Messico : Yucatan, Chiapas, Oxaca, Città del Messico,  Guerrero                           

       

Periodo :   Gennaio/Febbraio 1996   ( 18 giorni) 

Partecipanti : 3     (Paolo,Fabio,Peppe)

Organizzazione : Fai da te                                                                                          

Mezzi di Trasporto :   Volo Iberia, Autobus, taxi, voli interni Mexicana

Itinerario : Cancun,  Playa del Carmen, Tulum, Chichen Itza, Palenque, Agua Azul, San Cristobal, Canyon del Sumidero, Tuxla Gutierrez,

                            Puerto Escondido,  Citta del Messico,  Cuernavaca, Taxco.

 

                                                         

        Note di viaggio

.Lo spirito latino rivoluzionario si sente nell'aria

 Il mar dei Caraibi qui è bello e celeste.

In un paese c'è tutto : Mare, montagne, foreste, storia, archeologia

Ascoltate la musica dei Mariachi  in qualche posto sperduto

Puerto Escondido un posto dimenticato

L'atterraggio a Citta del Messico tra le case è impressionante

Viaggiando in bus si colgono altre emozioni e colori

Chiapas il cuore del Messico , tutto da scoprire

 Le piramidi Maya e Azteche fanno sentire la loro presenza

 Visitate qualche bella chiesa barocca coloniale

 

Racconto del viaggio

Era Gennaio quando per caso seppi che alcuni miei amici partivano per il Messico, così non ci pensai due volte e mi aggregai senza problemi. Ci accompagna Andrea di notte per raggiungere l'aeroporto, prima di salutarci , ci ricordiamo di alcune catenine d'oro al collo e per sicurezza decidiamo di lasciarle a lui , meglio evitare di indossarle , visto che è la  nostra prima volta  in America latina ed è meglio non ostentare oggetti di valore.  In aeroporto , nella sala di attesa conosciamo  un simpatico ragazzo marchigiano con zaino in spalla che parte da solo per il Messico alla ricerca dei siti maya per i quali ha una forte passione!

Partiamo con la compagnia Iberia  con ben tre tappe per raggiungere la meta: , la prima da Roma parte in leggero ritardo poiche sembra che manchi una persona importante che deve volare per Madrid,  la seconda più lunga fino a Miami un pò travagliata dai vuoti d'aria in pieno Atlantico e la terza su un piccolo vettore con il quale sorvoliamo i caraibi e abbiamo già delle splendide vedute sul mare celeste e su alcune isole , alla fine  arriviamo stanchi morti all'aeroporto di Cancun nel pianeggiante Yucatan.

Dopo aver assaporato i primi minuti di  clima caldo ,  troviamo la prima sorpresa in terra messicana, un rudimentale semaforo per il controllo dei bagagli, si preme un bottone e se esce il colore rosso bisogna aprire la valigia , a noi per fortuna è capitato il verde.

Prendiamo un taxi collettivo assieme ad una coppietta in viaggio di nozze,   durante il tragitto vediamo dei complessi alberghieri  modernissimi e lussuosissimi classici dei viaggi tutto compreso, la coppietta scende presso uno di questi , noi invece ci facciamo portare in un alberghetto improvvisato niente male nel centro di Cancun dal nome " IL Re del Caribe" . 

Non abbiamo neppure la forza di andare a cena, così ci sdraiamo sul letto visto che si fà sentire anche il fuso orario e con l'occhio socchiuso noto un bel geco sulla parete che mi fà compagnia tutta la notte.

Al mattino facciamo un giro a piedi per Cancun , un posto che è stato sacrificato al turismo All-Inclusive e che a noi almeno in questo viaggio non interessa più di tanto,  cosi dopo  una buona colazione  prendiamo  il primo di una lunga serie di Autobus di linea, questi generalmente sono spartani, a volte vecchi ma efficienti dovunque, ti consentono di girare tutto il paese con pochi soldi e vedere tante realta.

Ci trasferiamo così a Playa del Carmen, un posto che ci avevano segnalato in Italia prima della partenza, qui troviamo un bell' alberghetto il cui stile è già tipicamente messicano, con amache e bar sulla spiaggia bianca, il mare è di un celeste straordinario, bellissimo (siamo ai Caraibi) e ogni tanto compaiono i Mariachi  , dei suonatori che improvvisano canzoni con chitarre e tamburi, capiamo subito che la musica è una delle tante cose belle di questo paese.     

Rimaniamo due giorni stesi al sole in pieno relax, bevendo qualche coktail e mangiando per pranzo ottimi gamberoni, mentre  a cena saporiti spiedini di carne. Ci rendiamo conto che (almeno nel periodo della nostra presenza) pagando in pesos il costo della vita è abbastanza contenuto, anche se lo Yucatan sembra essere la parte più cara e turistica di tutto il Messico.

Quando noi l'abbiamo visitata a Playa del Carmen   c'erano solo pochi alberghi a conduzione per lo più familiare ma già allora era pieno di operai  messicani che con i loro ritmi lenti stavano costruendo nuovi edifici, probabilmente futuri alberghi.  Qui incontriamo vari personaggi  cosi come poi durante tutto il viaggio, ma uno su tutti che ricordo  è un ragazzo italiano che girava il Messico con la sola amaca sotto il braccio, la notte si fermava dovunque , la agganciava tra due alberi qualunque e dormiva per poi proseguire al mattino!

Dopo il giusto relax, sfruttiamo il giorno successivo per cominciare a scoprire il "Mundo Maya", gran parte del Messico è storicamente legato a questa misteriosa e affascinante  civiltà precolombiana, una delle più progredite culturalmente e tecnologicamente di tutta l'america.   La prima visita è per  Tulum, prendiamo di nuovo  un bus di linea, pratico ed economico , ci abituiamo subito ai posti di blocco dei militari che salgono frequentemente a bordo con i mitra in mano per il controllo dei documenti, ogni volta sembra che cercano qualcuno , ma poi tutto diventa normale.

Arriviamo dopo un'oretta  a Tulum ,  lungo la cosidetta Riviera Maya, scendiamo e facciamo un pezzo a piedi,  poco prima di arrivare in loco, vediamo uno spettacolo comune in Messico , quello dei Voladores , uomini che si legano ad una fune e ruotano attorno al tronco di un albero tagliato, in genere sono gli indiani Totonac che vivono nello stato di Veracruz e conservano questa tradizione come comunicazione con gli agenti naturali generatori della vita , quali acqua , aria , fuoco e terra.

Continuiamo il nostro percorso e  scopriamo magicamente "El Castillo"  sul mare, il posto , importante sito archeologico è stupendo e selvaggio  (anche se pieno di turisti), le rocce grigie piene di iguane marine contrastano con il verde delle palme e l'azzurro del mare da qui i maya dominavano il mare e  avvistarono probabilmente le prime navi spagnole, ma quando avvenne questo probabilmente questi siti erano già in decadenza e fuori dal periodo di massimo splendore.

Nel pomeriggio, passeggiamo verso sud  sulla bella spiaggia bianca,  deve si estende un'area protetta, ovvero l'omonimo Parco Nazionale di Tulum ; qui la situazione cambia, si incontrano pochissime persone, qualche nudista e qualche bungalow sperduto, un piccolo bar nascosto tra la vegetazione dove beviamo una coca cola , il clima è favoloso soleggiato e secco...  poi verso l'ora del pranzo come per miracolo ci appare un  ristorante  proprio nel momento in cui la fame si faceva sentire, mangiamo un buon pollo alla messicana per poi riposarci in spiaggia a seguire uno splendido bagno in un mare celeste incantevole.

Torniamo a Playa, e cominciamo a pensare a come proseguire il viaggio e quale itinerario seguire, il giorno dopo  Fabio e Peppe che sono grandi amanti di mare si concedono un'altro giorno di riposo in spiaggia, mentre io sapendo che questo era l'ultimo nostro giorno di presenza nello Yucatan, decido di fare da solo un'escursione a Chichen Itza nel centro della penisola  uno dei siti maya meglio conservati di tutta l'america latina, per andarci prendo un bus e impiego 4 ore per andare e 4 per tornare ma ne è valsa veramente la pena.

   Chichen Itza

 

Mi reco alla  stazione dei bus di Playa del Carmen, modesta ma ben organizzata, ti consente di raggiungere tantissime località con brevi e lunghe distanze, faccio il biglietto per la mia destinazione.   Il percorso in pullman è interessante si passa per alcune strade secondarie ritagliate nella bassa foresta dello Yucatan, siamo nello stato del Quintana Roo dove sorge l'omonima riserva naturale, osservo alcuni villaggi che sorgono lungo la strada, con popolazione india , probabilmente di discendenza maya, che abita casette di legno aperte su tutti i lati che sembrano non conoscere il freddo, poi  orticelli circostanti, animali vari in giro , come porcellini  probabilmente destinati ad una brutta fine,  coltivazioni e alberi da frutta.  

Cosi dopo 4 ore  raggiungiamo il sito archeologico che è davvero notevole....  qui si notano  tutte le virtù e le capacità di questo antico popolo, presente da 2000 anni prima di cristo, che  aveva sviluppato grosse conoscenze scientifiche, astronomiche, mediche, nonche artistiche e architettoniche, pacifico ma anche guerriero , qui  ci sono piramidi, El Castillo su tutti, poi  tombe, templi, osservatorio astronomico, campo per il gioco della pelota, luoghi du culto religioso,  ma anche simboli che ricordano il lato macabro- religioso quali altari dove si consumavano feroci sacrifici umani e con il sangue si ringraziavano e si sfamavano gli dei, oppure  camminando poco distante dai monumenti un immenso burrone con l'acqua , qui chiamati Cenotes nel quale probabilmente venivano gettate le persone.

 Molte costruzioni di Chichen Itza  risalgono al periodo di influenza tolteca (XI-XII sec.d.c.), poi questa grande città venne abbandonata per motivi ancora sconosciuti,  quando arrivarono gli spagnoli la civiltà maya era già in declino ed aveva già vissuto il periodo classico di massimo splendore.  La visita di questo luogo è' stata una delle più belle esperienze di viaggio, per fortuna ho deciso di andare anche da solo, non dimenticherò mai la salita e la discesa del Castillo con i suoi stretti scalini e  una catena centrale per aiutare che aveva poco equilibrio.  Mi sono scattato anche qualche foto da solo (quello che nel XXI secolo è stato follemente battezzato come Selfie dalla follia umana, come fosse una scoperta!!)

 

 

 

 

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Cancun

Playa de Carmen

Playa de Carmen

Chichen Itza

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Chichen Itza

Tulum

Agua Azul

Palenque

 

Torno a Playa del  Carmen alle 21 di sera dopo il lungo tragitto in bus, ritrovo i miei amici e scopro che avevano già organizzato in proseguio del viaggio (meglio così!) ci sposteremo il giorno dopo con un volo interno che da Cancun fà scalo a Merida e poi arriva a Villahemosa nello stato del Tobasco, questo ci evita un lungo spostamento in bus. Il nostro prossimo obbiettivo è visitare lo stato del Chiapas.

Così il giorno successivo lasciamo le indimenticabili spiagge caraibiche e lo Yucatan che  meriterebbe un viaggio a se più lungo e dettagliato , in quanto  ha molti  posti davvero notevoli che noi per mancanza di tempo non abbiamo potuto visitare, d'altra parte il Messico ha una superficie di quasi sette volte quella dell'Italia.

Ci trasferiamo a malincuore così all'aeroporto di Cancun, ma con grande curiosità per il proseguimento del viaggio...  voliamo e nel pomeriggio giungiamo a Villahemosa, anche questa regione meriterebbe qualche visita ma il  tempo a disposizione non ce lo consente così fermiamo Nelson un simpatico tassista con cappello modello panama , sigarillo in bocca e  macchina piuttosto sgangerata ... ci facciamo scarrozzare fino a Palenque nello stato del Chiapas, durante il percorso Nelson ci racconta della sua vita  e ci dice che riesce a tirare avanti a malapena facendo questo lavoro guadagnando qualche centinaio di dollari al mese...  devo dire che i taxi sono risultati molto economici ed efficienti anche per lunghi tragitti in qualsiasi parte del paese.

Entriamo in Chiapas, una degli stati più poveri ma anche più affascinanti e  più caldi del Messico non solo come temperature ma anche dal punto di vista politico e rivoluzionario.

Quando noi l'abbiamo visitato era presidiato da uomini e carri armati dell'esercito poichè c'erano state forti rivolte del popolo contadino contro le misure e i progetti futuri del governo, il quale cercava di favorire compagnie   e multinazionali straniere per lo sfruttamento   sopprimendo la produzione locale e la cultura indios che da sempre caratterizza questa regione, è un classico di molti paesi latino americani,  inoltre è facile leggere scritte inneggianti all'EZNL  , ossia l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale , un esercito clandestino che combatte per i diritti delle culture indigene.

Il Chiapas ha avuto la fortuna di essere  una delle zone più belle e turistiche dell'America latina, è riuscito ad attirare l'attenzione di tutto il mondo sui suoi problemi, ma in altri vicini paesi succedono le stesse cose e nessuno se ne accorge!!!

Tornando al nostro viaggio,  giungiamo a Palenque, uno dei posti più affascinanti in assoluto, dopo  esserci sistemati in albergo, siamo andati subito a visitare il sito Maya nascosto nella selva Lacandoia, è un posto veramente magico e silenzioso, Patrimonio dell'umanità ,  pochi turisti (almeno quando noi lo abbiamo visitato), all'ingresso ci accolgono alcuni personaggi appartenenti alle popolazioni indigene di origine Maya vestiti con una tunica bianca, sono i Lacandoni , che si fanno chiamare "Hack Winik" ovvero "I Veri Uomini"  che da sempre popolano queste zone tra bellezze e difficoltà locali.

La storia di questo sito è molto lunga , affonda le radici nel periodo preclassico mesoamericano , overo piu di 2000 anni a.c. come centro agricolo per  poi avere il massimo splendore nel periodo classicofino al 900 d.c.

Entriamo nell'area protetta e ci appaiono gli splendidi edifici  avvolti in una nebbiolina montana che li rende ancor più misteriosi, su tutti il Palazzo e il tempio delle Iscrizioni,  saliamo sulla piramide di quest'ultimo dove c'è l'accesso alla tomba del re, all'interno si scendono le scale e si viene avvolti da una impressionante umidità, qui venne ritrovato il sarcofaco di Pakal , il piu importante re maya di Palenque, inoltre una splendida maschera verde di giada che oggi è conservata al museo archeologico di città del Messico.

La sera andiamo a mangiare in un posto molto bello, lussuoso, un pò fuori del paese, ma tipicamente messicano "La Selva", il cibo è buonissimo e ci rendiamo conto che il costo della vita in questa regione è molto  basso rispetto al più turistico Yucatan.

Il giorno successivo facciamo una gita organizzata  alle cascate di Agua Azul, ci viene a prendere Elias un'altro mitico taxista con un potente Maggiolone blu, auto simbolo di tutto il Messico, ne abbiamo viste tantissime e ci siamo informati anche sul prezzo... al tempo ne potevi comperare una nuova (vecchio modello anni 70)  ad una cifra di circa 7 milioni di lire!!  Davvero invitante, il problema era poi portarla in Italia!! 

L'escursione comincia e  noi tre siamo gli unici partecipanti. Lungo il primo tratto compare come per miraggio una cabina telefonica e siccome è Domenica Fabio chiama in Italia per sapere se la Roma ha vinto,ma esce con le mani tra i capelli, la notizia infatti  è negativa! Ha perso.

Dopo km di curve e salite arriviamo alla prima cascata (più piccola) e poi raggiungiamo l'area più estesa, anche qui il paesaggio è molto naturale e tranquillo, è pieno di bambini delle popolazioni indios locali che cercano di vendere oggetti artigianali o frutta ai turisti e noi li accontentiamo, pranzando con banane, arance e altro.

Il posto si chiama Agua Azul perche durante il periodo piovoso, l'acqua assume uno spettacolare colore azzurro, ma in questo periodo era piuttosto scura.

Torniamo a Palenque  e nel pomeriggio facciamo un giro nel paese, qui la gente è molto semplice ma allegra, si balla e si suona per la strada, c'è aria di festa e ci si sente molto bene,  anche se poco dopo mentre mangiavamo un pezzo di pizza in una locanda, due messicani improvvisamente si sono presi a bastonate !!

Il giorno successivo lasciamo Palenque con un autobus in direzione San Cristobal de las Casas, nel cuore del Chiapas, il tragitto doveva essere di circa quattro ore ma tra le montagne siamo costretti a fermarci per diversi inconvenienti : la prima volta perche improvvisamente si è aperto il portellone laterale e abbiamo rischiato di perdere i bagagli, la seconda volta quando l'autista ha incontrato sulla strada alcuni suoi amici che facevano il pic-nic, così ne ha approfittato per fare uno spuntino lasciandoci in attesa sul pullman (anche questo è il Messico),  mentre il terzo stop ci ha bloccati per qualche ora a causa di un incidente, infatti un carro militare  ha investito una donna,  la presenza delle forze armate in questa regione è massiccia e ben visibile.

Così dispiaciuti, ci siamo trastullati sdraiati sotto il sole che non ci ha mai abbandonato per tutta la durata di questo straordinario viaggio e facciamo un pò di conoscenza con i nostri amici del pullman.

Arriviamo a San Cristobal de las Casas nel pomeriggio, troviamo un tipico alberghetto dove scarichiamo i bagagli a terra, ma poi li riprendiamo per aiutare il ragazzo dell'albergo che da solo si era incollato tutte e tre le valige per salire le scale; Così dopo un breve riposo usciamo alla scoperta del paese; lo stile coloniale spagnolo è forte e si vede con chiese, piazze  e cattedrali molto belle, per la strada si suona e si festeggia , gran parte della popolazione è di tipo indios meticcio, ci colpiscono alcuni negozi che vendono stupendi stivali  messicani dai colori svariati e fatti di  materiali di qualità ... davvero tra i più belli che ho mai visto , Peppe è quasi tentato di comprarne un paio ma poi rinuncia. 

Sulla piazza principale  compare la Cattedrale, simbolo di San Cristobal  , sede di diocesi, dipinta di  un indimenticabile colore giallo che spicca sul cielo azzurro terso sovrastante,  ci sediamo tra la gente del posto per godere tutta l'atmosfera messicana , si percepisce una forte energia , è un ricordo che porteremo dietro per sempre.

Mangiamo, beviamo e andiamo a dormire usando per la prima volta nel viaggio una coperta pesante, visto che siamo saliti di quota e siamo più o meno a 2100 metri sul livello del mare.

Al mattino ci svegliamo in questo posto affascinante che sicuramente rimane impresso a qualsiasi viaggiatore, dove si percepisce benissimo l'anima del Chiapas e del suo spirito rivoluzionario, solo alcuni anni prima del nostro passaggio qui ci sono state importanti rivolte dei contadini con un vero esercito di guerriglia verso i proprietari terrieri spesso stranieri  e il governo che sfruttano la zona senza dare garanzie alle popolazioni locali,  questa sommossa è stata ben visibile al mondo intero anche grazie ai turisti e agli osservatori stranieri e tramite internet c'è stata una forte solidarietà in tutto il mondo.

Ma anche  la nostra presenza è momentanea cosi prendiamo  un'altro bus torpedone   e assieme alla popolazione  Indios, qualche animale domestico e qualche altro turista con un viaggio indimenticabile raggiungiamo con poco più di un'ora Tuxla Gutierrez la capitale dello stato, anche qui alloggiamo in un albergo del centro e confermiamo che il costo della vita è molto basso negli ultimi quattro giorni abbiamo speso meno di 100.000 lire tutto compreso.

La capitale non ha nulla di particolare ma è situata in una zona spettacolare dal punto di vista naturale, poichè il fiume che scende dalle montagne forma il singolare Canyon del Sumidero, per visitarlo raggiungiamo in taxi la località Chiapa del Corso dalla quale prendiamo una lancia (barca) a motore e cominciamo a navigare il fiume verde che passa tra pareti rocciose altissime e scoscese ricoperte di vegetazione,  raggiungendo addirittura i 1000 metri di altezza, è uno dei posti più suggestivi, affascinanti  e anche un pò tenebrosi che ho visto nella mia vita, spegnendo il motore della lancia piombiamo nel silenzio assoluto e riusciamo a  scorgere molti animali soprattutto uccelli , avvoltoi e coccodrilli affamati che ti guardano a filo d'acqua.

Il nome "Sumidero"  significa cimitero.... e nel nome si raccoglie tutta la  tristezza del posto,  infatti  dalle alte pareti si gettarono gli ultimi Maya sopravvissuti alla conquista spagnola che pur di sfuggire al nemico e non sottomettersi  alla cultura e alla religione cristiana  preferirono la morte, suicidandosi in massa!   Purtroppo è uno dei posti che riassume tutti i danni che questi popoli  hanno subito dai conquistadores e dall'imposizione di un Dio sconosciuto e lontano di cui probabilmente  non ne avevano bisogno!

Finita l'escursione ci ristoriamo mangiando un buon piatto di pasta alla messicana, in un ristorantino vicino al canyon ispirato alla cucina italiana  e poi in serata giriamo nel mercato di Tuxla, dove si compra e ci si scambia la merce, è una costante di tutti i paesi messicani , ci sentiamo un pò osservati  soprattutto dalle donne , poiche la nostra pelle nonostante un pò abbronzata  non ha  nulla di indio, speriamo però di non essere identificati come Gringos , così loro chiamano i turisti americani statunitensi che qui non sono molto amati,  anche perche noi ci sentiamo dalla loro parte....  Provo anche il "gratta e vinci"   ma come in Italia senza risultati di vincita!! 

La sera invece in un ristorante conosciamo due italiani padre e figlio in viaggio come noi che ci hanno raccontato di essere stati rapinati durante un viaggio notturno in macchina... una spiacevole esperienza,   colgo l'occasione per sconsigliare i viaggi notturni in questo paese in quanto i predoni non mancano, noi ci siamo spostati spesso e sempre di giorno (tranne una eccezione per lungo tragitto )  ed è andato tutto liscio.

Al mattino facciamo colazione con cappuccino in un bel chiostro coloniale affollato di studenti , non siamo riusciti a capire se  era una scuola o una università.  Poi ci  prepariamo psicologicamente al prossimo spostamento che si rivelerà il più duro di tutto il viaggio, ossia quello che da  Tuxla Gutierrez  ci porterà nello stato dell'Oxaca.

Dalla stazione  di Tuxla saluto a malincuore il Chiapas e credo che questo abbia dato al nostro viaggio l'impronta più forte e latina, da conservare con cura nel proprio cuore;  Da qui abbiamo due possibilità per continuare, la prima di risalire l'altopiano centrale fino ad Oxaca (capitale dell'omonimo stato)  oppure dirigersi sempre nello stato dell' Oxaca sulla parte costiera del pacifico; decidiamo per la seconda soprattutto perche i miei amici avevano una gran voglia di rivedere il mare.

Il tragitto in bus è stato molto lungo e faticoso ma anche bello, siamo passati attraverso paesi e paesaggi tipicamente messicani,  con sosta per il pranzo a base di pollo e birra, quest'ultima sempre buona,  tanto che il nostro Peppe ne ha fatto una collezione di bottiglie particolari. Dopo un pò scopriamo sorpresi che sul bus gli autisti sono due, il secondo fuoriesce dal bagagliaio dove aveva schiacciato una bella siesta assieme alle valigie, da vero peones! 

Nel pomeriggio dopo ore di cammino arriviamo a Salinas de la Cruz dopo questa città cominciamo a percorrere la costiera, guardiamo sul lato sinistro e di fronte a noi si aprono  immense spiagge bianche orlate di palme e quasi completamente spopolate, è la prima volta che vedo le aspre onde dell'oceano Pacifico. 

Giungiamo prima a Huatulco e poi a Puerto Angel, molto carino e ci cominciamo a rendere conto che questa parte di costa è molto meno nota  rispetto a quella caraibica, ed è fuori dai principali itinerari turistici ma a noi piace già molto.

Finalmente dopo 14 ore arriviamo sfiniti a Puerto Escondido, abbiamo solo il tempo di trovare un'albergo e di andare a dormire.

Al mattino ci accoglie un sole forte e secco, facciamo i primi passi in quello che un tempo era solo un villaggio di pescatori, poi da quando il regista  Salvadores girò il film  "Puerto Escondido" questa località è diventata abbastanza noto ed i turisti sono aumentati tra i primi gli italiani , tra loro c'è anche chi ha aperto un ristorante.  Comunque l'impressione generale è quella di essere in un posto dimenticato e fuori dal mondo!

Per caso facciamo colazione proprio nel bar dove sono affisse le foto del film, con il faccione di Diego Abatantuono e poi scendiamo in spiaggia, ci sono ombrelloni naturali fatti con la paglia , molto esotici e piuttosto bassi per mettermi all'ombra mi devo abbassare, qui la statura media delle persone non è molto alta... a meta mattinata passa un ragazzo con delle splendide sfere di cocco colore verde, fresche e dissetanti  sono proprio quello che serve per combattere il caldo, cosi me ne faccio preparare una ,  il simpatico venditore con l'ascia scappella la noce di cocco che all'interno contiene il buon succo, ma poi a sorpresa tira fuori una bottiglia di rhum e ce ne butta dentro un bel goccetto , risultato ottimo ...  non saranno gli effetti  del peyotes (per sentito dire ) qui molto diffuso  ma  dopo pochi minuti comincio a provare quella splendida sensazione per la quale ti viene da ridere senza motivo!! Messico e nuvole!

Il paesaggio attorno a noi è bello, pieno di palme altissime che ombreggiano sulla spiaggia,  chioschi e amache sorgono  lungo la riva conferendo quell'atmosfera tipicamente messicana.  Il mare invece è sempre mosso e bisogna fare attenzione alle correnti molta gente c'è rimasta secca soprattutto nella vicina Playa de la Muerte, così soprannominata.  Non mancano neanche gli squali, tanto che ne abbiamo trovato uno morto sulla riva, purtroppo aveva la pinna dorsale tagliata, io ho sperato tanto che le fosse stata tagliata dopo la sua morte e che non sia stato ucciso apposta per quello, come spesso succede!  

 Inoltre, grazie alle onde abbastanza alte e frequenti ,   qui si apre un  paradiso alternativo per i surfisti, ce ne erano davvero tanti  a mollo nell'acqua e nell'attesa di beccare l'onda giusta.

Siamo rimasti a Puerto per diversi giorni e abbiamo fatto molte amicizie con altri vacanzieri Argentini e delle belle ragazze svedesi, contentissime di essere baciate dal sole.  Molto simpatici ma anche  gli allegri ragazzi  messicani che vendevano i cocchi (sopra descritti) , questi ultimi ci hanno sfidato in una mitica partita di pallone in spiaggia che hanno vinto favoriti anche dal clima caldo al quale sono più abituati di noi, che invece pur resistendo ci ha pian piano sfiancati.   

Abbiamo incontrato anche svariati personaggi nostrani , alcuni  giunti qui per caso, su sono innamorati del posto e  hanno deciso di rimanerci aprendo qualche attività, esempio un ristorante dove una sera abbiamo mangiato una buona pasta alla carbonara ,  altri piuttosto ambigui secondo la nostra impressione erano fuggiti da qualcosa  ed erano in cerca di  un posto dove nessuno li trovasse, qui infatti la civiltà è davvero lontana , per raggiungere Oaxaca la capitale dello stato bisogna fare una diecina di ore di pullman attraverso le aspre montagne.

Purtroppo arriva il giorno in cui dobbiamo lasciare questo affascinante posto,   ci sarebbe piaciuto visitare qualche altro luogo lungo la costiera del Pacifico, magari Acapulco ma le distanze richiedevano  molte ore di autobus e altri giorni a disposizione che sulla tebella di marcia non avevamo, così decidiamo di  accorciare tramite un volo interno per  trasferirci direttamente a Città del Messico.

Partiamo dal piccolo aeroporto Escondido e voliamo sopra la sierra fino a raggiungere l'altopiano centrale.  L'atterraggio è spettacolare, poiche la città è divenuta così grande e distesa che ha inglobato l'aeroporto, perciò sembra che gli aerei atterrino sopra le case.

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Tuxla Gutierrez

Canyon Sumidero

Taxco

Puerto Escondido

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Città del Messico

Teotihuacan

Cuernavaca

    Palenque - Maschera (foto non mia)

Ci sistemiamo al "Canada",  un albergo centrale ma economico  vicino lo Zocalo, nome con cui  sono chiamate tutte le piazze principali delle città e dei paesi , ci rendiamo subito conto che siamo in una grande metropoli, con più di 10 milioni di abitanti, molto traffico e smog anche se l'aria è un pò fresca visto che siamo a più di 2000 metri di altitudine dal livello del mare, il primo giorno infatti abbiamo avuto qualche giramento di testa.

Nel pomeriggio facciamo subito un lungo giro a piedi per le vie del centro, e devo dire che  la città ha un certo fascino, questo infatti è un luogo storicamente particolare che ha visto il sormontarsi di varie epoche, da quella precolombiana a quella coloniale a quella moderna, come testimonia la Plaza delle tre cultures,  ci colpiscono in particolare la grande piazza Mayor, la cattedrale, e il palazzo del governo, dove incontriamo un corteo di manifestanti piuttosto arrabbiati con tanto di striscioni.

Poi  abbiamo percorso a piedi alcune lunghe vie (avenida) piene di gente festosa, complessini musicali e bancarelle dove si compra un pò di tutto dal mangiare ai capi di abbigliamento messicani, io per pochi pesos acquisto un bellissimo gilèt a righe colorato in tipico stile sudamericano, interessanti anche gli alimentari dove spesso vengono esposte bottiglie di Tequila di vari tipi fino dalle piu normali fino al mescales.

La sera dopo uno spuntino in un bel locale decorato di ceramiche in stile coloniale, abbiamo fatto un giro di notte molto suggestivo per poi andare meritatamente a letto.  Comunque essendo una gran metropoli di notte è bene fare attenzione ai posti che si frequentano, noi non abbiamo avuto nessun problema.

Il giorno successivo, senza esitare prendiamo un taxi e ci facciamo portare alla stazione degli autobus per una immancabile visita nella vicina Teotihuacan, antica città Atzeca uno dei siti archeologici più importanti del mondo, sia per dimensioni e sia per interesse, sorge su un'altopiano a circa 50 km da Messico City, e ad una quota di 2300 m. La città fu la più grande del Messico antico, tanto che all'apice della sua grandezza giunse forse ad avere 200.000 abitanti come capitale di quello che fu probabilmente il più grande impero Atzeco messicano preispanico. La città fu costruita in gran parte tra il 200 ed il 650 d.c. e nel VI secolo, all'apice del suo splendore, sembra che sia stata la sesta città al mondo per dimensione.

Mi sono rimaste impresse le nostre scalate fatte gradino dopo gradino , sulle due piramidi più grandi cioè quella della Luna e quella del Sole due grossi riferimenti alle stelle e alla luce che dava energia ,  la piramide del Sole è la terza al mondo per ordine di grandezza. La base quadrata misura 222 metri di lato ed oggi è alta 70 m. Venne costruita con circa 3 milioni di tonnellate di pietre, mattoni e detriti, l'atmosfera è magica e ci si rende conto come anche questo popolo era molto dotato artisticamente, culturalmente e astrologicamente, anche qui abbondavano i sacrifici umani. 

Dopo aver scattato memorabili foto siamo scesi dalle piramidi e passeggiando in questa incredibile area archeologica siamo andati alla ricerca di un bar , per soddisfare la nostra sete, lungo il tragitto uno dei svariati  venditori ambulanti di souvenir  mi propone di scambiare il mio orologio (di quelli di plastica trovati nel das_h ) con uno splendido monile fatto di ossidiana , una roccia vulcanica vetrosa che qui abbonda e ornata di varie pietre colorate rappresentante il volto del Dio del Sole ...  io accetto subito e mi sento anche in debito con lui, ma per fortuna anche lui è felicissimo dell'affare!   

Torniamo in hotel, per poi riuscire di sera, ci facciamo portare da un taxista nella "Zona Rosa" , ossia una delle zone più moderne ed eleganti della capitale, ci sono molti negozi e centri commerciali, inoltre ristoranti e bar di un certo livello, è stato il massimo della modernità e del lusso che abbiamo trovato (all'epoca) attraversando il paese.  

Arrivano così gli ultimi giorni di permanenza, siamo molto tristi perche ci eravamo perfettamente amalgamati all'ambiente, il dispiacere di andar via  è evidente, tanto che personalmente avevo pensato di spostare la data del volo di ritorno, ma era una operazione difficoltosa e non di certo economica.

   

 

Il penultimo giorno ci dividiamo di nuovo, Fabio e Peppe optano per una ulteriore visita della città, che in effetti nasconde molte attrattive, si dirigono verso un grattacelo che domina l'immensa area urbana dal quale si ammira un'eccezionale panorama, e poi un'immancabile visita allo stadio Atzeca dove nel 70 si svolse Italia-Germania 4-3.        

Io invece parto con una gita in pullman organizzata dal nostro albergo, che in un giorno mi portera attraverso gli stati del Morelos e del Guerrero  per visitare  Cuernavaca antica città coloniale e Taxco il paese dell'argento.

 

Per uscire dal centro della capitale impieghiamo più di un'ora, mi rendo conto di quanto questa è estesa e caotica, poi imbocchiamo una delle statali più moderne che collega la capitale al celebre  Acapulco sul pacifico, lungo il percorso passiamo proprio vicino allo spettacolare cono innevato  del vulcano Popocatepetl, la vetta più alta del Messico con ben  5465 m  di altezza ed è anche un vulcano attivo e pericoloso.

Dopo qualche ora arriviamo a Cuernavaca, capitale dello stato di Morelos, è famosa anche per il suo clima primaverile qui presente tutto l'anno, noi visitiamo l'antica Catedral e lo Zocalo, poi ci fermiamo a bere in un bar all'aperto, dove faccio quattro chiacchiere in Italospagnolo con i compagni di viaggio  che sono dei  simpatici Argentini in vacanza. 

        

Ripartiamo subito per Taxco, il nostro pullman comincia a passare per strade tortuose in un paesaggio desertico e suggestivo, il caldo si sente poi finalmente arriviamo nel simpatico paese che spicca per il colore omogeneamente bianco delle case in contrasto con il rosso delle rocce. 

Siamo nel paese dell'argento e ce ne rendiamo subito conto poiche quasi tutti i negozi sono delle argenterie, sapevo che il Messico è il primo produttore al mondo del  nobile metallo, ma non avevo mai visto qualcosa di simile, qui viene venduto in notevoli quantità  sottoforma di gioielli di diversa qualità e pregio, comunque costa molto meno del solito. 

Il paese nacque proprio per lo sfruttamento delle miniere da parte europea  e divenne un forte centro commerciale, conserva uno stile barocco coloniale molto spiccato, con varie fontane, piazze e cattedrali, la più nota e bella è sicuramente Santa Prisca fondata dai spagnoli nel 1751,  che si innalza alle falde del Cerro Atachi, un vero gioiello, probabilmente uno dei migliori esempi di barocco messicano ...  la facciata è molto lavorata con una pietra che tende al colore rosa, e all'interno molto rifinita e ricca di oro e argento, è una delle chiese più belle che ho mai visto.

Dopo aver mangiato in un bel ristorante panoramico, ma sempre tipicamente messicano, visitiamo alcune grosse argenterie dove approfitto per fare   qualche bel regalo,  poi facciamo dietro front per tornare a Città del Messico. Dai vetri del pullman si scorge un bellissimo tramonto tra  i cactus delle terre aride, purtroppo pensando che il giorno dopo dobbiamo ripartire mi vengono le lacrime agli occhi e un senso di grande malinconia come mai mi era venuto prima in vita mia... percepisco che questa terra in qualche modo mi appartiene , mi sento meglio qui che a casa mia evidentemente  per tutto ciò ci sarà un esoterico motivo.... Mi viene anche l'idea di rimanere altro tempo ed estendere il viaggio cambiando la data del ritorno , ma poi i miei amici mi convinceranno a tornare in patria!

Torno in hotel sul tardi e rincontro i miei amici entusiasti della visita allo stadio Atzeca, il tempo di raccontarci come è andata la giornata e vengo assalito da una fortissima dissenteria, con un malessere diffuso in tutto il corpo , mi sento malissimo , una forma  che da queste parti viene chiamata  "la vendetta di Moctezuma",  uno dei  più grandi e potenti re guerrieri Atzechi catturato dai conquistatori spagnoli.

 Giunge così l'ultimo giorno, avevamo l'aereo in tarda sera, quindi al mattino abbiamo potuto  fare l'ultimo giro e spendere gli ultimi pesos,  devo dire che il costo del viaggio è stato molto inferiore a quello che pensavo;   Entriamo in una bodega e compriamo diverse bottiglie di tequila di varie marche, è il liquore ufficiale del paese che abbiamo onorato per tutto il viaggio soprattutto la "Jose Cuervo",  inoltre assaggiamo il mescales, la famosa varietà al  verme. 

Poi è la volta dei souvenir, anche se io non amo comprarne molti  il sombrero decorato è davvero spettacolare. Per finire spendiamo tutto il rimanente, circa 30000 lire a persona in uno dei  dei migliori ristoranti di Mexico City , che non poteva non essere italiano, il "Veneziano" dove io malato di dissenteria non ho potuto gustare appieno l'ottimo cibo, ma mi sono dovuto accontentare di un pranzo  leggero.

Torniamo in hotel prendiamo le valigie, regalo le scarpe e qualche indumento ad un inserviente che lavora nell'hotel, il personale tra l'altro è molto gentile, mi porta una borsa di ghiaccio da mettere sulla testa e poi ci chiamano il taxi  per andare all'aeroporto... è la fine di una grande avventura, purtroppo per me il ritorno è stato tragico  per il mio malessere che è aumentato nelle ultime ore tanto che non riuscivo neppure a stare  in piedi, i miei amici hanno dovuto portare anche le mie valigie e aiutarmi a stare in piedi per fare qualche centinaia di metri . 

Il ritorno  si complica anche per i  ritardi dei i voli,, cosi  a Città del Messico abbiamo passato molte ore in aeroporto di notte a veder la televisione , per fortuna quando siamo saliti a bordo , l'aereo era mezzo vuoto ,  così  io ho potuto distendermi su tre sedili con copertina buttata sopra come se fossi a letto e per fortuna durante la traversata mi sono ripreso.  A Madrid  ovviamente perdiamo l'altra coincidenza , così dobbiamo aspettare ancora , mettiamo piede a  Fumicino quasi con un giorno intero  dopo quello  previsto, stanchi , distrutti ma soddisfatti dal grande viaggio.

 

Conclusioni         

E' stata una esperienza senza precedenti, di grande interesse e vissuta in piena libertà, in Messico si colgono aspetti di ogni tipo sia dal punto di vista naturale poiche si passa dalle montagne alle foreste, dagli altopiani al mare, dalle grandi e piccole città coloniali ai numerosi e notevoli siti precolombiani sparsi un pò ovunque che generano sempre una misteriosa atmosfera. Ma si è colpiti anche dall'allegro e colorato  popolo messicano rappresentato da culture moderne e antiche, che a volte generano contrasti sociali e culturali, un popolo sornione ma al tempo stesso rivoluzionario e pronto a combattere qualsiasi sistema.     

 

Musica: riproduzione strumentale di Cielito Lindo ... musica folkloristica messicana

 

Mail :  paolomag2005@gmail.com