TRA LE BRACCIA DEL MALE

 

 AUTRICE: Mariacarla

PAIRING:  Severus Piton/Aura Kay

CENSURA: V.M.16

NOTE: E’ giusto ricordare che la maggior parte dei personaggi di questa storia sono nati dalla fantasia di J.K.Rowling. E’ necessario ricordare che questa fanfiction è il seguito di “ Il Mangiamorte e la Babbana ”, e che, dunque, per comprendere appieno la storia è necessario aver letto prima il suddetto racconto. Buona lettura! 

 

 

                                                               I

 

    La nera notte scintillava di stelle, l’odore penetrante dell’erba umida di rugiada si mescolava a quello del muschio cresciuto sui fusti secolari degli alberi. La Foresta Proibita pulsava di vita nascosta. I Centauri trotterellavano lontani dagli sguardi umani, fissando gli astri luminosi, traendone misteriose profezie. E più giù, nel profondo della vegetazione, sicure e celate, altre vite pulsavano all’unisono con il cuore della Foresta.

Come un’ombra tra le ombre un uomo scivolava silenziosamente, stringendosi nel mantello nero. Senza mai voltarsi, senza mai fermarsi, procedeva con la sicurezza spedita di chi avesse compiuto quel tragitto più di una volta. Eppure non agiva con imprudenza, ma con la consapevolezza della propria forza. Una forza aumentata dalla consapevolezza di non essere solo, non più almeno.

Dietro le cime scure degli alberi, all’interno del Castello, una donna aspettava, fissandosi in uno specchio, come se non vedesse la propria immagine riflessa, ma quella dell’uomo, come se potesse, in questo modo, vigilare su di lui, ed avvertire il pericolo.

Fuori, non nella Foresta, ma oltre, il Male aspettava, e bramava il suo tributo di sangue. Un abisso di disperazione e paura, pronto a colpire: e l’uomo doveva combatterlo, e farlo con le sue stesse armi occulte e nascoste.

La donna sfilò una rilucente pietra verde dalla cornice dello specchio e la reinserì nel ciondolo a forma di occhio dal quale non si separava mai, lo accarezzò e poi lasciò scivolare la punta delle dita sull’altro ciondolo che teneva caro quanto e più del primo, un serpente di smeraldo attorcigliato in maniera tanto complessa da simulare la forma di una stella.

Poggiò la testa sulla superficie liscia dello specchio e socchiuse gli occhi. Anche per questa volta, si disse, almeno per questa volta è salvo e sta tornando. Si riscosse e gettò una manciata di fiori secchi e dall’odore penetrante nel fuoco quasi spento del caminetto. Il fumo salì in volute verso l’alto, riempiendo la stanza di un aroma delicato e sensuale. Sciolse i lunghi capelli sulle spalle e si sedette davanti al fuoco, aspettando.

L’uomo attraversò il giardino e salì i primi gradini che portavano al Castello, estrasse la bacchetta magica e con una mossa elegante fece aprire i pesanti battenti di legno intarsiato.

Davanti a lui Albus Silente aspettava.

“ Bentornato, Severus. ”

L’uomo avvolto nel mantello nero si tolse il cappuccio che gli copriva il volto, e fissò con uno sguardo indecifrabile il vecchio Preside. Fece qualche passo fino ad un enorme camino e protese le mani per riscaldarsele, Silente ebbe l’impressione che quel gesto servisse a prendere tempo.

“ Che c’è, Severus? ”

Il mago gettò la testa all’indietro e si lasciò pervadere dal calore, ma il suo viso non tradì alcun piacere, né alcuna gioia.

“ I Dissennatori. ”

Silente fece un mezzo giro su sé stesso e fissò il fuoco scoppiettante.

“ Torneranno al loro vero padrone… ”

“ No, non torneranno, Albus. Lo stanno facendo adesso. A sciami abbandonano Azkaban e si dirigono verso Voldemort. Dietro di loro lasciano solo una scia di desolazione e disperazione. ”

L’espressione di Silente era di profondo dolore, ma anche terribile e implacabile.

“ Grazie, Severus. Non ti tratterrò oltre, per oggi ti ho già dato preoccupazioni a sufficienza. ”

Piton mosse le labbra come per aggiungere qualcosa, ma strinse le spalle e si avviò verso la sue stanze.

In un’altra ala del castello Harry Potter, il ragazzo che era sopravvissuto a Voldemort, l’unico essere umano che fosse rimasto immune alle maledizioni del perfido mago, si rigirava nel letto. Stava sognando. Gli sembrava di essere immerso nell’oscurità, senza potersi muovere, senza poter gridare aiuto. Gli sembrava che una voce fredda e penetrante, la voce di Voldemort, gli stesse parlando: gli chiedeva di seguirlo, di diventare il suo discepolo. Poi Harry sentì un’altra voce, forse era quella di suo padre, che lo implorava di svegliarsi, e…si svegliò in preda alla nausea, con la cicatrice a forma di saetta che gli bruciava sulla fronte.

Poco distante dal dormitorio di Harry, Remus Lupin scriveva una lettera al suo migliore amico, Sirius Black, il padrino di Harry. Remus mordicchiò distrattamente la penna d’oca e poi la intinse nell’inchiostro, una goccia nera scivolò a macchiare la pergamena. Il mago sospirò e si alzò per sgranchirsi le gambe. Che cosa poteva scrivere a Sirius? Che Harry stava bene, che Voldemort non si era fatto ancora vedere, che Piton continuava a portare informazioni a Silente…e quando sarebbe tornato lui?  Lupin si disse che se Sirius fosse stato nei paraggi si sarebbe sentito più tranquillo…c’era qualcosa nell’aria che non riusciva ancora a spiegarsi, un pericolo tanto nascosto quanto imminente. Dopotutto, si disse, con Voldemort in libertà è normale avere paura, eppure…era come se ci fosse qualcos’altro. Pensieroso si passò una mano tra i capelli, e si chiese se non fosse tutta colpa della prossima luna piena.

Aura sentì il cigolio della porta alle sue spalle “ Questa volta ci sei andato troppo vicino, ho avuto paura. ”

Severus si sfilò il mantello e lo buttò distrattamente sulla scrivania. Osservò il grande specchio poggiato alla parete davanti a lui, poi la donna, e si lasciò cadere su una vecchissima poltrona  “ I Dissennatori stanno lasciando Azkaban. ”

“ Lo so. Ho visto. ”

“ Dovresti avere paura di questo, non per me. ”

Aura gli scoccò un’occhiataccia, ma poi sorrise  “ Non avevo alcun dubbio che tu saresti tornato. ”

“ Stai mentendo spudoratamente. ”

“ Devi essere stanco, preferisci che resti o che vada nella mia stanza? ”

Piton le tese una mano  “ Resta. ”

Harry Potter non fece colazione. Hermione Granger e Ron Weasley si chiesero per tutta la mattina cosa avesse il loro migliore amico; Harry non era mai stato tanto silenzioso e tanto assorto. Non aveva aperto praticamente bocca, non era stato nemmeno lontanamente toccato dal profumo intenso delle salsicce e di tutte le prelibatezze che ogni mattina comparivano sui tavoli della Sala Grande di Hogwarts, e quando Ron gli aveva fatto vedere un articolo su Viktor Krum sulla Gazzetta del Profeta non aveva risposto che con un vago mugugno. Decisamente era stranissimo.

Harry continuava a provare il senso di nausea della notte precedente,  la stessa spossatezza, ma non poteva parlarne con i suoi amici…che cosa  poteva mai raccontare? Di aver sognato Voldemort e di essersi tanto spaventato da non riuscire più a connettere? No, si disse, meglio aspettare che questa tremenda sensazione passi da sola. Il giovane Potter sapeva che in passato la cicatrice lasciatagli da Voldemort aveva cominciato a dolergli quando il mago minacciava di tornare a vendicarsi, ma per questa volta, si disse, sono così protetto che certamente lui non verrà…poi, in qualche modo, l’idea di dover passare una giornata ad Hogsmeade lo aveva distratto e aveva ripreso a comportarsi più o meno normalmente .

Severus Piton si sistemò l’abito nero con riluttanza. Fece scorrere lo sguardo su alcune piccole fiale e provette che teneva in fila sulla scrivania e  ne prese alcune che infilò nelle tasche nascoste del mantello. Poi fissò attraverso lo specchio la donna che si stava vestendo, percorse il suo corpo con lo sguardo e ricordò a sé stesso che per quella mattina avevano fatto già tardi.

“ Non voglio andarci. ”

Aura non fece troppo caso a quelle parole, si alzò e prese un paio di guanti neri che passò a Piton. Frugò brevemente in un armadio e prese uno dei mantelli dell’uomo, lo indossò  “ Posso metterlo? Non ho tempo di andare in camera mia a prenderne uno. ”

“ Non intendo uscire di qui. ”

La donna sospirò “ Non vuoi venire ad Hogsmeade? ”

“ No. ”  Piton cominciò ad aprire la fibula che gli fermava il manto su una spalla.

“ Va bene. Silente non ne sarà contento…ma potresti sempre restare a preparare qualche pozione che ci sia utile in caso di emergenza. Ne approfitterò per chiedere a Remus di farmi vedere la Stamberga Strillante, l’ultima volta non sono riuscita a visitarla tutta. ”

Piton le lanciò uno sguardo traboccante di rabbia, ma si rimise a posto la spilla a forma di serpente  “ Muoviamoci. ”

Aura ridacchiò e strinse Severus in un abbraccio inaspettato quanto rapido, poi corse a spalancare la porta e trascinò il professore di Pozioni verso il cortile della scuola.

La professoressa McGrannit stava parlottava con Hagrid alla testa della spedizione di studenti, seguita dagli altri insegnanti che vigilavano perché si mantenesse l’ordine;  Piton ed Aura restavano sempre abbastanza indietro da non permettere agli studenti che chiudevano la fila di sentire i loro discorsi. Ogni tanto il mago lanciava occhiatacce a Lupin che molto più avanti camminava al fianco di Harry Potter, e prendeva mentalmente nota di tutti i punti che avrebbe dovuto sottrarre agli studenti del Grifondoro che non avanzavano abbastanza rapidamente.

Hogsmeade era un posto affascinante, assolutamente meraviglioso. Aura ricordava la prima volta che c’era stata, come Severus le avesse mostrato tutte quelle cose fantastiche, e come lei ne fosse rimasta ammaliata. E ricordava come tutte le emozioni di quel giorno non fossero state neanche lontanamente paragonabili a quelle che provava in ogni singolo secondo di tempo passato con Severus. Lo guardò e tremò pensando a quello che aveva visto attraverso lo specchio la notte precedente. Se soltanto Silente si fosse reso conto di quanto fosse pericoloso mandare Piton a spiare i movimenti dei Mangiamorte…no, si disse Aura, è stato proprio Severus ad offrirsi come spia, anche se adesso Voldemort sa di essere stato tradito e farà di tutto per ucciderlo…tutto per proteggere Harry Potter, l’ultima speranza per gli esseri umani. Un tempo Piton era stato un Mangiamorte tra i più attivi, ma poi alcune circostanze lo avevano portato ad allearsi con Silente ed a mettere in gioco la sua stessa vita per proteggere Potter. Aura non dimenticava di essere stata salvata già due volte da una morte certa dall’uomo che amava: al tempo in cui Severus faceva ancora parte dei seguaci di Voldemort, e poi solo pochi mesi prima. Si chiese per l’ennesima volta come potessero la maggior parte delle persone non avere fiducia in Severus, ed anzi, dubitare della sua lealtà per Silente.

Piton non era certo un uomo accattivante, aveva un aspetto tetro, e modi spesso discutibili, per non parlare della sua stravaganza; eppure non c’era voluto molto prima che la donna si rendesse conto che si trattava di una copertura per proteggersi dalla pessima fama che il suo passato di mago oscuro gli aveva fornito.

Il professore di Pozioni, intuendo la natura dei pensieri di Aura, le strinse fugacemente una mano per quel tanto necessario a tranquillizzarla ed a non farsi vedere da nessuno.

Gli studenti si dispersero per i negozietti di Hogsmeade, e buona parte degli insegnanti si infilò al pub, I Tre Manici di Scopa, per prendere una burrobirra. 

Aura rimase con Piton nella piazzetta ad osservare i ragazzi che sciamavano qua e là, poi la sua attenzione fu attratta da Potter; lo fissò attraverso la vetrina di Mielandia, e si chiese perché stesse improvvisamente barcollando. Quando vide Hermione e Ron che afferravano l’amico prima che svenisse si girò verso Piton per avvertirlo che stava succedendo qualcosa di strano, ma l’espressione di Severus la bloccò per un attimo. Senza fiatare vide l’uomo che si stringeva convulsamente il braccio sinistro, e le bastò un istante per realizzare la situazione.

Afferrò la mano di Piton e lo trascinò verso Mielandia, vide Remus Lupin e la McGrannit che uscivano ridacchiando dal pub e gridò con quanto fiato in gola che erano in pericolo. In pochi istanti raggiunsero Harry… Lupin prese il ragazzo tra le braccia e corse fuori, verso Hogwarts. Hagrid scelse quel momento per attraversare la piazzetta, senza sapere che stava succedendo qualcosa di brutto; gettò un’occhiata distratta verso Mielandia e aprì la bocca in un grido selvaggio  indicando qualcuno oltre il gruppetto che aveva davanti. Minerva McGrannit estrasse la bacchetta, e la puntò contro una decina di uomini incappucciati e nerovestiti. Un’esplosione di luce gialla bastò a richiamare l’attenzione dell’intera Hogsmeade.

“ Andate! ” gridò la McGrannit  “ Correte al castello! ”

Il professor Vitious e la professoressa Sprite si misero ai lati della Vicepreside, con le bacchette pronte a colpire, Hagrid li raggiunse in un secondo puntando il suo ombrello rosa ( che conteneva le due parti spezzate della bacchetta che aveva utilizzato da studente ). Remus Lupin stava già correndo verso il castello, verso Silente. Piton e Aura fecero per schierarsi con la McGrannit, ma Hagrid spinse Severus nella direzione opposta e strillò che dovevano proteggere Harry.

Con riluttanza Piton si staccò dal gruppo dei duellanti, afferrò piuttosto brutalmente Aura e corse verso Remus, seguito da Hermione, Ron e qualche altro studente.

La donna sentiva i passi ravvicinati degli inseguitori che gridavano incantesimi che colpivano a casaccio qua e là, evitandoli per pura fortuna. Piton puntò diverse volte la bacchetta alle proprie spalle mentre i suoi incantesimi arrivavano quasi sempre a destinazione bloccando, rallentando e ferendo i Mangiamorte che li inseguivano.

Poi accadde. Remus Lupin inciampò e cadde facendo rotolare Harry a diversi metri di distanza. Piton si fermò e si voltò per combattere,  pronto a vendere cara la pelle.

Aura sospinse Ron e gli altri verso gli alberi, Lupin rimase a terra per qualche istante prima di sfoderare la bacchetta e di mettersi al fianco di Severus.

Potter era rimasto a terra, svenuto. Aura lo raggiunse e fece l’unica cosa sensata: strinse il ciondolo a forma di occhio che conteneva la pietra filosofale realizzata da alchimisti babbani e  si mise davanti ad Harry per fargli da scudo.

Cinque dei Mangiamorte che avevano visto ad Hogsmeade erano pronti a fronteggiare due maghi, una babbana, e un pugno di studenti.

Lupin riuscì a stendere uno dei cattivi, ma prese in pieno un colpo e finì dritto a terra, svenuto come Harry. Piton, che per conoscenza di potenti maledizioni non ci andava per il sottile, si liberò con relativa facilità di due degli incappucciati.

Ma uno di quelli che rimanevano in gioco ridacchiò, ed Aura intravide dei capelli biondi che sbucavano dal cappuccio, e sentì una voce fredda e strascicata vagamente familiare.

“ Severus, fatti da parte. Dacci Potter, e questo ti risparmierà la vita…per adesso. ”

“ Togliti di torno Lucius! Non c’è competizione: sai benissimo che ti polverizzerò in un attimo… ”

“ Severus, Severus, Severus… ”  Lucius Malfoy rise malignamente  “ Il Maestro sarà contrariato! ”

Piton lo guardò senza nascondere il suo disgusto, ma sorrise crudelmente “ Ti do solo pochi istanti, poi cadrai a terra bruciando, tu ed il tuo sgherro. ”

L’incappucciato lo fissò con odio “ Avresti potuto avere i massimi onori, ma ti sei ridotto davvero male…custode dei babbani, amante di una di loro…mi fai schifo. ”

La punta della bacchetta di Piton scintillò pericolosamente.

“ Non crederai che siamo venuti soli, no? ” disse Malfoy.

Intanto Ron e Hermione erano usciti dal loro nascondiglio e si erano avvicinati ad Harry e Aura.

“ Andatevene via! ”

“ No! Harry sta bene? ” Ron si inginocchiò al fianco dell’amico, seguito da Hermione.

“ Per carità, andatevene! ”

Lentamente uscì dagli alberi anche Draco Malfoy, fissando suo padre con un’espressione  indecifrabile.

“ Vi supplico, è già difficile così, tornatevene lì dietro… ”

Lucius Malfoy fece un cenno con la mano e dalle ombre della foresta si materializzarono a decine dei Dissennatori. Piton sussultò, ma rimase immobile. Aura da principio non li vide, ma avvertì una sensazione di profonda disperazione, poi stringendo saldamente il ciondolo a forma di occhio riuscì a distinguere le orride forme di quei mostri…non avrebbe trovato parole per descriverli; esili ed alti, avvolti in luridi teli simili a sudari, come tanti cadaveri putrescenti che scivolavano quasi senza toccare terra, silenziosamente…paura, pensò Aura, paura è la parola esatta per descrivere quello che sento.

Piton la fissò, e per un solo istante lei vide fremere un muscolo sotto la pelle del suo volto pallido,ma la sua espressione era quella indecifrabile di sempre. Gli occhi di Severus scintillarono, ed Aura ebbe l’impressione che lui volesse dirle di non aver timore. Annuì lentamente e cercò di liberarsi dalla sensazione di disperazione.

Lucius Malfoy rise.

Piton esitò, doveva colpire prima Malfoy o scagliare il suo Patronus contro i Dissennatori?  Dalla sua scelta poteva dipendere l’esito dello scontro, la vita di tutti loro, la vita di Aura.

Malfoy colse l’occasione al volo. Indirizzò un formidabile incantesimo contro Potter.  Piton riuscì, in parte a deviarlo, Aura assorbì con il suo medaglione il resto della maledizione. Ma Malfoy ne scagliò un’altra in sequenza, e questa volta riuscì a colpire di striscio Harry e la donna,  colpendo in pieno solo Ron e il proprio figlio, Draco.

Malfoy scomparve ridendo, seguito dal suo compagno, mentre i Dissennatori sciamavano, attaccando…

“ Expecto Patronum! ” Piton gridò.

Una forma argentata si aggirò tra le luride sagome dei Dissennatori mettendone molti in fuga.

“ Expecto Patronum! ” gridò Piton ancora una volta, e la figura argentata vorticò tra i mostri rimasti, allontanandoli e sospingendoli lontano. Piton tirò un sospiro di sollievo, mentre il suo Patronus scompariva.

Aura gli corse incontro e gli gettò le braccia al collo, Severus la strinse e poi la scostò lentamente, facendo un cenno verso tutti gli altri.

La donna ritrovò il controllo delle proprie emozioni e si rese conto che la maledizione scagliata da Lucius Malfoy aveva avuto più conseguenze di quante non avesse creduto. Ron Weasley giaceva riverso, con gli abiti e la pelle lacerata. Hermione era semplicemente ammutolita dal terrore. Poco distante Draco Malfoy restava immobile, disteso sull’erba. Potter era ancora svenuto, immobile, con gli occhi vacui.

“ Mio Dio…Severus, cosa è successo?! ”

L’uomo la fissò cupamente  “ Ancora troppo poco, secondo i criteri di Voldemort… ”

 

                                                                II

 

    Silente attraversò l’infermeria a grandi passi. Aura stava abbracciando Arthur Weasley e sua moglie Molly, mentre Piton restava in disparte, giocherellando nervosamente con la bacchetta magica. Minerva McGrannit era china sul letto di Hermione, con una lacrima che spuntava furtivamente da sotto gli occhiali.

“ Dio mio, Arthur… ” disse Aura “ Se soltanto avessi potuto fare di più…mi dispiace immensamente… ” ed i suoi occhi blu si incupirono.

“ No, non devi preoccuparti ” il signor Weasley aveva la voce incrinata “ Se tu non ci fossi stata probabilmente Ron, Hermione ed Harry sarebbero morti… ”

“ Ma io non ho fatto niente. Se devi ringraziare qualcuno quello è Piton! ”

Arthur Weasley si diresse verso il professore di Pozioni e gli strinse calorosamente la mano, sorprendendolo con  una tale attenzione.

Silente sorrise e prese la mano di Molly Weasley  “ Mia cara, sono certo che Ron si riprenderà in pochissimo tempo: certamente la sua casa sarà il posto migliore per la convalescenza. E sono sicuro che, entro due settimane, Ron sarà ancora qui a scherzare con i suoi amici. ”

La signora Molly si riscosse “ Come sta Harry? ”

“ Oh, dacci tempo, Molly. Ancora un po’ e saremo certamente in grado di risvegliarlo. Ma voi, piuttosto, state in guardia: sono tempi duri per chiunque voglia mettersi sulla strada di Voldemort. ”

I Weasley trasalirono. In pochi osavano pronunciare il nome di Voldemort.

“ Ma ora andate. Una carrozza vi porterà fino a casa, e Madama Chips verrà con voi per assicurarsi che durante il viaggio Ron non abbia bisogno di nulla. ”

Aura salutò con tutto l’affetto di cui era capace Arthur e Molly e diede un bacio a Ron, mentre lo portavano fuori dall’infermeria.

Poi si avvicinò ad Hermione e le sorrise  “ Ron si rimetterà in sesto in pochi giorni, vedrai. Harry…lui si starà svegliando proprio in questo momento, ne sono certa. ”

Hermione annuì debolmente, e poi si assopì sotto l’effetto di un sonnifero.

Aura fece un cenno a Piton e lui si avvicinò, istintivamente la donna gli sistemò una ciocca di capelli ribelli  dietro un orecchio. Poi guardò un altro letto con le tende tirate tutt’intorno e sospirò  “ Pensi che lo abbia visto? ”

“ Suo padre? Si… ”

“ Ha visto suo padre che lo colpiva, sapendo che avrebbe potuto ucciderlo… ”

Aura scostò le tendine e sedette sulla sponda del letto “ Ehi, Draco…stai bene? ”

Il ragazzo fissava il soffitto vacuamente, la pozione soporifera era rimasta imbevuta sul comodino.

“ Draco? Dovresti berla, sai… ”

Gentilmente aiutò il ragazzo a sollevarsi un poco, e gli fece bere qualche sorsata della medicina.

“ Sono certa che tuo padre non ti volesse colpire, forse non ti ha visto…lui, non è riuscito ad opporsi a Voldemort…io… ” si morse le labbra e guardò Piton tristemente, mormorandogli mentre Draco si addormentava “ Io non so che dirgli…non so assolutamente cosa fare… ”

Sirius Black era arrivato come una furia. Lupin gli aveva spedito un gufo in tutta fretta, e non appena lo aveva visto gli era corso incontro con il cuore a pezzi. Remus aveva promesso a Black di vigilare su Harry, ed aveva fallito. Non c’era nessuno che potesse distoglierlo dall’idea di avere mancato al suo dovere.

Sirius era furioso, e più che disposto ad attaccar briga con il suo rivale di sempre, Piton.

“ Devi essere fiero adesso che i tuoi compari hanno quasi ucciso Harry! ”

Severus sbuffò “ Non mi do pena di risponderti, dal momento che so che sei tu…inguaribile idiota. ”

Ma né Silente né altri erano in vena di ascoltare le loro stupide litigate. Ed anche Black, non appena vide Potter,  perse ogni vena litigiosa.

Il ragazzo era rimasto con gli occhi spalancati sul nulla assoluto.

“ Che cosa ha? ”  chiese Sirius con la voce arrochita dalla preoccupazione.

Silente si lisciò la barba con una mano e guardò gravemente il mago  “ Credo che Voldemort in qualche modo lo stia trattenendo in una specie di limbo…un luogo che non appartiene totalmente né alla veglia né al sonno. ”

“ Ma cosa vuole fare, voglio dire, cosa otterrà trattenendo Harry in quel…in quel limbo? ”

“ Questo non lo so, ma ho un’idea: che voglia esaurire ogni sua energia. Tuttavia resta solo un’idea. Possiamo provare a risvegliarlo, ma non sono certo che ci riusciremo così semplicemente…Severus può aiutarci, certamente conosce meglio di noi le opere di Voldemort. Ti prego, Severus, c’è qualche incantesimo che puoi eseguire? ”

Il mago avanzò e guardò distrattamente Potter disteso sul letto “ Non penso che sia la strada giusta, ma tenterò…” estrasse la bacchetta magica e si concentrò per qualche istante “ Lenire tenebras! ” sussurrò, e Harry si agitò per un attimo come se fosse sul punto di svegliarsi  “ Lenire tenebras! ” ma non successe nulla.

“ Posso provare in un altro modo…ehm…Invicta lux! ” ma questa volta il ragazzo rimase totalmente immobile, come se l’incantesimo non lo avesse toccato.

Piton scosse la testa  “ Non è questo il modo. Dopotutto potrebbe provarci Remus, è lui l’esperto di Difesa contro le Arti Oscure… ”

Lupin sussultò  “ Io…non credo di essere in grado. Non conosco questo genere di incantesimi… ”

“ E’ una magia molto complessa, nessuno la ha più usata da migliaia di anni…esattamente quello che potevamo aspettarci da Voldemort; malvagio, ma sempre geniale. ” Silente socchiuse gli occhi e fissò il muro.

Black decise che era il momento di perdere la testa e indirizzò un’occhiata rabbiosa a Piton “ Sei sicuro di avere fatto tutto quello che potevi? Non mi sembra che fossi così concentrato… ”

“ Idiota! ” sibilò il mago.

“ Ora smettetela. C’è senza dubbio una soluzione. Basta…basta trovarla. ”

Severus guardò Aura e inarcò un sopracciglio.

“ Severus, hai detto che la strada giusta per riportare Harry tra noi non è quella degli incantesimi…a cosa ti riferivi? ”

“ Saprò dirvelo con certezza tra poco… ” uscì facendo svolazzare il mantello nero dietro di sé.

Black fece due passi fino ad una grande finestra e la spalancò rabbiosamente, Lupin lo guardò con tristezza “ E’ colpa mia. ”

“ Stupidaggini. E’ colpa di Voldemort e di quelli come lui, quelli che lo seguono. ”

“ Ma se fossi stato più attento…se avessi dato ascolto al mio istinto… ”

“ Accidenti, Remus, smettila! Non c’è nulla che possiamo fare, noi non sospettavamo nemmeno che potesse succedere niente di simile… ”

Lupin fissò Silente “ E Ron, Hermione come stanno? ”

“ Se Ron fosse rimasto sotto il fuoco dell’incantesimo di Malfoy per solo qualche istante di più sarebbe morto…se Piton non lo avesse deviato, ed Aura assorbito…ha avuto tutte le cure necessarie, e trascorrerà un breve periodo a casa, tra i suoi genitori, suppongo che così potrà riprendersi più in fretta. Hermione sta bene, ha solo preso un bello spavento. Ma chi mi preoccupa… ”

“ E’ Draco… ” concluse Aura “ Che ha visto suo padre pronto a sacrificarlo per raggiungere gli scopi di Voldemort. ”

Black sbuffò. Lupin sollevò lo sguardo su Harry “ A quanto pare nessuno che tocchi Voldemort, in un modo o nell’altro, può rimanere indenne… ”

Aura avrebbe replicato, se Piton non fosse rientrato con un voluminoso tomo della Sezione Proibita della Biblioteca.

“ Qualcuno di noi deve andare a prenderlo. ”

Black sussultò  “ Cosa?! ”

“ Uno tra noi deve immergersi nel limbo creato da Voldemort e provare a riportare in superficie Potter, ammesso che ci riesca, e ammesso che riesca a tornare indenne…ho preso una pozione che provoca un sonno molto simile a quello di Potter. Dopotutto è un rischio già berla, figuriamoci se si riuscisse a raggiungere il limbo di Voldemort…un luogo fatto di incubi… ”

Silente fece un passo avanti  “ Naturalmente andrò io. ”

“ NO! ”  gridarono in coro quattro voci, Lupin diede sfogo alla preoccupazione di tutti “ Preside, lei è l’unica vera barriera che ci separa da Voldemort; non può andare e rischiare di lasciare Hogwarts senza difese! ”

Silente si fermò soprappensiero.

“ Vado io! ” Disse Lupin.

“ E’ fuori questione…non sei in condizione di farlo e non conosci questo genere di magie… ” Black si alzò “ Tocca a me, come padrino di Harry. ”

Piton ridacchiò  “ Oh, e così ti senti in grado? Non sprecarti, Sirius. Era sottointeso che fossi io ad andare. L’unica persona qui dentro che conosca davvero Voldemort ed i suoi incubi… ”

“ Non essere ridicolo, credi che ti lascerei immergere lì dentro con la vita di Harry appesa ad un filo? Non ho garanzie che tornato al tuo elemento naturale tu non decida di riprendere le vecchie abitudini… ”

“ Non hai scelta. ”

“ C’è una scelta, invece. ” Severus rabbrividì.

“ No! ”

“ Invece si. Silente non deve lasciare Hogwarts in pericolo, Lupin non può affrontare questa prova, Black non ne sa niente, e tu…non ti lasceranno andare. ”

“ Ne sai molto meno di Black…non ti lascerò fare una simile sciocchezza… ”

“ Io andrò. ”  Aura strinse i ciondoli da cui non si separava mai  “ Ho la mia arma segreta, le mie armi segrete… ” disse con un sorriso riluttante.

“ E’ pura pazzia! ” mormorò Black “ Per una volta sono esattamente d’accordo con Piton. Andrò io, non preoccupatevi. ”

Aura fece un gesto deciso con la mano “ Ho detto che sarò io e non altri a bere quella pozione. Preside cosa ne pensa? ”

Silente socchiuse gli occhi fino a formare due enigmatiche fessure “ Ebbene…se credi di essere in grado di farlo, devi andare. ”

“ Mi oppongo! ” strillò Piton, e strinse freneticamente la boccetta con la pozione.

La donna allungò le mani fino a quelle del mago contratte sul piccolo contenitore dei cristallo “ Dammela! ”  disse  “ Non c’è scelta, lo sai. Se io fallisco qualcun altro dovrà ritentare, e se riesco avremo risolto solo una parte del problema. Ma in questo momento tutti voi siete necessari qui, ed io devo fare la mia parte… ”

Minerva McGrannit spalancò la porta con aria affranta, si vedeva che era appena tornata dall’infermeria   “ Come sta Potter? ”

“ Come prima. Hagrid, Vitious e la Sprite stanno bene? ”

“ Si, Albus. Madama Chips sta finendo di medicarli. Ma Potter…si risveglierà? ”

“ Ci stiamo lavorando. ” disse Aura in tono asciutto. Poi, mentre Silente spiegava ad una attonita McGrannit quale piano avessero deciso di seguire, la donna si avvicinò a Piton e gli fece cenno di avvicinarsi  “ Prendi il mio ciondolo, è il mio talismano…se…beh, è importante che finisca nelle mani giuste se io non potrò continuare a tenerlo, ma la tua fibula a forma di serpente, in ogni caso, lasciala a me… ”

Severus si voltò di scatto, fissando il muro  “ Non c’è alcun bisogno che tu te ne separi…sarai senz’altro in grado di continuare a servirtene. Ma…in ogni caso stai certa che resterà in mani sicure. ”

Aura sospirò. Avrebbe voluto che potessero restare soli almeno un'altra volta, almeno per qualche istante, prima di…ma forse era meglio così. D’altra parte cercava di non perdere la convinzione che non sarebbe successo nulla di male.

Severus Piton provò a risolvere la situazione con un colpo di scena… stappò la boccetta con la pozione e la portò alla bocca con uno scatto fulmineo… ma non tanto fulmineo come il gesto di Silente che lo bloccò a mezz’aria.

“ No, Severus…dovevo aspettarmelo, devi permettere ad Aura di tentare. Abbi fiducia. ”

Piton maledisse Silente, maledisse Potter, maledisse Voldemort e tutti gli altri che gli venivano in mente. Non era in condizioni tali da poter sopportare di fare un atto di fede…non quando era stato proprio lui a trovare il modo per mandare a morte sicura la donna che amava. Scoccò un’occhiata altamente pericolosa ad Aura e la strinse senza ritegno “ Non permetterti di non tornare…torna, dannazione a te! Sei una stupida babbana che crede di sapere tutto della vita, beh, non lo sai! Però questa volta non fare sciocchezze o mi costringerai a cercare Voldemort fino all’estremo limite dell’universo… ”  abbassò la voce in modo che solo lei potesse sentirlo  “ …E non accetterò mai che la notte appena trascorsa sia stata l’ultima, o che il giorno che sta passando possa essere l’ultimo che ci è concesso…torna! ”

Aura socchiuse gli occhi e non sentì minimamente dolore per le unghie di Piton che le si infilavano nella carne, in una stretta isterica.

“ Tornerò ” e lo fissò in maniera tale da sottintendere almeno un milione di cose del tutto inesprimibili con il solo ausilio della voce.

“ Che cosa devo fare precisamente? ”

“ Lo scoprirai una volta dentro, posso solo supporre che dovrai cercare la coscienza di Potter lì dove il Signore Oscuro la ha nascosta, cioè, credo, nel punto più buio e profondo della sua volontà… è dannatamente difficile da spiegare! ”

“ In pratica, se ho capito, devo tuffarmi nella mente contorta di Voldemort, e riuscire a trovare in un punto imprecisato la coscienza di Harry che gli è stata rubata… ”

“ Qualcosa del genere. Ma il punto è riuscirai a resistere all’oscurità? Credimi…sarà terribile…immagina la disperazione generata da un esercito di Dissennatori, immagina di avere perso ogni speranza e non avrai ancora capito cosa c’è nell’anima di Voldemort… ”

“ Beh, suppongo che sia inutile farla tanto lunga…datemi la pozione. ”

“ Ecco, dopo che la avrai bevuta io farò in modo, con un incantesimo, di metterti in contatto con Potter…da lì devi essere tu a capire cosa fare e come farlo. ”

La donna buttò giù in un sorso il liquido rosso dall’aspetto inquietante e attese. Non ci volle più che qualche istante per farla cadere in un sonno prossimo alla morte.

Allora Piton la prese tra le braccia e la depose affianco a Potter, alzò la bacchetta e sussurrò  un incantesimo… la stanza piombò nel silenzio, mentre tutti aspettavano chiedendosi cosa sarebbe successo.

 

                                                               III

  

    Sprofondare, cadere, scivolare dolcemente in un’accogliente mare di tenebre. Aura si immergeva in una materia sconosciuta, scivolando verso un fondo che sembrava non dover mai arrivare. Tutto intorno vedeva, a sprazzi, delle forme emergere dalle ombre, persone, oggetti, luoghi e scene accadute un tempo…tutto privato di ogni significato emotivo. Tutto senza dolore e senza gioia. L’essenza cruda e scevra da ogni significato delle cose…finalmente toccò terra, se terra si poteva chiamare. Esercitò su sé stessa uno sforzo di volontà immane per ricordare chi era e perché si trovava lì…pensa a Potter si disse, devi trovarlo! E pensa a Severus…Severus che aspetta…devi resistere! Si guardò intorno, non c’era niente…strinse i medaglioni da cui non si separava mai, e li vide scintillare e pulsare come se stessero reagendo a qualcosa che lei non poteva vedere. Osservò meglio tutto intorno…il fondo su cui era morbidamente atterrata era fatto da innumerevoli fogli di pergamena non scritti e pezzi di orologi rotti, immersi nella sabbia. Si chinò a raccogliere una pergamena e la fissò con curiosità…parole, parole non scritte ma che raggiungevano la sua mente…parole senza senso, in successioni casuali, in conoscibili…parole che facevano parte dell’esistenza unica di un essere umano, del tutto prive di significato per chi non le avesse pensate e vissute, lasciò ricadere il foglio. Tutto intorno intanto vide animarsi delle figure, muta rappresentazione della vita di un ragazzo che si era chiamato Tom Riddle. Voldemort quando non era Voldemort…pensò. Cercò di afferrare una di quelle figure, un ragazzo che restava in disparte mentre alcuni suoi coetanei giocavano in una specie di stanza decadente e arredata miseramente…umiliazione, rancore…nello stesso istante in cui aveva toccato il fantasma di Riddle aveva sentito come lui aveva dovuto sentire a quel tempo.

“ Non resterò qui a lungo…io me ne andrò…lascerò l’orfanotrofio…io non sono come loro…”

“ Non resterò qui a lungo…io me ne andrò…lascerò l’orfanotrofio…io non sono come loro…” ridisse Aura, posseduta dall’essenza di quel ragazzo  “ …Vendetta, io mi vendicherò…mi vendicherò…” Aura sentì la propria voce carica di una sfumatura sconosciuta di odio e disperazione…poi la scena mutò. Vide il ragazzo, ma ormai era cresciuto, davanti a tre persone sedute attorno ad un tavolo, un uomo giovane e due vecchi…il ragazzo  sorrise dolcemente, con garbo…ma poi…Aura sentì i muscoli del viso che si contraevano in una smorfia crudele e mosse la mano, il ragazzo mosse la mano “Avada Kedavra!” dissero insieme. Una fiammata verde e i tre seduti al tavolo morirono, lì, dove erano stati seduti a fissare il giovane…erano morti davvero? Il ragazzo rise di gusto, Aura rise con lui… e sentì ancora una volta che la scena stava cambiando.  Non si era mai sentita tanto potente, anzi, tanto onnipotente…ora aveva davanti un uomo fatto, non più un giovane, un uomo che non assomigliava più all’avvenente ragazzo di prima. Avvertì una fredda esultanza quando un nutrito gruppo di incappucciati si avvicinò chinando la fronte a baciare il vestito del potente mago. Rise, e fece il gesto di sfoderare la bacchetta come stava facendo Voldemort, puntarono uno degli incappucciati che tremava in un angolo e lo mandarono a sbattere contro un muro con una fiammata verdastra; il Mangiamorte rimase immobile, sdraiato con le braccia aperte. Che gioia essere così potente! Lui è così potente…noi…io…lui…Aura non avvertì la voce gelida che  sussurrava lentamente  “ Vieni con me…ti farò come me, sarai mia… sarai me, dentro di me… ”

Dal gruppo degli uomini ammantati ne uscì uno, si inginocchiò ed offrì al suo Maestro un calice colmo di un liquido ribollente  “ Ecco, mio Signore! Secondo la tua volontà ho preparato questa pozione che ti consentirà di esaltare ancora di più il tuo potere! ”

Voldemort sfiorò il cappuccio dell’uomo inginocchiato e gli scoprì il viso  “ Grazie Severus…il mio più fedele discepolo… ”

Aura barcollò. Chi era quell’uomo, giovane mago dall’aria tanto familiare? …Severus? Chi è Severus?  “…Severus Piton.. ” mormorò la donna ed ebbe una fugace visione di sé stessa che lo baciava come se lo conoscesse da tantissimo tempo. Finalmente Aura si riscosse e fece un passo indietro, inorridendo all’idea di essere stata sul punto di cedere alle lusinghe di Voldemort. Sentì qualcuno che le tirava un braccio, si voltò e vide il giovane Tom Riddle che la fissava sorridendo con innocenza. Dall’altra parte, però, c’era ancora Voldemort…incerta su cosa dovesse fare la donna aspettò che il ragazzino parlasse.

“ Madre! Madre sei venuta da me? ”

Aura sgranò gli occhi ed arretrò  “ Io non sono tua madre! ”

“ Madre sei venuta per restare con me? Non mi lascerai questa volta… ”

C’era qualcosa di terribile nello sguardo apparentemente innocente del giovane  “ Ti stai sbagliando, io non sono tua madre…non so neanche chi tu sia… ”

La faccia pulita del ragazzo mutò fino a somigliare al muso di una bestia “ Madre! Resterai con me, per sempre! ”

“ No, Tom, lasciami! Lasciami, Voldemort! ” ma con rapide mosse Riddle la afferrò e la trascinò verso  un angolo buio. La donna urlò, risvegliando il potere di protezione del talismano che aveva al collo; una violenta esplosione di luce accecò il ragazzo che ululò come un demone. La donna corse nella direzione opposta, verso il fantasma che Voldemort aveva creato in forma di sé stesso, chiuse gli occhi e si preparò ad attraversare la sua forma inconsistente…un brivido di freddo e poi la sensazione di stare precipitando la percorsero. Aura urlò, e agitò freneticamente gambe e braccia nella caduta vorticosa. Poi si calmò e ricordò a sé stessa di non essere fatta di sostanza materiale in quel limbo…come Voldemort,cioè come la sua immagine poteva essere attraversata e colpita senza trarne alcun danno lo stesso valeva per lei…misteriosamente una tale certezza bastò a far cessare la sensazione di caduta.

La donna si ritrovò immobile nel buio, strinse i suoi medaglioni e vide una flebile luminescenza  molto lontana…cominciò a correre fino alla luce, e vide, accucciato in un angolo, Harry Potter che tremava come se fosse stato un bambino molto piccolo impaurito dalle tenebre. Si chinò su di lui e lo accarezzò  “ Harry, Harry…non avere paura, ci sono io adesso! Sei stato bravo, hai resistito a Voldemort… ”

“ Chi è Voldemort? ”

“ Colui che ti ha fatto del male, ma tu hai saputo combatterlo ed opporti con coraggio. Harry, ti ricordi? Hermione, Ron, Sirius, Hagrid, Silente…stanno tutti aspettando che tu torni a casa. ”

“ A casa? ”

“ Ad Hogwarts. Un piccolo sforzo e sarai a casa…abbi fiducia in me. ”

“ Ma chi sei tu…mamma? ”

Aura rabbrividì pensando a Voldemort  “ No, Harry. Ricordati di Lily e James…sono loro i tuoi genitori. Io sono Aura, solo Aura. ”

“ Aura? …Aura! ”  Gli occhi di Harry ripresero la loro naturale lucentezza e la sua mente si liberò del controllo e della rete di inganni di Voldemort.

“ Che ci faccio qui? Dove siamo? ”

“ Oh, Harry! Sono così felice di vederti! ” la donna lo abbracciò “ Ti spiegherà tutto Silente. Siamo nei ricordi, nella mente di Voldemort…devi desiderare intensamente di tornare da Silente, da tutti quelli che ti amano, coraggio Harry Potter! Pensa con tutto il tuo coraggio che devi andare via da qui! ”

Potter chiuse gli occhi, la sua sagoma scintillò e scomparve luccicando tanto da illuminare a giorno per un solo istante la notte eterna dei pensieri di Voldemort.

Aura si guardò intorno, la luminescenza che aveva visto prima da lontano e che le aveva permesso di ritrovare il giovane Harry era diminuita, ma non si era estinta, come se quello fosse l’unico pezzetto non contaminato dal male dentro Voldemort. Tutto intorno, però, la tenebra era pulsante…c’era un punto più buio degli altri e la donna ebbe la certezza che lì si trovasse il più terribile segreto del Mago Oscuro, il mistero della sua stessa esistenza…se solo lo avesse raggiunto, avrebbe saputo…avrebbe conosciuto il nemico così a fondo come nessun altro prima…fece qualche passo in quella direzione, ma poi esitò.

“ Voldemort! Mi stai ascoltando? ” gridò con rabbia  “ Tu non riuscirai a vincere, mai! Tu non farai del male a coloro che amo! Sarai miseramente sconfitto come è già successo…mi senti, stupido, pazzo assassino?! MORIRAI! Non sei immortale, tu morirai e non potrai farci un bel nulla! ”

Sentì le tenebre ribollire malignamente e desiderò con tutta sé stessa di tornare a casa, a casa da Severus…

Harry Potter si mise a sedere in mezzo al letto con uno scatto, tutti nella stanza spalancarono gli occhi, e Black lo strinse in un abbraccio memorabile.

Piton guardò il corpo di Aura che restava immobile, con gli occhi vacui “ Potter… ”

Alzò la voce per farsi sentire al di sopra delle voci allegre degli altri  “ Potter, lei dove è? ”

“ La ho vista…mi ha detto che dovevo desiderare con tutto me stesso di tornare, e sono andato via…ma cosa è successo? ”

Piton non ascoltò le spiegazioni in cui si profondevano Lupin e Black, scosse il corpo della donna e lo sollevò dal letto, abbracciandola come se questo fosse sufficiente a farla svegliare.

La McGrannit lo guardò con gli occhi umidi “ Dobbiamo aspettare, Severus! Devi avere fede! ”

Ma Piton stava per perdere la calma, anzi, la aveva già persa da un bel pezzo e tentava di nascondere il desiderio pazzo di uccidere Potter che con la sua sconsideratezza gli stava facendo rischiare di perdere l’unica persona al mondo che amasse.

“ Dei Immortali, vi supplico…rendetemi questa donna! ” mormorò, sperando che le preghiere non fossero solo vuote implorazioni a Dei troppo indaffarati per ascoltarle.

Persino Sirius Black smise di abbracciare Harry e guardò con apprensione la donna addormentata tra le braccia del suo rivale di sempre, e desiderò intensamente che si svegliasse.

Piton chiuse gli occhi, svuotato quasi di ogni speranza, ma Silente vide le palpebre di Aura fremere leggermente e prima che riuscisse a dire qualcosa, la donna schizzò in avanti, afferrandosi al collo di Severus che, perdendo l’equilibrio, finì lungo disteso per terra stringendola con tutte le sue ritrovate energie.

“ Sono tornata! Oh, è stata una passeggiata! ” disse la donna in tono leggero, porgendo la mano a Lupin che la aiutava ad alzarsi e che poi aiutò anche Piton a rimettersi in piedi.

Silente chiese alla McGrannit ed a Lupin di portare Harry in infermeria e di spiegare cosa fosse successo a lui ed ai suoi amici. 

Non appena furono usciti, Aura avvicinò il Preside  “ Devo parlarle…ho paura di avere fatto una cosa molto sciocca… ”

Silente sorrise  “ Che sarà mai? ”

“ Ho visto Voldemort come era da giovane e come poi è diventato, per un attimo, se non fosse stato per Severus, ho rischiato di restare prigioniera del suo delirio di onnipotenza…ma non è questo che voglio dire…ho paura di essere stata ad un passo dal segreto più segreto di Voldemort e di non essere stata tanto coraggiosa e forte da immergermi in esso per conoscerlo. Mi dispiace immensamente, quel segreto poteva esserci di aiuto… ”

Silente ridacchiò  “ Davvero? Hai fatto benissimo ad andartene, credimi non c’è nessun segreto! ”

“ Ma se lei fosse stato lì, se avesse visto… ”

Albus Silente si fece tremendamente serio “ Non c’è alcun segreto, credimi. Se fossi rimasta lì avresti scoperto soltanto quanto banale sia il Male…si, quanta banalità ci sia in Voldemort. E’ tutto qui. Il suo segreto è solo la banalità del Male… ”

Aura non era certa di aver capito. Ma Piton non intendeva concederle di fare altre domande, la afferrò e chiese congedo al Preside. Non appena furono fuori dalla stanza la sollevò e la strinse con disperato desiderio “ Adesso andiamo in camera mia e, per favore, stai zitta…non voglio sentire più niente! ”

Molto lontano da Hogwarts, in un castello diroccato e cadente Voldemort aprì gli occhi e fissò Nagini, il suo fedele enorme serpente. Guardò in un punto buio della stanza e ad un cenno un uomo dall’aspetto sgradevole emerse dalle ombre.

“ Codaliscia…Potter mi è sfuggito, è stato aiutato…ho un compito per te, andrai con Malfoy e con tutti i Mangiamorte che vi saranno necessari: portami la donna di Piton. La donna che lo scorso anno ci è sfuggita per un soffio…e bada che arrivi qui viva ed in perfetta salute… ”

Codaliscia si inchinò ed uscì, mentre Nagini sibilava indolentemente cose che solo Voldemort avrebbe potuto comprendere.

 

                                                               IV

 

    Severus Piton affondò il viso nei capelli di Aura, e stringendola la costrinse a voltarsi, la baciò con una foga che non conosceva mai requie, e si lasciò riscaldare dal desiderio bruciante di possederla. Le strappò letteralmente di dosso la tunica nera bordata di verde e si chiese se valesse la pena di perdere tempo e portarla fino al letto, piuttosto che restare lì dove si trovavano. La donna rispondeva con la solita intensità, e non perdeva certo occasione di rendere ancora più piacevole il compito di Severus, come al solito sembrava che potesse leggergli nel pensiero e forse fu proprio per questo che lo trascinò sul tappeto davanti al camino, evitandogli il tragitto fino al letto che li avrebbe distolti per una manciata di secondi dalla loro occupazione preferita. Piton sospirò estasiato dimenticandosi la preoccupazione della giornata che stava passando, o forse fu proprio il ricordo di quella preoccupazione e dello scampato pericolo a renderlo più audace del solito…diverso tempo dopo il professore di Pozioni borbottò la propria soddisfazione mentre Aura gli massaggiava la schiena con un unguento di sua invenzione: rare ed aromatiche essenze unite a segreti ingredienti dal magico potere, capaci di evocare le più soavi sensazioni, che nella mente di Piton corrispondevano esattamente al tempo trascorso con la donna che gli stava al fianco. Aura poggiò a terra il vasetto con le portentose essenze e si accoccolò vicino a Severus, lasciandosi cingere dalle sue braccia. Scivolò su di lui e lo baciò con trasporto. “ Adesso tocca a te…”

“ Mmmh…? ”

Gli porse maliziosamente il vaso di vetro rosso che conteneva l’unguento incantato.   “ E’ arrivato il momento in cui tocca a me godere dei tuoi servigi… ”

“ Perché, vuoi dire che fino ad ora non ne hai goduto? Non mi sembrava… ”

“ Servigi straordinari, volevo dire. ”

Piton si produsse in un curioso sorriso obliquo  “ Ma se ogni volta che provo a profumarti la pelle con quella roba finisce che…non arrivo mai a profumarti tutta, perché tu mi sconvolgi… ”

“ Esattamente quello che volevo sentirti dire. In realtà ti chiedo ogni volta di produrti in quel genere di servigio straordinario proprio perché tu non finisca di farlo…perché si faccia qualcosa di meglio! ”

“ Ah, bambina…ti piace scherzare col fuoco! ”

“ Oh, mio Signore, piace anche a te, se la memoria non mi gioca brutti scherzi… ”

Lui la abbracciò con impeto  “ Se non fossi tornata…io… ” Piton si incupì.

Lei gli mise un dito sulle labbra sottili  “ Silenzio! Non voglio che tu dica nulla di cui poi ti possa pentire. ”

“ Non mi pentirò. Io ti amo. Vedi? Adesso anche io riesco a dirlo… ”

“ Quanto mi piace sentirlo! Anche prima, sei stato proprio tu a permettermi di sfuggire a Voldemort… ”

“ Non ti ho ancora chiesto cosa è successo. E io, io che c’entro? ”

“ Ho rivissuto alcuni ricordi del Signore Oscuro. E c’eri anche tu. ”

Severus Piton  si chiese se doveva preoccuparsi  “ Ma davvero? E cosa stavo facendo? ”

“ Porgevi una pozione a Voldemort per incrementare il suo potere. ”

Piton  si  girò  verso  il  fuoco  acceso  nel caminetto e rimase zitto per qualche  istante  “ E’ successo davvero… ”

La donna fece scivolare un braccio sulle spalle di lui  “ Lo so… ”

Severus si rigirò verso di lei  “ Lasciamo Voldemort fuori da questa stanza… ”

“ Non devi preoccuparti che il tuo passato possa mettersi tra noi, lo sai meglio di me. Ma se è tuo volere che non ne parliamo fintanto che restiamo qui dentro, beh, cosa detta cosa fatta! ”

Il professore di Pozioni si avvicinò per suggellare con un bacio quella nuova dimostrazione d’amore che la donna gli offriva, ma si raggelò, e si sedette con uno scatto.

“ Che c’è? ” Aura lo fissò preoccupata.

Piton indicò un punto all’interno dell’avambraccio sinistro, e contrasse il volto in una smorfia di preoccupazione e sofferenza.

“ Oh, no! Chiama a raccolta i Mangiamorte? ”

“ Si…no… è come se avesse rivolto un pensiero di odio particolarmente feroce a me solo… ”

Aura toccò la pelle marchiata, bruciava, ma non allontanò le dita, anzi, continuò a premerle sul marchio nero.

“ Temo che la tua impresa di oggi non sia passata inosservata ai suoi occhi…ci sarà da stare attenti. ” disse Piton mentre la sensazione di nausea passava.

“ Nel caso, sarò pronta…dopo lo diremo a Silente, ma adesso vieni qui, riposa…”

Lo strinse con tenerezza e rimase sveglia ad ascoltare il suo respiro regolare ben oltre il momento in cui lui si lasciò vincere dal sonno.

Harry Potter si passò una mano sulla fronte e si sollevò a fissare il letto dove Hermione riposava  “ Hermione? Sei sveglia? ”

La ragazza si agitò e poi socchiuse gli occhi, mettendo a fuoco la sagoma dell’amico.

“ Harry, sei sveglio! ”

“ Hai visto Ron, prima? Stava bene? ”

“ Oh, Harry, se tu avessi potuto vederlo! Per pura fortuna si è salvato, ho sentito Madama Chips che lo diceva a Silente. I suoi genitori lo hanno portato via su una barella…Harry, è stato terribile! ”

“ Non riesco a ricordarmi nulla… ”

“ Eri svenuto! Lupin e Piton hanno fronteggiato i Mangiamorte, ma poi sono arrivati i Dissennatori…e Ron è stato colpito. ”

“ Dai Mangiamorte? ”

“ Indovina da chi…ho sentito Piton che lo chiamava per nome, Lucius…Lucius Malfoy! ”

“ Ma poi sono riusciti a fermarlo… ”

“ Si, ma aveva già fatto molti danni, mi sembra! Quel verme di un Serpeverde di Draco è uscito da dietro gli alberi per vedere suo padre in azione…che idiota! Non penso che i suoi genitori gli vogliano davvero bene se poi suo padre non si preoccupa di rischiare di ammazzarlo! ”

“ Vuol dire che Draco è stato colpito con Ron? ”

“ Si! Lucius Malfoy non si è fatto scappare l’occasione per cercare di colpire te, ma ha preso in pieno Ron e suo figlio…solo che Ron era esattamente sulla traiettoria del colpo, mentre Draco era sufficientemente distante a non rischiare quanto il nostro amico. ”

“ Ma…può essere che il signor Malfoy non abbia visto Draco… ”

“ Oh, Harry! Lo ha visto, eccome! Ma il potere di Tu-Sai-Chi deve fargli troppa paura perché rinunciasse a colpire! Beh, non che mi preoccupi per Draco; se c’è qualcuno che se lo merita è proprio lui! ”

“ Spero che Ron stia bene… ”

“ Sarà tornato prima che ce ne rendiamo davvero conto! ”

Un fruscio di tendine smosse richiamò l’attenzione dei due amici, e Draco Malfoy sgattaiolò fuori dall’infermeria in tutta fretta.

“ Dici che ci avrà sentito? ”

“ Non saprei…credo di si. ” Hermione si morse le labbra preoccupata.

Albus Silente carezzò la testa piumosa della sua Fenice, Fanny. Il nobile pennuto emise un verso soddisfatto e puntò i suoi occhietti neri sui quattro che sedevano con aria assorta nello studio del suo padrone. Sirius Black incrociò le braccia sul petto ed allungò le gambe, Severus Piton gli scoccò uno sguardo carico di disapprovazione e si sistemò il mantello attorno alle gambe. Remus Lupin finì di scrivere qualcosa su un piccolo pezzo di carta e lo passò ad Aura perché lo leggesse. La donna scosse la testa e passò il foglio a Piton, il mago lesse frettolosamente: all’iniziò contrasse le labbra in una specie di avido sorriso, ma poi ammutolì  “ Ma questo è un annuncio per la Gazzetta del Profeta! ”

Lupin fece segno di si.

“ Non credo che ci sia bisogno di ricorrere ad un annuncio…se cerchiamo un nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure, posso fare io da supplente fino a quando sarà necessario! ”

Silente si voltò  “ Considerando gli impegni ai quali sto per chiamarti, sarà francamente impossibile che tu riesca a trovare il tempo anche per quello, Severus. ”

Il professore di Pozioni fece una smorfia, e si rese a malapena conto che Black stava ridendo nascondendosi il viso tra le mani.

Che genere di impegni, Preside? ”  chiese Aura.

“ Ci sono impegni per ciascuno di voi. Sirius Black resterà qui per difendere Harry nel momento della necessità. Lupin deve raggiungere un gruppo di nostri sostenitori che si trova molto a sud, nei Mari del Sud, per dirvela tutta, e convincerli a tornare. Severus, e tu Aura, sempre che siate d’accordo, dovreste andare a cercare un paio di cose che mi servono. ”  Silente si fece pensieroso e trasse una pergamena dalla tasca

“ Ho ricevuto questo da Cornelius Caramell…il Ministero ci avvisa che alcune spie hanno scoperto che Voldemort sta progettando di venirsi a prendere Harry Potter con un esercito di Dissennatori… ”

Piton si irrigidì  “ Se fosse così lo saprei…ma queste non sono le intenzioni di Voldemort! ”

Silente sospirò stancamente “ Lo so, Severus. Ma purtroppo, come sai, sono uno dei pochi che prestano fede ai tuoi avvertimenti; al Ministero non ci sono molti disposti a crederti. ”

“ Lui non colpirà direttamente, Albus. E non con un esercito di Dissennatori. Le sue strade sono più contorte e sottilmente celate…quella voce deve essere stata messa in giro ad arte per confondere il Ministero. ”

“ Io lo so. Ma nessuno, fuori di qua, ti crederà…perché tu sei stato un Mangiamorte, e in pochi sono disposti a dimenticarlo. ”

“ Sciocchezze! ”  sbottò Aura  “ Chi è stato ad avvertire il Ministero che i Potter erano in pericolo a suo tempo? Se non fosse stato solo lei, Preside, a prestare fede a Piton forse Harry avrebbe ancora i suoi genitori! ”

“ Calma, signorina! ” disse Black  “ Non c’è niente che si possa fare per rimediare ad un passato marcio come quello di quel mago là… ” e fece un cenno sprezzante verso Severus, che ricambiò con un’occhiata al vetriolo.

“ Non ne vale la pena… ” Piton mise una mano sulla spalla di Aura “ Che dovremmo fare? ”

“ Ho bisogno di questi ingredienti. ”  Silente passò un foglio al professore di Pozioni che lesse frettolosamente e poi sgranò gli occhi fissando il Preside senza capire.

“ Io…devo fare davvero questa pozione? ”

Gli occhi di Silente scintillarono  “ Si. ”

“ Perché? ”

“ A suo tempo, Severus, a suo tempo. E poi voglio quel libro, lo hai tu, vero? ”

Piton annuì  “ E’ a casa mia. Nella biblioteca che fu di mio…padre… ”

“ Bene, allora, pensi di poter trovare tutti quegli ingredienti? ”

“ Molti sono nella dispensa del mio castello, altri posso rintracciarli facilmente. ”

“ Allora non vi resta che partire…questa notte, con il favore delle tenebre lascerete Hogwarts. Buona fortuna. ”

Il morale del gruppetto che lasciò lo studio di Silente era davvero molto basso.

Harry ed Hermione vennero dimessi dall’infermeria solo dopo aver promesso di starsene lontani da ogni fonte di guai per un po’, e dopo aver giurato che avrebbero continuato per qualche giorno a mangiare molta cioccolata.

Piton decise che, nonostante mancassero poche ore alla partenza, avrebbe comunque tenuto la sua consueta lezione di Pozioni doppie con Grifondoro e Serpeverde. Fissò Neville Paciock con occhi di fuoco non appena la sua pozione minacciò di saltare in aria e sottrasse dieci punti al Grifondoro perché Dean Thomas  non sbucciò nella maniera corretta un grosso frutto dall’aspetto nauseabondo.

Harry ed Hermione guardarono sconsolati il posto vuoto di Ron, ma non dissero nulla, tuttavia Hermione era talmente agitata che, affettando una radice di Luparia, ne fece saltare in aria un grosso pezzo, che finì sul banco di Malfoy.

“ Oh, no! ” esclamò Hermione  “ Non ho nessuna voglia di andare lì a prenderlo e sentire le sciocchezze di Draco! ”

Da parte sua Harry non aveva più desiderio dell’amica di avere a che fare con il giovane Malfoy.

“ Ehm…scusa, deve esserti saltato questo in aria… ” Draco porse il pezzo di radice alla ragazza che rimase immobile, Harry dovette assestarle un colpo ben piazzato per riscuoterla .

“ Gr-gra-grazie! ” disse la Grifondoro arrossendo.

“ Figurati, per così poco… ” il giovane Serpeverde tornò a sedersi sotto lo sguardo stupito della classe dei Grifondoro, e sotto quello contrariato della sua.

“ Hai visto che… ”

Harry fece spallucce e tornò ad affettare le radici. Poco dopo Piton chiese ai ragazzi di avvicinarsi ad uno ad uno per mettere i calderoni sul fuoco e provare le pozioni, Harry guardò il suo paiolo e pensò che da solo non avrebbe avuto la forza di trascinarlo davanti a Piton, sospirò pensando a Ron che di solito lo aiutava in quel genere di faccende, come in tutte le altre; pazienza, si disse, chiederò ad Hermione di darmi una mano.

“ Potter, vieni qui! ” chiamò il professore.

Harry provò a tirare su il calderone e con grande stupore si accorse  che era più leggero di quanto non credesse…ma guardò meglio e si rese conto che c’era Draco ad aiutarlo. Il ragazzo stava mantenendo il paiolo all’altra estremità del manico.

“ Beh, non posso restare così in eterno…portiamolo sul fuoco. ” sussurrò.

“ Oh, si…scusa… ”

Mentre Piton trovava diecimila imperfezioni alla sua pozione e gli sottraeva punti su punti, Harry restò a guardare Draco, che era tornato a posto come se nulla fosse. Tiger e Goyle, si accorse, lo guardavano a bocca spalancata…

Aura controllò che tutto fosse al suo posto, infilò un lungo mantello e calò il cappuccio sul viso, attraversò furtivamente i corridoi e vide Piton e Silente vicino alla porta d’ingresso.

“ Si và?! ” disse in tono leggero.

Piton le passò un sottile e lungo fagotto, lui ne aveva uno uguale.

“ Cosa c’è qui dentro? ” chiese la donna.

Il mago sorrise “ Ho dovuto dare fondo a tutta la mia conoscenza di incantesimi per adattarla a te. Adesso puoi cavalcarla anche tu, anche se sei una babbana. La ho stregata a puntino! ”

Aura sciolse i nodi che tenevano chiuso il pacco e sbiancò  “ Eh, no! Aspetta un attimo…io non posso farlo! Io non so farlo! ”

“ Sarà un gioco da ragazzi. Ti assicuro che è talmente stregata che non dovrai fare altro che sederti lì sopra e tenerti salda. ”

“ Dimmi che è uno scherzo… ” cercò aiuto da Silente “ Preside, io non… ”

“ Perché mai? Dopo essere stata a passeggio nel cervello di Voldemort ti lascerai spaventare da una scopa? ”

“ Una scopa volante! ”

Silente rise  “ Buon viaggio! ” e si allontanò canticchiando.

“ E’ proprio ora di andare.Vieni fuori…adesso mettiti a cavallo della scopa, datti una spinta, inclina il manico…e…ecco, stai volando! ”

Aura si chiese se fosse reale…guardò Piton che montava la sua scopa e cercò di non cadere mentre tentava di seguirlo in aria.

Non ci volle molto a capire come funzionava. Era decisamente una sensazione fantastica: il vento forte tra i capelli, il mondo che sfrecciava via tutto intorno…Aura rise e Severus la guardò soddisfatto.

 

                                                               V

 

    Tra le ombre notturne, tra gli alberi che circondavano Hogwarts due occhietti liquidi si alzarono verso il cielo, e Codaliscia sorrise a Lucius Malfoy.

Severus Piton fischiò sommessamente “ Per una principiante sei brava! ”

“ Merito del maestro! Mi sembra che siamo due angeli! ” Aura gridò per farsi ascoltare al di sopra del sibilo del vento.

“ Due angeli?! Due angeli neri, allora… ” Severus ridacchiò e lanciò la scopa in una picchiata vertiginosa.

“ Hai visto? ” strillò Aura con la vaga e spiacevole impressione che improvvisamente qualcosa non andasse per il giusto verso.

“ Cosa? ”

“ Un’ombra contro la luna… ”

Piton fermò a mezz’aria la scopa  “ Non c’è niente…solo nuvole… ” ma prima che riprendesse a volare alcune nuvole scoprirono la luna, e il buio si diradò.                      “ Dannazione! Ci seguono! ”

Piton afferrò la bacchetta magica e si preparò a colpire, lanciò il suo incantesimo e accostò la scopa a quella di Aura “ Dobbiamo smaterializzarci! Aggrappati a me… ”

La donna staccò le mani dal manico e si tenne in equilibrio, guardò oltre la spalla del mago e spalancò la bocca. Prima che potessero fare qualunque cosa un raggio violaceo colpì la schiena del professore di Pozioni.

“ Severus! ” la donna gridò mentre Piton e la sua scopa precipitavano; adesso si smaterializzerà, pensò, ma non lo fece…continuò a filare verso la terra per lunghi attimi prima che Aura lanciasse la sua scopa in una furiosa caduta verticale. Cercò di mantenere gli occhi aperti, e dopo un’apparente eternità allungò la mano fino ad afferrare quella del mago che stava precipitando…si sentì sbalzare e strinse convulsamente l’altra mano sul manico di scopa.

“ Dannazione, smaterializzaci! ” urlò mentre penzolavano nel vuoto appesi ad una scopa volante.

“ Negatio Incantum! ”

“ Non metterti a spiegarmi incantesimi proprio ora! ”

“ Negatio Incantum…mi hanno sottratto i poteri magici! ”

“ Eh?! ” Aura sentì la mano che scivolava, lasciando la presa “ AAAARGH! ”

Sbattere contro i rami degli alberi non era esattamente una cosa piacevole, ma servì a rallentare la caduta. Piton e lei atterrarono con un tonfo sul terreno.

“ Sei ancora intero? ” mormorò annaspando nel buio.

“ Penso di si…tu? ”

“ Più o meno…dobbiamo scappare! Smaterializzaci! ”

“ Non posso! ” sibilò rabbiosamente l’uomo “ Ahia, mi hai infilato un dito in un occhio… ”

“ Scusa! Perché non puoi? 

“ Negatio Incantum… ”

“ Non ricominciare, dimmelo in parole povere…ehi, stai attento questa è la mia faccia… ”

“ E’ l’incantesimo per privare temporaneamente un mago dei suoi poteri. ”

“ Oh, non è possibile…quelli ci stanno dietro. Rifletti, nel tuo mantello c’è sempre qualcosa di utile, c’è una pozione che fa al caso nostro? ”

Severus si passò le mani sul mantello bagnato  “ C’era… ”

Aura proruppe in un’esclamazione volgare molto usata tra i babbani, ma che fece sussultare Piton.

“ Quanto ci vuole prima che passi? Dieci minuti, un quarto d’ora? ”

“ Come minimo ventiquattro ore. ”

La donna non rispose, il mago sentì che cercava qualcosa lì intorno “ Che stai facendo? ”

“ Cerco la scopa, o pretendi che ci mettiamo a scappare tra gli orsi e i serpenti al buio in una foresta che si trova chissà dove… ”

“ Aspetta, quelli sono Mangiamorte, io non posso volare…è come se fossi un…un babbano! ”

“ Verrai dietro di me…eccola! ”

“ Rifletti, tesoro, meglio che ci nascondiamo qui e aspettiamo.” la parola tesoro sulla bocca di Piton suonava molto simile ad un insulto  “ Non litighiamo solo per questo… ”

“ Sali! Oh, è inutile opporsi…sali, Sev! ”

“ Non chiamarmi Sev! ” Piton sospirò pesantemente e salì sulla scopa dietro Aura.

“ Dai, bella! Ah, si…si alza! Coraggio, fila via di qui… ”

“ Questa è la volta buona che ci ammazziamo… ”

“ Stai diventando troppo loquace, ti preferisco quando parli poco… ”

Lucius Malfoy speronò la scopa di Codaliscia  “ Sei un imbecille! Se la donna è morta il Padrone ci farà a pezzi. Anzi, farà te a pezzi! ”

Codaliscia piagnucolò e ondeggiò “ Quella ha tante vite quanto un gatto. ”

“ Spera che sia così…come ti è venuto in mente di privare Severus dei suoi poteri? ”

Peter Minus si agitò “ Pensavo fosse una buona idea, non prendertela con me! ”

Malfoy sbuffò, ma poi un movimento tra gli alberi attirò la sua attenzione “ Sono loro! ” gridò lanciandosi all’inseguimento.

“ Ci stanno dietro! ” gridò Piton “ Accelera! ”

“ E come faccio, questa è una scopa, non una moto… ”

“ Chiediglielo! ”

“ Dai gas, bella! ” la scopa si impennò e partì sparata  “ Dannatamente eccitante! ”

Piton grugnì la sua disapprovazione.

Aura si girò quel tanto che bastava a vedere Malfoy e Minus che rimontavano la distanza che li separava  “ Per quanto andiamo veloci siamo sempre in due su una scopa sola…ci prenderanno! ”

“ Lasciami scendere! Da sola puoi farcela! ”

“ Non dire sciocchezze! Ti amo troppo per piantarti in un bosco in balia dei Mangiamorte…proprio ora che sono più potente di te! Tieniti forte! ”

La donna inclinò la scopa verso gli alberi.

“ Sono impazziti! ” urlò Codaliscia.

“ Sono disperati, sanno che li prenderemo e tentano il tutto per tutto! ” Malfoy fissò Minus “ Se muoiono ti sei giocato la testa! ”

“ Ci schianteremo! ” Severus Piton sputacchiò i rametti che gli si infilavano in bocca.

“ Non c’è soluzione! Almeno se restiamo tra gli alberi non ci prenderanno… ”

“ Non ci prenderanno perché moriremo spiaccicati! ”

“ Non intendo spiaccicarmi…guarda! ”

Le cime degli alberi si diradavano progressivamente fino a rivelare in lontananza le luci di una città.

“ Londra! ”

“ Se gli Dei ci aiutano troveremo un rifugio! ” e come se qualche Dio avesse ascoltato le nuvole oscurarono la luna, e Lucius Malfoy si fermò a mezz’aria imprecando “ Li abbiamo persi! ” gridò a Codaliscia.

Piton non aveva mai goduto delle bellezze di Londra, anzi la aveva sempre trovata piuttosto noiosa e grigia, ma quella volta…pensò che non ci fosse posto più bello.

“ Ooops…perdiamo quota… ”

La scopa si fermò sul tetto di una casa.

“ Cerchiamo di raggiungere un balcone: ci apriranno e ci faranno uscire… ”

“ Tu credi? E se chiamassero quella cosa, la…la polizia? ”

“ Telefoneremo a Silente e chiederemo di venirci a pagare la cauzione. ”

“ Oh, certo, se Silente avesse un telefono! ”

“ Dannatamente perspicace! ”

Aura e Piton saltarono sul balcone più vicino e la donna si chinò a bussare sul vetro. Un bambino assonnato aprì stringendo un orso di peluche più grande di lui.

“ Chi siete? ” chiese stropicciandosi gli occhi.

“ Oh, ciao! Siamo…ehm…siamo…lui è Peter Pan, ed io Campanellino. Ci siamo persi, ci puoi fare uscire di qui, per favore? ”

Il bambino fissò Piton “ Non ci credo. Lui è troppo brutto…tu sei Capitan Uncino! ”

Il mago sbuffò, sollevò il bambino e lo portò di peso sul suo lettino, mentre il pargolo scalciava  e  chiamava la madre a squarciagola “ Stai zitto e buono o ti porto dai pirati. ” sibilò velenosamente.

Una donna con i bigodini in testa si affacciò nella stanza “ Oh mio Dio! Chi siete? ”

Severus la afferrò e la buttò affianco al bambino, uscì sbattendo la porta mentre Aura gridava “ Ci scusi, signora! Togliamo subito il disturbo! ”

Un omone occupò il corridoio bloccando l’uscita e spalancò la bocca alla vista dell’uomo con i lunghi capelli neri e la tunica scura.

“ Ora basta! ” sibilò Piton e mollò un sonoro pugno sulla faccia dell’ignaro tizio.

“ Oh, Dio, sei proprio un Serpeverde! ” borbottò Aura mentre scavalcava il corpo del tipo svenuto.

“ Per favore, non sottilizzare. Come si esce da questa dannatissima casa? Ma come fanno a vivere in uno spazio così angusto?! ”

Scesero nella strada deserta e la donna controllò nella borsa che si era portata dietro.

Vide una cabina telefonica e chiamò un taxi  “ Come si chiama questa strada? Guarda il nome sulla targa. ” ed indicò un quadretto di marmo grigio a Severus. L’uomo lesse e riferì.

“ Cosa hai fatto? ” chiese non appena la donna ebbe riagganciato la cornetta del telefono.

“ Ho chiamato un taxi. Questa notte andiamo a casa mia…per fortuna ho delle sterline in borsa. ”

“ Sterline? ”

“ Soldi! Come i galeoni, i falci e gli zellini! ”

Una grossa macchina gialla si fermò a pochi metri, l’autista si affacciò “ Avete chiamato voi? ” disse squadrando gli abiti e l’aspetto stravagante dei due che aveva davanti.

“ Si…ehi, che velocità, ottimo! ”

Piton salì con riluttanza nella vettura e passò il tempo a sbuffare ed mormorare maledizioni.

“ Nervoso il ragazzo! ” commentò l’autista mentre i due scendevano.

“ Dov’è casa tua? ” chiese Piton osservando con disgusto malcelato le villette a schiera che aveva davanti.

“ Ehm…io vivo, vivevo lì. ” Aura arrossì ed indicò una villetta con l’intonaco più rovinato delle altre.

La donna cercò le chiavi nella borsa e aprì la porta, fece cenno al mago di entrare mentre accendeva le luci.

“ Scusami, io non sono mai stata ricca…questo è il meglio che potessi permettermi. ” disse guardando a terra. L’uomo le prese il mento tra le mani “ Dico che è bellissima, sono stato uno sciocco a non accorgermene subito…con te potrei farne  la  mia reggia! ” e la baciò.

“ Hai fame? ”

“ Un poco… ”

“ Ordiniamo qualcosa…beh, naturalmente non agli elfi domestici, pensavo ad un ristorante. ”

“ Non lo so…decidi tu. ”  Piton si sedette su un divano polveroso “ Vivevi sola? ”

“ Si. Lo sai, no? I miei genitori…è una storia che conosci. ”

“ Non mi hai mai detto cosa facesti dopo che ti salvai da Voldemort: non c’era nessuno che si prendesse cura di te?  Eri una bambina… ”

“ Oh, beh, avevo una specie di zia. Sono stata con lei. Ma non parliamone, ti   prego… ”

“ Ti fa ancora tanto male? Avrei dovuto immaginarlo… ”

“ No, davvero. Mi stai fraintendendo, sono stata e sono molto felice…perché ho te. ”

“ Ti accontenti di poco, allora… ” Severus sospirò tristemente.

“ E dai, smettila! Se non sei stanco conosco un modo per fare passare ogni pensiero cattivo…”

Gli occhi del mago scintillarono “ Sarebbe? ”

“ Lo conosci molto bene… ”

“ Ah, quello! ”

“ Nella mia vita ho fatto l’amore solo con un mago, ma adesso voglio sapere cosa si prova con un uomo senza poteri magici… ”

“ Esattamente lo stesso… perché è sempre lo stesso uomo che ti ama. ”

Lucius Malfoy controllò una cartina geografica dall’aspetto vetusto, sopra si muovevano piccoli punti luminescenti  “ Sei un idiota, Codaliscia! Senza poteri magici Piton non può essere rilevato dalla mappa…mi chiedo da che parte tu stia: non è che stai tentando di aiutare Silente?! ” 

Il piccolo mago rimase zitto e spaventato.

“ Potresti sempre trasformarti in topo e scappare definitivamente nelle fogne. ”

Malfoy rise crudelmente.

Sirius Black attraversò lo studio del Preside a grandi passi  “ Questa inattività mi logora… ”

“ Temo che presto avremo altro che da stare tranquilli. Piuttosto, ho ricevuto una risposta al mio annuncio sulla Gazzetta del Profeta. Il supplente di Difesa contro le Arti Oscure sarà qui a momenti. ”  disse Silente mentre accarezzava Fanny.

“ In questo caso è meglio che vada via, non devono vedermi. ”

“ Oh, ma ormai Azkaban è un posto senza importanza, i Dissennatori lo hanno abbandonato: nessuno potrà provare a rimandarti lì…adesso è Voldemort l’unica preoccupazione di tutti. ”

“ Preferisco non rischiare. ”

Bussarono alla porta  “ Troppo tardi, Sirius! ”

Black si strinse nelle spalle e si sistemò nell’angolo più buio.

Un uomo avvenente con i capelli neri dall’aspetto ribelle e penetranti occhi grigi entrò nella stanza  “ Buon giorno! ”

“ Benvenuto ad Hogwarts, signor  Liddre! Posso presentarle un amico? ” Silente fece un cenno verso Sirius “ Si tratta del mio caro signor Felpato. ”

Liddre porse una mano a Black e la strinse con calore ed un sorriso incoraggiante      “ Piacere di conoscerla! ”

“ Piacere mio, signor Liddre. ”

“ Prego, mi chiami Mot, è il mio nome. ” poi guardò Silente “ Quando posso incominciare? ”

“ Ma oggi stesso, è chiaro! ”  Silente sorrise incoraggiante.

Severus Piton si risvegliò su uno scomodo materasso babbano. Guardò fuori dalla finestra e vide che era giorno inoltrato. Si tastò il corpo dolente per tutte gli incidenti che gli erano capitati il giorno prima  “ Mobilispeculum! ”  mormorò facendo un cenno verso uno specchio appeso al muro, ma quello non si mosse. Severus sospirò e si lasciò ricadere sui cuscini.

“ Uhm…sei sveglio? ” Aura si sollevò a sedere “ I tuoi poteri sono tornati? ”

“ No. ”

“ Allora facciamo a modo mio. Vestiamoci ed andiamo a trovare il mio vicino, sicuramente avrà una soluzione. ”

“ Il tuo vicino non sarà chi penso, vero? ”

“ Proprio lui, ma tanto non ci sono soluzioni alternative. ”

Aura bussò alla vecchia porta dipinta di verde, la targhetta indicava che quella era la villetta del signor Moody, Alastor Moody. Mentre aspettavano che aprisse, Piton ficcanasò nel giardinetto, storcendo il naso per tutto quello che vedeva, e scoccando occhiate altamente pericolose ai passanti. Non che i passanti cercassero di avvicinarsi, anzi, si allontanavano rapidamente chiedendosi chi fosse quel pazzo con i capelli lunghi ed una specie di tonaca nera strappata in più punti. Severus si raddrizzò il mantello per darsi un contegno e si avvicinò ad Aura facendo sfoggio del suo portamento regale, del tutto fuori luogo in quel posto e con le vesti stracciate come quelle di un pezzente  “ Giuro che non mi sono mai trovato in uno stato simile…e tutto per Harry Potter! ” mugugnò.

La donna sorrise e bussò più forte. Un rumore di passi strascicati la avvertì che Moody stava per aprire la porta.

“ Chi è? ” gracchiarono dall’interno.

“ Alastor? Sono Aura… ”

“ La signorina Kay non è più a Londra! Se siete venuti per minacciarmi è meglio che scappiate prima che io conti fino a tre…uno…due… ”

“ Alastor, per carità, non scatenare i bidoni della spazzatura! Sono proprio io! ”

“ Sciocchezze! Oh, io lo so…siete Mangiamorte venuti a catturarmi! ”

“ Alastor…sono in missione per Silente! ”

“ Silente? Chi c’è lì con te? ”

“ Un vecchio amico… ” buttò lì Piton nervosamente.

La vecchia porta venne spalancata con tanto impeto che pezzi di pittura verde si staccarono schizzando qui e lì. Moody puntò la sua bacchetta magica su Piton, mentre l’occhio magico roteava all’impazzata  “ TU! ” strillò.

Piton arretrò alzando le mani.

“ Sei venuto per uccidermi?! ”

Aura si aggrappò al braccio di Malocchio Moody e allontanò la bacchetta da Severus.

Piton ebbe una fugace visione dei passanti che si fermavano ad osservare e spinse con uno scatto il vecchio e la donna dentro casa, sbattendosi la porta dietro.

“ Via da me, impostori, assassini! ”

“ ALASTOR! ” ruggì Aura “ Sono proprio io! ”

“ A…Aura? Ma che diavolo ci fai con…con…con quel coso lì? ” ed indicò Piton che fissava la scena con una faccia spaventosamente cattiva.

“ Siamo in missione per Silente. I Mangiamorte ci hanno attaccati, e hanno colpito Severus con la Negatio Incantum… ”

“ Aha! ” fece Moody alzando la bacchetta.

Piton si chiese cosa si provasse a morire, e rimpianse di non essere mai stato tra i Mangiamorte che andavano in cerca di Auror per ucciderli.

“ Alastor, smettila…so che non vuoi fargli del male, e, credimi, questa commedia non è necessaria. ”

Il vecchio Auror sospirò  “ Perché siete venuti da me? ”

“ Aiutalo! Hai qualcosa per spezzare l’incantesimo che gli hanno fatto? ”

“ Ragazzo, sai ancora fare pozioni? ” chiese con noncuranza guardando Severus, come se fosse tutto tranquillo.

“ Direi di si. ”

“ Vai nel sottoscala, lì tengo tutti gli ingredienti necessari. Puoi prepararti quello che ti serve. ”

Piton alzò gli occhi al cielo, ma scese in cantina senza fiatare.

Moody si trascinò con la gamba di legno che sbatteva forte sul pavimento fino ad un divanetto “ Siediti. ” fece cenno alla donna  “ Mi sei mancata quest’anno. ”

“ Non hai avuto visite? ”

“ Certo che no. Allora, le voci erano vere? ”

“ Che voci? ”

“ Quelle che mi ha riferito Arthur Weasley…che ti sei messa nei guai, e guai seri! ”

“ Continuo a non capire…”

“ Non fingere! Piton lì sotto… ” diede un colpo sul parquet con la gamba  “…avete intenzioni serie? ”

La donna sorrise.

“ Molto male! Anche se provi un forte senso di gratitudine nei suoi confronti questo non ti obbliga a stare con lui. ”

“ Smettila, Alastor! ”  Aura sbuffò seccata  “ Non è il caso di parlarne. ”

“ Oh, si, invece! Perché è come se io fossi tuo padre, ed i padri si preoccupano sempre per i figli. Aura, piccola, tu non conosci il Male…il Male è una forza che non ti lascia, dopo averti preso. Puoi metterlo a tacere per un poco, ma lui è dentro di te, e preme per riemergere fino a che non ci riesce…”

“ Sai, mi sono imbattuta in questo Male…e so che Severus Piton non ne è stato corrotto. Forse ha subito la tentazione, ma non ne è stato corrotto. Il fatto che io sia qui, viva, ne è la prova inconfutabile. ”

“ Non esserne certa. ”

“ Silente non è del tuo stesso parere, lui si fida di Piton. ”

“ Il vecchio Albus ha le sue idee. Oh, siamo vecchi amici, ma ci sono cose su cui dissentiamo totalmente. Guardami… ” indicò la gamba di legno, e la faccia coperta di cicatrici orrende  “ Questo mi è stato fatto dagli amici del tuo caro Severus. Anche loro non sono stati corrotti? ”

“ Non c’entra nulla. La tempra di Piton è diversa. ”

“ Questo è vero…questo è vero. Bene, hai toccato il cuore del problema, ma non ti rendi ancora conto del suo significato e non sarò io a spiegartelo… ”

“ Ma Alastor, io non ti capisco. ”

“ Lo so…chiedi a Piton di parlarti delle sua famiglia, chiedigli perché è diventato un Mangiamorte. Non ti sei accorta che è un mago fuori dal comune? ”

“ Ma cosa… ”

“ Ora basta! Saresti così gentile da prepararmi un the? ”

Un paio d’ore dopo Piton aveva bevuto l’orribile pozione che gli avrebbe permesso di rientrare in possesso dei suoi poteri.

“ E’ora di andare ” disse “ Dobbiamo riprendere il viaggio. ”

“ Come intendete andarvene? ”

“ Ci smaterializzeremo. ”

Moody abbracciò la sua protetta e le mormorò in un orecchio “ Vedi? Io non potrei smaterializzare altri che me stesso, eppure passo per essere un buon mago… ”

Severus prese la mano di Aura e la attirò a sé  “ Grazie, Malocchio, ma spero di non doverti rivedere tanto presto. ”

“ Stai alla larga, ragazzo, la prossima volta ci penserò due volte prima di darti una mano. E non mettere la mia bambina nei guai… ” 

“ Addio, vecchio Auror… ”

Prima che Moody potesse replicare, Piton era già sparito, portandosi dietro Aura Kay.

“ Si stanno movendo! ” Malfoy rise allegramente buttando la testa all’indietro, i suoi capelli biondi scintillarono alla luce delle candele. Lui e Codaliscia lasciarono la locanda a Notturn Alley con la certezza che sarebbero tornati presto da Voldemort, e non da soli.

Il professor Liddre sorrise ad Harry Potter  “ Sei molto bravo, Harry! ”  disse, mentre il ragazzo agitava la bacchetta  “ Così…le tenebre si diradano…ottimo! ” Fece cenno al giovane mago di tornare a posto, e chiamò Draco Malfoy  “ Vuoi provare? Ricordati che se perdi la concentrazione non riuscirai a far diradare le tenebre che per pochi istanti… ” 

“ Dia…diaf…”

“ Diafana rex! ” suggerì Potter in un soffio.

“ Diafana rex! ” disse Malfoy, e il buio artificiale creato dal professore cedette il passo alla luce prodotta dalla bacchetta di Draco.

“ Benissimo! Dovete aver avuto un ottimo professore, prima di me. ” approvò il mago.

Hermione fece cenno di si, mentre si alzava e si avvicinava alla cattedra.

“ Sei stato bravo! ” disse Harry a Draco.

“ Grazie, anche tu. ” Malfoy sorrise, e Potter ricordò a sé stesso che era la prima volta che vedeva quel genere di espressione sulla faccia del compagno.

 

[CONTINUA]