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Partito dei Comunisti Italiani

2° Congresso Cittadino

DOCUMENTO POLITICO CONGRESSUALE

Politica Internazionale.

La premessa è d'obbligo, i Comunisti Italiani, per loro natura ed ispirazione ideale, sono irriducibilmente contro il terrorismo; il terrorismo che si manifesta in qualsiasi forma, senza eccezioni ed accezione alcuna. Il terrorismo che si è manifestato con gli attentati dell'11 settembre annuncia la barbarie, rende le masse passive, annulla l'agire politico, comprime la democrazia. Governi e Stati molto lontani per ideologia e cultura dagli Stati Uniti hanno espresso solidarietà a questo popolo e nel contempo la lotta al terrorismo mondiale è diventata una priorità assoluta. Va altresì messo in evidenza l'atto del Presidente Arafat che prontamente si è dichiarato favorevole alla coalizione mondiale per la lotta al terrorismo. Noi Comunisti abbiamo sempre combattuto il terrorismo; nel nostro Paese l'abbiamo combattuto anche con contributi di vite umane e continueremo a combatterlo dovunque e sotto qualsiasi forma esso si annidi. La nostra solidarietà alle popolazioni colpite, alle vittime della tragedia che ha sconvolto l'America e il mondo intero, la solidarietà agli Stati Uniti. È piena ed indiscussa. Gli stati Uniti hanno sottovalutato il pericolo del terrorismo una volta abbattuto il muro del Comunismo, pur tuttavia la nostra solidarietà a questo popolo è piena. I mandanti dell'efferato gesto devono essere ricercati, giudicati e puniti nel modo più severo. Non è con azioni di guerra e l'uso di bombe o strumenti bellici più o meno intelligenti che si possono snidare e colpire i terroristi. Costoro si annidano e nascondono dietro popolazioni inermi e ridotte dall'affarismo e dai traffici internazionali alla fame. In questa situazione per noi Comunisti Italiani diventa un obiettivo prioritario la lotta alla pace. Il nostro governo, già fortemente neorazzista, xenofo, antiarabo ed antislamico ha notevolmente ridotto gli spazi a questi cittadini, scaricando su di essi le maggiori responsabilità dei fatti succedutosi; il nostro governo si è dichiarato disponibile fin da subito ad operare nei territori afgani con uomini e mezzi. La guerra iniziata dagli Stati Uniti contro l'Afganistan è ingiusta ed iniqua. Gli Stati Uniti che dalla caduta del muro di Berlino e dalla disfatta dell'Unione Sovietica sono stati gli unici a gestire gli equilibri mondiali, consentendo che sul suo stesso territorio si dispiegassero l'affarismo delle attività criminali funzionali al terrorismo. La logica dell'unico gendarme; man mano l'azione dell'ONU è stata svuotata di contenuto, di autorevolezza e poteri. Hanno per anni non consentito una soluzione per i problemi dei palestinesi; hanno imperato con embarghi contro nazioni (Cuba, Iraq) determinando un numero incalcolabile di vittime Innocenti, l'azzeramento dei debiti ha prodotto solo iniquità con il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Riteniamo che l'azione dell'ONU vada sostenuta e potenziata; l'ONU rappresenta l'unico strumento esistente e di rappresentanza generale; era all'ONU che bisognava rivolgersi per una azione di polizia internazionale e di intelligence e non affidarsi alla potenza delle armi ed all'aggressione di un popolo. E' necessario ed attuale la costruzione di un nuovo ordine mondiale basato su altri equilibri e di una più equa distribuzione delle risorse. Occorre altresì operarsi per una riforma degli strumenti di rappresentanza mondiale, perché le attuali sono ampiamente superate. Bisogna radicalmente svoltare. L'ordine del giorno è e deve essere la lotta per la Pace. Continueremo a batterci per la pace e contro il terrorismo. E a chiedere che vengano risolti i problemi del mondo che il terrorismo alimenta, offrendo argomenti di strumentale propaganda. Dalla Palestina all'Iraq. Prosciugare i serbatoi dell'odio, ristabilire i diritti umani calpestati. Evitare un fondamentalismo occidentale simmetrico a quello islamico. Non siamo i depositari della tolleranza e della civiltà. Ad Occidente non ci sono solo Voltaire e la dichiarazione dei diritti dell'uomo. Ad Occidente c'è anche Auschwitz. La scelta di intervento italiano nella guerra appare la più sciagurata decisione possibile. Intervenire contro un popolo inerme. I fatti dimostrano che ad un terrore in Afganistan se ne sta instaurando un altro; l’alleanza del nord già con l’entrata in Kabul ha manifestato il proprio carattere; sono iniziate le prime rese dei conti con vendette sommarie anche su cittadini inermi, decine sono i morti. E’ increscioso vedere le faide interne per la spartizione del potere sotto l’egida degli Stati Uniti, non si capisce in che cosa noi Italiani ci entriamo; il presidente Bush ha annunziato una guerra totale al terrorismo, tuttavia sembra che ciò debba servire solo ed esclusivamente per rimandare decisioni importanti come la questione palestinese, l’azzeramento del debito, gli embarghi a cuba ed all’iraq. L'Ulivo, la coalizione di cui facciamo parte, ha assunto un diverso orientamento, che rispettiamo. Ma chiediamo che sia rispettato anche il nostro, che ha altrettanta legittimità.Vorremmo che discutessimo e ci interrogassimo su questi temi con serietà, soprattutto dentro la nostra coalizione, all'Ulivo, che è per noi strategico sistema di alleanze. Vorremmo che si discutesse pacatamente, senza anatemi, e che ci ricordassimo tutti che proprio l'Ulivo è simbolo di pace.

Politica Nazionale

Il dopo elezione del 13 maggio u.s. ha determinato nuovi scenari nella politica nazionale. La vittoria elettorale della Casa delle Libertà ed il conseguente governo Berlusconi stanno pesantemente mettendo in discussione conquiste decennali e storiche del movimento operaio e della società civile. La nostra stessa democrazia appare fortemente in pericolo, le azioni del governo contengono germi di una involuzione antidemocratica ed autoritaria. Questo governo in tutti i campi della politica opera esclusivamente a colpi di maggioranza senza tenere conto delle ragioni dell'opposizione, senza utilizzare significative mediazioni politiche e sociali, con aggressività e senza alcun senso di responsabilità nazionale. Sono di questi giorni azioni come: le rogatorie internazionali, il falso in bilancio, il conflitto d'interesse, il rientro dei capitali dall'estero (in vista dell'indroduzione dal 01 Gennaio della moneta unica Euro), l'attacco alla società multietnica e multirazziale con la legge sulle immigrazioni, la proposta di revisione di alcune leggi come la 180, lo statuto giuridico per l'embrione, la scelta per la scuola privata, lo scardinamento del SSN, la cancellazione delle conquiste delle donne (194). L’ultimo regalo è l’attacco violento portato alla legge 300 del 1970 da tutti noi conosciuta con il nome di Statuto dei Lavoratori. Il governo ha deciso che l’articolo 18 sui licenziamenti deve essere letto in maniera diversa, basta pagare l’indennità e chiunque può essere licenziato. Il governo Berlusconi rappresenta sempre più la gestione del governo da parte di Confindustria; questa per il momento è una prova in quanto la sospenzione di applicazione dell’art. 18 è solamente per 4 anni, il diritto al lavoro ed al licenziamento immotivato, forse non è una garanzia ma una appendice che si mette e si toglie a piacimento del governo. La proposta del governo di sospendere per quattro anni l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è scandalosa! Alla legge, alle regole e ai diritti, frutto delle decennale battaglia del movimento operaio e dei suoi partiti, si vorrebbe sostituire il darwinismo sociale, la legge della giungla, dove a far la parte del leone sarebbero i padroni. Non ci stupisce che a partorire questo mostro giuridico e sociale sia il ministro Maroni, lo stesso che poche settimane fa ha dato alle stampe il libro bianco sul lavoro, una summa di odio di classe, di bieco paternalismo e di autoritarismo. Parlare poi di "superamento temporaneo" è una vera e propria ipocrisia. I diritti, in democrazia, non possono essere sospesi. Sospenderli equivale, di fatto, ad abrogarli, a cancellarli per sempre. La verità è che oggi il padronato ed il governo vogliono saldare i conti con i lavoratori, vogliono depennare il contratto nazionale, annullare il ruolo del sindacato ed ogni ricordo di democrazia sui luoghi di lavoro. Nel disegno di legge del governo c'è scritto in controluce un progetto di società fondato sulla diseguaglianza e sul privilegio. Bisogna sancire che i diritti acquisiti non si toccano, questo vale anche per il TFR; il TFR rappresenta nella normativa vigente un risparmio forzoso dei lavoratori nelle mani del datore di lavoro; stabilito quindi che è una proprietà dei lavoratori si possono valutare varie ipotesi di utilizzo tranne quella del trasferimento in busta paga che comporterebbe una pesante tassazione aggiuntiva tutta a carico dei lavoratori; occorre garantire la sicurezza del capitale, cosa che non avviene con la gran parte dei fondi, occorre garantire il diritto alla libera scelta del lavoratore sull'utilizzo del proprio TFR, quindi no alla procedura del silenzio- assenso.

L’azione di governo delle destre rappresenta e tutela oggi solo i poteri forti (Confindustria, le grandi famiglie e gran parte delle gerarchie ecclesiastiche) spaccando i tradizionali insediamenti democratici. I fatti di Genova hanno ampiamente dimostrato la natura antidemocratica ed autoritaria del Governo delle destre. A Genova erano presente tutti, giovani, donne, lavoratori e cittadini di culture ed esperienze diverse, laiche, cattoliche e di altre confessioni religiose. Tutti insieme volevano manifestare contro la globalizzazione neoliberista rivendicando diritti, lavoro, democrazia, giustizia sociale. Genova voleva essere un primo passo di un movimento di massa, spontaneo sul quale costruire una nuova stagione di lotta e di partecipazione a partire dall’impegno dei pacifisti, per l’equità dei rapporti nord-sud, contro la precarizzazione del lavoro e per difendere nuovi bisogni e diritti di civilltà. Non ultimo è straordinaria la partecipazione alla Marcia Perugia-Assisi. In questa straordinaria manifestazione si è ritornati a manifestare come si faceva una volta. Lo slogan della manifestazione era lotta per la Pace, eravamo oltre 200 mila quel giorno.

Il 13 Maggio abbiamo perso le elezioni politiche. Non siamo stati capaci di convincere i cittadini italiani che i governi dell’ULIVO nati dal 96 hanno innanzitutto dovuto sanare uno Stato che era sull’orlo del Fallimento. Manovre finanziarie per centinaia di Miliardi e richieste di sacrifici ai cittadini ci hanno consentito di consegnare ai vincitori delle elezioni uno stato risanato. Non siamo stati capiti, le continue frammentazioni e la rissosità interna all’ULIVO non hanno fatto giungere i consensi elettorali ed hanno nel contempo vanificato gli sforzi politici del risanamento. Il centrosinistra si è presentato alle elezioni non nella sua interezza, movimento come la lista Di Pietro e la stessa Democrazia Europea uniti all’isolamento politico voluto dal Partito della Rifondazione Comunista hanno fatto si che gli Italiani non credessero nel Progetto Ulivo. Non siamo stati capaci di organizzarci ed unirci su progetti comuni ma abbiamo messo in evidenza solo ed esclusivamente la nostra rissosità, non siamo stati credibili. Noi riteniamo che il progetto Ulivo debba fondarsi su due gambe solide, una ha già preso forma nella Margherita che ha raggruppato il centro, l’altra non riesce a decollare. E’ da più di un anno che abbiamo lanciato senza giungere ad approdi soddisfacenti la proposta di una Confederazione delle forze di sinistra, una confederazione che si presenti unica all’incontro con il centro ; una confederazione che non cancella le singole identità. Noi non vogliamo il partito unico, con questa semplificazione, con questo desiderio di ridurre ad unità, in un unico partito, tutte le forze della sinistra ci sembra una cosa velleitaria e sbagliata perché noi non sono socialisti, non vogliamo perdere il diritto di esistere, non vogliamo non essere comunisti. Noi Comunisti Italiani ci poniamo e rivendichiamo il diritto di mantenere una prospettiva di superamento del capitalismo, questa è la differenza essenziale nei confronti dei partiti socialisti, socialdemocratici ed a maggior ragione liberaldemocratici. La politica per noi è protagonismo, partecipazione, coinvolgimento dei soggetti che intendono determinare il proprio futuro e che respingono una concezione ed una pratica che, purtroppo, va sempre più diffondendosi: La politica come autopromozione, come carrierissmo e personalismo. Oggi la nostra parola d’ordine è innanzitutto la costruzione del Partito dei Comunisti Italiani, la nostra nascita 1998 e le continue emergenze non ci hanno permesso di costruirlo e di radicarci sul territorio. L’indirizzo delle lotte e la radicazione sul territorio sono condizioni essenziali per la crescita del Partito.

Incontriamo spesso nel paese, sulla stampa, nel mondo politico una domanda: Esiste lo spazio politico per i Comunisti Italiani? Non rischiate di essere schiacciati nella forbice fra DS e Rifondazione? E’ ovvio che a questa domanda noi rispondiamo che lo spazio esiste. Tuttavia occorre tenere presente che non è di uno spazio geometrico di cui si parla, ma di nostra capacità di far vivere proposte, iniziative ed atti concreti che segnino un elemento di continuità con la politica Comunista immettendo nel contempo elementi di innovazione senza cedere alle sirene né dell’estremismo né del liberismo. Questo vuol dire riempire uno spazio politico nuovo a sinistra. Uno spazio dove regnino innanzitutto la serietà, l’affidabilità e la capacità propositiva e non solo declaratoria di chi vi opera. E’ in questa prospettiva che va letta ed inquadrata la nostra proposta di Confederazione, che rimane per noi l’unica ipotesi praticabile senza che si cancellino identità ed idee. E’ impensabile ed irrealizzabile la proposta di un unico partito socialdemocratico aderente all’internazionale socialista.

La confederazione deve rappresentare l’insieme di più soggetti che si riuniscono in un progetto senza peraltro perdere o rinunziare alle loro identità. Ribadiamo la necessità che i partiti della sinistra si riuniscano nella Confederazione partendo già dalla nostra città dove proponiamo la creazione di un unico gruppo consiliare che veda uniti Ds, Sdi e Comunisti Italiani.

Politica Cittadina.

Abbiamo fatto parte del governo della nostra città a partire dal 1997 in un quadro di Centrosinistra.
Facciamo parte del Governo della nostra città dopo la vittoria elettorale del 13 e del 27 Maggio. L’amministrazione nata dopo le elezioni del 1997 rappresentava per noi Comunisti un primo banco di prova. Per la prima volta avevamo una responsabilità diretta nel governo cittadino. Nel 1997 assumemmo la responsabilità diretta dei Servizi Sociali. Ai nostri Compagni che si sono succeduti alla guida dell’assessorato vanno riconosciuti meriti e capacità. I nostri compagni hanno operato sempre in emergenza, carenza di strutture, mancanza di personale. In queste emergenze abbiamo rimesso in piedi l’Ufficio dei servizi sociali e sviluppato progetti. La legge 285, il servizio civico, la legge 431, l’organizzazione degli uffici per le nuove incombenze delle pensioni di invalidità civile. I nostri sforzi ed il nostro lavoro alla fine ha pagato. Al comune di Maddaloni è stato riconosciuto il ruolo di Comune Capofila ai sensi della L. 328 del novembre 2000 nel Piano di Zona di intervento C1. Il lavoro ha pagato. Siamo il comune Capofila per gli interventi in materia di servizi Sociali di Comuni come quello di Caserta. Il nostro ruolo e le nostre capacità sono stati riconosciuto da sindaci e da Amministratori di altri Comuni, Comuni amministrati anche dal polo. La nostra capacità amministrativa è stata mirata e finalizzata ai servizi sociali, abbiamo scommesso, ci siamo misurati e con un pizzico di orgoglio e forse anche con un poco di presunzione affermiamo che abbiamo vinto la scommessa.

Gli sforzi dell’intera coalizione di Centrosinistra hanno fatto si che la Regione Campania concedesse al Comune di Maddaloni un mutuo per l’acquisto di Alloggi da destinare a senzatetto e disastrati. Abbiamo proposto e realizzato nuovi spazi verdi per la nostra città, Vedi San Giovanni, Montedecoro e Via Appia, tuttavia dobbiamo riscontrare che agli sforzi per la creazione non sono seguiti quelli del controllo della gestione e della manutenzione. Nelle amministrazioni di Sindaci Pascarella, prima, e Lombardi dopo non siamo stati capaci di intervenire, su altre problematiche, con la stessa determinazione e caparbietà. Non siamo stati molto incisivi sui Piani di Insediamento Produttivi che se di per sé potrebbero produrre lo sviluppo e creare capacità occupazionali ancora oggi non decollano. Non abbiamo saputo organizzare per tanti piccoli artigiani gli spazi necessari per l’esercizio delle loro attività. Mi riferisco a meccanici, carrozzieri, gommisti, fabbri, serramentisti etc. che sono costretti ad operare ai margini della legalità in ambienti dove norme in materia di tutela ambientale e di sicurezza dei luoghi di lavoro li mettono di fatto fuori legge. Non abbiamo saputo dare una risposta a queste categorie che di fatto rappresentano piccoli sbarramenti alla disoccupazione galoppante.

Sono state fatte opere di rifacimento e sistemazione dell’impianto idrico e della rete fognaria, dopo Natale inizieranno i nuovi lavori che riguardano il centro storico a partire da Corso I Ottobre. Successivamente sarà finalmente adottato il Piano Urbano di Traffico e la sistemazione dell’arredo Urbano.

La macchina comunale non sempre è stata efficiente, moltissime volte l’amministrazione è stata costretta a rincorrere scadenze. Con questa nuova amministrazione pensiamo che finalmente si riorganizzi la macchina comunale. Nei mesi scorsi si sono tenuti i concorsi interni e successivamente con l’inquadramento dei vincitori si darà inizio ad una serie di concorsi per coprire completamente posti vacanti e completare la pianta organica.

Tutte queste cose ci hanno parzialmente soddisfatto, parecchie volte non siamo riusciti a cogliere in pieno le aspettative dei nostri concittadini, rimanendole talvolte incomprese e disattese.

Si aspettavano grandi cambiamenti che non si sono verificati, si aspettavano ritorni occupazionale che non si sono avuti, lo stesso Interporto Maddaloni-Marcianise sembra una meteora ogni tanto ritorna, non ha finora rappresentato quel grande volano di sviluppo e di lavoro; l’azione pochi giorni fa dei lavoratori licenziati dalla ditta appaltante può dimostrare che non esistono nella Regione Campania Volontà che vogliono imprimere sviluppo alla nostra città. Chiediamo che Sindaco ci faccia il punto sull’Interporto e se è il caso di intervenire unitamente al Sindaco di Marcianise dando vita ad iniziative che facciano decollare finalmente l’interporto Maddaloni-Marcianise Vogliamo che le intese siano rese note a tutti e che non si verifichi più uno stallo politico-istituzionale-gestionale. Vogliamo che finalmente il tanto sospirato lavoro e gli spazi occupazionali previsti nell’accordo di programma diventino finalmente realtà, con il collocamento al lavoro di personale.

Il 13 ed il 27 Maggio i nostri concittadini ci hanno rinnovato la loro fiducia, si aspettano da noi altre e tante cose. Tocca a noi, anche stavolta, mantenere fede all’impegno assunto con gli elettori ed i cittadini di Maddaloni. Il programma elettorale sottoscritto deve essere onorato, bisogna mettere mano e dare inizio al progetto per la pedemontana, al recupero del centro e dei rioni storici della nostra città (Pignatari, San Giovanni etc.). Nel mettere mano al piano regolatore riteniamo che il pubblico interesse e la pubblica utilità debba prevalere alla logica della cementificazione ed al trasferimento della popolazione in una nuova periferia dormitorio. Nel mettere mano al piano regolatore, questa volta, non dimenticheremo le esigenze di artigiani e piccoli imprenditori. L’ente Comune rappresenta la più grossa azienda sul nostro territorio e sta ad essa promuovere iniziative che tendano a creare nuovi spazi occupazionali. Si parla di project financing; ebbene iniziamo questo nuovo percorso ma teniamo presente che le nostre risorse economiche, naturali ed immobiliari debbono una volta messe a disposizione dei privati dare ricadute occupazionali proporzionate al loro valore. Il project financing non deve rappresentare un nuovo mezzo speculativo e di illecito arricchimento di privati, ma un inizio di collaborazione dove ognuna delle parti ricavi i giusti profitti. L’imprenditore deve ricavare il giusto dal proprio sforzo economico, la nostra amministrazione deve guadagnarne altrettanto con ritorni occupazionali e rivalutazione del patrimonio cittadino.

È giunto il momento di dare finalmente vita e funzione ai Comitati di quartiere, incominciamo a creare quel principio di democrazia partecipativa che veda i diretti interessati diventare protagonisti e portavoce delle loro istanze. Non possiamo ignorare ancora che per i giovani non esistono spazi, dobbiamo dare vita ed impulso ad una politica per i giovani; non possiamo più trascurarli ed ignorarli; assieme ai giovani non può più essere trascurata la vivibilità.

A sei mesi dalla nascita dell’Amministrazione Lombardi, riteniamo giunto il momento per una prima verifica di programma. Riteniamo che dalle verifiche periodiche e dai confronti si possono mettere in piedi iniziative ed eventuali sforzi di aggiustamento dell’iniziativa per far si che gli obiettivi programmatici diventino risultato. Da questo nostro congresso vogliamo rilanciare la centralità dei partiti, riteniamo che i partiti debbano ritornare ai loro compiti e ruoli; i partiti devono ritornare ad essere proposizione e programmazione. I partiti devono ritornare allo studio, alla elaborazione ed al confronto. Il confronto genera dibattito, dal dibattito scaturisce la proposta.

A giorni daremo vita ad una Associazione di promozione Sociale senza scopi di lucro, una ONLUS con la finalità di promuovere, in favore della comunità dei cittadini, lo studio e la ricerca sulle trasformazioni in atto nelle forme di produzione e di comunicazione, nel lavoro e nella formazione, nelle tecnologie.

In particolare sarà compito dell’Associazione affrontare i temi della pace, della globalizzazione, delle migrazioni, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, della bioetica, delle innovazioni prodotte dalla soggettività femminile, delle questioni connesse con il dialogo e la convivenza tra culture, stili di vita, identità differenti, dei problemi posti dal riconoscimento e dalla effettività dei diritti della persona, dei diritti sociali, dei nuovi diritti, in una prospettiva di libertà di scelta individuale e di giustizia sociale. Il numero partecipanti sarà illimitato; potranno far parte della Associazione tutti coloro che si riconoscono nelle finalità dell’Associazione; riteniamo che sia da escludere solamente la temporaneità della partecipazione alla vita associativa.

In altro passo della relazione era già stato detto, adesso lo ribadiamo con più forza e voce è giunto il momento di dare vita alla Confederazione di Sinistra, da questo congresso rilanciamo la proposta di creazione di un unico gruppo consiliare tra i Democratici di Sinistra, I Socialisti Democratici Italiani ed i Comunisti Italiani. Ai compagni di Rifondazione Comunista vorremmo lanciare un appello:

Compagni, l’ultima tornata elettorale ha dimostrato che non è con una professione di fede o lo sbandieramento di Ideali che si possono determinare i cambiamenti, a volte, ma soprattutto in questo periodo storico, è maggiormente importante un lento e minuzioso lavoro, di tante piccole conquiste e tanti piccoli risultati, conquiste e risultati che alcune volte si possono raggiungere solo con l’assunzione di grosse responsabilità e di un impegno diretto nel governo.

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