MUSICA E CENSURA IN AFGHANISTAN

La musica è un arte con radici molto antiche nella cultura afgana.
Dopo l'introduzione dell'Islam sono state aperte scuole di sufismo che fondevano musica e religione. Nel sec XIX la musica giunse nella classi alte della società: durante il regno di re Zahir Shah (1933-1973) fu fondata Radio Kabul destinata a giocare un ruolo cruciale nella promozione della cultura musicale folk afgana. La musica divenne parte integrante di moltissimi riti di "passaggio" come la nascita, la circoncisione, il matrimonio. Solo i funerali venivano celebrati senza accompagnamento musicale.
Durante il regime comunista le autorità incentivarono molto la musica. Seppur nel rischio di incontrare punizioni severissime se si rifiutavano di suonare per il regime, in questo periodo i musicisti trovarono larga possibilità di impiego: molti dimorarono in un quartiere speciale di Kabul fino a quando i mujahedeen non presero il potere. Durante la cosiddetta resistenza antisovietica e ancor più dopo la caduta di Kabul i leaders islamici cominciarono a dare avvio ai primi provvedimenti di censura. Nell'aprile del '92 la musica fu eliminata dalla radio e dalla televisione di Kabul.
Nel '94 quando Hekmatyar giunse al potere come primo ministro di Rabani fu imposta una censura totale su radio, tv, ristoranti, negozi, ecc. Cinema e teatri vennero chiusi. I musicisti furono costretti a prendere una licenza dove fossero specificati i testi che facevano parte del loro repertorio. Era proibito esibirsi con impianti di amplificazione. La musica doveva essere suonata solo da uomini e in luoghi chiusi. Spesso la polizia religiosa arrivava all'improvviso e confiscava gli strumenti per poi restituirli solo sotto un lauto pagamento.
Quando le performances musicali venivano trasmesse in televisione compariva sullo schermo un vaso di fiori al posto delle immagini degli artisti impegnati a suonare. Nemmeno i nomi dei musicisti venivano mai menzionati, né in televisione, né per radio.
Alla loro comparsa nel '95, i Talebani non si limitarono a bandire la musica ma operarono anche dei tagli di corrente elettrica ai set televisivi. Cominciarono a sequestrare veicoli e distruggere musica-cassette. Considerando la musica non conforme alla religione islamica, film, video-casette e anche fotografie vennero viste come contrarie ai codici e ai valori morali dell'Islam.
"..se una musicassetta sarà trovata in un negozio, il proprietario verrà imprigionato e il negozio chiuso….se una casetta verrà trovata in un auto, il conducente verrà imprigionato…". Per evitare che la gente suonasse e ballasse alle feste matrimoniali era prevista la carcerazione del capofamiglia.

Questa censura sulla musica, che in molte regioni continua a permanere, ha un drastico effetto sui matrimoni e le altre celebrazioni, sulla produzione di strumenti, sulla eredità culturale del paese e ovviamente, sulla vita stessa dei musicisti. La mancanza di musica trasforma lentamente l'Afghanistan in una nazione morta. Matrimoni e funerali sono celebrati nella stessa maniera. La censura ha accresciuto il desiderio di musica nella popolazione, che cerca di ascoltarla in segreto nella propria casa. Nei villaggi dove i talebani avevano meno influenza la gente ascoltava la musica e continuava a festeggiare i matrimoni con l'accompagnamento strumentale. Ma la situazione nelle città era tragica.
Riconoscendo che per gli afgani una vita completamente priva di musica era impossibile, i talebani escogitarono una soluzione alternativa: ammettere l'intonazione delle cosiddette "canzoni talebane", ovvero una sorta di marce senza accompagnamento strumentale. Si trattava sostanzialmente di poemi celebrativi della guerra santa contro gli invasori e gli stranieri.


Come già accennato, la censura non rappresenta solo un disastro culturale per il paese intero ma anche un vero problema di sopravvivenza per migliaia di artisti. Molti sono dovuti emigrare in Pakistan ma difficilmente riescono a mantenere le proprie famiglie.
Dal punto di vista culturale, la contaminazione della musica afgana negli artisti in esilio è ben più che una minaccia. La musica afgana in California è particolarmente orientata verso il pop occidentale. È anche una questione di tecnologia: é molto poco probabile trovare in California strumenti tradizionali afgani. È più semplice trovare strumenti indiani. Le conseguenze sono quelle di una progressiva e inesorabile perdita della musica afgana delle origini.
È importante sottolineare che la censura sulla musica non è attribuibile all'Islam. Ci sono molti altre religioni che non approvano, i quakeri (tra cui George Fox, per esempio che andava in giro cercando di impedire la gente dal suonare), o alcune sette buddiste. I pashtun, infatti, dalla cui etnia è emersa la maggior parte dei talebani, storicamente sono sempre stati amanti della musica. Finché i talebani hanno cominciato a diffondere una presunta affermazione di Maometto seconda la quale a chi ascolta musica verrà versato piombo fuso negli occhi il giorno del giudizio. Inutile dire che questa affermazione è di più che dubbia autenticità.
Secondo John Baily, etnografo musicale specialista della storia afgana, le radici di questo sentimento sono da ricercarsi nei primi anni del periodo comunista, quando una enorme massa di rifugiati afgani ha comunicato a popolare i campi profughi in Pakistan. Milioni di persone che vivevano in condizioni assolutamente precarie e squallide. Nella cultura afgana è molto forte il sentimento di lutto dopo la morte di qualcuno. Secondo Baily questo sentimento religioso, legandosi ad un lutto che sembrava diventare permanente per le condizioni dei rifugiati avrebbe favorito la nascita dell'attuale censura sulla musica.
In molte località i matrimoni hanno due diverse feste per gli uomini e per le donne: i primi sono intrattenuti da artisti uomini e le seconde da artiste donne. Queste ultime si recano alle 6 di sera alla festa matrimoniale, suonano fino alle 2 di notte, dormono con le ospiti presso il luogo del matrimonio e verso le 10 di mattina ricominciano e suonare fino a sera…
Da sempre un enorme numero di musicisti era composto da donne perché le feste matrimoniali sono abitualmente accompagnate dal suono dei tamburelli, di competenza tradizionalmente femminile. Il tamburello infatti, non è visto come uno strumento e cantare e suonare i tamburelli non è visto come fare musica.
Le musica femminile è in serio pericolo perché tra le comunità in esilio sono pochissime le donne che hanno studiato i fondamenti teorici della musica afgana e senza un apparato teorico diventa difficile ogni tentativo di supporto culturale. All'incapacità di scrivere la musica per tramandarla si aggiunga poi la mancanza di mezzi per registrarla e si avrà il quadro di un'arte minacciata di scomparire.

La decisione di sostenere la scuola femminile di musica di Kabul nasce anche dalla valutazione dell'effetto terapeutico della musica. Secondo vari rappresentanti delle organizzazioni umanitarie che se ne occupano, la gente in esilio non ha solo bisogno di aiuti materiali ma anche di supporto psicologico. Queste persone non muoiono di fame. Hanno bisogno di qualcosa che risollevi loro il morale. La musica ha un ruolo di grande importanza nella vita umana. È la gente stessa che chiede di ascoltare artisti suonare. Soprattutto nei campi profughi dove la gente sente se stessa e la propria cultura sottovalutata, trova estremamente incoraggiante ogni celebrazione delle proprie radici culturali.