E IL FUTURO SVANI'...

Capitolo I

Storia di Mariacarla e Gwillion

 

Le foglie di Hogwarts erano scosse dal vento della tarda estate. Tutto era tranquillo, e sembrava non ci fosse traccia nel parco della scuola del conflitto che si svolgeva oltre le sue mura. Tranquillità e silenzio. Loki Annwyn, Capocasa di Serpeverde osservava gli alberi dalla finestra e sorrideva. E poi... poi un lampo spezzò la quiete. Due figure erano comparse nel parco... poco distante dalla capanna del guardiacaccia.

Il custode della scuola stava finendo di riferire al professor Annwyn la lista degli studenti di Serpeverde che erano stati sorpresi con oggetti illegali l' anno precedente quando notò la sorpresa sul suo volto: - Che accade, professore? -

- Io credo... io credo che dovremmo avvertire Silente. -

 

- La mia testa... la mia povera testa... -

- Cosa… dove… dove siamo? -

- Chi siamo, innanzitutto! Tu sei Mariacarla, non è vero? -

- Mio Dio… chi dovrei essere? E tu… -

- Gwillion, Egle, Aelin, Flare... come preferisci. -

L'altra spalancò la bocca: - Che scherzo è? -

- Lo chiedi a me? Non eri tu quella che passava per mezza strega? -

- Giuro che stavolta non ho fatto nulla! Ma dove… -

- Non sembra Krynn... e dalla sagoma della scuola là davanti... -

Mariacarla scoppiò a ridere…

- Voglio litigare con Draco... - sussurrò Gwillion - e vedere qualcun altro... -

- Tu non vuoi, tu non vuoi che? - domandò l'altra, esilarata.

- Non voglio cosa... oh cielo tu... lui... mi gira la testa... -

In quel momento una figura massiccia e cespugliosa venne verso di loro.

- Silente c' aveva ragione. Venite che vi porto al castello... che ci voglio spiegazioni. -

- Si veniamo… accidenti se veniamo, veniamo di corsa! -

- Venite... -

Esclamò il guardiacaccia, e iniziò a far strada.

- Capisco che sei eccitata... - disse Gwillion in un sibilo - ma a momenti... a momenti saltavi addosso ad Hagrid... non so se mi spiego! -

Ma Mariacarla non la degnava neanche di uno sguardo… troppo presa a guardarsi intorno… il parco di Hogwarts, la scuola… tutto era fantastico!

- Ci sei... Mac... ci sei... tu tu tu tu... cervello assente... e ringrazia di non avere una pittrice affetta dal morbo dell' onestà con te, stavolta. -

- Credi… cambierebbe qualcosa? - sussurrò la ragazza con aria sognante.

- E chi lo sa... -

- Allora... maghette piombate dal cielo... posso sapere i vostri nomi? -

- Maghette? - fece Mac storcendo il naso.

- Siete maghe... e piccoline in confronto a me... beh... tutti lo sono in confronto a me... -

- Io mi chiamo Mariacarla e… maghetta… questa poi… -

- Meglio maghette che senza poteri! - esclamò l' altra - E io... come mi chiamo io... non me lo ricordo più... -

- Egle! Non ti ricordi più il tuo nome? E poi… da quando in qua noi… -

- Siamo davvero maghe? -

- Come è vero che ciò la barba! -

- Posso saltare di gioia? -

- Oh, non lo sapevate? Ma racconterete tutto a Silente... eccolo. Gran mago lui! -

- Maghe! E' illogico… ma al diavolo! Certo se fosse vero… -

- Illogico? Come essere qui, intendi? -

Silente si passava una mano sulla lunga barba, gli occhi socchiusi e lo sguardo perso nel vuoto. Dietro di lui il professor Loki attendeva al pari del Preside l'arrivo di Hagrid.

- Bizzarro accadimento… - borbottò il preside.

- Credevo amaste le cose bizzarre, preside. - sussurrò l' altro con voce dolce.

- Ma certo, Loki! - fece Silente - E' solo che… ammetto me ne sfugga il senso. Ma dopotutto basterà schiarirsi le idee… i visitatori sono sempre benvenuti… -

- Siamo qui... preside! - annunciò Hagrid trionfante.

Le due ragazze frattanto non cessavano di guardarsi intorno.

- Il vecchio barbagianni! - sibilò Mac all'orecchio dell'amica, scoccando un'occhiataccia a Silente.

- Benvenute… - disse il vegliardo.

- Benvenute dove? -

Domandò Egle... Gwillion... con gli occhi sgranati. Sperando non si vedesse... quanto insincera era quella domanda.

- Ad Hogwarts! - sorrise il Preside.

- Ci ha detto molto... - fece l' altra guardando il mago sottecchi.

- Siete in una scuola di magia... - disse l' altro uomo, e Gwillion si ritrovò a guardare i suoi profondi occhi azzurro violetti, occhi che sembravano celare pensieri... di luce e tenebra intrecciata. O forse era lei che lavorava troppo di fantasia... dopo un istante lo sguardo penetrante dell' uomo aveva perso quella strana magia... se mai c' era stata davvero. Era uno sguardo comunque degno d' interesse, comunque. Come il volto dell' uomo, pallido e dai lineamenti delicati, ondulati capelli corvini... chi era quell' uomo?

- Siamo ad Hogwarts? - domandava, intanto, Mac - Davvero? E come… come ci siamo finite?! -

- Speravamo poteste dircelo voi... - disse l' altro in un sussurro flautato.

- Non lo sappiamo... veramente! - esclamò Gwillion.

Dal canto suo Silente fece spallucce - In ogni caso… ora siete qui! -

- E adesso che succede? - domandò Gwillion - Non cercate di rimandarci a... a casa nostra? -

- Hai così fretta di lasciarci? - domandò Loki - No... rimarrete qui... almeno fino a quando non avremo capito qualcosa di più sul vostro mistero... per la nostra sicurezza... e la vostra. Inoltre... davvero rifiutate di apprendere la magia che è in voi? -

- E chi ha detto che rifiuto? Io temevo che voleste mandarci a casa! -

- Ma la magia non s'è mai manifestata in noi… - fece Mac con aria un po' depressa - Io… sarebbe così bello se fosse vero… ma non abbiamo mai fatto magie… e più che un po' medium… non mi sono mai ritenuta… -

- Babbane... - mormorò Loki, non che ci fosse disprezzo nella sua voce... tristezza piuttosto - succede a volte... succede. -

- Certo sono un po' cresciutelle... - borbottò Hagrid.

- Cresciutella! Io ho solo… beh, solo ventiquattro anni dopotutto… -

- Ventuno. - disse l' altra - In effetti quasi ventidue... -

- Certo farete un certo effetto domani... allo smistamento... tra tanti ragazzini undicenni. - ammise Loki con un sorriso.

Mac sospirò - Cosa non si fa per un po' di… -

- Di che? - domandò l' altro con uno sguardo... attento.

- Di… - la giovane sorrise - Lo scopriremo solo vivendo! -

- Questa frase l' ho già sentita... - sussurrò Gwillion.

Mariacarla sorrise, cauta.

- Ebbene… resterei con voi per ore, ma ho da fare, e… credo dovremo chiamare qualcuno per farvi compagnia, ed aiutarvi ad adattarvi. - disse Silente.

- Ci stanno i ragazzi... tanto carucci... - esclamò Hagrid - Dei bravi grifondoro... ecco che li chiamo! -

E due giovani che camminavano nel parco risposero ai suoi segnali. Indossavano entrambi la divisa di Hogwarts. Non avevano più di quindici o sedici anni. Biondo era l' uno, bruno l' altro. E sorridevano entrambi. Ma il sorriso del primo era più dolce, quello dell' altro... quasi malandrino.

- Ottima idea… Rubeus! - approvò Silente, ed attese che i ragazzi si avvicinassero.

- Salve Hagrid, e... cosa succede? - domandò il giovane dai capelli biondi - Possiamo esservi utili... preside, professore... -

- C'è un piccolo compito per voi… - sorrise il Preside.

- Un… compito? - domandò il ragazzo dai capelli scuri.

- Due ragazze... da intrattenere. - mormorò Loki - Sembra non sappiano nulla di Hogwarts... e dovranno passarci molto tempo in futuro... dato che sono ufficialmente iscritte al primo anno. A spese della scuola o del ministero, immagino... ma a questo si penserà poi. Purtroppo noi adesso abbiamo una riunione... dell' Ordine... dobbiamo assentarci... capite, vero? -

- Sì... capiamo. -

- Allora... arrivederci... misteriose fanciulle. - mormorò l' uomo. Poco dopo lui e Silente erano lontani.

- Chi era quello? - domandò Gwillion... fissando i due uomini che si allontanavano - Chi erano entrambi... magari. -

- Beh, Silente il Preside! E l'altro… Annwyn, il Capo Casa di Serpeverde… - fece il ragazzo dai capelli scuri con una smorfia.

- Il capo casa di... - la delusione della giovane era quasi tangibile... ancora un po' e sarebbe caduta a terra.

Mac fece una smorfia, ripensando ai capelli di Silente… non proprio immacolati, sarebbe stato strano domandare che anno corresse?

- E voi chi siete? - chiese, invece.

- Io mi chiamo Remus... - mormorò il giovane biondo - e questo mascalzone è il mio amico Sirius. Grifondoro, ovviamente. -

Lupin e Black... quindi... il sorriso tornò improvvisamente sul volto di Gwillion.

- Hai sentito? - fece Mariacarla dando un colpetto all'amica - Capisci? -

L' altra non rispose... aveva un sorriso che andava dal capo all' altro della bocca però.

- Cos'è quell'espressione, ragazza? - domandò Sirius - A proposito, come ti chiami? -

- Espressione da... non è possibile la magia che bello... credo. Mi chiamo Gwillion. -

- Piacere Gwillion! E tu? -

- Mac, Mariacarla… fai tu… -

- Bel nome Mac... - fece Lupin - e adesso che si fa... James è così maledettamente in ritardo... vi va di sentir parlare un po' delle case di Hogwarts? -

- Delle… Case… ma sì! -

Esclamò Mariacarla.

- Da quale Casa iniziamo? - domandò Lupin fissando l' altro per un attimo.

- Da Corvonero? -

- Intelligenza e bellezza... - declamò l' altro - ma ne sapremmo di più immagino se mettessero il naso fuori dai libri. -

- A me piacciono i libri... - disse Gwillion in un sussurro.

- E poi c'è Tassorosso… - disse Sirius - Gente a posto, salda e che si impegna. Sono davvero simpatici. -

Mac storse il naso.

- Noi siamo di Grifondoro... come parlarne male - aggiunse Lupin - chissà... magari ci finirete anche voi... -

- Ecco, veramente io… - sussurrò Mac - Come dire… -

- Quali sono le caratteristiche di Grifondoro... -

Intervenne Gwillion.

- Coraggio, eroismo. E via dicendo. -

- Allora temo proprio... di non esserne all' altezza. - fece l' altra con espressione... che avrebbe voluto fingersi desolata.

- Non dire così… - fece Black - Magari sarai a Corvonero, a Tassorosso… -

- Non manca una casa? - domandò l' altra... innocentemente. - Almeno una cioè. -

- Si… c'è Serpeverde… ma… -

- Ma cosa? - Inutile negarlo, si stava divertendo un mondo.

- E' squallida… -

- Squallida?! - strillò quasi Mac, e Black saltò come un grillo.

- Mac ha una passione per i serpenti... è più forte di lei... - disse Gwillion sollevando lo sguardo verso il cielo.

- Ma quelli non sono serpenti veri... - aggiunse Lupin - solo viscidi vermi... -

- Vermi?! - urlò l'altra ragazza - Vermi?! -

- Ve l' ho detto... - tornò a dire Gwillion - è una battaglia persa... -

- Volete che ve li descriviamo? - ribattè Lupin - A partire da quel Malfoy che si crede una perla di nobiltà e sarà peggio ancora quest' anno che gli tocca il titolo di caposcuola... comprato ovviamente... e poi c' è... -

- Chi… c'è? - fece Mac.

- Di Piton parlane tu Sirius... non ti toglierei mai l' onore. -

- Severus… - borbottò l'altro ragazzo - Un vero imbecille! Crede di essere un genio… beh, è solo un piccolo gufo fastidioso e maligno, brutto… -

- Un tipo da evitare insomma... - disse Gwillion con una strana luce negli occhi.

- Assolutamente! Da far fuori… quasi… - sibilò il giovane.

- Oh... e immagino che considereresti un eroe... chi riuscisse in una simile impresa. - Mormorò l' altra con una foga... che non riuscì a nascondere.

- Si, eroe! - fece l'altro prendendo le mani della giovane e male interpretando la sua foga.

- Un eroe degno della forca! Non importa chi è a cadere... un assassino è sempre un assassino... -

- Un assassino... - ripetè Lupin - ma di questi tempi... -

- Quali tempi? -

- Voi... non sapete... -

- Raccontateci… - sibilò Mac, molto… interessata.

- C' è una guerra in atto. Maghi crudeli... e voi siete in pericolo... si chiamano purosangue... si chiamano... e vengono tutti da quella fogna di serpeverde. -

- Tutti? - disse Gwillion con una strana espressione.

Un ragazzo grassoccio stava correndo... o meglio ballonzolando verso di loro.

- Loro dicono… tutti… - fece Mac, con una smorfia.

- Finalmente vi ho trovati... - fece l' altro ansimando.

- Che succede, Peter? - domandò Lupin... premuroso.

- Peter… sqeeet… - fece Mac a voce appena udibile - Sqeeet… -

- James... non può... è in infermeria... gli hanno fatto scoppiare la scopa... -

- Cosa?! - strillò Black - Cosa?! -

- Non ci sono prove ovviamente... ma chi può essere stato? -

- Il gruppo di quegli sporchi… -

- La Potter sfiga non si smentisce... - sussurrò intanto Gwillion all' altra.

Mac assentì.

- Oh, ma io li vado a cercare! - strillava Sirius - Vado ad affettarli… -

- Calmati Sirius... non saranno nemmeno a scuola ancora... ricordi... noi siamo venuti in anticipo perché... ce l' hanno chiesto, dubito però che uno di loro... - diceva Lupin. E Minus andò loro dietro... sempre ballonzolando.

- Imbecilli... - sussurrò Gwillion e poi - Mi rivolgeresti ancora la parola se finissi a... -

- Solo se pensassi che è una strategia per minare il campo nemico dall'interno! - ridacchiò Mac - Guardali i tre imbecilloni e Minus… oh, Minus! SQEEET! -

- Il traditore... l' aspirante assassino... offese per Lupin? Potter non ne ha bisogno credo. -

- Né ne ha bisogno quel cretino di Black… SQUEET! -

- Non sentite… un verso strano? - fece Sirius, fermandosi un attimo, ma poi riprese a gridare che voleva uccidere Piton ed i suoi amici Serpeverde ributtanti.

- BAU! - fece Mac coprendosi la bocca con una mano.

- Aspirante assassino era per lui... adesso basta però... -

- Basta? -

- Non so se hai notato... ma io vorrei adottare la linea dell' ignoranza... -

- Spero sia una cosa… temporanea… - rispose Mac con un sorrisetto – E comunque ignoranza o no… non voglio sopportare più gli insulti di questi idioti! -

- Idioti lo sono proprio... ma la depressione... a pensare che sono loro i... buoni... e lui... lui mi odierà a prima vista! - concluse l' altra con un sospiro - Non che io voglia fiondarmi a pesce su chi sappiamo noi come in certi racconti... ma l' idea di essere detestata non mi aggrada comunque. -

- Beh… fai in modo di non dover essere detestata… - rispose l’altra e poi fischiettò allegramente.

- Vedremo... vedremo... - mormorò Gwillion. E poi sorrise anche lei.

 

Ragazzini che parlavano in un fitto brusio. E due giovani appoggiate alla parete.

- Certo che quei codici non erano molto confortanti... per le tue aspirazioni... - sussurrò Gwillion - non un solo babbano nella casa che sappiamo... e l' ultimo mezzosangue... risale a molto tempo fa... e costituisce un caso a parte. -

- Beh, noi… potremmo essere l’eccezione che conferma la regola dopotutto… - rispose l’altra, osservando gli undicenni che si assiepavano intorno a loro – Sai… undicenni… potrebbe quasi essere umiliante, se non stessi pensando ad altro. -

- Umiliante... e perché? Mi chiedo piuttosto... questi ragazzi... chi sa di loro chi conosceremo... chi sarà nostro compagno di casa... guarda quel ragazzino biondo... non è un amore? E ci sta pure sorridendo... -

- Umiliante perché noi ventenni sembreremo le bocciatone recidive del gruppo! -

Intanto il bambino continuava a sorridere alle ragazze.

- Ciao! – si decise a dire Mac, il bambino non attese altro per avvicinarsi.

- Ciao! – rispose.

- Ciao. Io sono Gwillion, e lei è Mac... e tu? -

- Piacere! Io sono Barthy! -

- Ba… Barthy? – domandò Mac, in un sussurro – Barthy come? -

- Barthy Crouch… - fece l’altro rabbuiandosi un po’.

- Qualcosa non va? - domandò Gwillion inclinando la testa. Pur avendo modo di sospettare... che cosa non andasse.

- Il mio papà vuole che io vada a Grifondoro… ma io non voglio andarci! – borbottò il ragazzino, pestando un piede a terra.

- Come mai? – domandò Mac.

- Non voglio fare come dice lui! Lui sa solo… chiedere, imporre, e… -

- E non credo proprio che tu andrai a grifondoro... - sussurrò Gwillion con un sorriso.

- E voi dove volete andare? – domandò il bambino.

- Serpeverde, di certo! – sorrise Mac.

- Io so dove non voglio andare piuttosto... - ammise l' altra scrollando le spalle - ma fa lo stesso. Grifi e Tassi alla larga, per carità... -

- Rilassati… sono certa che non ci finirai. -

- Magari saremo anche compagni di casa... - disse Gwillion al ragazzino.

L’altro sorrise, felice – Lo spero! Mi piacerebbe avere degli amici. -

- Li avrai... in un modo o nell' altro. -

Promise Gwillion.

- Avevi il tono di Cassandra… - sibilò Mac all’amica, e poi tornò a sorridere al ragazzino – Ma si, perché non dovresti averne? E poi… hai idea di quando si inizia qui? -

Barthy fece spallucce – Spero presto. -

- Su, su ragazzi, in fila... - disse una donna che doveva avere una cinquantina d' anni.

- Che sia la McGrannitt? - sussurrò Gwillion all' amica.

- Voi due alla fine, per favore... -

Le ragazze fecero come era stato richiesto.

- Che emozione! -

Entrarono nella sala grande. Barthy finì a Serpeverde dopo pochi minuti. Per loro due invece c' era una lunga attesa... e Gwillion non riusciva a staccare gli occhi dal soffitto.

- E’ bellissimo… - sussurrò Mariacarla all’amica, intuendo i suoi pensieri – Tanto bello da sembrare quasi… irreale. E invece ci siamo. Ci siamo davvero… - ed anche lei osservava i mutamenti delle nubi riflessi nel cielo incantato del soffitto.

- Ci guardano tutti non è vero? - sussurrò Gwillion - Io non ho il coraggio di guardare... e spero solo che i grifonscemi non decidano di salutarci... -

- Ci stanno… salutando… - fece Mac con un tono di profondo scoramento nella voce – Persino Mister Squeet. -

- Oh, vorrei sprofondare... Ma non dovevano stare al capezzale del povero James? -

- Dimentichi una cosa… le capacità strabilianti di Madama Chips… -

- Dolore... profondo dolore... -

In quel momento chiamarono la ragazza. E presto il cappello le coprì interamente la testa.

- Allora... Serpeverde, vero? - disse la vocina.

- Sei pazzo... vuoi che mi massacrino? -

- E dove dovrei mandarti? Grifondoro... -

- Schifo! -

- Tass... -

- Non dirlo. -

- C' è Corvonero, ma... ma tu in realtà vuoi andare a... SERPEVERDE! -

La giovane si levò il cappello tremante. Si diresse verso il tavolo di Serpeverde quasi come un automa. Non osava guardarsi intorno... non osava vedere con i suoi occhi l' effetto della decisione del cappello.

Mac dal canto suo ridacchiava, lo sapeva che l’amica sarebbe finita tra i Serpeverde! Soltanto che… le reazioni al tavolo erano… erano…

Ecco, Mac non ci aveva pensato… ma quella era la prima volta che vedeva i giovani Serpeverde e tra loro… doveva esserci… ma non ebbe altro tempo per riflettere: un tonfo secco attirò la sua attenzione. Un giovane compagno di Casa di Gwill era caduto con la testa nel piatto… all’annuncio del cappello. Ed un brusio incredulo s’era levato tutto intorno.

- Babbane a Serpeverde… puah! – le sembrava di sentire mormorare.

- Mariacarla... tocca a te Mariacarla... -

La ragazza deglutì, avviandosi verso il cappello, e si sedette sullo sgabello certa del risultato.

- Sei molto sicura di te... tu non farai storie, non è vero? -

- Farò solo storie se non… oh, ma tu puoi mandarmi solo lì… lo sai cosa c’è nella mia testa! -

- Scusa... mi ucciderei piuttosto che mandarti da qualche altra parte. Allora un' altra... SERPEVERDE! -

- Evviva! – gridò Mac correndo verso il tavolo, da Gwillion, dai suoi nuovi amici.

Evviva... nel tragico silenzio che le circondava Gwillion davvero non riusciva a esultare. Ma sorrise all' amica. Almeno erano insieme. Non che ci fossero dubbi... se lei era Serpeverde... Mac lo era al quadrato!

- Siamo Serpeverde! Siamo proprio Serpeverde! – fece Mac saltellando.

- La cosa... si era notata. - sussurrò l' amica - Si era proprio notata. -

E l’altra si ricordò del tipo che era caduto nel piatto e dei mormorii disgustati,  e si morse le labbra.

- Beh, dovremmo… sederci… ci sono dei posti liberi lì… -

- Almeno il piccolino non si sdegna di continuare a sorriderci... mi chiedo solo se durerà. Ma io credo di sì. -

- Anche io dico di si… - disse l’altra, mentre si sedevano.

- Possiamo sederci qui? - disse una voce alle spalle delle giovani.

- Certo… - fece Mac, voltandosi. E dietro di lei v’erano due giovani, ed uno… Mac rimase a bocca aperta, dando una gomitata a Gwill.

L' altra però si morse solo un labbro. Aveva come idea che il comitato di benvenuto dei Serpeverde... potesse non essere troppo piacevole.

Anche se un Serpeverde in particolare aveva degli occhi neri che sembravano penetrare l' anima.

- Voi siete? - disse inclinando la testa.

- Io sono Victor Lestrange... - disse il ragazzo che aveva parlato per primo - e lui... -

- Mi chiamo Severus Piton. – fece l’altro, in tono sprezzante.

Mac trattenne la risata che minacciava di soffocarla, e scoccò a Gwillion un’occhiata divertita.

- Piacere di conoscervi… - disse poi.

- Piacere. - disse Gwillion chinando il capo, con il tono di chi pensa... lo so benissimo che non è un piacere per te... ma che diavolo posso farci? - I nostri nomi già li sapete. -

- Infatti. – disse Piton in tono asciutto, sedendosi – Quello che non sappiamo è cosa ci fate qui… a questo tavolo… -

- E vorreste sentire il nostro parere al riguardo... -

- Dubito che possa essere interessante il vostro parere, ma… prego… -

- Oh... si parlate, parlate... - disse Victor con un sorriso.

- Io la vedo così: - disse Gwillion scuotendo la testa - una visione fredda e cinica non fa parte delle caratteristiche apprezzate a Serpeverde? -

Piton sorrise storto  – Continua… -

- E' il genere di caratteristica che è più facile avere a vent' anni che non a undici, ecco tutto. -

- Potrebbe sembrare una giusta risposta. Ma cosa ci fanno due vecchie mezzosangue a questo tavolo? -

- Non siamo vecchie... e se vuoi ulteriori chiarimenti... perché non li chiedi al capello parlante? -

- E mezzosangue… lo ammetterete! -

- Noi… non siamo mezzosangue… - fece Mac con aria serafica – Niente affatto. Siamo purosangue… -

Piton inarcò un sopracciglio.

- Niente sangue mescolato... - mormorò Gwillion - era questo il senso... se volete un colpevole più a portata di mano del cappello... possiamo fornirvelo comunque. -

- Cioè? Chi? -

 - I grifonscemi al tavolo là sotto... - disse Gwillion con il sogghigno - erano così intenti a parlar male di Serpeverde... che forse hanno sortito l' effetto contrario alle loro... cavalleresche intenzioni. -

Piton seguì lo sguardo dell’altra…  fino a… arricciò le labbra, disgustato.

- Si, proprio loro… e ci hanno tanto parlato anche di te, Piton… - sorrise Mac.

- Male ovviamente. - disse Victor con un sorriso - Ce da sperare soltanto... che anche in quel caso non abbiano... -

- Non abbiano… cosa? -

- Sortito l' effetto... contrario... -

- Non c'è problema per questo. Seppure lo avessero sortito, adesso… vi siete presentati bene da soli. - sibilò Mac.

- Non stavo mettendo in dubbio la vostra capacità di giudizio... - disse Victor inclinando la testa - mi divertivo solo a stuzzicare un poco il mio amico. -

Piton gli scoccò un'occhiata un po' infastidita.

- Il tuo amico è già in tiro come un cane da caccia che fiuta una quaglia… non credo abbia bisogno del tuo aiuto! -

- Forse è vero... - ammise l' altro. E sorrise.

- Non forse, è vero. -

- Basta! - sibilò Severus - Victor, dai loro corda? -

- Potrebbe essere una tattica... - disse l' altro scuotendo la testa - se le spaventiamo troppo non credo che parleranno... o che sapranno dire cose sensate. -

E si bevve un abbondante sorso di succo di zucca.

- E cos'è questo, ragazzino? Un tentativo di spaventarci prospettando chissà cosa? - Mac sorrise - Non ci riuscirai. - e bevve anche lei una sorsata di succo con noncuranza.

- Se credi che questo sia un tentativo di fare paura... allora non hai la benchè minima idea... no, non ce l' hai, mia cara... purosangue. -

- No… non ce l'hai tu… cosa mi fai? Una bella cruciatus? O minacci di uccidere la mia amica mentre guardo? - sussurrò la giovane.

- Cos' è questo? - domandò l' altro senza scomporsi - Un altro effetto della propaganda dei Grifondoro? -

- Te ne stupiresti? - intervenne Gwillion, temendo che l' amica dicesse... troppo - E potrei fare una domanda io, adesso? -

- Ma si… domanda pure… - fece Piton.

- Ce l' avete con i mezzosangue solo per una questione culturale o anche genetica... giusto per conoscere le regole del gioco. -

- Ognuno di noi potrebbe rispondere in maniera diversa immagino... - commentò Victor - ma a te per primo l' onore, Severus. -

- E' la genetica dei babbani a renderli deboli, prima della cultura. Loro non sono come noi, né i loro mezzi alternativi possono equipararli ai maghi. -

- Ai maghi come te no di certo. Ti è scivolato il cervello sotto le suole. - disse amabilmente Mac - Ed ora sentiamo la risposta del tuo amico faccia di intellettuale. -

- Io penso che l' aspetto genetico sia talvolta sopravvalutato... - disse l' altro ignorando allegramente l' insulto di Mac - ma ciò non vuol dire che bisogni passare all' eccesso opposto, e cercare scioccamente di negarlo. -

- E' diplomatico come Torquemada… - fece Mac, con un ghigno.

- Mai pensato che potrei prenderlo per un complimento? -

Victor, Victor... pensava tra sé Gwillion... quel nome l' aveva inventato lei, non la Rowling... e se quel nome era vero... molte altre cose potevano esserlo.

- Un complimento? Certo! E secondo te che volevo fare? -

Facciamo un tentativo... pensò Gwillion... pronunciamo una frase... che ho messo in bocca ad altri, a suo tempo.

- Certo non mi verrebbe mai in mente di difendere con troppa foga la civiltà babbana. - disse con un candido sorriso - Perché con tutto l' orgoglio che prova per la sua tecnologia l' uomo comune è destinato a rimanere inerme e nudo se tutti i suoi complicati marchingegni gli vengono strappati, mentre la magia è parte intima della natura di un mago, ed è qualcosa che nessuno può sottrargli. -

Citare direttamente Voldemort era forse eccessivo... per il momento. Ma perché non tirar fuori una delle migliori frasette del Severus mangiamorte?

Piton aprì la bocca per dire qualcosa, ma rimase zitto.

- I grandi uomini hanno perso la lingua… - ridacchiò Mac.

Victor dal canto suo era diventato piuttosto pallido.

- Forse non siete d' accordo con quello che ho detto? - sussurrò Gwillion.

- Forse… non presumere troppo. -

- Non sto presumendo. Ho fatto solo una domanda. -

- Meglio. - sibilò Severus, ma sembrava avesse perso le parole, poi riprese la consueta espressione infastidita - Ebbene… nonostante tutto non avete risposto alle nostre domande… come diavolo avete fatto a finire tra noi? -

- E' colpa nostra se le altre case fanno... - iniziò a dire Gwillion, poi si interruppe... temendo quasi di stare esagerando.

- Schifo! - sorrise Mac - Ma suppongo comunque che ci siano dei… motivi. -

- Di questo almeno non possiamo incolpare voi... - ammise Victor in tono conciliante - ma questi motivi? -

- Forse faremmo meglio a dire l' una i motivi dell' altra - mormorò Gwillion - per quanto parola di bab... mezzosangue... sarà sempre più oggettiva... se non riferita a noi stesse. E quanto a Mac c' è poco da dire... o forse molto... adora i serpenti, è furba, spietata, vendicativa con i suoi nemici. Io la giudico intelligente... ma ovviamente sono i miei parametri... forse ho dimenticato qualcosa... ma potrebbe essere una sorpresa... per dopo. -

- Gwillion è la persona più acuta che conosco, è furba… e nasconde benissimo tutte le sue carte… - fece Mac - E' in gamba… ed ambiziosa, perfezionista… dove dovevano mandarla, insomma! -

- Dissento vivamente su almeno metà di quello che ha detto la mia amica... - mormorò l' altra - Su questo devo avvertirvi... ma non credo che la cosa vi interessi poi tanto in fondo. -

- Lasciatela perdere! - sbottò Mac - Io ho sempre ragione… -

- Oh, basta! - sbuffò Severus.

- Che abbiamo fatto adesso? - domandò Gwillion guardandolo sottecchi.

- Questa specie di… - Severus agitò le mani in aria - Disgustosi complimenti tra voi! -

- Scusa... ma se pigliassimo ad offenderci l' un l' altra vi ruberemmo il lavoro. -

- Tutto qui, ragazzini, c'è altro? - chiese Mac.

- Chi lo sa... chi lo sa... - disse Victor fissando l' altra con un sorriso... a metà tra la stizza e il divertimento.

- Già chi lo sa… attenti a non avere voi una sorpresina. -

- Adesso sei tu a lanciare minacce a vuoto... e un' altra cosa poi... perché la tua amica sembra... inspiegabilmente... preferire il termine mezzosangue al più semplice e inoffensivo babbane? -

- Babbane… non ci piace. Punto. Chiamateci mezzosangue se volete, ma io preferisco purosangue, maghetto. -

- Babbane è inoffensivo. - aggiunse Gwillion - L' hai detto tu... è un termine coniato da stupidi per definire della gente stupida. E indipendentemente da ciò che pensate di noi... io non credo che voi vi riteniate stupidi. -

Piton avrebbe voluto sorridere, ma si limitò a lanciare un'occhiata infuocata ed offesa all'altra.

La ragazza si morse un labbro, e si chinò sul suo piatto... come improvvisamente interessata al cibo.

E Piton si sentì soddisfatto come se avesse riportato la sua prima vittoria.

- Tutto a posto, qui? - disse una voce alle loro spalle.

- Si tutto a posto. - disse Mac, voltandosi… meglio non mostrarsi subito portatrici di guai, e soprattutto non con il loro Capo Casa.

- Ne solo lieto. - disse l' uomo, e sorrise.

- Ne siamo liete… soprattutto noi, suppongo. Mai ricevuta accoglienza più calorosa, Piton e Lestrange qui ci stavano intrattenendo, professore. -

- Lo immagino. - disse l' uomo scrutando i quattro giovani... ma non smetteva di sorridere - Ora Lestrange se non erro tu devi istruire i ragazzini del primo anno... Piton, tu invece, e anche voi ragazze, se volete seguirmi nel mio studio... -

Piton inarcò un sopracciglio, seguirlo? Perché… se quelle lo avevano messo nei guai…

Mac cercò lo sguardo di Gwill.

- Avanti... non vi mangio mica... ho forse occhi insanguinati? -

- A… andiamo… - fece Mac, deglutendo ed abbassando lo sguardo, chiedendosi se… non fosse arrossita… e poi… perché arrossire?! Dopotutto… ma no, meglio non pensarci.

 

Lo studio di Loki era pieno di curiosi e misteriosi strumenti... e libri di Difesa dalle Arti Oscure sparpagliati ovunque.

- Sedetevi. -

Piton e le ragazze, obbedirono.

- Inutile negarlo, Serpeverde, è, ed è sempre stata una casa orgogliosa, elitaria. Una casa che pretende molto da coloro che ne fanno parte... e sa dare molto al tempo stesso. Se voi siete entrate a farne parte... c' è un motivo, deve esserci un motivo... ma data la vostra particolare natura... dovrete dare più di quanto non crediate sia possibile dare. Tutti gli occhi saranno puntati su di voi... e è vostro compito dimostrarvi all' altezza... indipendentemente dalle vostre origini... o forse anche proprio per quelle. -

Mariacarla socchiuse gli occhi… che voleva dire Loki? Era l'ennesimo discorso di benvenuto? Strinse i denti, prima di scoccare un'occhiata perfida all'altro - Saremo all'altezza. Non si angusti troppo. Non intendiamo farla sfigurare… - disse con voce tranquilla, del tutto dissonante con il suo sguardo.

- Non parlavo solo per il gusto di sentire la mia voce... - disse l' altro - Ho dato un' occhiata al vostro orario... e l' ho modificato radicalmente... non ha senso che seguiate gli stessi ritmi dei nostri alunni undicenni... credo che possiate concordare anche voi su questo. -

- E allora… cosa… che orario… - fece Mac, sorpresa.

Gwillion si chinò a guardare il foglio che l' altro porgeva loro...

- Ho eliminato le lezioni inutili... sostituendole con altre più proficue, ecco tutto. Storia della magia è inutile... almeno in mano al professore attuale. Volo... troppo dispersivo se fatto con altri venti marmocchi. Per incantesimi non saprei... dovrei prima testare la vostra abilità personale. Certo seguirete trasfigurazione e difesa. Pozioni... va seguito... Arsenius è un ottimo insegnante... ma non vi limiterete certo al programma del primo anno. E per tutto l' aiuto di cui avrete bisogno, con le materie eliminate e via dicendo... ci penseranno i nostri tre prefetti... personalmente. -

Piton deglutì - I… Prefetti? -

- Certo. Ovviamente avrete dei vantaggi per questo... oltre a far guadagnare molti, molti punti alla vostra casa per la generosa... e spontanea... offerta d' aiuto. -

- Punti… - Piton rifletté… punti… ecco un buon motivo: - Va bene! -

- Non c' è altro... mi sembra. Per le ragazze abbiamo preparato una camera a parte... ovviamente. E... domani vorrei l' assistenza o tua o di Lestrange. -

Avevano quasi raggiunto la porta quando Mariacarla si voltò - Professore… noi non abbiamo bacchette… non abbiamo nulla… neanche… ecco, neanche… denaro… - fece in un sussurro.

- Appunto per questo mi serviva la collaborazione di uno dei nostri giovani amici... si va a Diagon Alley... a far compere... e siccome ho degli altri affari da sbrigare... desideravo che ci fosse qualche altro mago veterano, oltre a me. Quanto al denaro non preoccupatevi... non so se sarete a spese della scuola... sotto la voce esperimento... o se Silente riuscirà a convincere il ministero a sborsare quanto necessario... ma data la situazione... non intendiamo certo mettervi a lavorare nelle cucine con gli elfi domestici! -

- Esperimento… - sibilò Mac, ed uscì dalla stanza più infastidita di prima.

 

- Finalmente sei arrivato... - esclamò Evan Rosier quando vide il volto cupo di Piton far capolino sulla soglia della stanza - Siamo tutti terribilmente curiosi, Wilkins ha ancora della zuppa nelle orecchie, Victor si rifiuta di parlare fino a quando non c' eri tu... e noi vogliamo sapere! -

- Sapere! - Piton si prese la testa tra le mani - Oh, sapere! -

- Insomma... queste ragazze... che vi siete detti? -

- Seguiranno un programma speciale. E saranno sempre seguite da uno dei… Prefetti… - disse guardando Victor sconsolato - E domani tu o io dobbiamo portarle con Loki a Diagon Alley… -

- Ce lo giochiamo ai dadi? - disse l' altro scrollando le spalle.

- Ai dadi… - fece un alto ragazzo biondo che era rimasto seduto in disparte - Ai dadi… che idea volgare. Piuttosto… come è possibile che siamo caduti così in basso! -

- Calma, Lucius… - sibilò Piton - Ricordati che potrebbe toccare anche a te di tenerle buone… -

- A me? - Lucius sorrise, un sorriso da furfante.

- Capocasa... prefetto... fa lo stesso in questo caso. - disse Victor scrollando le spalle - Comunque sembra che la colpa sia in buona parte dei quattro eroi scemi... che hanno spinto per il disgusto le mezzosangue nella direzione opposta. Così hanno detto... e almeno in questo erano sensate. -

- Almeno in questo… saranno insensate in tutto… - sibilò Malfoy, scagliando lontano una sedia con scatto nervoso.

- Sono fastidiose, Lucius. Io e Victor ci abbiamo parlato, lo sai. -

- Sembra si siano spartite i ruoli... una è impertinente è aggressiva... l' altra così remissiva che ti fa sembrare di averla in pugno... e poi ti sguscia dalle dita usando le tue stesse teorie per... oh, diavolo... ad un certo punto sembrava che avesse cavato le sue parole di bocca al nostro Severus... -

- Ti prego Victor… non voglio pensarci! Del resto… avremo tempo per… -

- Per? - domandò Evan inclinando la testa.

- Spaventarle, metterle in crisi, scacciarle! -

- Davvero un bel progettino... - ammise Victor - e ci sarà da divertirsi... io credo. -

- Eh, si… da divertirsi. - sibilò Severus, Lucius, all'altro capo della stanza, sbuffò.

- Spero non vorrete tenervi tutto il divertimento per voi! - esclamò Rosier gettandosi sul letto.

- Oh, no! - Piton sorrise - Vi divertirete anche voi… -

 

Diagon Alley… Mac si guardava intorno, rapita. Maghi che passeggiavano allegramente, suoni, colori, odori… tutto era magico davvero. E lei e la sua amica sembravano pronte a cogliere ogni sfumatura di quel quadro pulsante di vita, vita incantata. Solo Severus Piton, costretto ad accompagnarle con Loki, sembrava infastidito.

- La prima tappa... Olivander... ovviamente. -

Annunciò il capocasa.

- Pronostici sulle nostre bacchette? - mormorò Gwillion a Mac. Ma non tanto piano perché il giovane prefetto non sentisse.

- Può essere che nessuna faccia al caso vostro! - sibilò Piton.

- Può essere... - disse l' altra voltandosi a guardarlo - Ma ci scommetteresti qualcosa sopra? -

E poi si sorprese per il suo stesso ardire.

- Scommettiamo che se troviamo le bacchette adatte tu correrai nudo intorno alla scuola tre volte? - fece Mac, e Severus si zittì del tutto.

- Oh... Mac. - si lamentò l' altra - Ci voleva una scommessa meno rischiosa... così magari si sarebbe deciso ad accettare... -

- Ma non avrebbe accettato nulla… non può farlo… lo sai, lo conosco bene. -

Gwillion sbarrò gli occhi. Chi è che conosci Mac... lo fai per farmi star male?

- Sì, certo... tu conosci tutti a prima vista... ti basta uno sguardo... e leggi una persona...  come un libro. -

L'altra ridacchiò - Ovvio, cosa credevi? -

- Solo che a volte un po' esageri... e lo sai. -

Entrarono da Olivander, frattanto.

- Mi diverte esagerare! - sussurrò l'altra, e poi si concentrò sul negozio di bacchette magiche. Era tutto… in disordine… e dopo poco il proprietario sbucò da dietro uno scaffale, e fissò, incuriosito, i visitatori.

Trovarono le loro bacchette. E Gwillion non smetteva di scrutare la sua. Ebano, undici pollici, piuma di chimera. Semplicemente stupenda. E scintille azzurro viola.

Mac ridacchiò fissando la sua bacchetta: dodici pollici e mezzo per legno di cipresso e scaglia di basilisco… ed aveva scintillato di verde al contatto con lei.

- Ehi, Severus… - disse - E allora? - ma l'altro s'era precipitato in un mutismo assoluto.

- Verde... e il re dei serpenti... - sussurrò Gwillion. E sorrise.

- Verde e il re dei serpenti. - ripetè Loki - Un privilegio... ma anche una responsabilità ulteriore. -

- Non intendo deludere questa… responsabilità. - sussurrò l'altra.

- Non ne dubitavo. - disse l' altro e sorrise.

- Ed ora? Ora cosa dobbiamo fare? - chiese la ragazza.

- Libri, calderone... abiti... non so se convengano le divise... sareste... ridicole in fin dei conti. -

- Ecco io sono disgustata dall'idea di non avere soldi miei… ma temo queste cose ci servano proprio… -

- Io purtroppo non posso seguirvi ancora... ho degli impegni, l' avevo detto... Piton farà strada comunque... -

- Spero non nel negozio di abiti... - sussurrò Gwillion.

- Speri bene! - sibilò Severus - Dunque… andiamo. -

Andarono... e fu facile provvedere a tutti gli acquisti. Un po' meno agli ultimi... proprio a quei vestiti...

- Dobbiamo essere impeccabili! - esclamò Gwillion - Dobbiamo! -

- E che genere di abiti prendiamo? - si domandò Mac.

- Tuniche, pantaloni... tutto ciò che sia pratico, ma al tempo stesso elegante... impeccabile, insomma. -

- Wow! Per che colori vai? -

- Tu che mi consigli? Intendo dire... - la giovane inspiegabilmente arrossì.

- Che ti consiglio… per fare colpo su Severus? - chiese Mac con aria innocente.

- Per fargli rodere il fegato, quanto meno. -

- Oh, si… - ridacchiò Mac - Si… certo. Allora… il viola, il blu… le sfumature dei colori notturni… -

- Sta bene. Ci sarebbe il verde... ma a me sta da cadavere... e poi come potrei rubartelo? -

- No… se è per me… prendi pure il verde! Io… - l'altra scosse la testa - Non è mio appannaggio… né credo di poter vestire solo di verde… -

- Cadavere... - ripetè l' altra scuotendo la testa - E il nero? -

- Ti starà d'incanto! E poi mi attendo i tuoi consigli! Anche se io non ho nessuno da… a cui far rodere il fegato come tu vuoi fare. -

- Certo, certo... e chi può mai dirlo... metti un' incursione nella scuola... -

- Non so… in tal caso… penseremmo a sopravvivere, no? -

- Io sì. Tu... non saprei... - sussurrò l' altra. E sorrise.

- Pensiamo alle vesti… -

Pensarono alle vesti.

 

Piton stava per lanciare le sue migliori maledizioni quando le ragazze uscirono dal negozio.

- Accidenti a v… - gli parole gli morirono in gola.

Erano… diverse! Gwillion indossava uno stretto abito blu, dalle ampie maniche e il colletto viola, e l'altra ragazza una lunga ed ampia veste verde e nera. E sembravano vere… vere…

- Beh? - domandò Mac - Allora? -

Piton deglutì - Continuiamo con gli acquisti… -

- Abbiamo finito, credo. - mormorò Gwillion - E ti domando perdono se ti abbiamo fatto aspettare... d' altronde sino a quando non torna il professor Annwyn... -

- Dovrò sopportarvi! – fece Severus con quella che tentava d’essere una smorfia, eppure sembrava… un po’ ammorbidito rispetto a prima.

- Dobbiamo acquistare altro? – si domandò Mac.

- E me sembra di no... - mormorò Gwillion - quindi o ci mettiamo in un angolo così Severus può fingere di non conoscerci... oppure... -

- Oppure? -

- Oppure potresti decidere di mostrarci qualcosa di interessante... - fece la giovane voltandosi verso l' altro con un sorriso - e noi non lo racconteremmo mai a nessuno. -

Severus socchiuse gli occhi, dondolandosi un po’ sui talloni – Non possiamo allontanarci troppo, mi pare… ma possiamo fare due passi… se proprio volete. -

- Sta a te decidere... - disse Gwillion - e i pacchi... non succederà nulla se li abbandoniamo a se stessi? -

- E chi li vuole abbandonare? – fece Severus agitando la bacchetta – Basta rimpicciolirli… e metterli in tasca… -

- Oh, splendido! – sussurrò Mac, stupita.

- Non è che magia di basso livello! -

- E' comoda però... - fece Gwill - c' era... c' era una storia dove succedeva una cosa simile... un mago metteva tutti suoi libri nella borsa dopo averli fatti danzare un poco... l' invidia che avevamo io e miei... con la casa e le librerie traboccanti... nemmeno la immagini. -

- Babbani! – sibilò Severus.

- Attento… - fece Mac.

- Pardon… mezzo sangue… o purosangue al contrario… ma seguitemi! -

- Seguiamo... - sospirò Gwillion - in fondo questa volta gli insulti me li sono proprio andata a cercare. -

- Non dovresti ammetterlo… - disse Mariacarla in tono di rimprovero, ma sorrideva – E’ bello questo posto… -

- Sì è bello... ma perché non dovrei ammetterlo? -

- Troppo vantaggio all’avversario… -

- Avversario… - fece Piton con un mezzo sorriso.

- Beh, si… più o meno. E’ quello che ti sei mostrato dall’inizio… - 

- Io la penso diversamente... sul fatto del vantaggio... non dell' avversario. - disse Gwillion, e scosse appena il capo - Ammettere le proprie pecche... può essere utile per evitare che le usino contro di te... o comunque se vogliono proprio farlo, l' effetto verrebbe comunque sminuito. -

- Potrebbe essere… - sorrise Severus.

- Bene… abbiamo avuto una prova della saggezza della mia amica… ma io preferisco non avere nulla che possa essere usato contro di me. Ed anche se lo usassero… preferisco rispondere a tono. – disse Mac.

- Si era notato... - disse l' altra con un sorriso.

- Cosa vuoi dire? – fece la ragazza con una mezza smorfia.

- Che sei insopportabile. – sibilò Piton.

- Non è vero! - esclamò l' altra - Non è affatto vero... beh... forse io sono di parte, dato che siamo amiche. - e sorrise, maliziosa.

Piton si trattenne per non ridacchiare, e continuò ad avanzare scrollando le spalle.

Beh, rifletté Mac, pensate quel che volete!

- Non te la prendere... Mac... non devi prendertela... - sussurrò Gwillion. E prese l' altra sottobraccio.

- Lo sai che non me la prendo… mi faccio solo in disparte per… - la ragazza sorrise.

- Per ritrovarti una lumaca carnivora come amica? - disse l' altra rossa in volto - Non ci tengo, sai... -

- Non si può sapere, e poi… chi non risica… non rosica… no? -

- Piano... piano... e poi forse non voglio rosicare davvero... -

- No! Non ci crederei neanche se lo vedessi! -

- Che confabulate voi? – domandò Piton – Complotti contro di me? -

- E’ ovvio! – fece Mac.

Gwillion dal canto suo... era tornata ad arrossire.

Mariacarla sospinse in avanti l’amica… senza pensarci troppo, e Severus sembrò non disdegnare quella vicinanza, tornando ad illustrare le bellezze del posto.

La ragazza ascoltava intenta... o almeno così sembra. I pensieri nella sua mente erano di tutt' altro tenore. Ha sedici anni, ragazza! E'... è piccino! E con ciò... tuo padre non ne aveva quindici quando la tua mammina ventenne... E poi. Una cosa era innegabile. A sedici anni Potter qualsiasi Potter era un marmocchio. Severus invece...

- Quello è il più antico edificio di Diagon Alley e quella è la Gring… ehi, Gwillion… cosa c’è? – domandò Piton, notando una curiosa espressione sul viso dell’altra.

- Oh... nulla, nulla... - fece l' altra mordendosi un labbro - è solo che è tutto così nuovo per me... -

Mi ha chiamato per nome! Mi ha chiamato per nome! Non ha detto né mezzosangue né babbana!

- Oh, beh… si… allora… e di là c’è… Notturn Alley… - fece Severus – E non è posto per voi… -

Mac stava esattamente guardando da quella parte, però.

- Cosa c' è Mac... - sussurrò Gwillion.

- Nu… nulla! – rispose l’altra, guardando altrove.

L' altra sbarrò gli occhi.. con una vaga preoccupazione che le prendeva la bocca dello stomaco.

Proprio in quel momento Loki venne a raggiungerli.

 

- Severus... - fece Avery esitante - come è andata la giornata? -

- C' è qualcosa che devi vedere, Severus! - disse la voce squillante di Evan.

- Andata… così, nulla di particolare. – glissò il mago – E cosa... cosa devo vedere? -

- La cagna di corvonero! - esclamò il ragazzo.

- Ha scritto un articolo... - aggiunse Victor chino su un poderoso volume di incantesimi.

- Quella pazza della Skeeter?! – Piton scosse la testa – Fatemi leggere, accidenti… - e prese la copia del giornalino della scuola che stringeva Evan.

- Scandalo: babbane a Serpeverde! – lesse il giovane a voce alta – Due giovani, giovani si fa per dire, ventenni di sconosciute origini e chiaramente babbane appaiono al castello e vengono smistate in Serpeverde… ci si chiede se dopo mille anni il Cappello Parlante non abbia perso il suo buon senso. Ci sarà da stare attenti… - Piton fissò i suoi amici – E’ un’impicciona… maledetta! -

- Mediti vendetta? - domandò Victor.

- Pensavo a tutt’altro… questo ci mette tutti sotto i riflettori, lo sai, no? -

- Annwyn l' aveva previsto a suo modo... o tu pensi ad... altro? -

- Dobbiamo essere accorti, Victor! Qualunque cosa accada… potrebbero pensare che noi… oh, lo capisci, no? -

- Capire... oh, io sono fidanzato, mi sembra. Fidanzatissimo. E anche Lucius... anche se forse lui ancora non se ne è reso conto. Quindi rimani tu, mi sa... per chi volesse malignare... o intendevi altro? -

- Maligneranno comunque! Ecco il punto! -

- Trovati una bella fidanzata purosangue... - disse Avery.

- Oppure annuncia il tuo amore per qualche bel ragazzo di grifondoro... - aggiunse Evan - così magari confonderai le acque... -

- Idiota! Non è così facile! Se malignano in un senso, lo faranno anche nell’altro… e dovremo andarci cauti con queste babbane… o volete finire davanti al Preside come presunti maltrattatori? -

- Mi sembra che siamo piuttosto abili nel celare simili nefandezze... - sibilò Victor - vere o presunte che siano. -

- Ma finora non abbiamo mai avuto Rita Skeeter ed i suoi articoli ad attirare attenzione su di noi… no? -

- Nella peggiore delle ipotesi maltratteremo lei. -

- E se lo meriterebbe in pieno! -

- C' erano dubbi forse su questo? Ce ne sono mai stati? -

E risero.

In quel momento Lucius Malfoy fece il suo ingresso nel dormitorio.

- Porto notizie… - annunciò.

- Notizie cattive... immagino. - fece Victor chiudendo il libro - A meno che non si tratti della morte di una certa giornalista in erba... -

- Allora, Lucius! – esortò Piton, mentre il Malfoy si andava ad accomodare quietamente su una poltroncina.

- Ho notizie da… Lui. -

Il silenzio cadde nella camera. Persino Evan aveva abbandonato la sua abituale espressione gioviale.

Lucius sorrise, deliziato da come tutti pendessero dalle sue labbra – Le babbane non vanno uccise, ma vanno… attentamente studiate… le particolari circostanze del loro arrivo e tutto il resto devono essere chiariti. -

- Non si era mai parlato di ucciderle... mi sembra. - osservò Victor.

- Ma poteva venirvene lo schiribizzo! A me, lo confesso… l’idea era venuta. E comunque non vanno danneggiate. – sorrise Malfoy.

- Non vanno danneggiate... - ripetè Victor - e... spaventate? -

- Si… ma con misura. -

- Stavo pensando... sapete? -

- E quando è che tu non pensi? - domandò Evan.

- Nelle rare occasioni in cui lo fai tu. -

- Insomma… dicci! -

- Le due ragazze insieme si sostengono a vicenda... hanno una buona tattica direi. Ma separandole... separandole... -

 

Gwillion si guardò intorno annoiata. Vado a dare un' occhiata al bagno di Mirtilla aveva detto Mac. Devo finire questi esercizi... poi ti raggiungo.

Oh, no, tanto dieci minuti e torno. Ma i dieci minuti erano passati da un pezzo. E di Mac nessuna traccia.

Ma se della sua amica non c’era l’ombra… altri si stavano avvicinando…

La giovane sollevò il capo. Era... letteralmente circondata.

- Salve… - fece Piton con voce dolce.

- Ma guarda che abbiamo qui… la piccola babbana… ed è sola… - sorrise Lucius.

- Sì... sono sola... e con questo? - Fece l' altra... maledicendosi subito dopo per la stupidità estrema della risposta.

- Nessuno a difenderti, stavolta… - sospirò Lucius.

- Nessuno... - ripetè lei... e si sentiva il cervello vuoto.

- Adesso… facciamo due chiacchiere… - sibilò Piton.

La giovane non disse nulla. L' una cosa che fece fu chiudere, lentamente, il libro che aveva davanti. Non voleva tenere gli occhi bassi, e a tratti i suoi occhi si incontravano con l' espressione divertita di Evan Rosier, e quella pensosa di Victor Lestrange. Ma ancora non osava voltarsi verso i due alle sue spalle.

- Allora… - incalzò Lucius - Da dove vieni? -

- Palermo. Se il nome non ti è noto vedrò di dare maggiori delucidazioni. -

- Italia, dunque… e come diavolo hai fatto a precipitare nel nostro cortile? -

- Non ne ho la benchè minima idea. - rispose l' altra... candidamente - A meno che... -

- A meno che? - sibilò Severus.

- A meno che sognare la magia con assoluta costanza dall' età di quattro anni non basti... a farmi precipitare in un cortile. -

Lucius sibilò una qualche imprecazione.

- Beh… magari possiamo vedere… quanta magia sia in te… -

Gwillion si morse un labbro, in silenzio.

- Possiamo friggerti un po' e vedere cosa ne esce, sai? -

- In senso letterale o metaforico? - sussurrò la giovane... pentendosene subito dopo... ovviamente.

- Letterale… - scandì lentamente Malfoy, tirando fuori la bacchetta magica.

La giovane chiuse gli occhi, e si coprì il volto con le mani.

- Ora… se non vuoi essere fritta subito… c'è qualcosa che vuoi dirci? - fece Piton.

- Ho risposto a tutte le vostre domande... e non ho mentito. Non posso inventare quello che non so... mi sembra. - sussurrò la giovane, senza scostare le dita dal volto.

- Non dobbiamo sapere… null'altro? - sibilò Piton afferrando i polsi della giovane e costringendola a guardarlo.

- Io... io... - riuscì solo a balbettare la giovane.

C' era dell' altro, eccome se c' era. Ma non poteva... non poteva. Non così, non a quel modo...

- Coraggio… se non vuoi soffrire… parla… -

- Ma non c' è nulla che io possa dire! -

- Allora possiamo farti male… proprio convinta che alla prima sofferenza non ti si scioglierà la lingua? -

- Sarebbe esattamente quel che accadrebbe. - disse l' altra con un sorriso beffardo, o che almeno sperava fosse tale - Se solo... se solo avessi qualcosa da dire. -

Piton la lasciò, arretrando - Colpisci Lucius! -

Malfoy puntò la bacchetta.

L' altra rimase immobile. Non ebbe nemmeno la forza di coprirsi gli occhi stavolta.

- Ehi voi! - strillò in quel momento una voce… Piton si voltò imprecando: era il gruppo dei Grifondoro.

- Lasciatela! - sibilò Black.

- Sempre a compiere malefatte? Non è vero? - rincarò Lupin.

James Potter frattanto teneva stretta sotto il braccio... la testa di un Avery scalciante.

- Non sono affari vostri! Filate! - sibilò Malfoy.

- Certo, come no… - Sirius puntò la sua bacchetta.

Gwillion fissava la scena perplessa. Doveva essere grata ai suoi salvatori grifondoro? Eppure... non si sentiva affatto grata.

- Si può sapere che volete voi? - esclamò alzandosi.

Sirius arretrò di un passo, stupito - Salvarti! -

- Ebbene non mi potete salvare, giovani eroi sfaccendati! - gridò l' altra - Non potrete starmi dietro... proteggermi ad ogni passo... a parte il fatto che potrei anche non gradire una simile protezione... ma assumetevi il ruolo di protettori, e al minimo cedimento poi sarà peggio, infinitamente peggio... possibile che non ci arriviate? -

- Sei… pazza! - strillò Black.

Piton ghignò - Che eroi siete… -

- Che incantesimo le hai fatto, Severus… per costringerla! -

- Nessuno, idiota! -

- Nessun incantesimo... - fece la giovane, e ormai quasi urlava - basta un minimo di cervello per capire... ah già... ma a voi non è richiesto di avere un cervello. Voi siete solo gli eroi... -

Lupin aveva gli occhi sbarrati. La bocca di Minus era a pochi centimetri dal pavimento.

- Ma poi voi tornate nella torre, e io nei sotterranei... e se avete tanta voglia di fare gli eroi... sapete che vi dico... travestite il vostro amico sorcio - e indicò Peter - da donzella in pericolo e poi appendetelo con una corda a qualche pennone... poi vi congratulerete tra di voi per averlo tirato giù... poi.. e almeno mi avrete lasciato in pace! -

- Ami… amico… sorcio… - biascicò Black .

- Accidenti, però! - ridacchiò Severus.

In quel momento Gwillion scoppiò in lacrime, un pianto dovuto alla paura e all' isterismo. E si appoggiò ad una libreria, singhiozzante.

- Gwillion… - borbottò Sirius, ma non era più tanto certo di volerla aiutare.

- Forse è meglio che la lasciamo stare... - disse Lupin scuotendo la testa - Forse potremo evitare che la usino come bersaglio... se ne avremo l' occasione, ma confortarla... quello proprio no. -

- La fine della cavalleria! - ghignò Piton.

- C' è solo una cosa che non mi convince... - sussurrò Evan - i grifondoro la fanno piangere... e noi no? -

- Ma se lo facciamo noi… altro che pianti… - sussurrò dolcemente Lucius - Noi abbiamo sempre tempo… -

- E poi non sono loro a farla piangere... sarebbe una deduzione superficiale e inesatta. - aggiunse Victor.

- O, insomma… non mi sto divertendo affatto! - fece Piton, tornando ad avvicinarsi all'altra.

Gwillion continuava a piangere, come se null' altro esistesse oltre alle sue lacrime.

- Gwillion… - fece Piton scotendola un po'.

- Si può sapere cosa sta succedendo qui? - era il professor Loki. Fermo sulla soglia - E tu Potter... perché tieni un compagno stretto a quel modo? -

- Io… io… - borbottò James, cercando le parole.

- Professore! - fece Piton in un lampo di genio e stringendo la ragazza - I grifondoro l'hanno maltrattata… e noi… poi loro ci hanno aggrediti… -

- Capisco... e perché l' avrebbero... aggredita? -

- Dovreste chiederlo a loro - intervenne Victor - quando siamo arrivati noi Gwillion stava già urlando... e lei non è in condizioni di parlare, mi sembra. -

Anche perché... giusto per cautela... Severus stava premendo la testa di lei sul suo petto.

- No… - tentò di opporsi Black - No! -

- Non fare il vigliacco, adesso! - fece severamente Malfoy.

- Venticinque punti in meno per grifondoro... - sentenzio il professore con uno sguardo cupo.

- Ma... ma... - balbettò Remus.

- A testa. - concluse l' uomo - E adesso via, filate! -

Black si morse il labbro inferiore… non poteva… non era il caso di ribellarsi. E si trascinò via gli amici.

- Sia chiara una cosa... - disse il professore senza nemmeno voltarsi verso i Serpeverde - posso anche essere in malafede, ma non stupido... quindi... che non ci siano altre urla... siamo intesi? -

E si allontanò a grandi passi.

Piton tirò un sospiro di sollievo, lasciando andare la ragazza.

- E adesso? - domandò Rosier.

La stessa domanda che avrebbe voluto fare Gwillion. La giovane si strinse le braccia, come se avesse improvvisamente freddo.

- Per stavolta… la lasciamo andare. -

Malfoy annuì.

Per stavolta... senza dire una parola la giovane si allontanò a capo chino.

- Però è stato divertente... - sussurrò Evan - ve la immaginate una Minus-donzella? -

- Divertentissimo… - sibilò Piton seguendo l'altra con lo sguardo, mentre si allontanava.

 

Lui l' aveva stretta... ma con freddezza... con crudele freddezza... e Gwillion si malediceva... perché nessun altro pensiero riusciva a formarsi nella sua mente.

- Gwillion! - strillò una voce familiare… Mac si avvicinava di corsa dall'altra parte del corridoio.

La giovane non disse nulla... non aveva la forza di parlare... si gettò tra le braccia dell' amica.

- Ma che succede? - domandò l'altra, e poi rimase in silenzio, in attesa di sapere, confortando la ragazza.

- Mi hanno circondata... - iniziò a dire lei tra un singhiozzò e l' altro - e facevano domande... e poi la bacchetta... e c' era anche lui... i grifondoro... io li ho insultati... e poi Annwyn li ha cacciati... mi hanno lasciata andare... mi hanno... per adesso. -

- Non ho capito molto… ma penso di poter arrivare a ciò che è successo… ecco perché mi hanno trattenuta! Oh, se ci fossi stata… -

- Hanno aspettato che fossi... sola. L' hanno detto. -

- Giuro che me la pagheranno… preparerò così tanti scherzi, che… anche… anche Severus ti ha minacciata? -

- Mi ha preso per i polsi... ha dato il via libera a Malfoy... -

- Che… idiota! - Mac pestò un piede a terra.

- Loro... sospettano... non l' hanno fatto per il solo gusto di spaventarmi. -

- Cosa esattamente sospettano? - Mac si morse il labbro inferiore - Cosa? -

- Che nel nostro arrivo... ci sia... qualcosa di strano... inconsueto. Nulla di più, credo. -

Mac scosse la testa - Beh, grazie! Questo lo sapevano tutti! -

- Ma... non fare nulla Mac... ti prego. -

- Oh… di questo tu… non preoccuparti… no, non farlo… -

- Intendevo solo... vorrei cercare... di cavarmela da sola. Se avessi bisogno... ti cercherei, lo sai. -

- Beh, certo… fai tu. E'… giusto, immagino. Tanti… auguri. -

La giovane annuì, sospirando.

 

Pozioni… lezione di Pozioni con l'aiuto di Lucius Malfoy! Che gioia! Mariacarla si asciugò la fronte, tornando a chinarsi sul suo calderone… sperando di non sbagliare di una virgola. Ma Malfoy le osservava con occhi di cerbero.

Gwillion dal canto suo... aveva un attacco di mutismo.

 - Ora tritate l'asfodelo… - borbottò Malfoy - Con delicatezza… in pezzi finissimi… -

- Si… - sospirò Mac, eseguendo l'ordine.

L' altra ragazza era lenta... lenta e meticolosa. Non alzava il capo.

- Stai sbagliando! - sibilò Malfoy picchiando la bacchetta sul banco di Gwillion.

- Cosa? - domandò lei sussultando - Cosa ho sbagliato? -

- Stai sbagliando! – tornò a sibilare Lucius – Quel tuo asfodelo… tagliato così… serve a nulla! -

- Che il problema stesse nell' asfodelo... l' avevo intuito. Come devo tagliarlo dunque. -

rispose l' altra impossibile. Poiché sapeva... era certa di non avere sbagliato.

- Più sottile… ben più sottile! Persino quest’altra babbana ci riesce! -

- Babbana a soreta! – sussurrò Mac.

- Io direi che va bene... - fece una voce alle loro spalle - più che bene. -

E Gwillion si trovò a pensare fra sé che Loki Annwyn aveva la capacità quasi magica... di comparire nel momento più opportuno.

- La spronavo a fare meglio… - borbottò Lucius.

- Non lo metto in dubbio. - rispose l' altro con un sorriso.

Malfoy fece spallucce, fissando con un certo scetticismo l’asfodelo sul tavolo delle due.

- Non è per parlare di asfodeli che sono venuto, comunque. - disse Loki in tono serio.

- Ho esaminato il punto in cui le ragazze sono arrivate... e ho trovato... -

- Cosa? -

- Ho trovato delle tracce di una distorsione temporale... e forse anche di più... non so... insomma il loro non è stato un semplice viaggio spaziale, io temo. -

Gwillion deglutì appena.

- Cosa… cosa vuol dire questo, precisamente? – chiese Mac.

- Una domanda sola... l' anno. L' anno da cui venite. -

Mariacarla gettò uno sguardo a Gwillion… potevano mentire? Dovevano mentire? E a che sarebbe servito… in fin dei conti un anno… non poteva voler dire molto, o no?

- Duemilatre… - sussurrò.

- Perché... - domandò Gwillion inclinando il capo - in che anno siamo? Non è che ci sia venuto in mente di fare una domanda simile... lo ammetto. -

- Comprensibile... - mormorò Loki... gettando un' occhiata verso Malfoy.

- Non sapete… in che anno siete… - fece Lucius.

- Beh… solo… - sussurrò Mac – Solo… -

- Millenovecentosettantacinque. - disse Annwyn - Ovvio che non lo sapessero... conoscono la civiltà babbana come punto di riferimento, non quella dei maghi... e non hanno avuto molti contatti con i babbani, se non erro. -

- Già… - sussurrò Mac – Il che vuol dire che io nascerò tra… quattro anni. -

- Io sei... - disse l' altra - alla faccia di chi ci chiama vecchie... -

Malfoy fece una smorfia quasi… disgustata.

- Adesso un' altra faccenda... meno inquietante... - disse Loki con un sorriso - ho bisogno dell' aiuto di una di voi... disperato bisogno... - aggiunse, e fissava Mariacarla.

- Ha bisogno di qualcuno che triti lumache carnivore o cose del genere? – sussurrò l’altra abbassando lo sguardo.

- Per Halloween ci sarà un ballo... così ha voluto il preside... e se non trovo una dama... e non posso invitare nessuno al di fuori della scuola... dovrò sorbirmi la corte serrata della nuova professoressa di divinazione... un destino troppo crudele anche per il mago più crudele su questa terra. -

- E noi… che possiamo farci? -

- Tu... insomma... ti sto chiedendo se vuoi venire al ballo con me. - disse l' uomo scuotendo la testa - E' vero che sono un tuo insegnante... ma tu sei un' alunna sui generis... e poi non credo che ci sarebbe niente di male. -

Mac si sarebbe volentieri messa a piangere… ballo… Loki… cercò lo sguardo di Gwillion… un suggerimento, un aiuto… ma… nulla.

- D’accordo. – disse, infine, e si chiese se non fosse arrossita.

- La cosa ti turba forse? - domandò l' altro - Ma no, credo di no. E comunque hai un paio di settimane per abituarti all' idea... o per trovare il modo di rimangiarti la promessa. -

E tornò a sorridere.

La Galleria dei Trofei era scura, e Mac era sgattaiolata lassù in cerca di… qualcosa in particolare.  Cercò tra le teche di cristallo una vecchia targa brunita, e la trovò infine.

- Per meriti speciali… a Tom Riddle… - lesse, e… baciò il vetro impolverato con una certa foga.

- Oh, Tom! – sussurrò – Come ti amo! Ti adoro… dove sei? Dove sei… così lontano da qui, ed io che devo sopportare quei patetici Grifondoro… e poi Loki… devo andare al ballo con lui, ma non essere geloso… no, no, no… lo sai che sono fedele solo a te! – diceva, ed intanto baciava la teca di vetro.

- Tutto a posto, Mariacarla? - domandò una voce. Era Loki... ovviamente.

La ragazza si trattenne dallo strillare – Si! – sibilò – Polvere… polvere! -

- Eppure... lo sai ci sono certi Grifondoro che vanno dicendo in giro che droghiamo le babbane di Serpeverde, e tu sembravi proprio... -

- Io… drogata?! Sono nel pieno possesso delle mie… spolveravo! Per spirito di… uhm… spirito di corpo… questa vetrina era molto sporca e io spolveravo! – si indignò la ragazza.

- Non ho detto che lo eri... e spirito di corpo... sapessi, Mariacarla... -

- Sapessi cosa? -

- Nulla... nulla... non ha importanza, in fondo. Non più. -

 

- Allora, Lucius... - disse una voce metallica, nascosta nell' ombra - vorrei sapere il tuo parere... sulle notizie raccolte, e sul comportamento... di Loki Annwyn. -

- Il mio parere… certo il suo comportamento è… perfetto… ma non capisco perché noi non possiamo indagare meglio su quelle… su quelle babbane… - sibilò Malfoy.

- Ho detto forse che non potete? Adoperando la giusta misura, certo. Ma è proprio in contrasto con la paura che voi potete incutere... che la gentilezza di Loki può... così tanto. E noi saremo pronti ad ascoltare... ciò che diranno a lui. -

- Capisco… eppure… gli altri… -

- Cosa? -

- Temo che le bizzarre reazioni delle ragazze… inducano alcuni ad allentare la pressione. -

- Nulla di male in questo... d' altronde... esistono molti modi di guadagnarsi... la fiducia di una persona... e noi non potremo contare sul caro Loki per tutto... caro Loki... - le parole divennero sulla bocca dell' altro quasi una risata - quasi mi dispiace che sia destinato a venire cancellato... presto... come tutti i seguaci di Silente. -

Malfoy alzò appena le spalle.

- E il futuro... non ti sei interrogato sul futuro? -

- Il futuro? -

- L' anno duemilatre... il futuro. -

- Cosa sarà successo… in realtà… - Lucius fissò il buio da cui veniva la voce – Credo che… abbiamo fallito. Il loro futuro è il tranquillo futuro dei babbani… -

- O forse vogliono farcelo credere... non ci hai pensato? -

- Che sappiano più di quanto dicono? Eppure… tu le ritieni davvero tanto intelligenti? -

- A volte si tradiscono... non le ritengo stupide... non per il loro sangue... ma a volte si tradiscono. -

- E cosa… hai scoperto finora? -

- Le due... babbane... non hanno cercato di contattare i loro cari... in nessun modo. Cosa ne deduci da questo? -

- Sanno di non poter arrivare a loro? -

- O hanno parenti sul genere di quelli che avevo io... ma tutte e due... non sarebbe una coincidenza un po' strana? -

- E… che altro? -

- Che altro... non saprei... non ancora... questo toccherebbe a voi dirmelo... osservare... stare attenti a ogni nota stonata... ogni nota stonata. Se sono a Serpeverde... potrebbe essere proprio... perché anche loro... cercano la fiducia di qualcuno. Non dimenticarlo mai. -

 

Black passeggiava su e giù passandosi una mano tra i capelli – Non lo so… - borbottava più a sé stesso – Non lo so… -

- Cosa ti prende, Sirius? – domandò Peter, sospirando e addentando un dolce.

- lo sai cosa! Quelle… quelle! -

- Quelle... - fece Minus rabbrividendo.

- Non vi sembra di stare esagerando? - borbottò Lupin.

- Ma le hai sentite, Remus! -

- Sorcio... è un insulto come un altro, mi sembra. Sgradevole... ma senza dei necessari sottintesi. -

- Sorcio… e non ti sembra un po’ troppo… casualmente preciso? -

- Ma ragiona... in che modo potrebbero... sapere? -

- Non lo so! Ecco ciò che mi preoccupa! – il ragazzo scosse la testa – Ma anche i Serpeverde sembrano in allarme… -

- Quelli... quelli sono paranoici, mi sembra. -

- Oh, no, Remus! No! -

- No? -

- No! Sono più strani del solito… bizzarri! -

- Sarà lo shock per la vicinanza di due babbane... -

- Remus… ti stai bevendo il cervello? -

- Che ho detto adesso? -

- Semplicemente ti rifiuti di ragionare… -

- Non dico che non dobbiamo stare attenti, solo... mi sembra davvero impossibile... e tu James, non fare così che la foto di Lily si turba quando la usi in quel modo! -

James Potter sobbalzò, lasciando cadere la fotografia.

Black scosse la testa – Impossibile… è tutto strano in questa faccenda. -

- Ma... non sentite delle voci? - esclamò Remus.

- Si… vengono da… apri il balcone, Peter! -

Minus aprì... e si rincantucciò sotto il letto poco dopo.

- Loro... sono loro! -

- Cantano! – sibilò Black.

- Si, sono loro e il ragazzino biondo che si tirano dietro. -

Fece Lupin sbirciando fuori.

- Alla fiera dell' est, per due soldi, un topolino mio padre comprò... -

 

- Imbecilli... proprio imbecilli! - esclamò Gwillion ridendo.

- Eravamo lontani… ma le avete viste le loro facce assurde? – ridacchiò Barthy.

- Si… si! – Mac imitò l’espressione di Black – Cretini… -

- Idioti... - rincarò Gwillion - Grifondoro! -

- Dopo questa cosa… ho tanti scherzi in mente… - fece l’altra ragazza.

- Io voglio trovare una canzone che parli di cani... quella ci manca! -

- Vi manca? - domandò Victor fermo sulla soglia, inclinando la testa - Che state tramando adesso? -

- Noi! Tramare! – Mac sgranò gli occhi – Ma no! Noi… non tramiamo! -

- Se... nonostante tutto... siete Serpeverde - il giovane sibilò come se gli costasse ammetterlo - allora voi tramate. E' nella vostra natura. -

- Ed in tal caso… non lo ammetteremmo mai. – replicò l’altra con un sorriso.

- Mai è una parola grossa... mi sembra. -

- Mai non è una parola grossa! – fece Barthy – Se riescono a non farlo mai tanto meglio, vuol dire che sono più in gamba di te! -

- E tu chi saresti? - domandò l' altro poggiando su di lui il suo sguardo penetrante.

- Barthy… - il ragazzino esitò un po’ – Barthemius Crouch. -

- Il figlio... - LeStrange aveva un' espressione quasi... avida.

- Si, sono suo figlio! – sibilò il ragazzino – E allora?! Io non ho nulla a che fare con mio padre! -

- Ho forse detto il contrario? - sussurrò l' altro. E cercò lo sguardo di Severus, che aveva assistito alla scena, in silenzio.

Piton ricambiò l’occhiata dell’altro, ma non proferì parola.

- Che facciamo Mac... - sussurrò Gwillion impercettibilmente - loro studiano la preda, e noi? -

- Questa è una preda che devono ottenere… - rispose l’altra un po’ soprappensiero – Sperando che poi… si possano cambiare le cose. Andiamocene… -

- Era quello che volevo proporre... - ammise l' altra con un sorriso - Non perché debbano... ma perché in fin dei conti... non possiamo essere noi a scegliere, mi sembra. -

L’altra assentì.

 

Mac si fissava nello specchio, perplessa – Non so che mettere,  non so che fare… non so se andare… -

La giovane reclinò la testa, appoggiandosi allo specchio e sospirò.

- E' permesso? - disse una voce allegra dall' altro lato della porta - Possiamo entrare? -

- Avanti… - rispose la ragazza, stupita per quella visita, ed andò ad aprire la porta.

E si trovò di fronte una Narcissa sorridente e sfavillante.

- Abbiamo visto Gwillion che andava verso la biblioteca... e pensavamo che nessuna ragazza dovrebbe prepararsi tutta sola per andare ad un ballo è... è... semplicemente mostruoso, e asociale! -

- Ti aiuteremo noi… - sorrise Andromaca.

- Grazie, ma non credo… -

- Non credi cosa? Oh, ma tu devi essere semplicemente perfetta stasera... non potrebbe essere altrimenti dato l' accompagnatore che ti ritrovi - strepitò Narcissa - ne va dell' onore della nostra casa! -

- Ma io… non… - Mac sbuffò – E va bene… ma non ho neanche scelto l’abito. -

- Abito... disse Narcissa in tono d' esperta - per te o verde o nero, o argento. Nero no... immagino ci si vestirà Loki di nero... quindi... -

- E allora? Sul finale… cosa metto? -

- Vediamo un po' tra i tuoi abiti cosa c' è... - disse l' altra in tono pratico - ti presterei qualcosa io ma sono più bassa di venti centimetri... Andromaca forse... -

E già aveva iniziato a frugare nell' armadio dell' altra.

- Beh… grazie. -

- Questo è perfetto! - strillò Narcissa - E tirò fuori un abito di velluto verde, sobrio dalle linee essenziali. - Certo... dopo che ci avremo lavorato un po' sopra... -

- Cosa vuoi farci, Narcissa? – domandò Andromaca con un sorriso tranquillo.

- Scollatura... innanzitutto, e poi... dei ricami di luce... svaniranno all' alba ma fanno sempre il loro effetto. Verde su verde direi... come foglie tra le foglie. Si... ricami in forma di foglia, è la cosa migliore. -

- Narcissa è sempre alla moda… ci sa fare… - disse Andromaca.

- Certo che ci so fare... e poi... i capelli... il viso... inizia a stendere quella crema sul volto di Mac, Andromaca. -

L’altra assentì e prese il vasetto di crema.

- Cosa… cosa fate adesso? -

- Ti facciamo bella... -

Narcissa aveva infilato la testa in una cassapanca e cercava, cercava...

Mentre Andromaca ricopriva la faccia della babbana di crema... impedendole di vedere...

Narcissa cercava... una cosa ben precisa... gli abiti da babbane delle due ragazze... sperando di trovare... non sapeva cosa, o come... un segno forse. Con tutta probabilità non avrebbe trovato nulla, ma... ecco un paio di pantaloni... disgustosi. Li portava Gwillion la sera dello smistamento... perché chi avrebbe potuto scordare mai quella sera? E nelle tasche... un foglio dall' aspetto strano, molto strano... babbano. Solo che non voleva uscir fuori...

- Che succede qui? - disse Gwillion ferma sulla soglia.

- Ci facciamo belle! - esclamò Narcissa... e si allontanò con tanta foga dalla cassapanca che per poco non sbattè la testa sul coperchio.

- Facciamo bella anche te? – chiese Andromaca con un sospiro.

- Tanto io non ci vado al ballo... - disse l' altra gettandosi sul letto.

- Come non ci vai? - esclamò Narcissa inclinando la testa.

- Eh, no, Gwill! – fece Mac – Tu  ci devi venire! -

- Senza cavaliere? A fare da tappezzeria? Grazie ma ne faccio a meno.

- Ed io… io come faccio? -

- Tu il cavaliere ce l' hai mi sembra. -

- Gwillion… tu lo sai che io… tu lo sai… -

- E' solo un ballo, Mac... solo un ballo! E io odio i balli, per inciso. -

- Oh… sarò sola! -

- Ma non è vero! - sospirò Andromaca.

- Senti Gwill - fece Narcissa - Intanto vediamo di far bella anche te... poi se non vuoi venire non vieni... che te ne pare? -

- Me ne pare... perché no, in fondo? -

 

Loki Annwyn aspettava fuori del dormitorio di Serpeverde, il mantello nero, bordato d' argento quasi si confondeva con i suoi capelli.

E poi vide l' altra... la sua dama... uscire per raggiungerlo.

- Sei semplicemente stupenda, se mi è permesso dirlo... - sussurrò - ma perché quell' espressione corrucciata? -

Mac scosse la testa - Non è nulla… -

- Ne sei certa? Forse... la mia compagnia ti è... sgradita? Non mi offendo, sai? -

- Oh, no professore, lei non c'entra davvero nulla. -

- Nostalgia di qualcuno... che hai lasciato, a casa? -

- Non ho lasciato nessuno a casa… - l'altra sorrise, ma non avrebbe mai potuto ammettere il seguito.

- Si lascia sempre qualcosa... fosse anche solo... un sogno. -

- Non in questo caso. Il mio sogno… non mi è mai stato così vicino. - fece l'altra socchiudendo gli occhi con espressione determinata.

- La magia, forse? -

- La magia? No… non la magia. Anche se in un certo senso… il mio sogno sa di magia. -

- Tutti i sogni sanno di magia, credo. Quelli che valgono la pena di realizzare, almeno. -

- Già… soprattutto questo. Un sogno davvero importante… -

- Allora non chiederò altro... se è importante... devi tenerlo per te. -

- Si… è meglio, del resto… non credo lo si potrebbe… comprendere, per così dire… -

- Anche io avevo sogni strani, sai? - disse l' altro con un sorriso insinuante.

Mac rise - Non come i miei… suppongo. I miei sono molto strani. -

- Potrei offendermi... se dovessi continuare a negare la stranezza dei "miei" sogni! -

- D'accordo professore! Allora sono strani i sogni di tutti e due… così va bene, non è vero? -

- Più che bene! Perfettamente, direi. -

 

 

[continua]   [fuori]