IL CLUB PITON 3

 

Maya aveva perso il controllo delle proprie emozioni: era un momento felice, e l’altro pensierosa. Seduta sul letto, fissò la propria immagine riflessa nello specchio, e sospirò  “ Eh si! Sono proprio in un bel guaio! Ma non potevo essere diversa? Non potevo essere meno complicata, meno stupida? Anche qui…combino un sacco di pasticci… ” e come per dimostrare a sé stessa di essere una bambina sciocca si alzò in piedi sul letto, e, saltellando, finse di essere ancora sulla pista da ballo, con Piton.

 

Sirius Black si tolse il mantello e lo sistemò come tovaglia sull’erba  “ Prego, si sieda! ”

“ Oh, grazie! ”  rispose Tirsa, scherzosa  “ Ma non credo che dovrei essere qui, con lei…dopotutto è pur sempre un ‘malandrino’! ”

Sirius alzò le braccia  “ Giuro che non compirò nessun misfatto! ”

“ Devo fidarmi? ”

“ Ti tocca! O puoi tornare al castello e ballare con qualche ragazzino desideroso di fare bella figura. ”

“ Per carità…no! ”

“ Allora, hai sempre fretta di tornare a casa? Non vorresti trattenerti un po’? ”

“ Ti confesso che, no, non ho più tanta fretta… ”

 

Piton svoltò l’ultimo angolo prima della camera di Maya e si guardò intorno, furtivo. Estrasse la bacchetta e si avvicinò alla porta, pronunciò un incantesimo, e la serratura si aprì. Severus gettò un’occhiata all’interno. Doveva aprire di più la porta, per vedere, Maya era in camera, ma fuori dal suo campo visivo: la sentiva ma non la vedeva. Finalmente la scorse…e trasecolò: la ragazza, ancora avvolta nell’abito da sera, saltellava sul letto, ridacchiando e canticchiando. Questa visione lo fece letteralmente infuriare, senza pensarci, spalancò la porta, puntò la bacchetta…e sparò un comunissimo incantesimo Rictusempra. Maya si vide investita da un raggio rossastro, e poi scoppiando in una risata che le rendeva quasi impossibile respirare, cadde dal letto.

Severus Piton divenne ancora più pallido del solito: aveva esagerato? La ragazza era caduta a terra, ed ora si contorceva ai piedi del letto, incapace di fare altro che ridere.

Piton pensò di essere stato davvero sciocco. Corse a vedere se si fosse fatta troppo male, e pronunciò il controincantesimo.

Maya sentì che l’eccesso di ilarità stava passando, lasciando il posto a qualcosa di altrettanto eccessivo, ma più pericoloso. Quando fu nuovamente padrona di sé stessa, sfoderò le unghie e si preparò a graffiare la faccia di quell’idiota di Piton.

Severus arretrò, ricadendo a terra, quando la giovane donna fece un balzo, simile ad un gatto furioso, cercando di acciuffarlo.

“ Volevi uccidermi? Adesso vediamo…ti caverò quegli occhi… ”

“ Ferma! Stupida pazza, levati di torno! ”

Piton lottò strenuamente per impedirle di farlo a pezzi, desiderando di poter prendere la bacchetta, e addolorato per averle impedito di morire soffocata dall’ilarità.

Preso dal combattimento non si accorse che la situazione stava prendendo una piega…inattesa. Il viso della ragazza era ad un palmo dal suo, e il corpo di lei lo schiacciava sul pavimento. Anche i gesti diventavano più lenti, meno ostili…e Severus provò a fare l’unica cosa sensata e che davvero desiderasse…baciare quelle labbra dannatamente attraenti e vicine. Dopotutto…anche quella sarebbe stata una vendetta. Anche Maya stava passando da un impulso ad un altro, e quando Severus premette le sue labbra sulle sue, lei non riuscì a fare altro che rispondergli, ma non volendo dare l’impressione di essere troppo arrendevole…più che baciare, morse.

Piton sgranò gli occhi, quella non era una donna, ma una gatta selvatica! Possibile che tra loro tutto finisse in una prova di forza? Ma Severus era troppo occupato per rifletterci davvero: il ‘morso’, stava cambiando ancora una volta aspetto…trasformandosi in un lungo bacio appassionato. Il bacio di due persone che, per diversi motivi, da tempo avevano represso ogni possibilità di essere felici, e libere.

Poi un campanellino suonò nella testa di Maya, che si rese conto davvero di quello che stava facendo. La razionalità ricacciò indietro il desiderio. La ragazza si divincolò dalla stretta di Piton, e non riuscendo a frenare le lacrime, tentò di colpirlo e allontanarlo. Severus si sentì investito da una doccia gelata: no, non aveva davvero…baciato quella ragazzina? Si alzò di scatto, senza poter riflettere su altro che sulla propria incosciente irrazionalità.

“ Vattene via! Vattene subito! Non doveva essere così… ”  disse la ragazza, coprendosi la faccia.

Piton si dimenticò quasi subito di quello che aveva provato assaggiando le labbra morbide di Maya, dimenticò di avere desiderato davvero di baciarla, e quanto la avesse ammirata al ballo; provò un moto di vergogna per la propria debolezza; ma soprattutto provò rabbia per essere stato respinto.

Il mago si rialzò bruscamente e fece un sorriso storto, fissò con disprezzo Maya e  si riaggiustò il mantello sulle spalle  “ Adesso ho avuto esattamente la misura di quanto vali: è stato un sacrificio farti credere che volessi baciarti, e solo per avere la conferma di che razza di donna tu sia… ”

Maya alzò lo sguardo su Severus, tra le lacrime. Per un attimo il mago vacillò, ma riuscì a voltarsi e ad uscire rapidamente, mentre Lupin e Dea entravano.

“ Che è successo? ”  Dea sembrava davvero preoccupata  “ Ti ha fatto del male? ”

“ No…si…è colpa mia! Io…ci siamo baciati, ma io…non lo so, era la prima volta che…ho avuto paura. E’ tutto troppo complicato! Gli ho detto di smettere, lui ha detto che stava fingendo per vedere se…se…pensa che io sia una sgualdrina! ”

“ Calmati! Forse era arrabbiato…è stato crudele, ma non lo pensa davvero, ne sono certa. ”

“ Maya, Severus ha dei modi pessimi, e quello che ti ha detto è inqualificabile. Ma lo conosco troppo bene per sapere che se ti ha baciata è stato perché ti desiderava davvero! ”  disse Lupin  “ Lui non è capace di accettare serenamente i propri desideri…sono certo che li viva come una debolezza insostenibile. Avrà perso la testa… ”

“ Ma sono io il problema! ” disse in un sol fiato la ragazza, lasciando sfuggire tutta la propria paura, l’insicurezza, l’ansia  “ Sono io! Io lo so che nessuno potrà mai amarmi, perché sono…sono fatta male, e tutti quelli che amo, prima o poi, mi lasciano! Guardatemi…che cosa ho di gradevole, affascinante, bello?! Quali virtù?! Voi non  mi  conoscete nemmeno…sono un fallimento su tutta la linea, lo dicono tutti! ”

“ Ma tutti chi?! Smettila, adesso! Ti comporti come una bambina stupida! ” strillò Dea.

Remus Lupin   le  fece  cenno  di  restare  in  silenzio,  e  si  sedette al  fianco di Maya “ Non è vero. Credimi. Non è vero. Anche io ho sempre pensato di essere un vero fallimento, insomma, guardami! Io che cosa ho di bello? Chi può pensare che io sia interessante? ”

“ Oh, ma tu sei interessante! Sei forte, saggio…ti ammirano tutti. ”

“ Eh, no! Non è così. Lo sai che dopo aver perso i miei amici sono stato sempre solo? Perché sono un Lupo Mannaro, perché sono un po’ diverso dagli altri maghi…tu lo sai questo, vero? E’ solo da poco tempo che ho ritrovato l’amicizia di Sirius, e quella di Harry  e dei suoi amici. E non sono forte. Lo sembro…ma certe volte anche io ho paura, come tutti, come te. ”

Maya sembrò calmarsi  “ Scusami. Scusatemi tutti e due. Ho perso la testa…è che per la prima volta mi sono trovata in una situazione che non mi è familiare…io, vi giuro, di solito non piango, non grido…non sono mai stata così emotiva…che figura! Mi vergogno… ”

“ Tu sei proprio innamorata, eh? ”  ridacchiò Lupin  “ Severus è tanto fortunato…e troppo sciocco per rendersene conto… ”

Dea fissò per un attimo Remus, e poi abbassò gli occhi.

“ Ma ora scommetto che abbiate qualche discorso tra donne da fare…è meglio che io vada via. ”  baciò la fronte di Maya, come se fosse davvero una bambina a cui dare la buonanotte, e poi lasciò scivolare la sua mano su quella di Dea, prima di sgattaiolare fuori.

“ Stai bene? ” chiese Dea “…Allora, è stato bello? ”

Maya la guardò sgranando gli occhi  “ Non potevo immaginare che fosse così. Quando ho sentito di non avere più il controllo del mio corpo, ho avuto paura. Paura di non essere all’altezza…paura che poi lui non mi volesse, che non mi amasse, che stesse solo giocando. ”

“ Gli uomini fanno sempre questo effetto. Fanno paura…” mormorò Dea amaramente.

Severus Piton si versò un calice di pozione sonnifera, nervosamente. Accostò la coppa alle labbra e poi la gettò fuori dalla finestra. Attraversò la stanza a grandi passi. Si tolse e si infilò il mantello innumerevoli volte. Si sedette in poltrona, e si rialzò. Si preparò dell’altro sonnifero e lo gettò nuovamente via. Alla fine un urlo risuonò nei sotterranei…e Piton attraversò i corridoi di corsa.  Raggiunse rapidamente la camera di Maya e, con un cenno della bacchetta, la porta si aprì di scatto.

“ Che ci fai qui? Vattene subito! ” urlò Dea. Severus la superò, spingendola di lato e afferrò Maya per le spalle, la costrinse ad inclinare la testa e la baciò con l’intensità di un forsennato. Poi la scostò, la fissò pericolosamente e, dopo aver fatto dietrofront, ripercorse in senso inverso la strada che aveva fatto poco prima.

Dea guardò Maya e scosse la testa “ Davvero, mai visto niente di simile! Era una dichiarazione d’amore? ”

Maya abbassò gli occhi…arrossendo “ No…non credo…è un…porco! Maiale! Suino! Cinghiale! Facocero! Mammifero artiodattilo della famiglia dei Suidi! ”

Dea sgranò gli occhi “ Cosa?! Maya…non credo che dovresti reagire così! ”

La ragazza rivolse all’amica uno sguardo furente “ Uomini! Li odio! Credono di poter venire così da te, e di poterti…baciare! Puh! Capisci…mi ha baciata di sorpresa, senza chiedermi il permesso! Porco! Maiale! Suino! Cinghiale! Facocero! Mammifero artiodattilo della famiglia dei Suidi! ”  

Dea fece spallucce “ Se è così, rinuncio a capire! Buonanotte, Maya, vado in camera mia. ”

Maya si addormentò più in fretta di quanto avesse creduto possibile, stringendosi al cuscino.

L’indomani mattina, quando scese a colazione, trovò Tirsa e Sirius che ridacchiando si servivano vicendevolmente le ricche vivande preparate dagli elfi domestici…sospirò con un pizzico di invidia: Tirsa che era stata la più restia ad accettare la situazione, era anche quella che poi aveva saputo vivere più liberamente la novità, e sembrava perfettamente felice con Black.

Dea e Remus erano seduti poco oltre, immersi in una conversazione che sembrava appassionarli…

Maya si sedette svogliatamente, e cercò di evitare di vedere Severus Piton che   prendeva posto al suo fianco; abbassò la testa, in modo che i capelli le scivolassero sul volto, nascondendo le guance accese di rosso, e salmodiò sottovoce tutti gli insulti che le venivano in mente…peccato solo che suonassero improvvisamente meno minacciosi di quanto avrebbe voluto…

Cercando di non pensarci allungò una mano per prendere la brocca di succo di zucca, e sussultò al contatto con le dita di Severus.

“ Prego… ” disse lui, versandole da bere.

“ Grazie. ” Maya scivolò nuovamente nel silenzio, cercando di trovare il coraggio per dire qualcosa…qualcosa che fosse intelligente; ma quando aprì la bocca, Severus se ne stava già andando via.

Almeno non era stato sgradevole quella mattina, almeno non aveva provato a baciarla a tradimento per poi insultarla…

Piton si sedette pigramente sulla cattedra; non si sarebbe mai mostrato in un simile atteggiamento alla presenza dei suoi allievi, ma per adesso poteva concedersi quella licenza. Fissò l’orologio appeso alla fredda parete di pietra…non aveva lezione almeno per un’ora. Lasciò che lo sguardo vagasse per la stanza, soffermandosi sugli scaffali stracolmi di ampolle dai colori cangianti. Con un saltello si rimise in piedi, e raggiunse uno degli scaffali. Afferrò una fialetta e la sollevò all’altezza degli occhi…il liquido trasparente e simile all’acqua scintillava.

“ Non è un’idea cattiva…almeno per togliersi ogni illusione… ” Severus lasciò scivolare la fiala in una delle tasche del mantello e uscì dalla classe.

Risalì rapidamente verso i piani più alti, non prima di aver recuperato due coppe di vino in cucina.

Bussò alla porta della donna che gli stava dando il tormento, e lei gli aprì con un’espressione strana che poteva servire solo a dissimulare il suo disprezzo.

“ Posso entrare…non ho cattive intenzioni, lo giuro! Ho portato da bere per siglare una tregua! ”

“ Prego… ” Maya si fece da parte, e Severus avanzò, gettando distrattamente un’occhiatina al posto dove la sera prima era finito lungo disteso con quella ragazza tra le braccia.

“ Sono stato…ehm…davvero un perfetto stupido ieri sera. ”

“ Credo che la colpa sia stata mia… ”

Severus poggiò le coppe sul comò, e porse a Maya quella di destra…tenendo per se quella di sinistra.

“ Vorrei sapere… ” disse la ragazza afferrando la coppa “ Perché mi hai baciata? ”

“ Ecco…perché… ” Severus arretrò mentre la ragazza avanzava, e poggiò di nuovo il proprio calice sul mobile, cercando di non cedere alla tentazione di afferrarla e portarla sul letto…che era così vicino.

Maya poggiò la sua coppa accanto a quella di Severus e si accostò all’uomo così tanto da poter percepire il battito del suo cuore.

“ Perché mi hai baciata ?… ” disse, dolcemente.

Piton deglutì, conscio di essere un uomo e non un santo…

“ Perché? ”

“ Non lo so…mi dispiace… ”

“ Capisco… ” Maya si accostò ancora, e Piton si umettò le labbra, convinto di stare per ricevere un bacio.

“ Allora, bevi! Sigliamo un accordo! ” disse la donna porgendogli una coppa, e Severus ammutolendo costrinse sé stesso a bere, in preda alla delusione.

Maya vuotò la coppa, e poi fissò gli occhi in quelli di Piton. Il mago esitò…doveva sfruttare l’effetto della pozione che le aveva propinato? Ma sì…

“ Io ti…piaccio? ” chiese, sforzandosi di mantenere un tono neutro.

Maya sorrise “ Allora era questo? Mi volevi dare del Veritaserum? ”

Piton divenne più pallido del solito.

“ Effettivamente mi puzzava di bruciato…ho fatto in modo da poter scambiare i calici…e ora… ”

Piton si voltò, pronto a darsela a gambe.

“ Aspetta! ”  disse trattenendolo “ Vuoi sapere se tu mi piaci almeno un po’? ”

“ …Si… ” Severus sentì sé stesso rispondere, senza poterlo evitare…

“ E non credi che io abbia diritto di sapere perché me lo chiedi? ”

“ …Si… ”

“ Dovrei chiedertelo? ”

“ …Si… ”

“ Dovrei chiederti se tu…mi ami, o qualcosa del genere? Sarebbe giusto, no? ”

“ …Si… ”

“ Ma io…non te lo chiederò, perché non voglio umiliarti. E non ti dirò neanche se sia io a nutrire un qualche sentimento per te, a meno che tu non me lo chieda onestamente. Adesso vattene, per favore… ”

Piton uscì di fretta, più umiliato di quanto Maya non volesse o di quanto non potesse credere.

La giovane donna richiuse la porta e si fissò nello specchio.

“ Oh, Dio! Ma come ho fatto? Ho detto proprio quelle cose?! ”

L’immagine riflessa sorrise “ Si chiama Amore, tesoro! ” rispose.

Severus Piton si rintanò nella sua oscura classe a rimuginare, attendendo che l’effetto della pozione svanisse. Dire che fosse furente era molto poco…di tutte le persone che c’erano al mondo, doveva sentirsi attratto proprio da quella donna! Era stata abile…più furba di lui, aveva afferrato al volo le intenzioni dell’uomo, e se ne era fatta gioco…però, non gli aveva neppure detto di non amarlo, anche se, probabilmente, lo aveva fatto solo per gabbarlo ulteriormente. Severus si morse le labbra sottili e si passò una mano tra i capelli lunghi e scuri…che doveva, che poteva fare? Come minimo le avrebbe dato una lezione memorabile! Era stato umiliato e doveva umiliare…che fosse proprio lui nel torto era irrilevante. Non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura…

C’era una soluzione allettante e diabolica: costringere quella ragazzina bisbetica e matta ad accettare le sue attenzioni, e ‘dopo’ poteva scaricarla…se avesse voluto. Era, certo, un piano subdolo ed indegno, ma…Maya lo aveva prima piccato, poi sedotto con le sue moine da ingenua ragazza e poi con la sua furia da donna decisa…era tempo che non trovava un simile stimolo per partire alla conquista; che quella ragazza lo volesse o meno, sarebbe stata sua!

Severus scivolò alla stessa mensola da dove aveva preso il Veritaserum, ed afferrò una boccetta contenente del ribollente liquido arancione…vi aggiunse due gocce di un’essenza verdastra e la pozione si colorò di rosso sangue.

“ Molto bene…molto…molto bene! Amor Invictus! La pozione d’amore più potente… ”  Severus rise mestamente tra sé e sé, conscio di non essere mai caduto tanto in basso…

Dea e Remus Lupin attraversarono il parco del castello, ridendo allegramente.

“ E’ da tanto che non mi divertivo così! Grazie! ” disse Lupin, raccogliendo un fiore e porgendolo alla donna.

“ Grazie a te! Anche io…sono stata davvero bene! ” Dea sorrise, e Remus, inaspettatamente, la cinse alla vita, sollevandola. La donna sorrise cautamente, e, non appena ebbe toccato terra, si allontanò rapidamente. Remus la seguì, e le poggiò una mano sulla spalla “ Scusa, ho fatto qualcosa di sbagliato? Ti ho offesa? ”

Dea si girò, stupita “ No, perché?! ”

“ E’ che…mi sono accorto che proprio quando ci stiamo divertendo davvero, proprio quando arrivo a credere che tu stia bene con me…tu scappi. ”

 Dea si incupì “ …No, no. E’ solo un’impressione… ”

“ Ne sei sicura? Non è perché…io sono…un… ”

“ NO! ”

Remus la guardò, malinconicamente “ …Non è perché sono un Lupo Mannaro?! ”

“ No! Certo che no! E’ che…scusa, sono fatta così. E poi…a te piace Maya, no? ”

“ No… ”

Dea fece un piccolo gesto stupito, ricordandosi della natura bugiarda degli uomini, e si allontanò rapidamente. Lupin la seguì con lo sguardo fino a quando non scomparve dietro un albero…si grattò il mento, e respirò profondamente…era tanto stanco, ma in quel momento non si ricordava nemmeno perché.

Sirius aiutò Tirsa ad arrampicarsi su una roccia, e poi le mostrò il panorama che si apriva davanti ai loro occhi…alla donna si mozzò il fiato.

“ Da qui, la notte si vedono milioni di stelle… ”

“ Ci vieni spesso, a vederle? ”

“ Si…a te piacciono? ” chiese Black.

“ Molto…trovo che sia così affascinante; milioni di stelle…chissà quanti Sistemi Planetari abitati. Non trovi che sia affascinante il pensiero della vita che pulsa in ogni cosa, in ogni particella… ”

Sirius sorrise “ Già. ”

“ Come mai ti piace guardare le stelle? Conosco pochi uomini che lo farebbero. ”

“ Perché mi danno un senso di libertà… ”

“ Libertà? Ti è mancata molto? ”

Black si rabbuiò “ Immensamente. ”

“ Capisco. No, in realtà non riesco ad immaginarlo: doveva essere terribile. E poi…come si fa ad ingabbiare una stella? ”

“ Cosa?! ”

“ Sirius…Sirius, il tuo nome. E’ il nome di una stella luminosissima. ”

Black lasciò scivolare la mano sui capelli della donna.

Era tardi, Remus non aveva appetito, era spossato e non ne capiva il motivo, riusciva a pensare, da diversi giorni ormai, solo a Dea. Era come se tutto il resto fosse finito in seconda linea, come se non ci fosse più null’altro; avrebbe voluto parlarne con Sirius, ma anche lui era preso da…altre faccende. Lupin sospirò mestamente. Si era innamorato? Strano a dirsi, strano a pensarsi…era talmente abituato a pensarsi solo, anche adesso che aveva ritrovato un amico, che non sembrava possibile che ci fosse un simile sentimento, un simile attaccamento nell’aria, e soprattutto per una donna che non aveva alcuna fiducia negli uomini. Remus si grattò il mento distrattamente, e fissò il disco del sole che scivolava oltre le colline. Doveva decidersi, e sapeva di essere un indeciso. Ma per una sola volta…per una volta poteva concedersi il lusso di agire d’impulso…se solo fosse stato come Sev! Voleva dire tutto a Dea, voleva dirle ogni cosa…e aprì la porta della camera, e si diresse verso la stanza di lei, proprio come se fosse stato Sev, e non il restio Remus.

Maya respirò avidamente l’aria fresca della sera, contemplando le sfumature rosate e lilla del cielo, poi si lasciò cadere sul letto, senza togliere lo sguardo dalla finestra, e cercò a tentoni un libro che aveva lasciato aperto sulle lenzuola. Voleva leggere, e voleva guardare il cielo. Ma due cose insieme non si potevano fare. Voleva essere una donna sprezzante e forte, e voleva cedere alla debolezza del sentimento che nutriva per Piton. Era la storia di una vita…due cose insieme non si potevano fare…

Alla fine lasciò cadere il libro, e si concentrò sul panorama. Ma mentre tutto intorno la luce si spegneva, anche i suoi occhi si chiudevano, vinti dal sonno…un sapore dolce la riportò indietro dal mondo dei sogni. Maya strinse le labbra, e gustò quel misterioso sapore, che la inebriò. Improvvisamente sentì abbassarsi la sponda del letto, e si irrigidì, mentre qualcuno la immobilizzava. Spalancò gli occhi, e vide Severus Piton, chino su di lei…con un’espressione quasi dolorosa. Cercò di liberarsi, ma il corpo non reagiva agli ordini disperati della mente, ed anche la mente, piano, cedette all’impulso di assecondare l’uomo…

Dea aprì la porta e fece segno a Lupin di  entrare e sedersi, poi, senza parlare, gli versò una tazza di the e lo guardò quasi con timore.

“ Cosa c’è? ” chiese, infine.

“ Volevo vedere come stavi… ”

“ Sto bene. Non capisco…dovrei star male? ” Dea accennò un sorrisetto incerto.

“ E volevo parlarti… ”

“ Di cosa? ”

“ Di te. ”

“ Me? ”

“ Si. ”

Remus si alzò, e si poggiò ai battenti della finestra, si voltò verso la donna, e lei colse il primo raggio della luna che filtrava scintillando tra i suoi capelli chiari.

“ Cosa…devi dirmi? ”

“ Che ti amo. ” disse Lupin, semplicemente.

“ Ti prego, vattene… ” Dea arrossì e cercò di aprire la porta e di mandare fuori l’uomo, ma lui si decise a giocare il tutto per tutto e le strinse i polsi.

“ Perché hai paura? Hai paura di me? O di tutti gli uomini? ”

“ Lasciami! ”

“ Io ti amo, Dea! E anche tu…se solo non ti nascondessi nella paura, se solo accettassi i tuoi sentimenti…io so che mi ami! Accettami! ”

“ Io… ” la donna esitò, ma sentì formarsi nella propria gola quella frase tanto semplice ma che le era sembrato impossibile dire…però, proprio quando stava per ammettere di amarlo, l’uomo sgranò gli occhi, come se fosse preda di una improvvisa consapevolezza…

Remus guardò la finestra aperta ed impallidì “ …Io ho dimenticato… ” farfugliò.

“ Che succede… ”

“ Vattene! Vattene subito e chiudi la porta!! ”

“ Cosa?! ”

“ Vattene via! ” gridò disperatamente Remus “ Sto per diventare lupo… ”

L’uomo spinse Dea verso la porta, e lei incespicò e cadde, si rialzò, e corse verso l’uscita dalla stanza, allungò la mano per garantirsi la salvezza e aprì la porta di qualche centimetro, ma una enorme figura ispida ed irta di lunghi ed argentei peli richiuse la porta, sbattendola ed ululando selvaggiamente.

Dea strillò, e corse alle finestra, soltanto per vedere la luna piena che scintillava ed il vuoto apparentemente immenso sotto di lei. Degli artigli le si infilarono nella carne del braccio, e una forza sovrumana la sbatté contro una parete, e poi contro un tavolo, e poi per terra. Dea strinse la bocca, assaggiando il proprio sangue che le scivolava tra le labbra, ormai incapace di percepire il dolore. E si chiese quanto ancora ci sarebbe voluto prima di morire…

Severus Piton raccolse un lenzuolo che era scivolato sul pavimento, e ricoprì Maya; mentre la donna fissava il muro, con occhi quasi spenti, lui uscì, chino sotto il peso del disgusto per sé stesso.  Era triste per non essere riuscito a fare quello che si era proposto, o semplicemente perché il solo pensiero di essere arrivato tanto vicino a commettere un’azione così indegna lo prostrava più di quanto potesse sopportare?!

Aveva tentato davvero di…di fare quella cosa che avrebbe potuto fare soltanto una bestia?!  In fin dei conti, non esserci riuscito era solo un sollievo, anche se la vergogna per sé stesso non accennava a diminuire. Però…però non era colpa sua…era da quando quelle dannate ragazzine erano arrivate che lui navigava in cattive acque ; era da quando si era sentito sfidato ed umiliato da Maya che aveva cominciato a reagire in maniera sconsiderata. Poi vide passare qualcuno nei corridoi, e capì che la situazione poteva essere risolta in altro modo, con un palliativo. Era una cosa disgustosa anche quella, ma…la massa scintillante dei capelli di Fleur Delacour  passò oltre un angolo con tutto il resto, e  Severus Piton, per la prima volta in vita sua, si dipinse sulla faccia un’espressione amabile e gentile.

Maya buttò da una parte il lenzuolo con cui era stata coperta e si fissò nello specchio: odio. Questo era tutto. Odiava. Era approdata chissà come sulle sponde del lago di Hogwarts, sospinta  dalla sua infatuazione per un personaggio da romanzo: aveva immaginato che il proprio eroe fosse una creatura perfetta e deliziosa, oltre l’apparenza ruvida; ma aveva scoperto solo che il mondo dei sogni poteva essere più crudele di quello della realtà. Odiava Piton numerose volte, per molte cose diverse, per l’umiliazione, per il tentativo di approfittarsi di lei dopo averla stordita con una pozione magica (e che subito dopo le avesse propinato l’antidoto non valeva a nulla), ma, forse, soprattutto per averla privata di un sogno. Severus le aveva dato una pozione d’amore? Lei gli avrebbe somministrato qualcosa di diverso…si alzò e si diresse senza esitazione verso i sotterranei, verso la dispensa del professore di Pozioni. Aveva amato, adesso odiava. Percorrendo i corridoi, purtroppo, non sentì le grida di qualcuno, le grida disperate di una ragazza che stava per morire.

Dea percepì ancora una volta il sapore del sangue, e poi il dolore (ormai molto remoto) per essere stata graffiata, e si domandò una volta di più quanto ci avrebbe messo il Lupo a finirla: l’avrebbe morsa e resa simile a lui? O la avrebbe proprio sbranata? Da qualche parte, in fondo alla sua coscienza, sentì ridere: ecco, avevi paura? Sei stata servita! Avevi tanta paura degli uomini…del male che ti potevano fare, e quando…quando non hai evitato di innamorarti, sei stata colpita più di quanto fosse possibile! Intanto il muso del Lupo si avvicinava, i suoi denti aguzzi e taglienti, i suoi occhi ferini…i suoi occhi grigi e cattivi…grigi e…no, non cattivi…per un attimo baluginarono della luce dolce che c’era in quelli di Remus, e Dea si disse che magari morire per mano (o per bocca?) dell’uomo che si amava non era tanto male…e si preparò al colpo di grazia e…ma…ma…che improvvisamente il Lupo si stesse ricordando di essere anche un essere umano innamorato? La situazione minacciava di prendere una piega totalmente nuova…

Tirsa e Sirius, a dispetto della media di quella notte, avevano avuto una piacevole serata, e stavano risalendo le scale verso gli appartamenti della ragazza, quando, passando davanti alla porta di Dea sentirono un rumore curioso. Black che non era avvezzo a fidarsi di nulla, decise di indagare e spalancò la porta, temendo che potesse esserci un pericolo per le sue amiche, o che Severus stesse tentando qualche tiro mancino. Tirsa fissò la faccia di Sirius, e il mutamento del suo colorito e del suo volto, dovettero apparirle come un campanello d’allarme…

“ Cosa c’è? Che c’è dentro? ” chiese, cercando di vedere oltre il corpo di Black, ma questi richiuse la porta dietro di se, e, come se avesse visto qualcosa di totalmente assurdo, disse “ Sarà meglio che…andiamo in camera tua…qui…va tutto bene… ”

Nei sotterranei Maya si aggirava tra le boccette di pozioni colorate e dall’aspetto letale, ne prese alcune che le sembravano più mortifere e ne combinò insieme i contenuti…piccoli sbuffi di fumo verdastro risalirono dalla disgustosa pozione che aveva ottenuto…si guardò attorno, e notò una caraffa di una qualche bevanda, poggiata con un bel calice su una scrivania. Si avvicinò e versò il veleno nella brocca. Stava quasi per allontanarsi, quando lo sguardo le cadde su un grosso volume rilegato in pelle…lo aprì e lesse con incredulità l’intestazione scritta a mano…era un diario! Il diario di Severus…sfogliò rapidamente le pagine, e lesse qualche riga “ Da quando questa donna è entrata nella mia vita, sento che tutto precipita…eppure non posso fare a meno di provare meno che amore nei suoi confronti. Anche se…non potrò mai ammetterlo, anche se lei sembra cordialmente detestarmi e fare di tutto per mettermi in ridicolo…” sempre più stupefatta Maya continuò la lettura,  e, quando finì, non si ricordò nemmeno più del veleno…o dell’odio…decise che avrebbe atteso Piton, e questa volta…glielo avrebbe detto! Gli avrebbe detto che lo amava…beh, un po’ lo odiava…ma, dopotutto, gli amori migliori erano quelli nati dall’odio. Cercò un posto dove attendere e notò una poltroncina immersa nel buio. Si sedette…e si addormentò.

Diverse ore dopo Piton lasciò la camera della signorina Delacour…con la testa piena di idee su come riuscire a persuadere Maya a vedere in lui qualcosa di diverso da ciò che si era mostrato fino ad allora…Fleur era stata un’ottima consigliera, ma con una donna come Maya…chi poteva fare pronostici?

Entrò nello studio annesso alla dispensa, e si curò a malapena dell’odore acre di diversi strani ingredienti che erano stati usati da poco. L’ambiente era buio, un paio di candele non gettavano che l’ombra necessaria ad illuminare la scrivania. Quasi automaticamente Severus si versò da bere; indugiò…avrebbe scritto qualcosa sul suo diario, e poi sarebbe andato a riposare, l’indomani si sarebbe comportato come un uomo degno di questo nome. Scandagliò per qualche istante le profondità complicate della propria anima e si disse che era davvero…uno sciocco. E bevve, avidamente.

Maya si agitò per un attimo, e poi aprì gli occhi…aveva dormito…c’era stato un rumore? O forse era stato uno scherzo della sua immaginazione? Che ora era? Forse Severus non sarebbe arrivato, tanto valeva tornare in camera e decidersi ad affrontarlo l’indomani. Si alzò e fece qualche passo, ma poi…inciampò e cadde.

“ Accidenti… ” disse, rialzandosi, e afferrò una candela dalla scrivania per vedere cosa ci fosse sul pavimento, e c’era…

“ Mio Dio! Severus! ” strillò, e si gettò al fianco dell’uomo, cercando di sollevarlo…ma poi vide la coppa sul pavimento e comprese tutto…strisciò fino alla brocca e si versò da bere. Bevve, ed abbracciò Severus…

 

Dea e Remus raccolsero molti fiori di campo con Tirsa e Sirius, e prepararono dei mazzolini dall’intenso profumo, e dal colore brillante. Dea si asciugò una lacrima e si poggiò a Remus, che la strinse con affetto.

“ Sono stati due sciocchi… ” disse.

“ Due sconsiderati…veleno…veleno… ” Black scosse la testa, come se non riuscisse ancora a capacitarsi dell’accaduto.

Remus carezzò i capelli di Dea, e la fissò negli occhi colmi di lacrime “ Dai a me questi fiori… ” e la baciò delicatamente.

“ Come potevamo aspettarci che sarebbe successo tutto questo? ” chiese Tirsa, e nessuno le rispose, allora fissò la sua amica con grande comprensione e solidarietà:

“ A me succede con la panna. ”

Dea annuì e starnutì “ I fiori di questa stagione mi fanno lacrimare in maniera terribile…ma essere  allergici  alla  panna deve essere ancora peggio: come si fa senza ? ”

“ Muoviamoci a portare questi fiori a quei due sconsiderati…tsk! ” borbottò Black e si avviò sul pendio della collina, seguito dagli altri.

“ Sei soltanto un verme! ”

“ E tu sei un’oca! ”

“ Oca sarà la tua amichetta! ”

“ Ma mi ha portato solo della cioccolata… ”

“ Sono tutte menzogne! Io ti detesto! ”

“ Sono io che ti detesto! E prego notte e giorno che ci dimettano in fretta, così non dovrai più restarmi vicino! ”

Dea si fermò sulla soglia dell’infermeria e fissò i suoi amici.

“ Ecco che ricominciano… ” disse.

“ Sai, non mi meraviglia che la Morte non li abbia voluti… ” ridacchiò Remus, ed entrò.

Qualche minuto dopo Silente arrivò ad annunciare che aveva messo a punto un incantesimo che consentisse alle ragazze di tornare a casa…e di riapparire ad Hogwarts in ogni momento in cui lo avessero desiderato. Quando il preside fu uscito Dea si lisciò i capelli e rifletté ad alta voce “ Per tutta la vita non ho mai invidiato chi doveva vivere un amore a distanza…ma tutta questa distanza, poi…e chi lo avrebbe immaginato?! E tuttora non so neanche se esistete davvero…o se è solo un sogno…”

“ Mettila così… ” rise Tirsa “ Ci sono pendolari per lavoro,  ma noi saremo pendolari per amore…e che pendolari! ”

Sirius e Remus si guardarono alzando le spalle e poi si unirono alla comune ilarità.

“ Sapete cosa non comprendo affatto? ” disse Black “ Che voi siate giunte fin qui solo per Piton…come è possibile? Piton?! Per fortuna che poi due di voi hanno cambiato idea… ” e strizzò un occhio.

“ Beh, effettivamente il Club Piton ha preso direzioni molto diverse… ”

“ Forse è il caso di uscire… ” mormorò Tirsa, fissando i due letti dei due pazienti più intrattabili dell’infermeria, mentre Severus si allungava, credendo di non essere visto, a baciare Maya…

Le due coppie scivolarono via, lasciando Severus e Maya a godersi la loro stravagante passione…ma appena ebbero raggiunto le scale la voce di Madama Chips li raggiunse tonante… “ HO DETTO CHE NELLA MIA INFERMERIA QUESTE COSE NON SI FANNO! ”

Che razza di storia…l’amore è cieco…o l’amore rende ciechi?! Chissà…a Piton e Maya, dopotutto, non interessava saperlo…non adesso, non dopo aver trovato davvero un amore da favola, pur sempre da favola, ma un po’ strano…

Piton forse non era il principe azzurro…e Maya non era la principessa…però poteva andare anche così, di certo nessuno dei due avrebbe trovato altro da dire…se Dea poteva aver accantonato la sua paura degli uomini con un Lupo Mannaro, se Tirsa aveva accantonato la sua razionalità intransigente per un ex-detenuto…perché non doveva funzionare tra due pazzi?!

 

                                                   Fine

                                              Mariacarla

 

P.s.

Forse ci voleva un finale più piccante? O uno più romantico? Beh…non si può avere tutto dalla vita…tre ragazze hanno ottenuto i tre uomini più ambiti della Terra…se questo non vi basta…siete incontentabili!!! ^_~