- E allora? Che ne pensi?

- Che ne penso?… Che avevo già il mal di testa e adesso mi sta venendo la nausea! Tu sei una pervertita ma anche queste! Non sono normali, sai?

- Non vuoi sapere come va a finire?

- No, grazie! Preferisco il mio mondo, dove se Voldemort mi trova mi fa fuori senza farmi prima una conferenza di filosofia… È orribile!!…E suppongo di doverti ringraziarti… per essere così semplice…

- Mi stai dando della superficiale o della stupida?

- No, ti ringrazio solo di non avermi fatto spiegare ai gentili lettori tutta la mia filosofia di vita in un racconto… tutti i pensieri espressi in questi…”viaggi”…ma io non ho mai parlato tanto in tutta la mia vita e poi, se avessi un amore, non perderei certo tanto tempo a parlare…a sragionare…

- Lo so Pucci! Tu parli poco e agisci tanto!

- Ti ho già detto di non chiamarmi in quel modo…

- Vuoi dire Pucci, pucciolino mio?

- Argh… ma tu dici di amarmi?! E allora perché ti diverti a graffiarmi i nervi?

- Comunque tu l’amore ce l’hai… e non mi riferisco a me…

- Non ti azzardare!!!!! Ti giuro che se ci riprovi ti riduco in uno scarafaggio! Lascia Lupin a Kikka, Black a Silvia e me alla mia magia…

- E Gwillion?…

- 

- Tanto lo so cosa stai pensando!

- In tal caso non serva che te lo dica! Non avete altri interessi? LASCIATEMI IN PACE!

- (fusa) e daaai! Dillo!

- Dannazione, donna! E va bene: tu mi disegni in modo più dignitoso, più consono al mio vero io e se ti limitassi alle storie di avventura ti adorerei! Mi disegni in modo meno… zuccheroso…romantico e soprattutto meno ciarliero… ma non gradisco affatto le… dolci metà che mi affibbi! Tze, non esiste filtro d’amore al mondo che mi possa indurre a superare la nausea per il cagnaccio rognoso: se anche mi propinassero un filtro che mi rincitrullisce del tutto ci sarebbe sempre una parte di me che lo incenerirebbe prima che arrivi a toccarmi! Io e lui siamo come materia e antimateria: non possiamo coesistere nello stesso posto!! Riesci a capire? Comunque torno nel mio mondo silenzioso e semplice semplice, dove il vero Voldemort non lascerebbe in giro neanche la cenere della Dama Verde se leggesse una certa storia: la tua Mac è davvero troppo fiduciosa in se stessa e Voldemort non è così vulnerabile! Scusarsi? Come si potrebbe scusare uno scorpione… anzi no: quelli pungono solo per difesa, mentre Voldemort uccide per passione!

- Non ti preoccupare Pucci: veglierò su di te!

- …

 

***

 

I capitolo: quando già dall’inizio le cose non vanno come dovrebbero

 

Severus si chiuse la porta alle spalle e si diresse pensieroso verso il suo studio: forse doveva smetterla di saltare a quel modo tra i due mondi… non c’era nessuno studio sulla cosa, era una prospettiva presa in questione da maghi di inizio secolo e poi abbandonata per mancanza di prove certe e metodi per verificarle. I Babbani sentenziavano di poter dimostrare l’esistenza di altri mondi con la matematica, ma gli stessi babbani dicevano che la magia non esiste, il che voleva dire che erano completamente fuori strada e non pensavano neanche alla possibilità di “quei” mondi paralleli.

I maghi, comunque, volevano prove empiriche, che non c’erano mai state… adesso sì, ma Piton non era certo di voler fare da cavia all’esperimento in cui due mondi di piani diversi entrano in contatto… l’esperienza passata era già stata abbastanza traumatizzante e anche se lui aveva infine superato il panico della porticina e trovato anche un po’ piacevole curiosare mentre la sua “creatrice” scriveva cose assurde, ci potevano sempre essere pericoli non visibili… come sentire una forte nausea ripensando a Viaggio ad Hogwarts.

Eliminò gli incantesimi protettivi del suo studio e aprì la porta… e restò sconvolto.

 

- CHI È STATO???!!!!

L’urlo riecheggiò nei sotterranei.

Il suo studio e laboratorio era nel caos più completo: libri aperti erano ammonticchiati l’uno sull’altro, provette sporche giacevano un po’ ovunque, il calderone era ancora nel camino, adesso spento, e conteneva un liquido viola di imprecisata natura, fogli di carta scribacchiati tappezzavano il pavimento e il suo abito da lavoro era buttato malamente e inzaccherato su una sedia.

Lentamente Piton avanzò nella baraonda: chi? Chi poteva entrare nel suo studio e usare le sue cose? Chi era in grado, a parte Silente, di infrangere gli incantesimi protettivi e poi rimetterli identici al loro posto?

Lo studio sembrava nelle condizioni in cui a volte si riduceva quando lui stava lavorando a qualche ritrovato particolarmente difficile, ma quella mattina lui non lo aveva usato e quando era uscito era tutto in perfetto ordine.

Abbassò lo sguardo e ingoiò a vuoto: quella sui fogli era la sua scrittura… quella più disordinata degli esperimenti più coinvolgenti… ma non c’erano scritte cose che lui ricordasse.

Si avvicinò al tavolo e guardò i libri aperti: un brivido di orrore gli attraversò la schiena.

Formule di magia nera e trattati su… filtri d’amore?!!

NO!! Lei non poteva fargli una cosa del genere… quella, in particolare, non era stata una delle storie più raggelanti: usare Potter come cavia per inventare un nuovo filtro non era male come idea… solo che questo era il SUO mondo e non doveva avere niente a che fare con una storia…

Con la testa che girava, la mente che vagliava le possibilità e il respiro troppo veloce, Piton si diresse verso la sua camera: aveva bisogno di riflettere e poi, forse, avrebbe di nuovo usato la porticina per verificare.

Aprì la porta della sua camera e restò di nuovo raggelato:

Lupin sedeva tranquillamente sul SUO divano, leggendo un SUO libro!!!!!

- Che… che cosa ci fai tu qui? - Fece un passo, ma il suo corpo era stranamente lento e riottoso ad obbedire.

Lupin alzò lo sguardo.

- Oh, ciao! Spero non ti dispiaccia se stavo leggendo un tuo libro… pensavo che saresti tornato prima.

Quella era una spiegazione sufficiente? Decisamente no!

Gli occhi di Piton registrarono Lupin che poggiava il libro, si alzava e si avvicinava, ma dovevano esserci problemi di collegamento tra la sua mente ed i suoi arti, perché la mente stava urlando alle gambe di allontanarsi mentre quelle non si spostavano di un millimetro e tutto il corpo restava paralizzato.

Lupin giunse davanti al lui con un sorrisino e… gli gettò le braccia al collo, stringendolo a sé.

- CHE FF…FAI?!!! – la voce di Severus avevo un tono vagamente isterico, mentre brividi di repulsione gli attraversavano la schiena.

Lupin tirò un po’ indietro la testa.

- Cosa? Oh, sì, scusa! Non vogliamo che occhi indiscreti vedano, vero? – e con una mano chiuse la porta. Dopodiché poggiò le sue labbra su quelle gelate di Piton, in un bacio appassionato.

La scossa elettrica ristabilì il collegamento tra centro e periferia e questo permise a Piton di balzare indietro sull’orlo di un tracollo nervoso.

- Waaah! NON INTENDEVO QUELLO?!… Che ci fai qui?! Che ti salta in mente?! TU non puoi essere qui! Dovresti essere in qualche ###*** beep mondo del §§@*! Questo è il MIO mondo e lo voglio pulito da follie varie!!! SPARISCI! SCOMPARI!

Lupin lo guardò sorpreso.

- Che stai dicendo? Avanti, non vorrai ricominciare da capo!! Cosa ho fatto di male? Pensavo che dopo aver risolto il problema con Potter avessi voglia di coccole…

Piton lo guardò stralunato.

- Cosa ho… coccole!!!! …Sei ancora un lupo mannaro o no?

Lupin strabuzzò gli occhi.

- Giuro che tu stai male! Certo che sono ancora un lupo mannaro! Come vuoi che non lo sia?

- Quindi è “Un’adorabile follia” – gli occhi di Piton sfavillavano. – Quindi la disgraziata ha deciso di scrivere il seguito e di intrecciarlo con “Il filtro”!!!

Lupin si avvicinò preoccupato.

- Severus, cominci a preoccuparmi sul serio! Che cavolo stai dicendo?

In effetti l’occhiata che l’altro gli lanciò era vagamente folle.

- Stammi alla larga! Tu non c’entri, per questo non ti ammazzo! Vado, scarafaggizzo e torno e spero che tu sia sparito! Ma tu non ti devi muovere: dev’essere una cosa naturale… se invece sei ancora qui ti spiego tutto e non credo che ne sarai tanto contento…

Lupin guardò la porta che sbatteva: non ci stava capendo assolutamente niente.

 

 

II capitolo: dove le cose peggiorano invece di risolversi.

 

La porta di ingresso si spalancò di colpo e un signore anziano che stava per uscire si adagiò su di una sedia senza coscienza. Dany, seduta al computer, si voltò a guardarlo irritata.

- Ehi! Chi ti dà il permesso di schiantare mio padre?!

- TU mi dai occasione!!! Cancella immediatamente l’obbrobrio che stai scrivendo!!!

Dany lo guardò vagamente arrabbiata.

- Di che stai cianciando? Quale obbrobrio?

Piton era al limite di sopportazione.

- LA STORIA ASSURDA CHE HA PARTORITO LA TUA MENTE MALATA!!!

Dany socchiuse gli occhi.

- Non sto scrivendo nessuna fanfiction! Sono troppo occupata a cercare di buttare acqua su un incendio e visto che non sta funzionando sono alquanto incavolata!!! Inoltre per quieto vivere sono stata costretta a sotterrare il mio orgoglio e tu non hai idea di quanto io sia orgogliosa, quindi vedi di non rompere perché non sono dell’umore giusto!!!

A quel punto la situazione era esplosiva, ma Piton aveva capito che lei non stava scrivendo storie e Dany non ce l’aveva con lui e non aveva mai fatto pesare a terzi il proprio nervosismo: fece tre respironi, pronunciando parole sotto voce e alla fine sembrava calma come prima.

- Io decido quando e come gestire le cose, per cui verso chi è la mia rabbia? OK, pucci, qual è il problema?

Piton cercò di imitarla e ignorare il “pucci”: i sospironi acquietarono la rabbia ma continuava a tremare per l’agitazione.

- Il problema è che il MIO laboratorio è appena stato usato per creare un potente filtro anti filtro d’amore + formula di magia oscura, ti dice niente? E in camera MIA c’è un Lupin che si ricorda di aver passato la notte nel MIO letto e crede che io lo ami! Questo ti dice niente?!!!! – adesso stava urlando.

E quella sciagurata non aveva senso di responsabilità perché invece di inorridire ridacchiò allegra e soddisfatta come una pasqua.

- Forte!!!

- FORTE UN CORNO! E tu mi dici che non è opera tua?

- No!

Dany premurosamente avvicinò una sedia al suo pucci, che era sbiancato…più del normale, e aveva l’aria di non sentirsi bene.

Severus ci si lasciò cadere sopra.

- Io sono il tuo Piton, giusto?

- Sì.

- È possibile che una terza persona, un’altra creatrice influenzi la mia vita?

- No.

- Sicura?

- Sì: se anche una terza persona decidesse di scrivere il seguito di una mia ff (ed io mi incavolerei molto!) comunque creerebbe un altro Piton che ha avuto il tuo stesso passato, ma non saresti tu, sarebbe un tuo clone, ma tu resteresti padrone della tua mente e consapevolezza e non potresti vivere le sue storie, perché la tua anima viene dalla mia e non ci sono due anime uguali.

- Allora, se tu non stai scrivendo un’altra storia e nessuno lo può fare al posto tuo, CHI sta manipolando la mia vita? Chi ha incrociato “Un’adorabile follia” con “il filtro” e mi ci ha buttato in mezzo?

- … ci penso su e ti dico! Va bene? Adesso sono un po’ provata e poi voglio andare a vedermi il dvd, versione estesa, de “Il Signore degli Anelli”.

-  Che roba sarebbe?

- Altro terreno di caccia…yah yah! C’è un elfo molto carino che mi piace pensare in compagnia di un ramingo… e non sono la sola.

Piton scosse la testa.

- Poveraccio… però, visto che mors tua vita mea, buon divertimento! Cercherò di pensare anch’io ad una soluzione alternativa…

Un elfo domestico carino? Esistono? Ma che gusti orripilanti!

Sospirando e abbacchiato Piton iniziò a scendere le scale.

- Severus!!

Si girò verso Dany.

- Visto che nel frattempo ci sei e non puoi fare altro, perché non provi? Potrebbe piacerti!

 

Sorvoliamo sulla scena di un mago che rischia di rompersi l’osso del collo precipitando dalle scale perché non è una scena dignitosa e saltiamo a Piton che controlla di non avere ossa rotte in giro per il corpo ammaccato.

 

- Tu… stai davvero giocando con il drago…- ed erano quasi visibili le nuvolette di fumo che gli uscivano dalle narici.

- Ma che ti costa?

Piton fece un gesto davvero poco carino all’indirizzo della sua “creatrice”.

Dany ridacchiò cattiva.

- Tanto, qualunque cosa stia succedendo, non sarai tu a decidere!

Piton riattraversò la porta con la mente congelata dalla possibilità: qualcuno stava scrivendo quella cosa e non era nessuno che lui potesse controllare…

 

Arrivato davanti alla porta della sua stanza si fece coraggio e con la mano gelata la aprì di uno spiraglio.

- Lupin? – sussurrò, ancora con un briciolo di speranza.

- Sono qui. Spiacente… - gli rispose l’odiate voce.

Piton entrò sconsolato e si chiuse la porta alle spalle, appoggiandocisi sopra.

- Prima che tu mi faccia domande te lo dico io. Ascoltami bene: io NON SONO il Piton che tu conosci, che ti ama e con cui sei stato al letto. – La sola idea era ributtante – Non è che ho cambiato carattere: sono proprio un’altra persona e nel mondo da cui vengo i nostri rapporti sono quelli che conosci anche tu prima che ti andasse in pappa il cervello. Noi due ci sopportiamo a vicenda solo perché Silente ci obbliga: tu sei quello che mi ha mentito sulla mappa del malandrino ed ha aiutato Black ad entrare ad Hogwarts, io sono quello che ti ha fatto licenziare. –Piton sospirò ed aspettò la reazione dell’altro.

- Uhm… non ti stai scordando il seguito? – chiese dubbioso il licantropo.

- NO!!!!! Non c’è stato alcun seguito!!!! Tutto ciò che so è che Silente ha detto a Black di nascondersi da te e non ho la più pallida idea di che cosa tu abbia fatto in seguito!

Lupin prese a grattarsi il mento.

- Ammettendo che quello che dici è giusto… io non mi sono mosso da qui… Non è che sei tu fuori posto?

E se fosse stato così? Se quella dannata porticina collegava TUTTI i piani…

- Aspetta… prima tu hai detto “dopo aver risolto il problema con Potter”… a cosa ti riferivi?

Lupin ridacchiò.

- Beh, la piccola Weasley ha fatto bere un filtro d’amore ad Harry e lui si è innamorato di te… E per un po’ sei diventato davvero intrattabile…

- Cioè, questo vorrebbe dire che “Il filtro” era il seguito di “Un’adorabile follia”?! Altro che adorabile!!!

- Per me ricominci a parlare strano.

Lupin era seduto, quindi Piton ritenne di poter sparare la bordata.

- Non ti farà piacere questo… io trovo la cosa orrenda… ma cosa penseresti se ti dicessi che le nostre vite sono inventate da una terza persona? Una “creatrice” che si diverte a scrivere cavolate come noi due che ci amiamo?

L’altro rimase attonito e in silenzio per qualche minuto.

- Non è per niente piacevole… ma… se la nostra storia è frutto di questa… “creatrice” e tu dici che tu non mi ami… tu vieni da un’altra creatrice?

- La cosa è complessa quanto mai perché i piani dimensionali si stanno sovrapponendo, ma l’inizio della nostra storia è stata scritta da una certa Rowling… poi una certa Dany si è intromessa ed ha scritto il seguito che tu conosci… che però non era il mio… Cioè, anch’io vengo da Dany, ma …esco fuori da una storia in cui noi due non ci siamo mai amati e che viene direttamente di seguito ai libri della Rowling…

Fino ad ora i nostri mondi erano separati, ma adesso…

- Severus, aspetta!! Non è una cosa che si possa accettare su due piedi… mi gira la testa e non riesco a pensare chiaramente!

- Ci sono passato anch’io, ma rimanda i malori… mi sta venendo un sospetto molto meno piacevole… se sono io fuori posto… c’è un altro Piton che gira per questo castello?!!! Oh magari due?!

 

 

 

III capitolo: dove avremmo potuto stupirvi con effetti speciali, ma abbiamo preferito semplificare le cose.

 

- Due o tre Piton? Oddio! – Lupin spalancò gli occhi.

- Vieni con me! – Piton spalancò la porta. -  Andiamo alla torre del Grifondoro, perché immagino che quella dannata mappa sarà tornata da una certa persona!

 

Il professore di Pozioni che entrava nella tana dei Grifondoro era peggio di un serpente che si intrufoli nella tana di adorabili cani della prateria: i ragazzi seduti nella sala comune saltarono su come se avessero preso la scossa, guardando allarmati il “nemico” e non fuggendo solo perché era in compagnia di Lupin, che tutti conoscevano per una persona a posto.

Piton, da parte sua, si sentiva a disagio, come essere entrato in un formicaio di formiche carnivore.

- Dov’è Potter! – biascicò con la sua migliore espressione di attacco.

Il malefico trio – ma non si separavano mai, quei tre? – si affacciò dalle scale che portavano ai dormitori. Gli altri ritennero saggio dileguarsi: improvvisi impegni di studio.

- Harry! – la voce di Lupin era molto più umana – Ti dispiacerebbe prendere la Mappa del Malandrino, se è in tuo possesso?

- Certo che ce l’ha lui, imbecille!! Dove vuoi che sia!!

Potter si chiese se non fosse il caso di mentire, ma ancora non si era ripreso dai terrificanti ricordi: aveva abbracciato e baciato Piton e lui ancora non si era vendicato su serio… meglio fare i buoni, almeno quella volta.

Sparì e tornò con la mappa, che porse a Lupin.

Prima che lui potesse prenderla, però, Piton l’arraffò, la dispiegò su un tavolo e pronunciò la formula “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”!

I presenti lo guardarono stupiti.

- E adesso questa come la sai? – mormorò Lupin , mentre si chinava a guardare apparire la mappa.

- L’ho letta su “il prigioniero di Azkaban”. – rispose distrattamente l’altro mentre esaminava le figure che si muovevano.

- Cosa?

- Oh, lascia stare, è sempre la stessa storia: la Rowling è stata molto dettagliata nei suoi… racconti.

Si tirò su con un sospiro di sollievo.

- Va bene: qui non ci sono… ci sono probabilità che io sia da qualche altra parte?

Le tre scimmiette inclinarono la testa interrogative.

- Dove pensavi che fossi andato, quando sono tornato?

- Dovevi andare a Londra a comprare non so che componente.

- Allora non siamo ancora al sicuro. Questa la requisisco io! – annunciò al terzetto molto contrariato – E non vi consiglio di obiettare!! – E uscì dalla stanza comune, seguito da un Lupin che invitava i tre alla calma.

- Ci avete capito qualcosa, voi? – chiese Ron.

- No, e preferisco non saperlo. – rispose Harry – A me basta che abbia altro a cui pensare piuttosto che… all’incidente!

 

I due rientrarono nelle stanze di Piton, che si lasciò andare su una poltrona ansioso. Lupin, soprapensiero, si sedette su un bracciolo, appoggiando una mano sulla spalla dell’altro.

- Ehi, giù le zampe! – grugnì l’altro scrollandosi il fastidio.

- Oh, scusa!… Sai, spero che ci sia un altro Piton!

- Ti piacerebbe, vero? – il tono era rabbioso.

- Io ti amo sul serio, sai…

- Io no! – sbottò Piton interrompendolo. – E tu non ami me!! Io non sono quello!! Sai, c’è una storia in cui sei particolarmente insopportabile, molto peggio di te, qui,  ma almeno quel Lupin si è innamorato di una ragazza. Sono tutte storie particolarmente svenevoli e nauseanti, con lei sei di un romanticismo nauseabondo, ma almeno è con una ragazza!

- Da quando ti piacciono le ragazze, Sev?

Piton lo squadrò  con gli occhi ridotti a due fessure.

- Da quando mi piacciono i ragazzi, lupaccio?

Lupin ci pensò un po’ sopra.

- In effetti non ricordo di averti mai visto, né in compagnia di ragazze, né in compagnia di ragazzi, se non il tuo commando d’assalto…uhm… Severus, non sarai mica…

Piton scattò in piedi afferrandolo per il davanti del vestito.

- Se ci tieni alla vita non completare la frase!!!

Poi lo lasciò andare di scatto, facendo una smorfia.

- Queste non sono cose che ti riguardano! Mettiti solo in testa che tu non mi interessi e che al momento sono più interessato ad ottenere l’Ordine di Merlino, più che a bacetti, carezze, coccole… - la sua bocca sembrava sputare simili termini indecenti. – E se torna un altro Piton le cose si complicheranno davvero!

 

***

 

Dany spense il lettore dvd e tornò a pensare al suo pucci e alla discussione, mentre un sorrisino le increspava le labbra.

- Sì pucci, dici di amare solo la magia, ma, mi dispiace per te, il fatto che nella tua culla non c’erano riferimenti amorosi non significa assolutamente nulla: tu sei figlio della mia anima… bello e scontroso… molto scontroso… anche in “Un’adorabile Follia” eri scontroso… solo un pochino di meno!

 

A metri di distanza, con tutto un mondo in mezzo, Piton sentì un brivido gelido scendergli lungo la spina dorsale, mentre si ricordò di parole incoerenti pensate mentre si trovava in Scozia…

 

 

 

IV capitolo: dove avremmo potuto stupirvi con effetti speciali e abbiamo deciso di farlo

Piton non riusciva a stare fermo, soprattutto con quel Lupin che camminava per la sua stanza.

- Ho deciso! Andiamo a parlare con Silente! Se è quel gran mago che dice di essere dovrebbe capirci qualcosa!

Si avviò a grandi passi verso la porta e la spalancò.

E si bloccò.

Due paia di occhi neri e tenebrosi si scrutarono allarmati.

Poi un paio si chiuse con un’espressione di sofferenza e un sospiro di sconforto.

Piton si fece di lato.

- Lupin, spiegaglielo tu che io sono esaurito!

Lupin guardò il Piton sulla porta che aveva tirato fuori la bacchetta e guardava ancora allarmato il suo “sosia”: cos’era? Pozione Polisucco? Chi era? Chi era tanto incosciente da fare una cosa simile, con Lupin che se ne stava tranquillo?

- Potter! Se sei tu giuro…

L’altro Piton saltò su.

- Non offendermi, rimbambito!

Il Piton legittimo di quella storia spalancò gli occhi.

- Rimbambito?!

Lupin decise che era il caso di intervenire, ma prima voleva essere sicuro.

- Severus?

I due Severus si girarono a guardarlo.

Lupin si avvicinò a quello sulla soglia e gli diede un leggero bacio sulle labbra. Il Piton in questione lo guardò stralunato.

- MA TI SEMBRA IL MOMENTO?! E davanti a questo?

- Lo sapevo già! – sbottò l’altro – Perché pensi che ti ho dato del rimbambito! Mi hai disonorato!!

Lupin, felice di aver ritrovato il suo amore, si mise tra i due.

-  Calmi tutte e due! Tu entra, se non vogliamo far sapere a tutta la scuola di questa storia. – e tirò dentro l’uno. – E vediamo di stabilire una cosa. –

Prese il Piton tornato da Londra: il “suo” Piton.

- Da adesso tu sei Severus Piton “Uno”, perché eri qui da prima; e tu – indicò il “nostro” Piton -  sarai Severus Piton “Due”, solamente – aggiunse notando la sua aria scontenta – perché per noi sei arrivato dopo.

Piton Uno lo guardò impaziente.

- Mi vuoi spiegare una buona volta chi è? E perché tutte queste storie? Tanto tra un’ora vedrò la sua vera faccia!

- Sev, è questa la sua vera faccia! Lui è te… cioè…un altro te…

Piton Uno studiò l’altro che aspettava paziente.

- Cioè… una cosa alla Tom Riddle?… Viene dal mio futuro?…

- No! Una cosa alla Dany! – sbuffò Piton Due.

- Dany?

- La nostra “creatrice”

- Creatrice?

Lupin prese una sedia e ci fece sedere Severus Uno.

- Secondo Severus Due noi siamo solo personaggi di un libro… la cosa non è facile da accettare, ma dal momento che lui è qui, almeno qualcosa di vero ci deve essere. Da quello che ho capito ci sono dei mondi paralleli, non tutti sullo stesso piano, ma di questa possibilità ne avevamo già sentito parlare. Solo che adesso sembra che ci sia un passaggio non solo tra piani sullo stesso livello, ma anche tra livelli diversi, cioè tra il nostro piano di esistenza e quello dei nostri Dei… Severus Due viaggiava tra due di questi piani, ma questa volta, a quanto pare, ha sbagliato piano ed è finito nel nostro…

- Che al momento – finì Piton Due – è in collegamento con il piano della mia creatrice, la quale però è anche la vostra.

Piton Uno rimase in silenzio, cercando di assimilare quelle informazioni.

- La cosa non è del tutto assurda… - iniziò con tono indeciso - … ma comunque tu non dovresti essere qui…

- Sono perfettamente d’accordo! – Piton Due decise di sorvolare sull’osservazione che non voleva far parte di un piano dove lui aveva perso tutto il rispetto per se stesso.

- Forse dovremmo andare da Silente…

- Era quello che stavamo per fare!

I due Piton si guardarono negli occhi: era una sensazione davvero strana vedersi davanti un altro sé. Si alzarono e, accertatisi che fuori non gironzolasse nessuno, ma era piuttosto tardi, si diressero verso lo studio di Silente.

 

***

 

Dany guardò suo padre schiantato: sua madre sarebbe tornata a momenti dal convegno e lei come gli avrebbe spiegato quello? Perché Piton l’aveva lasciato così?… neanche lei ci aveva pensato… che figlia degenerata, che guardava felice un elfo saltellante con suo padre surgelato nell’ingresso!!

Va bene che sua madre era una donna pragmatica, che non si faceva mai prendere dal panico, ma vedendo suo marito secco come un baccalà, come minimo avrebbe chiamato un’ambulanza e Dany come glielo spiegava ai medici quello che era successo?

Prese il polso di suo padre: il cuore batteva, per cui non lo avrebbero ficcato dentro una bara dandogli degna sepoltura, ma lo avrebbero messo in Sala Rianimazione… come risultava l’eletroencefalogramma di una persona schiantata?

Vediamo di ritardare l’inevitabile!

Afferrato suo padre sotto le ascelle lo trascinò in camera da letto dei suoi genitori e lo ficcò sotto le coperte: suo padre era un ipocondriaco che spesso faceva di queste cose, dicendo di non sentirsi bene. Sua madre al massimo avrebbe notato che non russava, ma grazie al cielo aveva meno senso di osservazione di una talpa, per cui poteva andare bene fino al giorno dopo.

Ma ora doveva pensare al problema di Piton: un’idea ce l’aveva, ma non gli piaceva per niente.

Il telefono squillò.

- Virgy? Ciao, come stai!! Una festa? Qua vicino? Domani sera? Beh, suppongo di sì… anche Barbara e le altre? Sì, certo: va bene, vengo… solo… beh, niente: un problemino che dovrei risolvere prima, ma dovrei farcela!

 

 

 

V capitolo: dove si pongono le basi per una storiaccia ben oltre i confini della realtà!

La figura di Silente è stata rivisitata sotto diversi aspetti: vecchietto arzillo e simpatico per alcune, un uomo affascinate per una, un vecchiaccio malefico per altre, ma indubbiamente un personaggio dotato di grande esperienza e pochissimo buonsenso.

Il nostro Silente, dopo essere stato rassicurato che il succo di zucca non gli aveva sdoppiato la vista, ascoltò molto interessato la storia, quindi unì le punte delle dita e si fece pensieroso. I tre aspettarono…e aspettarono… e aspettarono, controllando che il vecchio non si addormentasse mentre pensava…

- La cosa è di facile soluzione, anche se spiacevole.

I tre lo guardarono: una mente superiore!

- Basta rimandare Piton Due attraverso la porticina, dalla  “creatrice”, e quindi sigillarla da questo lato, così quando Piton risalterà, di sicuro non finirà qui.

- I tre lo guardarono: una mente menefreghista! Basta che il problema non ce lo sorbiamo noi!

A Piton poteva anche andare bene: dove altro poteva capitare?… C’era ancora il mondo di “L’attacco”, con un Lupin ed un Piton imbecilli come quelli lì presenti, ma almeno Voldemort era scomparso, lui era diventato professore di Difesa e aveva l’Ordine di Merlino. E poi, se succedeva, si poteva ripetere l’operazione.

Sospirò soddisfatto e solo allora si ricordò che aveva lasciato il padre di Dany schiantato.

- Ci vorrà molto per sigillare la porta?

Silente si accarezzò la barba.

- Almeno due giorni. Devo ritrovare un incantesimo così particolare, ma sono sicuro di avercelo da qualche parte.

 

Il terzetto lasciò lo studio del preside e tornò nei sotterranei.

- Va bene, nel frattempo vado dall’altra parte: ho lasciato una persona schiantata.

 

***

 

Dany dormiva pesantemente quando qualcuno la scosse per le spalle.

- Aaargh!!

- Non urlare sono io.

Dany lo guardò imbufalita e stentò a tenere bassa la voce.

- Perché credi che ogni sera io chiuda a chiave la porta della mia camera?! Tu hai appena fatto ciò che temo di più al mondo!! Ho il terrore di svegliarmi e trovarmi qualcuno in camera!!! Per sfondare la porta almeno devono fare rumore e così mi sveglio ed ho un minimo di tempo per prepararmi…. Ma logicamente tu non bussi mai.

Piton si sedette sulla sponda del letto.

- Sono tornato solo per innervare tuo padre: adesso dorme normalmente.

- Uhm… grazie… se non tornavi domani mattina sarei stata nei guai… Come è andata?

- A cosa ti riferisci esattamente? – Piton la guardò ad occhi stretti.

- In senso generale.

- Beh, siamo andati a parlare con Silente e lui ha detto che troverà un incantesimo per sigillare la porta, dopo che sarò tornato da questa parte, così quando proverò a tornare indietro non finirò più nel loro mondo…

- E poi?

- E poi niente! Tra l’altro c’è anche l’altro Piton: non vorrai che faccia ingelosire me stesso!

- Peccato!

- Proprio no!! Adesso salto un’ultima volta, per avvertire l’altro Piton di tutto ciò che ho scoperto su Potter. Per domani sera tornerò qui, ma non penso che salirò: salterò di nuovo, sperando di finire nel mio mondo.

- Anche perché domani sera sarò ad una festa!

- Bene, e poi probabilmente non tornerò più: sempre che tu non faccia stupidaggini!

- Ho qualche idea in mente!

- Dimenticatene! Mi stai facendo invecchiare precocemente! Buona notte!

 

Il giorno seguente passò tranquillo e alla sera Dany si preparò ed uscì con la macchina per andare alla festa.

Dall’altra parte Piton Due salutò i suoi ospiti. Silente sarebbe arrivato a momenti con l’incantesimo.

In attesa passeggiavano davanti alla porticina.

- In un certo senso è un peccato chiudere un simile passaggio! – Piton Uno guardava interessato.

- Sì, ma è anche una cosa pericolosa! – intervenne Lupin, sapendo fin troppo bene quanto Severus Piton, da qualunque piano venisse, fosse attirato dalle cose sconosciute e pericolose.

- Però un piccolo studio… - Piton Uno poggiò la mano sulla maniglia.

Ci fu una terribile esplosione, o qualcosa del genere, e i tre furono scaraventati a terra.

Quando si ripresero davanti a loro c’erano tre persone che prima non c’erano: un uomo alto, dai capelli castani mossi e lunghi, barba di più giorni, occhi azzurri e abiti decisamente fuori moda. Accanto a lui c’era un ragazzo altrettanto alto, dai capelli lunghi e biondi, con due treccine laterali, un arco e una faretra dietro la schiena e abiti della stessa foggia. Orecchie a punta? Completava il terzetto quello che sembrava un nano, con una barba incolta rossiccia e un armatura medievale con tanto d’ascia.

I tre si guardarono intorno.

- Ragazzi! – interloquì il nano – Non vorrei sbagliarmi, ma questo è il più strano ingresso di taverna che abbia mai visto!

I due Piton e Lupin guardavano stravolti i tre, che li notarono.

- Ehm, scusatemi signori! – interloquì l’uomo dai capelli castani. – Questo è il Cavallino Impennato?

Il biondino aveva di nuovo aperto la porticina ed era rimasto a bocca aperta.

- Estel, qui c’è qualcosa di strano!! La città è sparita e al suo posto c’è uno sgabuzzino!!

Il nano si girò.

- Fammi vedere!!! Oh Valar! Aragorn, Legolas dice il vero, guarda qua!

 

[continua

da questo punto in poi la storia diventa una coostoria e diventa un guazzabuglio infernale al momento della pubblicazione ancora in svolgimento. Titolo provvisorio “Cronache”, gentilmente offerta in diretta sul Forum Bianco]

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