Darkness.

 

Autrice:Kikka

Censura:PT

 NOTE: i personaggi sono stati quasi tutti creati dalla Rowling.

RINGRAZIAMENTI: a chi sarà cosi gentile da leggere e commentare questa storiella.

 

Un nuovo anno ad Hogwarts era iniziato, lo smistamento era in corso e i ragazzi del primo anno apparivano impauriti e allo stesso tempo eccitati, i piccoli tremanti si sedevano sotto il capello che urlava il nome del dormitorio a loro assegnato. Per la gioia di tutti lo smistamento finì e Silente, come ogni anno, cominciò il suo discorso “benvenuti alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, ormai… come di consuetudine, abbiamo una nuova insegnante di difesa contro le arti oscure” nella sala echeggiarono mormorii “una donna?” “si avete capito benissimo, una donna!” continuò Silente, in quel momento una figura oscura entrò nella sala, aveva un cappuccio, cosicché nessuno poté vedere il suo volto.

 “Chi è?” “Non ne ho la più pallida idea” “Non riesco a vedere” erano le poche frasi che si sentivano nella sala grande.

Tutti erano curiosi, i professori si sporgevano dal tavolo per osservarla, la figura si voltò e scoprì il suo viso, dove avere poco più di trent’anni, la pelle rosea, lunghi capelli castani che scendevano sino alle spalle, e gli occhi…gli occhi sembravano fatti di miele, infondevano la stessa dolcezza che può dare il sapore zuccherino del miele stesso, tutti erano rimasti in silenzio a contemplare quella figura, solo uno sobbalzò nel vederla… Silente si schiarì la voce “colleghi…ragazzi… questa è la signorina Heaven Mclight, la nuova insegnante di difesa contro le arti oscure”

Harry: “che bel nome…sembra fatto apposta per un insegnante di difesa contro le arti oscure”

 “pieno di significato…” disse Ron sospirando, Harry si mise a ridere mentre Hermione aveva incrociato le braccia indispettita. Silente riprese a parlare “deve sapere, signorina Mclight, che ormai è una tradizione cambiare ogni anno il professore di questa particolare materia…” l'insegnante sorrise “me lo hanno raccontato, non si preoccupi, spero di riuscire a rompere questa…come dice lei…tradizione…” detto questo si sistemò tra la professoressa Mcgranitt e Piton, dopodiché Silente diede inizio al banchetto.

Heaven stava colloquiando con la Mcgranitt

Mcgranitt: “Heaven…ho gia sentito il suo nome, è possibile?”

Heaven: “Forse! Ho studiato qui non molto tempo fa…”

Mcgranitt: “Davvero?”

Heaven: “Si”

Mcgranitt: “E a che casa apparteneva?”

Heaven: “grifondoro”

Mcgranitt: “Il suo cognome… mi sembra di non averlo mai sentito…”

Heaven: “Evidentemente… non ho dato preoccupazioni a nessuno, durante il corso dei miei studi”

Piton di poco non si affogava con il vino, Heaven si girò verso di lui e lo aiutò “sta bene?” “non sono cose che la riguardano!” rispose sgarbato

Mcgranitt: “Severus!”

 “non sì preoccupi… scusi come ha detto?” chiese Heaven quasi sicura di aver sentito male

Mcgranitt: “Ho detto Severus”

 “Severus?” Heaven non sembrava molto entusiasta

Piton non era sorpreso della reazione suscitata “si sono io…”

Heaven: “Non è cambiato affatto…”

Piton: “Se sapesse…”

Heaven rimase a guardare il volto inespressivo di Piton, ma fu interrotta dalla Mcgranitt

Mcgranitt: “Vi conoscete?”

 “credo proprio di si…”affermò Heaven mal celando i suoi dubbi

Mcgranitt: “Non mi sembrate molto convinti…!

Piton si alzò in modo brusco “infatti! L’unica Heaven che conoscevo era un egoista, e poi…è morta tanto tempo fa!” e se né andò…

Heaven abbassò gli occhi e non disse nulla, mentre la Mcgranitt si faceva domande cui non trovò risposta… incontrando gli occhi tristi della collega disse “non ti preoccupare…si comporta cosi con tutti, ha uno strano modo di socializzare…è sempre stato solo…per lui solo i serpeverde erano degni di essere ricordati, tutti gli altri… erano semplici persone prive di significato…” Heaven fece un sorriso forzato e si alzò ma fu fermata “dove va?” “sono stanca… credo che andrò a dormire” la Mcgranitt annuì e salutò Heaven, che scomparve dietro la porta.

I dubbi assillavano Piton che durante i giorni seguenti, aveva rovistato negli annuari di Hogwarts e l’intera biblioteca per trovare informazioni sulla sua nuova collega, tuttavia non riuscì nell’intento e a malincuore decise di abbandonare le ricerche…

I giorni passarono in fretta e le lezioni si dimostrarono molto interessanti, la professoressa Mclight scoprì l’odio che provavano i serpeverde per i grifondoro e viceversa, un giorno, nella classe di difesa contro le arti oscure, una piccola aquila era adagiata sopra la cattedra, i serpeverde e i grifondoro si sistemarono ai loro posti e, come sempre, Draco stava bisticciando con Ron, quando Malfoy alzò la bacchetta l’aquila si posò su di essa, fissando il ragazzo negli occhi, Draco rimase immobile a guardare l’animale, il suo piumaggio era marrone scuro ma secondo come si guardava sembrava nero, la cosa che più colpì il ragazzo furono gli occhi color miele che gli ordinavano di abbassare la bacchetta, Draco non sopportò a lungo quello sguardo e lo caccio via “stupido animale vattene” urlò e l’aquila ubbidì sistemandosi sulla cattedra per assistere allo spettacolo: grifondoro contro serpeverde, nel caos generale nessuno si era accorto che seduta sulla cattedra al posto dell’aquila c’era la professoressa Mclight “ragazzi!” gridò per farsi sentire, tutti rimasero immobili come pietrificati, Hermione scosse la testa, gia prevedeva quello che sarebbe successo, infatti per punizione tutti gli alunni furono caricati di compiti per le vacanze di natale e furono levati 50 punti ad entrambe le case…

Tutti si chiedevano da dove fosse spuntata la professoressa il giorno in cui c’era stata la rissa, lei aveva affermato che la sua aquila l’aveva avvertita, così era corsa in aula, e nel caos generale nessuno si era accorto di lei…

L’aquila della professoressa Heaven stava spesso e volentieri in compagnia degli studenti, in particolare del trio dei grifondoro che si dimostrava sempre disposto a coccolarla, la cosa più strana e che l’aquila compariva sempre quando vicino ai grifondoro c’erano i serpeverde sventando i loro tiri mancini, inoltre non l’aveva mai vista nessuno in compagnia della sua padrona.

Tutto cominciò quando Draco ebbe una vivace discussione con Harry, la professoressa Mclight comparve dal nulla, prese in disparte i due ragazzi e li rimproverò, Draco guardò gli occhi della sua insegnante con aria innocente ma si sentì mancare, non aveva mai sopportato quello sguardo sin dalla prima volta che lo aveva visto, Harry vide il viso pallido dell’“avversario” e seguì il suo sguardo, il respiro gli mancò, evidentemente lei se ne accorse e li lasciò andare senza alcuna punizione, dopo di che corse via.

Nel dormitorio dei grifondoro Harry raccontava l’accaduto hai suoi amici “i suoi occhi sono uguali alla sua aquila, persino il suo sguardo…” ripeteva Harry

Ron: “Di cosa ti preoccupi?”

Harry: “E se fosse…”

Hermione: “Un animagus?”

Harry: “esatto Hermione!”

Ron: “Finitela! Come potete dire una cosa simile? Sarebbe registrata…e almeno Hermione se lo ricorderebbe” la ragazza chiamata in causa lo guardò truce e lui deglutì lentamente

Harry protestò “i quattro malandrini non erano registrati”

Ron: “Ma erano i quattro malandrini! E ti ricordo che c’era anche tuo padre!”

Harry: “ e se fosse una spia di Voldemort? Come Peter Minus?”

I tre ragazzi rabbrividirono al solo pensiero, Hermione si alzò di scatto “voglio indagare! Magari è registrata e noi non lo sappiamo…” Ron alzò gli occhi al cielo mentre Harry correva verso la biblioteca accompagnato da Hermione.

Intanto nello studio di Piton, Draco Malfoy aveva raccontato l’episodio al professore di pozioni,

Piton: “ e cosi mi stai assicurando che la professoressa Mclight è un animagus?” Draco era convinto “non ho dubbi professore, sono gli stessi occhi…” Piton annui e fece segno al ragazzo di andare, ma Draco insisteva “professore dico la verità” “vai Draco! Non farmelo ripetere un'altra volta” lo minacciò il professore. Così Draco si ritrovò in biblioteca a cercare informazioni sugli animagus, e non si stupì molto quando vide anche la secchiona fare la stessa cosa accompagnata dai suoi due amici…tutto fu invano, nessuno riuscì a trovare informazioni su di lei, persino negli annuari di Hogwarts il suo nome sembrava essere sparito o semplicemente mai esistito, il che faceva pensare che lei non aveva mai messo piede in quella scuola prima di allora, l’unico che sembrava conoscerla era Piton, il quale era perennemente inseguito dall’aquila della sua collega, durante i pasti lui imboccava sbuffando il piccolo volatile che accettava volentieri le sue attenzioni, anche questo suscitò qualche pettegolezzo, qualcuno diceva che il professore era impazzito, altri insinuavano che tra Piton e la Mclight ci fosse una storia, ma questa ipotesi cadde subito visto che lui e la professoressa evitavano di parlarsi, e quando lo facevano le parole diventavano presto discussioni.

Le vacanze di natale arrivarono… la sera del 24 era stato organizzato un cenone, tutti erano agghindati a festa, le danze erano gia iniziate e, alunni e insegnanti si scatenavano sulla pista da ballo, solo la professoressa Mclight e il professor Piton rimanevano in disparte a chiacchierare

Piton: “Io non li capisco…cosa troveranno di divertente nel ballare?”

Mclight: “Lei non è mai stato un patito per la danza…”

Piton: “E tu?”

Mclight: “Che facciamo? Ci diamo del tu?

Piton: “Solo oggi che è natale”

Mclight: “Vedo che siamo tutti più buoni…”

Piton: “Non proprio tutti”

Mclight: “Che cosa intendi dire?”

Piton cambiò discorso “desideri ballare?” Heaven era quasi sconvolta dalla domanda che gli era stata rivolta, tuttavia accettò, durante il ballo, Piton scrutava gli occhi della collega convinto di averla gia vista, il problema stava nel ricordare dove… era talmente immerso nei suoi pensieri che non si accorse che tutti i presenti in sala erano disposti in cerchio e li guardavano tra l’incredulo e l’attonito “io non mi ricordo di te Mclight” disse infine “sono passati tanti anni…” rispose lei “mi ricordo di una Heaven ma…” “ma è morta tanto tempo fa… giusto?” aggiunse Heaven “si…” rispose lui continuando a fissarla negli occhi “mi dispiace… magari non le fa piacere parlarne…” si scusò lei accorgendosi di aver toccato un tasto delicato “no… ci sono abituato alle indiscrezioni e non mi stupisco se la gente fa domande, quindi… non mi preoccupo” disse Piton con fare non curante, poi gli venne in mente una cosa, mentre la guardava “ci sono degli alunni che sospettano che tu sia un animagus…” Heaven sgranò gli occhi guardandosi attorno “ci stanno guardando tutti”così dicendo si sciolse dall’abbraccio del collega e scappò lasciandolo solo al centro della pista, un Piton furibondo lasciò la sala travolgendo i poveri passanti.

La mezzanotte era arrivata e il piccolo aquilotto era appollaiato nel balcone della stanza della Mclight, un piccolo serpente argenteo per il riflesso dato dalla luna, entrò nella camera attirando la sua attenzione, non fece nulla per impedirgli di avvicinarsi, l’aquila disse solo “Severus se avessi bussato ti avrei lasciato entrare” il piccolo serpente prese le sue sembianze umane, ora Severus Piton era appoggiato alla ringhiera del balcone e guardava il volatile accanto a lui “allora sei veramente tu?” l’aquila si trasformo nella professoressa Mclight, “sì Severus” “Darkness” mormorò lui, e lei annui “ti ricordi ancora?” “come potrei dimenticare la fonte dei miei problemi… tuttavia…devo riconoscere che è stato grazie a te che sono diventato un animagus” rispose Piton

 “gia…un piccolo serpente nero, che diventa argentato sotto la luce della luna…” sorrise

Piton: “Mi chiamavi Snape, era il nome della mia famiglia”

Heaven: “Tu ne andavi fiero…”

Piton: “è sempre stato una delle mie doti migliori…”

Heaven: “Gia… tu invece mi chiamavi Darkness…”
Piton: “Mi piacevano le cose oscure…le trovavo misteriose…quando ti ho visto nella sala grande ero senza parole…forse perché non potevo credere che eri tu… ma quando ho guardato i tuoi occhi mi è venuto il dubbio… e ho voluto indagare, se eri Darkness non avrei mai trovato una tua foto negli annuari di Hogwarts, e così è stato… nessuna traccia di Heaven Mclight poi…Draco è venuto a raccontarmi dei tuoi occhi… e mi sono ricordato di una cosa” Piton uscì una piccola fotografia stropicciata “questa era nel mio album personale…” Heaven la guardò e una lacrima percorse il suo viso, Piton guardò le stelle “quella fu l’ultima volta che vidi i tuoi occhi…”  la sua collega abbassò lo sguardo, Piton le voltò le spalle “mi hai lasciato solo, non mi salutasti…è solo colpa tua se ora sono ridotto così” se ne stava andando ma fu fermato dalle parole di Heaven “i dissennatori…”non riuscì a dire altro le lacrime sgorgavano senza sosta arrossando i suoi candidi occhi, Piton non seppe cosa fare all’inizio rimase impassibile, provava piacere a vederla in quello stato, ma una piccola parte di lui soffriva e prima che se ne accorgesse la stava abbracciando  per cercare di confortarla “persino una condanna così crudele  non mi ha cancellato dalla tua memoria…” il suo pianto crebbe, Piton non voleva ammetterlo ma si sentiva in colpa forse era stato uno dei suoi brutti ricordi per quello si ricordava di lui… molto probabilmente Heaven capì i suoi pensieri perché tra un singhiozzo e l’altro disse “non fai parte dei miei brutti ricordi…ti ho ricordato perché anche io, come te, possiedo quella foto… e pian piano, nella mia memoria, si è fatta strada la tua figura… il tuo segreto… il mio…il modo in cui me ne andai senza dirti nulla… mi dispiace…”

Piton la fece sedere accanto a lui “non devi dispiacerti… sono felice…” “non ci credo…lo vedo dai tuoi occhi” “neanche un dissennatore è riuscito a cancellarmi dalla tua mente” la ragazza accennò a un sorriso, e Piton continuò a parlare “ti voglio aiutare” Heaven si senti stringere nel abbraccio del collega, poteva sentire il suo cuore battere molto velocemente “desidero sentire i particolari di quando ero a scuola…” così Piton cominciò il suo racconto “ti vidi per la prima volta all’età di 11 anni, stavi rincorrendo l’espresso per Hogwarts perché eri arrivata in ritardo, tutti ti prendevamo in giro, ma tu non mollavi e continuavi a correre, “ti servirebbero delle ali” urlò qualcuno, tutti ci girammo per guardarlo e ti perdemmo di vista per qualche secondo, in quell’istante un aquila dal piumaggio marrone scuro superò il treno, ti ritrovai sola in uno scompartimento, mi ero allontanato dal mio vecchio amico Lucius per non vederlo fare lo spavaldo con Narcissa, e così ti vidi che guardavi fuori dal finestrino, i tuoi capelli mossi che cadevano sulle spalle, ma la cosa che mi colpì di più erano i tuoi occhi dello stesso colore del miele, mi accorsi che avevi faticato tanto poiché delle perle di sudore ti attraversavano il viso, non ero mai stato gentile con nessuno ma quella volta mi presentai e ti porsi un fazzoletto, tu sorrisi e ringraziandomi pronunciasti il tuo vero nome Heaven Mcdark, riflettei su quelle parole “paradiso oscuro” ero sicuro che saresti capitata nei serpeverde, ma questa mia sicurezza scomparve quando dal tavolo dei serpeverde udii il capello assegnarti ai grifondoro, e tu con un sorriso trionfante ti sedevi vicino a Lilian Evans che ti presentò James, Peter, Remus, e Sirius, avevo un nodo allo stomaco e ogni volta che ti vedevo con loro, non perdevo occasione per prenderti in giro, fu quando ero al terzo anno che scoprii il tuo segreto e quello dei quattro malandrini, anche se per scoprirlo rischiai la vita, quando James mi salvò riconobbi a me stesso che avevo un debito con lui, ma non lo volevo ammettere, e così,  scaricando tutte le colpe su Black che mi aveva rivelato il nascondiglio di Remus, mi convinsi che James mi aveva salvato solo perché era un codardo e aveva paura di essere espulso, così incominciai ad odiarli seriamente…fu qualche settimana dopo che ti trovai da sola in un corridoio avevi appena bisticciato con Black per quella storia, non persi tempo ero arrabbiato e ti scaraventai contro il muro, ti vidi piangere…ma ero consapevole che non era per il dolore fisico che ti causai,  avevo sentito la conversazione che avevi avuto con Black, ma non ci volevo credere… tu, una grifondoro avevi difeso la peggior specie di serpeverde esistente sul pianeta rischiando di perdere un’amicizia sincera… inconsapevolmente la mia presa cedette e comincia a piangere come un bambino… tu mi abbracciasti e mi convinsi a seguirti in un luogo segreto in cima alla torre ovest, a quell’epoca non veniva utilizzata… mi tranquillizzai grazie alla visone di quel luogo incantato, le stelle, la luna… decisi di confessarti che ero al corrente del tuo segreto, ti avevo seguito parecchie volte e sapevo che eri un animagus, tu mi dicesti che non dovevo dirlo a nessuno, e che doveva rimanere un segreto perché poteva essere pericoloso per tutti, io dissi che non l’avrei detto a nessuno però tu dovevi dirmi come avevano fatto i quattro malandrini a diventare animagus, tu mi dissi semplicemente “io ho insegnato loro la tecnica, ma è stato il forte legame con Remus e la loro forza di volontà a farli riuscire nel intento” così ogni notte, all’insaputa di tutti, ci incontravamo nella torre, e mi insegnasti a diventare un piccolo serpente” Heaven era ancora nel abbraccio di Piton e disse “si, ricordo, tu arrivasti e mi abbracciasti dicendo che c’eri riuscito” Piton sorrise tristemente “si… subito ti diedi una dimostrazione di quello che sapevo fare e tu ti misi a ridere dicendo “un piccolo serpente nero che al riflesso della luna diventa argenteo…” mi sentii offeso e ti incitai a trasformarti, il mio desiderio fu esaudito in un istante una bellissima aquila comparve dinnanzi a me…rimasi a guardarti da vicino incredulo, solo gli occhi mi riconducevano a te, il piumaggio scuro mi fece venire un idea” “fu li che mi soprannominasti Darkness, perché ti ricordavo l’oscurità della notte e poi…era proprio in quella parte della giornata che noi ci incontravamo senza destare sospetti, io…io invece ti soprannominai Snape ti piaceva tanto essere chiamato così…” Piton accarezzava i capelli di Darkness “sai cosa mi aveva spinto a diventare animagus?” Heaven scosse la testa “per venirti a trovare ogni sera… aspettai due settimane per dirti che ero diventato un animagus, solo per il piacere di vederti e di sentire la tua voce…e ogni sera io serpente e tu aquila ci incontravamo nel giardino di Hogwarts…passammo tre magnifici anni… poi tu… sei scomparsa dalla mia vita così come eri venuta… non trovai una ragione per quello che era successo e cosi decisi di vivere solo tutta la vita di comportarmi male con gli altri in modo che nessuno si affezionasse a me, come io ero affezionato a te… in modo da non amare più nessuno” Heaven si alzò e guardando fuori dalla finestra disse “perché? Perché non me lo hai detto?”

Piton: “pensavo che fosse evidente..”

Heaven: “non il fatto che tu eri affezionato a me…non mi hai mai voluto bene veramente, ti interessava solo diventare un animagus, perché così ti aveva ordinato Voldemort”

Piton era sconvolto “come?”

Heaven: “come ho fatto a scoprirlo? Me lo ha detto Lucius!”

Piton: “maledetto!”

Heaven: “non dare le colpe a lui, avevo sperato che tu me lo dicessi ma… non fu cosi…”

Piton: “dovevo dirti che ero un assassino?”

Heaven: “non eri un assassino”

Piton: “si che lo ero… dimmi la verità! mi disprezzavi e per questo motivo che te ne sei andata…”

Heaven: “no…non puoi capire…”

Piton: “no sei tu che non capisci, sei stata un egoista! ho perso la vita il giorno in cui tu te ne andasti!”

Heaven scosse la testa “ti sbagli Severus io ho perso la vita quel giorno, andai da Voldemort, la tua vita in cambio della sua mi disse, e così accettai, mi misi al suo servizio per questo quando scoprì che tu eri un traditore non ti uccise, io finii ad Azkaban e in seguito…grazie a Silente qui…”

Piton era furioso“lo sapevo! è per questo che ti odio!”Heaven chinò il capo “io volevo solo renderti la tua vita…”, Piton, con tutto l’odio che aveva in corpo, urlò “e invece me la hai tolta!se ora vuoi farmi felice…sparisci dalla mia vita!” la professoressa sentì la porta chiudersi alle sue spalle, Severus era uscito furente, lei si getto nel letto e pianse per tutta la notte, pensando che forse il suo collega aveva ragione… i due professori non si parlarono più per mesi, Piton evitava persino la piccola aquila che si posava nel tavolo degli insegnati all’ora dei pasti, fino a quando, Hermione corse da Harry e Ron nella sala grande “Harry, Ron ho trovato! È un animagus ma non è registrata sotto il nome Mclight ma Mcdark, sotto forma di animale si chiama Darkness, è ricercata da anni, dicono che sia al servizio di voi-sapete-chi, e che ora fugga dai dissenatori sotto forma di aquila” i ragazzi si guardarono “bisogna avvertire Silente” disse Ron ma Harry capì che qualcosa non andava, se avrebbe voluto ucciderlo avrebbe potuto farlo in varie occasioni ma questo non era successo “no…non diciamo nulla a Silente” “Harry! Dicono anche che porti l’oscurità in qualunque posto vada” affermò Hermione “hai ragione Hermione DICONO! Non sono sicuri” controbatté Harry la discussione tuttavia terminò nello studio di Silente che con grande ilarità disse ai ragazzi di non preoccuparsi e che sapeva quello che faceva ma soprattutto di non raccontare mai a nessuno quello che sapevano perché poteva essere pericoloso, Draco che aveva sentito la conversazione dei grifondoro in sala grande, corse immediatamente a dirlo a Piton che si dimostrò più freddo della prima volta “hai detto Darkness?” chiese Piton con fare non curante “si, Darkness” “vedrò di fare degli accertamenti” “ma professore…” “non discutere! Sparisci!” tuonò Piton e Draco si precipitò fuori dal ufficio, deciso a rivelare il segreto della professoressa a tutta la scuola e al ministero…la sera del primo Giunio, Heaven si trovava alla torre, ormai la voce che lei era un animagus e che in realtà si chiamava Mcdark si era sparsa per tutta la scuola, non avrebbe tardato a raggiungere il ministero, doveva andarsene… si trasformò, stava per prendere il volo quando voltandosi per vedere Hogwarts l’ultima volta, scorse la sagoma di Piton, e si ritrasformò “te ne stavi andando senza salutare?” chiese il professore in tono freddo “come sei entrato?”

Piton: “sono un piccolo serpente curioso ricordi?” ci fu una pausa… poi Piton riprese a parlare “ho riflettuto molto su quello che è successo…” “cosa intendi dire?” chiese lei “mi hai mentito! e guardami quando parlò” la fece voltare a forza per vederla in volto… “sto andando Severus…” “perché?e dimmi la verità!” pretese lui “hanno scoperto che sono qui…se mi trovano…” non ebbe il coraggio di finire la frase, Piton capì sapeva che per lei restare era uguale a morire, ma prima di lasciarla andare la strinse a se “ti odio!” urlò e lo ripeté al infinito nella sua testa, Heaven aveva gli occhi pieni di lacrime che non volevano uscire, sapeva in cuor suo che non l’avrebbe più rivisto, respinse Severus e andò decisa verso il balcone, senti l’uomo urlare “lo sai perché sono diventato un animagus?” lei non rispose continuò ad allontanarsi “per incontrarti la sera mentre tutti dormono, sapere che per te sono speciale…” imperterrita e con le lacrime che sgorgavano impetuose la ragazza continuò a camminare, si stava per lanciare nel vuoto quando si senti afferrare il braccio, “perché desideravo vedere i tuoi occhi brillare solo per me, perché volevo che tu mi stessi vicino nel momento del bisogno, perché volevo averti tutta per me, perché io… ti amo” disse Piton stringendola forte a se, le baciò la fronte, le guance e infine arrivò alle labbra, Heaven  strinse Severus in un caldo abbraccio e rispose al bacio con tutto l’amore che aveva nel cuore… Piton allontanò il suo viso da quello della sua collega “ho scoperto perché tu sei una grifondoro e io un serpeverde…” “perché?” chiese lei “perché tu hai dimostrato coraggio rinunciando alla tua vita per salvarne un'altra, infrangendo tutte le regole dei maghi… io invece, guidato dall’ambizione ho solo pensato a me stesso prima di tutto e di tutti, vivevo solo per raggiungere i miei scopi…”  Heaven carezzò i capelli dell’uomo “ho sempre desiderato baciarti…” disse tristemente “e perché non lo hai mai fatto?” “non pensavo che un ragazzo con il cuore di pietra come il tuo potesse amare…”  “ti sbagliavi…” stava per ricominciare a baciarla ma lei lo fermò “non posso più trattenermi con te…” “solo una sera…” la supplicò lui “aprì gli occhi… non servirebbe a niente…” disse lei guardandolo intensamente  “vengo con te!” “non puoi!” obbiettò lei, Piton non resistette la sua mente diceva di lasciarla andare ma il suo cuore diceva che non doveva, così prese la decisione che sembrava più giusta, estrasse la bacchetta e la punto nel viso di Heaven, lei lo guardò e sorrise “fallo! Che aspetti? metti fine a tutte le tue sofferenze!” lo incitò lei, “ava…” iniziò a dire lentamente Piton “avanti! che aspetti? vai…”concluse e la bacchetta scivolo volontariamente dalle mani di Severus cadendo in un tonfo, si guardarono per alcuni istanti, la mente diede spazio al cuore, e i due ricominciarono a baciarsi sapendo che sarebbe stata l’ultima volta che sarebbero stati insieme...

Era notte inoltrata quando Heaven si svegliò nella camera di Piton poteva sentire il dolce profumo del suo amato, girò il viso e  vide Piton addormentato accanto a lei, era così bello quando non aveva la sua solita espressione imbronciata… tentò di alzarsi ma non ci riuscì, più cercava di sforzarsi più si sentiva premere contro il letto, vide Severus sghignazzare mentre lei, invano, cercava di alzarsi, “lasciami andare!” protestò, “ e perché dovrei?” disse lui con un velo di tristezza “non c’era bisogno che…hai capito vero?” mormorò lei “si…ma sei sicura che...”  disse Piton liberandola “si Severus non posso restare…” lo interruppe lei andando ad aprire la finestra “verrai a trovarmi?” chiese lui “certo! Appena sarà possibile!” si abbracciarono e si baciarono per l’ultima volta, dopodiché lei si trasfigurò in un aquila e scomparve nella notte senza neanche voltarsi, Piton la seguì con gli occhi sino a quando la sagoma della donna che amava scomparve confondendosi con l’oscurità del cielo.

Il mattino seguente arrivarono i membri del ministero con i dissenatori, la scuola era nel caos totale, Silente discuteva con il primo ministro “dove la ha nascosta? Sappiamo che è qui!” affermava il ministro, in quel momento Piton si avvicinò e guardò con odio prima i dissenatori e poi il ministro “non la troverete mai… è morta molto tempo fa a causa vostra… e solo perché ha amato qualcuno” disse infine “ma cosa sta dicendo professore? Non dovrò passare tutta l’estate a cercare un nuovo professore di difesa contro le arti oscure?” chiese Silente “ha capito bene! La cattedra di difesa contro le arti oscure è libera, la professoressa Mclight o Mcdark non c’è più…” Piton si voltò per non far vedere le lacrime che gli rigavano le guance e se ne andò mormorando l’incantesimo “patronus” al richiamo il patrono comparve annientando tutti i dissenatori.

Piton era nel suo studio e leggeva la gazzetta del profeta in prima pagina si poteva leggere:

 

Darkness c’è riuscita ancora.

Nonostante il ministero abbia mandato i suoi membri migliori, accompagnati dai dissenatori- i quali sono misteriosamente deceduti- non sono riusciti a catturare l’animagus sfuggito da Azkaban, 15 anni fa si scopri che Heaven Mcdark era al servizio del Signore Oscuro, così fu arrestata e subì la peggiore delle condanne: il bacio dei dissenatori. Tuttavia riuscì a fuggire dalla fortezza e raggiungere Hogwarts sotto il nome di Heaven Mclight.

Darkness così chiamata quando prende le sembianze di aquila, è scomparsa nuovamente, riportiamo qui sotto le parole del preside della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Albus Silente: “è venuta come se ne andata: nell’oscurità.”

 

Piton alzò gli occhi dal giornale, nella sua mente aveva vivo il ricordo della sua Darkness specialmente il suo profumo e i suoi occhi che lo ho avevano stregato sin dal primo momento che l’aveva vista, guardò fuori dalla finestra e vide un ombra oscurare il sole, aveva la forma di un aquila, il professore sorrise e trasformandosi in serpente raggiunse il giardino di Hogwarts dove era sicuro che ha notte inoltrata avrebbe trovato un aquila appollaiata in albero, e come tanti anni prima avrebbe potuto ammirare la donna che aveva portato la luce nella sua vita.

 

The end.