Stati Uniti : Florida
Periodo : Marzo 1994 ( 11 giorni)
Partecipanti : 4 (Paolo,Francesca,Ilaria,Francesca)
Organizzazione : Fai da te
Mezzi di Trasporto : Volo Alitalia, Auto in affitto, Taxi.
Itinerario : Miami, Everglades , Isole Keys, Parrot Jungle, Fort Lauderdale
Dieci note di viaggio
E' l'unico stato americano nel tropico..e si mescola con il mondo ispanico... |
Miami è una città unica, và vissuta , anche se non amate gli Stati Uniti. |
Alloggiate nei motel, sono comodi ed economici... |
Affittate un' auto e girate, il costo della benzina è basso .... |
Non partire senza una polizza assicurativa sanitaria |
Attenzione ai limiti di velocità sulle strade, multe frequenti... |
Everglades National Park è un posto stupendo và assolutamente visitato...... |
Miami Beach è sempre piena di attrazioni e sorprese... |
Attraversare le isole Keys , Hemingway era lì che scriveva.... |
Un giro di notte per Miami per scoprire una nuova città... |
Racconto del Viaggio
Ero molto motivato nel fare il mio primo viaggio intercontinentale e quando si pensa a questo , in genere la prima terra che ti viene in mente non può essere che il nuovo mondo , cioè l'America il sogno di tutti i ragazzi ... così parto assieme a tre mie amiche in pieno inverno per lo stato della Florida, che aggiunge al fascino della lontananza anche un tocco di esotico, dovevamo essere in cinque con il mio amico Gianni che però sfortunatamente ha avuto un imprevisto e non si è più unito a noi, mi ritrovo così con tre compagne di viaggio ! Oltre al fatto di mettere piede per la prima volta in America, nello scopo del viaggio c'è anche quello di fare una visita al nostro amico Moreno che lavora a Miami da diversi mesi come cameriere e sicuramente avrà piacere di vedere qualcuno .
Arriviamo a destinazione dopo un lungo volo diretto Alitalia. L'aeroporto si presenta molto accogliente, con vistosi tappeti viola ed è ben controllato dalla polizia. Dopo varie perquisizioni le consuete pratiche di immigrazione, scendiamo nei seminterrati dove passano i taxi per la città.
Devo confessare che ho avuto un pò di timore ad uscire dall'aeroporto , in quanto in questo periodo , a cominciare dall'anno precedente... il 1993 a Miami sono stati rapinati e anche uccisi diversi turisti , proprio dopo l'uscita dall'aeroporto sulla statale che conduce verso il centro della città... non ho detto nulla alle mie amiche per non trasmetterle ansie .. mi sono solo preoccupato di trovare un taxi regolare e ufficiale che ci portasse a destinazione e per fortuna tutto è andato bene! Aggiungo che quei fenomeni ben localizzati sono stati registrati sono in quella prima metà degli anni novanta!
Arriviamo così nella Miami Beach , dove ci rilassiamo e incontriamo il nostro amico Moreno che ci fà subito sentire un pò a casa e dopo aver parlato un pò, ci aiuta a cercare un albergo lungo la strada principale poiche lui vive con altre persone e non ha lo spazio per ospitarci , ci sono sistemazioni per tutte le tasche, ma noi ci siamo accontentati di una grossa camera al Chelsea Hotel , nella zona di South Beach, sulla Washington Avenue, un alberghetto di vecchia data , senza grosse pretese ma con una buona posizione per circa 20.000 lire a notte a persona.
In questo periodo, cioè in inverno la stagione è asciutta ed assolata, la temperatura è molto gradevole e si stà veramente bene, mentre come ci dice Moreno durante l'estate si soffre molto per il caldo e l'umidità ti fa sudare continuamente.
Per questo motivo, in questo periodo è meta molto ambita, anche se non mi dà affatto la sensazione di essere un posto affollato. E' facile incontrare anche gruppi di anziani che vengono a svernare e a riposarsi al sole, scendendo giù dagli stati del nord per far capolino nell'unico stato americano sotto il tropico del cancro.
Everglades
Passiamo i primi giorni sulle belle spiagge bianche, in relax sotto il sole, per noi è il primo viaggio intercontinentale e poter fare il bagno in inverno ci dà una certa soddisfazione, la gente vive molto in spiaggia e sul lungomare, passeggiando, praticando qualche sport, o correndo con i pattini, Miami beach ha un'atmosfera tutta sua difficile da descrivere, con i suoi locali, negozietti particolari di roba usata o a volte esclusivamente rivolti ad un pubblico gay, le sue bancarelle che ti offrono delle meravigliose macedonie di frutta tropicale .. e molto altro.
La sera invece giriamo tra i locali di varie etnie , con musiche che variano dalla salsa cubana al rock americano , anche per mangiare si possono spendere tanti o pochi dollari a secondo di quello che cerchi, , poi grazie a Moreno che ci ha guidati nella Miami notturna, abbiamo frequentato qualche disco-bar come l'"Amnesia", ma ricordo che si affollavano solamente per il fine settimana da numerosi giovani.
Comunque è una città vivace e multietnica, ci sono moltissimi caraibici, sudamericani, cubani fuggiti dalla loro patria, e spesso la lingua inglese e spagnola si mescolano con disinvoltura creando un bilinguismo molto diffuso.
Dopo qualche giorno la curiosità di girare questo splendido stato ci spinge ad affittare un'automobile, che è sicuramente il modo migliore e tradizionale per spostarsi negli Stati Uniti d'America, così grazie ad una carta di credito (da portare assolutamente, assieme ad una polizza per una eventuale copertura sanitaria) siamo saliti su un bellissimo Mitsubishi automatico e siamo partiti affascinati dalle larghe carreggiate stradali.
Guidando, bisogna fare subito attenzione alle regole stradali e in particolare rispettare i limiti di velocità piuttosto bassi, nonostante le larghe carreggiate invitano a correre, se si viene fermati e la cosa non è rara , la pena è almeno una severa multa. Comunque si notano subito le differenze con l'Europa, soprattutto in fatto di spazio, tutto risulta più grande, non c'è paragone con i vicoletti di Roma, ma da buon Italiano che passa almeno una volta al mese sotto il Colosseo cerci senza pretendere e ti chiedi almeno all'inizio della permanenza dov'è la storia e alla fine del viaggio ti senti tutto sommato fortunato di essere nato in Europa (considerazione personale)!
Le prime escursioni le facciamo all'interno di Miami , una città davvero particolare per il suo clima, per la sua modernità e per la sua eleganza, un mix di palme e grattacieli: direi che non si può lasciare Miami senza visitare la zona di Key Biscayne, un'area residenziale , bella , elegante dove sorgono splendide ville e condomini immersi nel verde , nonche un'isola di sabbia bianca dalla magica atmosfera , la strada per arrivarci sembra sfiorare il mare e offre panorami meravigliosi, dà un grande senso di libertà e mi fà ricordare gli episodi della mitica serie degli anni 80 di "Miami Vice".
Proprio in zona c'è il Sequarium, si tratta di un parco acquatico pieno si specie animali, posizionato in maniera spettacolare nella baia, si possono ammirare pesci, uccelli, anfibi ma anche paurosi coccodrilli e squali che nuotano in grosse vasche sotto i nostri piedi, davvero notevole per chi vuole osservare le specie animali, noi lo abbiamo visitato , purtroppo anche qui non mancano gli spettacoli con gli animali.
Poi una visita alla DownTown piena di negozi di tutti i tipi, io approfitto per acquistare un bel paio di scarpe da ginnastica, e al centro commerciale "Bayside Marketplace" sul porto di Biscayne, dove mentre io giravo da solo, le mie amiche sono riuscite a comperare una quantità immensa di roba, dicendo che conveniva e ne valeva la pena, in particolare scarpe di tutti i tipi..
Poi ci siamo rincontrati per mangiare qualcosa nella terrazza interna che ha una splendida visuale marina sul porto... devo dire che nonostante odio i centri commerciali in qualsiasi parte del mondo (tanto sono tutti uguali) , quello di Byscane lo ricordo con piacere , d'altra parte sono nati qui! Consumiamo così , hamburger e patate fritte rigorosamente accompagnate da birra, anche la carne è molto buona da queste parti.
Interessante ,può essere una bella passeggiata nella Little Avana, la zona cubana di Miami, nata e cresciuta negli anni 60 a seguito della rivoluzione cubana, dalla quale molti isolani fuggirono e riuscirono ad approdare sulle coste americane, oggi la si identifica soprattutto con Calle Ocho e vie circostanti dove i cubani hanno aperto locali , ristoranti e negozi è facile parlare con loro e farsi raccontare un pò della loro travagliata storia, qui abbiamo anche modo di degustare il miglior caffè bevuto in questo viaggio.
Se avete tempo, vale la pena fare un giro in auto di notte per vedere la baia piena di grattacieli illuminati, è un vero spettacolo, anche se con il buio bisogna avere qualche precauzione, magari evitando di girare a piedi da soli in certe zone della città, noi comunque non abbiamo avuto nessun problema di sicurezza.
Miami |
Miami |
Parrot Jungle |
Parrot Jungle |
Nei giorni successivi, ci dirigiamo verso il sud dello stato, forse la parte più bella, considerando che qui si trovano i parchi naturali più noti del paese.
Primo fra tutti l'esteso Everglades National Park sicuramente uno dei più famosi e singolari di tutti gli Stati Uniti, per raggiungerlo non è stato molto facile poiche la statale Number One, che nei pressi di Miami è ricca di indicazioni, non lo è altrettanto procedendo verso sud (almeno quando noi ci siamo stati), l'avventura comincia quando chiediamo indicazioni presso un villaggio di contadini di pelle nera, una donna ci fà capire a gesti " e in uno slang tipicamente americano di non andare al sud o almeno di stare attenti perche i neri vi tagliano la gola !! Questa scena da tempi della guerra di secessione americana non è molto incoraggiante ma noi proseguiamo tranquilli alla ricerca della nostra strada !!
Riusciamo a prendere la Number One, fino a Homestead, uscendo della highway oltre a pagare chiedo indicazioni alla signora casellante che gentilmente in un inglese americano mi spiega la strada, dopo poco però ci perdiamo di nuovo tra le campagne americane le scarse indicazioni mi costringono a riprendere la Number One l'unica indicata, che avevamo lasciato al suo capolinea e nuovamente mi ritrovo a pagare davanti alla commessa che mi aveva spiegato la strada , sbottiamo a ridere entrambi in quanto c'eravamo visti poco prima, una scena incredibilmente comica! Alla fine dopo vari errori, spiegazioni e dietrofront siamo riusciti a trovare l'entrata del parco.
Everglades è caratterizzato da paludi, mangrovie e alberi particolari che non avevamo mai visto prima, uno splendido ecosistema , ciò diventa l'habitat di numerose specie di uccelli, rettili e mammiferi, camminando tra i sentieri è facile avvistare qualche abitante del luogo come grossi pellicani affamati di pesce , alligatori, e con molta fortuna anche il puma americano. Il parco è molto grande comincia a nord di Miami dove prende il nome di Wildlife Management Area e arriva fino alle coste del sud, rappresenta la vera Florida quella che è sempre stata prima dell'arrivo dell'uomo, qui quest'ultimo ha faticato non poco per insediarsi.
Nonostante la grandezza il parco è accessibile solo in pochi punti, noi arriviamo al Flamingo Visitor Center , un posto molto bello, piacevolmente tropicale , dove le paludi incontrano il mare , purtroppo le tipiche "Airboat" o “barca a elica” cioè barca dal fondo piatto spinta da un'elica simile a quella degli aerei, che viaggia a pelo d’acqua tra le mangrovie , sono tutte prenotate , così siamo costretti a cambiare mezzo ed effettuiamo una splendida uscita in barca a vela, per assaporare la parte marina del parco, navighiamo tra i verdi canali ricchi di flora, l'atmosfera è veramente tropicale, tranquilla e rilassante, poi con le mie tre amiche a bordo, mi sento un vero nababbo, tanto che un americano curioso mi chiede se erano tutte mie amanti da me mantenute... invece neppure una !!!
Di ritorno ci fermiamo più volte presso alcuni capanni che sono stati mimetizzati tra la vegetazione per osservare rare specie di uccelli, è questa una delle mete più ambite per chi ama il Birdwatching, ma è pieno anche di coccodrilli , serpenti , tartarughe e altri animali, un ecosistema molto bello generato dal fiume Everglades che significa fiume d'erba, ma anche molto delicato, spero che si conservi sempre bene!
Arriva il tramonto, uno splendido sole caldo cala giù nell'Everglades nonostante siamo a marzo, creando una magica atmosfera, un ricordo bellissimo e indimenticabile durante la sosta presso una sperduta bancarella che vende frutta di ogni tipo. E' ora di tornare a Miami, ci beviamo un tipico caffè americano lungo lungo (una vera brodaglia che ti dura per un'ora ancora caldo) che ci aiuta a guidare con il buio sulla trafficata Number One , la sera quando arriviamo siamo distrutti così andiamo diretti a letto senza neppure mangiare.
Il giorno seguente visitiamo il Parrot Jungle più vicino a Miami, è un grosso parco giardino, un pò turistico ma molto carino, grazie ad una vegetazione tropicale dai svariati colori e sfumature, vi sono piante di tutti i tipi, anche le più strane, ma la caratteristica, come dice il nome è la grossa presenza di pappagalli di tutte le razze e dimensioni, sono bellissimi, chiacchierano di continuo e sono molto disponibili verso i turisti, per eventuali foto e carezzine, è un piacere farli appoggiare sulla propria spalla o sulla propria testa o come consiglia il ranger 'hold them like a baby' , cioè sdraiati come un neonato in braccio!
La sera andiamo a mangiare a casa di un amico di Moreno, collega di lavoro, parliamo un pò della vita americana, loro ci dicono che stanno facendo una bella esperienza, imparano la lingua e guadagnano molto più che in Italia, inoltre spiegano che e ci si organizza , Miami non è poi una città molto costosa.
Siamo pronti per l'escursione più lunga , sveglia nel primo mattino e di nuovo verso sud sulla road number One, stavolta per raggiungere le isole Keys che si snodano con un arco di circa 40 isole di varie dimensioni, tutte caratterizzate da sabbia bianca e chiari fondali, alcune sono più note, come la prima Key Largo , poi Isla Morada, Duck Key, Marathon , Big Pine Key e molte altre che si somigliano assai, fino all'ultima piu conosciuta Key West che sembra non arrivare mai!!
La natura qui è splendida e suadente , le isole però sono caratterizzate dal fatto che vengono raggiunte e sormontate da una singolare strada sopraelevata denominata "Overseas Highway" lunga 140 Km, una grande opera tecnologica, devo dire molto spettacolare e che sicuramente consente di visitare le isole con grande facilità .... ma a mio modesto parere anche una americanata pazzesca che rovina questo splendido e singolare angolo di mondo. Inoltre percorrendo la Highway a fianco di questa si puo notare un'altra strada sopraelevata dello stesso tipo, sulla quale un tempo passava la ferrovia che arrivava fino a Key West poi distrutta da un uragano, a seguito di questo è stata costruita parallelamente la Overseas, quindi se si sceglie il secondo punto di vista si può dire " Sbagliare è umano, perseverare è diabolico!!"
Noi ci siamo fermati tre o quattro volte, facendo varie soste in posti tipici, purtroppo il tempo di una giornata è scarso e bisogna fare delle scelte, ma soprattutto bisogna considerare che bisogna anche tornare indietro e la strada non è poca.
Comunque ci siamo sdraiati sulle bianche spiagge spesso disabitate e deserte e qui le mie amiche si sono sbizzarrite con sgargianti topless, facendo incuriosire alcuni bagnanti americani del posto.
Alla fine arriviamo a Key West, che a me non ha suscitato grosse emozioni, casette in legno colorato edificate tra la fine dell'800 e la prima decade del 900, tra queste c'è anche la casa di Hemingway dove il poeta scrisse alcune delle sue opere più famose come "Per chi suona la campana", "Verdi colline d'Africa", "Addio alle armi" e "Le nevi del Kilimangiaro".
Giriamo un pò con la macchina e verso l'ora del tramonto ci posizioniamo ad ovest , verso la Mallory Square per vedere il tramonto del sole, per il quale sembra esserci una corsa generale come fosse un grande avvenimento. A me è non è sembrato così particolare... ne ho visti di migliori.
Il ritorno è stato abbastanza faticoso, per la stanchezza accumulata, ci fermiamo solo una volto in un fast food dove come caffè ci rifilano il classico bibitone nero americano che ci dura un ora prima di finire. Arriviamo a Miami in tarda notte, a dir poco distrutti.
Per gli ultimi giorni lasciamo il nostro hotel e ci trasferiamo a casa di Moreno, un appartamento molto spartano ed essenziale come quasi tutti quelli normali di Miami Beach (altre cose sono le ville...) ci arrangiamo dormendo sui materassini per terra, in compenso risparmiamo un pò di dollari , inoltre conosciamo un simpatico coinquilino olandese che vive col nostro amico... un vero personaggio, biondo nordico , abbronzato nonostante la presenza di tre ragazze ospiti dormiva completamente nudo senza neppure un lenzuolo sopra e a volte girava per casa cosi come natura lo aveva fatto!! Quando ci vede la prima volta dormiente , accenna appena ad un "Hay !!" e continua indisturbato a dormire ....Vabbè che in Olanda hanno una mentalità molto aperta e che a Miami fà sempre caldo ma un paio di mutande se le poteva pure mettere!!
Avevamo riservato gli ultimi giorni per la visita dei Dysneland di Orlando, ma il tempo sul finale del viaggio è stato brutto e abbiamo rinunciato, a me non è dispiaciuto molto anche perche non amo queste città del divertimento , fatte di cartone dove tutto è finto. In compenso andando verso nord abbiamo visitato la nota Fort Lauderdale, famosa per i festeggiamenti dei Collage americani, ma in quel periodo era deserta e sinceramente ne sono rimasto deluso, mi aspettavo di trovare qualcosa in più.
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Everglades Park |
Everglades Park |
Sequarium |
Key West |
Il soggiorno finisce con un pò di anticipo , infatti una delle mie amiche deve tornare qualche giorno prima per motivi di lavoro, visto poi il brutto tempo che ci accompagna per gli ultimi giorni , decidiamo anche noi di tornare assieme a lei tutti insieme.
Per finire acquisto come souvenir da portare agli amici che ci attendono in Italia un gran numero di cappellini sportivi con la visiera , ognuno relativo ad una squadra diversa di football americano o di baseball delle varie città statunitensi, per me metto subito da parte quello dei Miami Dolphins la squadra di football dal tradizionale colore verde in ricordo di questa affascinante città.
Il sole comunque ci ha accompagnati per gran parte del nostro soggiorno invernale ed è sempre lì dietro pronto ad uscire e regalare ancora uno splendido calduccio, alla fine torniamo in Italia piuttosto coloriti e tropicali , salutiamo Moreno che ci invita a tornare presto, ma ha il dubbio che forse tornerà prima lui in Italia, nonchè il suo amico fiammingo .... chiamiamo un mega taxi che ci accompagna in aeroporto con il doppio delle valigie dell'andata, vista la merce acquistata dalle mie amiche .
Conclusioni
La Florida è probabilmente uno dei stati più belli degli U.S.A., soprattutto perche è l'unico che gode di un clima tropicale, consente di fare il bagno e prendere il sole tutto l'anno, possiede dei parchi nazionali straordinari per la flora e la fauna presenti, e nello stesso tempo mostra tutta la modernità delle tipiche città americane, con gente mista e sempre allegra. Noi in maniera incosciente non lo abbiamo fatto ma se vi recate negli Stati Uniti fate stipulate sempre una polizza assicurativa sanitaria poichè qui se uno ne avesse bisogno le pratiche mediche sono tutte a pagamento e costano care!
Dylan