mercedes e audi che ci sorpassano come treni, noi comunque al volante siamo sempre molto tranquilli, gli autisti spesso osservano stupiti il bozzo sul  parafango posteriore della mia auto ancora da riparare, probabilmente qui gli incidenti sono più rari oppure i carrozzieri intervengono immediatamente.  

Ci fermiamo a mangiare vicino a Oppenheim dove si stà svolgendo una importante gran premio di formula 1, c'è tantissima gente anche in autogrill, tra questi ci sono anche dei simpatici e stravaganti Riders su moto a tre ruote totalmente modificate, disegnate e personalizzate veramente stupende, ci facciamo una foto insieme e ripartiamo.

Finalmente dopo ore di viaggio sotto un sole non meno forte di quello italiano varchiamo il confine con l'Olanda in direzione di Arnhem, la frontiera è libera  ci fermiamo solo per cambiare i marchi in  fiorini; è la prima volta che visito l'Olanda e la prima cosa da cui vengo colpito sono le banconote molto belle e vivacemente colorate, così come prevedo che sia questo paese; anche i miei amici sono molto curiosi di arrivare, sebbene uno dei due Massimi c'è stato già quando era un fanciullo.

I Paesi Bassi ci appaiono proprio come nelle pubblicità del latte, molto verdi, pianeggianti e pieni di animali e persone in bicicletta, c'è molta quiete e ordine anche sulle strade, non mancano però i grossi Tir che si dirigono sicuramente presso i grandi porti.

  Amsterdam

Nel primo pomeriggio, finalmente arriviamo ad Amstredam, una delle città più belle d'Europa, c'è un bel sole che esalta i colori dei tetti marroni sui muri bianchi delle case, poi cogliamo subito la presenza dell'acqua e dei molti canali.  Abituati al caos e al non rispetto delle regole che c'è a Roma troviamo qualche difficoltà con le precedenze verso i ciclisti che da noi vengono considerati come "il due di coppe quando regna denara", e nel sostare con l'auto ovunque capita anche in doppia e tripla fila, ma poi pian piano ci abituiamo ad un tipo di città sicuramente più civile e vivibile.

Arrivando in  pieno Agosto ovviamente (nonostante le nostre speranze) c'è il tutto esaurito, ma alla fine con pazienza riusciamo a trovare una camera quadrupla in una soffitta di un Hotel del centro per la cifra un pò sopravvalutata di 70.000 lire a persona, in stanza fà un po caldo ma per la posizione centrale non è male. Familiarizziamo con le scale interne delle case olandesi che sono sempre strette e ripide, con gradini molto risicati, così per portare le nostre valige al 4 piano abbiamo faticato come una scalata sul K2 con guide Sherpa.  

Abbiamo dovuto trovare anche un garage per l'automobile poiche non esistono parcheggi gratuiti e le auto sono sempre di ingombro, sia se ferme sia per visitare la città,  è decisamente meglio giungere in aereo o in treno.

Così dopo una doccia e un pò di relax facciamo un bel giro a piedi, l'atmosfera è molto allegra e stravagante, con molti artisti, pittori e giocolieri in strada, anche i locali, bar e ristoranti all'aperto sono molti, noi cominciamo ad assaporare l'ottima birra anche perche fà molto caldo e facilmente ci si disidrata.

La sera stessa non esitiamo a visitare anche gli aspetti trasgressivi che contribuiscono a rendere nota la capitale, quindi i Coffee-shop dei bar nel cui interno si possono consumare legalmente anche droghe leggere e il quartiere a luci rosse con le donne in vetrina, particolari che possono essere giudicati positivi o negativi, ma che comunque dimostrano una grande apertura mentale che caratterizza questo popolo sempre all'avanguardia. 

Il giorno seguente, con il tempo che è sempre stupendo, partiamo a piedi per un dettagliato giro culturale, cominciando con i musei, il primo è il Rijks Museum, ricco di testimonianze storico artistiche del lungo periodo coloniale, quando i galeoni arrivavano in tutto il mondo e sfruttavano le ricche colonie, importando di tutto, spezie, stoffe, alimenti e minerali.  Poi con gran curiosità visitiamo il Van-Gogh Museum dove sono raccolte molte opere di questo pittore, è un museo davvero particolare.

Nel pomeriggio non poteva mancare un giro in barca sui canali,  famosi in tutto il mondo , hanno una lunga storia, sono stati costruiti artificialmente e uno dopo l'altro hanno determinato l'espansione di questa grande e singolare città,   si passa attraverso vicoli silenziosi  e antiche case in legno tutte alte ma molto strette, anche le scale in queste case sono strettissime, poi un giro per piazze e vicoli. Insomma se vieni fin qui , questa è una esperienza assolutamente da non perdere , anche per avere una vista e una prospettiva diversa da quella del passeggio.    

Il giorno dopo rispolveriamo la nostra auto nel  garage e partiamo per un tour dell'Olanda e dei suoi paesini, prima però andiamo in agenzia per prenotare il biglietto per imbarcare l'auto sul traghetto che ci consentirà di varcare la Manica.  La nostra idea era di prenderne uno in direzione di Newcastle ai piedi della Scozia, ma le stupende signorine dell'agenzia ci dicono che i posti sono esauriti, così dopo varie trattative  Massimo con il suo inglese (che in questo caso adopera con grande piacere, tanto che non voleva più uscire dall'agenzia)  riesce a trovare un passaggio per Ipswich nella bassa Inghilterra, vorrà dire che saliremo verso nord in auto!

Ma ora ci godiamo i paesini dell'Olanda,  il  il primo che visitiamo è Alkmaar, veramente carino, con le tipiche casette olandesi, tanti fiori, qualche canale, belle donne e tantissimi negozi di formaggi tipici olandesi,  inoltre gli immancabili zoccoli di legno, qui la vita scorre molto tranquilla e l'atmosfera è decisamente rilassante, peccato che dobbiamo andar via.

 

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Amsterdam(Ola)

Chopper(Germ.)

La Diga (Ola)

Edimburgo (Sco)

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Elgin (Sco)

Culloden (Sco)

Loch Ness (Sco)

Isola di Skye (Sco)

Percorriamo decine di km tra praterie e campi sui quali pascolano le enormi vacche che si vedono spesso nelle pubblicità del latte, i molini a vento si alternano con moderne pale per l'energia eolica che qui ha sempre avuto una notevole importanza, dei papaveri neppure l'ombra ma questo non è il periodo della fioritura.

Arriviamo così a Den Oever dove comincia la grande diga, uno dei più grandi  esempi di ingegneria del mondo, è una lunghissima barricata che si innalza di pochi metri dal mare ma è stata sufficiente a rendere tranquille le pianure dei Paesi Bassi contro le acque minacciose del Baltico; Sopra di essa scorrono due corsie indipendenti che consentono il traffico in entrambi i sensi con varie inversioni di marcia, consentendo anche di ammirare il particolare paesaggio.

Noi la percorriamo fino alla metà dopo di che ci fermiamo a fare qualche foto e torniamo indietro, ricordo che c'era abbastanza vento ed era pieno di moscerini, per la gioia di Max che li detesta, ma si trova  costretto prima a fuggire e poi ad affrontarli nonostante erano troppi e tutti contro di lui!

Facciamo dietro front e ripercorriamo la diga al contrario, tornati a Den Oever riscendiamo un pò a sud e ci spingiamo verso il grande lago interno, chiamato all' olandese Ijssel Meer, piatto e calmissimo, visitiamo il paesino di Enkhuizen antico porto fiorente nel XVI secolo, ora vive sul turismo e sui tulipani ed è colmo di barche a vela, una delle passioni più comuni tra gli olandesi. Inoltre possiede alcuni monumenti sotto ai quali ci siamo fotografati.

Sta scendendo la sera e la stanchezza si fà sentire, cosi ci riavviciniamo verso la capitale passando per il simpatico paese di Hoorn.

Il giorno successivo salutiamo l'albergatore, stavolta le valigie vanno in discesa (per fortuna) e presa l'automobile in Garage lasciamo la splendida capitale in direzione di Rotterdam da dove ci imbarcheremo per l'Inghilterra.

Prima di abbandonare a malincuore l'Olanda e le sue bellezze, decidiamo di visitare un caratteristico paesino noto per i mulini a vento (non potevamo perderceli), che in teoria era sulla strada per Rotterdam, il suo nome è Kinderdiik visto dalla cartina sembrava facile trovarlo ma presto ci rendiamo conto che non è così; siamo costretti a chiedere informazioni in lingua inglese a passanti del posto e finalmente dopo tanti errori vediamo i mitici mulini di fronte a noi tutti belli ripuliti e distanziati fra loro, effettuiamo alcune visite anche all'interno, sono molto caratteristici e in alcuni ci abitano intere famiglie.

L'energia eolica ha avuto sempre una notevole importanza in questo paese, ed i molini a vento, alcuni dei quali non sono più utilizzati, sono divenuti monumenti nazionali rispettati da tutti;  Ma il tempo stringe dobbiamo arrivare a Rotterdam in tempo per prendere la nave, così compriamo qualche souvenir e ripartiamo verso il porto.       

Dopo vari raccordi e superstrade che si intersecano giungiamo nel centro di Rotterdam e ci impressioniamo  tanto della grandezza del porto (uno dei più grandi del mondo), questo che è addirittura diviso in  zone e settori per consentire un procedimento di imbarco veloce ai tantissimi Tir e automezzi che lavorano con le merci , ma dopo aver percorso km di strada portuale, dei traghetti non vediamo neppure  l'ombra!!!!!

Il tempo stringe e il problema è che noi avevamo il biglietto già prenotato e trovato con gran fatica (visto che è Agosto), perdere la nave significherebbe rimanere in Olanda, non ci sono altre possibilità! 

Così cominciamo ad accelerare, chiediamo informazioni ma ci ritroviamo sempre nei posti sbagliati, si avvicina l'orario di partenza e il nervoso aumenta, ci rimproveriamo fra noi per il tempo perso, forse si potevano evitare quei fottuti molini a vento!!!   Ma ormai rimangono pochi minuti, non c'è tempo per le discussioni.

All'improvviso come per miracolo troviamo le indicazioni per la nostra compagnia navale, dobbiamo percorrere qualche km in pochi minuti, il traffico era anche consistente ma alla fine ce la facciamo,grazie anche ad un leggero ritardo sull'orario di partenza del traghetto,  arriviamo poco prima della chiusura del ponte per l'imbarco, sembrava un film di James Bond, Agente 007.     

Torna la calma tra noi, e abbiamo modo di apprezzare la bellezza e la modernità di questi traghetti, dentro c'è tutto,  anche il casinò, io provo a puntare le prime sterline da spendere sulla roulette ma mi ripuliscono subito in pochi minuti.

Dopo qualche ora finalmente sbarchiamo in Inghilterra vicino a Ispwich,  i doganieri sono molto scrupolosi, io ho il passaporto e passo senza problemi ma i due miei amici hanno la carta d'Identità valida per l'espatrio e vengono fermati per un corretto controllo, ma poi è tutto ok, e cominciamo a guidare tenendo la sinistra sulle strade inglesi.

Il primo a rischiare sono io, anche perche sono il proprietario del veicolo, devo dire che all'inizio la cosa è un pò difficoltosa, non tanto per tenere la sinistra, ma tenere la sinistra guidando una macchina che ha la guida a sinistra, quindi ogni volta che effettuo un sorpasso sono costretto a chiedere conferma al compagno seduto alla mia destra che sicuramente ha una miglior visione sul centro della carreggiata,   la cosa sarebbe stata più semplice se avessimo affittato un'auto inglese con la guida a destra.

Comunque mi abituo facilmente e porto i miei compagni sani e salvi fino al centro di Ispwich una simpatica cittadina immensa nel caratteristico verde che ci accompagnerà per tutto il viaggio sulla grande isola, non ci accompagnerà invece lo splendido sole che abbiamo lasciato in Olanda.

La sera così alloggiamo nella prima di una lunga serie di "Bed and Breakfast" la formula colazione e alloggio presso case private è diffusissima e conveniente sia in Inghilterra che in Scozia.  La casa in cui dormiamo è gestita da una simpatica ma molto autoritaria Lady inglese che più che accoglierci ci impartisce ordini quasi militari, "You sleep here!!".   La sera usciamo a fare un giro del paese che è abbastanza deserto poi andiamo a dormire separati in due camere e al mattino facciamo colazione assieme a un signore italiano che soggiornava qui per imparare l'inglese, sembrava essere nel  film "Io no speak English" di Paolo Villaggio.

Poi senza perdere tempo partiamo per traversare tutta l'inghilterra in auto, visto che il traghetto per il nord non lo abbiamo trovato,  l'esperienza  è stata interessante le strade sono comode anche se c'èra una grossa affluenza di TIR che sorpassano in continuazione, suonando con i potenti clacson,  comunque il senso della sicurezza c'è sempre in particolare agli incroci che vengono quasi sempre sostituiti da rotatorie presso le quali si rallenta ma a differenza dell'Italia una volta rotanti si ha la precedenza, è un sistema infallibile e diminuisce drasticamente il numero di incidenti.

Tornando al nostro percorso passiamo per i sobborghi di note e grandi città inglesi come Cambridge,Northampton,Leicester, facciamo diverse soste per rifornirci di benzina e panini, in una di queste Max subisce un'altro attacco di insetti, stavolta è un'ape a colpirlo!   Nottingham presso la quale si può osservare la famosa foresta di Sherwood dove si nascondeva Robin Hood, un posto misterioso, suggestivo e ombroso vista la presenza di enormi alberi,   saliamo ancora verso nord raggiungendo Sheffield, Leeds, e Newcastle da qui si estendono  le cosidette Basse Terre (Southern Uplands) e si comincia a sentire il profumo di Scozia, la temperatura scende un pochino, il paesaggio si fà un pò piu aspro e il traffico tende a diminuire visto che abbiamo superato tutte le grandi città industriali Inglesi.

Nel pomeriggio percorriamo la statale che percorre la costa orientale il cielo si fà sempre più denso di nuvole  e purtroppo ci accompagneranno per tutto il resto del viaggio, ma qui è una cosa normale, se amate il sole vi sconsiglio di venire fin qui!!     

La suggestiva strada costiera che si affaccia sul mare del nord ci conduce fino a Edinburgo, la capitale della Scozia, l'impatto con essa è memorabile, poiche è una città molto diversa dalle altre, sembra di piombare in pieno medio evo, è ricchissima di castelli, giganti mura che cingono il centro ed emergono da colline e giardini di un verde intenso, che comunque faticano ad evidenziarsi  dal bianco delle nubi che la avvolgono rendendola tetra e misteriosa, sembra di essere in una fiaba!

Il primo nostro problema è trovare una sistemazione per dormire, ricorriamo anche qui a una B&B (Bed and Breakfast) per trovarla però fatichiamo un pò, visti i sensi unici del centro storico che ti sbattono da una parte all'altra della città, siamo costretti a chiedere informazioni più volte,  gli Scozzesi si rivelano disponibili anche se il loro inglese ha un' accento strano e deformato che a stento riusciamo ad interpretare, nonostante eravamo abbastanza preparati in lingua anglosassone.

La casa che ci ospita è molto accogliente, ma bisogna chiudere tutte le finestre perche il freddo si fà sentire (eppure siamo in Agosto!!);  dopo un breve relax decidiamo di fare subito una passeggiata per assaporare l'aria scozzese, cosi indosso il mio  giubetto invernale per uscire, ma mentre salgo le scale vengo stordito da una sirena modello transatlantico che entra in porto, non riesco a realizzare cosa succede, era Max che si era acceso una sigaretta e aveva fatto suonare l'allarme antincendio! Qui le norme di sicurezza vengono rispettate alla grande!!

Facciamo così una bella passeggiata di qualche km, le strade sono fatte di enormi blocchi di roccia grigia basaltica, di cui la zona ne è ricca e l'atmosfera è veramente medioevale, mancano solo le streghe!  La sera la fame si fà sentire e sperimentiamo uno dei caratteristici pub scozzesi, la birra abbonda e il cibo non è male, i prezzi piuttosto alti anche se inferiori a quelli di Londra, la gente locale è molto fiera della sua natura scozzese (da non confondere neppure alla lontana da quella della vicina Inghilterra, sarebbe un'offesa per loro),le ragazze hanno spesso  i rossetti sulle guance e a volte non troppo curate.

Il giorno seguente visitiamo la città, ma il tempo purtroppo è peggio che mai, nuvole pioggia e nebbia ci avvolgono in un mondo quasi surreale ed impervio, ma noi non ci abbattiamo e cominciamo a scoprire i tesori di questa città che a mio giudizio è una delle più belle e affascinanti che ho mai visto;  La Princes Street taglia in due la capitale e ci consente di raggiungere il famoso Edinburgh Castle arroccato sul Royal Mile e dominante sopra i verdi giardini,  poi il palazzo reale di Holyrood House,  varie chiese e cattedrali in stile georgiano fatte di grosse pietre grigie  a volte scoperchiate e distrutte   vicino alle quali spesso si trovano dei simpatici scozzesi in Kilt che suonano le cornamusa diffondendo un' atmosfera quasi natalizia (ma ricordo ancora che siamo in Agosto);  Ricordo inoltre che per le strade si trovano numerosi artisti che improvvisano spettacoli, bancarelle e negozi vendono tipici indumenti in tessuto e lane scozzesi molto massicci, io ho comperato due maglioni di eccezionale qualità ad un prezzo molto basso (una delle cose che più conviene comperare).

Edinburgo

Il giorno successivo lasciamo Edinburgo impressionati dalle sue immagini, anche perche il tempo non sembra migliorare, passiamo su un lungo ponte e ci dirigiamo verso nord passiamo per Perth e arriviamo a Dunkeld dove visitiamo la sua storica cattedrale risalente al XII secolo,  anche se è in uno stato di rovina è ugualmente affascinante, ci rilassiamo un pò sui verdi prati dove scorazzano scoiattoli e merli e poi ripartiamo.

La statale continua a salire tra montagne e boschi fino a raggiungere Pitlochry una delle più attraenti località di villeggiatura delle Higlands, è ricca di alberghi e ville vittoriane ed è famosa anche per la presenza numerosa dei salmoni che risalgono il fiume e che spesso finiscono nei piatti dei ristoranti.  Facciamo uno spuntino in riva ad un bel laghetto dove cominciamo ad apprezzare la splendida natura di queste zone molto ben tutelata e rispettata dagli abitanti locali e poi di nuovo in auto in direzione di Inverness.

Non distante da Pitlochry incontriamo il Blair Castle, residenza dei duchi di Atholl, risale al 1269 ma poi è stato ristrutturato, appare dietro grossi alberi, bianco ed elegante, all' interno conserva oggetti e armi di vario tipo ma anche un numero di animali imbalsamati che fà rabbrividire poiche i residenti erano famosi  nobili cacciatori.

Lunga la strada non è mancato qualche momento di panico quando dopo vari km percorsi ad un'auto che viaggiava avanti a noi  gli scoppia una ruota ed è costretta a frenare in maniera repentina, per fortuna niente di grave!  

Nel pomeriggio arriviamo ad Inverness, una delle più famose cittadine scozzesi, è situata proprio sullo sbocco del lago Lochness verso il Moray Firth, ed ha molte chiese e cattedrali costruite con la solita roccia nera che richiama alcuni aspetti di Edinburgo. Anche qui ci sistemiamo in B&B presso una simpatica signora, che ci prepara del tè e ci racconta qualcosa della sua vita, lei viveva con il marito nella città di Aberdeen ma siccome era troppo caotica decisero di spostarsi qui, noi tre ci guardiamo negli occhi e pensiamo cosa avrebbe detto se vivesse nella nostra capitale.

Il giorno dopo ci alziamo e facciamo colazione, speravamo in un pò di sole ma niente da fare solo nuvole e pioggerellina anche se la Lady di casa dice che non è sempre cosi!  Imperterriti decidiamo di fare una gita di una giornata percorrendo la statale che porta verso est, per visitare alcune importanti località. 

La prima è Culloden, il più tragico dei campi di battaglia dove gli scozzesi persero pesantemente contro gli inglesi, oggi di tutto ciò rimane un grande campo erboso dove si incuneano alcuni sentieri, un museo e una storica lapide; dopo qualche ripresa di videocamera nella quale mi nascondo tra i cespugli per tentare un' assalto ai miei amici che però mi sorprendono il vento freddo ci costringe presto a tornare in macchina.

La fame si comincia a sentire così ci dirigiamo verso la costa che si affaccia sul braccio di mare chiamato Moray Firth, dove sorgono vari paesini molto tipici e poco turistici, dove  molti scozzesi si stendono in spiaggia magari sognando posti più caldi. Ci fermiamo a Forres  un piccolo porticciolo molto tranquillo dove attraccano molte barche a vela, il tempo come al solito non è dei migliori (il sole è rimasto in Olanda) e favorisce un buon pranzo all'interno in una locanda dove mangiamo dell'ottimo salmone con contorni vari e birra, è uno dei piatti più tipici e convenienti della zona anche se facendo due conti cominciamo a notare che il costo del cibo è molto alto considerando ciò che si mangia, ogni volta partivano 30000 lire senza allargarci nelle portate!

Nel pomeriggio proseguiamo  verso Elgin, città medioevale ben conservata , tanto per cambiare visitiamo la cattedrale gotica del 1224 che venne bruciata nel secolo successivo per vendetta contro un vescovo locale, comunque è molto bella e suggestiva. Facciamo dietro front per  tornare a Inverness ma per non percorrere la stessa strada dell'andata passiamo nell'introterra  e dopo una mezz'ora raggiungiamo il bellissimo Bart Castle con splendide stanze decorate ,  vicino al castello immersa nel verde compare una esposizione di auto d'epoca, tutte molto belle e curate qui abbiamo modo di costatare che gli scozzesi e gli inglesi sono anche dei grandi appassionati di motori,  Max riprende tutto ed è esaltato in particolare dalle Jaguar e dalle Aston Martin ancora lucentissime,  ma è tempo di tornare ad Inverness dalla nostra affezionata signora, la sera ceniamo in un pub pieno di gente allegra che beve e balla con musiche locali che a noi affascinano molto.    

Il giorno successivo dopo la colazione visitiamo i vari monumenti e facciamo qualche acquisto nei tanti negozi presenti, le bottiglie di wisky sono un'istituzione, ci  sono tante marche e variano a seconda del paese dove ci si trova, ma  il loro prezzo non è affatto economico, anzi forse conviene comperarle in Italia; Torniamo  a casa per prendere le valigie salutiamo la signora e continuiamo il nostro avventuroso viaggio, oggi il percorso sarà molto interessante poiche costeggeremo tutta la riva sinistra del lungo lago di Lochness, il cuore e la leggenda che ha reso famosa la Scozia in tutto il mondo.

 Lochness è lungo stretto e profondo, Inverness si trova nell'estremo settentrionale del lago e in questo viaggio rappresenta anche il punto più a nord dove abbiamo soggiornato, quindi da questo momento  cominciamo a discendere sulla riva sinistra (occidentale) che è senza dubbio la più bella e panoramica, la strada è piuttosto stretta, piena di curve, strettoie, gallerie e dossi bisogna fare molta attenzione ed evitare sorpassi avventurosi,  ma offre delle vedute incantate sul misterioso lago che si presenta tetro, scuro e profondo noi ovviamente ci interroghiamo sulla presenza del mostro, chissà se esiste??

Dopo decine di km pian piano giungiamo in uno dei posti più suggestivi di tutto il viaggio, l' Urquhart Castle   forse il castello più famoso della Scozia risalente probabilmente al XIII secolo era una roccaforte imponente che dominava il lago ma alla fine venne fatto saltare per impedire che cadesse nelle mani dei Giacobiti, infatti anche una gran parte è piuttosto rovinata ma molto affascinante, mentre uno scozzese suona le cornamuse Massimo mi dice di vedere  Nessy "il mostro!!" io abbocco e mi giro subito ma era uno scherzo indicava il nostro Max !! (che comunque non gli somiglia affatto).

Riprendiamo l'auto,  voglio ricordare  che  in Scozia ogni entrata in un castello si paga e spesso anche profumatamente (10 sterline),  la circumnavigazione continua e nel pomeriggio arriviamo a Fort Augustus  un bel paesino posto in un punto in cui il lago si restringe e grazie ad un sistema di vasi comunicanti e dislivelli le barche provenienti da sud riescono a salire nella parte nord. Dopo uno spuntino in un grill ripartiamo,  purtroppo abbiamo un piccolo inconveniente dopo una curva Max che era alla guida investe un cane sfuggito al suo padrone, ci fermiamo e ci accertiamo preoccupati sulla salute dell' animale , tra l'altro  qui sono rispettati in maniera esemplare, per fortuna sembra che è tutto ok, dispiaciuti andiamo via.

Costeggiamo la parte bassa del lago chiamata Lochy, e notiamo che le montagne si addolciscono lasciando il posto ad un paesaggio più pianeggiante, arriviamo così a Fort Willliam, un paese situato ai piedi del Ben Nevis che con i suoi  1343 è la vetta più alta i tutta la Gran Bretagna;  Anche qui ci sistemiamo in una B&B pulita e accogliente, sono state la nostra salvezza, per ogni notte spendevamo mediamente sulle 50000 a persona, altrimenti bisogna ricorrere alle Guest House che sono di un livello un pò più elevato, gli alberghi invece non sono molti ed hanno prezzi molto elevati.

Nel pomeriggio facciamo una passeggiata e nel centro del paese scopriamo un campo di golf dove chiunque può giocare affittando delle mazze, così ci massacriamo a suon di pallettate fino a sera. Arriva l'ora della cena ma prima di andare Max ci chiede di aspettarlo sulle panchine poiche deve fare un salto in stanza a prendere una cosa, noi aspettiamo tranquilli ma dopo 45 minuti ancora non si vede, cominciamo a preoccuparci ma fortunatamente arriva, dice che è rimasto chiuso in bagno poiche la serratura era difettosa!!  Con questo inconveniente però rischiamo di non mangiare, poiche qui i pub e i ristoranti non servono più cibo dopo le 9,30 mentre noi da buoni italiani pretendiamo di mangiare a qualsiasi ora della notte,  l'unico ristorante che ha pietà di noi è quello cinese (viva la globalizzazione!!) che dopo le nostre insistenze ci accoglie a bocca storta (Italiani niente bene!), eravamo affamati e Max divora tutto compreso le canne di bambù!

Il giorno seguente è stato uno dei più intensi e faticosi di tutto il viaggio, ma a mio giudizio anche uno dei più significativi poiche abbiamo visitato l'Isola di Skye  che con i suoi 80 km è la più grande dall'arcipelago delle Ebridi interne.   Partiamo prestino e ci dirigiamo verso Mallaig, un porticciolo sulla costa dal quale partono i traghetti per l'isola, questa volta la fortuna non ci assiste come in Olanda perche quando arriviamo all'imbarco vediamo la nave partire con i turisti sopra che ci salutano, così dobbiamo aspettare quasi un'ora per il prossimo traghetto, pazienza!

Sbarcando sull'isola ci rendiamo subito conto della sua natura intatta e incontaminata, il verde dell'erba ha un tono fortissimo e l'aria è molto pulita.  Incontriamo i primi paesini dove la gente vive in piena tranquillità ma anche un pò in isolamento, le strade sono tortuose e a volte strette ma offrono dei panorami mozzafiato passando in zone disabitate dove abbondano le capre e i Burns un  particolare bovino di colore marrone dal pelo folto e lungo in grado di sopportare le basse temperature invernali, ci sono molte colline e ruscelli.

La prima tappa la concludiamo nel tipico paesino di Portree, il capoluogo dell'isola arroccato intorno a una delle tante insenature dove sorge in porto riparato, approfittiamo di un supermercato dove comperiamo qualche panino e qualche bibita, mangiamo in strada tra la gente e ripartiamo alla scoperta di un' altra parte di isola.

Oltre Portree il paesaggio si fà ancor più aspro e suggestivo, ci fermiamo in un posto vicino ad un ruscello di acqua purissima che si può bere , salgo su una collina e intorno a me vedo solo verde, un verde forte che ti rimane impresso nella mente ,  siamo soli non c'è neppure un' auto, lì per lì mi sembra di essere il protagonista del film Breveheart, provo sensazioni di immensità e onnipotenza (e non avevo neppure fumato!!);    Ma dobbiamo proseguire  ci avviciniamo a Staffin e la statale si affaccia su alcune scogliere altissime e rocciose che non hanno nulla da invidiare a quelle più celebri irlandesi, scattiamo qualche foto e poi ci avviciniamo alle alte guglie rocciose che dominano la parte nord dell'isola, ci giriamo intorno e facciamo ritorno passando per Uig, proseguiamo per Broadford in un tratto di strada ricca di vegetazione e menu brullo, nel quale compaiono anche alcuni castelli, ma il tempo stringe e dobbiamo reimbarcarci stavolta Kileakin, dove grazie a un piccolo traghetto lasciamo l'isola di Skye che per me è stata uno dei posti più rappresentativi e impressionanti  di tutto il viaggio,  selvaggia quanto bella e silenziosa!!

Il tratto di mare stavolta è più breve che dell'andata, dopo pochi minuti raggiungiamo terra a Kile of Lochalsh, un piccolo paesino che ho già cancellato dalla mia memoria, però ricordo che la strada di ritorno verso Fort Williams (anche in questo caso diversa da quella dell'andata)   era molto panoramica e suggestiva in particolare nel punto in cui è situato l'Eilean Donan Castle uno dei castelli scozzesi più pittoreschi, risale al 1220 ma fù danneggiato nel 1719 dai cannoni di una fregata inglese, ricordo che eravamo gli unici turisti oltre a due belle ragazze tedesche, il castello ha un caratteristico ponte che passa sull'acqua e raggiunge le possenti mura. 

A proposito di castelli devo dire che la Scozia ne è veramente la patria, ne abbiamo visti tantissimi, ma fondamentalmente si possono dividere in due tipi, quelli di pietra, generalmente grezzi e diroccati ma grandi fortezze come l'ultimo che ho descritto e quelli eleganti, decorati e ricchi di stanze e musei ex residenze reali, io però sono un'amante del primo tipo.

Per fare l'ultimo tratto di strada che ci riporta a Fort Williams fatichiamo molto, perche la stanchezza si fà sentire, visti i numerosi km che abbiamo percorso su strade non sempre facili.

Il giorno seguente è un giorno particolare poiche in tutta Europa si potrà osservare l'eclissi di sole;  Noi lasciamo Fort Williams al mattino per dirigerci a sud verso Oban, così durante il  tragitto obbligatoriamente ci fermiamo nel momento in cui si verifica questo singolare fenomeno, indossiamo occhiali da sole e scattiamo qualche foto assieme ad altri turisti incantati, noi invece non rimaniamo troppo impressionati e ripartiamo di slancio.

Arriviamo così ad Oban nella regione dell'Argyll, possiamo dire così di aver lasciato la Scozia più impervia e montuosa, e addirittura riassaporiamo qualche raggio di sole dopo tante nuvole, il porto è un punto d'imbarco per l'isola di Mull una delle Ebridi più famose ma noi non la visitiamo.

Di questo paese ricordo due cose: le distillerie del wisky che visitiamo volentieri nonostante il forte odore dell'alcool e dove assaggiamo vari bicchierini come se fossimo dei grandi intenditori; e una copia moderna del nostro Colosseo (con i dovuti rispetti)  arroccato su un monte sopra il paese, leggendo sulla guida scopriamo poi che venne realizzato con i finanziamenti di un generoso banchiere locale che per dar lavoro ai suoi compaesani  gli fece costruire quest'opera sorprendente.

Sulla fredda spiaggia di Oban in compagnia di molti gabbiani che ingozzano pesce discutiamo se fermarci a dormire una notte o se proseguire verso sud, alla fine scegliamo la seconda ipotesi, così spuntino e di nuovo in macchina.

Scendendo verso sud est ci appare presto il Loch Awe un lago interno, anche questo lungo e stretto ma di dimensioni molto inferiore a Loch Ness, il posto è molto caratteristico in particolare nel punto in cui emerge dalle acque un'altro famoso castello il Kilchurn Castle, roccaforte eretta dai Campbell nel XV secolo,  per visitarlo dobbiamo prendere una barchetta guidata da un rustico signore scozzese che si esprimeva con un inglese da noi incomprensibile,   qui scatto una delle foto più belle del viaggio, quella in cui il castello che si specchia interamente nello specchio d'acqua in maniera perfettamente simmetrica. 

La barca fà avanti e indietro scaricando e caricando turisti sull'isolotto dove sorge il castello quindi si ha il tempo di visitare le sconquassate ma originali mura con le torri dalle quali ci si gode il panorama sul lago e sulla vallata; intanto la sera scende, e la barca torna, Max è velocissimo a piazzarsi sopra insieme a un gruppo di inglesi che riempiono i tutti i posti, così io e Massimo rimaniamo sull'isolotto e siamo costretti ad aspettare il turno successivo,Max ci saluta prendendoci in giro  ma riceve i nostri insulti per averci abbandonato!

L'avventura finisce e si riparte verso sud, le montagne finiscono, e lasciano il posto alle colline, dopo qualche oretta arriviamo nella città di Glasgow la  più grande della Scozia, sorge nella depressione del fiume Clyde; l'impatto con essa non è dei migliori primo perche è una città e non rappresenta la stupenda natura scozzese, secondo perche a mio parere non ha nulla di caratteristico; la nostra intenzione era di fermarci a dormire ma dopo due ore di ricerche girando a piedi tra hotel e B&B siamo costretti ad andarcene poiche clamorosamente non si trova un posto libero! ma quando si fanno questi viaggi capita almeno una volta!

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Raby Castle (Ingh)

Kilchur C. (Sco)

Durham (Ingh)

York (Ingh.)

Newcastle (Ingh)

 

     

Così cerchiamo nelle immediate vicinanze un posto per dormire , ma anche lì non si trova nulla, la notte scende e la situazione si fà critica;   poi  compare per miracolo un autogrill dove comperiamo qualche scatola di biscotti e chiediamo informazioni, ci danno l'indirizzo di una B&B  situata in un paesino sperduto, così cominciamo a vagare su strade selvatiche e buie tra le spopolate colline, dove per chilometri non vediamo neppure una casa,  lo raggiungiamo quando è ormai buio pieno e scopriamo che è una specie di fattoria, Massimo va a bussare e apre una ragazza che stava lavando i piatti, la quale gli dice che non c'è posto ma rimane con gli occhi sgranati e un sorriso stampato, sembrava che non vedeva un' uomo da molto tempo! 

 Poi proviamo in un altro posto ma niente da fare però ci danno l'indirizzo di un Motel di quelli  dove si fermano i camionisti;  E' notte fonda usciamo dalla statale e prendiamo una strada di collina di un buoi che non avevo mai visto prima, siamo soli non c'è una macchina, dopo vari km proprio quando stavamo perdendo le speranze ci appare un casolare con una insegna, ci siamo! Ma la paura di non trovare posto è grande stravolta sarebbe davvero critica, bussiamo alla porta con il buoi alle spalle mentre Max riprende le immagini storiche con la sua telecamera , sembrava di essere nel film d'orrore "La casa" di Alvarez, solo  il Welcome di un ragazzo ci tira sù il posto c'è e ci prepara anche dei toast mentre segue la sua squadra del cuore in TV. Noi finalmente ci rilassiamo e ci fumiamo una sigaretta, poi parliamo un pò con l'albergatore che mastica un'inglese molto stretto e dialettale tipico di queste parti comunque è stato gentile e ci ha salvato alla grande!    

Al mattino il paesaggio è tutt'altro, addirittura esce il sole e illumina le verdi colline attorno a noi, siamo di nuovo nelle Southern Uplands che avevamo conosciuto all'andata penetrando però dalla parte orientale, quindi a malincuore ci stiamo apprestando a lasciare la Scozia e tornare in Inghilterra;  Salutiamo il nostro amico e il Motel di cui non ricordo il nome ma non cancellerò mai dalla mia memoria  e ripartiamo verso sud.

Arriviamo nelle vicinanze della città di Carlisle, che segna l'inizio dell'Inghilterra e poi ci spingiamo verso est costeggiando e visitando il famosissimo Vallo di Adriano,  Hadrian's Wall,  è un lunghissimo muro eretto dal governatore romano Aulo Platorio  Nepote nel 122 d.c. e lo dedicò all'imperatore dell'epoca che era Adriano, il muro serviva per proteggere l'impero dalle invasioni provenienti dal nord, oltre alle mura visitiamo un villaggio romano posto a ridosso del quale rimangono reperti archeologici che qui vengono conservati come l'oro, ma a noi che proveniamo dalla culla non ci fanno molto effetto anzi sinceramente ci dispiace un pò per le 10 sterline spese per l'ingresso, comunque la visita era d'obbligo.

A questo punto il tour della Scozia è stato completato, magari potevamo spendere qualche giorno in più, visto che  ne avevamo ancora diversi  a disposizione, ma non importa anzi cogliamo l'occasione per vedere qualche città dell' Inghilterra settentrionale che è molto bella anche se meno turistica;  Max ha subito qualcosa da proporre, cioè la cittadina di Durham, per noi va bene e così puntiamo verso est.

Arriviamo nel pomeriggio e anche qui veniamo accolti da una gentile famiglia in formula B&B,   scarichiamo i bagagli e cominciamo ad esplorare la città. Durham nacque nel 995 con la fondazione della cattedrale  ed è stata per secoli la residenza di un principe vescovo.    Il centro storico è situato su un verde spuntone roccioso  circondato dal fiume Wear, ed è veramente molto bello e caratteristico, oltre alla cattedrale sorge anche l'università considerata una delle più prestigiose dopo Oxford e Cambridge, c'erano infatti moltissimi giovani studenti.

Ma ormai è sera e la fame si fà sentire, giriamo un pò tra i vicoli e come per miracolo troviamo un ristorante italiano gestito da un simpaticissimo signore siciliano  che qui cominciò la sua attività venti anni fà, un vero pioniere!  Ci informa su come si vive in Inghilterra rispetto alla sua ormai lontana Italia , con i pregi che sono sicuramente più dei difetti, ed è fiero del modo leale con cui qui si fà politica e si rispettano le leggi.  

Mangiamo alla grande prodotti del nostro paese freschissimi e gustosi alla faccia del cibo inglese tollerato fino ad ora, finiamo con dolce e limoncello, a pancia piena per finire la serata ci aggreghiamo ai pazzarelli camerieri per una serata in discoteca.

Ci divertiamo immersi tra la gioventù inglese, non priva di difetti visto l'uso illimitato di alcolici e birra che inevitabilmente hanno favorito lo scoppiare di diverse risse in una sola serata, anche le ragazze nonostante carine e ben curate hanno sempre un bel boccale tra le mani, i buttafuori hanno avuto molto da fare anche con loro!

Il giorno seguente ci alziamo e facciamo una ricca colazione, assieme al Mister di casa, simpatico ma un pò burbero poi nonostante il brutto tempo (che non è una novità)  decidiamo di andare a visitare la città di York, 100 km a sud di Durham, così riprendiamo la superstrada e pian piano scendiamo, la pioggia è intensa e fastidiosa, non ci molla mai, è clemente però quando arriviamo in città, ci consente così di parcheggiare e di fare una passeggiata al centro.

York, capoluogo della contea dello Yorkshire sorge sul fiume Ouse ed è una delle città più nobili per storia e preziosa per i monumenti, inoltre è il piu importante arcivescovado inglese dopo Canterbury,  e lo notiamo visitando la bellissima cattedrale che ci accoglie e ci ripara per un pò visto che ha ricominciato a piovere, all'interno parliamo con un simpatico sacerdote che ci spiega le differenze del protestantesimo con il nostro cattolicesimo, poi usciamo e passeggiamo per le vie del centro che è racchiuso completamente da imponenti mura massicce e ben conservate, ci sono molti negozi, mercati e bancarelle all'aperto che danno alla città inglese qualcosa di orientale, abbiamo modo di degustare degli ottimi wustel ed hamburger presso un venditore ambulante,  poi considerando che il tempo non invita facciamo dietro-front e ci rincamminiamo verso la nostra base a Durham.

Dopo un riposino in camera, usciamo affamati e ci dirigiamo senza esitare dal nostro amico Italiano per degustare un pò di pasta; nel ristorante c'è sempre allegria si mangia ma si suona e si canta, i camerieri fanno di tutto per animare la serata e far conoscere le persone, e anche noi facciamo conoscenze visto che vicino al nostro tavolo capita un gruppo di ragazze e signore inglesi vestite con abiti da sera e leggermente brille visto il vino e  la birra che consumavano, noi Italiani  giocavamo in trasferta e quella sera ci siamo divertiti moltissimo, è successo veramente di tutto (God saves the Queen!!).

Al mattino ci riprendiamo lentamente, io ero sempre l'ultimo ad arrivare al tavolo della colazione, il sonno era sempre abbondante inoltre ero costretto a svegliarmi in fretta visto che il Mister di casa instaurava con noi complicati discorsi in lingua inglese dove dovevi essere tutt'orecchie per capire qualcosa!

Il Mister ci consiglia di fare una escursione in giro per la contea per vedere alcuni castelli (non ne ho mai visti così tanti come in questa vacanza) e paesini, e noi gli diamo ragione.  Di nuovo in auto ci spingiamo verso le campagne inglesi, verdi e genuine, fino ad arrivare al Roby Castle un bellissimo castello in stile inglese immerso nel verde, è circondato dal fossato e possiede un ponte levatoio, attorno si osservano tantissimi animali e c'è una quiete incredibile, dopo un pranzetto al sacco ci rimettiamo in cammino, ma ad un incrocio stavamo imboccando una statale nel senso opposto di marcia, per fortuna un lord inglese dietro di noi ci ha suonato in maniera prolungata e insistente finche abbiamo capito e lo abbiamo gentilmente ringraziato; comunque a parte questo avvenimento siamo stati degli ottimi Drivers.

Torniamo a Durham nel primo pomeriggio, c'è il tempo per fare un giro e visitare i monumenti, quali la cattedrale e l'università, è una cittadina molto tranquilla dove si riesce a vivere molto bene; comunque visto che la vacanza sta per terminare cominciamo a fare due conti e devo dire che i soldi spesi non sono stati pochi rispetto ai nostri standard,  abbiamo dovuto fare rifornimento ai Bancomat per svariate volte, soprattutto in Scozia ed Inghilterra dove la vita è indubbiamente cara, nonostante i nostri soliti modi  di fare economia, ha pesato molto la spesa per i traghetti, belli ma costosissimi.

Siamo al termine, il giorno seguente è Ferragosto ma qui è un giorno abbastanza insignificante,  salutiamo con nostalgia l'ultima B&B del viaggio e dopo aver caricato i bagagli ci spostiamo verso il porto di Newcastle dal quale ci rimbarcheremo per un lungo tragitto verso le coste olandesi.

Dopo vari raccordi stradali entriamo a Newcastle-Upon-Tyne, capoluogo della contea Northumberland, così chiamata dopo la costruzione di un castello che sorge sulle rive del Tyne, prima di questo era un sito romano che definiva la fine del Vallo di Adriano.  Oggi è una città industriale, e noi non ci soffermiamo molto, ma visto che la nostra nave parte in tarda sera approfittiamo per fare un giro nei dintorni, senza allargarci troppo vista la disavventura che abbiamo vissuto per l'imbarco di andata.

Così ci spostiamo verso South Shields una località di mare, piuttosto fredda ma affascinante, con un lungo molo dal quale si osservano anche delle antichità romane e spiaggie a ciottoli dove regnano incontrastati i gabbiani; c'è molta gente alla ricerca del sole (noi avevamo i giubotti invernali) e molte barche a vela visto che il vento non manca.   

Il nostro pranzo di ferragosto lo consumiamo in un Fast Food di un piccolo Luna Park pieno di bambini, pensando alle abbuffate sicuramente in atto sui tavoli italiani, qui invece comincia anche a piovere ma ormai ci siamo abituati al clima anglosassone, facciamo qualche altro giro e poi ci rechiamo pian piano e in netto anticipo verso il punto di imbarco.  Anche qui non mancano i problemi poiche sembra non esserci corrispondenza tra i nostri biglietti e il gate di imbarco, ma per fortuna dopo vari accertamenti risolviamo il problema e salpiamo a bordo.

La nave è bellissima sembra di essere in crociera, con le ultime luci del giorno abbiamo anche la fortuna di vedere un gruppo di balenottere che sguazzano nell'inquietante e freddo mare del nord, mentre alle nostre spalle si allontana la costa inglese, siamo un pò malinconici.

La serata passa tranquilla, c'è tutto anche un locale da ballo con vari spettacoli,  ci facciamo un bel traversone a carte e ci sentiamo molto osservati da ragazze nordiche che probabilmente non avevano mai visto le carte napoletane, poi uno spuntino al ristorante e quando arriva l'ora ci accomodiamo nella nostra cabina letto, non ci sono obloo ma comunque i letti sono comodi.

Navighiamo tutta la notte finche al mattino raggiungiamo di nuovo l'Olanda nell'immenso porto di Rotterdam,  noi dopo una piccola colazione ci sediamo sul ponte per vedere il panorama; io sono molto trasandato, spettinato e con la barba incolta e Max giustamente mi dice che sembro un profugo che stà arrivando finalmente a destinazione.

Riprendiamo l'automobile e sbarchiamo fieri nel continente, la temperatura risale e i nostri capi più pesanti non servono più; ora ci aspetta una lunga discesa per l'Europa che ci condurrà a casa.  Ripassiamo per alcune cittadine olandesi apprezzandone ancora la loro quiete e la loro tranquillità promettendoci come al solito di tornare magari anche per più tempo, chissà ?

Dopo qualche ora siamo già in Germania, tiriamo avanti più che possiamo, ma tanto ormai sappiamo quali sono i tempi del viaggio di ritorno;  A pranzo ci fermiamo in un Autogrill dove ricordo di aver mangiato delle ottime patate, poi di nuovo in viaggio fina a sera, quando la stanchezza si comincia a sentire.   

Siamo indecisi se effettuare la sosta notturna a Friburgo, per visitare questa interessante cittadina o se fermarci di nuovo a Karlsrue  dove conoscendo il posto possiamo andare a colpo sicuro ed inoltre è anche più vicino da raggiungere, così và per la seconda ipotesi.

Troviamo di nuovo posto nell' hotel che ci ospitò all'andata, anche se stavolta ci dividiamo in due camere. Facciamo un giro ma vista la fame entriamo in un ricco Self-Service dove ci ristoriamo a dovere, poi vista la stanchezza del viaggio e quello che ci attende per il domani andiamo a dormire.

Al mattino successivo ripartiamo salutando questa simpatica cittadina che è diventata un punto di riferimento per i nostri viaggi europei, riprendiamo l'autostrada dove troviamo un pò di coda per i lavori in corso, la cosa ci è sembrata un pò strana visto che in Germania fila sempre tutto liscio:  infatti il disagio dura poco e le grandi corsie ci consentono di recuperare.

Lasciamo a malincuore  anche la Germania, per rivedere la verde svizzera con le sue splendide montagne, poi da chiasso rientriamo in patria e da buoni italiani ci rechiamo in una pizzeria sul lago di Como dove io non ero mai stato  per riassaporare i cibi di casa nostra che secondo me rimangono i migliori del mondo.  

Dopo una piccola passeggiata ripartiamo per una lunga ed estenuante tirata che ci porterà fino a casa, l'ultimo giorno è stato sicuramente il più pesante di tutto il viaggio, la strada sembrava che non finisse mai, ma alla fine ce l'abbiamo fatta: Siamo tornati a casa  di nuovo fieri e vittoriosi di un'altra grande avventura riuscita pienamente!!

 

Conclusioni 

Anche questo tour, completamente organizzato da noi con carta e penna prima della partenza, ha rappresentato una grande esperienza ricca di vedute e panorami europei, attraverso stati che sicuramente vale la pena visitare e dai quali apprendere tante cose.   Devo ammettere che economicamente abbiamo sforato il budget previsto poiche il costo della vita è piuttosto alto, ma ne è valsa la pena, la nostra organizzazione è stata quasi perfetta.

  

Musica: riproduzione strumentale di hey jude! dei Beatles

 

 Mail :  paolomag2005@gmail.com