Autore: Carlo
Censura: per tutti
Pairing: nessuno
Personaggi: quelli standard della Rowling
LA
VENDETTA E’ MIA ?!
L’ingresso del
Professor Piton fece aumentare il freddo, già intenso, regnante nell’aula di
pozioni. Gli studenti, pur senza voltarsi, avvertirono distintamente alle loro
spalle la presenza dell’odiato professore, che, dal canto suo, attraversò
l’aula a grandi passi, senza proferire nemmeno un saluto.
“Bene!” disse
Piton “Ho il piacere di riconsegnarvi gli elaborati dell’ultimo trimestre…” ed
il sorriso con cui accompagnò queste parole, non faceva presagire niente di
buono….
Mentre Piton
consegnava gli elaborati, distribuendo punti di demerito come se fossero
coriandoli al carnevale di Rio, Harry Potter diventava sempre più nervoso…
ormai quasi tutti avevano ricevuto la loro razione di urla e scherni, restavano
solo lui ed Hermione Granger.
“Signorina
Granger!” esclamò Piton ruotando di colpo la testa verso Hermione “Tu sei
l’unica che ha seguito con profitto le mie lezioni… per questo motivo non ti
darò nessun punto di demerito” concluse Piton sorridendo….
- Eh già, -
pensò Harry - se fosse stato qualcuno dei suoi amati Serpeverde, almeno 10
punti glieli avrebbe concessi, ma visto che Hermione è una Grifondoro… -
I pensieri di
Harry furono interrotti dalla voce di Piton, che per l’occasione sfoggiava un
tono suadente, quasi dolce, così innaturale in lui che Harry sentì alcuni
brividi percorrergli la schiena….
“E così siamo
giunti all’ultimo elaborato…. Quello del famoso
Harry Potter!”
“Bene… o
dovrei dire MALE… non si e’ mai visto un compito così disastroso in tutti gli
annali di Hogwarts!”
Piton disse queste parole quasi sputandole,
mentre gli occhi emettevano bagliori così intensi che il suo viso sembrava quello
di un diavolo dell’inferno venuto nell’aula di pozioni per prelevare l’anima di
Potter….
L’effetto
delle parole di Piton fu tale che, di tutto quello che il professore di pozioni
disse in seguito, Harry Potter non sentì quasi nulla. Con le orecchie rosse per
la vergogna si guardava in giro cercando aiuto, ma l’unica cosa che vide furono
gli occhi divertiti di Malfoy e lo sguardo terrorizzato di Ron, il suo fedele
amico.
Piton smise di
parlare, sbattendo i fogli sul banco davanti a Harry, fece qualche passo in
direzione della porta e, voltandosi, disse:
“Spero che
questo vi insegni a non prendere sottogamba le Mie lezioni, vero signor
Potter?” e senza attendere risposta lasciò l’aula, nero turbine di furia che
attraversò la porta per poi scomparire, come per magia….
Harry lo aveva
seguito con lo sguardo, ancora incredulo per quello che era successo. Mai, in
vita sua, era stato così umiliato, nemmeno nei peggiori momenti presso i
Dursley. Il rumore della porta che sbatteva lo fece uscire dallo stato, quasi
catatonico, in cui era caduto.
I fogli in
disordine, appoggiati sopra il suo banco, gli dimostrarono che non si trattava
di un incubo, era successo veramente!
“Povero
Piccolo Potter… “ sentì dire da Malfoy alle sue spalle “chissà come saranno
contenti i tuoi compagni Grifondoro quando sentiranno che hai fatto perdere
loro 50 punti…”
– Cinquanta
punti! – Harry non credeva alle proprie orecchie. Possibile che Piton avesse
osato tanto?! Gli sguardi carichi di risentimento degli altri Grifondoro
presenti nell’aula, esclusi naturalmente Ron ed Hermione, gli fecero capire che
era la pura verità. Lo sconforto fu sostituito dalla rabbia, afferrò Malfoy e
stava per sferrargli un pugno, quando Ron ed Hermione lo trattennero,
permettendo così a Malfoy di svignarsela, non senza aver prima tirato un calcio
alla caviglia sinistra di Harry.
Appena
rimasero soli, Hermione e Ron cercarono di consolare Harry:
“Non te la prendere” disse Hermione,
riordinando il banco di Harry mentre parlava “Sai come e’ fatto Piton… non
perde occasione di umiliare i Grifondoro. Certo che se tu fossi stato più
attento….”
“Non
cominciare anche tu.” ribatté furioso Harry “Dimostrerò a quel presuntuoso che
di pozioni me ne intendo anche più di lui!”
Ron si guardò
in giro, quasi temesse che Piton comparisse in mezzo a loro in una nuvola di
fumo:
“Non scherzare
su queste cose… quell’uomo ha orecchie dappertutto!”
“Non
m’importa! Questa volta ha passato il segno ed io intendo vendicarmi.”
Hermione e Ron
lo guardarono stupiti:
“Vendicarti? “
dissero in coro, anzi, urlarono in coro “Ma sei pazzo?!”
Harry cominciò
a camminare avanti ed indietro per l’aula di pozioni, prendendo a calci tutto
quello che trovava, compreso un grosso calderone nero che rotolò per la sala
producendo un fracasso infernale.
“Ti prego,
calmati… “ sussurrò Ron, continuando a guardarsi intorno spaventato.
“Come posso
calmarmi!” esclamò Harry “Quel…quel…VERME! Ma gliela farò vedere io…
prepareremo un filtro, un filtro…d’amore! “
“D’AMORE?????”
esclamarono di nuovo in coro Ron ed Hermione “ma, ma cosa…”
“State zitti
un attimo…”
Harry si
sedette su di un banco, e, dopo aver fissato per bene lo scaffale dove erano
riposte in bell’ordine le scatole contenenti le basi per le più disparate
pozioni, prese a spiegare le proprie intenzioni:
“Quale cosa è
più lontana dalla natura di Piton se non l’amore? Lui è l’incarnazione stessa
dell’odio e dell’antipatia. Farlo innamorare di qualcuno sarà una lezione che
non dimenticherà facilmente…. Potremmo farlo innamorare di… che ne so… la Cooman
ad esempio!”
Ron quasi
soffocò per la sorpresa:
“La Cooman? Accipicchia che scherzo sarebbe…
degno dei migliori Fred e George…” “Voi siete pazzi! Io me ne vado, non voglio
sentire altro”
“Allora
vattene! Non abbiamo nessun bisogno di te… stupida Signorina Sotutto!”
Hermione si allontanò dall’aula in preda ad
una furia incontrollabile. Le parole di Harry le bruciavano nelle orecchie…
Signorina Sotutto! Quello sciocco non voleva nemmeno riconoscere che poteva
VERAMENTE metterci più impegno…. L’idea del filtro d’amore era così ridicola….
In ogni caso non lo avrebbe tradito, dopo tutto era suo amico, per ora.
Due giorni
dopo,nella Sala Grande, un Piton decisamente annoiato osservava con la coda
dell’occhio Harry Potter. Lo disturbava il modo con cui Potter e quel suo
amico, Ron Weasley, si guardavano e parlottavano. Quei due stavano certamente
tramando qualcosa…. Solo quando i suoi occhi passarono sulla Granger, i suoi
pensieri migliorarono leggermente…. Quella Granger era la sua miglior
allieva…peccato che fosse una Grifondoro….
Nel frattempo
anche Harry e Ron osservavano di sottecchi Piton, distogliendo velocemente lo
sguardo ogni volta che i loro occhi s’incontravano:
”Ci sta
osservando…” sussurrò Ron senza muovere le labbra.
”Non ti
preoccupare, non può sapere nulla, anzi, non può nemmeno immaginare cosa sta
per capitargli. “ e, pronunciando queste parole, Harry fissò apertamente Piton
per poi urlare di dolore quando Ron lo punzecchiò con la forchetta.
“Non
guardarlo!” bisbigliò Ron “Quello lì
ha gli occhi anche dietro la schiena…”
Hermione
assisteva a queste scene senza proferire parola. L’infantilismo di Ron ed Harry
le dava veramente fastidio… dopotutto erano al quinto anno, non erano più dei
ragazzini…. E poi Piton… non se lo meritava… era sì Severus di nome e, di
fatto, ma in fondo era un buon professore, e i suoi giudizi non erano
immotivati.
Terminato il
pranzo, Harry e Ron decisero di continuare la discussione nel giardino del
castello, lontano da orecchie indiscrete.
“Hermione non
ci approva.” osservò Ron, laconico.
“Lasciala perdere!” lo interruppe Harry
“Parliamo del nostro piano: già è stata una fortuna trovare la ricetta per il
filtro d’amore. Che sciocchi… lasciarla proprio nel ‘Manuale degli Incantesimi
per i Giovani Maghi ‘, proprio il primo libro che ho consultato “ sogghignò
Harry
“Pensa,
Hermione lo avrà letto mille volte e non si è mai accorta che all’interno della
copertina erano stati incollati due fogli, un tentativo di nascondere la
ricetta del filtro veramente banale…..”
“Chissà chi
l’ha nascosto…” chiese Ron allungando il collo per guardare il foglio che Harry
teneva in mano. Si trattava di un piccolo foglio, ricoperto da una scrittura
minuscola e precisa, decisamente femminile.
“Che
importanza ha? Sarà stata qualche sciocca femminuccia desiderosa di compagnia…”
ridacchiò Harry rigirandosi il foglio
tra le mani.
-Certe volte è
proprio stronzo – pensò Ron,
“Per prima
cosa bisogna procurarsi tutti gli ingredienti necessari, hai già preparato la
lista?” chiese Ron mentre cercava di togliersi dalla suola i resti di una
Gelatina Tuttigusti+uno, al cerume, che qualcuno aveva (giustamente!) buttato a
terra.
“Certo che ho la lista. Ora non dobbiamo fare
altro che procurarci gli ingredienti. Ma dobbiamo stare attenti, Piton non deve
accorgersene.”
“Ci
mancherebbe altro…” esclamò Ron, e stava guardandosi attorno con fare
circospetto, quando da un cespuglio alla loro destra si udì una voce dire:
“Ci
mancherebbe altro cosa? Voi due siete TROPPO pericolosi insieme. “
“Piton!”
strillò Ron.
“Neville!”
esclamò Harry.
Ed ecco che
alla voce fece seguito un corpo, il grasso e grosso corpo di Neville Paciock.
Ron stava ancora riprendendosi dallo spavento, che già Harry era intervenuto
presso l’amico:
“Hey Neville,
che ci fai da queste parti?”
“Non cercare
di cambiare discorso, Harry Potter!” disse Neville “Non voglio che Grifondoro
perda altri punti per colpa vostra!”
“Ma dai… “
cercò di rassicurarlo Harry “tu ti preoccupi troppo, cosa vuoi che combiniamo.
Dopo tutto noi siamo i tuoi amici Ron ed Harry.”
“E’ proprio
questo che mi preoccupa, voi due siete Harry e Ron…. In quanto ad essere miei
amici… vorrei ricordarvi che in questi ultimi anni me ne avete combinate di
tutti i colori… a partire da quando mi avete trasformato in pietra. Comunque,
ricordatevi che vi tengo d’occhio!” e detto questo se ne andò, seguendo il
profumo di frittelle che veniva dalla casa di Hagrid, ma non senza girare la
testa verso di loro ogni quattro o cinque passi.
“Come facciamo
a liberarci di Neville?” chiese Ron preoccupato “Quello non ci mollerà un
momento…”
“Ti ho già
detto di non preoccuparti.” e detto questo, agitò nell’aria la sua bacchetta.
Subito,
Neville si raddrizzò, e prese a correre nella direzione opposta alla loro.
“Ma come hai
fatto? “ chiese Ron con gli occhi sbarrati.
“Un semplice
incantesimo di… Purgum!”
Ron cominciò a
ridere:
“Mia madre lo
usava sempre quando eravamo bambini. Durerà sino a che non pronuncerai il
contro incantesimo…”
I due
proseguirono nel loro confabulare, mettendo a punto tutti i particolari del
piano. Niente sarebbe potuto andare male… e l’odiato Piton avrebbe avuto il
fatto suo!
Per prima cosa
portarono un calderone al limitare della Foresta Proibita: solo Fiorenzo
avrebbe potuto scorgerlo, ma al centauro non sarebbe importato molto di quello
che facevano… impegnato com’era a guardare le stelle.
Poi
cominciarono a prelevare gli ingredienti per la loro pozione. Piccole dosi… e
sempre mentre Piton era assente o impegnato a sgridare qualcuno, soprattutto
Neville, il quale, dal canto suo, non riusciva a capire il perché di quegli
insopportabili mal di pancia che ogni tanto lo attanagliavano….
Il piano
procedeva velocemente: nel calderone gli ingredienti si sommavano ed il grande
giorno (per loro, non per Piton…) si stava avvicinando.
“Manca solo
l’estratto di Althea Verde!” disse Harry guardando ancora una volta sullo
scaffale “Scommetto che Piton la tiene nel suo laboratorio, al sicuro.”
“Non possiamo
farne a meno? “ chiese Ron speranzoso.
“Certo che
no!” ribatté Harry guardandolo come se fosse pazzo “Senza l’estratto di Althea
Verde l’effetto della pozione non durerebbe, dopo pochi minuti tutto tornerebbe
come prima. E noi non vogliamo che Piton se la cavi con così poco, vero?”
continuò Harry con fare minaccioso, mentre si avvicinava a Ron sino a fargli
sentire l’odore del proprio alito.
“Certo che
no…” si affrettò a dire Ron, cercando di allontanarsi e così finendo per
inciampare nel piede di Neville, il quale ebbe solo il tempo di dire “ohi” che finì
a sua volta per cadere addosso a Malfoy.
“Cosa stai
cercando di fare?” urlò Malfoy, ed estratta la bacchetta magica pronunciò “Ingarbium!”
I lacci delle
scarpe di Neville, per altro perennemente slacciati, sembrarono trasformarsi in
serpenti. Quasi dotati di vita propria, si annodarono strettamente fra loro,
provocando la definitiva caduta di Neville. Come se non bastasse, in quel
momento l’effetto dell’incantesimo lanciatogli da Harry si fece sentire in
tutta la sua potenza… mettendo il poveretto in una posizione veramente
imbarazzante…
Il trambusto
provocato dagli eventi appena accaduti, richiamò l’attenzione di tutti gli
altri studenti, ed infine anche Piton intervenne nella disputa, cercando di
riportare la calma.
Approfittando
della distrazione di Piton, Harry e Ron scivolarono nel corridoio che portava
al laboratorio del professore di pozioni, dove Piton conservava gli ingredienti
e le pergamene più pericolose, quelle scritte su carta nera, tratte dai libri
oscuri di tutto il mondo.
Non erano molte
le occasioni che uno studente aveva di percorrere quel particolare corridoio di
Hogwarts, dove alcune candele di sego, dal caratteristico odore rancido,
illuminavano malamente il corridoio di pietra, che sembrava essere scavato
direttamente nella roccia. Il pavimento, scivoloso e umido, era percorso da un
motivo che ricordava un lungo e sinuoso serpente e le nicchie che si aprivano
lungo le pareti erano vuote, tranne che per qualche uccello o rettile
imbalsamato.
Il senso
generale che se ne ricavava era di abbandono, desolazione, come se il mondo
esterno non avesse niente a che fare con ciò che era custodito in fondo al
corridoio. Harry procedeva con passi
svelti e leggeri, mentre Ron lo seguiva veramente
da vicino, tanto da vicino che quando Harry si fermò, Ron lo tamponò
violentemente, mandandolo a sbattere contro la porta del laboratorio. Per
effetto di questo urto, i due amici si ritrovarono catapultati all’interno del
laboratorio privato di Piton.
La prima
impressione fu di meraviglia. Al contrario del corridoio, l’ambiente era
luminoso e pulito. I mobili erano pochi e di tipo semplice, di quelli che di
solito si potevano osservare nelle celle dei frati. Una cassapanca, gli
scaffali addossati alle pareti pieni di tante scatolette colorate e dalle etichette
esotiche, ed al centro, come a rappresentare il punto focale della stanza, un
grosso calderone ed un leggio di legno nero.
“Presto, non
abbiamo molto tempo.” disse Harry osservando il grosso calderone nel quale
bolliva un liquido di natura incerta, ma, a giudicare dal puzzo, sicuramente
disgustoso “Se quel calderone è sul fuoco significa che Piton tornerà presto…
cerchiamo l’Althea Verde! Io vado agli scaffali di destra, tu vai a quelli di
sinistra.” e così dicendo Harry si diresse velocemente ad ispezionare uno
scaffale nero come la pece, sul quale spiccavano una miriade di piccole scatole
gialle e verdi.
Ron era
terrorizzato, l’idea di essere sorpreso da Piton nel suo laboratorio privato
rendeva meno attraente lo scherzo che stavano organizzando; un conto era
parlarne, in via puramente teorica, un altro era realizzarlo. Dirigendosi verso
gli scaffali che Harry gli aveva assegnato, non poteva fare a meno di vedersi
ora bollito nell’aceto, ora appeso per i piedi o, nella migliore delle ipotesi,
espulso da Hogwarts a calci….
Ma la fortuna
spesso aiuta gli audaci… e fu così che proprio la prima scatola esaminata da
Ron si rivelò quella giusta. Era una grossa scatola rossa, con un’enorme
scritta in Oro che recitava ‘Althea Verde’, mentre un’altra scritta, più
piccola ed in nero, diceva ‘nuoce gravemente alla salute’….
“L’ho trovata! Andiamocene!” disse Ron ad un
Harry indaffarato a trattenere le piccole scatole colorate, che si spostavano
sotto le sue mani per non farsi prendere.
- Bene,
finalmente le cose girano per il verso giusto - pensò Harry, ed entrambi
s’infilarono di corsa nel corridoio, appena in tempo per sentire dei passi
provenire dall’ingresso.
Harry spinse
Ron in una nicchia vuota e, dopo esservi entrato a sua volta, sussurrò “Mimetica!”
Subito una
cortina di nebbia uscì dalla sua bacchetta e li avvolse lentamente… troppo
lentamente. I passi di Piton (non poteva essere altri che lui…) si avvicinavano
sempre più e Harry riuscì quasi ad intravedere la punta di una scarpa, quando
finalmente l’incantesimo si completò. Ad un osservatore esterno, la nicchia
sarebbe sembrata una continuazione della parete, e fu proprio questo che vide
Piton mentre infilava la porta del suo laboratorio, dirigendosi senza alcun
indugio verso il calderone fumante.
Allo sbattere
della porta, Harry e Ron uscirono velocemente dal loro nascondiglio e
rientrarono nell’aula di pozioni, dove Hermione li stava aspettando.
“Spero che vi
siate divertiti la dentro…” sospirò Hermione, “sapete cosa avete rischiato?
Piton avrebbe potuto sorprend…” ma non riuscì a finire la frase.
“Piantala di
rompere, noi sappiamo quello che stiamo facendo.” e dicendo questo Harry la
spinse da parte, in malo modo.
Chiamato a sé
Ron, i due uscirono a passi veloci, dirigendosi verso la Foresta Proibita.
- La vendetta è mia e sta arrivando! - Pensò Harry, mentre procedeva impettito sprizzando sicurezza da tutti i porti. Peccato che l’effetto fu rovinato da ciò che Harry calpestò nei pressi di un cespuglio. Cos’era? Beh, vi basti sapere che alcuni minuti prima un pallido Paciock fu visto mentre lasciava l’area incriminata, con aria colpevole.…
Nell’aula di pozioni era appena iniziata l’ora facoltativa di esercitazioni, quando Hermione vide Piton rientrare. Lo sguardo del professore di pozioni non lasciava trapelare niente. Come il solito arrivò alla porta senza nemmeno salutare, ma, invece di uscire si fermò, girò su se stesso e tornò verso Hermione.
“Signorina
Granger, hai visto per caso i tuoi amici Potter e Weasley?”
“No
professore…” riuscì a sussurrare Hermione con lo sguardo fisso al suolo….
“Ah…” disse
Piton “credevo…che foste inseparabili, sempre uniti nel bene e nel male…” e
mentre diceva questo sorrideva.
Per la seconda
volta in una settimana, Hermione vedeva Piton sorridere. E visto che la prima
era stata alla riconsegna dei compiti in classe, non le sembrava certo di buon
auspicio. Tentò, comunque, di rispondere senza sembrare troppo condiscendente…
“Non sempre
gli amici vanno seguiti… professore…”
“Vedo, vedo…bah,
meglio così…” e fu un Piton particolarmente misterioso, almeno agli occhi di
Hermione, quello che lasciò l’aula di pozioni. Non senza aver fatto volteggiare
il suo mantello nero e sbattendo la porta con un botto tale che Malfoy,
spaventato, lasciò cadere tutta la polvere di dragonite nel calderone, privando
il povero Neville, anche se solo per quel giorno, del titolo di miglior
scoppiatore di calderoni.
Era ormai buio
quando Ron ed Harry raggiunsero finalmente il calderone nascosto al limitare
della Foresta Proibita. Dopo aver controllato di non essere stati seguiti e,
nel caso di Harry, dopo essersi per bene ripulito le scarpe, Harry Potter prese
da una delle sue profonde tasche (Non credete che siano profonde? Provate a
pensarci bene: contengono come minimo un mantello dell’invisibilità, una mappa
del malandrino, una bacchetta magica e, almeno in questo caso, una grossa
scatola rossa…) l’Althea Verde e, con gesto melodrammatico, la versò nel
calderone ormai ben caldo. Subito si sprigionò un fumo rosato, che si dispose a
forma di cuore dietro la testa di Harry Potter.
Ron fissava
con occhi sbarrati l’amico, il quale, da parte sua, diede libero sfogo a tutta
la sua impazienza versando con foga il contenuto del calderone nella fiala che
Ron, pur continuando a tenere gli occhi sbarrati, teneva con mano tutt’altro
che ferma.
“Se me ne fai
versare una goccia… giuro che te lo faccio bere!” lo minacciò Harry.
“Ma Harry, tu…
la tua testa… volevo dire, il cuore rosa… insomma…”
“Smettila di
blaterare!” lo interruppe Harry “Aiutami piuttosto a nascondere i resti del
fuoco e porta il calderone al deposito senza farti notare.”
Ron si
affrettò ad obbedire, e, mentre Harry pensava a come far bere la pozione a
Piton, lui, piegato in due dal peso del calderone ancora caldo, si diresse con
passi pesanti al deposito.
Nessuno dei
due notò gli occhi che nel buio seguivano tutti i loro movimenti. E se poi si
fossero avvicinati abbastanza, avrebbero potuto sentire una voce sottile
mormorare:
“Povero
piccolo Potter… non sai cosa ti aspetta, ma forse questo ti servirà da
lezione…”
ed un’ombra
nera, dai lunghi capelli, si allontanò dalla scena del delitto con passi brevi
ma veloci….
Ma quello che
più avrebbe stupito i nostri ‘eroi’, è
che un secondo paio di occhi seguiva la scena, ed anche in questo caso, se si
fossero avvicinati abbastanza, avrebbero potuto sentire mormorare:
“Le cose
stanno prendendo una piega veramente interessante… ” ed un’ombra nera, dai
lunghi capelli, si allontanò dalla scena del delitto con passi brevi ma veloci….
Quando un
Harry euforico ed un Ron con gli occhi ancora sbarrati entrarono nel dormitorio
(sì, lo so, Ron non può stare sempre con gli occhi sbarrati, ma provate voi a
rischiare di essere scoperti da Piton nel suo laboratorio, preparare una pozione
al limitare della Foresta Proibita, con il rischio di essere sbranati da chissà
quale belva ed infine portare un calderone, ancora caldo, sulla schiena per
quasi due chilometri …), tutti gli altri erano già a letto, e, a giudicare dal
concerto per taglialegna che si sentiva nell’aria, profondamente
addormentati. Harry si spogliò
velocemente, si mise a letto, chiuse le cortine del suo baldacchino, e rimase a
rigirare davanti ai propri occhi il filtro d’amore appena ottenuto. Ron,
invece, si distese ancora vestito, e solo dopo parecchi minuti i sui occhi
passarono lentamente da ‘sbarrato ON’ a ‘sbarrato OFF’, per poi finalmente
chiudersi nell’oblio del sonno.
Harry Potter
non era l’unico a faticare a prendere sonno nel castello di Hogwarts, e se i
suoi pensieri erano orientati alla vendetta, in altre camere, altre menti erano
al lavoro. Si potrebbe scrivere un romanzo sui pensieri che aleggiavano a
Hogwarts quella notte, a cominciare dalla McGranitt alle prese con un completino
intimo in organza rosa… ma questa e’ un’altra storia….
Vi basti
sapere che in due distinti letti, due teste, ambedue fornite di lunghi capelli…
stavano riordinando i fatti della giornata.
- Quel Potter!
Che arroganza! Ma come poteva pensare che un professore non si accorgesse del
suo complotto… -
- La scelta di
un filtro d’amore poi… che mancanza di originalità! Se scorro nella mia
memoria, troverò almeno un altro paio di studenti che ci hanno provato… tutti
finiti male…-
Erano questi i
pensieri di Piton, il tetro professore di pozioni, anche lui incapace di
prendere sonno.
- Patetici,
quel Potter ed il suo amico Weasley. Nel corridoio del mio laboratorio ho
subito avvertito le loro presenze. L’unica cosa che mi ha trattenuto dal
buttarli fuori a calci, è stata la curiosità. Volevo proprio vedere come
sarebbe andata a finire. -
- E’ stata una
sorpresa scoprire chi aveva lanciato l’incantesimo di mobilità sullo scaffale
nero, e le tracce di Althea Verde che ho trovato sull’altro dei due…. Un vero colpo
di genio, poi, modificare la formula originale in modo che all’Althea Rossa,
capace di attivare il filtro d’amore e prolungarne l’effetto, fosse sostituita
l’Althea Verde, il cui effetto e’ invece quello di attivare e far evaporare
istantaneamente il filtro. Chiunque dei due, Harry Potter o Ron Weasley, si è
venuto a trovato sopra il calderone, deve averne respirato un’abbondante dose.
L’effetto del filtro si vedrà presumibilmente tra qualche ora: peccato che non
durerà più di due o tre giorni. -
Piton si
lasciò andare ad una breve risata, una cosa talmente inconsueta per quell’ala
del castello, che alcuni pipistrelli della torre accanto, si spaventarono a tal
punto da decidere, istantaneamente, di cambiare casa. In tutti gli anni che
avevano vissuto lì, non avevano mai sentito un suono come quello provenire
dalla finestra del professore.
- Chi avrebbe mai immaginato che dietro la
macchinazione ai danni di Potter c’era la Granger…. Sino a che non l’ho vista
spiare i due incapaci al limitare della foresta, non avevo proprio capito che
l’artefice di tutto era lei: ha modificato la formula, eseguito l’incantesimo
di mobilità, fornito l’Althea Verde ai due sprovveduti (e non si può chiamarli
che tali, visto che non si sono nemmeno resi conto che solo chi voleva far loro
trovare qualcosa, avrebbe messo un’enorme scatola rossa su di uno scaffale
vuoto…) -
- Credo
proprio che le darò un ottimo voto in pozioni, dopo tutto ha dimostrato di
essere preparata ed abile, ed anche un pochino perfida… quasi quanto me… -
E, per la
seconda volta, si udì quello strano suono che era la risata di Piton,
convincendo definitivamente i pipistrelli della torre accanto che avevano fatto
un’ottima scelta, decidendo di traslocare.
Dal canto suo
Hermione non riusciva a prendere sonno. In un certo senso si sentiva in colpa
per quello che sarebbe successo. Certo,
Harry se l’era proprio andata a cercare trattandola in quel modo, e, ricacciato
il senso di colpa nel profondo della mente, si rigirò nel letto, questa volta
senza reprimere il sorriso che le saliva sulle labbra. Dopo tutto, la buona
azione quotidiana, l’aveva già compiuta liberando il povero Neville
dall’incantesimo scagliatogli da Harry.
E fu solo per
caso, che, il giorno dopo, il filtro esplodesse in tutta la sua potenza,
proprio mentre Harry Potter stava distrattamente osservando la professoressa
Cooman durante la lezione di divinazione….
FINE
[esci]