Partito dei Comunisti Italiani

Maddaloni

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Lettera agli Iscritti dei Compagni COSSUTTA e DILIBERTO

Care compagne e cari compagni,
stiamo attraversando il più grave momento per l'umanità intera dal dopoguerra ad oggi.
Dobbiamo prendere coscienza che lo spaventoso attentato terrorista di New York e Washington ha già cambiato la storia.
La lotta al terrorismo mondiale diventa la priorità per i governi e per i popoli. Non è un caso che forze, governi e Stati anche molto lontani dalla cultura di quel Paese e dall'orientamento politico del Presidente Bush abbiano espresso solidarietà agli Stati Uniti e disponibilità a una comune lotta contro il terrorismo.

La giusta posizione di Arafat che si è dichiarato pronto ad entrare nella coalizione antiterrorismo proposta dagli Stati Uniti rappresenta pienamente la nuova fase che si è aperta.
Nessuno sa ad oggi chi siano i mandanti della strage, ma non c'è dubbio che le modalità dell'attentato, togliere la vita a se stessi pur di togliere la vita a molti altri, richiamano le attuali forme più estreme del fondamentalismo.
Certo, è molto difficile, ma è necessario individuare precisamente i mandanti ed ogni eventuale copertura e colpirli, chiunque essi siano.
Allo stato dei fatti, davanti a questo episodio di terrorismo, per quanto tragico ed inaudito, ogni predisposizione alla guerra appare sbagliata, pericolosa e inutile.
Sbagliata, perché non vi sono oggi elementi per attribuire la responsabilità della catastrofe dell'11 settembre ad un governo o a uno Stato.
Pericolosa, perché l'avvio di una guerra, in queste condizioni, comporterebbe gravissimi rischi per la sua progressiva espansione e per l'uso di armi sempre più distruttive, forse anche non convenzionali.
Inutile, perché presumibilmente una guerra, lungi dal distruggere il terrorismo, avrebbe un effetto moltiplicatore.

Dunque ad oggi, nella coscienza drammatica che la situazione può cambiare da un giorno all'altro, il nostro Partito ha seguito e sta seguendo questo orientamento:

- solidarietà piena agli Stati Uniti d'America per l'attacco subito e per la tragica strage;
- forte sostegno alla lotta nazionale e internazionale contro il terrorismo;
- denuncia del terrorismo come nemico delle civiltà, dell'umanità, dei lavoratori di tutto il mondo. Il terrorismo mina la pace, colpisce gli inermi, danneggia gli interessi dei popoli, avvicina il mondo a uno stato di barbarie;
- opposizione alla proposta della guerra, perché non c'è allo stato un governo nemico, perché le conseguenze di una guerra sono imprevedibili, perché avrebbe comunque effetti devastanti sulla condizione di vita dei popoli di tutti gli Stati belligeranti, perché non eliminerebbe il terrorismo;
- proposta quindi che non sia la Nato, ma un'alleanza di forze, di Stati e di governi molto più ampia, meglio se sotto l'egida dell'ONU, a governare e organizzare la lotta internazionale contro il terrorismo;
- sostegno a una linea tesa alla costruzione di forze di sicurezza e di intelligence autonome europee, nella prospettiva di una piena unità politica e di una autonomia anche militare dell'UE;
- proposta quindi di rilancio della politica, cioè del negoziato per la soluzione dei conflitti, a cominciare dal contenzioso palestinese-israeliano in base al principio della garanzia del territorio, della sicurezza, della libertà sia per Israele che per la Palestina.

Il nostro Partito si pone l'obbiettivo di difendere gli spazi di libertà, i caratteri dello Stato di diritto del nostro Paese, le conquiste e il tenore di vita dei lavoratori, già in pericolo a causa della politica dell'attuale governo Berlusconi e che verrebbero sicuramente colpiti ancor più pesantemente nel caso di una partecipazione dell'Italia ad una guerra.
Care compagne, cari compagni, mai come in questo momento il nostro Partito deve rimanere unito su di una linea giusta. Oggi la situazione non è certo quella dei tempi del Vietnam o della Corea, e non è neppure quella di dieci anni fa, della guerra contro l'Iraq, e neanche quella, più recente, della guerra contro la Jugoslavia. Tutte situazioni fortemente drammatiche, terribili, ma che hanno visto conflitti delimitati territorialmente.
L'attentato dell'11 settembre cambia radicalmente il quadro mondiale. Dobbiamo prenderne atto e comportarci di conseguenza.
Oggi chi è stato attaccato sono proprio gli USA. Sono sbagliate ed anche un po' ridicole le posizioni di chi dice "siamo tutti americani" e sono inesatte le posizioni di chi sostiene che è stata attaccata la civiltà occidentale.
La civiltà occidentale non può identificarsi in un unico simbolo, un singolo Stato o una unica cultura, poiché essa è fatta di quell'impasto secolare di storia, di culture e di progresso di cui è figlio anche Carlo Marx e tutti i partiti comunisti e dei lavoratori nati nel Novecento. La stessa classe operaia è figlia di questa civiltà.
Ma la realtà è che tutte le culture, tutte le civiltà sono state attaccate, a cominciare dalla grande cultura e civiltà islamica, contro la quale c'è oggi più di ieri il pericolo di una caccia alle streghe di tipo xenofobo e razzista.
Se venisse confermata nella matrice del fondamentalismo islamico il soggetto dell'attentato dovremmo concludere che tutte le civiltà, compreso l'Islam, sono attaccate dalla parte peggiore delle forze oscurantiste mondiali, da individui e gruppi che hanno come modello e obiettivo non il progresso, lo sviluppo, la condizione delle masse popolari, ma un regime medioevale, barbaro e disumano.
Questo modello e questo regime va estirpato, indipendentemente da coloro che lo hanno indirettamente sostenuto in passato, ad iniziare proprio dagli USA, che, pur di difendere i propri interessi economici e di potenza non hanno a suo tempo esitato ad armare, istruire militarmente e foraggiare irakeni, pakistani e i talebani afgani.
Guai a noi se in qualche modo qualcuno mitigasse, edulcorasse la condanna irrevocabile in base alle gravissime responsabilità imperiali, alla politica estera inaccettabile degli USA, ai mali endemici del capitalismo, alla fame nel mondo.
Noi comunisti continueremo a batterci strenuamente per il superamento del capitalismo, per la trasformazione socialista della società, per un diverso modo di produzione e di sviluppo, per la pace tra i popoli, la difesa della libertà, della democrazia e dei lavoratori. Ma qui ed ora è assolutamente necessario lottare con tutte le forze, con la massima convinzione e determinazione contro chi pratica una barbara violenza, cieca e su scala di massa.
Questo è oggi il primo compito dei comunisti, che nella loro lunga e travagliata storia hanno sempre combattuto in ogni modo il terrorismo, l'oscurantismo medioevale, la barbarie.

Cogliendo l'occasione per invitarti a partecipare pienamente alla nostra campagna congressuale che porterà a dicembre al nostro 2° Congresso nazionale, ti inviamo i nostri più cari saluti.