EQUILIBRIO SPEZZATO

Storia di Mac e Gwillion

Seguito di: E il futuro svanì

 

Due uomini erano seduti l' uno di fronte all' altro. Uno aveva capelli biondi tendenti al grigio, e un volto magro, uno sguardo rigido, austero. L' altro sedeva con la calma rilassata di un serpente, e nei suoi occhi chiari brillava una luce fredda e divertita.

- Sono lieto che la situazione qui sia tranquilla, preside… - disse con voce nervosa Barthemius Crouch senior.

- Non dovrebbe, forse? -

L'altro socchiuse gli occhi: - Sono tempi assai difficili… -

- Lo sono da molto... se non erro. Ed Hogwarts è sempre stata... sicura. -

- Quasi sicura… non esiste un luogo davvero tale. -

- E la decisione di Silente di ritirarsi a vita privata... ha allarmato molti. - ammise l' uomo.

- Per questo è bene che io compia rigidamente il mio dovere. Vegliando e vigilando anche qui… -

- Ditemi solo quali sono i vostri progetti. E noi faremo il possibile per venirvi incontro. - disse l' altro con un sorriso.

- I miei progetti… - Crouch sorrise - Occhi aperti Annwyn, al resto penso io… -

- Chissà perché... ma immaginavo che la vostra risposta sarebbe stata di questo tenore... ma davvero avete fatto tanta strada... solo per dirmi di tenere gli occhi aperti? -

- Perché… preferivate non vedermi, forse? -

- Ma rubarvi ai vostri impegni per il solo piacere della vostra presenza... dati i pericoli che ci circondano e che voi così prontamente vedete... sarebbe da sconsiderati. -

Crouch sorrise - Mi vedrete spesso… e a sorpresa. -

- Devo temere per la mia vita privata, adesso? Dopo lo spiacevole episodio dell' anno scorso, in fondo... -

- Non prendetevela Preside… era nostro compito indagare… e quella relazione è stata assai discussa… -

- Un preside con una studentessa del secondo anno... - l' uomo scosse il capo - peccato le voci si fossero scordate di precisare l' età della studentessa in questione. -

- Suvvia, la faccenda è risolta… anche se… ma dopotutto ognuno fa le sue scelte… -

- Ognuno fa le sue scelte... e noi dobbiamo accettarlo. Anche se c' è un limite che non va mai passato. -

Crouch sorrise soltanto.

- C' è... altro che dobbiamo dirci? -

- Non credo… -

Bussarono alla porta… ed un ragazzino biondo entrò.

- Voleva vedermi pres… - si bloccò di scatto, fissando il visitatore.

- Barthemius… - fece Crouch senior.

- Volevo vederti... - sussurrò Loki - ma se vuoi parliamo dopo... -

- Si… - disse il ragazzino.

- Com'è il rendimento di mio figlio? - domandò improvvisamente Crouch, gelido.

- E' un po' presto per chiederlo, considerato che il nuovo anno non ha avuto ancora inizio. E in quello passato è risultato il migliore del suo corso. Escludendo magari le alunne... irregolari... con le quali non è possibile fare il paragone. -

- Bene… - disse l'uomo, ma senza compiacersi davvero, ed il ragazzino si morse un labbro.

- Potete essere orgoglioso di lui... - ribattè Annwyn, in un tono che somigliava molto... all' acciaio che strisci sul velluto.

 L'espressione dell'altro si irrigidì, ma poi sorrise.

- Arrivederci, dunque. - mormorò il preside.

- Arrivederci… - fece l'altro, ed uscì senza salutare il figlio.

 

- Ancora un anno in questa scuola... e poi... e poi chi sa. - fece Evan gettandosi su uno dei divani.

- Già… - fece Andromaca con un sospiro - Chissà… -

- Siamo d' animo riflessivo? - domandò Victor - Lo sono anche io a dire il vero. Ma per me non è una novità, certo. -

- E' così, Victor… - sorrise Mac, sedendosi accanto ad Evan, e tornando a leggere il libro che aveva in mano.

- Che tristezza però... - mormorò Evan - pensare la scuola senza i tre grifonscemi... o erano quattro? -

- Tre e mezzo, va… - disse Severus Piton avvicinandosi - Un professore può venire tra voi o no? -

- Non può... - disse l' altro con una smorfia - Ma non sarai ufficialmente professore sino all' inizio delle lezioni. -

- Non vi sarò sgradito, no? Oppure è… invidia?! -

- Invidiarti il titolo di professore di pozioni? E quando mai... al massimo ti farò esplodere in faccia qualche calderone... -

- Attento, Evan… - fece Severus con un ghigno malefico - Ma non posso deprezzarti, non davanti alla mia amata! - disse, sorridendo a Gwillion.

- Non ho capito quello che ha detto... - fece l' altro scuotendo la testa.

- Insultarti per ciò che sei davanti ad una signora, non si può. - sorrise Andromaca - Capito? -

- Era meglio se non capivo... - disse l' altro, e poi sorrise.

- Allora… si sta per iniziare… anno nuovo… - fece Piton allegramente.

- Già… - Mac sorrise malinconica.

- Qualcuno di voi ha visto Lucius? - domandò Narcissa... che armeggiava con un baule... più voluminoso del solito.

- Era in aula poco fa… - disse Mac - Prepara le sue cose… -

- Chi sa se terrà un discorsetto d' inizio d' anno come ha fatto l' anno passato. - si chiese Gwillion.

- Il vecchio Lucius non si perde nessuna occasione! - ridacchiò Severus.

- E tu ne hai preparati discorsi? - domandò la giovane con un sorriso.

- Oh, si… un discorso ad effetto… entro sbattendo la porta e spiazzo i ragazzi! - rise Severus.

- Io non ricordo bene la prima entrata di Severus nella Rowling... e ciò è orribile. - disse la giovane lanciando uno sguardo implorante a Mac.

- Era… molto da lui… - l'altra scosse la testa - Scusate, vado a leggere in camera mia… - e si allontanò.

Gwillion si morse un labbro... senza sapere che dire.

- Peggiora sempre… - sospirò Piton.

- Tu... dici? - fece la giovane in un sussurro.

- Credo di si… ma… torniamo a noi… -

L' altra annuì, con fare assente.

- Ehi, Gwillion! - Severus la strinse - Sorridimi… -

- Scusa... - sussurrò lei.

- Sono il tuo professore… ti ordino di ridere… -

E la giovane sorrise, ma tristemente, e poggiò il capo sulla spalla di lui.

- E… niente sconti sui compiti se io ne assegno tanti, vero? - sussurrò l'altro, sorridendo agli amici.

- Se ci tieni a rimaner solo... - disse Victor scrollando le spalle - Se li carichi di compiti non potranno neanche fiatare... beh, si dovrei dire ci... ma siccome io ci vivo accanto al pentolone... -

- Tu stai zitto, non fai testo, alunno! -

- Potrei star zitto... anche la prossima volta che mi chiedi un consiglio. -

- Consigli?! Io?! -

L' altro fischiettò, fissando il soffitto.

- Attento a te… -

- In effetti hai ragione... si chiamano pareri tecnici... -

- Accidenti! E' orribile avere amici per alunni! E spero di trovare persone da… tormentare, prima o poi… -

- Scusa... quante case ci sono ad Hogwarts? - domandò l' altro con un sorriso.

- E' vero… tre Case da distruggere… - Severus ghignò.

- Aspetta... se distruggi troppo i Corvo e i Tassi... deve essere Grifondoro che... - fece Evan, e concluse la frase con il gesto del pollice verso.

- Temi non lo sappia? -

- Non vorrei ti lasciassi prendere dall' entusiasmo... -

Piton si limitò ad alzare le spalle.

- Io mi prenoto per una tesi di fine anno sugli allucinogeni. - annunciò Rosier.

- Ti assegnerò una tesi sui rospi cornuti… -

- Sono quelli che si leccano? - domandò il ragazzo corrucciando la fronte.

- Gwillion vuoi fare una passeggiata? - fece Piton, ignorando Rosier.

L' altra annuì lentamente.

- Perdonateci, ma noi andiamo… -

- Potremmo non perdonare il futuro professore di pozioni? - esclamò Evan.

Ma i due già si allontanavano.

 

- E questo è il nostro ultimo banchetto d' inizio d' anno. - mormorò Victor sedendosi.

- Sembra quasi… funereo ciò che dici… - sorrise Andromaca con un'alzata di spalle.

- A meno che Loki non trovi un posto anche noi a scuola... e poi pensavo... -

- Cosa? -

- Al discorso delirante che il vecchio preside avrebbe fatto, e che noi non sentiremo. -

- Se rimpiangi discorsi deliranti… aspetta di sentire quello che farà Severus ai suoi primi alunni… - ridacchiò Andromaca - Ne ho letto uno stralcio… -

- E non dai anticipazioni al tuo fidanzato adorato? -

Andromaca tossicchiò, impostando la voce e socchiuse gli occhi con aria truce ed assassina: - …Io vi insegnerò ad imbottigliare la fama e la gloria ed a porre un freno sin anche alla morte… - fece con aria teatrale - O qualcosa del genere, ma ci ha detto già ieri dell'entrata teatrale che si prepara, no? -

- Mi è familiare... - sussurrò Gwillion - E quanto vorrei aver imparato a memoria quelle pagine... -

Andromaca sorrise - Scommetto che Severus diventerà il professore più odiato… -

- Lucius sarebbe enormemente deluso di ciò. - mormorò Evan.

- In effetti credo che si contenderanno la palma del vincitore… - fece Mac.

- Credo che organizzerò un tabellone da appendere nella sala di Serpeverde per segnare i punteggi... - disse il ragazzo... eppure il suo sguardo vagava lontano.

- Cosa osservi? - gli domandò Andromaca, curiosa.

- Manca qualcuno... al tavolo dei Grifondoro. -

- Davvero? -

- E chi mancherebbe? - domandò Victor.

- La fidanzatina di Potter... -

- Rosier… - fece Andromaca impallidendo.

- Che ho detto di male? - fece l' altro voltandosi.

- Non nutrirai… dell'interesse per lei?! -

Il ragazzo si mise una mano alla bocca... simulando un conato di vomito.

- Ma ti sembrano cose da dire mentre mangio? -

- Oh, bene… -

- Solo... se la dolce Lily Evans non è qui... dove può trovarsi se non tra le braccia del suo lui? E si sono completamente dimenticati dell' inizio della scuola... -

- E allora? Ti dispiace? -

- E'... indecente. I professori dovrebbero fare qualcosa. E anzi ora lo vado a dire a Severus e Lucius. -

Andromaca rise… rise soltanto.

Rosier si era avvicinato in maniera compita al tavolo dei professori. E sussurrò qualcosa ai suoi vecchi compagni di classe.

Lucius Malfoy impallidì più del solito, e fissò Severus che era scattato in piedi… poi i due si fissarono. E… ghignarono.

 

La casa di James Potter era una casupola dall' aria anonima e indifferente... il gruppetto di giovani serpeverde, decisi a strappare la bella dalle braccia del suo cervuto amore... scese dalle scope avvicinandosi in silenzio.

- Avanti… magari li troveremo in pose compromettenti… - ridacchiò Severus.

- Io lo spero... ma tu... - fece Evan aggrottando la fronte, e poi indicò con lo sguardo la ragazza che veniva dietro l' altro.

- Non vedrà nulla, lei! - borbottò Severus - Le coprirò gli occhi… -

- Non guardare troppo nemmeno tu... - sussurrò l' altra.

- Capirai… - Severus alzò le spalle.

- Oh, zitti! E muoviamoci… - fece Mac.

Delle voci... venivano dalla casa.

- Saranno loro? - domandò Lucius Malfoy.

- Ti ho detto che con quelle monete non puoi giocarci James, non m' interessa se luccicano tanto... -

- Ma questa voce… - borbottò Severus.

- E' Lupin... - sussurrò Victor.

- Spero non se la spassino in tre! -

- E ci sarebbe una terza... o un terzo secondo te? - domandò Evan inclinando il capo.

- Beh… se fossero in quattro… -

- Il sorcio no! Se c' è quello io non entro! -

- Ma è davvero… fantastico, però! - era la voce di Sirius Black…

- Maniaci… - borbottò Lucius.

- Pensare che se James non si fosse appoggiato in quel modo con la sedia... - tornò a dire Lupin.

- Oddio… - fece Piton - Ma che dicono? -

- Ti duole ancora James? - fece il mannaro... premuroso.

- Mi RIFIUTO di entrare! - Malfoy si fermò - Se entreremo vedremo cose disgustose! -

- Certo che beccarsi quella trave... -

- Forse Lucius ha ragione… - Piton era impallidito - Con una trave… le ragazze non entrino! -

- Ti esce ancora del sangue, dovresti... aspetta che tampono meglio la ferita. -

- Mi vergogno, Victor! - sussurrò Andromaca, impallidendo.

- Sono dei violenti sessuomani… - borbottò Lucius.

- Non potrebbe essere un... equivoco... - sussurrò Narcissa stringendosi all' altro.

- Equivoco?! Ma se è chiarissimo! -

- Io non ho capito... papà. - disse Draco con un sorriso che sottintendeva il contrario.

- Tu… a cuccia! - borbottò Lucius - Dove hai imparato… spero per te che tu non… -

- No! No! Disgusto! - mormorò il ragazzo.

Lucius ghignò.

- Voi due! - fece Piton - Entriamo? -

- Mi chiedo cosa dirà Lily... - stava dicendo Lupin - Perché dovrai dirglielo al più presto, non è vero? -

- Oh, ne sarà felicissima! - fece James.

- Perché non dovrebbe accettarlo? - disse Black.

- Non ho detto che non lo avrebbe accettato... da dove ti viene una simile idea. Solo... certe pulsioni infantili di James... vanno tenute sotto controllo... e tu giù le mani da quella roba! Tutto quel muovere su e giù mi sta facendo venire il nervoso. -

Piton impallidì e fissò Lucius.

- Indietro figli e fanciulle! -

- Ho sentito una voce... - disse Remus allarmato - Forse dovremmo nascondere... tutto quel ben di dio di fuori... coprilo con qualcosa Sirius! -

- Facciamo irruzione… - urlò Severus, spalancando la porta.

- Maiali! - strillava Andromaca alle sue spalle.

- Siete voi... - disse Remus seccamente.

- Sono tutti vestiti... - fece Evan... con una certa delusione nella voce.

- Avete fatto in tempo a coprire le pudenda, eh?! - sbottò Severus - Ma abbiamo sentito tutto… fate schifo! -

- Avete... sentito... cosa? - disse il mannaro sbarrando gli occhi.

- Le vostre porcherie! -

- Siete pazzi?! - Black arrossì vistosamente.

- Hanno sentito la parola coprire... - disse l' altro cupo.

- E non solo quella! Vi aiutate persino con una trave, eh?! - borbottò Severus.

- Quella trave... - fece Lupin indicando una grande asse sconnessa - ed entrerebbe solo nel vuoto del vostro cervello malato. -

- Come osi?! - Malfoy tirò fuori la bacchetta.

- Calma bamboccio! - sibilò Sirius.

- Fate irruzione, venite, insinuate... - disse Remus con una smorfia.

- Indagavamo… - disse Mac.

- Se si chiama così ora... James... non toccare il lembo di quel lenzuolo, per favore! -

- Cosa c'è lì sotto?! - Malfoy era… sospettoso.

- Minus incaprettato? - domandò Evan.

- Oh, NO! - strillò Sirius - Smettetela! -

Victor frattanto si era avvicinato. E tirò via il lenzuolo.

- Cosa… cosa… - Severus sgranò gli occhi, stupito.

Un grosso cumulo di monete d' oro luccicava alla luce delle lampade.

- Ladri! Siete andati a rubare! - fece Malfoy puntando un dito, accusatorio.

- Veramente erano in cantina. - disse Lupin scrollando le spalle.

- Il denaro non spunta così! -

- Propinateci il veritaserum... tanto ne avete sempre una scorta. -

- Insomma… se non lo volete… parlate voi… - fece Piton.

- E' l'eredità di James, per Bacco! - sbottò Sirius.

- Mah... - fece Victor perplesso.

- Vero… - disse James ridendo - L'eredità di Godric! -

- Con tanto di Grifone stampigliato sopra... - mormorò Evan lasciando cadere una delle monete come se bruciasse.

- Che schifo… oro corrotto… - fece Malfoy.

- Non brucia davvero... - precisò Evan - solo fa... schifo. -

- Idioti… - sibilò Sirius.

Piton era perplesso - Eppure tutto questo… non scioglie il motivo che ci ha condotti qui… -

- Dove l' avete nascosta Lily... pervertiti? - terminò Rosier.

- Lily?! - fece Black.

- Dov'è Lily? - James sembrò inquietarsi.

- Non è venuta a scuola? - domandò Remus.

- No… -

- No?! Lily, Lily… - strillò James.

- Fermo, calma. - disse Remus - Non avevi detto che sua madre stava male? -

- Si… ma poi lei andava a scuola… - James stava per piangere - E se la ha rapita un uomo cattivo? -

- Certo possiamo escludere almeno alcuni uomini cattivi... - disse Lupin con una smorfia.

- Ma dov'è Lily?! - James scoppiò in lacrime.

- Qui iniziano le ricerche. -

Piton sospirò - E' un bel mistero… chissà che scopriremo? -

- Vuol dire che non vi levate dai piedi? - fece Remus.

- Vuol dire che dobbiamo trovare Lily Evans… e il nostro aiuto… lo disprezzereste davvero, idioti? -

- Non il vostro aiuto. Non quello. James... una carta geografica di Londra e dintorni ce l' hai? -

- Si, credo… lì, sotto quella scopa… -

- Perchè... sotto una scopa? - domandò Victor.

- Stava comoda la scopa lì sopra… - sorrise James.

- Mi domando perché glielo chiesto. - fece l' altro scuotendo la testa.

- Casa Evans... sai l' indirizzo? - domandò ancora Lupin.

- E' segnato su un foglio… sotto quella pluffa… -

Scrollando le spalle il mannaro prese un pendolo di legno da una tasca.

- Allora.. qui è la casa... - fece puntando un dito sulla mappa - Se Lily è qui... il pendolo dovrebbe... - ma il ciondolo di legno era inerte.

- Lily non c'è… - urlò James straziato.

- Oppure Remus non è molto bravo... - disse Evan.

- No, non c' è proprio. - confermò Victor.

James si gettò a terra - Dov'è, dov'è? -

- Trattenete quell'idiota… - sibilò Malfoy, disgustato.

- Calmo, James… - sussurrò Black.

- Se è stata rapita e mi chiedono la mia scopa in riscatto… io la darò… - piagnucolò ancora James.

In quel momento il pendolo scattò... verso la parte opposta della mappa.

- Osservate! - fece Severus.

- Quanto meno abbiamo delimitato la zona... - sussurrò Victor.

- Non solo quella. - si lasciò sfuggire Draco.

- Che vuoi dire? - chiese Lucius.

- Privet Drive... - fece il ragazzo indicando un nome sulla mappa.

- E' la casa dello sposo di Petunia Evans. - aggiunse Gwillion.

- E voi che ne sapete? - fece Remus - Ah, sì, inutile chiederlo... voi... sapete. -

- Già, noi sappiamo. - sorrise Mac.

 

Casa Dursley era immersa nell' oscurità. Solo una luce era accesa ed una finestra... ed il latrare di innumerevoli cani aveva invaso il giardino.

- Mi sa che hanno chiesto rinforzi... - sussurrò Gwillion.

- Cani… - Black ridacchiò - Lasciate che ci parli… che ci abbai io! -

- Come toglierti il piacere di una conversazione... finalmente al tuo livello intellettuale, Black. - disse Evan con un sorriso divertito.

- Stai attento… o ti troverai senza un pezzo di polpaccio… - fece Sirius, e prese le sembianze canine zampettò verso il giardino… iniziando una fitta conversazione fatta di latrati ed ululati.

- Sembra li stia convincendo… - fece Piton mentre l'abbaiare si faceva sommesso.

- Chi sa... magari sta offrendo loro qualche... prestazione... - commentò Rosier. E con un sussurro non troppo fievole.

- Cosa, cosa?! - domandò James - Che prestazione? -

- Poi se vuoi te lo spiego... - disse l' altro con un sorriso.

Mentre Remus si nascondeva il volto dietro una mano.

E Black stava tornando, riprese le umane sembianze.

- Hai offerto una prestazione ai cani? - domandò James all'amico.

- Cosa?! - fece Black arrossendo.

Rosier e un paio d' altri di Serpeverde... fischiettavano divertiti.

- Possiamo smetterla? Credo che per Sirius sia stato già faticoso concedere le sue grazie ai… -

- Lucius Malfoy, ti ammazzo! - impallidì Black.

- Ora basta! - fece Severus - andiamo o continuiamo a scherzare? -

Si incamminarono... in silenzio. Davanti alla porta... un uomo grassoccio faceva la guardia. Con una pentola calcata sul capo e una mazza da baseball sulla spalla.

- Lo pietrifichiamo? - fece Andromaca.

- E ci togliamo tutto il divertimento? - domandò Rosier mettendo il muso.

- Ma se grida sveglierà il vicinato… - sussurrò Mac - Facciamolo ammutolire, e poi… -

- Meglio che ammutolire. - disse Victor - Insonorus... e così nessuno sentirà le eventuali urla. -

Wow! - ridacchiò Mac - Andiamo? -

Piton fece cenno di si.

- Ci avviciniamo tutti insieme... o va avanti qualcuno? - domandò Victor - Sapete... perché abbia il tempo di capire... -

- Lucius… vai avanti tu! - sorrise Severus.

- Sta bene… - sussurrò Malfoy tirando fuori la bacchetta… con sguardo assassino… ed andando verso l'omaccione.

- Chi... chi è là? - borbottò il giovane Vernon - Questa è proprietà privata... -

- Davvero grosso BABBANO?! - domandò Malfoy con un sorriso cattivo - Un grosso babbano come te non è padrone di nulla… -

- Ba... ba... - lo sguardo dell' altro si indurì - Dunque siete un altro di quei matti. -

Qualche scintilla partì dalla bacchetta di Lucius… un piccolo, voluto, effetto speciale - Sono del Ministero… soppressione esseri babbani… -

- Sono armato... sono... Petunia! -

In quel momento Lucius sollevò la testa… si era aperta una finestra e Petunia, sorella di Lily, tentò di versare sul povero Malfoy una pentola d'acqua bollente.

Lucius fece appena in tempo a schermarsi.

- Quel porco babbano sta scappando in casa! - gridò Narcissa... con un tono assai poco signorile... ma il rischio di veder lessato il suo amato e futuro sposo... poteva far strani effetti.

- Andiamo tutti! - strillò Piton.

Scattarono... e poco dopo Vernon Dursley era a terra, e circondato.

- Ed ora brutto babbano… dicci… - fece Severus - E' qui Lily Evans? -

- Lei... io... - balbettò l' uomo - pazzi, siete tutti pazzi! -

- E non è pericoloso contraddire i pazzi? - sussurrò Lestrange.

- Chi la sorveglia? - fece Black, irritato.

- Fermi tutti! - una voce di donna veniva dalla porta.

Severus si voltò di scatto…

Una donna imponente, con una vestagliona fucsia e la testa cosparsa di bigodini li fissava con aria truce. E in mano aveva... un fucile a canne doppie.

- Lasciate stare il mio fratellino. -

- Sennò che fai, ci spari?! - rise Severus.

L' altra pose il dito sul grilletto, con fare minaccioso.

- E' così... patetica... - disse Victor scuotendo il capo.

- E se quel fucile ti facesse boom tra le mani… - rise Lucius.

La donna sparò... e una pioggia di grani bianchi partì verso i ragazzi. Il fucile era caricato a sale.

Piton rise, deviando i colpi… colpi che deviarono verso Vernon.

- Fratellino... - disse la donna quasi tra le lacrime - Questi bruti... -

Lucius rideva - E adesso portateci da Lily… oppure… -

- No... no... non cedere, non cedete... - mormorò Vernon.

- Oooooh come sei coraggioso. - cinguettò la sua grassa sorella.

- Adesso vi facciamo a fette tutti e due! - fece Piton - Ora basta! - e puntò la bacchetta su Marge, che si sollevò in aria…

- Ecco la riprova... - disse la voce secca di Petunia Evans - sono dei pazzi malati egocentrici, spostati, rifiuti della società. -

- Un'altra candidata al volo?! - rise Lucius, mentre anche Vernon iniziava a galleggiare.

- Che se la prendano quella puttanella di mia sorella... tanto è marcia dentro... esattamente come loro. -

- Mi sembra che siamo stati offesi. - sussurrò Evan - Ci ha appena... paragonato a una grifondoro. -

- Cosa… cosa… cosa ha detto di Lily?! - fece James a bocca aperta, e puntò la bacchetta…

- L' avete corrotta... - strillò Petunia - ne avete fatto un mostro! -

- Mostro sei tu! - urlò James… e Petunia fece un volo di diversi metri - Ora vola come una pluffa! -

- Posso applaudire? - sussurrò Rosier.

- Ora ridatemi la mia Lily… -

- Lei farà la cassiera... le ho trovato un posto decente... non tornerà più in quella scuola... - sussurrò Vernon.

- Cassiera... che orrore... - commentò Narcissa.

- Ora ti faccio a pezzi… - rise Lucius.

- E' in cantina... - strillò Petunia - lascia stare Vernoncino, stregone da rogo... Lily sta in cantina! -

Black corse verso la cantina…

E frattanto Petunia continuava a urlare insulti.

- Se non stai zitta ti trasformo in un sorcio! - urlò Severus a Petunia.

- Così le dai corda... - disse Remus scrollando le spalle.

- Davvero? -

Due secondi dopo al posto di lei c'era un grosso topo.

- Un topo volante... - disse Rosier sollevando il capo.

Piton ghignò - Adoro farla pagare agli stupidi babbani… - poi si morse le labbra e sorrise a Gwillion.

- Stupidi babbani... - ripetè lei - quelli sono proprio babbani, al cubo! -

- Felice che lo pensi… -

- Non si sa se esser grati loro per aver tormentato un Potter in un' altra vita o disgustati dalla loro assoluta stupidità. - disse la giovane in un sussurro.

- Già… - rispose Mac, ed intanto Black era tornato con Lily.

La giovane piangeva, e si precipitò tra le braccia di James.

- Cocca cocchina! - fece James, felice.

- Mio eroe... -

- Oh, cara! - James la strinse, felice.

- Certo, ha fatto tutto lui… - borbottò Lucius.

- Qualcosina l' ha fatta... - sussurrò Remus.

Severus inarcò un sopracciglio.

Lily frattanto stava ringraziando James... a suo modo.

- Torniamo ad Hogwarts? - propose Andromaca.

- Appena riusciamo a staccare quei due... - sussurrò Victor.

- E questa sarà un' occupazione assai piacevole. - concluse Rosier rimboccandosi le maniche.

Piton ridacchiò divertito.

La scena era divertente... ma in quel momento comparve qualcuno che non sembrava trovarla tale.

- Siete impazziti, dico io? -

Piton si voltò di scatto…

- Signor… Weasley! - fece, impallidendo.

- Tu buono Charlie... lascia stare quel topo volante... - disse l' uomo rivolto ad un bebè posto in uno strano girello galleggiante.

- Noi… noi siamo venuti a prendere una studentessa sequestrata… - fece Piton.

- E c' era... c' era bisogno di farlo in modo così appariscente? -

- I babbani ci hanno costretti… ci volevano sparare… -

- E hanno buttato sul mio Lucius una pentola d' acqua bollente! - strillò Narcissa.

- Bah... credete che mi preoccupi per una... ragazzata? Non vedo né morti né feriti. Ma c' è chi non la penserà così. Lascia quel topo Charlie, ti ho detto! -

- Chi… chi? -

- Quanto credete ci voglia perché gli Auror si precipitino qui? -

- Auror?! - Lucius Malfoy sgranò gli occhi - Non abbiamo fatto nulla! Dobbiamo andarcene! -

- Voi andate... - sussurrò Lupin - Noi restiamo... voglio vederlo un Auror talmente bacato da accusare James... il ragazzo della profezia... -

- Lupin! - fece Malfoy con un tono d'urgenza nella voce - Noi professori non possiamo farci trovare coinvolti in ragazzate… -

- E io che intendevo... andate! -

- Sì, sì, levatevi di torno... - fece Arthur - gli Auror hanno una strana idea su Serpeverde di questi tempi... Charlie... sta buono piccolo di papà... -

 

- Allora... - disse Loki fissando i giovani di ritorno - sono leggermente indeciso, sapete? -

- Pre… preside… - fece Piton - Eravamo… in… missione umanitaria… -

- Per la missione umanitaria dieci punti a testa. Ma non è questo il nodo della questione. -

- E' per gli Auror? -

L' altro annuì.

- E soprattutto vorrei che mi aveste avvertito. La situazione non è troppo grave... anzi potrebbe risolversi persino a nostro vantaggio... dal momento che l' imprudenza di una ragazzata potrebbe essere quasi una prova contro eventuali... insinuazioni. Ma avreste dovuto avvertirmi. -

- Credevamo fosse una cosa di così poco conto… -

- E' una cosa di poco conto. Ma con Crouch che va cercando anche il minimo appiglio... -

- Ci dispiace… - sussurrò Severus.

- Ciò che è fatto è fatto. Solo prestate maggiore attenzione per il futuro. -

- Si, si… - fece Piton chinando la testa.

- E voi altri... - mormorò l' uomo guardandosi intorno - Vi siete ammutoliti? -

- E' che… - Lucius scosse la testa - Ti chiedo perdono… -

- Adesso andate. - disse il mago con un tono di voce stranamente dolce - Sarete stanchi. -

Piton assentì, e tutti si diressero alla porta.

Solo uno sguardo diresse Voldemort verso Mariacarla, e sembrava chiederle di fermarsi.

E la giovane si fece da parte, attendendo in un angolo che gli altri fossero usciti.

- C' è qualcosa che volevo mostrarti... - mormorò l' altro - per chiedere... il tuo consiglio. -

- Si, mio Signore. Dimmi, di cosa si tratta? -

- Questa... lettera. - disse il mago. E fece apparire uno strano messaggio. Era... scritto non su pergamena, ma sopra una grande foglia tropicale.

- Una foglia tropicale… - ripetè l'altra, immaginando da chi potesse venire, e fece una smorfia.

- Silente chiede... adesso vorrebbe... tornare. - disse Voldemort, quasi con disgusto.

- Cosa gli risponderai? -

- Non ne sono certo... lo ammetto. -

- La situazione è già tanto complicata… il regime di Crouch… dopotutto potrebbe persino esserti utile il vecchio Albus, se… -

- Lo so. In realtà è solo il mio orgoglio che vorrebbe rispondergli con un netto rifiuto. Non è per il regime di Crouch che lui vuole tornare... affatto. Si preoccupa solo di perdere l' ascendente verso i suoi fedeli... che invece il regime temono, e a ragione! -

- E tuttavia Albus Silente sarebbe sempre una lama a doppio taglio… - Mac sospirò - Il punto è più danno… o più beneficio? -

- Noi siamo abili nel manovrare le lame... - sussurrò l' uomo con un sorriso.

- Lo spero… Signore. - sorrise l'altra.

- Adesso, però... vuoi pensare ancora a Silente? - fece l' altro venendole più vicino.

- No… se tu non vuoi… -

- Puoi leggere nei miei occhi ciò che desidero. -

L'altra tornò a sorridere - Solo tra le tue braccia mi sento viva… -

- La vita è dentro di te... io posso solo... risvegliarla, forse. - disse l' uomo stringendola.

- Non lo so… e comunque alla fine sarebbe lo stesso, non trovi? - fece lei, abbandonando la testa sul petto dell'altro.

Il mago non rispose. Ma dopo averla carezzata con delicatezza le sollevò il volto... per cercare un suo bacio.

- Forse è una domanda a cui non sono in grado di rispondere... -

- Allora la risposta non ha importanza. -

- Tutto ha importanza... e nulla lo ha. Adesso voglio un altro bacio. - E non attese una risposta per attuare il suo proposito.

E' così bello non dover far altro che obbedirti, amarti, pensò l'altra, premendo la bocca contro quella di Voldemort.

- La porta è chiusa... siamo soli... non credi che dovrei... inventare una punizione speciale per te... anche tu hai partecipato alla bravata di stasera, in fondo. - disse l' altro con un sorriso maligno.

- Merito una tale punizione… - sussurrò appena l'altra, già inebriata alla prospettiva di ciò che sarebbe venuto.

- Spogliati. - disse l' altro allontanandosi di un passo.

- Come ordini… - fece la donna, obbedendo lentamente.

- Sei bella... ma questo... non mi impedirà... di darti il giusto contrappasso. -

- Sono nelle tue mani… puoi fare ciò che vuoi di me… -

- Wingardium Leviosa. -

- Cosa… -

La giovane si trovava adesso a mezz' aria.

- Il contrappasso. Non era divertente osservare quelle stupide babbane che galleggiavano? -

- Non erano nude, però… - fece l'altra socchiudendo gli occhi.

- Non ci avrebbero guadagnato molto ad essere nude... a differenza di te. -

- Davvero… è piacevole osservare? -

- Molto. - sussurrò il mago senza staccare lo sguardo da lei.

- Ne sono lieta… dopotutto, sono qui per soddisfare il mio padrone… non è così? -

- Tuttavia... non vorrei che la tua nudità ti mettesse troppo a disagio. - disse l' altro, e si sollevò in punta di piedi per rubarle un bacio.

- Non con te… -

- Ma comunque sia, i miei vestiti sono forse fuori luogo. -

- Liberatene. -

- Speravo che me lo avresti chiesto... - sussurrò l' uomo, mentre si spogliava, con lentezza.

- Non sai che ti desidero… voglio vederti… -

- Ti accontenti di vedermi? - disse Voldemort gettando di lato la tunica - Tu dal cielo... distante come un sogno... io sulla nuda terra? -

- Allora vieni tu tra gli astri, oppure liberami perché io venga sulla terra, da te… -

L' uomo non disse nulla. Ma si sollevò lentamente, sino a raggiungere l' altra.

- Sei venuto da me… - sussurrò lei.

- Sono venuto da te. - e tornò a stringerla a sé.

- Ti amo, mio Signore… -

- E' strano... - mormorò lui carezzandole le labbra con un dito.

- Perché? -

- Perché nel sentirti dire queste parole... parole che dovrei rifiutare... provo invece una strana dolcezza. -

L'altra socchiuse gli occhi - Non hai mai rifiutato queste parole, Signore… -

- Dovevo forse? - rispose lui... facendo scivolare le labbra sul collo di lei.

- No… - rispose l'altra in un fievole gemito.

- Temi che se accetto quelle parole... è perché non le tengo da conto? - disse l' uomo affondando i denti nella carne di lei - Non è così, sappilo. -

- Ti amo… -

- Un giorno dovrei chiederti di insegnarmi il segreto fuoco di quelle parole... ma non ancora, non ancora. -

- Adesso pensiamo solo al fuoco che ci brucia, padrone… -

- Si... vieni più vicina... voglio che solo la mia pelle tocchi la tua pelle... e nient' altro. -

- Non sono mai stata tra le braccia di un uomo, in aria… - sorrise lei.

- Nemmeno io. -

L'altra sorrise - Tra le braccia… di un uomo? O in aria tra quelle di una donna? -

- Mi rifiuto di rispondere a una simile domanda. - disse il mago... fingendosi come offeso.

- Non devi parlare, dopotutto… - fece l'altra… cercando un bacio.

L' uomo la strinse più forte. Poi scivolò in lei, lasciando che i loro corpi si unissero.

La giovane donna strinse le labbra, abbandonandosi completamente alla fame dell'altro.

- Stringiti a me... non vorrai cadere... - sussurrò l' uomo con un sorriso. E attirava a sé la donna... per poi scostarla leggermente... in una lenta danza.

L'altra socchiuse gli occhi, assecondando i movimenti di lui, sottolineandoli con brevi gemiti.

- Mia... dimmi che sei mia... figlia dell' aria che ci circonda, e del fuoco che ci divora... -

- Sono tua… tua, solo… tua… -

L' uomo non cercò altre parole... ma solo la candida carne di lei.

Come sembrava tutto facile, così… il fuoco, la passione… nessuna domanda, nessun perché… bastava dare, bastava amare… pensò Mac, lasciandosi guidare verso quel piacere che presto le avrebbe impedito anche di pensare.

- Mia... - sussurrò ancora una volta l' uomo. Poi si abbandonò in lei, con gli occhi chiusi... e l' affanno del respiro sommesso.

Lentamente la giovane strinse il mago… l'uomo abbandonato al piacere che l'aveva bruciato… solo per pochi istanti lei avrebbe avuto l'illusione che l'altro potesse appartenerle davvero, totalmente.

- A cosa pensi? - sussurrò lui.

- A nulla… - mentì l'altra , senza smettere di stringerlo.

 

Capitolo II

La camera del professore di pozioni, con la sua luce soffusa di lampade verdi, era proprio come Gwillion l' aveva immaginata nei suoi sogni, sogni lontani di un altro mondo. E non per nulla aveva dato un contributo attivo ad arredarla, quell' estate.

La porta si spalancò, e Severus Piton fece il suo ingresso, richiudendola subito. Sul volto del mago c'era una strana espressione…

- Tutto a posto, Severus? - domandò l' altra... ansiosa.

- Ecco, io… -

- Cosa? -

- Ecco, io… non credo di essermi mai tanto assolutamente divertito… - sghignazzò il giovane professore di Pozioni.

- Oh cielo... - fece l' altra fingendo di barcollare - Gli alunni erano tutti ancora in forma umana a fine lezione? -

- Tutti umani, ma… molto demoralizzati! -

La giovane sghignazzò a sua volta.

Severus si accigliò - Credo di aver perso il conto… -

- Dei punti che hai tolto? -

- Si! -

- Che case avevi? -

- Grifondoro e… indovina… -

- Serpeverde? -

Piton rise allegramente…

- Accoppiata vincente... per noi! -

- Oh, assolutamente! - ridacchiò Piton - Poveracci… se fossi più umano mi farebbero pena… quasi. -

- Fortuna che hai detto quasi... -

- Oh, ma non credo che potesse essere altrimenti… -

- E chi può dirlo... - disse l' altra con un sorriso - Ma adesso... voglio i dettagli! -

- Dettagli, dettagli… cosa c'è da dire? Ho trovato così tanti cavilli nel loro operato… e poi, del resto, non sono alla mia altezza! -

- Uff... dovrò assistere a qualche lezione, assolutamente. -

- La mia assistente… -

- Mi piace. - disse l' altra con un sorriso - Sono stata così depressa quando Loki ha detto che in quanto tua fidanzata non potevo seguire il tuo corso... -

Piton le strizzò l'occhio - Non c'è divieto di farti essere la mia assistente, infatti… -

- E se ci fosse... troveremmo un modo per aggirarlo! -

- Noto che con il tempo… ti Serpeverdizzi… -

- Non capisco se è un complimento... o un' offesa mortale al mio passato io. -

- Un complimento… - sussurrò l'altro carezzandola, e cercando un bacio.

- Ricordavo sai... - mormorò lei poggiando il capo sulla spalla del mago.

- Erano bei ricordi? Ed il presente ti piace? -

- Non erano bei ricordi... non del tutto. Pensavo... al nostro primo incontro. E il presente... hai davvero bisogno che ti risponda? -

- Non l'ho mai visto in un'ottica sgradevole, a dire il vero… lo sai? Per me fa tutto parte di un'evoluzione… -

- Credevo... che mi odiassi... -

- Certo mi dava fastidio sapere che qualcuno sapeva tutto di me… -

- Di che stai parlando? - fece l' altra sbarrando gli occhi.

- Le vostre conoscenze su di noi… -

- Non le abbiamo sbandierate, mi sembra... non la prima sera... - disse lei arrossendo.

Severus si limitò a sorridere.

- Certo io mi sono messa a saccheggiare le tue citazioni ricordo... ma in qualche modo dovevo pur difendermi... -

- Difenderti… addirittura? -

- L' avevo detto al cappello che a Serpeverde mi avrebbero mangiata viva... ma lui non mi ha dato retta... -

- Mi sembri ancora intera, però. -

- Vuoi forse negare... di avermi mangiata? -

- Oh… mangiata… più o meno… - ridacchiò l'altro.

L' altra sorrise.

- Più o meno? Che vorrebbe dire più o meno... -

L'uomo si limitò ad un sorriso.

- Eh, no, adesso devi spiegarmelo! -

- Ma nessuna legge me lo impone… - sussurrò lui, chiudendole la bocca con un bacio.

 

Le strutture di ferro della torre Eiffel erano il varco del quartiere magico di Parigi.

- D' altronde... dopo che la Parigi medioevale era stata rasa al suolo... - Voldemort si guardava intorno, come vagamente perplesso.

- Incontreremo qui il vecchio? - domandò Mac.

- Dentro... immagino si sia stancato della sua isoletta. O forse era la sua francesina... - il mago continuava a gettare strane occhiate in giro - Vogliamo entrare? -

- Si… la sola idea di rivedere quella… - Mac scosse la testa - Come avrei voluto strapparle i capelli… -

- In realtà non è a loro che sto pensando... -

- Credi siamo spiati? -

L' altro rise.

- Questo è... possibile... ma in fin dei conti, il preside Loki Annwyn è uno dei più accesi sostenitori di Silente... dunque cosa c' è di strano nel nostro incontro? -

- Già… c'è da stare tranquilli… -

- Pensavo ad altro... all' amore dei maghi di Parigi per la belle epoque... -

- Davvero… pensavi a questo? - Mac era quasi… stupita - e perché pensavi ad una cosa del genere? Ad una cosa così… frivola? -

- Frivola? -

- Pensare alla Belle Epoque… sai che non me lo sarei aspettato, ecco, io credevo pensassi ad altro… non so, cose come… quanti maghi potrebbero far capitolare Parigi nel più breve tempo possibile? -

- La Belle Epoque... è frutto della civiltà Babbana. -

- Ah… quindi ti stupivi che piacesse ai maghi… -

- Mi stupisco che piaccia... a me. -

- Nessuno è perfetto… - sorrise malinconicamente l'altra.

- Nemmeno io? - disse l' altro, sorridendo.

- Tu… sei perfetto, nel tuo genere… io credo. O forse, lo sei ai miei occhi. -

- Vieni... - fece l' altro porgendole il braccio.

- Ti seguo… - sussurrò l'altra, accettando il braccio che le era stato offerto.

Lo spettacolo che i due videro di fronte ai loro occhi era semplicemente... sfavillante. Il quartiere dei maghi di Parigi alternava ferro e vetro... nelle tonalità sfumate dei vasi di Gallè. I pavimenti di erano di ceramica turchina, e lampioni simili a grandi fiori semiaperti illuminavano la scena.

- E' davvero… bello! - fece Mac sgranando gli occhi.

- La trovo... una giusta cornice alla tua bellezza. -

- Grazie… - sussurrò l'altra, arrossendo appena.

- Ma adesso... permettimi di modificare il tuo abbigliamento... perché si intoni con il luogo. E per l' invidia di una certa persona, magari... -

- Come tu desideri… - sorrise l'altra.

Ma l' uomo fece comparire prima uno specchi, perché l' altra potesse rimirarsi.

Ma la giovane preferiva l'idea di osservarsi attraverso gli occhi di lui, invece che nello specchio…

Un lungo abito nero comparve, con farfalle e foglie verdi ricamate che sembravano sul punto di prendere il volo. Una delicata acconciature di piume corte, e anch' esse verdi faceva capolino fra i capelli elaboratamene acconciati. E gocce di smeraldi ornavano infine il collo di lei e le sue orecchie, brillando di silenziosa luce.

- Sono bella? - domandò la donna, come spaventata all'idea di non essere all'altezza dell'abito.

- Bella non è una parola sufficiente a descriverti. - disse lui chinandosi a baciarle la mano.

- Grazie… e posso avere… un bacio vero? -

- Lusingato che tu me lo domandi, mademoiselle. -

L'altra sorrise soltanto, cercando la bocca del mago, e poi separandosene a fatica - Ed ora… ora dovremmo andare da Silente e Blanche… -

- Per quanto sia sgradevole... temo di sì. -

- Dunque, andiamo… -

 

- Dunque Silente ritorna... - mormorò Victor funereo - e noi gli prepariamo anche un bel banchetto... -

- Potremmo avvelenarlo… - sussurrò Lucius - No, a ripensarci meglio di no… -

- Magari Blanche... - disse Evan di rimando.

- Credo che Blanche sia prenotata… - notò Andromaca.

- Un emetico... - tornò a dire l' altro speranzoso.

Piton ridacchiò - Evan! -

- Scusi professore... - disse Rosier, ma i suoi occhi scintillavano.

- Che strano effetto che fa… - borbottò Severus, quasi sottovoce.

- Io credo che a te piaccia. - sussurrò Gwillion - Almeno quando non è Evan a pronunciarlo... professore. -

Severus sorrise appena, furbo.

- Professore... - ripetè l' altra con un filo di voce.

- Attenta… o daremo pubblico scandalo… -

L' altra sorrise, mordendosi un labbro, e tacque.

- Eh no, - fece Rosier - l' unica cosa interessante della serata dovremmo perdercela? -

- Rosier! - sbottò Piton - Che diavolo… -

- Eccoli che entrano... - disse Victor - oddio, Blanche Du Bois se possibile sembra essersi fatta ancora più altezzosa. -

- Che possa schiattare! - sibilò Severus.

- Mariacarla è stupenda... in quegli abiti francesi. - disse Narcissa... con un' espressione assai interessata.

Piton alzò le spalle.

- Ha un' espressione, triste... pensosa. - sussurrò Gwillion.

Mentre Narcissa continuava a fissare Lucius con uno sguardo in tralice.

- Beh, che c'è?! - chiese Malfoy alla sua ragazza, notandone finalmente lo sguardo.

- Credo stia... attentando al tuo portafoglio, papà. - mormorò Draco - Conosco quello sguardo... -

- Sei davvero materiale! - sbottò Malfoy - Ma è pur vero che la mia fidanzata deve avere il meglio… -

- Materiale... è così brutto esserlo? - sussurrò lei con un sorrisetto.

- Io rivoglio il mio congegno... - si lamentò Rosier - Non capisco perché non possiamo usarlo, ora che Silente è tornato in Inghilterra. -

- Costruiscine uno nuovo! - suggerì Piton.

- Si da lasciare sotto il letto di quei due... -

Victor chiuse gli occhi.

- Per favore, Rosier... stiamo mangiando. -

- Però sarebbe interessante… cosa fanno Silente e Blanche in privato?! - si domandò Severus - No… meglio di no… -

- Non mi piace... - sussurrò Gwillion.

- Cosa?! -

- Lo sguardo di quella... sembra un uccellaccio che abbia individuato una preda. -

- Cosa vuoi dire? -

- Non lo so... è solo una sensazione... d' altronde, è Blanche... la conosciamo. -

- Già… e proprio perché la conosciamo possiamo prevenirla, no? -

- Guarda verso Mac... e la guarda proprio storto. - sussurrò Victor - Ma è comprensibile... date le sue passate ambizioni. -

- Beh, che vada in malora… immaginate se adesso lei… - sussurrò Andromaca.

- Sarebbe viva? - domandò Rosier cupamente.

- Credo di no… - sorrise Severus.

- Certo dovremo tenere gli occhi aperti. - concluse Lestrange.

 

- Barthemius Crouch. - mormorò Loki Annwyn fissando la finestra.

Il vecchio nello studio annuì. Come se quel nome significasse molte parole. Entrambi attendevano, in silenzio. E Crouch… giunse.

- Eccoci qui... riuniti. - sussurrò il preside guardandosi intorno.

- Spero abbiate da dirmi qualcosa di importante… -

- Importante... stabilire una linea comune... mostrarci uniti contro il nemico. E' questo il nostro dovere. - mormorò Silente.

- Continuate… -

- Potreste essere voi a continuare. -

- Io? - Crouch sorrise appena - Ma sono troppo incuriosito per continuare, sapete? -

- Ma il preside... - Loki si interruppe - l' ex preside Albus Silente, è stato lontano troppo tempo per avere un chiaro quadro della situazione, tocca a noi illuminarlo. -

- E lei, Annwyn, come riassumerebbe la situazione? - fece l'altro con voce vagamente ironica.

- Siamo con l' acqua alla gola. Ma io sono così lontano dalla reale natura del... problema. Io vivo quasi in una torre d' avorio... -

- Il male è ovunque, anche dove non ce lo aspettiamo, anche qui. - fece Crouch con voce grave.

- Il male è ovunque... solo che non sempre è... manifesto. - disse Silente con un sorriso.

- Esatto… ecco perché… servono misure di sicurezza particolari… -

- La vostra idea di misure di sicurezza è simile alle sbarre di una prigione. - disse Loki scuotendo la testa - Intrappoleranno solo coloro che ancora vogliono combattere, piuttosto che ostacolare il nemico. -

- Ma bene… Loki Annwyn dissente dal Ministro e dal Ministero… - sorrise storto l'uomo.

- Se Annwyn fosse realmente... dissenziente... si guarderebbe bene dall' esprimere apertamente la sua opinione, Crouch. -

- Ma lui è, in fondo, libero di dissentire… -

- Se non lo fossi... se non potessimo nemmeno parlare apertamente... - disse Loki.

- Allora tanto varrebbe aver aperto i cancelli della scuola a Voldemort. - concluse Silente.

- Siete in vena di strani discorsi. - fece Crouch giocherellando con la sua bacchetta magica - Ma io non ho molto tempo da perdere… - sorrise - Ed altri poteri conferirò ai miei fedeli Auror… -

I due si fermarono... attenti.

- Strani i vostri volti… - fece Crouch quasi con noncuranza - Ma io non dirò altro. -

- La sfiducia... - sussurrò Silente - seminare la sfiducia è la prima arma di Voldemort. -

- E la fiducia viene ripristinata da me, dal Ministero, dai miei uomini… -

- Nessuno lo mette in dubbio. - disse Loki con un vago sorriso - Nessuno. -

- E dunque… qui finisce il nostro dialogo. E… signor preside Annwyn… -

Si strinsero la mano. Mentre dietro il volto imperturbabile del preside di Hogwarts si rimescolavano le formule del Kevadra e della cruciatus.

- Dicevo, preside… tenga d'occhio i suoi ragazzi… - fece Crouch, uscendo.

- Come se fossero la mia famiglia. - disse l' altro con un sorriso.

Il Ministro non si voltò neppure, sparendo nei bui corridoi di Hogwarts.

- Dobbiamo stare attenti... - sussurrò Silente - o la palma del bastardo ci verrà strappata. -

 

I ragazzi erano riuniti negli appartamenti del capocasa. Per qualche motivo avevano deciso di evitare la sala comune... perché le spie potevano essersi infiltrati persino a Serpeverde.

E parlavano del più e del meno.

Poi un elfo marrone comparve dal camino, seminando fuliggine ovunque.

- Toh… - fece Lucius fissando la creatura.

- Io porta pacco lei ordinato, padron Lucius. - disse l' elfo venendo avanti con un ingombrante involucro.

- Sei in ritardo… - fece Malfoy con una mezza smorfia.

- In ritardo... - l' elfo gemette, e lasciò cadere il pacco. Sembrava intenzionato a precipitarsi contro un muro.

- Fermo, adesso! - ordinò Lucius - Draco… - chiamò, guardandosi intorno.

- Cosa c' è? - fece l' altro venendo avanti.

- Ti ho fatto portare qualcosa… - disse l'uomo, e con un cenno richiamò l'elfo.

Il ragazzo sorrise, impaziente.

- Elfo! Dagli il pacco! -

Draco quasi strappò il regalo dalle mani dell' elfo. E lo scartò di fretta.

- Una scopa... - disse sorridendo.

- La migliore e più veloce sul mercato… - sorrise Malfoy.

Draco la guardò con fare dai intenditore, poi i suoi occhi caddero sulla targa. E soffocò a stento una risata.

- Cosa c'è figliolo? - domandò Lucius, incuriosito.

- E'... splendida. - disse l' altro soltanto.

Gwillion si avvicinò. E anche lei... sembrò presa dallo stesso attacco di soffocate risa.

Lucius fulminò la giovane con lo sguardo - Davvero vorrei sapere perché un'estranea ride del dono per mio figlio… e perché si impiccia… -

- E' colpa mia. - disse Draco prontamente - Ho passato troppo tempo a deridere le Stellafreccia... in quei libri. -

- La… deridevi? - domandò Lucius, perplesso.

- Era la scopa di un certo Weasley... -

Sul viso di Lucius si dipinse una certa delusione.

- Tra quindici anni... - precisò il ragazzo con un sorriso.

- Capisco… - mormorò Lucius, ma era comunque imbronciato.

- Padrone triste... - mormorò l' elfo in quel momento - Dobby... infelice. -

- Dobby? - sussurrò Gwillion, e ad ogni modo era tornata a sedersi accanto a Severus.

- Dobby! - esclamò Draco, in un sibilo malvagio.

- E' il nostro elfo, qualcosa non va? - chiese Malfoy.

- E' un elfo traditore... - disse il ragazzo fissandolo con sguardo di fuoco.

- Ma Draco, cosa… -

- Non ti hanno raccontato la storia? - disse l' altro - Loro la conoscono senza dubbio meglio di me. -

- Ma cosa… - Lucius, intanto, fissava Dobby, sospettoso.

- L'elfo ha aiutato Potter… - sibilò Mac alzando la testa dal libro che stava leggendo.

- Il grande nobile Harry Potter... - precisò Gwillion - usando le sue parole. -

Poi si morse un labbro, come temendo un imminente elficidio.

- Aiutato… quanto aiutato? -

- Tanto aiutato…- fece Mac, questa volta senza neanche alzare la testa.

- Ah, si? - fece Malfoy.

- Io non sa di cosa sta parlando... - fece l' elfo balbettando.

- Io avevo già accennato la faccenda a Lucius... - sussurrò Gwillion - ma credo che non l' avesse presa bene... -

- TU! - sibilò Lucius - Tu! Tu hai in mente di tradirci… -

- Io... io... Dobby non sa perché padrone arrabbiato... -

- In futuro… -

- Scappa Dobby… - consigliò Mac, con noncuranza.

Ma l' elfo non poteva scappare.

- Ti ha persino attaccato. - rincarò Draco - Dopo che Potter con un trucco ti aveva spinto a liberarlo. -

- Dobby… - ringhiò Malfoy.

- Beh... nella versione filmica ti faceva un favore. - disse Gwillion con improvvisa ispirazione.

- Ti impediva di andare ad Azkaban… - sussurrò Mac.

- Certo Potter si risparmiava il secondo tentativo di Kevadra... - disse l' altro - Ma non si può avere tutto dalla vita. -

- Hai tre secondi, Dobby… - sibilò Lucius - Vai a casa, o… o… -

L' elfo era già svanito... in lacrime.

- Questi elfi… - borbottò Lucius - Non li fanno più come un tempo… -

- Avete detto film? - fece poi Draco - Io c' ero, no? E... com' ero? -

- Mariuolo… - fece Mac in un soffio - Molto carino, ma… ladro… -

- Ma... che? - disse il ragazzo sgranando gli occhi

- Cleptomane... forse. - disse Gwillion scrollando il capo in cenno di disapprovazione.

- E scommetto che Potter era gentile, bello e affascinante. -

- De gustibus… - borbottò Mac.

- Non si capiva se l' attore che lo interpretava era ebete di natura... o solo molto abile nel rendere il suo carattere. - sintetizzò Gwillion.

E molti Serpeverde tirarono un sospiro di sollievo.

- Mio Dio… - sibilò Lucius - Ci siamo ridotti a parlare di un Potter… -

Piton assentì vigorosamente - E' scandaloso! -

- Io voglio sapere com' era l' attore che faceva Lucius. - intervenne Narcissa.

- Notato? - osservò Evan... - Hanno protestato proprio coloro che... sono a rischio di paragone. -

- Rischio di paragone? - sibilò Severus - Evan… -

- Chissà chi era il professore di pozioni nel film... -

- Di certo non uno alla mia altezza! -

- Principalmente... era vecchio. - sussurrò Gwillion.

- Una mummia… - sibilò Mac.

- Una... - Evan Rosier scoppiò a ridere - Povero Severus... -

Piton pestò il piede a terra - Era ovvio che la copia non potesse essere alla mia altezza, insomma! L'importante è l'originale! -

- Afflitto da senescenza precoce... - continuò a dire l' altro fra le risa.

- Evan! - strillò Piton - Vuoi far perdere… punti alla tua Casa?! -

- E' una sfida? - disse l' altra smettendo improvvisamente di ridere.

Draco, e Victor e diversi altri fra i presenti si nascosero il volto tra le mani.

- E' un avvertimento… -

Rosier fissò l' altro con sguardo cupo. Poi sorrise e scrollò le spalle.

- Lasciamo perdere, va... -

- Non parliamo più di quel Severus... - mormorò Gwillion.

- Già… sarà decisamente meglio… - fece il professore di pozioni.

- Soprattutto perchè mi vien da pensare alle sue ammiratrici... -

- Ammiratrici… - mormorò Piton.

Gwillion socchiuse gli occhi fissando l' altro cupamente.

- Gelosa? - sorrise lui.

- Non è nella mia natura essere gelosa... non senza un buon motivo. -

- E allora? -

- E allora dimmi a che ti servono delle altre ammiratrici... mio caro. -

- Ma, infatti, non mi servono affatto! -

- E allora... - ripetè lei sollevando le sopracciglia - Non capisco perché stiamo a discuterne. -

- Già… perché? - domandò Piton, cercando un bacio.

 

Mac osservava il cielo ed il panorama, seduta sul davanzale della finestra dell'aula di Difesa. Aveva gettato da parte uno dei suoi libri di studio, e restava a guardare il mondo… così, dall'alto, dall'aula dove per tanto tempo aveva visto Loki insegnare…

Ma adesso… la giovane sospirò. Era stata una giornata orribile con le occhiatacce e le frasi sprezzanti di Blanche… e forse Blanche, tutto sommato, aveva ragione. Non ci sarebbe stata meglio lei al suo posto?! Più adatta… più disposta a… ma no… la sola idea di lasciare Loki a quella donna aveva il potere di spezzare il cuore di Mac.

La giovane si sporse di più… il vento soffiava forte… e lei chiuse gli occhi, tentando di non pensare.

- Mariacarla... - sussurrò una voce alle sue spalle.

L'altra sobbalzò, aggrappandosi alle ante della finestra, e si voltò.

- Vorrei parlarti, se non ti è troppo fastidio. - disse Voldemort prendendole una mano.

La giovane rabbrividì al contatto con l'altro… come sempre - Mi… mi fa piacere parlare con te… ero così sola, dopotutto… -

- Sola... abbiamo già parlato della solitudine, se non erro. - fece il mago mordendosi un labbro - Della mia solitudine... e ho ignorato la tua. -

- No… no! Non è come credi… - sussurrò l'altra abbassando la testa.

- Mariacarla... - sussurrò l' altro in un vago tono di rimprovero.

- Cosa c'è mio Signore? - domandò l'altra con gli occhi improvvisamente lucidi.

- La nube che offusca la tua luce... le lacrime che velano il tuo sguardo... - mormorò il mago dolcemente - credi che io non le veda? O che sia così insensibile da non curarmene? -

- E' solo colpa mia, tu non puoi darmi più di quanto già non mi dai… - l'altra scosse la testa - E' colpa mia… sono stata io stessa, la prima volta a dirti che il prezzo di tutto questo non aveva importanza… e, infatti, non ne ha. -

- Mariacarla... guardami. - disse l' uomo con voce grave - E dimmi. Che senso ha tutto il mio grande potere se non riesco a rendere felice l' unica persona che vorrei vedere veramente... felice? -

- Sono felice… non capisci? Sono felice… è solo che… a volte voglio qualcosa che il tuo grande potere non può comprare, che mi aiuterebbe a trovare il mio posto… ma non è possibile. -

- Ogni tua lacrima... si ferma sul mio cuore. Quel cuore che non credevo di avere... - mormorò l' uomo chinando il capo.

- Ti prego, Signore… è così doloroso… -

- Credi che per me, per il mio orgoglio non lo sia? Ma... sono diverso dall' uomo che ero due anni fa, quando sei comparsa nella mia vita... e voglio esserlo. Voglio che tu m' insegni... -

- Cosa Signore? Cosa… il mio più grande desiderio è solo essere amata… per nessun uomo avrei accettato di non esserlo… solo per te. Se tu vuoi basta questo… -

- Voglio che tu m' insegni il nome del calore che invade il mio petto quando ti penso... voglio che tu m' insegni a scacciare le mie paure... a dire quelle parole che non voglio dire... voglio... io so... che se posso amare qualcuna quella sei tu... ma... -

- Ma? - domandò l'altra tra le lacrime - Ma? -

- Aiutami... no... no, non è questo... dobbiamo aiutarci l' un l' altro sostenerci. Perché senza di te... mi scopro come... incompleto. -

- Mi stai mentendo, Signore? -

- Se volessi mentirti... sarebbe così facile prometterti amore... e tu fingeresti di credermi. Se volessi mentirti... perché dovrei mentirti? Tu sei già mia... accetti... la mia crudeltà. Io non ti sto mentendo. Non lo sto facendo... davvero. -

L'altra cercò soltanto un bacio.

- Posso... posso vedere un tuo sorriso, adesso? - sussurrò il mago... quando infine le loro labbra tornarono a separarsi.

E la giovane sorrise, asciugandosi gli occhi - Sono davvero sciocca… -

- Davvero... osi insinuare che l' Oscuro Signore pende dalle labbra di una sciocca... che implora per vedere la luce del suo sguardo... che è sempre più legato a lei a ogni minuto che passa? Per una simile affermazione... -

La giovane tornò a sorridere - Ti amo. -

Per una simile affermazione dovrei punirti. Stava per dire il mago. Ma di fronte alle parole dell' altra preferì sorridere, e la strinse a sé con tutte le tue forze.

- Perdonami... - sussurrò - perdonami se ora posso dirti solo... che ho bisogno del tuo amore. -

- E' più di quanto sperassi. Ora… ho almeno la speranza. -

 

- Benvenuto, Alastor... volevi parlarci. E hai scelto un luogo insolito per l' incontro. - disse Loki guardandosi intorno.

- La prudenza non è mai troppa! Vigilanza costante! - gracchiò l'uomo.

- Nessuno è di parere contrario... - mormorò Silente - e una volta che siamo qui sarà meglio che diamo un' occhiata anche ai cuccioletti di manticora che il guardiacaccia ha allevato... giusto per non destare sospetti. -

- Bene… reco gravi notizie dal Ministero… -

- Ascoltiamo. - sussurrò Loki.

- Quel pazzo svitato di Crouch… - Malocchio scosse la testa - Lui… -

- Cosa... - disse Silente passandosi le mani fra la lunga barba bianca.

- Nuove misure di offesa… -

- Spiega... - dissero i due quasi al tempo stesso.

- Tre… tre nuove misure… - sibilò Malocchio… con tono da cospiratore.

- Tre... -

- Non saranno le... - disse Loki pallido in volto.

- Maledizioni senza perdono… - concluse Moody.

L' altro se possibile impallidì ancor di più.

- Gran bel copione... è vero? - disse Silente con uno strano sorriso.

- Tu dici? - fece Malocchio, accigliandosi.

- Forse lo direbbe qualcun altro. - sussurrò il mago - Ma certo è un gran bel... problema. -

- Questi mezzi di Crouch… non riescono a piacermi è… inumano. Più cattivo dei cattivi, fanatico! -

- I fanatici sono una gran brutta razza... - sussurrò Loki - e purtroppo nessuno dei ministri delle varie nazioni ha il coraggio di ribellarsi... anche se molti... temono le manovre dell' Auror inglese. -

- Tutto peggiorerà, io temo… eppure c'è ancora chi la pensa come me, chi è disposto ad opporsi… -

- Sì, Alastor... e quelli come noi rischiano di vedersi paragonati ai peggiori criminali. - sussurrò Silente.

- Ebbene, Albus… non abbiamo, comunque, molte speranze… -

- La speranza... a volte nasce dalle vie più insperate. - mormorò il vecchio.

 

- Ho vinto la scommessa Severus... - mormorò Gwillion - la mia pozione non è esplosa... -

- Solo perché hai un buon maestro! -

- Su questo non c' erano dubbi... ma il maestro... dubitava! - disse l' altra ridendo.

- Solo per eccesso di prudenza! -

- Tu aggiri il nocciolo della questione, mio adorato. -

- Oh, tu credi, mia adorata? -

- Dovresti pagare il tuo pegno... nel modo più dolce, adesso. -

L'altro la strinse tra le braccia e sorrise - Nel modo più dolce… -

- Se ne hai voglia si intende... - mormorò lei - altrimenti trovo subito un altro argomento di conversazione. -

- Oh, ma davvero… - sussurrò lui, mentre baciava il collo dell'altra.

- Sì... certo... - rispose l' altra, in un gemito.

- Allora dovrei accontentarti… - e Severus le lasciò scorrere un dito sulla scollatura dell'abito.

- Sempre che tu non preferisca sentirmi parlare della mia ultima lite con Ruf... -

- Lo farai morire, un giorno, quel poveretto… -

- Servisse a tenerlo lontano dalla cattedra, almeno... - disse lei con una smorfia.

- Ma dobbiamo pensare proprio a lui, cara? -

L' altra scosse lentamente la testa.

- Bene… -

- E... adesso? - domandò la giovane con un sorriso.

- Adesso ci assicureremo che la porta sia ben chiusa… -

- Si... - fece lei senza smettere di fissarlo negli occhi. Quegli occhi che la perdevano.

- E poi… -

La giovane si mordicchiò un labbro, come incapace di parlare.

- Hai forse perso la lingua? - fece l'altro dolcemente, e le cingeva la vita - Tu che sai tanto parlare… hai perso la lingua? -

- Potresti provare... a cercarla... -

- Ti piacerebbe… immagino… - sorrise lui, poggiando la bocca su quella della giovane donna.

- A te no? - fece lei in un sussurro.

Ma lui la zittì, insinuando la lingua tra le labbra dell'altra, e stringendola con maggiore vigore.

La giovane socchiuse gli occhi, abbandonandosi a quell' abbraccio, come se null' altro esistesse.

- E lo scoprirai… - diceva l'uomo, e intanto… la svestiva con delicata violenza.

La ragazza taceva... mentre i suoi respiri si facevano più affannosi.

- Aiutami a strappare anche i miei abiti… - mormorò lui, cercando il collo della donna, famelico.

- Spenderemo un patrimonio in vestiti... - sussurrò lei mentre cercava con le dita, la pelle dell' altro.

- Oh, no… noi abbiamo la magia… - disse di rimando l'altro, prima di affondare i denti.

- Severus... - mormorò lei in un gemito... sentiva che sarebbe caduta, se l' altro non l' avesse sostenuta.

E l'altro la afferrò con una strana e decisa violenza, e la sollevò, premendola di più contro il muro…

- Sono tua... -

E l'altro affondò in lei con un breve gemito.

La giovane cercò la bocca del mago. I suoi piedi quasi non toccavano terra e il calore di lui la avvolgeva.

- Adorata… - sussurrò l'altro.

- Ti amo... ti amo. -

- Ripetilo… - sussurrò l'altro, avvampando di passione.

- Ti amo, Severus Piton. - mormorò lei con un filo di voce.

I movimenti dell'altro erano ritmici ma lenti… tutto il suo essere era proteso verso l'altra, l'anima ed il corpo.

- Le sensazioni che risvegli in me... - sussurrò la giovane - ancora mi stupiscono. -

- Davvero? - domandò lui, affannato.

- Credi che ti mentirei? - mormorò lei sgranando gli occhi - O vuoi solo che te lo ripeta? -

L'altro sorrise soltanto, tornando a baciarla.

- Non ho mentito Severus... davvero. -

- Lo so… - fece lui, stringendola ancora, ed ancora.

La giovane sorrise... allungando una mano per carezzare il volto di lui, poi sorridendo fece scivolare le dita lungo il collo e le spalle.

L'altro socchiuse gli occhi, e la portò verso il letto.

Mentre Gwillion si stringeva al lui con tutte le sue forze.

- Che strano… - sussurrò Piton,con un leggero tremito nella voce - Il mondo va alla rovescia, ma non noi… -

- Non dirlo... fa quasi paura... -

- Perché mai? -

- La stella troppo fulgida brucia in un istante... gli dei invidiano le gioie troppo grandi... -

- Taci… non dirlo. - sussurrò lui, carezzandole i capelli.

- Non lo dirò. - disse l' altra - E poi... finchè ho la luce dei tuoi occhi... nient' altro conta per me. -

E lui le chiuse la bocca con un lungo bacio.

- Voglio stringerti a me... stringerti a me e parlare di sciocchezze... -

- Sentiamo… -

- Inizio io, dunque? Sai che ho... dei soldi da spendere? -

- Ma davvero? -

- A quanto pare le assistenti vengono... pagate. -

Piton rise - E cosa comprerai? -

- Qualcosa di assolutamente... babbano. -

L'uomo aggrottò la fronte - Cosa? -

- Questo ancora non l' ho deciso in effetti... - disse lei con un sorriso - conoscendomi... o dischi o libri. -

- Interessante… -

- Lieta che lo trovi interessante... altrimenti avrei minacciato di tornare da Londra carica di pelouches. -

Piton sghignazzò.

- La fondazione di Asimov... con i telepati che si nascondono agli occhi degli uomini... potrebbe persino prestarsi a degli interessanti paralleli, sai? -

- Interessante… - tornò a dire lui, ma non l'ascoltava neanche… carezzandola.

- Oh... che bambino dispettoso mi sono trovata... - sussurrò lei, fingendosi indignata.

- Eh, si… - fece lui, posando il capo sul suo petto.

Lei sorrise, carezzando i capelli del giovane.

 

Mac era sulla torre, e fissava, assorta, il panorama verdeggiante.

- La serva del preside si è andata a nascondere, vedo. -

- Blanche! - fece Mac, senza voltarsi - Che ci fai qui? -

- Venivo a vedere se ti gettavi giù, ad essere sinceri. -

- Davvero? Dovrei farlo? -

- Renderesti un piacere a tutti, non credi? Ammorbi l' aria con la tua faccia triste. -

- Davvero… davvero… - sospirò Mac - Tu credi? -

- Quelli che hanno buon senso possono solo ridere di te... e c' è chi è ancora più sciocco da lasciarsi contagiare dalle tue pose da martire... ma non puoi ingannare tutti, mia cara. -

- E' vero… non posso… -

- E dunque... ci vuol tanto per fare quel saltello? - disse l' altra con una smorfia ironica.

- Essere, non essere? E' più giusto sopportare gli strali, i colpi di balestra di una vita oltraggiosa o contrastandola por fine a tutto… morire, dormire… sognare forse, ecco il punto… -

- Ottima recitazione... ma cosa credi di ottenere citando i versi di un babbano morto? -

- Un babbano morto… odi Shakespeare… e presto un'anima ti farà compagnia… - Mac scosse la testa, percorrendo il panorama con gli occhi.

- Sei una stupida sentimentale... e lo dimostri in pieno in ogni istante, con la tua stucchevole esitazione. -

- E' vero… sono una stupida sentimentale… saresti stata meglio tu al mio posto, vero? -

- Mi sbagliavo. Al tuo posto... il cervello è superfluo e pericoloso. Per questo sei stata tu... la fortunata. -

- Non ho cervello, vero?-

- Biologicamente forse si... ma dubito che funzioni. Altrimenti non saresti qui... -

- E dove sarei? -

- Ferma sull' orlo di un precipizio a compiangerti. -

- Già… è ora di lanciare un corpo nel vuoto… -

Blanche fissò l' altra per un istante... poi fece un passo indietro.

Ma Mac fu rapida… ad afferrare l'altra per i lunghi capelli biondi, ed a tirarla verso la balaustra…

- Lasciami... - strillò Blanche - lasciami sporca babbana! -

- Portami rispetto! - urlò Mac, quasi strappandole davvero i capelli, e premendole il capo contro la pietra della torre - Porta rispetto a me! -

- Rispetto!!! - urlò l' altra sgranando gli occhi.

- Il rispetto che mi è dovuto! - fece Mac, continuando a trattenerla per i capelli con una mano, e puntandole la bacchetta alla schiena - Io posso farti provare un dolore così intenso e violento… io posso ucciderti, donnaccia… -

- Tu... - Blanche sgranò gli occhi.

- Io cosa? - tornò a urlare l'altra rafforzando la sua stretta - Trema quando mi vedi, tu non hai idea… -

Un urlò inarticolato sfuggì dalla bocca dell' altra.

Intanto la bacchetta di Blanche era uscita dalla sua tasca e… spezzatasi a mezz'aria era precipitata di sotto, nel parco…

- Urli?! Fai bene! -

- Lasciami... - disse la giovane in un sussurro spaventato - lasciami... -

- Ora potrei ucciderti… un piccolo volo… solo un incidente… o un suicidio, sai, cagna? -

- No... no... - la supplicò l' altra - dimmi... cosa vuoi in cambio... -

- Baciami i piedi. -

- Baciarti... -

- E' un ordine, serva! - tornò a dire l'altra, con tono d'acciaio - Ed ora ascoltami bene… da oggi in poi tu non oserai neanche alzare lo sguardo su di me, e sarai più che riverente! E non credere di potertela cavare, o di non obbedire… non andrai da Silente a chiedere soccorso, sappilo… se io mi mettessi in testa di toglierti di mezzo… l'avrei vinta io. Silente ha bisogno di noi, e tu non sei nulla, non ti aiuterebbe… hai capito? -

- Cosa... cosa? -

- Sto dicendo che da oggi in poi sarai molto, estremamente garbata nei miei confronti… ed alla prima occhiata malevola… io ti farò fuori, hai capito?! E nessuno ti aiuterà, perché tu non servi davvero a nessuno! - e tirò ancora i capelli della mezza veela.

Solo un mugolio spaventato uscì dalle labbra della ragazza dai capelli biondi.

- Ed ora inginocchiati, chiedi scusa e sparisci! -

Uno sguardo di fuoco animò gli occhi verdi dell' altra. Ma, poco dopo... s' inginocchiò.

 

 

[continua]   [fuori]