PIETRO L'EREMITA

di F. Hayez

Titolo intero: "Pietro l'Eremita che cavalcando una bianca mula col Crocifisso in mano e scorrendo le città e le borgate predica la Crociata"

Olio su tela

210 X 280 cm

Provenienza: Coll. Francesco Peloso, Genova, 1827

Collocazione: Milano, Coll. Priv.

Esposizioni: Milano (Brera) 1829, Milano 1830, Roma 1982-83, Milano (Palazzo Reale) 1983-84

Restauro: Giovanni Rossi, 1983

(I dati qui registrati indicano la corretta metodologia di schedatura utilizzata nella catalogazione scientifica delle opere d'arte)


Il quadro è considerato "il manifesto" della pittura civile di F. Hayez, eseguito negli anni di maggior impegno ideologico del pittore. Fu assai lodato dalla critica che ravvisò, nel soggetto storico, evidenti allusioni alla storia risorgimentale italiana, e piu' tardi, da Giuseppe Mazzini (1840). Lo spunto è tratto da testi letterari contemporanei: dalla "Storia delle Crociate", (Michaud) e da "I Lombardi alla Prima Crociata" (Tommaso Grossi). L'azione si svolge nell'Italia medievale: Pietro l'Eremita chiama a raccolta gli Italiani per liberare Gerusalemme (Prima Crociata, 1096-99). Lo spazio è dominato dal gruppo di crociati e popolani, che si accalcano intorno al frate, raffigurato a cavallo in atto di arringare la folla.Intorno a lui l'azione si diversifica in gruppi distinti: due familiari, rispettivamente alla destra e sinistra della tela, quello più numeroso e alle spalle del frate, le due donne che si prostrano al suo cospetto, il gruppo sullo sfondo, presso il castello, cui si contrappone il personaggio in primo piano, inginocchiato a baciare una croce.
La composizione è studiata in modo da far risaltare la figura del protagonista. Le linee direttrici di movimento procedono, infatti, da destra verso sinistra, verso la figura del frate che , sovrasta in altezza il gruppo. Tali direttrici sono marcate dalla gestualità vivace di Pietro, dell'uomo con la mazza ferrata, del crociato dietro il cavallo, tutte tese verso sinistra, dalla posizione del cavallo stesso e dalla maggior concentrazione di personaggi nella parte sinistra del quadro.
I colori sono orchestrati bene: le dissonanze cromatiche delle vesti delle giovani donne in primo piano, il contrasto netto fra la tonaca del frate, il cavallo e lo stendardo bianco.Il paesaggio alpino e il castello sullo sfondo, quasi bidimensionale, contrastano con l'accentuata tridimensionalità dei personaggi.Non si tratta di un'incongruenza compositiva, ma dell'innegabile analogia tra pittura storica e narrazione di scena, piu' volte ribadita nei soggetti di Hayez.
Il messaggio è esplicito nell'ambientazione tipicamente italiana della scena, con il paesaggio alpestre nello sfondo, , nei gruppi familiari che esprimono gli affetti domestici cari alla triade etica risorgimentale Dio-Patria-Famiglia.
A conclusione della lettura in chiave ideologicadell'opera e dell'autore, Mazzini scrive:"...Tale è l'Hayez:artista completo per quel tanto che i tempi lo permettonoche armonizza il concetto e l'azione, idealizza le figure senza falsarle, crea protagonisti, non tiranni...".


Cliccare qui per tornare al menu principale

Cliccare qui per tornare alla pagina STORIA DELL'ARTE