Parte IV

Consolare quella donna era l' ultima cosa che Piton desiderasse fare, eppure c' era una cosa che doveva dirle, se non altro perché si trattava di qualcosa che presto o tardi sarebbe dovuta saltar fuori COMUNQUE.
- Anormale, anormale... vorrei sapere chi mai vi ha messo in testa che i babbani siano migliori di noi, il fatto che siano di più non vuol dir nulla, anche gli australopitechi e i neanderthal in origine erano di più... e adesso non ci sono più. -
No, non era questo quello che doveva dire, ma il pianto convulso della donna aveva riportato in lui stralci della propaganda mangiamorte che quasi aveva dimenticato. D' altronde era innegabile che tutto quello che aveva detto fosse vero, più discutibile invece era... l' aiuto che Voldemort stava cercando di dare all' evoluzione.
- Se può consolarvi potete dare la colpa a me, e alla spilla che vi ho regalato. - disse infine - Perché è stato il gioiello in fondo a risvegliare quei poteri che voi avevate così accuratamente represso. -

- La...la spilla? Questa spilla che sembra un occhio? Questa cosa che lei mi ha dato? Questa spilla... - Petunia tirò su col naso. - È stata questa? È solo colpa sua... ediochehorischiatodiimpazzireuàààààààààààà! Ecco perché... sigh... i maghi sono cattivi... non hanno in nessun conto i sentimenti delle persone! Anche io, che non sono una maga, ho commesso questo orrido crimine ed ero solo una bambina, i maghi sono cattivi! -
Improvvisamente il tono di Petunia si fece da lamentoso, duro.
- Voi non tenete in conto i sentimenti della gente! Per voi tutto è facile, tutto è dato... Non è vero che siete come noi! Per voi è più facile essere malvagi, mutare la sorte delle cose a vostro piacere. Del resto anche il modo in cui lei è entrato qui dentro denota tutta la sua prosopopea! Signor Slythering, lei è entrato come un padrone... e noi eravamo gli inferiori... sennò perché usare un trucco come la spilla, e chissà che altro! Perché io dovrei liberarmi della mia... mediocrità? Devo lasciare una mediocrità per una finta grandezza? -
Petunia scrollò le spalle, chiedendosi cosa stesse dicendo...

- Premesso che non tutti i maghi sono cattivi, ma che IO ho la fama di esserlo, e temo non sia immeritata, volendo anche lasciare da parte i suoi ripetuti tentativi di avvelenarmi, e dimenticando infine che non sono venuto sin qui per farmi beffe di voi ma per proteggervi, per proteggere Potter in verità ma il vostro destino in un certo senso è legato al suo, accantonando tutto questo, dicevo, se ciò che vi offre la magia e il potere non ha alcun interesse per voi, tutto quel che dovete fare è imparare a controllare le vostre capacità, capacità che la spilla ha risvegliato ma non creato, e poi potrete tranquillamente tornare a richiuderle in un cassetto. Un simile comportamento io lo giudicherei da mentecatti, ma io, ormai si sa, sono un mago cattivo. - Piton tirò un gran sospiro, e poi sorrise, sorrise perché forse aveva finalmente trovato il modo per farsi ascoltare da quella sciocca, o forse per farla urlare ancora di più. - Giusto per la cronaca: i biscotti che ho dato a suo figlio lo faranno ingrassare di una ventina di chili in due giorni se non si corre al più presto ai ripari. E Harry non è in grado di preparare la pozione che fa al caso nostro, ed io non intendo farlo. Ma insegnerò a lei la formula... sempre che non preferisca rifare il guardaroba al suo Duddy, piuttosto che sporcarsi con i nostri malefici intrugli. -

- Du... Du... Duddy cosa?
Petunia sbiancò. Una cosa era scoprire di aver dimenticato di possedere poteri magici; una cosa era vedere soprammobili che volavano per casa... ma tutt'altra cosa era sapere che Duddy si sarebbe espanso di lì a poco!
- Il mio Duddy, Tesorino-piccino?! Dolce della mamma... è stato stregato! -
In un'altra occasione Petunia Dursley, donna che fino a poche ore prima amava vantarsi della sua normalità, avrebbe gridato... come del resto la maggior parte delle dame inglesi di buona famiglia. Ma adesso.. .i suoi orizzonti si erano notevolmente ampliati. Adesso stava valutando la situazione.
- Per Duddy io...mi sporcherò le mani! -
"E se adesso molte cose sono cambiate... una non lo è di certo, Slythering! Anzi... Adesso potrei trovare persino nuovi mezzi.. .per sistemarti!"
- Però... un momento... e mio marito? Mi sa che ce lo siamo dimenticati... -

- Crede forse che i sentimenti di suo marito mi interessino più di tanto? Ringrazi il fatto che è ancora intero dopo... -
dopo che mi dato quel pugno, pensò Piton, ma non completò la frase.
- Adesso sta a te, Petunia decidere cosa a più urgente. Se preferisci iniziare a preparare il beverone per il tuo grasso figliolo, o se invece vuoi scendere a confortare Vernon Dursley, e a spiegargli che la sua normalità si è ormai profondamente incrinata, e rischia di andare in frantumi. Oppure chissà, il tuo adorato maritino potrebbe decidere che c' è un bell' ospedale proprio vicino a San Bruto, e spedirtici. O forse non lo farà, accetterà di avere una mezzastrega come moglie, ma io con la mia cattiveria tendo a vedere il peggio anche in chi mi sta intorno.  -

- "Mezzastrega", prego? Mezzastrega cosa? Signor Slythering... dovrebbe prendere uno zuccherino... addolcirsi la bocca e... il resto! Tsk... e credo proprio che San Bruto sia articolo più per lei che per me! In quanto a Vernon... aspetterò che sia lui a chiedere di sapere... tsk! San Bruto! A San Bruto ci vai tu! Uhm... ma adesso pensiamo a Duddy... Duddy caro... -

"Duddy caro" avendo sentito pronunciare il suo nome accomunato a un'altra parola che assomigliava molto a "biscotti", si era affacciato curioso e sperante alla porta della sua camera. Nonostante l'enorme trangugiata di prima, il suo stomaco reclamava ancora da mangiare!

Vernon era al piano di sotto. Immobile con lo sguardo vuoto nel corridoio.
Sua moglie non poteva essere una strega.
Aveva visto sua moglie prendere quella stilografica che Slythering le porgeva e che diceva essere una bacchetta magica.
Non era una strega.
L'aveva vista strabuzzare gli occhi di fronte a una normalissima parete.
Non era una strega.
L'aveva vista correre costernata a destra e sinistra per poi rifugiarsi al piano di sopra.
Non era una strega.
L'aveva sentita gridare e piangere mentre vari oggetti nella casa fluttuavano.
Non era una strega.
Aveva visto Slythering squadrarlo e seguirla di sopra sospirando come se avesse avuto a che fare con una pazza isterica.
Non era una strega.
La sua Petunia non era una strega.
Petunia.
Non lei.
Non Petunia.
Lentamente si mosse oscillando. Sentiva la sua mente vuota e pesante nel contempo.
Questo silenzio improvviso, questa improvvisa affinità che sentiva formarsi tra Petunia e Slythering non gli piaceva.
Non conosceva più Petunia.
Entrò in cucina respirando appena e si preparò un caffè corretto più per sfuggire alle stranezze che si stavano concretizzando dalle altre parti della casa che per una reale necessità di una bevanda calda.

 

- La magia non ci rende automaticamente malvagi, Petunia - disse Piton, ignorando l' astio che aveva percepito nei pensieri della donna - la magia, come qualsiasi forma di potere del resto, è simile a una fiamma, e può uccidere ma anche riscaldare, cauterizzare ferite, e illumina ciò che siamo realmente, impedendoci di nascondere la nostra vera natura. Se hai paura della magia hai paura di te stessa. -
Pronunciando queste parole Piton poggiò un ginocchio sul bordo del letto, e tese una mano all' altra, per aiutarla ad alzarsi. Solo che il nuovo peso fu troppo per la gamba che Petunia aveva segato a metà, ed il letto crollò improvvisamente su se stesso. La donna finì a terra, trascinandosi dietro la coperta con gli orsacchiotti ricamati e lenzuola dal color di rosa; Severus dal canto suo barcollò per un istante, e poi cadde dritto addosso a Petunia Dursley.

Dudley accorse a tale frastuono. La scena che gli si presentò davanti agli occhi fu quantomeno disdicevole: quello straniero era saltato addosso a sua madre!
Il ragazzo non aveva nessuna ragione di avere male contro quello strano individuo, ma non ci volle molto a fargli fare un piccolo ragionamento: se quel tipo avesse voluto conquistare l'affetto di sua madre, avrebbe dovuto conquistarsi anche il suo. E poi i biscotti che prima gli aveva offerto erano veramente buoni!
Con questo disinteresse il piccolo e caro Dudley si buttò nella mischia addosso a Slythering nell'amorevole ed eroico gesto di aiutare sua madre.

- Per un attimo Petunia annaspò, come un pesce fuor d'acqua. Solo che a lei mancava... l'aria...
Il letto, la trappola che aveva preparato... si era rivoltata contro di lei! E Slythering le era piombato addosso... e poi (era un'altra magia?!) il peso si era raddoppiato... non aveva visto come, né perché... adesso Petunia sapeva solo di stare per soffocare...
Agguantò Slythering e gli disse con l'ultimo residuo di fiato che aveva in gola di scansarsi, ma a quanto pareva... era bloccato anche lui!

Schiacciato tra Petunia ed il suo elefantino figlio Piton provava l' irresistibile desiderio di imprecare, ma la mole del caro Duddy gli aveva tolto il fiato. E poi perché, perché, santi numi, provava all' improvviso un irrefrenabile voglia di grattarsi?

-A...a...a...ai...aiu...aiuto...so...sof...soffo...soffoco!
S...si...tol...tolga...di...dos...dosso!
- Ma a che diavolo serve un mago se non sa usare la magia per cavarsi d'impaccio?! A che serve un marito se non c'è quando serve?! A che serve un figlio...se non a peggiorare la situazione?! -

Vernon sentendo tutti quei rumori, inizialmente pensò di ignorarli rinchiuso com'era nel suo brodo depresso...
Poi improvvisamente cambiò idea e salì le scale.
I gemiti e i sospiri che provenivano dalla camera degli ospiti facevano invidia ai più spinti dei film a luci rosse.
Vernon entrò e rimase a bocca aperta.
Sua moglie era a terra rossa in volto, quasi senza fiato, e la sua bocca si contorceva in smorfie che erano difficili a dirsi se erano di piacere o di dolore e si dimenava in maniera molto equivoca.
Slythering le era sopra, si dimenava anche lui quasi volendosi stracciare i vestiti che aveva indosso.
Dudley era sopra di loro che rimbalzava come una palla gioiosa.
Uno scempio!

Petunia non fece a tempo a far altro che vedere Vernon che entrava, sgranava gli occhi ed andava via...
" Oh, no! No! E' impazzito?! Non vede che sto soffocando?! O forse vuole davvero sbattermi a San Bruto, adesso?! Oddio."
- Signor... Slythering... faccia qualcosa... razza di idiota! -

Dudley aveva visto il padre, ma non l'aveva chiamato. La reazione dell'adulto gli era bastata per avvalorare la sua tesi. Ora lui e Slythering avrebbero cercato in tutti i modi di aggraziarlo per avere il suo favore; l'aveva già sentito fare spesso da genitori e amanti dei genitori di alcuni suoi compagni. Dudley considerava quasi una fortuna avere i genitori separati: chi gli aveva , poteva chiedere qualsiasi cosa e l'avrebbe ottenuta ricattando un genitore dicendo che altrimenti avrebbe chiesto all'altro. Non era male.
Purtroppo ora non sembrava tutto rosa e fiori, sentiva enormemente il desiderio di grattarsi, togliersi i vestiti, divincolarsi. Ma la sua ciccia gli impediva di muoversi. Allora per alleviare il fastidio, cercava di rimbalzare come una palla, schiacciando ancora di più i due poveri malcapitati sottostanti. Ma lui almeno stava meglio.

Quel che è troppo è troppo. Piton si concentrò, svanì e poi riapparve ad un paio di passi di distanza. Se poi il suo incantesimo provocò il crollo del piccolo Duddy sulla povera madre sfinita la cosa non gli importava più di tanto. E vide l' espressione sbigottita di Vernon Dursley, e la ricambiò con un sogghigno.
- Pruret pudet. - sussurrò infine per liberarsi dall' insopportabile prurito, e finalmente si sentì dell' umore giusto per apprezzare la caotica scena di fronte ai suoi occhi. Si era trovato in una situazione spiacevole certo, ma sarebbe potuta anche andar peggio: Harry Potter in fin dei conti non aveva visto NIENTE. E niente avrebbe mai saputo, o lui non era più Severus Piton... pardon Slythering.

- Figlio degenere... - mormorò Petunia con il fiato rotto, tentando di spingere via Duddy.
- E lei potrebbe aiutarmi...mago ! - ma il mago sembrava poco interessato ai soccorsi umanitari...
"Oh... affogherò sotto il peso di mio figlio? La maternità è una responsabilità pesante, ma non così pesante! Beh... e se provassi una magia? Meglio questo che affogare..." pensò Petunia, dall'alto della sua disperazione.
- Sparisci! Spostati di un metro! Abracadabra! Sciò sciò! Vola a un metro di distanza, Duddy! Diventa leggero! Sciò, sciò! Oh...aiuto! -

Dudley non capiva cosa la madre cercasse di dirgli. Le era sembrato di sentire qualcosa come Abracadabra, ma non era possibile! Sua madre detestava la magia e quella formula assomigliava molto a una formula magica.
E per di più sentiva un prurito dovunque!!

  - Non c' è bisogno della magia per fare alzare il tuo amato figliolo, Petunia - disse Piton sprezzante - comunque sono lieto di vedere che tu sotto il suo dolce peso abbia preso in considerazione l' idea di formulare un incantesimo.
E... - adesso vediamo se il ciccione non si alza di scatto - che ne diresti, "Duddy caro" di un' altra scatola di biscotti? -

Alla magica parola, il "piccolo Dudley" si alzò mostrando un'agilità che data la sua stazza era impossibile attribuirgli.

Petunia riempì i polmoni, lasciò che il gustoso sapore (se di sapore si poteva parlare) dell'aria fresca la pervadesse...si sollevò, e ripiombò per terra...distrutta.
Stava cercando di riaversi del tutto, quando un campanellino d'allarme trillò nella sua (al momento) confusa mente...
"Biscotti?!"
- No, Duddy! -
Con uno scatto degno di un'atleta si avventò verso Duddy, e poi lanciò un'occhiata di fuoco al signor Slythering...
- Saranno mica stregati pure quelli?- disse, acida e inviperita...

- Suvvia ho forse qualche pacchetto dall' aspetto minaccioso in mano? Non ci sono biscotti di sorta, anche se in una decina di minuti potrei procurarmene un altro etto, e tutto quello che volevo era liberarti dall' affannosa mole del tuo figliolo. Ma sarebbe stato ingenuo da parte mia aspettarmi dei ringraziamenti per questo. -

Dudley non brillava per una mente acuta. Chiese:
- Dove sono i biscotti che mi ha promesso? -

- I biscotti te li darà la mamma che ti vuole tanto bene. Io adesso sono stanco, stanotte non ho dormito, e perciò me ne vado a riposare, in camera di tuo cugino, dato che questa è inagibile. Così tra l' altro avrai modo di riflettere con più calma su tutto quello che abbiamo detto, Petunia. -
E senza attendere una risposta Piton lasciò la stanza.
Gettò fuori con altrettanta malagrazia Harry dalla sua camera, dicendogli soltanto che le novità avrebbero potuto spiegargliele i suoi zii. E fece per stendersi sul letto, ma prima, quasi per istinto, si fermò a controllare i piedi che lo sostenevano. Erano tutti e quattro ben saldi, eppure nascosto tra nugoli di polvere, il mago trovò uno dei libri di Hogwarts. Difesa delle Arti Oscure, Terzo Anno, e si trovava riposto in un luogo davvero strano. Ma forse così strano non era, ed il mago ebbe modo di rendersene conto dandogli appena una sfogliata.
Ogni pagina bianca del libro era zeppa di disegni e non a caso il primo rappresentava un Severus Piton con il mantello in fiamme il volto sporco di fuliggine ed un' espressione furibonda. Una nota diceva: "Grazie a paciock il nostro caro insegnante di pozioni non potrà più dire di non essere infiammato dal suo lavoro."
Seconda Pagina: un serpente annodato su se stesso. Commento: "Dicono che l' astuzia sia la caratteristica dei Serpeverde ma alcuni (Tiger, Goyle...) devono farsi un nodo per ricordarlo."
Terza Pagina: due figure femminili, indicate come Hermione e la prof. Cooman. La Granger era armata di forcone e Sibilla invece diceva: "Dai dolori che percepisco all' osso sacro prevedo gravi sventure per Hogwarts"
Quarta Pagina: una figura incomprensibile, con un ridicolo mantello dalle orecchie a punta. E sotto c' era scritto:
Vi Piace il mio BatPiton? (D. Thomas)
Wow, avevamo per insegnante il fratello cattivo di Batman e non lo sapevamo (H. Potter)
Chi è Batman (R. Weasley)

E Draco fa Robin? (H. Granger)
Chi è Robin? (R. Weasley)
Noi potremmo essere i cattivi, io mi prenoto per Poison Evy, la naturalista impazzita (H.G.)
Ce la vedete la McGrannitt che fa Catwoman? (Thomas)
Adesso basta, mi state impapocchiando tutto il libro (Potter)
E Piton che non aveva capito granché di quel che stava leggendo poté solo chiudere gli occhi, e fingere di dormire. Perché di addormentarsi sul serio nemmeno se ne parlava.

 

Petunia era rimasta a bocca aperta.
Dormire? Lui andava a dormire?
E loro...la sua famiglia? La sua famiglia che sarebbe finita a pezzi di lì a poco? Oh, no...
Oh, no...e Duddy la guardava senza capire e... Vernon...
Vernon dov'era? Cosa avrebbe detto? Cosa avrebbe fatto?
Petunia si sedette disperatamente all'angolo del letto...su quanto restava del letto cioè. In attesa.

- Mamma, cos'è successo? -
La situazione era veramente complicata per il povero piccolo Dudley. Non capiva cosa stesse succedendo. Vide il cuginastro passare fuori dalla stanza e curiosare dentro; fino a qualche anno prima Dudley lo avrebbe seguito e pestato, giusto perché, se lui non capiva la situazione, il cugino doveva pagare. Ora non avrebbe osato, anche se gli prudevano le mani. Il cuginastro era un mago: era pericoloso pestarlo. Sua zia si era messa a volare solo per averlo insultato, se lo pestava chissà cosa sarebbe successo.
Harry curiosò nella camera di Piton. Per qualche motivo il letto era sfasciato, zia Petunia era sconvolta, Dudley aveva l'aria di non capire un tubo. Harry immaginò che il letto si fosse rotto a causa di Dudley e che zia Petunia ci fosse rimasta davvero male per la vergogna. Zio Vernon però non si vedeva; questo era davvero strano! comunque il ragazzo non voleva incontrarlo, dopotutto anche se era stato il danaroso ospite a cacciarlo fuori dalla camera, zio Vernon certo non l'avrebbe scusato: lui era ancora in punizione.
Dudley tornò a guardare la madre.
- I biscotti sono in cucina? -

- I bi...i bibi...i bibibi...i bibibibibi...BISCOTTI? Duddy Dursley...fila in camera tua e chiuditici! E tu, rospo di un Potter, togliti di torno...! -
Petunia era incandescente... ma sì, a che serviva restare in lacrime... a che serviva? C'era un colpevole per tutto questo, si, c'era, ed ora il colpevole voleva dormire... eh? Se ne era andato lasciando tutti come allocchi e si era ritirato a dormire, eh? E la pozione per Duddy? Se ne fregava... eh? Adesso basta!
- ADESSO BASTA !- Petunia era fuori controllo...
Si avvicinò alla camera dove dormiva il "mago"...e spalancò la porta con un calcio.
- DORMIRE?! Non se ne parla! -

Harry spalancò la bocca davanti a zia Petunia in versione Terminator, ma non poteva certo perdersi la sfuriata contro Piton: era curioso di vedere cosa stava veramente succedendo.
Anche Dudley non sembrava intenzionato a perdersi lo spettacolo.

Piton si levò a sedere sul letto, pallido in volto. Aveva sognato, aveva sognato di essere un inquisitore, e di non credere né in dio né nelle streghe, e di uccidere tuttavia senza il benché minimo ripensamento, appellandosi a quella divinità crudele chiamata necessità storica. E aveva visto Voldemort nel suo sogno, parlargli di una magia che combatteva un altra magia, distruggere il suo cinico razionalismo, mostrargli le profondità di un abisso senza fondo in cui nessuno poteva dirsi innocente...
Nonostante la strana entrata di Petunia Dursley il mago non poteva non essere lieto di quel risveglio forzato.
- Dunque hai preso la tua decisione, infine. E posso sapere qual è? -

 - La mia decisione?! La mia decisione?! Ma se te la sto gridando dietro da un'ora! Alzati subito e facciamo quello che si deve fare! SUBITO! -
"Se strega devo essere...strega io sia!"

- Credevo volesse parlare prima col suo caro maritino. - disse Piton inviperito, per una volta che aveva cercato di non essere pressante, di dare alla donna il tempo di riflettere... - Ma se non ne sente il bisogno... Harry, prendi il contenuto della valigetta che ho lasciato in soggiorno, ed il tuo pentolone e tutto quello che può servire alla bisogna! Le lezioni di chimica stanno per cominciare! -

- Visti gli ultimi sviluppi...non credo di dover chiedere niente a nessuno! Iniziamo! -

Harry non aveva afferrato la situazione. Il professor Piton aveva pronunciato la parola "chimica" con una strana enfasi, quasi a intendere qualcos'altro. Il giorno prima si era anche offerto di dargli lezioni private riguardante la materia, con la compagnia eludibile di Dudley. Ma che c'entrava zia Petunia? Perché sembrava che le lezioni dovesse prenderle lei? Non aveva senso!
Anche l'aspetto dei due adulti non quadrava. Piton era pallido quasi lo avessero appena condannato a bruciare sul rogo dell'Inquisizione; zia Petunia era sull'orlo di una crisi di nervi in cui pareva buttarcisi a capofitto.
- Io non voglio iniziare le lezioni di chimica!! - Dudley era ora invaso dal sospetto di aver frainteso qualcosa.
Entrambi i ragazzi restarono immobili sulla soglia.

 

Al piano di sotto, il povero Vernon cercava di far quadrare la situazione seduto su una sedia in cucina. Quel tipo aveva affermato che sua moglie era una strega, e quando lo aveva detto attorno a Petunia si erano verificati fatti un po' insoliti…
"Ma questo non significa niente! Sono accaduti solo questa volta! Se petunia fosse una strega sarebbero accaduti altre volte, come a Harry! Quel Slythering era sicuramente un mago che mirava a rovinare la sua famiglia!"
Un flash e Vernon fu pervaso dal sospetto che sua moglie gli avesse taciuto la cosa. Sua sorella era una strega, avrebbe potuto esserlo anche lei e aver evitato di scoprirsi, avrebbe potuto avere il perfetto controllo dei suoi poteri a differenza di Harry…
Scacciò il pensiero. Per Petunia era già stato difficile rivelargli che aveva de parenti anormali, sapeva che ne soffriva moltissimo. Ricordava quante lacrime aveva versato sul suo petto quando era costretta a pensare a quei fatti. Allora era sincera. Insieme avevano promesso, e purtroppo fallito, di non creare altri esseri anormali con Harry. Il suo odio nei confronti della magia era sincero.
Ma allora perché quel Slythering avrebbe affermato e combinato tutti quei disastri per far cadere la colpa su di lei?
L'immagine dell'ammucchiata di qualche attimo prima diede a Vernon la risposta. Slythering doveva aver approfittato dell'attimo di debolezza di Petunia causato da tutti quei fatti anomali per saltarle addosso, Dudley era corso in difesa della madre, il letto aveva ceduto per il troppo peso e la violenza dell'atto. Ma madre e figlio non avevano gridato aiuto…
"Quel maniaco è un mago! Avrà fatto su di loro un incantesimo! Quel porco!"
Vernon si alzò di scatto verso le scale, ma si fermò: aveva a che fare con un mago… come poteva sconfiggerlo? E poi quel tipo aveva mostrato molta confidenza con il nipote… troppa… oddio! E se fosse il suo padrino?! Sua moglie e suo figlio erano al piano di sopra con un porco maniaco omicida!!!

 

- Tu cos' è che vuoi? - disse Piton guardando il grassoccio, sempre più grassoccio ad ogni minuto che passava figlio di Petunia Dursley con profondo disprezzo - E, Harry Potter, da quando in qua ti sei preso il permesso di non ascoltare i MIEI ordini? -

Ormai Petunia attendeva gli eventi...con le mani tra i capelli...

Harry avrebbe voluto rispondere "da sempre" ma forse non era conveniente, e in tutti i casi l'indignazione di Dudley fu più veloce.
- Come "cosa voglio"? Come può parlarmi così?! IO sono il FIGLIO del padrone di casa!!! Mamma digli qualcosa!
Il piccolo Dudley non si rendeva conto di ingrassare a vista d'occhio.

- E andiamo! Fammi vedere le tue mirabolanti qualità! E per quanto riguarda Harry... pfui! Non avremo alcun bisogno di lui! Io so preparare ogni sorta di leccornia... credi che mescere due ingredienti per fare una pozionucola possa mettermi in crisi?! Ehm... andiamo in cucina?!

- Andiamo Petunia. - disse Severus furente - Vediamo di provvedere almeno alla mole del tuo figliolo, dato che il suo cervello è completamente andato. -
E dato che ha l' abitudine inoltre di saltare addosso agli estranei, aggiunse fra sé con un residuo di dolore alla schiena.
- Potter, tu seguici. Mi riesce difficile dire qualcosa di positivo su di te, ma in quattro anni il tuo professore di pozioni, degnissima persona, qualcosa te l' avrà pure insegnata, e dunque potresti esserci utile. -

- Andate a preparare il pranzo? -
Dudley continuava a scrutare i due adulti mentre le rotelline all'interno della sua mente cominciavano pian piano a girare con molta difficoltà a causa della ruggine.
- Ehi! Ma se conosce il suo professore - le mani grassottelle indicarono il cugino - anche lei è un m… ma… m… -
Le sue mani corsero a tenersi il sedere, mentre la voce non riusciva a pronunciare quella parola.
Harry si stupì: quel barilotto di suo cugino stava migliorando in fatto di ragionamenti. Ma perché zia Petunia voleva preparare una pozione? Sapeva o non sapeva che quello che si era presentato come signor Slythering, ex insegnante transilvano, altri non era che il professor Piton, spietato insegnante di pozioni?

Al piano di sotto, Vernon era giunto alla conclusione che se voleva sconfiggere il mago latitante, avrebbe dovuto prima eliminare o perlomeno nascondere, che era senza dubbio meno pericoloso anche se forse più imprudente, i suoi accessori e guarda caso, la valigetta del mago era proprio lì in salotto...

- Non so se la cucina sia il luogo più adatto, a dire il vero non ho molta familiarità con le cucine babbane, ma vedremo di adattarci. E nemmeno io sento un gran bisogno della compagnia del vostro adorato nipote, ma il suo equipaggiamento potrebbe esserci utile. -
Detto questo Piton scese verso il salotto, e vide Vernon Dursley chino sulla sua valigetta... e fattosi pietra.
- Mai toccare ciò che appartiene a un mago, nemmeno questo avete imparato? -
E con un sorriso sprezzante liberò l' uomo dall' incantesimo.

Petunia si aggirava in cucina, aspettando Slythering.
Non lo avrebbe mai ammesso, mai e poi mai, ma era preoccupata...
E per giunta gli sguardi di Harry e di Duddy iniziavano ad innervosirla.
Dove era andato Slythering? Cosa doveva prendere? Uff...
Petunia si sedette a riflettere. Cosa si utilizzava per fare pozioni? Ingredienti... normali?! Oh, no di certo... Allora cosa?
Occhi di rana, cuore di pipistrello... cose di questo genere?! Ecco, questo la preoccupava molto... Non poteva andare al supermarket e chiedere quella roba... o tutti avrebbero saputo che era... anormale!
Sperava che gli ingredienti li avesse tutti il signor Slythering... era il minimo.
Piton era furente, letteralmente furente, più furente di quanto lo avessero potuto rendere tutti i Potter, tutti i Weasley e i Black messi insieme in quegli anni.
- Qui bisogna mettere le cose in chiaro, una volta per tutte. - disse, e a scanso di equivoci fece in modo che la sua voce, pur sussurrata, fosse udita da tutti i membri di quella famiglia degenere - Se credete che io sia qui per il mio piacere vi sbagliate! Per quel che mi riguarda avrei potuto afferrare Harry per la collottola e risparmiare a tutti questa spiacevole convivenza. Ma per quale motivo credete che io ed il vostro adorato nipote ci troviamo qui, adesso? Harry è in pericolo di vita, ma esistono centinaia di posti più sicuri in cui avremmo potuto nasconderlo. E poi ci siete voi, vittime ideali per l' Oscuro Signore ed i suoi seguaci, in primo luogo perché siete babbani, in secondo perché siete parenti del moccioso con la cicatrice in fronte, in terzo luogo perché sapete dell' esistenza della magia e per finire avete anche la presunzione di disprezzare chi è dotato di simili poteri. No, se Silente ha mandato qui Harry è stato per avere una scusa di fronte al ministero della magia per proteggere voi, inutili babbani, e carne da macello per qualsiasi mangiamorte che venisse a conoscenza della vostra esistenza. Forse voi preferite farvi ammazzare, ma nemmeno nella tomba la vostra normalità sarà preservata, poiché dovreste sapere ormai che i metodi di uccidere dei maghi non sono certo NORMALI. Dunque o la smettete di ostacolarmi oppure... - Piton lasciò in sospeso la frase, rivolgendo una smorfia di disgusto al non ancora del tutto depietrificato Vernon Dursley. e la sua teoria sulle intenzioni di Silente forse non era esatta, ma serviva comunque ai suoi scopi - Ci sono domande? - concluse l' uomo con il suo tono di voce più terribile.

 - Lei è un m-ma.. mag…mag… ?! -
La conclusione affrettata dei suoi ragionamenti stava rendendo l'ormai balenottero Dudley molto nervoso. Gli ci vollero un bel po' di altri secondi per formulare l'affermazione successiva.
- CI VOGLIONO UCCIDERE?!! Chi ci vuole uccidere? MAMMA! CI VOGLIONO UCCIDERE PER CAUSA SUA!! - e di nuovo indicò il cuginastro che se ne stava in disparte fissando il suo professore di Pozioni, quasi certo che quel discorso non avrebbe fatto altro che inacidire ulteriormente i suoi parenti, ma altrettanto certo che Piton avrebbe fatto veramente quello che aveva annunciato, o meglio che non aveva annunciato, se i Dursley non avessero fatto quello che lui chiedeva. Cosa volesse fare esattamente era ancora un mistero per Harry, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di esporglielo.
Vernon intanto cercava di dire qualcosa, ma le sue parole risultavano solo come gorgogli confusi: purtroppo l'intruso aveva fatto in modo che si disimpietrificasse molto lentamente.

- Oh, Duddy! Per favore ora stai zitto! La mammina ha mal di testa! -
La voce di Slythering si era sentita chiaramente anche in cucina.
-Uccidere noi?! Pfui! Non fare attenzione al signor Slythering! L'Oscuro Buffone vorrà dire...sarà un circense, come lui.
Petunia fece spallucce... ci mancava solo che il Mago le spaventasse il pupo... e poi basta! Questo Slythering aveva l'aria di un personaggio da tragedia greca! Si, ora basta!
- Insomma, Slythering, viene qui sì o no?! O devo pensare che stia ritardando... perché non sa fare una pozione?!
Puah, l'Oscuro Buffone...un clown forse... -

L' Oscuro Buffone, quella donna aveva definito Voldemort l' Oscuro Buffone. Piton trattenne a stento una risata isterica.
- Quelle pentole non vanno bene - disse poi osservando con aria critica la cucina - con gli ingredienti che useremo noi fonderebbero in un istante. Harry, va a prendere il tuo calderone. nel frattempo la tua zietta potrà mostrare le sue abilità con queste dimenaradici, che vanno tagliate in fettine sottili e uniformi -
E detto questo l' uomo gettò sul tavolo delle cose simili a serpi azzurre, che si contorcevano orribilmente.

Il PPP, ovvero il povero piccolo Potter, si mosse senza fiatare. Definire Voldemort "l'Oscuro Buffone" non era proprio una cosa da ridere.
Dudley non capiva niente. Gli veniva da vomitare: quei vermiciattoli si contorcevano come budella.
Intanto i gorgogli di Vernon provenienti dal salotto si facevano sempre più isterici e violenti.

Petunia deglutì...cosa erano quelle.. cose?!
Sembravano serpenti azzurri! Si dimenavano sul tavolo della cucina, sgusciavano qui e lì, erano... schifosi!
Petunia guardò Slythering... la sua aria soddisfatta... la sua sete di umiliazione... vedeva nei suoi occhi tutta l'ironia possibile.
"Oh, no...no...non intendo farmi deridere da questo pagliaccio vestito a lutto...Uff..."
Petunia guardò meglio quelle... cose che Slythering aveva definito "dimenaradici"... eh, si, sembravano serpenti!
Ma non erano serpenti... in fondo erano solo radici... beh, più o meno! E poi... i serpenti non erano affatto animali sgradevoli, se uno sapeva abituarcisi...
- Ottimo! Devo fare una cosa così facile?! -
Petunia si avvicinò alla scatola dove teneva i coltellacci che usava per affettare i cibi più svariati. Valutò le dimenaradici per un attimo... ed estrasse un coltellaccio da macellaio...
Lo fece roteare con tutta l'esperienza di una cuoca navigata...Vernon e Duddy non erano persone da vivere in casa con una donna che non fosse capace di prodursi in ottimi manicaretti...
Poi piantò il coltello in una dimenaradice e fece un sorriso sghembo a Slythering.
Iniziò ad affettare con tutta la sua arte... e sogghignò per il risultato!

- Non male - disse Piton con un sorriso - non male. in fondo non era poi peggio degli intrugli che mi ha somministrato l' altra sera, non è vero?
Adesso le dimenaradici devono stare in acqua per tre quarti d' ora esatti, non un minuto di più, altrimenti diventano verdi, e quando sono verdi sono un tantino velenose.
poi serve della bile di rospo... e non credo che abbiate rospi nel vostro giardino, ma nella mia valigetta ho qui un concentrato. origano e prezzemolo se non erro dovreste averli anche voi babbani... adesso bisogna mettere i fegati di lucertola in una mistura di sale e aceto... prendendoli uno alla volta, con cautela, sì i fegati sono in quella pisside, e tocca di nuovo a te, Petunia...

vedi che bel pranzetto ti sta preparando la mammina, Duddy caro? -

Fegati...di lucertola...
Petunia sorrise. Fegati di lucertola...non sarà peggio di fegatini di pollo o di maiale! Saranno solo più piccoli...
Mistura di sale e aceto... pfui! Non è molto diverso dal cucinare!
- Credo che dovrà dirmi qualcosa di più, mi guidi... -
Petunia iniziò ad operare con grande delicatezza, ma anche rapidamente.
"Però...non è che sia tanto male questa storia delle pozioni...è quasi...quasi divertente. "

- Non ho molto da dire... evidentemente la magia ce l' hai nel sangue Petunia. Solo dobbiamo stabilire le dosi, adesso, vuoi far perdere a Dudley solo quei venti chili che io gli ho regalato, oppure qualche cosa di più? Ne avrebbe bisogno, sai... -

"Oh...le proporzioni! Certo...è fantastico, altro che dieta!"
Petunia si sfregò le mani... Duddy poteva diventare un figurino, un modello...
- Signor Slythering credo proprio che dovremmo approfittare dell'occasione! -
Petunia volteggiò tra le pentole per finire l'opera.
- Dopotutto è davvero interessante! Utile! Duddy sarà un modello! Sarà bellissimo! -
Petunia si chinò su una pentola a controllare che tutto fosse a posto: si riflesse sulla superficie lucida e mobile della pozione... quello che vide non le piacque... era l'espressione troppo esaltata di qualcuno che avesse perso il controllo.
- Oh, no! Duddy perderà esattamente il peso che lei gli ha fatto guadagnare, né più, né meno. Altrimenti che differenza ci sarebbe tra noi e lei? Noi sappiamo quanto vale il peso, e la conseguenza di ogni azione... -
Petunia guardò con aria di sfida Slythering.
- Ma questo lei non lo capirà mai, nevvero? -

- Ci crederesti se ti dicessi che ti stavo mettendo alla prova? E la parte del serpente tentatore ben si concilia alla mia natura. Quanto a capire il peso e le conseguenze di ogni azione... forse hai ragione nel dire che io non lo capirò mai... o forse ho avuto modo di comprenderlo più a fondo di quanto tu non pensi... a un prezzo che non ti auguro mai di dover pagare. -
Sussurrò Piton, e le sue parole sembravano sfumate di un vago, inconfessabile, dolore.

Petunia strinse gli occhi, nel tentativo di guardare più oltre di quanto non potesse. Sollevò un sopracciglio, e fece spallucce.
"Sento di aver perso un pezzo della storia...e non che mi riguardi...ma..." pensò.
- Forse ci sottovalutiamo a vicenda. E' una tendenza molto comune nel nostro mondo, sa? Sembra una delle ragioni dell'incompatibilità tra le persone...e non che ci sia un motivo particolare per provare nulla del genere. -
Petunia fece un sorriso sghembo - Oh, non che io sia la persona più adatta a dire questo! Direi che è uno dei miei difetti più grandi... ma tanto è. Allora, qual è la giusta proporzione, Signor Mago? O Signor Serpente... –

 

[continua]     [indietro]