CONCLUSIONI

 

Autrice: Dany          Censura: v.m.14? In effetti c’è solo un bacio.

Pairing: c’è ma non ve lo dico^^

Note: tutti i diritti ecc, ecc.  È il seguito di Conseguenze, che è il seguito di L’Attacco e vi prometto che questa storia finisce qua.

 

Il sole era già sorto da diverso tempo, ma aveva impiegato tempo per trovare il modo di far penetrare la sua luce fra i bastioni ed i muri e raggiungere la stanza situata nei sotterranei.

Severus Piton, insegnante di Difesa dalle Arti Oscure della scuola di Hogwarts, aprì un occhio, cercando di mettere a fuoco l’orologio sul comodino: erano le 9:30 di un freddo Sabato di Gennaio e lui non aveva alcuna intenzione di alzarsi.

Spostò pigramente lo sguardo sul cassettone in fondo alla stanza, mentre sentiva sotto le dita, nell’altro lato del suo letto, qualcosa che di certo non erano le lenzuola: pelle calda che si alzava e si abbassava al monotono respiro.

Girò la testa e restò a guardare il corpo addormentato di Remus Lupin, ex compagno di scuola, ex lupo mannaro e, a quanto pareva, ex rivale e nemico da disprezzare.

Che ci faceva Remus nel suo letto? Come diavolo aveva potuto finire in una situazione simile?

D’accordo l’euforia di aver riscoperto l’incantesimo che faceva tornare uomini i lupi mannari indotti, d’accordo l’esaltazione di aver eseguito un incantesimo di quella portata alla perfezione, ma, diavolo, finire al letto con il “risultato”!!

Ripensò, con un misto di disgusto e nausea, al modo in cui aveva cincischiato la sera prima con Lupin: come due innamorati che si stuzzicano maliziosi... bleah!

Certo, ciò che era seguito era stato alquanto piacevole e avevano scoperto di avere un’intesa a dir poco perfetta... sembravano sincronizzati con il cronometro, però...

La sua parte oscura ed orgogliosa gli diceva di alzarsi e buttare fuori dal letto quell’inopportuno diversivo, ma la voce, per una volta, sembrava venire da distanze abissali e risultava fiacca e senza senso; la sua parte romantica, piccola ed estremamente sfiatata, completamente rimbecillita, stava cantando sottovoce una canzoncina orrenda - ...mi chiamerai/trottolino amoroso du du, da da da..., ma all’improvviso spuntò la parte coccolosa, che Piton non aveva mai neanche sospettato di avere, e che lo fece rannicchiare contro il corpo caldo di Lupin: al diavolo tutti questi pensieri complicati! Era successo, ci stava bene: che aveva da lamentarsi e grattarsi? Avere qualcuno...non si era detto che se avesse avuto un’altra possibilità...?

Chiuse gli occhi, deciso a dormire per almeno un’altra mezz’ora. A dopo i pensieri esistenziali.

 ...un gattino bagnato che miagolerà...

 

Praticamente nello stesso istante qualcuno di terribilmente agitato faceva il suo ingresso nella scuola: non vedendo tornare a casa Lupin, Sirius Black era andato ad indagare cosa fosse successo all’amico.

Si bloccò di fronte alla faccia di gargoyle che bloccava l’ingresso alla torre di Silente: il terribile vecchietto aveva di nuovo cambiato la parola d’ingresso e sicuramente era qualcosa di assurdo.

Fortunatamente stava sopraggiungendo la McGrannit.

- Per fortuna! Devo assolutamente parlare con il preside, McGrannit!

La professoressa lo guardò incuriosita.

- Certo Sirius! La parola è limoncello ghiacciato, ma come mai è così agitato?

La faccia di pietra ruotò ed i due maghi salirono sulla scala a chiocciola mobile.

- Ha visto Remus?

Gli occhi della professoressa scintillarono ed il suo viso prese un espressione strana.

- Ah...uh...sì! È qui ad Hogwarts... sta bene...molto bene...

Sirius guardò perplesso Minerva, ma nel frattempo erano arrivati: la maga bussò e subito ricevettero l’invito ad entrare.

Silente sollevò gli occhi dalla posta appena arrivata e sorrise.

- Sirius! Qual buon vento ti porta qui?

- Beh, ieri sera Remus è venuto qui su richiesta di Piton – il suo tono tradì una nota di disgusto – ed era la notte della trasformazione! Questa mattina, poi, non è ancora tornato, né mi ha fatto sapere niente ed ero un po’ preoccupato...

Silente si schiarì la gola e si aggiustò gli occhiali sul naso: la stessa strana espressione.

- Credo che non ci sia motivo di preoccuparsi... penso proprio di no! Lui è qui e sta molto bene...sì: è andato tutto bene! Sì!

Black si tranquillizzò un po’, ma era anche incuriosito dagli strani toni dei due maghi della scuola.

- Bene. E c’è qualcosa che dovrei sapere? Adesso dov’è?

Silente lo guardò in tralice.

- Forse sarà meglio se parli con lui. In quanto a dov’è... beh, la mia è una pura supposizione... in effetti potrei sbagliare completamente...dopotutto è stato un attimo...

- Eh?

- Beh, credo che sia in camera di Piton, ma forse è meglio se aspetti che salgano per la colazione!

Sirius non poteva giurare che sotto  i folti peli bianchi della barba la pelle di Silente avesse assunto un’improbabile colore rosato vivo, ma il tono del preside tradiva... imbarazzo?

Che ci faceva Remus in camera del verme di prima mattina?!

La sua ingenua mente non riuscì a concepire nulla di più indecente di una conversazione su qualche nuovo ritrovato chimico... perché nulla altro era concepibile tra quei due!

*

Piton si stava aggiustando nervosamente il colletto del vestito davanti allo specchio, gli occhi scuri socchiusi in un’espressione di estremo fastidio; Lupin, vestito e seduto sulla sponda del letto lo guardava divertito.

- Sai, mi stavo giusto chiedendo quanto sarebbe durata!

L’altro lo guardò torvo.

- A che ti riferisci?

- Alla tua trasformazione in essere umano!

Piton sbuffò.

- Pensaci a mente fredda, Remus! Non ti sembra totalmente assurdo ciò che è successo stanotte?

Lupin si alzò ridacchiando e avvicinandosi alle spalle dell’altro gli cinse la vita con le braccia, appoggiandogli la testa sulla schiena.

- Sì!!! Totalmente assurdo e totalmente meraviglioso: in un colpo solo mi hai tolto la maledizione e mi hai dato un compagno!!!

L’altro, che si era irrigidito al tocco, si voltò di scatto, costringendo Lupin a recuperare l’equilibrio.

- Compagno?! Non ti sembra di star correndo un po’ troppo?

Lupin si strinse nelle spalle.

- Se ti va di allungare le cose e complicarti la vita con ragionamenti aggrovigliati dall’orgoglio che si scontrano con la consapevolezza che potresti rendere la tua vita tremendamente più piacevole, soprattutto di notte, grazie al contributo del sottoscritto ...

- Siamo modesti, eh?

- ...se solo ti decidessi ad accettare semplicemente i fatti e darti pace...

- Mi stai facendo venire il mal di testa! Andiamo a fare colazione!

A grandi passi raggiunse la porta e l’aprì, voltandosi poi a guardare spazientito Remus che lo seguiva lentamente.

- E sbrigati! Non mi va di sbandierare a tutta la scuola che hai passato la notte qui!!

- Sei stato tu ad invitarmi: non lo scordare!

- Ero decisamente in uno stato mentale alterato!

 

Nella sala grande trovarono solo due studenti che avevano dormito più del solito e un Sirius agitato che misurava a grandi passi lo spazio davanti alla tavola dei professori.

Quando lo vide, Remus sorrise felice.

- Ehi, che ci fai qui?

Sirius li guardò torvo e si avvicinò ai due, ignorando deliberatamente Severus.

- Non ti è venuto in mente che mi sarei preoccupato, non avendo tue notizie e sapendoti con la serpe?

Piton socchiuse gli occhi e strinse i denti, con il forte desiderio di prenderlo a calci, ma Lupin ridacchiò e lo abbracciò felice.

- Oh, cielo, sono così felice e tu non sai ancora niente!

Piton lo guardò stizzito, notando che il suo “compagno” aveva una sgradevole facilità nel buttare le braccia intorno al collo altrui...

...vattene amore...gweah! (avete presente quando la canzoncina più assurda e demente vi si fissa nel cervello e non riuscite a schiodarla in nessun modo?)

 

Sirius si scostò da Lupin e lo guardò paziente.

- Perché, cosa è successo? Il serpente a sonagli è riuscito a trovare una pozione più decente?

- Ehm, no! Direi che sei ancora lontano!

- ...vediamo...la vipera ha trovato il modo di bloccare la trasformazione?

- No! Provaci ancora!

- Uhm, la biscia ha trovato il modo di ridurre la tua maledizione?

- TU CONTINUA AD INSULTARMI E TROVERÒ IL MODO DI RIDURTI I CONNOTATI!!!

- Sii paziente Severus e tu, Sirius, cerca di non insultarlo: è riuscito a fare molto di più!

Sirius sbuffò

- Non mi sono mai piaciuti gli indovinelli, lo sai! Che ha fatto il rettile?

- Beh, diciamo che tornato a casa posso buttare la polvere anti-pulci... –rispose Lupin con un sorriso furbo.

- Vuoi dire che la pozione che ti prepara funzionerà anche contro i parassiti?

Piton ridacchiò della scemenza di Black e Lupin sospirò perché Sirius era un caro amico, ma a volte aveva difficoltà a capire le allusioni.

- No, Sirius! Posso buttarla via perché... non mi trasformerò mai più in un lupo! – e a quel punto non poté reprimere un sorriso un po’ idiota, ma che gli sgorgava direttamente dal cuore.

A quel punto era impossibile non capire e Sirius rimase letteralmente a bocca aperta.

- ...tu...mai più...

- Mai più, mai più! – gongolò l’ex lupo mannaro.

- Ma come... – Sirius spostò lo sguardo dall’amico al nemico: dove l’aveva trovato, Piton, l’incantesimo?

Ma poi la gioia per l’amico superò la rabbia per il fatto che fosse stato il serpente a trovare la soluzione: Lupin era raggiante di gioia e questo segnava la fine di molti suoi problemi ed era questo l’importante.

Si aprì anche lui ad un sorriso radioso.

- Sono felice, davvero felice, Lupin! E’ meraviglioso... – poi si fece avanti un sospetto – ma cosa ti ha chiesto lui in cambio?

- IO, non sono come te, Sirius! Non gli ho chiesto nulla in cambio e d’altra parte cosa pensi che potrebbe darmi LUI, in cambio per una cosa del genere? – soffiò Piton sempre più irritato verso l’altro.

- Beh – ammiccò Lupin – Qualcosa in cambio te l’ho data!

- Ahah!! Lo sapevo! Che cosa gli hai dato?!

Piton sbiancò, guardando allarmato Lupin: ma non poteva essere così stupido da dirglielo!

- Uhm...sarebbe una cosa privata... e poi diciamo che è qualcosa che ci siamo scambiati... –

Piton alzò gli occhi al cielo: di questo passo...

Afferrò Lupin per il braccio, dimentico completamente che ancora non avevano fatto colazione.

- Vieni con me!! Ci sono delle cose che dobbiamo mettere ancora a punto!

Ma Black afferrò Lupin per l’altro braccio.

- Qui nessuno si muove finché non so la verità!! Ti conosco Severus: tu sei capace di fare qualcosa disinteressatamente quanto un serpente è capace di volare!!! Che cosa gli hai chiesto??!! Dimmelo!

- Io non gli ho chiesto niente! E’ stata una sua idea, cane rognoso! E adesso togliti dalle scatole!

Lupin era un tipo buono e paziente, ma essere strattonato da destra a sinistra, come una corda, proprio non gli andava giù e poi aveva fame.

- Basta! – esclamò esasperato, liberandosi dalle prese, e con la coda dell’occhio notò i pochi ragazzi presenti che si stavano godendo la scena.

- Vi faccio notare che non siamo soli e voi vi state comportando come bambini!

- Piton si bloccò e si girò a guardare in cagnesco i ragazzi.

- Fuori di qui voi!! O vi tolgo 10 punti a testa!

I ragazzi corsero fuori immediatamente.

 

Piton stava ancora guardando verso la porta che si stava chiudendo, quando il cuore gli mancò un colpo.

- ...abbiamo solo scoperto di avere gli stessi gusti sessuali e questo ha risolto un problema ad entrambi...

L’IDIOTA!

Si girò di scatto, sperando che anche questa volta Sirius avesse mancato il messaggio, ma Sirius era rimasto pietrificato ed il suo volto era diventato cangiante, attraversando tutta una tonalità di pallori, rossori, verdastri, per infine fermarsi su uno scuro “ira”.

Guardò Lupin come avrebbe potuto guardare un tenero agnellino tra le grinfie del lupo...meglio: tra le spire di un serpente a sonagli. Poi si girò a guardare il rettile e gli occhi fiammeggiarono: aveva capito benissimo!

- TU! – sputò con tutto il disprezzo che il linguaggio umano possa esprimere – DEPRAVATO! Laido essere ignobile! Pervertito! Debosciato! Scostumato! Degenerato stupratore!

Piton lo guardò con gli occhi ridotti a fessure: ne aveva davvero abbastanza di essere insultato.

- Piantala di dire idiozie!! E’ stato il tuo amichetto a buttarmi le braccia al collo!!!

- E tu, bastardo figlio di  CENSURA  hai approfittato della sua manifestazione di gioia!!!!!

- ... ed è stato lui a baciarmi per primo, s CENSURA !!!

- Pensi che ti creda, m CENSURA che sei? Porco!!!

- Non m’importa un c CENSURA di quello che credi, p CENSURA !

 

Lupin guardò allarmato i due: l’aria si stava scaldando sempre più e ormai non sarebbe mancato molto a quando avrebbero tirato fuori le bacchette.

Inoltre in quel momento si aprirono le porte ed entrarono Silente e la McGrannit, attirati dalle urla che si sentivano da fuori.

Videro i due che si fronteggiavano in una sfera di negatività, come due cani pronti all’attacco, l’aria vicina al punto di fusione, le mani che già si dirigevano verso le bacchette.

Silente alzò gli occhi al cielo vagamente disperato: avrebbe fatto avere l’Ordine di Merlino a chiunque fosse riuscito a stabilire un accordo di non belligeranza tra quei due. La pace era qualcosa al di fuori della portata umana. Poi spostò lo sguardo verso il pavimento, guardando allarmato il punto in cui quei due disgraziati stavano litigando.

- FERMI!!!!

Ma era troppo tardi: l’aria sembrò scurirsi ed il pavimento prese a tremare con un boato. Quindi si aprì, ingoiando i due litiganti, che si trovarono a fissare una mezza sfera, più nera della notte, che pulsava radiante di felicità.

- Argh!

I due saltarono indietro spaventati: Silente si era dimenticato di dire che quando si apre il Pozzo dell’Inferno, anche se poi torna a chiudersi il posto resta per molto tempo...sensibile. Un ambiente carico di odio allo stato puro come quello che si era creato attorno a Black e Piton, proprio sul punto dove si era aperto il Pozzo, era davvero un invito per il male: quei due erano già pronti a scannarsi, bastava solo una piccola spintarella per avere il loro sangue.

Nel frattempo le due vittime designate stavano guardando la sfera terrorizzati: era obbligatorio smettere immediatamente di odiarsi, ma la cosa appariva già difficile in superficie, senza nessuno che ti spinge giù dalla collina. Piton aveva già avuto esperienza del lento insinuarsi di pensieri venerei nella mente e sentiva l’odio per il rivale aumentare... se lo avesse ucciso laggiù avrebbe potuto dare la colpa al Pozzo e nel frattempo si sarebbe liberato per sempre di quella sciagura.

Black stava pensando la stessa cosa e a complicare la faccenda c’era la certezza di essere perfettamente capace di farlo, visto che in fondo ci aveva già provato: adesso gli appariva chiaro che, quando aveva tirato lo scherzo a Piton, quand’erano a scuola insieme, anche se aveva giurato a Silente di non aver pensato a quanto poteva essere pericoloso mettere Piton a contatto con Lupin trasformato in lupo mannaro, in realtà, nei recessi più bui del suo cuore, era perfettamente conscio del rischio e se Piton fosse rimasto ucciso non gliene sarebbe importato meno... era un pensiero terribile, ma era così.

 

I due si guardarono.

- Ascolta! – la voce di Piton tremava leggermente – Lo so che ci odiamo e la cosa è impossibile da risolvere, ma se vogliamo uscire vivi da qui, perché o usciamo insieme o ci uccidiamo a vicenda e non esce nessuno, per l’amor del cielo pensa a qualcosa di buono: pensa ad Harry e come sarà piacevole vivere nella stessa casa – Severus si sforzò al massimo per non vomitare a quell’idea repellente e per un attimo lottò contro il pensiero odioso di due mostri nella stessa casa.... – Pensa a Remus, pensa a quanto ci siamo divertiti insieme...e va bene! Ho passato una notte fantastica con lui e... e voglio avere altri notti così... se il mostro non si mette in mezzo...NO! NON PENSARE A LUI! Pensa a Remus, da bravo, a come sarà piacevole avere qualcuno con cui passare le serate...

 

La sfera osservava annoiata: quello alla sua sinistra se lo ricordava e non gli piaceva per niente, era tanto oscuro in superficie quando indefessamente puro nel più profondo del suo essere... già gli faceva venir voglia di sprofondare di nuovo nel nero dei suoi sogni oscuri di morte.

E quello alla sua destra?

 

Sirius Black stava cercando disperatamente quanto inutilmente di pensare al suo figlioccio Harry, perché dai più bui recessi del suo cuore stava emergendo una verità ben più tremenda ed era troppo tardi per ignorarla. Non poteva far nulla, se non “odiare” Piton, perché infondo la colpa era solo sua…

 

La sfera osservò i sentimenti del mago.

E, disgustata, sprofondò di nuovo, completamente, lasciandoli a guardarsi alla tenue luce che adesso arrivava dall’alto.

Piton e Sirius tirarono un sospiro di sollievo.

- Sei riuscito a pensare ad Harry? – chiese Piton.

- No…

- E allora come mai ci ha lasciato andare? Hai pensato che ti potevi accontentare di picchiarmi e prendermi a calci invece di ammazzarmi?

- No…

Piton scrutò torvo Black, che adesso guardava in alto, verso la luce:

- Come torniamo su?

- L’ultima volta siamo stati sputati fuori… Allora? Cosa hai pensato?

- Che sei un imbecille!

- Oh, grazie tante! Detto dal cane pulcioso che sei è un complimento!

Black era stato sotto pressione nelle ultime ore e lì sotto sembrava che il controllo della ragione funzionasse di meno, lasciando più scoperti il vero Io ed i veri sentimenti: un desiderio sconsiderato si stava impossessando della sua mente.

Guardò Piton con occhi fiammeggianti, una smorfia di disgusto gli deformava le labbra. Si avvicinò all’altro, arricciando il naso e socchiudendo gli occhi.

- Tu!! – sputò – Sei l’essere più disgustoso che io abbia mai conosciuto! Sei solo un dannato idiota, viscido, arrogante e patetico! Sai cosa vorrei fare?

Erano ora uno di fronte all’altro.

- E fallo! – gli urlò in faccia Piton rabbioso. – Mostra finalmente quello che sei sempre stato!

Ma non si aspettava che Black scattasse all’istante: non aveva finito di rispondere che Black l’aveva afferrato per le spalle… e baciato!

Un bacio lungo, appassionato, famelico, che comunque non coincideva molto con le parole che seguiva.

Passarono dei,lunghi attimi di totale annichilimento della mente di Piton, perché tutto, tutto Piton si sarebbe aspettato da Black! Che gli saltasse alla gola; che cercasse di staccargli gli arti a mani nude; che cercasse di strangolarlo o di rompergli la testa;… ma non quello!

- Argh!! – Piton era uscito dall’annichilimento ed era balzato a tre metri di distanza, guardandolo con tanto d’occhi di fuori.

Ma non riusciva ancora ad articolare parola.

Black lo guardò bieco.

- Ti odio, bastardo schifoso!

 

Era impazzito! Era totalmente pazzo! E lui era solo con lui laggiù?

- …AIUTO!! TIRATEMI FUORI DI QUI!! – la paura aveva restituito a Piton la voce. – TIRATEMI FUORI!!!

 

In tutto questo lasso di tempo, da quando il pozzo si era riaperto, Silente era andato a consultare i suoi più antichi libri personali, al fine di trovarvi un modo per  chiudere il pozzo, possibilmente prima che quei due disgraziati si scannassero a vicenda.

Avendolo trovato e tornato nella Sala Grande, trovò la McGranitt e Lupin che gli correvano incontro.

- Presto, Albus! Deve star succedendo qualcosa di terribile: Piton sta gridando!

Silente corse ed usò la sua immensa forza per attivare uno dei più antichi e potenti incantesimi di sigillamento: il pozzo tremò e poi i due oggetti estranei furono espulsi, mentre il pavimento tornava a chiudersi, questa volta per sempre.

Per fortuna erano ancora tutti e due vivi, ma Piton, appena riuscì a tornare in una posizione accettabile, abbassandosi le vesti scompigliate balzò in piedi, arruffato e isterico e si allontanò immediatamente dall’altro.

- È impazzito!! Completamente!! Va rinchiuso!!

Black, da parte sua, restava disteso a terra, schiantato dallo Stupeficium dell’altro.

Silente guardò il professore di Difesa tra lo stupito e la disapprovazione, anche se doveva avere avute le sue buone ragioni. Sicuramente Black aveva cercato di ucciderlo, ma visto il luogo non era il caso di considerarlo pazzo.

Si avvicinò al mago disteso.

- Innerva!

Piton andò a rintanarsi dietro le spalle di Lupin, che lo guardò sorpreso.

Black si riprese e si guardò attorno: si mise a sedere, adesso un po’ sconvolto anche lui, al ricordo di come avesse rivelato il suo segreto più innominabile, ma ormai il danno era fatto e poteva solo far in modo che Piton non interpretasse male quel gesto… per quanto fosse infinitamente lontana la possibilità che Piton cominciasse a fargli gli occhi dolci, voleva rendere l’orribile prospettiva allo zero assoluto.

Comunque Piton lo guardava spaventato, più che conquistato.

- E vabbene!! Smettila di guardarmi come se fossi un pazzo furioso!! Non sono pazzo…

Piton uscì da dietro le spalle del suo “compagno”.

- Ah, no? Mi urli che sono viscido, poi mi baci e poi mi urli che mi odi! Ti sembra un comportamento normale?!

Gli altri ascoltavano esterrefatti: che parola poteva essere che avevano confuso con “baci”?

- È solo… - Black sbuffava come un toro messo alle strette – insomma, non  pensare minimamente che io sia innamorato di te! È Lupin quello fuori di testa!... non lo so perché… ma fisicamente, da un punto di vista prettamente sessuale, mi sono sempre sentito attratto da te… e ti ho sempre odiato per questo! Ti detesto per quello che mi fai provare! Ti odio!!

Piton prese a mordersi l’unghia del mignolo, guardandolo pensoso.

- Sì, sei totalmente pazzo.

- He-ehm… - si intromise il preside, guardandoli. – Non so, enonvoglioassolutamentesapere, cosa sia successo laggiù, ma ci terrei che adesso voi tornaste dentro i ranghi, visto che siamo in una scuola con dei fanciulli innocenti. – i tre maghi erano dubbiosi su questa definizione – per cui, quali che siano le vostre beghe, gradirei che le risolveste in modo civile in altra sede.

Black digrignò i denti.

- Non abbiamo null’altro da dirci. Lupin: vieni con me o insisti in questa follia?

Lupin si morse il labbro.

- Vengo con te… - Black rivolse un sorriso feroce alla volta del nemico. - …non mi sono portato neanche un ricambio e credo di aver bisogno di qualcosa a casa, sempre che a Silente non dispiaccia che io stia qualche giorno qui…

Piton restituì il sorriso feroce ad un di colpo abbattuto Black.

Silente tossicchiò.

- Beh, no! Ma, insomma, ora lavori al Ministero, che spiegazione diamo ai ragazzi?

- Potremmo dire che sono qui perché, nel mio tempo libero, sto cercando di catturare folletti importati illegalmente da Hagrid e fuggiti nella Foresta?

- Oh cielo, povero Hagrid! Ma che sia solo per pochi giorni, d’accordo?

Enonvogliosapereperchévuoirimanerequiodovedormirai!

 

Black tornò a casa sua, scornato, infelice e tormentato da decine di  modi in cui il rettile avrebbe potuto sfruttare il suo “segreto” contro di lui, quando Piton voleva solo scordarsene e impiegare i giorni successivi ad indagare sui vantaggi della vita “familiare”.

- Familiare? Compagno?Ma dove? Ma quando mai?

… e poi tu mi chiamerai trottolino amoroso…

- Aaahh!!!!

 

 

Fine