Capitolo IX

Storia di Mariacarla e Gwillion

 

Gwillion si guardò intorno... erano riuniti nello studio di Loki Annwyn... e a parte lei tutti gli altri presenti erano i giovani seguaci di Voldemort. E considerato ciò che lei aveva intuito sulla natura del capocasa di Serpeverde... la cosa le dava parecchio da pensare.

Piton scoccò un'occhiatina interrogativa a Lucius... ma il volto dell'altro ragazzo era perplesso, come quello di tutti gli altri.

- Ci siete tutti, mi sembra. - mormorò Loki, facendo la sua comparsa - Innanzitutto... le presentazioni. Poi... verranno le notizie. Lucius? -

- Cosa... cosa... - Lucius non sapeva cosa fare...

- Vuoi provvedere tu, Mariacarla? - disse l' altro con un sorriso divertito - Non desidero... mutare il mio aspetto. Non qui, non ora. -

L'altra esitò per un istante, poi sorrise - Il professor Loki Annwyn altri non è che... il nostro Signore. Lord Voldemort. - disse.

La bocca di Rosier si aprì e richiuse più volte... Avery era quasi caduto giù dalla sedia... e Gwillion istintivamente cercò lo sguardo di Severus.

Piton teneva gli occhi sgranati... fissando l'uomo che aveva sempre considerato un professore e che era il suo signore.

- Credo che il tempo della sorpresa sia durato abbastanza... - disse Voldemort cupamente - e intanto... un errore è stato commesso. -

- Errore... - domandò Lucius.

- Il nome di Rockwood è arrivato agli Auror. A causa di una spia. Lo hanno catturato... e sperano di ottenere molti nomi dalle sue labbra. -

- Una spia! - sibilò Mac.

- La responsabilità è anche mia... - ammise l' uomo  - e adesso bisogna rimediare... in fretta. -

- Rockwood - ripetè Victor - ci può essere uno scandalo... dei processi... -

- No, niente processi... gli Auror preferiscono uccidere stavolta... così è stato detto ad Annwyn. -

- Cosa faremo? - domandò Piton.

- Voi siete relativamente al sicuro... i vostri nomi di giovani apprendisti non sono noti al prigioniero... certo qualcuno potrebbe temere per i suoi parenti... - aggiunse Voldemort scoccando un' occhiata verso Lucius.

- Ma il nome di questa spia... non sappiamo chi è? - domandò Wilkins.

- Chiunque sia... dovrà pagare... - sibilò Malfoy.

- Pagherà. Era... sapete... è stato a Natale che il nome di Rockwood è venuto fuori... -

- Blanche? - disse Rosier perplesso - Ma non le era stato impedito di parlare? -

- Così è. Non si tratta di lei. -

- Igor! - esplose Piton.

- Non gli converrebbe credo. - disse Voldemort inclinando la testa - A meno che non avesse trovato in cambio qualcuno in grado di spezzare l' incantesimo... ma no, non è nemmeno lui. -

- Allora... chi? - chiese Lucius.

Io non sono stata... aveva una gran voglia di dire Gwillion.

- Ricordate... - disse Rosier d' improvviso - il giorno dopo... abbiamo trovato... un topo in una gabbietta. -

- Minus?! - domandò Mac.

Voldemort annuì soltanto.

- Comunque sia oggi non è giorno di vendette. Al contrario... i miei ordini potranno sembrarvi strani... fuori luogo... ma dovrete eseguirli alla lettera. Non dovrà essere versato del sangue... nessuno degli uomini legati a me dovrà farlo... questa è una notte di potenti incantesimi... e nemmeno per difendere la vostra vita dovrete spegnerne un' altra. Siamo intesi? -

Piton annuì, ed altrettanto fece Lucius.

- Silente si fida di Loki... eppure non gli ha detto tutto. Ciò che so con esattezza è che Rockwood è custodito... in una fortezza circondata da alberi incantati. Conoscendo il carattere di Crouch... per quanto gli Auror agiscano su un piano internazionale... difficilmente avrà portato la preziosa preda al di fuori dell' Inghilterra. E questo riduce le possibilità a tre... -

Una mappa apparve... tre foreste erano segnate di un verde intenso quasi infuocato.

- Tre possibili foreste prigioni? - chiese Malfoy, fissando intensamente la mappa.

- Non è vostro compito attaccare. Piuttosto mi serve che creiate confusione... tutt' intorno... bisogna confondere gli Auror... creare delle interferenze... perché non percepiscano... le magie che io dovrò intessere... altrove. -

Lucius assentì.

- Niente sangue... - ripetè l' Oscuro - niente morti... né uomini, né piante, né animali. Sono bene accetti invece tutti gli atti di vandalismo contro i simboli della civiltà babbana. -

Lucius sorrise.

Vennero stabiliti i gruppi e le destinazioni... lo sguardo cupo del loro Signore diceva ai mangiamorte che non c' era tempo da perdere.

- Tu rimarrai con me, Mariacarla... - disse infine l' uomo - Ho bisogno della tua collaborazione. -

 

Gwillion aspettava, aspettava appoggiata ad un muro. Aspettava il suo Severus.

E Piton la raggiunse.

- Volevo parlarti, prima che andassi. E non temere... è una cosa bella. Almeno io la vedo come tale. -

- Dimmi... -

- Volevo ringraziarti, Severus, per avermi impedito di acquietarmi nelle mie debolezze, per avermi costretto a vedere me stessa. - e la giovane sorrideva nel dir questo.

Piton socchiuse gli occhi, valutando il viso della giovane, e sorrise a sua volta.

- I miei dubbi rimarranno... fanno parte di me... e se torno a cullarmi in essi ogni volta è solo per costruire un diverso equilibrio su quello distrutto. E se questo... - Gwillion continuava a sorridere... ma nei suoi occhi c' era una strana tenebra.

- Se questo? -

- Se questo volesse dire scivolare verso il male e l' oscurità... io lo accetto. Voglio accettarlo... quella che mi offri è una droga a cui è facile assuefarsi... ma io la prendo dalle tue labbra e sono avida di berla... - la ragazza fece una smorfia - No, in verità tu non fai che mostrarmi come io sono realmente. Se i miei... così detti valori... resisteranno alla prova del fuoco... bene. Altrimenti... me li lascerò alle spalle. -

- Ed io sarò con te... -

La giovane sorrise, sorrise d' infinita dolcezza.

- Sì, tu sarai con me. -

- Qualunque cosa accada... sempre... -

- Sempre. -

Ripetè la giovane. E poi cercò le labbra dell' altro.

 

- Cosa sono io per te, Mariacarla? -

La donna fissò il mago - Il mio Signore, il mio amore... il mio sogno... - sospirò.

- Non voglio una risposta vaga... - disse l' altro in tono severo - per quanto le tue parole siano sincere... devi dirmi chi sono io per te, perché mi hai cercato. -

- Vaga? - ripetè l'altra, stupita - Non sono vaghe le mie parole! Io non sono solita fidarmi di nessuno, ma mi fido di te; non credo in nessuno, ma credo in te... è come se tu fossi un'altra parte di me stessa. Una parte perduta e da ritrovare. Ti amo... e con questo dico tutto... perchè ripeterlo? Perchè vuoi che lo ripeta? E' una cosa che per te non significa nulla. -

- Non è per un capriccio che te lo chiedo! - esclamò l' altro - E se anche fosse un capriccio tu dovresti rispondere. Da cosa nasce quest' amore di cui vai parlando? -

- Forza, coraggio... speranza. -

- Cos' hai visto in me, donna! Vuoi rispondere? -

- Chiedimelo con maggiore delicatezza, o fammi un'Imperius e cercati la risposta. -

L' altro sorrise, e inclinò la testa.

- Io devo sapere... è la tua vita che metterò in gioco stanotte... e la tua salvezza dipende dai tuoi sentimenti... la tua salvezza... e non solo quella. -

- Mi fai delle domande idiote, Voldemort! - disse l'altra socchiudendo gli occhi - Ti ho dato la mia vita come scudo alla tua, come protezione... a quanti credi faccia questo dono? Cosa ho visto in te? Ho visto... luce. Ho visto passione, ho visto disperazione... buio e luce, dolore... e volevo conoscerli, immergermi in essi... -

- Non mettevo in dubbio ciò che provi. - disse l' altro semplicemente - Ma dovevo conoscerne la fonte. Hai risposto... sì, hai risposto. -

- Ho risposto... -

- Vieni... seguimi... dobbiamo lasciare la scuola. -

 

Un antico bosco... grandi massi alti più di un metro sparsi tutt' intorno coperti di muschio... e radici che si levavano dal terreno.

- Questo è il luogo... - mormorò Voldemort.

- E' un luogo... bellissimo. -

- I pittori nel secolo scorso ci venivano per dipingere en plein air. Il loro villaggio c' è ancora... si chiama Barbizon. -

- Cosa farai qui? -

- Dobbiamo cercare... una quercia... un' antica quercia colpita da un fulmine... e dovrebbe trovarsi... non molto distante dalla strada babbana. -

- D'accordo... -

Trovarono quel che cercavano... un albero imponente dai corti rami mozzi e secchi.

- Morta agli occhi dei comuni mortali... ma in questa notte... tornerà a vivere. -

- Perchè? Che c'entra con ciò che devi fare? -

- Vedrai... presto vedrai. Per ora... ti dico solo questo. La foresta è una. -

- Non... tre? -

- Tutte le foreste del mondo... hanno una sola anima... e noi la stiamo cercando, stanotte. - disse l' uomo, e poi spinse la donna verso il tronco dell' albero.

- Cosa? -

- Via questi abiti intanto... troppo dell' uomo è in essi. -

- Voldemort... - sussurrò Mac senza capire - Che cosa farai? -

Ma l' uomo aveva bruciato con lo sguardo le vesti sue e quelle di lei... e la luce nel suo sguardo era selvaggia.

La donna socchiuse gli occhi, turbata.

Il mago sorrise, mentre radici contorte si protendevano a intrappolare i piedi della giovane, ed il corpo di lei affondava nella superficie dell' albero.

- Noi daremo al bosco... la nostra energia... - sussurrò l' uomo stringendola.

- Signore... -

L' altro la baciò, fece scivolare la sua bocca lungo il suo seno e il ventre... solo per poi tornare a cercare le labbra.

Mac non capiva... gli scopi di tutto ciò che accadeva le erano ignoti... ma se Voldemort aveva bisogno di lei... che importanza poteva avere tutto il resto? Dopotutto... c'era solo Voldemort, solo lui... e il fuoco che già la bruciava.

Voldemort sorrise... penetrò nella donna con delicata lentezza... e continuavano frattanto a scivolare nell' albero... lasciandosi alle spalle il mondo fatto di terra e cielo.

La donna cercò la bocca del mago, affamata.

L' altro la strinse a sé... muovendosi in lei con forza selvaggia... spietata, infinita... e una luce verde li circondava... rifulgendo intorno a loro.

Presto le fu impossibile trattenere le grida di piacere, e la giovane urlò...

I capelli della giovane li circondavano creando strane spirali, e l' uomo si soffermò a baciare il collo di lei... poi affondò i denti in quella morbida gola, ma era un morso dolce, privo di violenza.

- Voldemort... -

Ma l' uomo le pose un dito sulle labbra... stringendola più forte, tornando ad accelerare i ritmi della loro unione.

La giovane era come accecata, del tutto persa, abbandonata all'altro, alla sua passione...

L' uomo tornò a cercare con le labbra il corpo dell' altra... e alternava alla sua brama fremente la lentezza del rituale. La cercava... avido, vorace.

Lentamente la giovane si accorse di due lacrime che le rigavano il volto... se tutto quello era solo per essere utile all'altro, un altro oggetto dei suoi incantesimi... lo accettava. Non poteva, non voleva tornare indietro... per quanto... ma no, non contava. Ed il fuoco acceso dal mago era più forte di tutto il resto.

Lord Voldemort notò quelle lacrime lucenti, e le baciò... con una vaga dolcezza. Poi sorrise, staccandosi infine dall' altra... e carezzò delicatamente il suo volto.

Mac lo fissò, silenziosa.

- Chi siete? - una voce risuonò intorno a loro, e non era né d' uomo né donna - Perché ci cercate? -

Mac sussultò, e cercò lo sguardo del mago.

- E' l' albero a parlare... la foresta... abbiamo evocato il suo spirito. -

- Lo avete evocato... e adesso noi vogliamo saperne il motivo. -

- Abbiamo un nemico comune... l' uomo che vi distrugge. -

- E voi non siete uomini? -

- Noi siamo maghi. -

L'altra ascoltava, avida di penetrare quel mistero...

- Chi siete non importa... ma vi dobbiamo qualcosa. -

- Vi dirò cosa voglio. Cosa voglio stanotte è semplice, ma tornerò a cercarvi. -

- Così sia... la vostra forza ci risveglia... è piacevole essere... vivi. Cosa vuoi dunque, mago? -

- Io voglio... voglio la follia di un uomo. Un mio servo... caduto nelle mani di chi vuole la mia rovina. -

- Dicci... e sarà fatto. Se è in nostro potere... il nostro sussurro uccide le menti degli incauti, e tu... tu ne eri a conoscenza. -

 

Mac si fermò davanti alla porta dello studio del professor Loki Annwyn, attese un istante prima di bussare con un sospiro. E poi entrò... Loki, o Voldemort, o comunque lo si volesse chiamare, era chino su un giornale, alla sua scrivania.

- Scusi il disturbo professore... -

- Non hai nulla da scusare... siediti piuttosto. - disse l' altro sollevando lo sguardo verso di lei.

- Non è il momento sbagliato? E' impegnato... -

- I miei impegni attuali... ci riguardano tutti, temo. Ma dovevi chiedermi qualcosa? -

- Si, in effetti... si. Credo di dovermi interessare a ciò che mi riguarda... -

- Pensi a ieri notte? - domandò l' uomo chiudendo il giornale.

- E' esatto. -

- Domanda, dunque, e io risponderò. -

- Hai detto che mettevi in gioco la mia vita... come? -

- Diciamo che gli alberi... hanno giudicato la nostra unione... l' energia che da essa proveniva... ed io possiedo la disciplina necessaria per tenere sotto controllo le mie pulsioni negative, ma se tu... non fossi stata... pura... -

- Pura? -

- Nel senso più neutro del termine... tutta protesa verso ciò che stavano condividendo... e verso quello che tu chiami... amore. -

- E se così non fosse stato? -

- Morte. -

- Come? Perchè? -

- Vuoi i dettagli? Non li conosco. L' incantesimo di ieri notte è antico... ma dimenticato. Perché... perché gli alberi comprendono la passione che unisce due corpi in un rito di fertilità... ma non la brama di potere o l' ambizione... o le altre ipocrisie meschine degli esseri umani... non le avrebbero accettate. E diventando specchio del male dentro di te... ti avrebbero distrutta. Io avrei saputo difendermi... ma dubito che avrei potuto trarre in salvo anche te. -

- Lieta di esserti stata utile, è il mio ruolo. - fece l'altra seccamente.

- Il tuo tono dice il contrario delle tue parole. - disse il mago... scrutandola intensamente.

- Al contrario, la serva è lieta di essere stata utile agli scopi del padrone. Solo la donna... è umiliata dall'idea di aver fatto l'amore con l'uomo che ama solo per servire ai suoi scopi. La serva questo lo accetta, la donna non può condividerlo... o forse avrebbe voluto saperlo prima. -

- Se fosse stato solo per questo... avremmo fallito. - disse l' altro con un sorriso - E poi ti ho detto qual era il mio scopo. Se le mie frasi sono state troppo criptiche o ambigue... c' era un motivo. -

- Un motivo... c'è sempre un motivo... - l'altra scosse la testa.

- Ogni parola in più che ti avessi detto... sarebbe stato un rischio ulteriore per te, non te ne rendi conto? - disse Voldemort con voce dolce.

- Credi che avrei avuto paura? Che il dubbio si sarebbe impadronito di me? -

- Forse no... forse saresti riuscita comunque. Ma c' era troppo in gioco... la guerra è dura. Vuoi sapere cosa è accaduto... dopo? -

- Dimmelo. -

- Il canto delle foglie ha portato la pazzia nella mente di Rockwood, trasformandolo improvvisamente in una fonte del tutto inattendibile. E i nobili Auror... - l' uomo scosse lentamente la testa.

- Cosa hanno fatto? -

- I nobili Auror stringendosi al petto quella manciata di nomi che erano già riusciti a strapparli hanno iniziato a mietere vittime, vittime illustri... ed il colpevole indicato è l' Oscuro signore. -

- Ma... è assurdo... -

- Perché assurdo? Io lo trovo perfettamente logico, invece. Ho perso molti validi servitori... ma leggi tu stessa. -

- Questi sarebbero gli auror valorosi e giusti... - sibilò l'altra prendendo il giornale - Ma pagheranno... -

- Su questo non c' erano dubbi, mi sembra. -

Improvvisamente l'altra impallidì - Malfoy... questi Malfoy... sono i genitori di Lucius?! Sono stati uccisi? -

Voldemort annuì soltanto.

- Hai già parlato con lui, mio Signore? -

- Già sapeva. E non c' era molto che potessi dirgli, io ritengo. -

L'altra sospirò - Capisco. E... mi dispiace. -

- Non è persona che si possa consolare facilmente il nostro Lucius. - disse l' altro scuotendo la testa - E per questo soffrirà di più. -

- E tu? -

Ma lo sguardo dell' uomo era indecifrabile.

- So che con te i miei sentimenti sarebbero al sicuro... - disse in un sussurro - Ma non ammetterei mai di provare nulla diverso dall' ira e dal desiderio di rivalsa... nemmeno con me stesso. -

- Mi hai dato una risposta di gran lunga superiore a quella che speravo d'avere... - sussurrò la giovane, avvicinandosi al mago - Posso... baciarti? Toccarti? -

- Non hai bisogno di chiederlo. -

Lei sorrise, cercando la bocca dell'uomo.

- Così dolci sono le tue labbra... - mormorò il mago.

- E sono tue... comunque. -

 

- Abbiamo un argomento in sospeso... sai Severus? - stava dicendo Gwillion in tono scherzoso.

- Davvero? Quale? -

- Beh... a parte il fatto che non riesco ancora a conciliare le opinioni che esprimesti sui babbani il giorno dello smistamento con il nostro fidanzamento, intendi? -

Piton le scoccò un'occhiataccia.

- Mi spavento se fai così... - disse l' altra guardandolo con occhioni tristi.

L'altro sorrise - Davvero? Io voglio essere spaventoso! -

- Ma anche io posso esserlo, sai? Con la più depravata opera letteraria che abbia mai scritto... -

- Depravata?! -

- Il quinto anno ad Hogwarts... visto dagli occhi miei e di Mac... come potresti chiamarlo? -

- E' vero... depravazione pura... - sussurrò l'altro.

- Mac diceva che avevo l' ambizione a diventare vedova prima del matrimonio... sai? -

- Avevi istinti omicidi, per caso? - domandò Severus, divertito.

- No... tendevo solo a mandarti contro i personaggi più abbietti... e poi... - la giovane sorrise - mi ci mettevo anche con i sogni... -

- Che genere di sogni?! -

- Sogni... di te... di un Severus... oscuro... -

- Perchè... come sono io, in realtà? Buono? - ridacchiò lui.

- Beh... nel racconto tendevi a ripetere con frequenza quasi ossessiva frasi del tipo... io non sono un assassino... io odio noi sappiamo chi... ti offro in dono la mia espiazione... eccetera... -

- Oddio... - Piton scosse la testa - Chi diavolo mi metteva in bocca simili sconcezze? Ma no, no... non dirlo! E tra noi? Come andava? -

- Finivo sedotta dopo il primo giorno... anche se c' è chi dice che ero io a sedurre. Comunque non sono responsabile di nulla del tuo personaggio... io mi occupavo... di altri. -

- Di chi? -

- Vediamo... a parte i personaggi di contorno e piuttosto inutili... il figlio di Lucius, Victor, Andromaca e... - la giovane arrossì - non picchiarmi... ti prego... -

- E... chi? -

- Lui... - disse l' altra socchiudendo gli occhi.

- Oh... - Piton si prese la testa tra le mani - Ci godi a farmi stare male? -

- Diavolo... non credevo avresti reagito così... -

- E come? -

- Pensavo che al massimo avresti riso della mia presunzione... -

- Ridere! -

- Scusami. - disse l' altra cupa in volto - Non te ne parlerò più. Anche se questo vuol dire non far menzione della strana performance di una Tassorosso che interpretava Lucius. Se ti può consolare comunque... il finale non ti sarebbe stato sgradito, io credo. -

- Continua... -

- Ecco... non ci vuol molto ad arrivarci, io credo... -

- No... continua! -

- Allora... premetto che il mio Voldemort era ammalato di solitudine e tendeva... con l' aiuto di Mac... a riscoprire il suo lato umano. E' un' interpretazione personale e non ha nulla a che vedere con l' originale. Poi viene ferito gravemente... e a quel punto le proclamazioni di odio... morirono all' improvviso. -

- Cioè? Ho smesso di odiarlo? -

- Sei tornato indietro... giusto in tempo per lo scontro finale Voldemort contro Voldemort. -

- Cosa?! -

- L' Oscuro si sdoppiava in due... giusto per far un po' di pulizia tra le file dei mangiamorte nella battaglia che poi aveva luogo. Insomma... c' era persino Minus! -

- Oh... - Piton sospirò - Devo ammettere di non aver avuto idea, prima, della profondità della tua follia! -

- Esser folli è forse l' unica salvezza tra le depravazioni della società babbana. - disse l' altra in tono assolutamente calmo.

- Come sono profonde le tue parole, piccola... - sorrise Piton - Posso chiamarti piccola? Lo so che sei più grande di me, ma a volte mi dai l'idea di dover essere difesa... -

- Forse è proprio l' idea che voglio dare... - fece lei inclinando la testa, con una vaga nota di malinconia nella voce.

- Perchè? Perchè questa... tristezza? -

- Perché non è giusto da parte mia... pretendere che tu mi difenda. Non troppo almeno. -

- E' giusto che tra innamorati ci si difenda, invece. -

- Difendersi... sostenersi a vicenda... non aggrapparsi disperatamente... io... io ho cercato di fare questo, invece. -

- Non ne sono convinto. Sei stata coraggiosa... -

- E quando? - disse l' altra stupita.

- Quante ragazze che presumono di essere coraggiose avrebbero sopportato situazioni in cui tu sei finita? -

- Ma se non faccio altro che entrare in crisi... e scarico su di te per di più le mie incertezze. -

- Però resisti sempre. -

- Non mettiamo ipoteche sul futuro... - disse l' altra, però sorrideva.

Piton sorrise... e bussarono alla porta.

Pochi istanti dopo entrava un affannato Lucius... con un ragazzino tra le braccia...

Un ragazzino biondo... con i capelli biondo argento...

- Non può essere! - esclamò Gwillion.

- Aiutatemi... è comparso all'improvviso! - fece Lucius.

E la ragazza fissava l' altro con gli occhi sbarrati. Erano così simili...

Piton si avvicinò... sembrava che il ragazzo, che era la copia esatta di Lucius, stesse molto male.

Il giovane mago estrasse la bacchetta per tentare un incantesimo di guarigione.

Ma solo un rantolo uscì dalla bocca del ragazzino.

- Non sono stato io... -

- A fare cosa? - domandò dolcemente Severus, ma Lucius aveva lo sguardo cupo.

- Non sono stato io, Potter! - disse l' altro in un ringhio... e sembrava non ascoltasse.

- Potter? - domandò improvvisamente Lucius.

- Forse dovremmo chiamare... Loki. - mormorò Gwillion avvicinandosi alla porta.

- Si... vai! - fece Severus.

Il ragazzino sudava, e spalancò i suoi occhi grigi... fissi nel vuoto.

- Ehi... chi sei? Come ti chiami? - domandò gentilmente Severus.

- Professor Piton? - fece l' altro... con un lampo di lucidità negli occhi.

- Mi chiamo Piton... - sussurrò il giovane stringendo gli occhi - Ma sono solo uno studente... -

- Sto impazzendo... non ragiono più. - sibilò il ragazzino - Io comunque sono Draco, Draco Malfoy. -

- Draco... Malfoy! - sbottò Lucius - Nessun Malfoy si chiama Draco! Chi credi di essere?! -

Il ragazzino si voltò verso l' altro... fece per dire qualcosa... ma poi ricadde tra i cuscini.

- Cosa c'è, chi sei?! - domandò Lucius, in un sibilo.

- Lucius, piantala! - fece Piton.

- Io sono Draco Malfoy! - gridò il ragazzino - E so cosa vuol dire esserlo! Cosa vuol dire essere il figlio di Lucius... - la sua voce si spense d' improvviso.

Piton guardò il suo compagno.

- Ma che diavolo dice?! Sono IO Lucius! -

Ma il ragazzino sembrava di nuovo incosciente della presenza degli altri.

- Non sono stato io Potter... non li ho uccisi io... e non per discolparmi... la mia lama è rossa... -

- E' pazzo... - fece Lucius.

- O è un gran mistero... -

In quel momento Gwillion fece ritorno, dietro di lei venivano Mac, e Loki Annwyn.

- Questo ragazzo asserisce di essere Draco Malfoy... - fece Piton.

- Draco! - sussurrò Mac.

- Il figlio di... - fece Gwillion con un filo di voce.

Voldemort prese una mano del ragazzo. Mostrano a tutti un anello lucente.

- Il sigillo dei Malfoy. E un incantesimo temporale lanciato su di esso. -

- Vuol dire che è... davvero mio figlio?! - impallidì Lucius.

- Dovresti chiederlo alle nostre ospiti... non a me. Io posso dirti solo che non lo sarà a lungo... se non provvedo a spezzare il maleficio che pervade il suo corpo. -

- Morirà? - domandò Lucius, improvvisamente angosciato...

- Sta per morire. Ma posso salvarlo. Uscite tutti però, immediatamente. -

Lucius annuì, ed uscì, seguito dagli altri.

Gwillion si mordicchiò un labbro, incerta, e poi cercò lo sguardo di Mac... come per chiederle la sua opinione.

- Come può essere giunto sin qui?! Come? E... perchè? - si chiese Mac.

- Non vorrai incolpare me, adesso... - disse l' altra sottovoce.

- Non ci pensavo proprio... un po' troppe... manie di protagonismo? -

- Forse... - disse Gwillion, e sorrise sbarazzina.

- Sarà... - Mac fece una smorfia - Ma ora mi preoccuperei di Draco, sai? -

- Ha detto che si salverà... -

- Non è l'unica questione in discussione! -

- Chi lo ha ridotto in quelle condizioni. - disse l' altra improvvisamente seria - Ma per adesso... possiamo solo aspettare, mi sembra. -

- Eppure... possiamo sospettare, temo. -

- Sospettare... cosa? - fece Gwillion, improvvisamente cauta.

- Ciò che gli è accaduto... -

- Avete... idee? - domandò Lucius in un sospiro... molto poco da lui.

- Idee? - ripetè Gwillion - Troppe, o troppo poche... -

- Parlava di Potter... - disse Severus, e Mac cercò lo sguardo dell'altra.

- Harry Potter... - fece Gwillion - di questo non ce ne stupiamo. -

- La fonte di tutti i mali... - sospirò Mac - Ma sarà stato capace di ridurre Draco così? -

- Uno che riesce a sfuggire ai suoi nemici con una gamba maciullata e un Diggory morto sulla schiena? - disse Gwillion con uno sguardo cupo.

Mac sospirò.

- Ma è... davvero è... mio figlio? - chiese improvvisamente Lucius.

- L' hai visto in faccia? - disse Gwillion stupita.

- Gwill! - fece Mac - Se ti capitasse tra testa e collo una ragazza e dicesse di essere tua figlia, tu che faresti?! -

- Hai ragione... - disse l' altra chinando il capo - Solo che... Draco e Lucius... figlio e padre... sembra quasi impossibile separarli da questo punto di vista. -

Mac scosse la testa.

- Che starà facendo Loki? - si domandò Severus.

- Mi ha salvato... - disse il ragazzino, fermo sulla soglia - ha detto di essere molto stanco. Loki avete detto... ma non è... -

- Dov'è Loki?! - fece Mac scattando avanti.

- Calma... - sussurrò Piton - Cosa vuoi dire, Draco? -

- Non è... non so se posso parlare liberamente. - disse il ragazzino - Sta bene comunque... dorme. -

- Lui è... è. - fece Piton - Ma non è saggio parlare qui... troviamoci un posto più sicuro... nel corridoio passano troppe persone. -

- Forse qualcuno... dovrebbe restare con Loki. - disse Mac.

- Vai, Mariacarla... - sussurrò Gwillion - Sono sicura che non gli dispiacerà. -

L'altra annuì, entrando nella camera.

- E voi seguitemi... - fece Lucius, accompagnandoli verso un'aula vuota.

- Hogwarts... sempre la stessa. - mormorò Draco.

- E... dimmi... cosa ti è successo? - chiese Piton.

Un lampo di diffidenza passò negli occhi grigi del ragazzo.

- Ricordi il futuro... Severus? - disse Gwillion all' altro in un orecchio.

- Non sono un traditore! - sibilò Severus.

- Io non ho detto nulla... - fece il ragazzo indietreggiando.

- Beh, lo hai pensato! -

Le guance del ragazzo diventarono di un vago rosa pallido.

- Conoscete la fiamma di Elanor? - disse poi.

- Cosa è? - chiese Lucius.

- Una fiamma verde... alimentata dall' odio... quelli come noi... li uccide. Ma è destinata a consumare anche chi la impugna. -

- E chi... chi la ha usata? -

- Quell' imbecille di Potter, e chi se no? - disse l' altro con una smorfia.

- Qualcuno ha detto Potter? - disse Evan Rosier... facendo capolino.

- Non quel Potter... - sospirò Piton.

- Non ne basta uno? - poi lo guardò del ragazzo cadde su Draco - O si fanno esperimenti di clonazione adesso? Ma scegliere proprio Potter... -

- Nessuna clonazione... quello è il figlio di Lucius... e si parlava del figlio di Potter... - Severus si grattò la testa, quasi disperato.

- Chiudo la porta... - disse Rosier in un sussurro attento.

- E' meglio... e adesso... dovremmo ascoltare il racconto del giovane Draco... -

- Riassumo... - disse il ragazzo - Silente ha tirato fuori una fiamma verde che uccide chi la impugna insieme a tutti i maghi oscuri nelle vicinanze... a patto che ci siano l' odio e la rabbia ad alimentarla. Ed è stato provveduto... perché né l' uno né l' altra mancassero. -

Silente... - sussurrò freddamente Lucius.

- Beh, adesso... sappiamo fino a che punto... ma spiegaci meglio, Draco. Cosa è successo esattamente? Parli di odio e rabbia... -

- Ecco... poco dopo che il Signore Oscuro era risorto... tutti quelli che erano cari allo sfregiato... iniziano a fare una brutta fine... diciamo mutilati nel migliore dei casi. E capisco il padrino e il suo amico... in fin dei conti combattevano nelle prime linee... avrebbe potuto anche essere colpa dei nostri, ma poi... -

- Ma poi? -

- A ripensarci c' è quasi da ridere... - disse il ragazzo scuotendo la testa - Poi c' è stata la strage dei Weasley. -

- La strage dei Weasley... - ripetè Severus in un soffio.

Il ragazzo fece una smorfia disgustata:

- None Weasley fatti fuori... e giusto prima che mio padre si recasse nella loro topaia dietro richiesta del ministero... c' ero anche io... ma forse questo è dovuto al caso. Che schifo... davvero che schifo. -

- Perchè... che schifo? - chiese Lucius - Cosa è successo? -

- Cucina... - iniziò a dire Draco sollevando il pollice - Molly Weasley al forno con contorno di patate. -

Lucius tentò di darsi un tono e non sgranare gli occhi...

Piton si portò una mano alla bocca.

- Garage... padre carbonizzato con due dita in una di quelle prese babbane. Soggiorno: gemelli Weasley soffocati con cereali nella gola e nel naso. Porta sul retro... uno dei fratelli maggiori legato ad un palo lapidato a colpi di modellini di drago. - il ragazzo elencava le morti, e continuava a contarle con le dita.

E Piton era sempre più nauseato...

- Noi... non avremmo mai potuto essere noi i colpevoli... - borbottò Lucius - E' troppo di cattivo gusto... -

Severus cercò lo sguardo di Gwillion... chiedendosi che effetto le facesse tutto questo.

La giovane dal canto suo aveva gli occhi fuori dalle orbite, e non riusciva a parlare.

- Di cattivo gusto... le stesse parole che ha detto... che hai detto. - disse Draco scuotendo la testa - Ma chi manca? Il cercatore di tesori sotterrato con i piedi di fuori dal terreno. Ah, sì, la ragazzina con la testa fracassata dentro un diario. L' ex prefetto Weasley aria dentro un calderone. Ron, l'amichetto del cuore di Harry... mangiato dai ragnetti carnivori. Ammetto di aver vomitato... -

- Vorrei vomitare pure io... - sibilò Piton.

- Chi voleva incastrarci? - domandò Lucius.

- Tu hai incolpato Silente... - disse il ragazzino esitante.

E Rosier rise, di una risata vagamente isterica:

- Ma ve lo immaginate il vecchio barbabianca che gira canticchiando per casa Weasley con un bel grembiulino a fiori... ed in mano un coltello insanguinato? -

- Esattamente da lui... dallo psicopatico plebeo che è... e poi? - chiese ancora Lucius - Non sono riusciti ad incastrarci, vero? -

- Non siamo rimasti per vedere se ci riuscivano. - disse l' altro scrollando le spalle - E poi ciò che contava era che Harry ci credesse... anzi, se ci fosse stato il tempo di venir scagionati questo non avrebbe fatto che accrescere la sua ira... -

- E allora? -

- E allora... l' ho già detto... - disse il ragazzino mordendosi un labbro - ha portato quella maledetta fiamma nel nostro covo... e... e... -

- E? - chiese Piton, prevenendo Malfoy.

- Che fine ingloriosa per i mangiamorte... - disse Rosier scuotendo il capo - Per la prima volta non mi dispiace di esser già morto prima... -

- Ma tu... come sei finito qui? - fece Severus.

- Mio padre... mi ha messo l' anello al dito, ha lanciato un incantesimo. Non ci ho capito molto in realtà, già avevo iniziato a delirare, temo. -

Lucius socchiuse gli occhi - Capisco... -

Il ragazzo deglutì, senza sapere bene che dire.

- E dunque... così Silente ha ottenuto la vittoria finale... - sussurrò Severus.

- E non c' era nessuno oltre a lui a coglierne i frutti... - mormorò Gwillion - Se a quanto ho capito ha pensato bene di fare un' ecatombe dei suoi così detti alleati. -

Severus scosse la testa - Sapendo questo... e quello che già sappiamo... Silente deve essere cancellato, assolutamente. -

Lucius assentì - Non si tratta in questo modo... un Malfoy! - sibilò.

- Mi sembra che su questo fossimo tutti d' accordo. - mormorò Rosier - Sulla cancellazione di Silente, intendo. -

- E comunque il futuro è già cambiato... in realtà io credo che Draco più che dal futuro venga da una specie di universo parallelo... e deprimente. - sussurrò Gwillion.

Lucius guardò il figlio quasi con... pietà.

- Sarei curiosa di fare una prova... - tornò a dire Gwillion - il processo Rockwood... -

- Ero troppo piccolo per ricordarlo. - obbiettò l' altro - Ma ho letto gli stralci di giornale... c' è rimasto coinvolto persino quell' idiota di Bagman... -

- Allora... è davvero cambiato già tutto... - sussurrò Malfoy padre.

Nel bene, e nel male... pensò Gwillion tra sé, gettando un' occhiata di sfuggita a Lucius.

- Bene... e... ora? - si domandò Piton.

- Bisogna avvertire gli altri, no? - disse Rosier - E poi il ragazzino... ti chiami Draco? Non parlava di stralci di giornale? -

- Già... - fece Severus.

- Insomma, anche se il futuro sta cambiando... qualcosa può esser rimasto di utile, no? - fece Evan.

- Il futuro sta cambiando? - ripetè Draco - Adesso sono io a non capire. -

- Ecco... sono successe un po' di cose bizzarre, Draco. - disse Piton - E negli ultimi mesi non sei stato il solo visitatore... molte delle cose che nel tuo mondo accaddero, o sarebbero accadute... le abbiamo evitate. -

- Finalmente una buona notizia... - disse il ragazzino con un sospiro - ce n' era bisogno, dico io. -

Lucius gli scoccò un'occhiata poco simpatica.

- Ho detto qualcosa di male? - fece l' altro in un sussurro.

- Un Malfoy... dovrebbe avere un atteggiamento più... deciso, degno. - sibilò l'altro.

Una strana luce passò negli occhi del ragazzo, ma poi Draco si limitò ad annuire.

- Sì. - disse soltanto - Lo ricorderò. -

 

Capitolo X

Storia di Mariacarla e Gwillion

 

Loki era ancora addormentato, Mac pensò che doveva aver speso fin troppa energia per guarire il giovane Draco... ma dopotutto, si sarebbe svegliato presto...

La giovane si era seduta sulla sponda del letto, e fissava l'altro.

Le vennero in mente dei versi, improvvisamente...

- Ormai sei mio. Riposa col tuo sonno nel mio sonno.

Amore, dolore, affanni, ora devono dormire.

Gira la notte sulle sue ruote invisibili

presso me sei puro come l'ambra addormentata.

Nessuno più, amore, dormirà con i miei sogni.

Andrai, andremo insieme per le acque del tempo.

Nessuno viaggerà per l'ombra con me,

solo tu, sempre vivo, sempre sole, sempre luna.

Ormai le tue mani aprirono i pugni delicati

e lasciarono cadere dolci segni senza rotta,

i tuoi occhi si chiusero come due ali grigie,

Mentr'io seguo l'acqua che porti e che mi porta:

la notte, il mondo, il vento dipanano il loro destino,

e senza te ormai non sono che il tuo sogno solo. -

Mac sorrise, socchiudendo gli occhi - Se solo fosse così. -

- Se solo... - ripetè l' altro, e sollevò il capo con un sorriso triste.

L'altra si morse la lingua - Perdona... credevo dormissi... -

- E lasciare che le tue parole cadessero nel vuoto... in un vuoto più profondo ancora di quello che regna nel mio animo? -

- Non è vuoto! -

- Tu lo credi, lo so. - disse l' altro sollevandosi a sedere.

Mac sospirò soltanto - Ti sei... ripreso, Signore? -

L' altro annuì lentamente.

- Ne sono lieta... gli altri sono con il giovane Malfoy. -

- Hai paura? - sussurrò il mago - Dimmelo... non è un ordine... ma vorrei che me lo dicessi. -

- Pa... paura? - sussurrò lei.

- Paura di me... di ciò che sono. Di ciò che potrei diventare... per te. -

- No. -

- Allora vienimi vicina... non cambiare argomento... non sfuggire... parlavamo del mio animo... -

- Pensavo tu... non volessi. -

Il mago scosse lentamente la testa, senza cessare un istante di fissare l' altra negli occhi.

- Se non dovessi volere... te lo dirò chiaramente. -

- Comprendo... - disse l'altra - E dunque... cosa desideri sentire da me, adesso? Tu sai ciò che penso... -

- Forse desidero solo... che il suono della tua voce mi ricordi che sono... vivo... -

- Ma lo sei... tu sei vivo, come puoi dubitarne, mio Signore? Più vivo... di chiunque altro. -

- Andare oltre la vita per vincere la morte, o forse... lasciarmi alle spalle entrambe. E' stata questa la mia ambizione... e c' è un prezzo... un contrappasso. -

- Lo so... credo di saperlo, mio Signore. -

- Cosa... sai? - disse l' altro con uno strano, avido sorriso.

La giovane sospirò, avvicinandosi impercettibilmente all'altro: - Il prezzo... la sofferenza, la ricerca... -

- E tu... cosa cerchi? La vita... o la morte? -

- Entrambe, poichè convergono in te. -

L' uomo non disse nulla, carezzò il volto dell' altra con un gesto carico di dolcezza.

- A me basta questo... - sussurrò l'altra - Mi bastano le briciole, Voldemort. Io non ti chiederei mai di essere diverso da ciò che sei, mi basta sapere che tu sai che sono qui per te, e ti darei la mia vita. Puoi anche riderne, non comprenderlo... è una mia scelta. Mi basta questo... mi basta una carezza... -

- Non sto ridendo... non rido della tua forza, né della tua fragilità... che si intrecciano così fittamente. -

- Non ridi del mio... amore, Signore? -

- Se ne ridessi... saprei solo mostrare la mia peggiore debolezza, io temo. -

L'altra poggiò soltanto il capo sulla spalla del mago.

- A cosa pensi... adesso? -

- Rideresti davvero se te lo dicessi... ma devo dirti tutto, e dunque... desidero proteggerti, Signore. -

- Tutti hanno bisogno di protezione... in un momento o l' altro della loro vita... ed è anche per questo che dalla vita io fuggo. Eppure... al tempo stesso, la desidero. -

- Allora prendi la vita che è in me, e distruggila se desideri farlo... alla fine. Vivi attraverso me prendendo solo ciò che vuoi... -

Lord Voldemort pose due dita sulle labbra dell' altra.

- Forse lo farò. Ma non dirlo... non ora. Non leghiamoci a promesse troppo crudeli. Non ora... adesso voglio solo sentire il peso lieve della tua testa sulla mia spalla. -

- Perdonami... - sussurrò l'altra, e baciando le dita del mago, rimase in silenzio, al suo fianco.

Voldemort sorrise soltanto, e la strinse a sé.

- Mi piacerebbe dormire così... ma non posso. -

- Mi chiedi così poco... eppure devo negartelo. - fece il mago scuotendo il capo - Devo sapere cosa sta accadendo. Quel ragazzo... Eppure dopo... dopo, se lo volessi ancora... -

- Allora... dopo. Posso seguirti almeno? -

- Non c' era bisogno che me lo chiedessi. - disse l' altro, e la aiutò ad alzarsi.

- Allora, andiamo. -

 

- Allora... riepiloghiamo lo splendido inattuabile piano... - disse Evan - Punto primo? -

- Filtro d' amore per Tiger e Goyle padri. - fece Draco con un sogghigno.

Da un angolo Lucius li fissava a metà tra il perplesso ed il disgustato.

- Filtro d' amore... sì, e James Potter è la nostra vittima... -

- Io avrei preferito il figlio, ma in mancanza di meglio... -

- Una finta lettera d' amore... di Lily Evans. -

- Due... una per Potter e una per i suoi futuri spasimanti... -

Piton rise - Ma a che razza di mente pazzoide poteva venir questo in mente? -

- E' solo un modo per passare il tempo, Severus! - protestò Evan - E per superare il divario generazionale... certo, se tu o Victor ci deste una mano con il filtro... -

- Io potrei anche farcela sai? - disse Draco compito - Ma le conseguenze... -

Lucius non smetteva di osservarli, disgustato.

E il giovane Malfoy sobbalzò... accorgendosi improvvisamente dello sguardo cupo del padre.

- Posso parlare solo con mio figlio? -

Evan cercò per un istante lo sguardo di Severus. Ma poi si alzò, senza attendere una risposta.

Ed anche Piton lo seguì fuori... perplesso.

Draco si morse un labbro... e pensava tra sé a quanto quella scena gli fosse... familiare.

 - Allora... Draco... - fece Lucius - Dimmi di te... -

- Cosa desideri sapere? - disse l' altro inclinando il capo.

- Come sei. Se sei un vero... Malfoy. -

Il ragazzino sussultò.

- Questo sta a te giudicarlo, non a me. E'... è sempre stato così in fondo. -

- C'è un tono in te che... non mi piace... -

Uno sguardo di sfida passò per un istante nello sguardo del ragazzo, poi l' altro tornò a chinare il capo.

- Ho perso il controllo. Domando perdono. -

Lucius socchiuse gli occhi - Come... come sono io? -

- Sono la persona meno indicata a cui chiederlo. - fece Draco con una smorfia - Tu sei...  eri, il mio modello. E la verità e che non sono mai stato... adeguato. -

- In che modo? -

- Perché mi faccio male con le mie mani? - disse il ragazzo scuotendo il capo - Non lo capisco. -

- Anche mio padre... era così... -

L' altro sgranò gli occhi. Poi un sospiro sfuggì dalle sue labbra.

- Vuoi sapere cosa sono? Un eterno secondo, ecco cosa sono sempre stato. -

Lucius socchiuse gli occhi, improvvisamente conscio di essere... davvero davanti a suo figlio.

- Ti disgusto, non è vero? - disse il ragazzino - Ma ci ho fatto l' abitudine... e va bene essere secondi a Potter... cioè non va bene... non va affatto bene... ma almeno è l' eroe nazionale, bisogna fare buon viso a cattivo gioco. Però... -

- Non volevo dir questo... -

- C' è qualcuno di cui non ho parlato sai? - disse il ragazzino quasi senza ascoltare le parole dell' altro - Tra tutti i miei coetanei... c' era una babbana a Grifondoro... con la media del dieci più che faceva scolorire i miei otto e nove. -

Lucius socchiuse gli occhi - Questo è male ma... -

- Tu hai detto che ancora un poco... e sarei potuto finire a fare lo scassinatore. -

- Vorrei parlare, Draco. - disse l'altro severamente.

- Ho detto troppo. - ammise il ragazzino, e chinò il capo.

- E' più facile accusarmi adesso? Ora sono un ragazzo come te... -

- Non è solo questo... è... per essere sicuro, per sentire l' amore di quel Lucius... ho dovuto perderlo, e adesso... -

- Mi dispiace. -

L' altro lo guardò come stupito.

- Ti ho trattato come mio padre trattava me... -

- E' difficile essere un Malfoy... - disse il ragazzino in un sussurro.

- Mi... mi... amavi come padre? Io... odiavo mio padre... -

- Io... c' erano momenti in cui... ma ti volevo bene... un bene disperato... volevo essere come te... volevo la tua approvazione. E mi viziavi tanto... lo sai cosa hai fatto una volta? -

- Cosa? - fece Lucius in un soffio.

- Ti tormentavo per una scopa nuova... tu ne hai prese sette. Risultato... Draco si è comprato l' ammissione nella squadra di quidditch eppure ero bravo... l' hai visto che sono bravo! -

- Io... non lo metto in dubbio, figliolo. -

- Non... non ho detto questo. -

- Cosa è successo... a me, laggiù? A tua madre? -

- La fiamma... - disse il ragazzo scuotendo il capo - O la tua domanda... era un' altra? -

- E' che... se, quando tornerai... cosa ti aspetta? -

- Non lo so... il fallimento. Immagino. -

- Perchè non... - Lucius si morse le labbra.

- Tu vuoi che io resti? - disse il ragazzino con un' improvvisa luce negli occhi.

- Forse un giorno ci sarà un altro Draco... ma se vuoi... a me... piacerebbe. Non posso mandare mio figlio alla rovina. -

- Io... grazie papà. -

- Non so bene come si faccia, ma... - Lucius strinse Draco in un abbraccio - Ovvio che... nessuno deve sapere... nessuna smanceria in pubblico... ho una fama da mantenere! -

- Chissà perché... mi viene in mente il ricatto. - fece il ragazzino con un sogghigno - Sarà che certe abitudini non si perdono... -

- Conosco quest'arte meglio di te, ragazzo! -

- Ed io da chi avrei imparato, scusa... -

Lucius sorrise.

Deve pagare... non è possibile che quel sorcio bastardo non paghi. Era un' opinione comune a Serpeverde, tra i giovani mangiamorte e non solo, dato che almeno anche Gwillion la condivideva in pieno. Tuttavia... non era tempo ancora di prendere a pugnalate il piccolo Minus, soprattutto considerato che farlo poteva risultare rischioso per la copertura di Loki Annwyn. Eppure... non c' era un altro conto in sospeso con Minus? Fece notare qualcuno. Gli altri Grifondoro si sono fatti allegramente massacrare dai loro compagni di squadra ma lui... e così, grazie alle influenti amicizie di Lucius Malfoy una boccetta di veritaserum con i sigilli del ministero era finita nelle mani dei Serpeverde. Non che Victor e Severus non fossero capaci di riprodurre il filtro. Ma l' aria ufficiale dell' ampolla aveva la sua parte. Poiché all' interrogatorio di Peter... non soltanto i Serpeverde avrebbero assistito.

- Dovremmo cominciare con qualche domanda stupida... - disse Victor, mentre aspettavano l' arrivo dei quattro scemi - non far capire agli altri dove vogliamo andare a parare... buttarla sullo scherzo. -

- Di certo... d'altra parte come si può pensare che quegli idioti vedano seriamente la faccenda? - disse Piton.

- Perché... vedono seriamente qualcosa? - domandò l' altro - Però se spariamo subito la fatidica domanda... tradiresti i tuoi amici... potrebbero credere che è tutto preparato. Dato che sospettano di noi per linea di principio. -

- Beh... vedranno presto... la verità! -

- O quanto meno... inizieranno a nutrire un altro ragionevole sospetto. -

- Posso chiedere a Minus il suo tipo di ragazza ideale? - domandò Evan - Spero tanto che risponda... Minnie! -

- Una sorcia come lui... - Severus scosse la testa - Confesso che mi farebbe quasi... impressione. -

- Minnie è molto più carina di lui... a dire il vero. - mormorò Evan.

- Non ci vuol molto mi sembra... - fece Gwillion in un sussurro.

- E' che lui è così... spelacchiato... brutto... un ratto, più che un topino... -

Evan Rosier prese a canticchiare sottovoce:

- Solitario nella notte va

se lo incontri gran ribrezzo fa

e da topo lui si maschera

Sorcio... Peter Minus... sorcio... Peter Minus... -

- E questa?! - chiese Severus.

Gwillion si ritrovò a fissa il soffitto, fischiettando.

- E' l' uomo sorcio la spia fa per mestiere

Ed alle spalle ti pugnalerà... -

Continuava Evan.

- Sei stata tu... vero? Allora non ero l'unico ad avere una canzoncina per me... -

- Tu venivi citato spesso però... -

- Davvero? -

- Non mento... di sicuro c' eri in quella corale su Hogwarts. E poi anche Mac ha fatto la sua parte. Ma facevamo canzoni su tutto... ce n' era persino una su un rospo... e venivi citato indirettamente anche lì? -

- Il rospo di Paciock? - esclamò Draco trattenendo a stento una risata.

Piton era decisamente imbronciato - Ci tenevo ad essere l'unico ed il solo... -

- Sei l' unico e solo in tante altre cose... - disse l' altra in un sussurro - E poi... bisogna guardare il testo delle canzoni... molte terminavano con un' incitazione alla morte di Potter figlio... non credo gli piacerebbe di essere stato citato... -

- Brave ragazze... - sussurrò il giovane Malfoy scuotendo la testa.

Piton sospirò, e sorrise: - Ebbene... almeno non scrivere da oggi in poi canzoni su altri che su me... -

- Non lo farò. E poi sei l' unico a cui abbia dedicato una poesia... -

 Piton sorrise - Bene... -

- I Grifondoro stanno arrivando... - annunziò Avery.

- Che bello, che bello... li spenniamo! - canticchiò Mac, che fino a quel momento era rimasta silenziosa.

I quattro ragazzi si guardarono intorno... cupi.

- Siate allegri... - disse Victor - Siete tra i pochi Grifondoro a metter piede in questa sala... vivi. -

- Che onore... - sibilò Black, quasi disgustato.

- Ma lasciando perdere le amenità... Minus al centro... e che beva. -

- Cosa? - fece Black.

- Il veritaserum... sapevo che eravate tardi, ma non fino a questo punto... ve lo abbiamo già spiegato tre volte. -

- Forse siamo solo diffidenti. - sussurrò Lupin.

E frattanto Evan quasi faceva soffocare Minus con il filtro in questione.

- E forse potreste essere più gentili! - borbottò Sirius, fissando Peter ansiosamente.

- Ma noi non vogliamo essere gentili... e chi inizia ora? - domandò Lestrange.

- Facciamolo scegliere a loro... - sorrise Piton.

- E rovinarvi la scaletta che vi sarete preparati... - borbottò Lupin - Non sia mai... -

- Volevo solo essere... gentile... - ghignò l'altro.

- Vorrei proprio dirti dove puoi metterti la tua gentilezza, Severus! - fece Black.

- Per indurmi a chiederti di rivelare i tuoi più inconfessabili e vergognosi segreti... Sirius? - sibilò il Serpeverde.

- Prima che l' atmosfera si surriscaldi... inizio io. - disse Evan con un sogghigno - I tuoi amici, Minus... quante volte si cambiano le mutande? -

- Cosa cavolo gli chiedi?! - urlò Black.

- Una volta al giorno... - rispose Peter frattanto - James veramente anche due o tre... a seconda dei casi. -

James arrossì appena... mentre Black si dibatteva nel desiderio di fare a pezzi Evan Rosier.

- Sorvoliamo... - borbottò Victor - io direi di sorvolare... vorrei chiedere la parola segreta di quella vostra stupida mappa... ma quella tanto già la sappiamo... -

- Meritate di finire in maniera terribile... - sibilò Sirius.

- Basta che non mi chiedano di Lily... - fece James, quasi svagato.

- Guarda che è Minus quello interrogato... se poi tu ti offri... - disse Evan.

- Mi piace avere attenzione... - sorrise James, e Sirius gli assestò una gomitata.

- No... - fece Draco - è un incubo... è peggio... è peggio... -

Piton scoccò un'occhiatina strana a Draco, e poi tornò a fissare gli altri.

- Allora... Victor, chiedi qualcosa a Minus... - disse.

- Perchè non gli chiedi che pensa di te, viscido idiota! - sbottò Sirius.

- Perché per quello non c' è bisogno del Veritaserum. L' azione più bassa che hai commesso... Minus. -

Piton si fece attento...

L' altro esitava a rispondere... come se fosse indeciso.

- Credo... credo quando ho venduto un paio di mutandine di Lily in cambio di una torta. -

- COSA? - urlò James - E non ci hai offerto nulla? -

- Era la biancheria della tua ragazza, santo cielo! - fece Piton, fissando Potter.

- Già, è vero... non farlo più Peter... - disse James.

- Oggi è la giornata della biancheria intima... - sussurrò Gwillion scuotendo la testa.

- Sai che schifo... - borbottò Mac.

- Chi sa se erano usate o meno... -

- Usate... - disse Minus - mi era stato chiesto specificatamente.

- Ma chi gliele avrà chieste... - si domandò Severus.

- Io preferirei non saperlo a dire il vero... - disse Victor vagamente disgustato.

- Bagman... era ancora a scuola ai tempi. - fu la tranquilla risposta di Minus.

- Bagman! - quasi urlò Mac - Pure porco era! -

- A chi tocca adesso? - domandò Victor.

- Cosa pensi di Lily? - chiese improvvisamente Lucius - E' fedele a James? -

- Una volta ci ha provato con Black... ma stava finendo male... solo che per fortuna della fanciulla è facile incolpare i filtri dei serpeverde. -

- Cosa pensi di Voldemort? - domandò, improvvisamente, Severus a Minus.

- E' potente. - disse l' altro con la massima tranquillità. - Crudele ma potente. E questo conta di più. -

- Che gli avete dato... - sibilò Remus stringendo i denti.

- Solo Veritaserum... - sorrise Mac dal suo angolo.

- E tu... vorresti quel potere che lui ha? - incalzò Severus.

- Solo degli idioti non lo vorrebbero. -

- Minus al naturale... quale incanto. - mormorò Gwillion.

- Hai fatto... qualcosa per cercare il potere? -

- Ho raccontato quello che avevo sentito nel tuo castello... su Rockwood almeno... gli altri nomi non li ho detto. -

- Sentito cosa? - gridò Remus.

- Si... sentito cosa, Minus? -

- Che siete dei mangiamorte... tutti quanti. -

- E perché non l' hai detto ai tuoi amici? - domandò Gwillion.

- Non l' ho trovato conveniente... loro avrebbero fatto qualcosa di avventato e stupido. -

Sirius era impietrito... James... stupito.

- Non è possibile... - sussurrò Black.

- E tu sei... molto migliore dei tuoi amici, vero? -

- No Severus, loro sono migliori. E proprio per questo io non mi posso permettere i loro vacui eroismi. Ho cercato di essere come loro. Ma non sono all' altezza, non lo sono mai stato. E dunque... -

- E dunque? -

- E dunque inutile continuare nel patetico tentativo di imitarli. -

- Peter... - sussurrò Remus, con un filo di voce.

Black continuava a tacere, orripilato.

- Sei un traditore, Minus? - fece Severus.

- E' una domanda un po' vaga... -

- Tradiresti mai i tuoi amici? - disse allora Victor.

- Non lo so... non ci ho mai pensato. - il ragazzo socchiuse gli occhi - Lo farei immagino... se il gioco valesse la candela. -

- Basta! - urlò Lupin - Questo stupido gioco è durato abbastanza! -

- Non è uno stupido gioco... - fece Severus, cupamente.

- Allora cosa è? - gridò Black.

- Questo sta a voi deciderlo. - disse Lestrange - E se adesso volete andare... siete anche liberi di farlo. Non appena vi avremo impedito di rivelare questa... sgradevole conversazione, certo. -

- Sta diventando un' abitudine questa, mi sembra. - fu il commento di Remus.

- Siamo dei sentimentali... ci attacchiamo alle abitudini... -

- E voi, forse... - disse Piton - Dovreste essere un po' più svegli... -

- Non ci crederanno, non ora, è inutile. - disse Victor scuotendo la testa - Ma almeno non verrà mai loro in mente di scegliere Minus per un custodius... -

Severus assentì.

 

- Lucius... - mormorò Voldemort mentre il ragazzo entrava.

- Mio Signore... - fece l'altro con un leggero inchino.

- Guardami negli occhi... - sussurrò l' Oscuro.

Il giovane lo fece.

- Ricordi... adesso? Ricordi... la tua prova? -

L'altro si passò una mano tra i capelli...

- Si... -

- Siediti Lucius. - disse l' altro severamente.

Il giovane obbedì, turbato dalla strana piega che tutto stava prendendo.

- Tuo figlio... - sussurrò Voldemort - tuo figlio è riuscito là dove tu hai fallito. -

- Nella... prova? -

L' Oscuro annuì lentamente.

- Ha mostrato paura, sì... ma anche di sapere accettare i suoi difetti. -

- Ne sono... lieto... -

- E ha chiesto che la sua memoria venisse cancellata. Quando ha saputo che avrebbe dovuto... mentirti. -

Lucius si morse un labbro.

- Sai che non è mia abitudine offrire... quelle che vengono chiamate seconde possibilità. Ma... d' altro canto... -

- D'altro canto? -

- Le colpe dei padri... non devono ricadere sui figli. Non tra coloro che mi servono. Dunque... devi scegliere di nuovo, Lucius. -

- Cosa... come? -

- Tuo figlio... dovrà mentirti... o accetti il fardello del ricordo? -

- Lo... accetto... - sussurrò il giovane.

L' altro tornò ad annuire.

- Ehm... Signore, ed ora... vorrei chiederti... -

- Domanda. -

- Quelle due babbane... ora non ci servono più... non sarebbe meglio... ucciderle? -

- Io non uccido coloro che hanno il mio marchio senza un buon motivo. - disse l' altro seccamente - E se dovessi uccidere qualcuno... -

- Va... va bene, Signore... - fece Lucius con un sorriso, comprendendo l'antifona.

 

La camera era buia, e silenziosa. Uno specchio... attendeva.

Severus Piton avanzò... guardando lo specchio...

- Cosa vedi? - disse una voce alle sue spalle.

- Gwillion, nel mio laboratorio... -

- Hai visto... la tua futura vittima. -

Piton si voltò di scatto - Cosa?! -

- E' la tua prova. - disse l' altro, freddamente. Senza la benchè minima inflessione nella voce.

- Vuoi che uccida la mia fidanzata? -

- Troppo cara ti è quella donna... troppo del tuo cuore le hai donato. Lo specchio mostra... solo i più profondi desideri e le più profonde paure. E se non sei in grado di dominare nè gli uni né le altre... -

- Mi spiace. Non la ucciderò... -

- Credi davvero, Severus, di poter disobbedire a un mio ordine? -

- Se la uccido... sarei troppo spregevole anche per servirti. Posso uccidermi io se... desideri morte a tal punto! -

- Cosa sai tu di ciò che io posso desiderare? - disse l' altro, con sguardo imperscrutabile.

- Mi chiedi sangue che non posso darti. E se è una prova così abietta che mi proponi... no, non posso... -

- Entro domani colei che è apparsa nello specchio sarà morta. - disse Voldemort con un tono che non ammetteva repliche - Sta a te decidere il modo. Se cercherai di darti la morte... o più semplicemente esiterai sino al sorgere del sole... allora dimenticherai tutto di lei... e ucciderla nel modo più crudele diventerà all' improvviso sin troppo facile. -

Piton chiuse gli occhi - Sono certo che non la dimenticherò... e se devo ucciderla... ucciderò lei, ma solo per uccidere, poi, me stesso. -

- Se credi di poter vincere la mia magia... no, Severus, non puoi riuscirci. -

- Io... lo farò... posso... sempre gettarmi da quella finestra... -

Ma solo una vaga risata rimaneva nell' aria. Voldemort era svanito. E nelle mani del giovane rimaneva un pugnale.

- Sta bene... - mormorò Piton, e si avviò a cercare Gwillion.

Ma non fece in tempo a raggiungere la porta.

- Sono qui... - disse la voce di lei dall' ombra - Lui ha voluto... che assistessi. -

Piton abbassò la testa: - Allora sai... -

L' altra annuì, mordendosi un labbro.

- Non posso ucciderti... ma se non lo faccio ti ucciderà lui... nè posso uccidermi da solo a causa della sua magia... -

La giovane poggiò due dita sulle labbra del giovane mago.

- Dici cose che già so... ripetimi solo che mi ami... ne ho bisogno. -

- Io ti amo... e non so cosa devo fare... -

- Tu devi solo... vivere... - disse la giovane con gli occhi pieni di lacrime - perché io possa continuare a esistere in te. Se non è troppo ciò che ti chiedo... -

- Non posso... non posso... ma ci sarà un modo per morire... mi farò uccidere... -

- Severus... - disse la giovane tristemente - Io non vorrei... non vorrei. Ma... -

Poi incapace di dir altro cercò l' abbracciò del mago e lo strinse a se con tutte le sue forze.

- Non posso ucciderti... farò un'Imperius a qualcuno... ci ucciderà insieme... -

- Credi davvero che il mio incantesimo sia così facile da raggirare? - risuonò una voce irata - E' l' intenzione che conta, non l' atto materiale. -

- Io non la uccido! Io non ti servirò! - urlò Severus scagliando lontano il pugnale.

- Io mi sto annoiando... - disse una voce, e non era quella di Voldemort.

- E... Evan? - disse Gwillion sbarrando gli occhi.

- Co... cosa... - Piton si guardò attorno.

- Hai rovinato tutto... - era Victor a parlare adesso, e la sua voce suonava come divertita.

- Tanto la tempra morale di Severus... era bella che dimostrata, non è grave. - si giustificò l' altro.

Piton cadde a terra, seduto...

- Non devo... non devo... -

- Io speravo ci regalassero qualche bella scena d' amore... e invece c' è solo tragedia. -

- Ti spiace tacere adesso, Rosier? - disse Voldemort, chiaramente stizzito.

- Però è stato bello... - fece Mac asciugandosi gli occhi.

- Ho come una spiacevole sensazione... - disse Gwillion, e si sedette sul pavimento accanto a Severus.

- Non devo ucciderti... - ripetè Severus, stringendo l'altra.

- Questa è una cosa buona... molto buona. Non mi piace essere uccisa. O almeno così ritengo... dato che non ho mai fatto l' esperienza. -

- Ho fallito? - chiese Piton fissando Voldemort.

L' altro scosse lentamente la testa.

- Non hai fallito. -

- Non ho obbedito... -

- Ciò che conta è il motivo per cui fai o non fai... non solo le tue azioni in sé per sé. -

- Se può consolarti io gli ho riso in faccia... - disse Victor in un sussurro.

- Beh, Severus... - fece Lucius - Sei stato bravo. -

- Insomma, intendete stare ancora sul pavimento, voi due? - disse Rosier scuotendo la testa.

- Dovremmo alzarci... - e Severus tentò di farlo, con qualche difficoltà, e poi aiutò la sua fidanzata.

- Allora... la facciamo o no questa festa... - fece Rosier battendo un piede sul pavimento.

- Festa? - chiese Severus.

- Eccesso di fiducia nei tuoi confronti... - sussurrò Voldemort - nella tua buona riuscita. -

- Oh... - poi il giovane fissò Victor - Perchè hai riso prima? -

- Stessa prova... - disse l' altro scrollando le spalle - solo che Andromaca è persino più mangiamorte di me... e dunque cascarci mi riusciva piuttosto difficile. -

Piton sorrise appena, e scosse la testa, senza smettere di tenere la mano di Gwillion.

- Certo siamo proprio un bel gruppetto di eletti... - fece Rosier guardandosi intorno.

- Così è... - sospirò Lucius, e poi sorrise.

- Quel sospiro era forse una critica rivolta alla mia persona? - esclamò l' altro con aria falsamente indignata.

- No... è che... e se lo fosse? - ghignò l'altro.

Evan sollevò un pugno, ma i suoi occhi ridevano.

- Mi spiace interrompervi... - fece Voldemort - ma manca ancora una cosa perché la prova sia veramente conclusa. -

- Co... cosa? - chiese Piton - Non uccidere Gwill, vero? -

- In realtà date le tue reazioni la domanda diventa quasi una formalità... -

- Provi ira, rancore, bla bla bla, qualche sentimento del genere che ti fa desiderare di non servire più il nostro Signore? - fece Evan in tono stanco.

- Ma non smette mai di parlare? - sussurrò Draco a suo padre.

- Solo... stupore... - fece Piton.

- Guarda dentro di te, Severus... - sussurrò Voldemort fissandolo negli occhi.

- Lo ho fatto... - fece il giovane - E' stato tutto troppo veloce perchè potessi... odiare... -

Evan si nascose il volto tra le mani.

- Adesso dobbiamo sorbirci una replica... -

- E il pensiero che io abbia giocato in questo modo... ora... non ciò che credevi prima, ma ciò che sai vero adesso. -

- Non posso odiarti... ma sapevo che sei... crudele, questo lo sapevo. -

- Non ti chiederò altro. - disse l' uomo. Ma non smetteva di fissare l' altro negli occhi.

Piton fece un mezzo sorriso.

- La prova è conclusa, è stata superata. -

E il pugnale ancora tra le mani del ragazzo assunse il colore dell' aria.

- Superata... - sussurrò il giovane, e socchiuse gli occhi.

- Ti amo... - mormorò allora Gwillion - Per tutto ciò che sei... ti amo. -

Severus si voltò, e strinse la giovane con tutte le sue forze - Ti amo anche io... anche io... ed ora so quanto, davvero... -

L' altra non disse nulla... ma il suo sorriso... diceva infinite parole.

- E adesso... cosa potrebbe separarci? Nulla... io dico. -

- Nulla. -

 

- Ma tu... sei sicura di quanto hai detto, Blanche? -

- Albus... li ho sentiti... parlavano di un dono... a forma di serpente. E quel dono io l' ho visto... proveniva da... da lui. -

- Diresti di più, se l' incantesimo di Voldemort non ti impedisse di parlare, non è vero... mia cara? -

L' altra riuscì a sento ad annuire.

- Ma adesso va... vai, ho detto. La nostra preda è vicina... e sta ascoltando. -

Mac fece qualche passo avanti, deglutendo.

- Fai giochi troppo pericolosi... ragazza del futuro... - disse Silente scuotendo la testa.

L'altra socchiuse gli occhi - E tu farai una brutta fine... vecchio imbroglione... - ma era... spaventata.

Blanche Du Bois rise, mentre si allontanava.

- No, non credo. - disse il vecchio scuotendo appena il capo.

- Perderai... idiota... - fece Mac sollevando la testa - Non puoi fare nulla... -

L' altro nemmeno si degnò di rispondere.

- Dimentica... tu hai dimenticato... e porterai con te la rovina... senza saperlo. -

Gli occhi della giovane erano sbarrati.

- Vai da lui... e sarà il tuo amore a distruggerlo. -

Mac si allontanò... del tutto inconsapevole.

- Avete sentito, non è vero? - fece Silente senza nemmeno voltarsi - Ciò è bene... così non dovrò spiegarvi più di tanto. -

Black aveva gli occhi sbarrati.

- Cosa... succede? - sibilò Remus.

- Voldemort è al castello... ma gli ho teso una trappola. C' è un ruolo anche per voi, comunque. -

- Per... noi... - fece James.

- Dovete tenere lontani i giovani di Serpeverde... portateli fuori dal castello con una scusa, una sfida... e che nessuno degli amici di Piton e Malfoy rimanga nei sotterranei. Siamo intesi? -

- Si... si... - mormorò Black - Andiamo... -

- Andiamo. - ripetè Remus.

 

Lord Voldemort osservava il cielo di primavera... era strano trovare attimi di così languida lentezza... eppure talvolta... accadeva. Persino a uno come lui.

- Mio Signore... - sussurrò Mac, scivolando al suo fianco.

- Credevo di esser solo... - mormorò l' altro con un sorriso.

- Non lo sei... ti dispiace? -

- Tornerò ad esserlo... comunque. - e c' era quasi rimpianto nella sua voce.

- Davvero tornerai ad esserlo? -

- Tutti lo siamo, in fondo. -

- Non sempre... -

- Lo credi davvero? -

- Si, mio Signore... -

L' altro sorrise, e passò una mano delicatamente tra i capelli di lei.

- Non essere solo, Signore... a meno che tu non lo desideri. -

- Non parlare... non dire più niente... nelle parole c' è più solitudine che in uno sguardo a volte. -

- Mi spiace... riesco sempre a rovinare tutto... -

- E' una menzogna... questa è una menzogna... - disse l' uomo con voce dolce.

- Non dico che cose sbagliate, mio Signore... - l'altra scosse la testa - E posso fare ben poco per te... -

- Hai fatto già più di quanto non pensi... perchè non sono solo... in questo momento, in questo breve istante. -

- Allora sono felice! -

L' uomo sorrise... ma nel suo sorriso alla dolcezza si mescolava la fame, mentre cercava le labbra dell' altra.

- Ti amo... - sussurrò l'altra, prima di immergersi nel bacio di lui.

 

 

 

- Aprite, dannazione, aprite! -

- Sbaglio, o mi sembra di sentire le voci dei Grifondoro, Severus? - sussurrò Gwillion.

- Aprite questa maledetta porta! - urlo Remus Lupin.

- Apriamo... - fece Severus, stupito...

- Silente... - disse il mannaro... poi si interruppe, come per riprendere fiato.

- Silente cosa?! - fece Severus improvvisamente allarmato.

- Ha incantato... l' amica della tua fidanzata. -

- Chi? Come? -

- Mariacarla... l' ha stregata... - Remus chiuse gli occhi - Vuoi chiamare la truppa a raccolta... sono ancora sconvolto... almeno avrò il tempo di tornare a connettere. -

- No aspettate... Silente l'ha stregata... perchè?! -

- Per tendere una trappola... - il giovane si interruppe mordendosi un labbro.

- Una... trappola? - chiese Lucius, facendosi avanti.

- Al vostro signore! - disse l' altro con voce isterica.

Piton quasi cadde a terra per lo sgomento.

- E voi che ci fate qui? - disse Victor avvicinandosi con sguardo cupo.

- Ecco noi... - sibilò Black a denti stretti - Noi... -

- Se ha fatto questo con lei... - Remus scosse la testa.

- Deve essere... un verme... - terminò James con aria svagata.

- E se l' ha capito persino James... - fece Rosier con una smorfia.

- E non vi ha fermati piuttosto? - tornò a dire Victor - Non si è accorto della vostra presenza? -

- Crede siamo dalla sua... - fece Black.

- Ci ha mandato a distrarvi. - disse Remus in un sussurro - Ma dopo tutto quello che ci avete detto... il quadro si fa sin troppo cupo. -

- Ma adesso... si deve fare qualcosa! - fece Severus.

- Aspetta, - fece Victor allarmato... - Ho una strana sensazione... una strana magia nell' aria... -

 

Lord Voldemort si stacco dall' altra con uno sguardo di fuoco.

- Sono... siamo stati tratti in inganno. - sibilò.

E una rete di luce dorata si era creata tutt' intorno a loro, intrappolandoli.

- Cosa... - sussurrò Mac - Cosa... -

E quella luce... era tagliente, crudele. Un urlo sfuggì alle labbra dell' uomo.

- Mio Signore! - gridò l'altra.

Poi qualcosa... accadde.

Una strana nebbia verde invase la stanza... e un sorriso... un sorriso di riconoscenza apparve sul volto del mago.

- Cosa... mio Signore... - sussurrò Mac.

Ma l' altro non fece a tempo a rispondere.

La porta si aprì, e fermo sulla soglia c' era il volto cupo di Silente.

- Siamo in una situazione di stallo, dunque, Tom Riddle. -

- Ora ricordo... - sussurrò Mac - E' stato lui... -

- Te ne stupisci, forse? - disse Voldemort con una smorfia.

- Sono stata così idiota... - sussurrò lei.

- Tu non hai colpa. Avrei dovuto accorgermi... e comunque non è questo il tempo per le recriminazioni. -

- Concordo. - disse Silente - E dunque, Tom... non posso toccarti... sarebbe lei a morire... -

- E con ogni probabilità tu la seguiresti! - disse l' altro in un ringhio.

Mac osservava la scena...

- Un' idea piuttosto sgradevole, non trovi? - disse il vecchio... mentre un vago luccichio proveniva dalle mezzelune dei suoi occhiali.

- Ed allora? - si azzardò a chiedere la giovane.

- Dovresti chiederlo al tuo Signore... ragazza. Mentre valuta se le possibilità della mia morte sono tali da permettergli di correre il rischio... di rompere lo stallo. -

- Non puoi fermarlo, Signore? - fece Mac voltandosi.

- Siamo in uno stallo... tu sei lo schermo che mi protegge. E non posso fare nulla senza danneggiarti. Per trarti fuori dalla nostra lotta... dovremo essere di comune accordo... io e lui. -

- Uccidilo... non curarti di me... -

- No. - disse l' altro con fermezza - L' Oscuro non conosce amore. Ma sa ciò che deve, e il prezzo di ciò che mi hai dato è grande. Io non ti tradirò, non così facilmente. -

L'altra si morse le labbra.

- Che scenetta commovente... - sussurrò Silente - Allora, aspetti la mia offerta, non è vero Tom... è strano accorgersi che nonostante tutto tu sia rimasto... ingenuo. -

- La tua proposta... preside. -

- Voglio che tu sparisca, diciamo per una quindicina d' anni. - fece l' altro senza mezzi termini - E' troppo presto, troppo presto per lo scontro finale. Non mi conviene ucciderti adesso. -

- Uccidilo! - incalzò Mac - Uccidilo, Voldemort! Non puoi fidarti! -

 

- Due magie che si fronteggiano... - mormorò Lestrange - E una terza, più debole, tra loro. Ma capace di fare da perno... di impedire lo scontro. -

Piton si morse le labbra - Ed ora? -

- Dobbiamo correre! - esclamò Rosier.

- Hai idee?! -

- No... - ammise l' altro scuotendo la testa.

- Andiamo bene! - sussurrò Malfoy.

- Se voi vi avvicinate... non è peggio? - mormorò Lupin.

- Certo... la nostra presenza potrebbe spingere Silente a una mossa affrettata... - disse Victor scuotendo il capo.

- E allora, e allora e allora?! - fece Andromaca, agitata.

- Sarebbe bello se Silente fosse colpito... dalla sindrome del cattivo nella scena finale... - disse Gwillion, assorta.

- Cioè? - domandò Andromaca.

- L' insopprimibile tendenza a parlare... a spiegare i propri motivi, le proprie trame, eccetera, eccetera. -

- Il mio congegno! - strillò Rosier.

- Il registratore? - domandò Severus.

- Sputtaniamo Silente! - disse l' altro annuendo.

- O quanto meno minacciamo di farlo. - aggiunse Draco serafico.

- E sia! - fece Lucius - E così lo avremo in pugno! -

 

- Temi che i frutti della mia sconfitta vadano a Crouch o a qualcun altro? O semplicemente non vuoi ammettere di essere stato così cieco di aver ammesso nell' Ordine della Fenice l' Oscuro Signore in persona? -

- Un po' l' uno, un po' l' altro. -

- La tua proposta è inaccettabile. Non abbandonerò coloro che mi sono fedeli. -

- E dunque? -

- Dunque ucciderà te! - sibilò Mac.

- Io pensavo piuttosto a una semplice controproposta. La morte di Loki Annwyn... e un piano comune per screditare il capo degli Auror, magari. E poi... ognuno per la sua strada. -

Mac scosse la testa, e si trovò a fissare la finestra.

Vide la testa arruffata di James Potter... e una mano che la faceva calare di scatto.

- No... non va bene, Tom, te la cavi con troppo poco. -

E poi... quella stessa mano. Aveva in mano una strana sfera rosata...

- Tocca a te adesso... con le proposte, credo. -

Improvvisamente Mac comprese...

- E' chiaro che questa storia debba finire in un solo dannato modo... - fece Mac - Qualunque cosa ne diciate... ma se devo morire, Silente... voglio sapere perchè! Cosa ci guadagni? -

- Una domanda sciocca... da una ragazza sciocca. - fece l' altro scuotendo la testa.

- E' il mio ultimo desiderio! Sarò sciocca... ma voglio sapere... io non capisco! -

- Non è detto che tu muoia... comunque è semplice... non ho perso tanto tempo a creare un essere come l' Oscuro... perché fosse un altro a cogliere la gloria, e l' onore. -

- Crearlo?! Hai detto "creare l'Oscuro"?! Come... -

- Io dissento... - fece Voldemort incrociando le braccia.

E Silente rise.

- Devo essere a raccontare io la storia... assassino Tom... la ricordi quella parola... quanto ti ha perseguitato? -

- Continua Silente... -

- Un ragazzino che gioca con un basilisco... era così facile, una preda così... adeguata... -

- Tu sapevi tutto Silente? Sapevi chi era l'erede di Serpeverde, e del basilisco... e Mirtilla Malcontenta? -

- Se non fosse stata lei... avrei dovuto mandare qualcuno di fronte agli occhi del re dei serpenti. Tom era così attento... a non uccidere nessuno definitivamente... -

- Non ci tenevo a tornare nell' orfanotrofio. - disse l' altro in un sussurro.

- Dunque... quello fu un incidente. In realtà l'intera situazione era pilotata da te... come ora! Avresti sfruttato anche James Potter per venire a capo di tutto ed avere tu il potere e l'attenzione... -

- James è così... così perfetto per fare il martire... - disse l' altro sorridendo.

La testa di Potter comparve per un altro istante... ma venne prontamente calata.

- Tu vuoi il potere... e sei pronto a sacrificare tutto e tutti per averlo... è così? -

- Strane parole... strane accuse in bocca a chi serve l' Oscuro Signore, fanciulla. Ma non temo di dirti che è così. -

- Se Voldemort è l'Oscuro Signore tu sei... molto peggio! Non puoi negarlo! -

- Se preferisci crederlo... - l' altro sorrise - credi che m' importi? -

- Sei uno spregevole... e quante altre morti hai causato per i tuoi fini... -

- Credi che tenga il conto per te? E... - il mago socchiuse gli occhi - le tue domande... -

- Cosa? - fece Mac, socchiudendo gli occhi.

- Io non... - il mago si voltò verso la finestra.

- Cosa c'è... Silentuccio? -

- Credo abbia mangiato la foglia... - sussurrò Voldemort sorridendo.

Il vecchio mago spalancò la finestra...

Un Lupin sorridente galleggiava pochi metri più sotto.

- Sei fregato vecchiaccio... - sibilò Mac.

- James è già corso a consegnare il congegno a chi di dovere... - disse Remus con espressione tranquilla... - Ho solo una domanda io adesso... -

 

- Perché. - disse Remus - Vorrei solo sapere il perché. -

- Perchè? - domandò Severus.

- Metterci in guardia e tutto il resto. -

- Tornava a nostro vantaggio, ovviamente! - fece Lucius.

- Si ma... -

- Ma? -

- Che dire... vi siete persino svelati. E anche se è tutto andato a vostro vantaggio... non conoscevate certo il futuro! -

- Beh, ci proviamo, sai? - sorrise Piton.

- Oh, beh... tanto i vostri motivi li terrete per voi... comunque. -

Malfoy sorrise.

L' altro si allontanò cupo in volto.

- Chi sa che faranno i poveri Grifi adesso... - sussurrò Gwillion.

- E chi può dirlo? Patiranno... io spero! Ora sanno che siamo noi i migliori, inequivocabilmente! - disse Severus.

- E' spiacevole perdere ogni punto d' orientamento... - l' altra scosse il capo - E come se non bastasse l' anno prossimo... sarà l' ex capocasa di Serpeverde il nuovo preside... -

Piton sospirò, entusiasta.

- E adesso che è tutto finito... - la ragazza inclinò il capo.

- Cosa? -

- Devo trovare qualcuno che mi ospiti per i mesi delle vacanze estive... -

Piton sorrise - Si va tutti a casa di Lucius, no? -

- Cosa?! - fece Malfoy... e poi sorrise.

- Mi viene in mente una pessima battuta... che ho usato in passato... - disse l' altra arrossendo.

- Cioè? -

- Poi te lo dico... -

- Non sarà contro me? - chiese Lucius.

L' altra non rispose... evitando lo sguardo dell' altro.

- A cena o per cena? - disse poi in un sussurro - Dai Malfoy... -

Piton ridacchiò.

- Ecco, appunto... - borbottò Lucius - Ma io non sono ancora così disperato da abbassarmi a mangiare carne babbana... - disse poi, allegramente.

- Era più o meno la risposta che immagino... - disse l' altra in un sussurro - Non da parte tua si intente... un minimo di spirito di conservazione l' ho anche nelle scene immaginarie... in genere. -

Malfoy ghignò.

- Non c' è un modo indolore per cambiare argomento? - fece poi Gwillion, dopo un attimo di silenzio.

- Indolore... - Lucius scosse la testa, ma poi si allontanò di qualche passo, distratto da altro. E Severus tornò a fissare la giovane.

- A cosa pensi... - sussurrò lei.

- A te. -

E l' altra sorrise.

- Sono successe tante cose... -

- A me lo dici... -

- Si, si... esattamente a te! - ridacchiò l'altro.

Gwillion inclinò la testa... e socchiuse gli occhi. Fissando il giovane mago con uno strano sguardo.

- Cosa c'è? - domandò Severus, senza smettere di sorridere, con gli occhi che brillavano.

- Solo non sono sicura di capire dove vuoi arrivare. -

- Davvero? -

- Davvero. -

- Eppure... non riesco a crederlo. -

- Credi che ti menta? - disse lei spalancando gli occhi - Sono stata pressocchè al centro dei cambiamenti... quindi che necessità c' è di farmeli notare? -

Severus le pose un dito sulle labbra e socchiuse gli occhi - Forse... non riesco a spiegarmi... colpa tua, mi confondi... -

Lei non disse nulla, baciò solo quel dito sottile sulla sua bocca, e attese.

- Ora ragioniamo... - sussurrò lui, e cercò un bacio vero.

- Io sto cessando di ragionare... - rispose l' altra. E poi tornò a ricercare la sua bocca.

- Ti va di ritirarti... di là? O desideri restare qui a chiacchierare? -

- Di là... - ripetè l' altra con sguardo sognante.

- Andiamo... - sussurrò l'altro.

 

- Il giardino è così silenzioso... - mormorò Voldemort.

- Dalle mie parti si dice che il silenzio canta... - sussurrò Mac.

- Si dice bene... - disse l' altro con un sorriso.

La giovane si limitò a rispondere a quel sorriso, con gli occhi luminosi.

- Sono... sono quasi deluso del ruolo che ho avuto in tutta questa faccenda, sai? - mormorò l' uomo scuotendo il capo.

- Deluso? Perchè, Signore? -

- Salvato... da dei Grifondoro... o almeno anche da loro. -

- E tutto... per colpa mia... -

- Non dirlo... per favore. - fece l' altro inclinando il capo.

- Purtroppo è vero. E se desideri punirmi per questo... io posso accettarlo. Hai rischiato troppo a causa della mia stupidità... io non ho potuto oppormi a Silente... e se, come mi prospettasti un giorno, vuoi uccidermi o condannarmi a vivere dandomi ai tuoi servi... io... - l'altra scosse la testa, ricacciando le lacrime.

Lord Voldemort battè con il piede per terra.

- Quando hai finito avvertimi. Così ti dirò con calma quello che ho in mente per te... ed eventualmente tornare ad autocommiserarmi come desideravo. -

L'altra si interruppe, e fissò il mago.

- C' è una torre, in abbandono... -

La giovane lo fissava senza capire.

- Nimrodel è il suo nome... ereditato dal suo antico costruttore. C' è chi la chiama tuttavia... Babele. -

E a questo punto... Mac spalancò la bocca - E... - disse.

- Una torre... ha bisogno di una castellana. -

- Continua... -

- Non c' è molto altro, temo. - disse l' altro con un sorriso.

- Sono... esiliata? Esiliata alla Torre? -

- No, se tu non lo vuoi. -

- Non riesco a comprendere... - la giovane scosse la testa - desideri allontanarmi da te? -

- La torre è la mia dimora... -

L'altra sorrise: - Non è ancora tempo di separarci... presumo? -

- Mi stai prendendo in giro, fanciulla? - fece l' altro con una smorfia.

- Mio Signore è che... tutto ciò che da quando mi hai incontrata mi hai detto... sembrava preludere ad una nostra separazione... più o meno prossima, ma quasi certa... -

- Intendi dal primo giorno? O da questo pomeriggio? Giusto per regolarmi. -

- Da quando ho scoperto chi eri... - fece l'altra con un sorriso.

- Non contavo altri giorni prima... e poi... avresti dovuto immaginare che il senso della caducità... della fine e del distacco... avessero una grande presa su di me. -

- Ebbene posso immaginarlo... ma riferirli a me... -

- Non dovresti fidarti di tutto ciò che dico... specie se si tratta di allusioni, e non parole certe. -

- D'accordo. E dunque, senza allusioni e parole incerte... qual è la situazione? -

- Che tu sei mia, mi appartieni, e continuerai ad appartenermi. -

- Mi sta più che bene... e dunque, in una torre o qui... mi basta di essere con te. -

L' altro sorrise, e scostò leggermente dalla fronte i capelli dell' altra.

- Sei bella... - sussurrò.

- Grazie... -

E il sorriso di Voldemort, freddo eppure gentile... si unì alle labbra di lei.

 

- Non so se sono più contenta perché Silente ha fatto fagotto... o perché si è portato dietro la strega. - disse Narcissa.

- Sarà una vera storia d'amore la loro? - domandò Andromaca.

- Ci vorrebbe almeno una creatura in grado di amare... io credo. - rispose Gwillion allungando una mano verso una fetta di torta.

- Si... direi... - fece Lucius con una smorfia.

- Aspettate... - disse Rosier avvicinandosi - Qualcosa non mi quadra... davvero ho sentito bene... -

- Cosa? - domandò Andromaca.

- Lucius Malfoy... - esclamò il ragazzo con gli occhi sbarrati - dico, Lucius Malfoy... ha realmente assentito alle parole di una... scusa Gwillion, non lo dico più... babbana? -

- Hai sentito male... - sibilò Malfoy.

- Ah, ecco... mi pareva. Mi sento meglio adesso. -

- Sempre a fare il buffone Rosier? - disse Victor avvicinandosi.

- Beh, è divertente lui... - sorrise Mac.

- Se facesse il buffone senza nemmeno riuscire a divertire sarebbe una vera tragedia. - rispose Lestrange.

- E' una tragedia, comunque... lui. - ghignò Severus.

- Non esageriamo, adesso... è sopravvissuto sei anni con noi, in fondo... -

- Vuoi dire che deve aver imparato qualcosa... necessariamente? -

- Che se fosse davvero tragedia... adesso non avrebbe più modo di imparare. -

Piton rise di gusto.

- Dato che abbiamo preso il grazioso argomento... - tornò a dire Rosier - Ma non Blanche non dovevamo ammazzarla? -

- Beh c'è sempre tempo... - valutò Mac.

- Ma io... - Evan incrociò le braccia e mise il broncio.

- Ma tu? -

- Lasciamo perdere... pensiamo a divertici. -

- Esatto! Festa! - fece Piton.

- Non per nulla abbiamo vinto la battaglia... - mormorò Victor - e la coppa delle case... e quella del quidditch... -

- Si... si! - fece Severus con aria trasognata, mimando il gesto di sollevare il trofeo del quidditch.

- Alla faccia di Silente... e ai duecentosessanta punti della pietra filosofale... - sussurrò Gwillion in una smorfia.

Mac rise allegramente - Se non altro nessuno ruberà più la vittoria a noialtri! -

Draco sbattè la testa sul tavolo:

- Se non altro... Ma perché dovete ricordare quel giorno infausto... siete crudeli! -

- D'accordo, basta! - rise Mac.

- Eh, no. - esclamò Rosier - Adesso spiegate anche a noi! -

- Sicuro di voler sapere come Silente fregava sui punti della Coppa delle Case? - disse Piton - A me è stato raccontato e... non è bello! -

- Un motivo di più per odiarlo... - disse Victor con un sorriso.

- E per festeggiare che sia andato via... -

- Io me lo immagino in qualche isola tropicale con il naso bruciato e le alghe tra i capelli... - disse Evan sognante.

- Si, e Blanche con un gonnellino di paglia che balla la hula con i fiori tra i capelli... - disse Lucius con una smorfia.

- Così volgare... - mormorò Narcissa - degno di lei... -

- E berranno dalla stessa noce di cocco... e poi Silente asciugherà le labbra di Blanche con la barba... - mormorò Mac.

- Oddio... vomito... - disse Gwillion portandosi una mano alla bocca.

- E poi vanno a dormire in una palafitta, e si coprono solo di grandi foglie di palma... e Blanche orna la barba di Silente con piccole lucenti conchiglie... - rincarò Mac.

- Intanto Silente non potrà più tornare in Inghilterra... - disse Victor - perché non appena varcherà i confini del suolo patrio... -

- Il mio apparecchietto riprenderà a funzionare! - terminò Evan.

- Svergognandolo, nel caso! - terminò Severus.

- Ah, ma certi sogni non si avverano mai. - disse l' altro scuotendo il capo - Silente è ai tropici per motivi di salute... e non tornerà senza essersi prima protetto le spalle. -

- Non si può mai dire... e poi magari se lo mangerà un pescecane... - fece Lucius.

- Poveretto... -

- Poveretto?! -

- Credo che Evan intenda il pescecane. - disse Lestrange sorridendo.

- Beh... già... - ghignò Malfoy.

- E il futuro svanì... - disse Gwillion scuotendo il capo - ma poi... chi sa. -

- Ci saranno altri futuri... - disse Severus.

- Speriamo non altri visitatori... - mormorò Draco - perché se no si potrebbero avere problemi di sovraffollamento. -

- Già... soprattutto se fossero certi visitatori... -

- A chi ti riferisci, Severus? - disse Gwillion con un sorriso.

- Chissà... - Piton ghignò.

- Severus preferisce le visitatrici... - sussurrò Rosier.

- Razza di cretino! - sibilò Severus arricciando le labbra.

- Non è vero? - fece quello sbarrando gli occhi.

- Attento... - disse Gwillion con un sorriso - Sta attento... Evan Rosier... -

- Ti conviene metterti contro di noi? -

- Due contro uno... - il giovane sorrise - no, non mi conviene. -

- Allora è estate ormai... - fece Lucius Malfoy - Andiamo a fare un tuffo nel lago?! -

- Bella idea... - ridacchiò Mac.

- Si fa a chi non viene affogato dalla piovra gigante? - sorrise Severus stringendo Gwillion - Per ora è questa... tutta l'avventura che ci meritiamo... -

- No, il nostro meritato riposo! - fece Lucius, e tutti risero di gusto.

 

 

CAST

Mariacarla: Sirius, James, Severus, Lucius, Andromaca, Karkaroff

Gwillion: Voldemort, Lupin, Minus, Silente, Blanche Du Bois, Victor, Evan, Wilkins, Avery, Draco, Dolohov, Narcissa, Hagrid. Arthur.

 

[fuori]