Maya aveva perso il controllo delle proprie
emozioni: era un momento felice, e l’altro pensierosa. Seduta sul letto, fissò
la propria immagine riflessa nello specchio, e sospirò “ Eh si! Sono proprio in un bel guaio! Ma
non potevo essere diversa? Non potevo essere meno complicata, meno stupida?
Anche qui…combino un sacco di pasticci… ” e come per dimostrare a sé stessa di
essere una bambina sciocca si alzò in piedi sul letto, e, saltellando, finse di
essere ancora sulla pista da ballo, con Piton.
Sirius Black si tolse il mantello e lo sistemò come
tovaglia sull’erba “ Prego, si sieda! ”
“ Oh, grazie! ”
rispose Tirsa, scherzosa “ Ma
non credo che dovrei essere qui, con lei…dopotutto è pur sempre un ‘malandrino’!
”
Sirius alzò le braccia “ Giuro che non compirò nessun misfatto! ”
“ Devo fidarmi? ”
“ Ti tocca! O puoi tornare al castello e ballare con
qualche ragazzino desideroso di fare bella figura. ”
“ Per carità…no! ”
“ Allora, hai sempre fretta di tornare a casa? Non
vorresti trattenerti un po’? ”
“ Ti confesso che, no, non ho più tanta fretta… ”
Piton svoltò l’ultimo angolo prima della camera di
Maya e si guardò intorno, furtivo. Estrasse la bacchetta e si avvicinò alla
porta, pronunciò un incantesimo, e la serratura si aprì. Severus gettò
un’occhiata all’interno. Doveva aprire di più la porta, per vedere, Maya era in
camera, ma fuori dal suo campo visivo: la sentiva ma non la vedeva. Finalmente
la scorse…e trasecolò: la ragazza, ancora avvolta nell’abito da sera,
saltellava sul letto, ridacchiando e canticchiando. Questa visione lo fece
letteralmente infuriare, senza pensarci, spalancò la porta, puntò la
bacchetta…e sparò un comunissimo incantesimo Rictusempra. Maya si vide
investita da un raggio rossastro, e poi scoppiando in una risata che le rendeva
quasi impossibile respirare, cadde dal letto.
Severus Piton divenne ancora più pallido del solito:
aveva esagerato? La ragazza era caduta a terra, ed ora si contorceva ai piedi
del letto, incapace di fare altro che ridere.
Piton pensò di essere stato davvero sciocco. Corse a
vedere se si fosse fatta troppo male, e pronunciò il controincantesimo.
Maya sentì che l’eccesso di ilarità stava passando,
lasciando il posto a qualcosa di altrettanto eccessivo, ma più pericoloso.
Quando fu nuovamente padrona di sé stessa, sfoderò le unghie e si preparò a
graffiare la faccia di quell’idiota di Piton.
Severus arretrò, ricadendo a terra, quando la
giovane donna fece un balzo, simile ad un gatto furioso, cercando di acciuffarlo.
“
Volevi uccidermi? Adesso vediamo…ti caverò quegli occhi… ”
“ Ferma! Stupida pazza, levati di torno! ”
Piton lottò strenuamente per impedirle di farlo a
pezzi, desiderando di poter prendere la bacchetta, e addolorato per averle
impedito di morire soffocata dall’ilarità.
Preso dal combattimento non si accorse che la
situazione stava prendendo una piega…inattesa. Il viso della ragazza era ad un
palmo dal suo, e il corpo di lei lo schiacciava sul pavimento. Anche i gesti
diventavano più lenti, meno ostili…e Severus provò a fare l’unica cosa sensata
e che davvero desiderasse…baciare quelle labbra dannatamente attraenti e
vicine. Dopotutto…anche quella sarebbe stata una vendetta. Anche Maya stava
passando da un impulso ad un altro, e quando Severus premette le sue labbra
sulle sue, lei non riuscì a fare altro che rispondergli, ma non volendo dare
l’impressione di essere troppo arrendevole…più che baciare, morse.
Piton sgranò gli occhi, quella non era una donna, ma
una gatta selvatica! Possibile che tra loro tutto finisse in una prova di
forza? Ma Severus era troppo occupato per rifletterci davvero: il ‘morso’,
stava cambiando ancora una volta aspetto…trasformandosi in un lungo bacio
appassionato. Il bacio di due persone che, per diversi motivi, da tempo avevano
represso ogni possibilità di essere felici, e libere.
Poi un campanellino suonò nella testa di Maya, che
si rese conto davvero di quello che stava facendo. La razionalità ricacciò
indietro il desiderio. La ragazza si divincolò dalla stretta di Piton, e non
riuscendo a frenare le lacrime, tentò di colpirlo e allontanarlo. Severus si
sentì investito da una doccia gelata: no, non aveva davvero…baciato quella
ragazzina? Si alzò di scatto, senza poter riflettere su altro che sulla propria
incosciente irrazionalità.
“ Vattene via! Vattene subito! Non doveva essere
così… ” disse la ragazza, coprendosi la
faccia.
Piton si dimenticò quasi subito di quello che aveva
provato assaggiando le labbra morbide di Maya, dimenticò di avere desiderato
davvero di baciarla, e quanto la avesse ammirata al ballo; provò un moto di
vergogna per la propria debolezza; ma soprattutto provò rabbia per essere stato
respinto.
Il mago si rialzò bruscamente e fece un sorriso
storto, fissò con disprezzo Maya e si
riaggiustò il mantello sulle spalle “
Adesso ho avuto esattamente la misura di quanto vali: è stato un sacrificio
farti credere che volessi baciarti, e solo per avere la conferma di che razza
di donna tu sia… ”
Maya alzò lo sguardo su Severus, tra le lacrime. Per
un attimo il mago vacillò, ma riuscì a voltarsi e ad uscire rapidamente, mentre
Lupin e Dea entravano.
“ Che è successo? ”
Dea sembrava davvero preoccupata
“ Ti ha fatto del male? ”
“ No…si…è colpa mia! Io…ci siamo baciati, ma io…non
lo so, era la prima volta che…ho avuto paura. E’ tutto troppo complicato! Gli
ho detto di smettere, lui ha detto che stava fingendo per vedere se…se…pensa
che io sia una sgualdrina! ”
“ Calmati! Forse era arrabbiato…è stato crudele, ma
non lo pensa davvero, ne sono certa. ”
“ Maya, Severus ha dei modi pessimi, e quello che ti
ha detto è inqualificabile. Ma lo conosco troppo bene per sapere che se ti ha
baciata è stato perché ti desiderava davvero! ” disse Lupin “ Lui non è
capace di accettare serenamente i propri desideri…sono certo che li viva come
una debolezza insostenibile. Avrà perso la testa… ”
“ Ma sono io il problema! ” disse in un sol fiato la
ragazza, lasciando sfuggire tutta la propria paura, l’insicurezza, l’ansia “ Sono io! Io lo so che nessuno potrà mai
amarmi, perché sono…sono fatta male, e tutti quelli che amo, prima o poi, mi
lasciano! Guardatemi…che cosa ho di gradevole, affascinante, bello?! Quali
virtù?! Voi non mi conoscete nemmeno…sono un fallimento su
tutta la linea, lo dicono tutti! ”
“ Ma tutti chi?! Smettila, adesso! Ti comporti come
una bambina stupida! ” strillò Dea.
Remus Lupin
le fece cenno
di restare in
silenzio, e si
sedette al fianco di Maya “ Non
è vero. Credimi. Non è vero. Anche io ho sempre pensato di essere un vero
fallimento, insomma, guardami! Io che cosa ho di bello? Chi può pensare che io
sia interessante? ”
“ Oh, ma tu sei interessante! Sei forte, saggio…ti
ammirano tutti. ”
“ Eh, no! Non è così. Lo sai che dopo aver perso i
miei amici sono stato sempre solo? Perché sono un Lupo Mannaro, perché sono un
po’ diverso dagli altri maghi…tu lo sai questo, vero? E’ solo da poco tempo che
ho ritrovato l’amicizia di Sirius, e quella di Harry e dei suoi amici. E non sono forte. Lo sembro…ma certe volte anche
io ho paura, come tutti, come te. ”
Maya sembrò calmarsi “ Scusami. Scusatemi tutti e due. Ho perso la testa…è che per la
prima volta mi sono trovata in una situazione che non mi è familiare…io, vi
giuro, di solito non piango, non grido…non sono mai stata così emotiva…che
figura! Mi vergogno… ”
“ Tu sei proprio innamorata, eh? ” ridacchiò Lupin “ Severus è tanto fortunato…e troppo sciocco per rendersene
conto… ”
Dea fissò per un attimo Remus, e poi abbassò gli
occhi.
“ Ma ora scommetto che abbiate qualche discorso tra
donne da fare…è meglio che io vada via. ”
baciò la fronte di Maya, come se fosse davvero una bambina a cui dare la
buonanotte, e poi lasciò scivolare la sua mano su quella di Dea, prima di
sgattaiolare fuori.
“ Stai bene? ” chiese Dea “…Allora, è stato bello? ”
Maya la guardò sgranando gli occhi “ Non potevo immaginare che fosse così.
Quando ho sentito di non avere più il controllo del mio corpo, ho avuto paura.
Paura di non essere all’altezza…paura che poi lui non mi volesse, che non mi
amasse, che stesse solo giocando. ”
“ Gli uomini fanno sempre questo effetto. Fanno
paura…” mormorò Dea amaramente.
Severus Piton si versò un calice di pozione
sonnifera, nervosamente. Accostò la coppa alle labbra e poi la gettò fuori
dalla finestra. Attraversò la stanza a grandi passi. Si tolse e si infilò il
mantello innumerevoli volte. Si sedette in poltrona, e si rialzò. Si preparò
dell’altro sonnifero e lo gettò nuovamente via. Alla fine un urlo risuonò nei
sotterranei…e Piton attraversò i corridoi di corsa. Raggiunse rapidamente la camera di Maya e, con un cenno della
bacchetta, la porta si aprì di scatto.
“ Che ci fai qui? Vattene subito! ” urlò Dea.
Severus la superò, spingendola di lato e afferrò Maya per le spalle, la
costrinse ad inclinare la testa e la baciò con l’intensità di un forsennato.
Poi la scostò, la fissò pericolosamente e, dopo aver fatto dietrofront,
ripercorse in senso inverso la strada che aveva fatto poco prima.
Dea guardò Maya e scosse la testa “ Davvero, mai
visto niente di simile! Era una dichiarazione d’amore? ”
Maya abbassò gli occhi…arrossendo “ No…non credo…è
un…porco! Maiale! Suino! Cinghiale! Facocero! Mammifero artiodattilo della
famiglia dei Suidi! ”
Dea sgranò gli occhi “ Cosa?! Maya…non credo che
dovresti reagire così! ”
La ragazza rivolse all’amica uno sguardo furente “
Uomini! Li odio! Credono di poter venire così da te, e di poterti…baciare! Puh!
Capisci…mi ha baciata di sorpresa, senza chiedermi il permesso! Porco! Maiale!
Suino! Cinghiale! Facocero! Mammifero artiodattilo della famiglia dei Suidi! ”
Dea fece spallucce “ Se è così, rinuncio a capire!
Buonanotte, Maya, vado in camera mia. ”
Maya si addormentò più in fretta di quanto avesse
creduto possibile, stringendosi al cuscino.
L’indomani mattina, quando scese a colazione, trovò
Tirsa e Sirius che ridacchiando si servivano vicendevolmente le ricche vivande
preparate dagli elfi domestici…sospirò con un pizzico di invidia: Tirsa che era
stata la più restia ad accettare la situazione, era anche quella che poi aveva
saputo vivere più liberamente la novità, e sembrava perfettamente felice con
Black.
Dea e Remus erano seduti poco oltre, immersi in una
conversazione che sembrava appassionarli…
Maya si sedette svogliatamente, e cercò di evitare
di vedere Severus Piton che prendeva
posto al suo fianco; abbassò la testa, in modo che i capelli le scivolassero
sul volto, nascondendo le guance accese di rosso, e salmodiò sottovoce tutti
gli insulti che le venivano in mente…peccato solo che suonassero
improvvisamente meno minacciosi di quanto avrebbe voluto…
Cercando di non pensarci allungò una mano per
prendere la brocca di succo di zucca, e sussultò al contatto con le dita di
Severus.
“ Prego… ” disse lui, versandole da bere.
“ Grazie. ” Maya scivolò nuovamente nel silenzio,
cercando di trovare il coraggio per dire qualcosa…qualcosa che fosse
intelligente; ma quando aprì la bocca, Severus se ne stava già andando via.
Almeno non era stato sgradevole quella mattina,
almeno non aveva provato a baciarla a tradimento per poi insultarla…
Piton si sedette pigramente sulla cattedra; non si
sarebbe mai mostrato in un simile atteggiamento alla presenza dei suoi allievi,
ma per adesso poteva concedersi quella licenza. Fissò l’orologio appeso alla
fredda parete di pietra…non aveva lezione almeno per un’ora. Lasciò che lo
sguardo vagasse per la stanza, soffermandosi sugli scaffali stracolmi di
ampolle dai colori cangianti. Con un saltello si rimise in piedi, e raggiunse
uno degli scaffali. Afferrò una fialetta e la sollevò all’altezza degli
occhi…il liquido trasparente e simile all’acqua scintillava.
“ Non è un’idea cattiva…almeno per togliersi ogni
illusione… ” Severus lasciò scivolare la fiala in una delle tasche del mantello
e uscì dalla classe.
Risalì rapidamente verso i piani più alti, non prima
di aver recuperato due coppe di vino in cucina.
Bussò alla porta della donna che gli stava dando il
tormento, e lei gli aprì con un’espressione strana che poteva servire solo a
dissimulare il suo disprezzo.
“ Posso entrare…non ho cattive intenzioni, lo giuro!
Ho portato da bere per siglare una tregua! ”
“ Prego… ” Maya si fece da parte, e Severus avanzò,
gettando distrattamente un’occhiatina al posto dove la sera prima era finito
lungo disteso con quella ragazza tra le braccia.
“ Sono stato…ehm…davvero un perfetto stupido ieri
sera. ”
“ Credo che la colpa sia stata mia… ”
Severus poggiò le coppe sul comò, e porse a Maya
quella di destra…tenendo per se quella di sinistra.
“ Vorrei sapere… ” disse la ragazza afferrando la
coppa “ Perché mi hai baciata? ”
“ Ecco…perché… ” Severus arretrò mentre la ragazza
avanzava, e poggiò di nuovo il proprio calice sul mobile, cercando di non
cedere alla tentazione di afferrarla e portarla sul letto…che era così vicino.
Maya poggiò la sua coppa accanto a quella di Severus
e si accostò all’uomo così tanto da poter percepire il battito del suo cuore.
“ Perché mi hai baciata ?… ” disse, dolcemente.
Piton deglutì, conscio di essere un uomo e non un
santo…
“ Perché? ”
“
Non lo so…mi dispiace… ”
“
Capisco… ” Maya si accostò ancora, e Piton si umettò le labbra, convinto di
stare per ricevere un bacio.
“ Allora, bevi! Sigliamo un accordo! ” disse la
donna porgendogli una coppa, e Severus ammutolendo costrinse sé stesso a bere,
in preda alla delusione.
Maya vuotò la coppa, e poi fissò gli occhi in quelli
di Piton. Il mago esitò…doveva sfruttare l’effetto della pozione che le aveva
propinato? Ma sì…
“ Io ti…piaccio? ” chiese, sforzandosi di mantenere
un tono neutro.
Maya sorrise “ Allora era questo? Mi volevi dare del
Veritaserum? ”
Piton divenne più pallido del solito.
“ Effettivamente mi puzzava di bruciato…ho fatto in
modo da poter scambiare i calici…e ora… ”
Piton si voltò, pronto a darsela a gambe.
“ Aspetta! ”
disse trattenendolo “ Vuoi sapere se tu mi piaci almeno un po’? ”
“ …Si… ” Severus sentì sé stesso rispondere, senza
poterlo evitare…
“ E non credi che io abbia diritto di sapere perché
me lo chiedi? ”
“ …Si… ”
“ Dovrei chiedertelo? ”
“ …Si… ”
“ Dovrei chiederti se tu…mi ami, o qualcosa del
genere? Sarebbe giusto, no? ”
“ …Si… ”
“ Ma io…non te lo chiederò, perché non voglio
umiliarti. E non ti dirò neanche se sia io a nutrire un qualche sentimento per
te, a meno che tu non me lo chieda onestamente. Adesso vattene, per favore… ”
Piton uscì di fretta, più umiliato di quanto Maya
non volesse o di quanto non potesse credere.
La giovane donna richiuse la porta e si fissò nello
specchio.
“ Oh, Dio! Ma come ho fatto? Ho detto proprio quelle
cose?! ”
L’immagine riflessa sorrise “ Si chiama Amore,
tesoro! ” rispose.
Severus Piton si rintanò nella sua oscura classe a
rimuginare, attendendo che l’effetto della pozione svanisse. Dire che fosse
furente era molto poco…di tutte le persone che c’erano al mondo, doveva
sentirsi attratto proprio da quella donna! Era stata abile…più furba di lui,
aveva afferrato al volo le intenzioni dell’uomo, e se ne era fatta gioco…però,
non gli aveva neppure detto di non amarlo, anche se, probabilmente, lo aveva
fatto solo per gabbarlo ulteriormente. Severus si morse le labbra sottili e si
passò una mano tra i capelli lunghi e scuri…che doveva, che poteva fare? Come
minimo le avrebbe dato una lezione memorabile! Era stato umiliato e doveva
umiliare…che fosse proprio lui nel torto era irrilevante. Non lo avrebbe
ammesso neanche sotto tortura…
C’era una soluzione allettante e diabolica:
costringere quella ragazzina bisbetica e matta ad accettare le sue attenzioni,
e ‘dopo’ poteva scaricarla…se avesse voluto. Era, certo, un piano subdolo ed
indegno, ma…Maya lo aveva prima piccato, poi sedotto con le sue moine da
ingenua ragazza e poi con la sua furia da donna decisa…era tempo che non
trovava un simile stimolo per partire alla conquista; che quella ragazza lo
volesse o meno, sarebbe stata sua!
Severus scivolò alla stessa mensola da dove aveva
preso il Veritaserum, ed afferrò una boccetta contenente del ribollente liquido
arancione…vi aggiunse due gocce di un’essenza verdastra e la pozione si colorò
di rosso sangue.
“ Molto bene…molto…molto bene! Amor Invictus! La
pozione d’amore più potente… ” Severus
rise mestamente tra sé e sé, conscio di non essere mai caduto tanto in basso…
Dea e Remus Lupin attraversarono il parco del
castello, ridendo allegramente.
“ E’ da tanto che non mi divertivo così! Grazie! ”
disse Lupin, raccogliendo un fiore e porgendolo alla donna.
“ Grazie a te! Anche io…sono stata davvero bene! ”
Dea sorrise, e Remus, inaspettatamente, la cinse alla vita, sollevandola. La
donna sorrise cautamente, e, non appena ebbe toccato terra, si allontanò
rapidamente. Remus la seguì, e le poggiò una mano sulla spalla “ Scusa, ho fatto
qualcosa di sbagliato? Ti ho offesa? ”
Dea si girò, stupita “ No, perché?! ”
“ E’ che…mi sono accorto che proprio quando ci
stiamo divertendo davvero, proprio quando arrivo a credere che tu stia bene con
me…tu scappi. ”
Dea si
incupì “ …No, no. E’ solo un’impressione… ”
“ Ne sei sicura? Non è perché…io sono…un… ”
“ NO! ”
Remus la guardò, malinconicamente “ …Non è perché
sono un Lupo Mannaro?! ”
“ No! Certo che no! E’ che…scusa, sono fatta così. E
poi…a te piace Maya, no? ”
“ No… ”
Dea fece un piccolo gesto stupito, ricordandosi
della natura bugiarda degli uomini, e si allontanò rapidamente. Lupin la seguì
con lo sguardo fino a quando non scomparve dietro un albero…si grattò il mento,
e respirò profondamente…era tanto stanco, ma in quel momento non si ricordava
nemmeno perché.
Sirius aiutò Tirsa ad arrampicarsi su una roccia, e
poi le mostrò il panorama che si apriva davanti ai loro occhi…alla donna si
mozzò il fiato.
“ Da qui, la notte si vedono milioni di stelle… ”
“ Ci vieni spesso, a vederle? ”
“ Si…a te piacciono? ” chiese Black.
“ Molto…trovo che sia così affascinante; milioni di
stelle…chissà quanti Sistemi Planetari abitati. Non trovi che sia affascinante
il pensiero della vita che pulsa in ogni cosa, in ogni particella… ”
Sirius sorrise “ Già. ”
“ Come mai ti piace guardare le stelle? Conosco
pochi uomini che lo farebbero. ”
“ Perché mi danno un senso di libertà… ”
“ Libertà? Ti è mancata molto? ”
Black si rabbuiò “ Immensamente. ”
“ Capisco. No, in realtà non riesco ad immaginarlo:
doveva essere terribile. E poi…come si fa ad ingabbiare una stella? ”
“ Cosa?! ”
“ Sirius…Sirius, il tuo nome. E’ il nome di una
stella luminosissima. ”
Black lasciò scivolare la mano sui capelli della
donna.
Era tardi, Remus non aveva appetito, era spossato e
non ne capiva il motivo, riusciva a pensare, da diversi giorni ormai, solo a
Dea. Era come se tutto il resto fosse finito in seconda linea, come se non ci
fosse più null’altro; avrebbe voluto parlarne con Sirius, ma anche lui era
preso da…altre faccende. Lupin sospirò mestamente. Si era innamorato? Strano a
dirsi, strano a pensarsi…era talmente abituato a pensarsi solo, anche adesso
che aveva ritrovato un amico, che non sembrava possibile che ci fosse un simile
sentimento, un simile attaccamento nell’aria, e soprattutto per una donna che
non aveva alcuna fiducia negli uomini. Remus si grattò il mento distrattamente,
e fissò il disco del sole che scivolava oltre le colline. Doveva decidersi, e
sapeva di essere un indeciso. Ma per una sola volta…per una volta poteva concedersi
il lusso di agire d’impulso…se solo fosse stato come Sev! Voleva dire tutto a
Dea, voleva dirle ogni cosa…e aprì la porta della camera, e si diresse verso la
stanza di lei, proprio come se fosse stato Sev, e non il restio Remus.
Maya respirò avidamente l’aria fresca della sera,
contemplando le sfumature rosate e lilla del cielo, poi si lasciò cadere sul
letto, senza togliere lo sguardo dalla finestra, e cercò a tentoni un libro che
aveva lasciato aperto sulle lenzuola. Voleva leggere, e voleva guardare il
cielo. Ma due cose insieme non si potevano fare. Voleva essere una donna
sprezzante e forte, e voleva cedere alla debolezza del sentimento che nutriva
per Piton. Era la storia di una vita…due cose insieme non si potevano fare…
Alla fine lasciò cadere il libro, e si concentrò sul
panorama. Ma mentre tutto intorno la luce si spegneva, anche i suoi occhi si
chiudevano, vinti dal sonno…un sapore dolce la riportò indietro dal mondo dei
sogni. Maya strinse le labbra, e gustò quel misterioso sapore, che la inebriò.
Improvvisamente sentì abbassarsi la sponda del letto, e si irrigidì, mentre
qualcuno la immobilizzava. Spalancò gli occhi, e vide Severus Piton, chino su
di lei…con un’espressione quasi dolorosa. Cercò di liberarsi, ma il corpo non
reagiva agli ordini disperati della mente, ed anche la mente, piano, cedette
all’impulso di assecondare l’uomo…
Dea aprì la porta e fece segno a Lupin di entrare e sedersi, poi, senza parlare, gli
versò una tazza di the e lo guardò quasi con timore.
“ Cosa c’è? ” chiese, infine.
“ Volevo vedere come stavi… ”
“ Sto bene. Non capisco…dovrei star male? ” Dea
accennò un sorrisetto incerto.
“ E volevo parlarti… ”
“ Di cosa? ”
“ Di te. ”
“ Me? ”
“ Si. ”
Remus si alzò, e si poggiò ai battenti della
finestra, si voltò verso la donna, e lei colse il primo raggio della luna che
filtrava scintillando tra i suoi capelli chiari.
“ Cosa…devi dirmi? ”
“ Che ti amo. ” disse Lupin, semplicemente.
“ Ti prego, vattene… ” Dea arrossì e cercò di aprire
la porta e di mandare fuori l’uomo, ma lui si decise a giocare il tutto per
tutto e le strinse i polsi.
“ Perché hai paura? Hai paura di me? O di tutti gli
uomini? ”
“ Lasciami! ”
“ Io ti amo, Dea! E anche tu…se solo non ti
nascondessi nella paura, se solo accettassi i tuoi sentimenti…io so che mi ami!
Accettami! ”
“ Io… ” la donna esitò, ma sentì formarsi nella
propria gola quella frase tanto semplice ma che le era sembrato impossibile
dire…però, proprio quando stava per ammettere di amarlo, l’uomo sgranò gli
occhi, come se fosse preda di una improvvisa consapevolezza…
Remus guardò la finestra aperta ed impallidì “ …Io
ho dimenticato… ” farfugliò.
“ Che succede… ”
“ Vattene! Vattene subito e chiudi la porta!! ”
“ Cosa?! ”
“ Vattene via! ” gridò disperatamente Remus “ Sto
per diventare lupo… ”
L’uomo spinse Dea verso la porta, e lei incespicò e
cadde, si rialzò, e corse verso l’uscita dalla stanza, allungò la mano per
garantirsi la salvezza e aprì la porta di qualche centimetro, ma una enorme
figura ispida ed irta di lunghi ed argentei peli richiuse la porta, sbattendola
ed ululando selvaggiamente.
Dea strillò, e corse alle finestra, soltanto per
vedere la luna piena che scintillava ed il vuoto apparentemente immenso sotto
di lei. Degli artigli le si infilarono nella carne del braccio, e una forza
sovrumana la sbatté contro una parete, e poi contro un tavolo, e poi per terra.
Dea strinse la bocca, assaggiando il proprio sangue che le scivolava tra le
labbra, ormai incapace di percepire il dolore. E si chiese quanto ancora ci
sarebbe voluto prima di morire…
Severus Piton raccolse un lenzuolo che era scivolato
sul pavimento, e ricoprì Maya; mentre la donna fissava il muro, con occhi quasi
spenti, lui uscì, chino sotto il peso del disgusto per sé stesso. Era triste per non essere riuscito a fare
quello che si era proposto, o semplicemente perché il solo pensiero di essere
arrivato tanto vicino a commettere un’azione così indegna lo prostrava più di
quanto potesse sopportare?!
Aveva tentato davvero di…di fare quella cosa che
avrebbe potuto fare soltanto una bestia?!
In fin dei conti, non esserci riuscito era solo un sollievo, anche se la
vergogna per sé stesso non accennava a diminuire. Però…però non era colpa
sua…era da quando quelle dannate ragazzine erano arrivate che lui navigava in
cattive acque ; era da quando si era sentito sfidato ed umiliato da Maya che
aveva cominciato a reagire in maniera sconsiderata. Poi vide passare qualcuno
nei corridoi, e capì che la situazione poteva essere risolta in altro modo, con
un palliativo. Era una cosa disgustosa anche quella, ma…la massa scintillante
dei capelli di Fleur Delacour passò
oltre un angolo con tutto il resto, e
Severus Piton, per la prima volta in vita sua, si dipinse sulla faccia
un’espressione amabile e gentile.
Maya buttò da una parte il lenzuolo con cui era
stata coperta e si fissò nello specchio: odio. Questo era tutto. Odiava. Era
approdata chissà come sulle sponde del lago di Hogwarts, sospinta dalla sua infatuazione per un personaggio da
romanzo: aveva immaginato che il proprio eroe fosse una creatura perfetta e
deliziosa, oltre l’apparenza ruvida; ma aveva scoperto solo che il mondo dei
sogni poteva essere più crudele di quello della realtà. Odiava Piton numerose
volte, per molte cose diverse, per l’umiliazione, per il tentativo di approfittarsi
di lei dopo averla stordita con una pozione magica (e che subito dopo le avesse
propinato l’antidoto non valeva a nulla), ma, forse, soprattutto per averla
privata di un sogno. Severus le aveva dato una pozione d’amore? Lei gli avrebbe
somministrato qualcosa di diverso…si alzò e si diresse senza esitazione verso i
sotterranei, verso la dispensa del professore di Pozioni. Aveva amato, adesso
odiava. Percorrendo i corridoi, purtroppo, non sentì le grida di qualcuno, le
grida disperate di una ragazza che stava per morire.
Dea percepì ancora una volta il sapore del sangue, e
poi il dolore (ormai molto remoto) per essere stata graffiata, e si domandò una
volta di più quanto ci avrebbe messo il Lupo a finirla: l’avrebbe morsa e resa
simile a lui? O la avrebbe proprio sbranata? Da qualche parte, in fondo alla
sua coscienza, sentì ridere: ecco, avevi paura? Sei stata servita! Avevi tanta
paura degli uomini…del male che ti potevano fare, e quando…quando non hai
evitato di innamorarti, sei stata colpita più di quanto fosse possibile!
Intanto il muso del Lupo si avvicinava, i suoi denti aguzzi e taglienti, i suoi
occhi ferini…i suoi occhi grigi e cattivi…grigi e…no, non cattivi…per un attimo
baluginarono della luce dolce che c’era in quelli di Remus, e Dea si disse che
magari morire per mano (o per bocca?) dell’uomo che si amava non era tanto
male…e si preparò al colpo di grazia e…ma…ma…che improvvisamente il Lupo si
stesse ricordando di essere anche un essere umano innamorato? La situazione
minacciava di prendere una piega totalmente nuova…
Tirsa e Sirius, a dispetto della media di quella
notte, avevano avuto una piacevole serata, e stavano risalendo le scale verso
gli appartamenti della ragazza, quando, passando davanti alla porta di Dea
sentirono un rumore curioso. Black che non era avvezzo a fidarsi di nulla,
decise di indagare e spalancò la porta, temendo che potesse esserci un pericolo
per le sue amiche, o che Severus stesse tentando qualche tiro mancino. Tirsa
fissò la faccia di Sirius, e il mutamento del suo colorito e del suo volto,
dovettero apparirle come un campanello d’allarme…
“ Cosa c’è? Che c’è dentro? ” chiese, cercando di
vedere oltre il corpo di Black, ma questi richiuse la porta dietro di se, e,
come se avesse visto qualcosa di totalmente assurdo, disse “ Sarà meglio
che…andiamo in camera tua…qui…va tutto bene… ”
Nei sotterranei Maya si aggirava tra le boccette di
pozioni colorate e dall’aspetto letale, ne prese alcune che le sembravano più
mortifere e ne combinò insieme i contenuti…piccoli sbuffi di fumo verdastro
risalirono dalla disgustosa pozione che aveva ottenuto…si guardò attorno, e
notò una caraffa di una qualche bevanda, poggiata con un bel calice su una
scrivania. Si avvicinò e versò il veleno nella brocca. Stava quasi per
allontanarsi, quando lo sguardo le cadde su un grosso volume rilegato in
pelle…lo aprì e lesse con incredulità l’intestazione scritta a mano…era un
diario! Il diario di Severus…sfogliò rapidamente le pagine, e lesse qualche
riga “ Da quando questa donna è entrata nella mia vita, sento che tutto
precipita…eppure non posso fare a meno di provare meno che amore nei suoi
confronti. Anche se…non potrò mai ammetterlo, anche se lei sembra cordialmente
detestarmi e fare di tutto per mettermi in ridicolo…” sempre più stupefatta
Maya continuò la lettura, e, quando
finì, non si ricordò nemmeno più del veleno…o dell’odio…decise che avrebbe
atteso Piton, e questa volta…glielo avrebbe detto! Gli avrebbe detto che lo
amava…beh, un po’ lo odiava…ma, dopotutto, gli amori migliori erano quelli nati
dall’odio. Cercò un posto dove attendere e notò una poltroncina immersa nel
buio. Si sedette…e si addormentò.
Diverse ore dopo Piton lasciò la camera della
signorina Delacour…con la testa piena di idee su come riuscire a persuadere
Maya a vedere in lui qualcosa di diverso da ciò che si era mostrato fino ad
allora…Fleur era stata un’ottima consigliera, ma con una donna come Maya…chi
poteva fare pronostici?
Entrò nello studio annesso alla dispensa, e si curò
a malapena dell’odore acre di diversi strani ingredienti che erano stati usati
da poco. L’ambiente era buio, un paio di candele non gettavano che l’ombra
necessaria ad illuminare la scrivania. Quasi automaticamente Severus si versò
da bere; indugiò…avrebbe scritto qualcosa sul suo diario, e poi sarebbe andato
a riposare, l’indomani si sarebbe comportato come un uomo degno di questo nome.
Scandagliò per qualche istante le profondità complicate della propria anima e
si disse che era davvero…uno sciocco. E bevve, avidamente.
Maya si agitò per un attimo, e poi aprì gli
occhi…aveva dormito…c’era stato un rumore? O forse era stato uno scherzo della
sua immaginazione? Che ora era? Forse Severus non sarebbe arrivato, tanto
valeva tornare in camera e decidersi ad affrontarlo l’indomani. Si alzò e fece
qualche passo, ma poi…inciampò e cadde.
“ Accidenti… ” disse, rialzandosi, e afferrò una
candela dalla scrivania per vedere cosa ci fosse sul pavimento, e c’era…
“
Mio Dio! Severus! ” strillò, e si gettò al fianco dell’uomo, cercando di
sollevarlo…ma poi vide la coppa sul pavimento e comprese tutto…strisciò fino
alla brocca e si versò da bere. Bevve, ed abbracciò Severus…
Dea e Remus raccolsero molti fiori di campo con
Tirsa e Sirius, e prepararono dei mazzolini dall’intenso profumo, e dal colore
brillante. Dea si asciugò una lacrima e si poggiò a Remus, che la strinse con
affetto.
“ Sono stati due sciocchi… ” disse.
“ Due sconsiderati…veleno…veleno… ” Black scosse la
testa, come se non riuscisse ancora a capacitarsi dell’accaduto.
Remus carezzò i capelli di Dea, e la fissò negli
occhi colmi di lacrime “ Dai a me questi fiori… ” e la baciò delicatamente.
“ Come potevamo aspettarci che sarebbe successo
tutto questo? ” chiese Tirsa, e nessuno le rispose, allora fissò la sua amica
con grande comprensione e solidarietà:
“ A me succede con la panna. ”
Dea annuì e starnutì “ I fiori di questa stagione mi
fanno lacrimare in maniera terribile…ma essere
allergici alla panna deve essere ancora peggio: come si fa
senza ? ”
“ Muoviamoci a portare questi fiori a quei due sconsiderati…tsk!
” borbottò Black e si avviò sul pendio della collina, seguito dagli altri.
“ Sei soltanto un verme! ”
“ E tu sei un’oca! ”
“ Oca sarà la tua amichetta! ”
“ Ma mi ha portato solo della cioccolata… ”
“ Sono tutte menzogne! Io ti detesto! ”
“ Sono io che ti detesto! E prego notte e giorno che
ci dimettano in fretta, così non dovrai più restarmi vicino! ”
Dea si fermò sulla soglia dell’infermeria e fissò i
suoi amici.
“ Ecco che ricominciano… ” disse.
“ Sai, non mi meraviglia che la Morte non li abbia
voluti… ” ridacchiò Remus, ed entrò.
Qualche minuto dopo Silente arrivò ad annunciare che
aveva messo a punto un incantesimo che consentisse alle ragazze di tornare a
casa…e di riapparire ad Hogwarts in ogni momento in cui lo avessero desiderato.
Quando il preside fu uscito Dea si lisciò i capelli e rifletté ad alta voce “
Per tutta la vita non ho mai invidiato chi doveva vivere un amore a distanza…ma
tutta questa distanza, poi…e chi lo avrebbe immaginato?! E tuttora non so
neanche se esistete davvero…o se è solo un sogno…”
“ Mettila così… ” rise Tirsa “ Ci sono pendolari per
lavoro, ma noi saremo pendolari per
amore…e che pendolari! ”
Sirius e Remus si guardarono alzando le spalle e poi
si unirono alla comune ilarità.
“ Sapete cosa non comprendo affatto? ” disse Black “
Che voi siate giunte fin qui solo per Piton…come è possibile? Piton?! Per
fortuna che poi due di voi hanno cambiato idea… ” e strizzò un occhio.
“ Beh, effettivamente il Club Piton ha preso
direzioni molto diverse… ”
“ Forse è il caso di uscire… ” mormorò Tirsa,
fissando i due letti dei due pazienti più intrattabili dell’infermeria, mentre
Severus si allungava, credendo di non essere visto, a baciare Maya…
Le due coppie scivolarono via, lasciando Severus e
Maya a godersi la loro stravagante passione…ma appena ebbero raggiunto le scale
la voce di Madama Chips li raggiunse tonante… “ HO DETTO CHE NELLA MIA
INFERMERIA QUESTE COSE NON SI FANNO! ”
Che razza di storia…l’amore è cieco…o l’amore rende
ciechi?! Chissà…a Piton e Maya, dopotutto, non interessava saperlo…non adesso,
non dopo aver trovato davvero un amore da favola, pur sempre da favola, ma un
po’ strano…
Piton forse non era il principe azzurro…e Maya non
era la principessa…però poteva andare anche così, di certo nessuno dei due avrebbe
trovato altro da dire…se Dea poteva aver accantonato la sua paura degli uomini
con un Lupo Mannaro, se Tirsa aveva accantonato la sua razionalità
intransigente per un ex-detenuto…perché non doveva funzionare tra due pazzi?!
Fine
Mariacarla
P.s.
Forse
ci voleva un finale più piccante? O uno più romantico? Beh…non si può avere
tutto dalla vita…tre ragazze hanno ottenuto i tre uomini più ambiti della
Terra…se questo non vi basta…siete incontentabili!!! ^_~