Nota dell' autrice:
La storia è il seguito di
Mani Insanguinate. Spero vi piaccia.
LE NEVI DI DURMSTRANG
"
La coppa tre-maghi si terrà a Durmstrang quest' anno - aveva detto Silente - ed
io con tutto quello che sta accadendo non posso proprio allontanarmi da
Hogwarts. Che ne diresti di andare tu al mio posto, Severus? "
Che
ne diceva? Severus aveva fissato per un istante la lista dei ragazzi che si
sarebbero recati nella gelida e lontana Durmstrang ed il primo nome era quello
di Potter, nè poteva mancare, era il vincitore dell' anno precedente! Subito
dietro venivano Hermione Granger e tutta la tribù dei Weasley, e i limiti d'
età a quanto sembrava se ne erano andati allegramente a quel paese, d' altronde
sarebbe stato ridicolo il contrario, dati certi particolari risvolti della
passata edizione. C' erano poi un paio di Corvonero, i Tassorosso brillavano
per la loro assenza, e non si poteva dar loro torto, visto il lutto che li
aveva colpiti con la morte di Cedric Diggory. Infine c' erano i Serpeverde, e in
particolare il figlio del ricco e influente Lucius Malfoy. Aggiungendo a questo
l' alta probabilità che la gara si trasformasse in un nuovo tiro a bersaglio
organizzato ad uso e consumo di Voldemort, che cosa poteva dire una persona
sensata della proposta di Silente? Dall' altra parte della medaglia, e c' era
sempre un' altra parte, Severus non poteva dimenticare la sua promessa, ohimè,
di proteggere il povero piccolo Harry Potter e poi, poi la biblioteca di
Durmstrang traboccava di libri sulle arti oscure, e le arti oscure a Piton piacevano.
Così
aveva accettato di partire, e per i primi due mesi strano a dirsi tutto era
filato liscio, a parte i prevedibili screzi tra le due Case rivali; considerato
inoltre che Karkaroff era ancora latitante, e madame Maxime aveva chiaramente
la testa altrove, forse pensava alla missione presso i giganti, Piton si era
ritrovato in pratica ad essere colui che prendeva tutte le decisioni, ed una
simile responsabilità gli piaceva anche quella, nonostante fingesse talvolta il
contrario.
E
poi c' era stata la gita, un' innocente gita in montagna organizzata da quel
Krum, che forse intenzioni tanto innocenti non aveva, per il modo in cui
guardava una certa Grifondoro. Per Piton la gita era stata un momento di
tranquillità tra i libri, mentre i suoi inutili alunni scorazzavano tra i prati
innevati. Peccato che nella gita in questione Draco Malfoy fosse
misteriosamente scomparso, e tutti gli altri si fossero separati per cercarlo.
Così invece di un solo alunno disperso il mago se ne era ritrovati una ventina,
e non li aveva ancora ripescati tutti.
"
Harry ed Hermione sono andati di là - disse Ronald Weasley - è qui che ci siamo
separati, proprio a quest' albero. Io sono andato con Victor a sinistra, mentre
loro hanno preso il sentiero di destra. "
C' era un' espressione vagamente colpevole sul volto
del giovane mago dai capelli rossi, e Severus Piton non era certo di sapersene
spiegare il motivo. Né gli importava. Quel che contava invece era che all'
appello ormai mancavano, a parte Draco, proprio Harry ed Hermione, e la cosa
era a dir poco preoccupante. La Granger era stata scelta dal calice di fuoco
per rappresentare Hogwarts, con grande disdetta di tutti i giovani Serpeverde,
i quali non sembravano comprendere che lei era la più adatta a portare la loro
scuola alla vittoria... o forse se ne rendevano conto benissimo, e per questo
erano così furiosi. Harry Potter poi, era semplicemente Harry Potter, e dunque
i due ragazzini sarebbero state le vittime ideali di qualsiasi tiro mancino organizzato
da... Severus non terminò il pensiero, poiché gestire uno scherzo idiota di
Draco Malfoy era un conto, e se invece il ragazzino stava obbedendo alle
istruzioni del suo caro genitore... L' uomo rabbrividì e poi scosse il capo,
come per liberarsi dalle immagini che gli si erano affollate nella memoria.
" Tornate al castello. - disse poi a Ron e al
bulgaro - E non muovetevi più di lì. "
Krum osservò nel suo impronunciabile accento che se il
cielo non fosse stato così carico di nubi di tempesta avrebbero potuto
proseguire la ricerca a volo di scopa, ma il cielo era carico di nubi, e Piton
non aveva bisogno del parere di un giocatore professionista di quidditch per
rendersene conto da solo.
" Tornate al castello. "
Ripetè seccato, e mentre i due giovani si
allontanavano al mago non restò che inoltrarsi da solo tra i boschi.
Gli alti alberi neri piegavano le loro cime nel vento,
e sparsi cumuli di neve erano ammassati lungo i bordi del sentiero, Severus
Piton camminava nel silenzio, in un silenzio che gli parlava di morte e
disperazione. Poi vide il burrone, una scabra conca circolare che sprofondava
nel terreno, e vide il gradini che la magia, una magia recente, ancora viva
nell' aria, aveva intagliato nella roccia scura. L' uomo scese di volata la
rozza scala di pietra, ed in fondo vide due figure avvolte nei mantelli rossi
che Durmstrang aveva donato ai Grifondoro.
" Potter, Granger, siete voi? E' tutto a posto?
"
Poi li avrebbe anche puniti per la loro incoscienza
magari, ma più tardi.
" Qui c' è qualcosa profe... "
Fece per dire Hermione, ma la ragazza non riuscì a
completare la frase. Una luce abbagliante aveva avvolto la radura, cancellando
ogni cosa nel suo chiarore.
" Levati di lì Potter! "
Gridò Piton, ma fu del tutto inutile. Poi, mentre gli
occhi abbacinati dalla troppa luce riacquistavano la facoltà della vista, il
mago seppe. Il qualcosa che la Granger aveva indicato, e dove Harry Potter era
andato a meno di mettere i propri incauti piedi, nient' altro era che...
" Un Portale! - esclamò l' uomo - Soltanto voi
potevate andarvi a imbattere in un Portale! "
" Cos' è un Portale? "
Domandò Harry, come se quello fosse stato il momento
per simili domande.
" Un Portale? - ripetè Hermione - Dovrebbe essere
una specie di Passaporta, ma con un varco fisso e delle parole d' ordine per
tenere lontani gli... "
" Per tenere lontani gli intrusi, come voi due,
appunto. "
La voce di Voldemort era gelida, più del freddo e
della neve circostanti. Non fu per timore che Piton si gettò in ginocchio, ma
per un reazione istintiva che andava oltre ogni paura.
" Alzati, Severus, non hai bisogno di prostrarti
ai miei piedi, non è questo il modo in cui mi hai dimostrato la tua fedeltà in
passato... e me la proverai in futuro. "
" Mio Signore? "
Fece Piton in tono esitante, e chiedendosi fra sé cosa
sarebbe stato peggio, se continuare a ignorare quel che stava accadendo, o
vedere sino in fondo al contrario le profondità del baratro in cui si era
andato a cacciare.
" Certo quest' incontro non era previsto e
ammetto che il mio Portale non aveva niente a che vedere né col mio giovane
nemico né con la sua mezzosangue, - disse ancora Voldemort con un vago sorriso
- ma una volta che siamo tutti qui... perché non approfittarne? "
" I genitori di Hermione sono entrambi babbani e
lei non è una mezzosangue... - fece Harry quasi gridando - Tom Orvoloson Riddle
lo è, non Hermione! "
L' osservazione di per sé corretta sembrò a Piton
quanto mai fuori luogo, il mago tuttavia non disse nulla, né c' era nulla che
potesse dire in quel momento. Avrebbe voluto tanto trovarsi altrove.
" Non importa ciò che si è, ma quel che gli altri
credono che tu sia. E proprio tu, piccolo eroe da nulla, dovresti essertene
reso conto. - disse l' Oscuro Signore freddamente - Ma lasciando da parte
questi discorsi forse troppo complicati per il tuo limitato intelletto, ormai
non ci resta che vedere se la tua incommensurabile fortuna saprà proteggerti
anche stavolta.
Liberami di questi due mocciosi, Severus. "
Liberare? Io? Piton cercò come di deglutire, ma la sua
gola era completamente secca. Perché un solo motivo gli veniva in mente per cui
Voldemort potesse rinunciare al piacere di sistemare personalmente l' odiato
Harry Potter; e quel motivo era il desiderio di mettere alla prova l' incerta
fedeltà del servitore che gli stava accanto.
O forse l' Oscuro Signore sa già del mio tradimento,
pensò il mago, e mi chiede di uccidere per lui solo per poi uccidermi a sua
volta.
" Qualcosa ti turba, Severus? "
Disse Voldemort, e quasi dolce era la sua voce.
" Uccidere Harry Potter... è un insolito onore,
un onore che credevo avreste riservato per voi. "
" Uccidili, Severus, e dopo vedrò di soddisfare
la tua curiosità. Non mi sembra opportuno annoiare gli ospiti con le nostre
chiacchiere, in fin dei conti. "
Gli ospiti erano forse di opinione diversa, ma Piton
non aveva autorità in capitolo e ormai sapeva quel che doveva fare. Tese la
bacchetta... E la voce dell' Oscuro Signore giunse a fermarlo.
" Aspetta ancora un attimo. "
Gli disse, e con una breve formula strappò di mano ai
due ragazzi le loro bacchette magiche.
" In fin dei conti potrebbe essermi utile una
gemella della mia bacchetta. E adesso a te, Severus, ti chiedo soltanto che i
loro corpi siano ancora integri quando avrai finito. "
Severus stavolta non proferì parola, e tenne per sé le
domande che quell' ultima frase aveva sollevato nella sua mente. Già vedeva
Voldemort strappare una ciocca dei capelli di Potter, e adoperare quei capelli
per tendere una trappola al suo vecchio nemico Silente... ma nulla di tutto
questo aveva importanza, non in quel momento.
Il mago tornò a sollevare la bacchetta, ed il suo
incantesimo fu un sussurro che nemmeno lui stesso quasi riuscì a udire. Ma
ottenne il suo scopo, i due giovani Grifondoro caddero a terra, nella neve, e
non un solo alito di vita animava i loro corpi. Piton fece poi per ritrarre
indietro il braccio... e si accorse di essere immobilizzato.
" Quale incantesimo hai adoperato, Severus? -
domandò Voldemort in tono quieto - Perché il mio fidedignus non ti avrebbe intrappolato nella sua morsa, se non
fosse stato nelle tue intenzioni disobbedirmi, tradirmi. "
Severus si lasciò sfuggire appena un sospiro: aveva
tentato e aveva fallito, cercare di negare l' evidenza adesso non sarebbe
terribilmente sciocco.
" Mortis
imago
furtiva defensio
detur somnio
vita
somnium detur
vitae. "
Disse, ripetendo ad alta voce le parole che prima
aveva appena mormorato, nella speranza che Voldemort non arrivasse a coglierle.
Ma l' Oscuro Signore non aveva avuto bisogno di ascoltare, per scoprire il suo
doppio gioco.
" Un incantesimo improvvisato dunque, - commentò
l' altro, come se la formula pronunciata da Piton fosse l' unica cosa che lo
interessasse - e tuttavia ha raggiunto il suo effetto: avvolti in uno stato di
morte apparente i due ragazzi sono protetti da ogni mano ostile, e dalla mia
mano. Un buon incantesimo, ed io non mi ero quasi accorto... ma forse posso
rimediare. "
Il mago recitò una formula magica, ed i mantelli
vermigli di Harry ed Hermione svanirono nel nulla, un altro colpo di bacchetta e
la scala scavata nella roccia si sgretolò lasciando solo una parete spoglia e
scabra, Voldemort pronunciò un terzo incantesimo e nessuno tra coloro alla
ricerca dei due Grifondoro avrebbe più potuto raggiungere la radura innevata.
" La morte per assideramento è una morte
impietosa, - osservò l' uomo - eppure in un certo senso sei stato tu a
suggerirmela. "
" La pietà non si addice a Colui che Non Deve
Essere Nominato. "
Fece Piton in un sibilo, e l' altro sorrise:
" La pietà non mi si addice, sei stato tu a dirlo
e adesso... "
" Adesso viene il mio turno. "
La voce di Severus era ferma, e l' uomo si accorse di
non provare più alcuna paura, la consapevolezza di stare per morire era quasi
rassicurante, l' unico suo rimpianto era che quella morte fosse completamente
inutile.
Voldemort non disse nulla, ma tracciò nell' aria un
circolo di rune color smeraldo, e domandò all' altro se era in grado di
decifrare il loro significato.
" E' un incanto di giovinezza, un disegno molto
antico, molto potente - comprese Piton - ma è incompleto... "
" Ed io non sono ancora riuscito a scoprire quale
sia la runa mancante. Molti uomini sono morti mentre cercavo di scoprirlo,
morti di una morte orribile, a detta di quanto è rimasto di loro. Potresti
invidiare la sorte toccata a Potter e alla sua compagna prima che tutto sia
finito, ma tu avrai se non altro una possibilità di scelta. Decidi tu quale
sarà l' ultima runa, e forse potresti persino sopravvivere... anche se non
credo che sarai così sfortunato. "
Piton fissava il cerchio di simboli luminosi come
ipnotizzato e poi vide l' intrico di rune mutare la propria forma, come
adattandosi ai suoi pensieri, alle sue intuizioni.
" Una soluzione interessante - commentò Voldemort
- una soluzione a cui io non avrei pensato, ma d' altronde nessuno ha mai messo
in dubbio la tua abilità, Severus. Quasi mi dispiace che la morte debba essere
il castigo di chi ha tradito l' Oscuro Signore. "
" La morte non è il mio castigo, Voldemort, ma la
mia ricompensa - disse l' uomo in tono fiero - perché non può morire chi non è
più realmente vivo. "
" Che splendide parole! - fece il mago oscuro con
un sorriso - Degne del tuo eroismo, e della tua determinazione. Peccato non ci
sia nessuno ad ascoltarle, e che debbano perdersi nel vento. "
" Tu le hai udite, e potrai riderne con i tuoi
servi, con coloro che ti sono fedeli. "
" No, Severus. Io di te non rido. E' più facile
che schernisca i leccapiedi che mi circondano, e devo ucciderti, perché è
necessario, ma di te non rido "
Voldemort non aggiunse altro, e Piton vide le rune
luminose disporsi attorno al suo corpo, e brillavano in una maligna attesa.
" Né il bene né il male esistono - ripetè
Severus, parlando quasi a se stesso - ma solo il potere, e chi è troppo debole
per usarlo. "
" Sono parole mie. "
" La tua più grande verità, la tua più grande
menzogna. Perché il male esiste, e la sua lingua è il dolore. Il dolore mio, il
dolore degli altri. "
Voldemort scosse il capo, ed il suo volto era
stranamente, incomprensibilmente triste.
" Era facile fra i tuoi libri, fra i libri che
amavi tanto, credere che il male fosse solo un' impersonale convenzione, una
complicazione mentale inventata dagli sciocchi, oppure da uomini che cercavano
di dare un nemico comune a quello strano ammasso cellulare chiamato società. Era
facile crederlo, e tu lo hai creduto, fino a quando io non ti ho insegnato il
sapore del sangue.
E' stato il mio errore, lo ammetto. Non avrei dovuto
metterti una lama in mano, e chiederti di uccidere per me. "
Piton fissava l' altro senza parlare, ed era come se i
suoi pensieri si fossero congelati insieme al corpo.
" Credevo di piegare la tua mente in tal modo,
credevo di asservirti a me completamente, di annullare la tua volontà, e mi
sbagliavo. Dietro il cinismo e l' ambizione che ostentavi come un vanto la tua
anima era pura, e tale è rimasta, nonostante tutti i miei tentativi. "
Severus taceva, e lui, lui che si era abituato a
considerare se stesso una specie di dannato, non riusciva a credere di aver
udito quelle parole. Voldemort si avvicinò, passò quasi distrattamente il suo
dito indice sulle guance dell' altro.
" Lacrime. Stai piangendo, Severus, e forse
nemmeno te ne eri reso conto.
Mi sembra di vedere la tua anima, contorta e ferita,
gonfia di dolore, eppure ancora integra, e l' odio in te si protende nel suo
tentativo soffocarla, ma invano. E paghi con la vita una simile vittoria ma io
non sono riuscito a spezzarti, no, non sono riuscito a spezzarti. "
" Grazie... maestro. "
Quelle parole, a metà fra il pensiero ed un vago
sussurro sgorgarono dalla mente di Piton, e lui non riuscì a fermarle.
" Grazie? - esclamò Voldemort, ed era forse la
prima volta nella sua vita che Piton leggeva la sorpresa in quei suoi occhi
simili a neve, perennemente freddi e immoti - Grazie per cosa? Per la morte
dolorosa che ti infliggerò, indipendentemente dall' esito dell' incantesimo di
rune, o per averti fatto credere di essere malvagio, malvagio come io lo sono,
e tu invece non sei mai stato? O forse è solo che queste mie parole danno un
senso a ciò che sei, e al destino che ti aspetta... "
Mentre parlava l' Oscuro Signore chiuse con la sua
mano le palpebre dell' altro, in un gesto che aveva il sapore di una cerimonia
funebre.
"...e questa è tutta la pietà che posso offrirti.
"
" Stai bene, Hermione riesci a muoverti? "
La ragazza si scosse di dosso la neve appena caduta,
rispose con quello che somigliava più che altro ad un brivido di freddo, ma
riusciva a muoversi, e non perse tempo ad alzarsi da terra.
" Hai sentito anche tu, non è vero? "
" Si ho sentito, ma adesso, Harry, dovremmo
pensare a tirarci fuori dai guai, noi due e anche il professor Piton. "
Potter annuì, e quasi senza volerlo lasciò che il suo
sguardo corresse verso la statua di ghiaccio che imprigionava l' insegnante di
pozioni, e scintillava al sole. Il cielo era limpido sopra la valle del
Portale, ma tutt' intorno ad essa la nebbia si addensava in un plumbeo
grigiore.
Harry rimase in silenzio. Non avevano bacchette, erano
privi di mantelli, e la situazione sembrava disperata. Certo, lui era quasi abituato alle situazioni
disperate, ma... Un grido riscosse il giovane dai suoi lugubri pensieri: una
figura in verde aveva superato in una rovinosa caduta l' orlo del dirupo,
finendo fortunosamente su di un cumulo di neve, che ebbe il potere di attutire
l' impatto col terreno.
" Draco! Che diavolo ci fai qui? "
" Mi sono perso, ecco che faccio! - rispose l'
altro in tono brusco - Giro da ore alla ricerca di qualcuno, ma sinceramente
piuttosto che voi avrei preferito non
incontrare nessuno. "
" La situazione è peggiore di quanto tu creda. -
gli annunziò Harry cupamente - Perché non c' è via d' uscita da questa valle.
"
Poi il ragazza sentì Hermione che gli tirava una
manica:
" La bacchetta, - bisbigliò la ragazza - Malfoy
ha la sua bacchetta, e non deve accorgersi... "
Non doveva accorgersi che i due Grifondoro invece ne
era privi. Dunque Harry fece qualcosa che mal si accordava con l' etica
Grifondoro: saltò addosso all' altro, e mentre lo immobilizzava gridò all'
amica di cercare quella bacchetta.
" Siete impazziti? - gridava frattanto Draco - Ma
dico, siete proprio impazziti? "
" Calmati Draco, e non ti torceremo un capello.
Non vogliamo farti del male, solo impedirti che tu ne faccia a noi. "
" Una comoda scusa, questa, mi sembra di averla
già sentita... "
" Trovata! "
Esclamò Hermione, ma la bacchetta che la giovane aveva
estratto dalla tasca di Malfoy era rotta, inservibile. A quella vista Harry non
seppe se sentirsi deluso o sollevato, ma allentò la sua presa, e Draco si
liberò con un' espressione di disgusto sul volto. Poi il giovane Serpeverde
strappò di mano alla ragazza il moncherino di legno, tornò a conservarlo come
se fosse una preziosa reliquia. E stava per dire qualcosa, ma poi il suo
sguardo cadde sulla statua di ghiaccio, e le parole sprezzanti fecero luogo ad
un mormorio impaurito:
" Volete spiegarmi cosa sta succedendo? "
" Diciamo che Voldemort ci ha fatto una visitina
- rispose Harry con una smorfia - e questo è il prezzo che Piton ha pagato per
averci difeso. "
" Piton? - ripetè l' altro incredulo - Ma Piton
è... "
" Un mangiamorte, è questo che volevi dire?
"
" E tu stai dicendo che ha tradito l' Oscuro
Signore. "
" La notizia ti sconvolge tanto? "
" Non è una cosa che ti riguardi, Potter. "
" Vuoi sapere cos' è che mi riguarda? Mi riguarda
il fatto che siamo tutti e quattro bloccati in questa valle, e Voldemort ha
fatto in modo che nessuno scenda quaggiù a cercarci. Moriremo di freddo se non
collaboriamo, e cercare di tirare Piton da quella teca di ghiaccio è la prima
cosa da fare. "
" Che cosa proponi dunque? "
Domandò Draco con il suo insopportabile sorriso, e
stringendosi ancor più nel suo pesante mantello verde.
Ma Harry non aveva alcuna proposta reale da offrire
all' altro, e pur essendo uscito sano e salvo da situazioni più gravi, più disperate,
al momento iniziava a pensare che quella sarebbe stata la volta, infine, in cui
ci avrebbe lasciato le penne. Hermione si era avvicinata alla statua di
ghiaccio, e dava le spalle ai due ragazzi, come fosse stata intenta a intessere
un muto incantesimo.
" Guardate - sussurrò poi - Piton sta davvero
diventando più giovane, e io mi chiedo se insieme agli anni non stia perdendo
anche la memoria che ad essi è legata. "
Harry si avvicinò, e attraverso lo spesso strato di
freddo cristallo vide una figura che avrebbe potuto essere quella di un suo
coetaneo.
" Se ha perso la memoria... "
" Se ha perso la memoria insieme ad essa ha
perduto anche il ricordo del suo tradimento - disse Malfoy, e non cessava di
sorridere - e voi vi state affannando per liberare un vostro nemico. "
" Piton non è come te, - esclamò Potter quasi con
ira - non lo è mai stato. "
Il ragazzo di Serpeverde sbarrò gli occhi incredulo,
ma Harry strinse le labbra, e non volle aggiungere altro. Poi il giovane si
voltò verso l' amica, e allora vide qualcosa che prima non aveva notato:
Hermione stringeva un minuscolo specchietto tra le dita, lo stava adoperando
per concentrare i raggi del sole, e sciogliere il ghiaccio nel punto in cui il
professore di pozioni impugnava la propria bacchetta. Passarono ancora una
decina di minuti, nel silenzio della valle, e poi la bacchetta di Piton era fra
le mani rosse per il freddo di Hermione Granger.
Subito dopo però la giovane scosse la testa, e
sussurrò che sembrava non ci fosse alcuna compatibilità fra lei e quello
strumento magico.
" Dammi qua. "
Fece Draco sprezzante, ma Harry si parò fra loro,
impedendogli di avvicinarsi.
" Non hai appena detto che dovevamo collaborare,
Potter? "
" Lascia che provi io, prima. "
E il ragazzo provò, puntando la bacchetta quasi senza
riflettere verso il punto in cui la neve cadendo aveva ricoperto il disco di
pietra del Portale.
" Frango!
"
Gridò il ragazzo, e frammenti di roccia grigia
volarono da ogni parte. Uno di essi atterrò ai piedi di Draco, il quale si
chinò a raccoglierlo perplesso.
" Cosa è
questo? "
E Harry glielo disse. Chissà perché descrivendo la
situazione in cui si trovavano si era completamente
dimenticato di nominare il Portale a Malfoy. Draco non proferì parola, ma
divenne verde per l' ira, poiché se un Portale controllato da Voldemort non
rappresentava certo una via di fuga per i due giovani Grifondoro, per lui, per
lui invece avrebbe potuto rappresentare la salvezza.
" Scusa se ti ho impedito di andare a informare i
nostri nemici del nostro tentativo di fuga! "
Esclamò Harry, giacchè era facile i pensieri dell'
altro.
" E questa è la nobiltà dei Grifondoro. "
" Magari è solo il mio lato Serpeverde che si è
risvegliato. "
" Il tuo... "
" Detesto dirlo, Harry, - fece Hermione - ma temo
che distruggendo il Portale tu abbia dato comunque
l' allarme, e adesso l' unica cosa sensata è scongelare Piton e andarcene via
al più presto. "
" Dovresti vedere la tua faccia in questo
momento, Potter - esclamò Draco, e quasi rideva - ma non devi preoccuparti,
poiché insieme al coraggio e all' eroismo nessuno ha mai preteso che tu
possedessi anche l' intelligenza. "
" Sta zitto, Malfoy! "
" Perché altrimenti che cosa fai, mi picchi un'
altra volta? E poi mi chiedi scusa, di
nuovo? "
Ma Harry non lo stava più a sentire: Hermione aveva
ragione, dovevano liberare Piton, e al più presto, solo che lui non aveva la
benchè minima idea di come fare. D' altro canto la sua amica di idee ne aveva
sin troppe, e non aveva ancora terminato di chiedere il suo consiglio che lei
già lo sommergeva con una decina di formule. E fu proprio la prima che Harry
provò ad avere successo, e nell' aria si sparsero minutissime schegge di
ghiaccio, e al posto della statua rimase soltanto un ragazzo dai capelli scuri,
con indosso degli abiti troppo lunghi per lui di almeno una decina di
centimetri.
Il giovane Severus Piton barcollò e sembrava quasi che
stesse per cadere, ma poi scosse la testa e si guardò intorno con un'
espressione stranita.
" Si può sapere che cosa ci fai con la mia
bacchetta in mano, Potter? "
" Si sente bene professor Piton? "
Domandò Draco con un tono quasi premuroso e l' altro
invece si voltò a guardarlo con una vaga smorfia di disgusto.
" Professor Piton? Comprendo che il mio amore per
i libri sia una cosa incomprensibile per te, ma augurarmi di finire dietro a
una cattedra, con il compito di insegnare a dei completi imbecilli, mi sembra
una cosa di pessimo gusto, Lucius. Io ho ben altre ambizioni, e tu lo sai
benissimo. "
" Lucius? "
Ripetè Harry sbarrando gli occhi.
" Cosa c' è, James Potter? Adesso fingi di non
conoscere più nemmeno i nostri nomi? Capisco che è mai corso buon sangue fra
noi, ma questo mi sembra semplicemente infantile. "
Harry rimase in silenzio, incerto su cosa dire.
" E... James, ancora non mi hai ridato la mia bacchetta.
"
" Ridagli la sua bacchetta, James - gli fece eco Malfoy con un sorriso divertito - in fondo non
hai detto or ora che: Piton non è come me, e non lo è mai stato? "
" Sta zitto! "
Pronunciarono Severus e Harry quasi nello stesso
istante, e subito dopo il Piton ragazzino scoppiò a ridere.
E pur non essendo troppo sicuro di quel che faceva
Potter tese all' altro la sua bacchetta magica.
" Adesso sì che inizi a ragionare, James...
James? Che diavolo hai fatto agli occhi? "
" Sono gli occhi di mia madre, li ho sempre
avuti... io non sono James Potter, ma suo figlio Harry. "
Piton inclinò la testa, e per un lunghissimo istante
non pronunciò una sola parola.
" Hai il volto di James - disse infine - e gli
occhi della piccola Lily Evans. Ma non so ancora se crederti. E poi, poi puoi
dirmi dove siamo, cosa facciamo qui, e soprattutto chi è quella ragazza carina
che ti sta accanto. "
" Il mio nome è Hermione Granger... "
Rispose l' interpellata protendendo la mano in un
gesto di saluto.
" ...ed è una bastarda mezzosangue. "
Concluse Draco sprezzante. Solo a stento Harry si
trattenne dal saltargli addosso. Ma Piton scosse la testa, e strinse la mano
che l' altra gli porgeva.
" Sei un idiota Malfoy, e riesci a mascherarlo
solo perché ti circondi di esseri ancora più idioti di te. Non c' è alcuna
differenza tra quelli come noi ed i così detti mezzosangue, e se a volte ci fa
comodo affermare il contrario poi tu raggiungi dei livelli di stupidità
sublime, nei momenti in cui sembri crederlo davvero.
Tu devi essere una Grifondoro - aggiunse poi rivolto
all' altra - perché, senza offesa, solo dei Grifondoro potrebbero andarsene in
giro senza nemmeno un mantello, con questo freddo. Ed il fatto che io non ti
abbia mai vista prima sembra confermare la storia del giovane Potter. Ma forse
sarà meglio rimandare le spiegazioni a dopo, dovranno essercene di spiegazioni,
e per prima cosa vediamo di tornare al coperto, lontano da questo gelo. "
E senza aspettare una risposta Piton puntò la
bacchetta verso la parete scoscesa, e a una sua parola una nuova scala tornò a
formarsi nella roccia. Fu solo quando ebbero lasciato la valle del Portale che
Severus tornò a guardare i tre quindicenni, e domandò loro quale direzione
avrebbero dovuto prendere. E i tre ragazzi invece si guardarono smarriti,
poiché loro in tutta sincerità si erano perduti, e avevano fatto affidamento
proprio sul loro professore di pozioni per la via del ritorno.
" Sappiamo che Durmstrang non può essere lontana
- disse infine Hermione - ma nessuno di noi, temo ricorda in che direzione si
trova. "
" Nemmeno, tu... Lucius? O forse sei il figlio
del mio vecchio compagno? "
Draco rispose scuotendo appena il capo, e poi sussurrò
il suo nome come se avesse paura a pronunciarlo.
" Imbecilli, sono circondato da imbecilli! - esclamò
Piton - E davvero il mio futuro è quello... di insegnare a voi? Ma se incontro
il mio io adulto gliene canterò quattro! E ora avanti, da bravi, in marcia,
tanto stare qui non ci servirà a nulla. "
Si misero in cammino, anche se in realtà nessuno di loro
sapeva quale fosse la strada da prendere. Harry ed Hermione poi non facevano
altro che rabbrividire, e non sarebbe dispiaciuto loro avere a disposizione
tutti i numerosi maglioni che la mamma di Ron aveva cucito in numerosi natali.
" Sotto il mio manto, presto, tutti e due! "
Ordinò Piton, ma per quanto fosse ampio non c' era
spazio per tre ragazzi sotto la nera cappa che lui indossava, e così Harry
molto grifonianamente cedette all' amica il privilegio di quell' inaspettato
riparo.
Non fecero più di una cinquantina di passi, ed
Hermione sgusciò via dal mantello, rossa in volto e pronta a snocciolare tutta
una serie di epiteti che Potter non aveva udito mai sulla sua bocca... epiteti
che in genere avevano a che fare con la stirpe dei suini, e le loro abitudini.
Il ragazzo guardò prima la compagna furente, e poi il
giovane Piton, che sembrava disposto ad accogliere quella valanga di insulti
con un sorriso sulle labbra.
" Ti do il mio maglione, Hermione, - disse infine
Harry - e quanto a te, Severus, professore regredito all' infanzia, sappi che
se qualcosa di spiacevole dovesse succedere mentre sono sotto quel mantello io
non reagirei fuggendo. "
" Spiacente Potter ma non sei il mio tipo, non lo
saresti nemmeno se io avessi... diciamo le stesse tendenze del padre del qui
presente Malfoy. "
" Mio padre cosa? "
Strillò Draco, con una voce acuta che lo fece sembrare
più giovane di quanto non fosse.
" Stavo scherzando, stavo scherzando! Ma cosa è
diventato Hogwarts, un collegio di educande? "
Piton rise, e la sua risata non si poteva definire
esattamente gradevole.
Si rimisero in marcia, ed Hermione corse in avanti,
probabilmente per sbollire la rabbia.
" Com' è che sono qua? - disse poi Piton -
Giacché il cammino par lungo potreste approfittarne per spiegarmelo. "
" Voldemort voleva uccidere me ed Hermione, e tu
ci hai salvato. Finendo per compenso a far da cavia per un incantesimo
ringiovanente. "
" E, scusa, non che desideri vedervi morti, ma
come ho potuto mettermi contro l' Oscuro Signore... per causa vostra? "
Potter si fermò a guardare Draco, ma l' altro non
sembrava interessato alla discussione che si svolgeva tra le pieghe del nero
mantello.
" Mi stai chiedendo di raccontarti la tua vita,
prof... "
" Chiamami Severus, lo preferisco. E in effetti
hai ragione - aggiunse voltandosi anche lui verso Draco - la mia vita non è per
le orecchie di un Malfoy, proprio no. "
" Ci sarà un' altra volta, Severus. "
" Forse, o forse no. Perché in fin dei conti
forse preferisco non saper nulla di un passato che non è mio, ma che
rischierebbe comunque di influenzare ogni mia scelta. "
Anche se questo dovesse voler dire ripetere gli errori
del passato? Pensò Harry, ma non osò dirlo, poiché il solo pensiero degli
errori di Piton poteva essere un fardello intollerabile.
In quel momento Hermione tornò indietro, teneva in una
mano due lunghi rami, e sorrideva raggiante.
" Che ci vuoi fare con quella roba, Granger?
"
Esclamò Draco, ed il suo umore sembrava essere
ulteriormente peggiorato.
" Io potrei indicarti un uso ben preciso per almeno
uno di quei nodosi bastoni - intervenne Piton con un sogghigno - ma si
tratterebbe di una battuta volgare, e dato che le vostre orecchie sono così
delicate ve la risparmio. E brava la nostra Grifondoro, che ha trovato degli
ottimi manici di scopa, ma per fare una scopa serve almeno della saggina e...
"
" Ci sono dei cespugli di fior di neve più in là
- disse la ragazza - e sono tornata indietro proprio perché non riuscivo a
estirparli. "
Il fior di neve era una pianta simile all' erica, e
cresceva tra i ghiacci più impervi, mescolando i suoi candidi fiori al candore
delle lande gelate.
" Ci vorrebbe un coltello. "
Osservò Draco, dopo che ebbe provato anche lui a
strappare una di quelle piante.
" Oppure tu hai le mani di ricotta. - osservò
Piton - Ma aspetta... ti spiace uscire un attimo da qua sotto, Potter? Ecco...
pare che io abbia un coltello. "
Eppure sembrava che il giovane tra le sue mani
stringesse il vuoto.
" Un pugnale invisibile, il pugnale dei servitori
del Signore Oscuro. "
Annunziò e sorrideva. Quel sorriso fece gelare il
sangue ad Harry, più di quanto potessero i freddi venti di Durmstrang.
Poi Piton si chinò su uno dei cespugli di fiori
bianchi, e lo recise con quella lama che solo lui riusciva a vedere.
Hermione si sfilò il nastro rosso che tratteneva i
suoi lunghi ricci castani, un nastro rosso che Krum che le aveva regalato, e
che la giovane indossava molto spesso, o per meglio dire tutte le volte che le
capitava di avere un battibecco con Ron. Con quel nastro, opportunamente
tagliato a metà, i candidi cespugli vennero legati ai due rami, e il risultato
finale somigliava parecchio a una scopa, ma a una scopa che sarebbe stato il
sogno di qualsiasi ragazza.
" Io su quella cosa non ci salgo. "
Disse Draco disgustato.
" E chi ti ha detto che ci devi salire? - ribattè
prontamente Piton - Dubito che queste scope di fortuna possano reggere due
persone, ma levandoci in volo potremo stabilire in che direzione si trova
Durmstrang, e l' onore di una simile ricognizione non andrà a te. Se sia tu che
Potter avete appena un decimo dell' abilità dei vostri genitori... è
chiaramente lui quello che deve accompagnarmi. "
Poi Piton si tolse il mantello, e lo porse ad
Hermione, mentre Harry tornava ad indossare il maglione che aveva prestato alla
ragazza. Draco provò a sollevare una qualche protesta, ma furono in tre a
zittirlo quella volta.
Harry e Severus montarono sulle scope, e si levarono
in volo, oltre la grigia nebbia che premeva sugli alberi. E poi videro, videro
il castello di Durmstrang, forse persino più vicino di quanto non avessero
immaginato.
Poi giunse il vento, forte, crudele, impetuoso, Harry
quasi non riuscì a comprendere cosa stesse accadendo, mentre la scopa ormai non
rispondeva più al suo controllo, e la visione di Durmstrang svanì in un confuso
turbinio di neve e grandine. Precipitarono, precipitarono a capofitto verso il
bosco e se non si schiantarono a terra fu solo perché un alto pino li accolse
tra i suoi rami.
" Un volo divertente - commentò Piton scuotendo
il capo - E per fortuna anche tu te la cavi nel volo. Sei tutto intero, non è
vero, Potter? "
" Io si, la scopa non tanto. "
" Forse... "
Qualsiasi cosa volesse dire Severus Harry non era
destinato a saperlo. Perché un rumore di passi spezzò il bisbiglio del giovane,
e i due ragazzi rimasero in silenzio, in attesa.
" Sei sicuro di quel che dici, Draco? "
" E' avvenuto tutto come ti ho detto, papà, e d'
altronde la mezzosangue ha confermato le mia versione dei fatti, e ha aggiunto
anche dell' altro. "
" Certo non era tanto propensa a parlare... -
disse Lucius Malfoy con un sorriso - ma alla fine ha parlato! "
E dietro lui e al figlio veniva un altro mangiamorte,
con il volto nascosto dal cappuccio, e che pure lo scintillio di una mano
metallica identificava come Peter Minus. Scarmigliata e con i polsi legati,
trascinata senza troppi riguardi dall' infame mangiamorte, Hermione Granger
chiudeva il lugubre corteo.
" Hermione è nei guai. "
Sussurrò Harry.
" Non è esatto - bisbigliò Piton con voce crudele
- perché tu sei qui, impigliato fra gli alberi in compagnia di un Serpeverde,
di un Serpeverde che già in una vita passata si è posto al servizio dell'
Oscuro Signore. Potresti essere anche tu nei guai. "
" Severus Piton un traditore. "
Ripetè Lucius Malfoy, come aveva fatto già molte volte
nell' ultima ora, come se ripetere quella stessa frase di continuo potesse dare
un senso quella notizia. Notizia non del tutto inaspettata, no, eppure comunque
inquietante.
Hermione, con il volto rigato di lacrime, si morse un
labbro per non parlare. Teneva il capo chino, poiché se avesse sollevato lo
sguardo i suoi occhi sarebbero stati pieni d' odio, e non voleva che i
mangiamorte ridessero di quel suo rancore goffo e imponente, destinato a morire
insieme a lei, se nessuno fosse giunto a salvarla.
" Severus Piton... un traditore. "
" Quel Severus Piton è morto! O meglio, non è mai
esistito! "
E fermo, al margine della radura circondata dagli
alberi c' era il giovane Severus Piton, e trascinava per un piede... un Harry
Potter decisamente schiantato.
Hermione chiuse gli occhi, quasi desiderava di essere
già morta.
" Severus, - disse Lucius, e sorrideva - Severus,
sembra davvero dunque che il nostro maestro abbia trovato il modo di riportarti
tra noi. Tuttavia tocca a lui, e non a me, giudicare se potremo riaccoglierti.
"
" Me ne rendo conto, e accetterò la sua
decisione, qualunque essa sia. "
Gli occhi di Piton erano frammenti di ossidiana, dura,
impenetrabile, immota.
" Il maestro non... il maestro non è potuto
venire. - disse Minus con la sua vocetta stridula - Eppure lo informeremo
presto, subito, delle novità. "
Il mangiamorte trasse da una tasca un cubo di
cristallo nero, e lo poggiò per terra.
L' immagine di Voldemort comparve nella radura, e l'
Oscuro Signore si girò intorno, e poi i suoi occhi si incrociarono con quelli
di Piton, terribile era il suo sguardo, ma l' altro non mostrò il benchè minimo
turbamento.
Il mago ringiovanito rimaneva immobile, e l' unico
movimento
" Così Severus è tornato da me, e mi porta il
figlio di Potter in dono. "
" Io non vi ho mai abbandonato, Signore, e se una
parte di me l' ha fatto è stata uccisa dal vostro incantesimo. "
" Eppure mi hai già tradito una volta, e potresti
tornare a farlo. "
" Servitemi di me, sino a quando potrò esservi
utile, e poi... - Piton si inginocchiò,
ma il suo sguardo restava fisso negli occhi dell' altro - e poi se dovrò pagare
il fio per qualcosa che non ricordo di aver fatto, accetterò la punizione, dal
momento che sarete voi ad infliggerla. Servirvi è tutto ciò che desidero,
servirvi e poter tornare a chiamarvi mio Signore. "
" Riconosco l' impetuosità del giovane Piton, e
forse la tua brama di servirmi non si spinge fino al voler immolarti
spontaneamente ai miei piedi, ma preferisco questa tua baldanza ai piagnistei e
alle suppliche di altri miei servitori. Ti verrà data una seconda possibilità,
e saranno le tue azioni a decidere il tuo destino. - l' uomo sorrise, poi si
rivolse verso Minus e Malfoy - Uccidete i due mocciosi, e assicuratevi che
siano morti. Dopo tornerete da me, insieme al nostro Severus. "
Poi la figura del mago si dissolve, e Minus si
affretto a riporre il cubo di cristallo nero tra le pieghe del suo nero
mantello.
Lucius Malfoy si girò verso il figlio invece, e gli
porse un anello d ' argento:
" Tieni, è una passaporta, va a casa dunque, e
restaci. "
Draco fece per protestare ma il padre gli infilò l'
anello al dito e il ragazzo improvvisamente scomparve. Il luccichio del metallo
fu l' ultima cosa a svanire.
" Ci occupiamo prima della femmina? "
Disse Minus, e frattanto aveva già teso la bacchetta
in direzione di Hermione.
" No! "
Gridò tuttavia Piton, e aveva uno sguardo cupo in
volto.
" No? - ripetè Malfoy incredulo - Davvero, dopo
tutto quello che è successo, hai il coraggio di difendere la mezzosangue?
"
" E chi la sta difendendo? - ribattè l' altro
bruscamente - Non ho detto che non dobbiamo ucciderla, solo voglio divertirmi, prima. "
Lucius Malfoy rise, e Minus aveva abbassato la sua
bacchetta. Hermione chiuse gli occhi, si morse le labbra per trattenere i
singhiozzi che le crescevano in gola.
" Cosa c' è, la mia idea non ti alletta? - fece
Piton venendole vicino - Eppure ti sto regalando minuti di vita preziosi.
"
La ragazza fece per divincolarsi dalla stretta di
quelle mani fredde, ma inutilmente.
Sentì l' altro che le schiudeva a forza le labbra e la
baciava, sentì un sapore amaro scenderle per la gola e desiderò urlare, ma non
poteva. Non poteva.
Adesso, disse poi Piton in un sussurro privo di voce, e
sorrise.
E fumo grigio, denso, soffocante invase la valle.
Hermione sentì come un gelo scenderle nelle vene, provò il desiderio di correre
via e scappare, incurante delle conseguenze del suo gesto. Ma Severus la
tratteneva, e la sua stretta tuttavia era quasi gentile. La giovane udì delle
urla, era Peter Minus e Lucius Malfoy a gridare, e la giovane sentiva i passi
disperati della loro fuga. E poi...
" Innerva!
"
Era la voce di Ron.
" Fumifugium!
"
E questo era Fred, o Greg, o forse tutti e due. A
quella formula la grigia fuliggine d' incanto scomparve, a quella formula ricomparvero
i boschi, la neve, il cielo sereno. Hermione vide i suoi amici, che le stavano
intorno sorridenti, e vide Piton tagliare la ruvida corda che le legava le
mani.
" Ma che sta succedendo? "
" Succede che al comparire dei buoni Severus
Piton si spoglia dei panni di mangiamorte, - le disse l' uomo tornato ragazzo -
e torna a indossare quelli del professore di pozioni. "
" A quanto pare il professor Piton si è fatto
beffe di tutti quanti noi - aggiunse Harry avvolgendosi nel mantello rosso che
Ron aveva messo sulle spalle - e non ha mai perso la memoria, ha solo fatto
finta. "
" Siete stati voi a suggerirmelo quando avete
osservato che un Piton ragazzino non aveva ancora tradito la causa di Vold...
dell' Oscuro Signore. - ricordò l' interessato, e frattanto guardava con
disgusto il manto, identico a quello di Potter, che uno dei gemelli Weasley gli
porgeva - E forse non riuscirò a ingannare Colui che Non Deve Essere Nominato
se dovessimo trovarci di nuovo faccia a faccia, ma se non altro così i suoi sgherri
non cercheranno di uccidermi a prima vista. Certo, quando ho cominciato la
recita ancora non sapevo che avremmo incontrato Minus e Malfoy, ma che dire,
evidentemente quella di interpretare sempre una parte sta diventando una
seconda natura per me. E se ho calcato un po' troppo la mano stavolta chiedo il
vostro perdono, ma se non altro mi sono divertito. "
Hermione, rossa in volto, si passò l' indice sulla
lingua, e non fu troppo sorpresa in realtà nel fissare il dito sporco di una
sostanza verdastra. L' antidoto chiaramente del fumo che aveva terrorizzato i
due mangiamorte.
" E voi da siete sbucati fuori? "
Disse poi agli amici.
" Da un miniportale. "
Rispose Ron.
" Quale miniportale? "
" Quella che io ho posizionato a terra mentre mi
inchinavo di fronte all' Oscuro Signore. "
Spiegò Piton fissando quello che sembrava un comune
pezzo di corteccia.
" E una cosa ancora... - la ragazza scosse la
testa confusa - ma se lei non aveva perso la memoria in realtà non ci eravamo
affatto persi... "
" E infatti Durmstrang si trova dietro questa
collina. "
" Ma allora con la mia idea delle scope vi ho
fatto correre solo un rischio inutile. "
" Un rischio provvidenziale, dato che mi ha
permesso di organizzare il tuo salvataggio senza espormi direttamente. E adesso
che ne dite di incamminarci? Perché questo non mi sembra il luogo più sicuro
per stare a discutere. "
" Piton è seccato - disse Fred - perché non si
fidava degli altri professori, specie di quelli di Durmstrang, e così ha dovuto
chiedere l' aiuto di tre Grifondoro scapestrati. "
" E quel che è peggio dovrà anche premiarci -
aggiunse Greg ridendo - soprattutto considerato che non è bene che si sappia
qual è stato il suo ruolo nel nostro salvataggio. "
" Che ne direste di muovervi? - esclamò il
professore di pozioni - Altrimenti potrei ricordarmi che sono cattivo, e avvalorare il vostro valente
eroismo con delle belle bruciature. "
Greg rise ancora, poi saltò nel varco magico imitato
subito dal suo gemello, e scomparvero entrambi in un alone dorato.
" Andiamo, Hermione. "
Sussurrò Ron prendendo la ragazza per mano, ma lei si
trattenne ancora un istante.
" Così per causa nostra - stava dicendo Harry -
Voldemort ha scoperto il suo tradimento, e lei non è più un suo insospettato
servitore. E lei avrà un' altra cosa di cui incolpare Harry Potter. "
" Forse è meglio così: - ammise l' altro - poiché
difficilmente l' avrei ammesso, pur nei miei soli pensieri, ma più di venire
scoperto temevo l' eventualità contraria, e di assistere, mangiamorte tra i
mangiamorte alla vittoria dell' Oscuro Signore, e ritrovarmi poi ad essere ciò
che di me stesso avevo più odiato. "
Harry non disse nulla, e svanì nel varco stregato, nè
Ron ed Hermione tardarono a seguirlo.
Severus Piton era rimasto solo, e raccolse
distrattamente il frammento di corteccia fatata.
Poi sollevò il capo, fermandosi a osservare i raggi
obliqui del sole che trasformavano in cristalli di quarzo la brina deposta tra
i rami. Era strano, era strano provare l' euforia di quella giovinezza
incantata, che molto probabilmente non sarebbe durata e che tuttavia... lo
sguardo dell' uomo cadde poi sulla propria bacchetta, la bacchetta che Harry
gli aveva restituito, simbolo di una fiducia quasi sconsiderata. E sorrise.
Poi Severus Piton svanì nel nulla, affrettandosi a
raggiungere i suoi allievi.
Nella radura rimanevano soltanto il gelo e le nevi di
Durmstrang.
Traduzione
dell' incantesimo di Piton:
Immagine di morte
Difesa furtiva
Sia data vita al sogno
Il sogno sia dato per la vita