Qualunque cosa accada
una sola cosa è sicura: il tempo non si ferma ad aspettare nessuno.
E così era stato
anche per quell'estate, che era scivolata via come l'acqua tra le mani, e un
nuovo anno scolastico si apprestava ad incominciare nella Scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts.
Per un motivo o per l'altro, Severus Piton si trovava a varcare ancora la soglia della Sala Grande il mattino del giorno dell'arrivo degli alunni, con i suoi colleghi eppure nel contempo da solo: sentiva infatti la mancanza di Naleh, la donna di cui si era innamorato due anni prima, che era stata allontanata alla fine del precedente anno scolastico da Hogwarts, accusata di distrarre dal suo compito il professore. Severus si ricordò le parole con cui la giovane lo aveva lasciato: “ ... E anch'io verrò a farti visita ogni tanto... “ gli aveva sussurrato facendogli l'occhiolino prima di partire per chissà dove, e lui ci aveva pensato per tutta l'estate, ansioso di tornare in quella scuola per vederla di nuovo.
Le sue speranze,
però, erano deboli: aveva provato infatti a scriverle diverse volte, ma da lei
non era arrivata alcuna risposta. Che l'avesse dimenticato? Che lui si fosse
solo illuso pensando che Naleh ricambiasse il suo amore?
Del resto, proprio
l'anno prima, era venuto a sapere che lei provava qualcosa aldilà dell'amicizia
per un altro uomo: Lucius Malfoy.
Proprio allora,
Lucius gli si accostò: - Allora, Severus. Hai più avuto notizie da Naleh? - in
quel momento, Piton si diede dello stupido per non aver approfondito
quell'argomento con la donna. - No. Non l' ho più rivista dalla fine dell'anno
passato... - rispose laconico. - Peccato... eppure mi sembrava che ricambiasse
pienamente i tuoi sentimenti per lei... - disse Lucius.
- Lo credevo anch'io.
Non so... magari era impegnata... -
- Si, è possibile.
Scusami ora, devo sistemare alcune cose prima di sta sera... -
- A dopo, allora. -
disse Severus, e si diresse verso il suo ufficio.
Il sole tramontò
dietro agli alberi della foresta proibita e le prime stelle trapuntarono il
cielo scuro. Di lì a poco, i vecchi e i nuovi studenti sarebbero arrivati e
avrebbero preso posto ai tavoli delle quattro case per dare inizio al banchetto
di inizio anno. Così fu.
Alla fine del
banchetto, gli alunni andarono ai loro dormitori e i professori nelle loro
stanze.
Severus raggiunse la
sua e prese la bacchetta per aprirla, ma appoggiata la mano sulla maniglia
scoprì con grande sorpresa che... era già aperta.
Il professore
aggrottò la fronte e strinse più forte la bacchetta. Lentamente aprì la porta e
guardò dentro: una giovane donna, bionda e con mezza maschera sul volto gli
sorrise. - Era ora! Cominciavo a pensare che aveste organizzato un pigiama
party nella Sala Grande... -
- Naleh! - esclamò Piton richiudendo la
porta alle sue spalle - Ma come... quando...? -
- Trucchetti del
mestiere, mio caro. Nessuna chiusura magica può dividerci. - I due si
abbracciarono. - Oh, Naleh... ma dov'eri? Perché non hai risposto alle mie
lettere? -
- Lettere? Quali
lettere? - domandò la giovane - Non ho ricevuto nessuna lettera quest'estate...
-
- Ma come? Ti ho
scritto centinaia di volte... -
- Strano... qualcuno
deve averle intercettate... oh, vabbè, non ha
importanza ora! -
disse lei sorridendo.
- Giusto. Ma
adesso... te ne vai di nuovo? -
- Beh, sono appena
arrivata... e poi non è un gran che dormire fuori... fa così freddo... Mi
ospiti per questa sera? -
Severus le sorrise a
sua volta - Certamente. -
Severus si svegliò
con le prime luci del sole, Naleh nuda al suo fianco sotto le coperte, con una
mano sul suo petto. La guardò e le accarezzò dolcemente i capelli. - Ehi...
sveglia piccola... - le sussurrò. La giovane si stirò e aprì gli occhi -
Ciao... - disse.
- Hai avuto freddo,
stanotte? -
- No no... dovresti
ospitarmi più spesso sai? E' molto meglio che dormire sull'erba... - Severus le
sorrise - Beh, ora devo andare. Tra non molto ho lezione. - Naleh gemette
contrariata - Uffa... devi proprio andare? -
- Purtroppo sì. E
faresti meglio ad andare anche tu adesso che dormono ancora tutti. Se ti
trovano ad Hogwarts anche quando Silente ti aveva detto di non tornare, verrai
sbattuta fuori di nuovo, figuriamoci se ti trovano nel mio letto... -
- Verremo sbattuti
fuori in due... - ridacchiò - Ok, hai ragione. Se mi cerchi, sono nella
foresta. - disse rivestendosi. Poi aprì la porta e lo salutò - Ci vediamo... -
e andò via.
Piton si vestì a sua
volta e andò nella Sala Grande, sebbene fosse molto presto e questa fosse
deserta. O almeno così sembrava…
E così, per molte
sere, Naleh andò a fare visita a Severus, aspettandolo sempre nella sua stanza.
Un giorno, però, non
andò tutto come al solito: la giovane era uscita dalla foresta e si stava
avviando a grandi passi verso il castello, quando due forti braccia
l’afferrarono e la trascinarono dietro a un albero. – Ma che cosa…? – esclamò lei, poi un raggio della luna illuminò il
volto di colui che l’aveva presa e lei rimase senza fiato: in piedi davanti a
lei, con le mani che ancora le stringevano le braccia, c’era Lucius Malfoy.
- T…tu… -
- Sei sorpresa di
vedermi? – domandò lui con un ghigno.
- Ma come… come
sapevi che ero qui?! -
- Ti ho vista, sai?
Qualche mattino fa, che correvi verso la foresta. Da allora ti ho spiata di
nascosto, sapevo che non avresti resistito tanto a lungo senza il tuo Severus…
-
Naleh lo guardò, una parte di lei che desiderava scomparire, l’altra che avrebbe voluto gettarglisi al collo. – Che cosa vuoi da me…? – chiese, esasperata.
- Io Voglio te. – disse lui. Una lacrima rigò la
guancia della giovane mentre lui la stringeva fra le braccia. – Perché… -
mormorò lei. Poi gridò più forte, piangendo e battendo i pugni chiusi sul petto
dell’uomo – PERCHE’?! PERCHE’ MI HAI FATTO QUESTO?! – Lui lasciò che si
sfogasse l’abbracciò più forte. – Perdonami. Ho sbagliato. Io ti amo ancora… -
- …Bugiardo… - disse lei tra le lacrime.
- Dammi ancora una
possibilità… ho bisogno di te… -
- BUGIARDO! – esplose
Naleh, liberandosi dalla stretta di Lucius. – Ma per chi mi hai preso?! Ho scritto “deficiente” sulla fronte per
caso?! –
- Ti prego, Naleh… -
- Io ti amavo sul
serio, sai? Non ho mai smesso di amarti
lo sai?! No, mio caro. Tu sei scappato con quella Narcissa senza dirmi
niente, avete avuto un figlio, porca
miseria! Ma adesso basta. Ci sono cascata una volta, ma ora basta. Non mi
faccio più incantare da te. Io… - Lucius non la lasciò finire, ma le si
avvicinò e la baciò. Di nuovo, una parte della giovane avrebbe voluto prenderlo
a schiaffi, l’altra sarebbe stata lì per sempre, Lucius baciava così bene… - Ti
prego… - lo implorò – Lasciami andare… -
- Tu mi vuoi ancora.
Lo so che mi desideri. Smettila di mentire a te stessa, Naleh. – disse lui –
Vai, ora. Torna da Piton. Ma rifletti su ciò che ti ho detto. – Naleh lo guardò
ancora per un istante, poi, invece di andare al castello, si girò e tornò di
corsa nella foresta.
La sera dopo fu
Severus ad andare dalla giovane, al limitare della foresta. Naleh, quando lo
vide arrivare, sentì un nodo stringerle lo stomaco: avrebbe preferito
affrontare cento leoni piuttosto che affrontare lui, dopo la notte scorsa.
- Ciao! Perché non
sei venuta ieri sera? Ti aspettavo… - disse Piton, quando le fu di fronte
- Io… non ho potuto…
- rispose lei cercando di evitare il suo sguardo.
- Cosa c’è? Qualcosa
non va? -
- No, niente,
Severus… è che sono… un po’ stanca… - Piton le sollevò dolcemente il mento, per
indurla a guardarlo in faccia. – Mi hai fatto una promessa, ricordi? Niente
segreti. – la giovane sospirò, cercando le parole per spiegargli cos’era
successo la sera prima. – Allora? – incalzò lui.
- Vedi… ieri sera,
io… stavo venendo da te e… ho incontrato Lucius. – Sentendo quel nome, Severus
pensò di aver capito. – Che cosa ti ha detto? – domandò.
- Ecco… ricordi
quando ti ho detto che avevo una storia con lui… mi ha detto che mi ama ancora,
e che vorrebbe riprovare a… - non continuò, vedendo l’espressione sul viso di
lui.
- Riprovare… riprovare… RIPROVARE A FAR COSA?! SI E’
DIMENTICATO DI ESSERE SPOSATO?! -
- Ti prego, Severus,
calmati… -
- Che cosa gli hai risposto, Naleh? -
- Non fare domande di
cui sai già le risposte! Lo sai che io ti amo… ! -
- Sai… - disse Piton
in tono grave – Io invece comincio ad avere qualche dubbio. – Naleh rimase
senza fiato per un po’. Quando tentò di replicare, però, il professore si era
voltato e ora si avviava a grandi passi verso il castello, il mantello nero che
frusciava alle spalle.
Il mattino dopo, al
castello, si presentò la persona che meno Severus desiderasse di vedere dopo
quello che aveva passato: con un vestitino rosa e le lunghe unghie laccate
dell’identico colore, Rita Skeeter fece il suo ingresso nella Sala Grande.
- Rita! Ma che cosa… -
- Via, via, Minerva…
ti pare questo il modo di trattare una vecchia amica? – sogghignò la donna.
- Rita… che (ehm) piacere riaverti qui… - Silente, nonostante fosse tutt’altro che felice di rivederla, non rinunciò alla sua abituale cortesia. – E dimmi, dunque, qual buon vento ti porta? -
- Vento di scoop, mio
caro professore. – disse, volgendo lo sguardo a Piton che ricambiò con
un’occhiata raggelante delle sue – Un uccellino mi ha detto delle cose molto
interessanti sul vostro collega… Ah, signor Malfoy, vedo che c’è anche lei,
molto bene… -
- Che cosa vuoi insinuare donna… sempre che
sia corretto chiamarti così… - sibilò Lucius minaccioso.
- Oh, lei mi ferisce…
- disse la Skeeter in tono sarcastico – Beh, farà meno il serpente dopo che mi
sarò messa al lavoro – poi rivolta a Silente – Buona giornata. Ci vedremo
presto. Giusto il tempo di scrivere un’importante articoletto sulla Gazzetta… - ciò detto, uscì dal castello
e si ebbero sue notizie solo qualche giorno dopo.
Infatti, sulla Gazzetta di un mattino successivo
spiccava un articolo firmato Rita Skeeter:
HOGWARTS:
SCUOLA O SOAP OPERA?
***
Ebbene sì, miei cari lettori increduli, sembra che l’impenetrabile “cuore” di Severus Piton, insegnante di Pozioni alla famigerata scuola di Hogwarts, sia stato sconvolto da inconsuete emozioni.
Pare infatti che, due anni
fa, sia giunta a Hogwarts una donna, una draghiera che si fa chiamare Naleh,
che sembra abbia suscitato un certo “interesse” nel professore…
Ma recentemente, il
poveruomo ha fatto una triste scoperta: infatti nel cuore di lei v’è un altro
individuo, che ora ha la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure nella scuola.
Il signor Piton non ha
voluto rilasciare interviste, quando la vostra intrepida giornalista lo ha
trovato in lacrime nel suo ufficio…
L’articolo continuava
per un’intera pagina a inventare strani sviluppi della vicenda e si concludeva
solo alla fine della pagina con la firma della giornalista. Severus, che aveva
finito di leggere, fremeva di collera. – Quella… donna… -
- Già, è incredibile
la fantasia che ha, non è vero, Severus? – disse Allock ripiegando il giornale.
Piton invece di rispondere, fece a pezzi la sua copia della Gazzetta e si alzò dal tavolo.
Improvvisamente si
sentì un urlo provenire dal parco. Tutti, alunni e professori, si affacciarono
ai finestroni per guardare cosa stava accadendo, e ciò che videro li lasciò
senza fiato: un grande drago blu e argento incombeva, sollevato da terra
sbattendo le grandi ali, su una donna stesa a terra che lo guardava impietrita:
Rita Skeeter.
- Oh no… - mormorò
Severus riconoscendo il drago.
- Severus, ma cosa…?
– domandò la Mc Granitt, ma Piton non rispose e si precipitò fuori.
- NO! FERMA…! –
gridò. Il drago si voltò verso di lui, ma prima che potesse fare qualcosa, un
coro di voci maschili gridò: - Stupeficium!
– e il drago si accasciò a terra, vicino alla Skeeter. Charlie Weasley e degli
altri draghieri corsero verso la creatura e Severus li imitò, scendendo di
corsa la scalinata del maniero.
- Ehi! Ma questa non
è Rita Skeeter? Beh, quasi non mi dispiace che…
Ah, salve professor
Piton! – disse Charlie vedendolo.
- Ma siete impazziti?! Che cosa avete… -
- Oh, non si
preoccupi, il drago non si è fatto niente… è solo un po’… - ma all’improvviso
il drago scomparì, lasciando al suo posto Naleh.
Charlie Weasley e gli
altri draghieri rimasero a bocca aperta. Non sapevano nulla del patto con
Thakisis. – N…Naleh?! Ma come è… - Ma Charlie non poté ancora finire la frase,
perché accadde qualcosa: la donna si svegliò, l’occhio solitamente verde era
rosso acceso, e li scrutava minaccioso. Severus si ricordò di quell’occhio: era
già successo infatti che Naleh mutasse in quel modo e istintivamente, ma appena
in tempo si coprì naso e bocca con una mano: infatti, lei alitò in faccia ai
draghieri che persero i sensi. Poi si voltò verso Piton ma non lo attaccò.
- Chi…Chi sei tu?! – domandò lui
- Io sssono Kali,
ssserva della regina Thakisisss - sibilò lei.
- Che cosa hai fatto
a Naleh?! -
- Ho sssolo preso in
pressstito il suo corpo, Ssseveruss. –
- E’ stata Thakisis a
mandarti qui? – ringhiò Piton in collera
- No, non lo avrebbe
mai fatto… sssono qui per ragioni
persssonali… -
- SPIEGATI! – Kali
sogghignò, divertita nel vedere l’uomo adirato.
- A parte vendicare
l’offesa che quella donna – disse indicando la Skeeter, svenuta lì vicino – Ha
recato a te, che sssei protetto della mia regina, sssono qui per rendere
giussstizia ai draghi. -
- Che intendi dire? - sibilò Piton
- A
causssa di Naleh, la grande Berillinthranox si è ssssacrificata! E’ un gesssto
indegno di un drago, un’offesa per i principi dei sssuoi nobili fratelli! –
Severus tacque impensierito.
- Naleh merita di morire. La perdita della
nostra valorosa sssorella è molto grave… -
- TACI!E’ STATA BERYL
A DECIDERE DI SACRIFICARSI, NALEH NON C’ENTRA! – urlò Piton perdendo il
controllo. – Vattene ora. Lasciala in pace. – riprese con più calma. Kali
sorrise malignamente – Il tradimento di Naleh non resssterà impunito. Ci
vedremo ancora, Ssseveruss Piton. – sibilò. Subito dopo, un fumo rosso uscì
dalla bocca di Naleh, che si accasciò fra le braccia del professore.
Casa Ridde. Voldemort
stava sprofondato nella sua poltrona, rivolto verso il caminetto acceso,
Codaliscia al suo fianco.
Dalla porta della
stanza, entrò un fumo rosso che prese la forma vaga di una figura metà donna e
metà drago.
- Ben tornata, Kali.
Hai svolto un ottimo lavoro. –
- Sssono onorata di
compiacere al mio sssignore. –
- Quella stolta della
tua regina ha deciso di tradirmi…Sai, temo che sia infatuata di Severus Piton…
- Kali strinse i pugni. – Thakisis ci ha voltato le ssspalle… E’ una vergogna
per i ssuoi setsssi figli… Ma il sssuo più grande errore è sstato quello di
voltare le spalle anche a voi. –
- Trovo anch’io.
Sarebbe ora che qualcuno con le idee più chiare prendesse il suo posto, non
credi? – Kali scoprì i denti appuntiti in un ghigno d’intesa.
Naleh si risvegliò
distesa su un lettino dell’infermeria. Si portò una mano alla testa che le
faceva male e si guardò intorno: era da sola.
All’improvviso, però,
sentì delle voci provenire da fuori. Una era quella di Cornelius Caramell.
- Temo che dovremmo
portarla via, Severus. –
- Portarla dove di preciso, Cornelius? Non la
porterete ad Azkaban, voglio sperare… -
- Cerca di capire… ha
aggredito delle persone… Rita Skeeter e quei draghieri… -
- Era posseduta! Non sapeva ciò che stava
facendo! –
- Hai delle prove? – Severus tacque. Caramell riprese: - Inoltre è anche un animagus non registrato… -
- Non è esattamente
un animagus, è… è diverso… -
- La donna ha
comunque dei precedenti piuttosto equivoci… è per il bene di tutti, credimi.
Verrà processata regolarmente, c’è possibilità che esca da presto Azkaban…
Fatti da parte, ora, devo prelevarla. – la porta dell’infermeria si aprì, ma…
Naleh non era lì. Al suo posto sul suo lettino, c’era una lettera che Severus
prese e lesse tra se e se:
Mio caro Severus,
perdonami se me ne vado così di nascosto, ma dalla tua conversazione
con Caramell ho capito che non posso restare. Non so quando tornerò, non so se
tornerò, ma è meglio per entrambi aspettare che le acque si siano calmate.
Spero che tu capisca questa mia decisione. A presto.
Tua per sempre,
Naleh.
- Oh, perfetto. Dopo
Black, anche questa ci doveva scappare. E’ tanto se non mi butteranno fuori dal
Ministero…se non altro, dopo quello che ha passato, Rita Skeeter non scriverà
per un po’ di tempo… - detto ciò, il Ministro uscì seccato dall’infermeria,
lasciando solo Piton, con la lettera di Naleh. – E così…mi sfuggi ancora, eh? –
mormorò. Sulla soglia, Lucius Malfoy lo stava osservando, la mano in tasca che
stringeva le lettere che Severus aveva scritto quell’estate alla donna di cui
era innamorato…