TRA LE
BRACCIA DEL MALE
AUTRICE: Mariacarla
PAIRING: Severus Piton/Aura Kay
CENSURA:
V.M.16
NOTE:
E’ giusto ricordare che la maggior parte dei personaggi di questa storia sono
nati dalla fantasia di J.K.Rowling. E’ necessario ricordare che questa
fanfiction è il seguito di “ Il Mangiamorte e la Babbana ”, e che, dunque, per
comprendere appieno la storia è necessario aver letto prima il suddetto
racconto. Buona lettura!
La nera notte scintillava di stelle,
l’odore penetrante dell’erba umida di rugiada si mescolava a quello del muschio
cresciuto sui fusti secolari degli alberi. La Foresta Proibita pulsava di vita
nascosta. I Centauri trotterellavano lontani dagli sguardi umani, fissando gli
astri luminosi, traendone misteriose profezie. E più giù, nel profondo della
vegetazione, sicure e celate, altre vite pulsavano all’unisono con il cuore
della Foresta.
Come
un’ombra tra le ombre un uomo scivolava silenziosamente, stringendosi nel
mantello nero. Senza mai voltarsi, senza mai fermarsi, procedeva con la
sicurezza spedita di chi avesse compiuto quel tragitto più di una volta. Eppure
non agiva con imprudenza, ma con la consapevolezza della propria forza. Una
forza aumentata dalla consapevolezza di non essere solo, non più almeno.
Dietro
le cime scure degli alberi, all’interno del Castello, una donna aspettava,
fissandosi in uno specchio, come se non vedesse la propria immagine riflessa,
ma quella dell’uomo, come se potesse, in questo modo, vigilare su di lui, ed
avvertire il pericolo.
Fuori,
non nella Foresta, ma oltre, il Male aspettava, e bramava il suo tributo di
sangue. Un abisso di disperazione e paura, pronto a colpire: e l’uomo doveva
combatterlo, e farlo con le sue stesse armi occulte e nascoste.
La
donna sfilò una rilucente pietra verde dalla cornice dello specchio e la
reinserì nel ciondolo a forma di occhio dal quale non si separava mai, lo
accarezzò e poi lasciò scivolare la punta delle dita sull’altro ciondolo che
teneva caro quanto e più del primo, un serpente di smeraldo attorcigliato in
maniera tanto complessa da simulare la forma di una stella.
Poggiò
la testa sulla superficie liscia dello specchio e socchiuse gli occhi. Anche
per questa volta, si disse, almeno per questa volta è salvo e sta tornando. Si
riscosse e gettò una manciata di fiori secchi e dall’odore penetrante nel fuoco
quasi spento del caminetto. Il fumo salì in volute verso l’alto, riempiendo la
stanza di un aroma delicato e sensuale. Sciolse i lunghi capelli sulle spalle e
si sedette davanti al fuoco, aspettando.
L’uomo
attraversò il giardino e salì i primi gradini che portavano al Castello,
estrasse la bacchetta magica e con una mossa elegante fece aprire i pesanti
battenti di legno intarsiato.
Davanti
a lui Albus Silente aspettava.
“
Bentornato, Severus. ”
L’uomo
avvolto nel mantello nero si tolse il cappuccio che gli copriva il volto, e
fissò con uno sguardo indecifrabile il vecchio Preside. Fece qualche passo fino
ad un enorme camino e protese le mani per riscaldarsele, Silente ebbe
l’impressione che quel gesto servisse a prendere tempo.
“
Che c’è, Severus? ”
Il
mago gettò la testa all’indietro e si lasciò pervadere dal calore, ma il suo
viso non tradì alcun piacere, né alcuna gioia.
“ I
Dissennatori. ”
Silente
fece un mezzo giro su sé stesso e fissò il fuoco scoppiettante.
“
Torneranno al loro vero padrone… ”
“
No, non torneranno, Albus. Lo stanno facendo adesso. A sciami abbandonano
Azkaban e si dirigono verso Voldemort. Dietro di loro lasciano solo una scia di
desolazione e disperazione. ”
L’espressione
di Silente era di profondo dolore, ma anche terribile e implacabile.
“
Grazie, Severus. Non ti tratterrò oltre, per oggi ti ho già dato preoccupazioni
a sufficienza. ”
Piton
mosse le labbra come per aggiungere qualcosa, ma strinse le spalle e si avviò
verso la sue stanze.
In
un’altra ala del castello Harry Potter, il ragazzo che era sopravvissuto a
Voldemort, l’unico essere umano che fosse rimasto immune alle maledizioni del
perfido mago, si rigirava nel letto. Stava sognando. Gli sembrava di essere
immerso nell’oscurità, senza potersi muovere, senza poter gridare aiuto. Gli
sembrava che una voce fredda e penetrante, la voce di Voldemort, gli stesse
parlando: gli chiedeva di seguirlo, di diventare il suo discepolo. Poi Harry
sentì un’altra voce, forse era quella di suo padre, che lo implorava di
svegliarsi, e…si svegliò in preda alla nausea, con la cicatrice a forma di
saetta che gli bruciava sulla fronte.
Poco
distante dal dormitorio di Harry, Remus Lupin scriveva una lettera al suo
migliore amico, Sirius Black, il padrino di Harry. Remus mordicchiò
distrattamente la penna d’oca e poi la intinse nell’inchiostro, una goccia nera
scivolò a macchiare la pergamena. Il mago sospirò e si alzò per sgranchirsi le
gambe. Che cosa poteva scrivere a Sirius? Che Harry stava bene, che Voldemort
non si era fatto ancora vedere, che Piton continuava a portare informazioni a
Silente…e quando sarebbe tornato lui?
Lupin si disse che se Sirius fosse stato nei paraggi si sarebbe sentito
più tranquillo…c’era qualcosa nell’aria che non riusciva ancora a spiegarsi, un
pericolo tanto nascosto quanto imminente. Dopotutto, si disse, con Voldemort in
libertà è normale avere paura, eppure…era come se ci fosse qualcos’altro.
Pensieroso si passò una mano tra i capelli, e si chiese se non fosse tutta
colpa della prossima luna piena.
Aura
sentì il cigolio della porta alle sue spalle “ Questa volta ci sei andato
troppo vicino, ho avuto paura. ”
Severus
si sfilò il mantello e lo buttò distrattamente sulla scrivania. Osservò il
grande specchio poggiato alla parete davanti a lui, poi la donna, e si lasciò
cadere su una vecchissima poltrona “ I
Dissennatori stanno lasciando Azkaban. ”
“
Lo so. Ho visto. ”
“
Dovresti avere paura di questo, non per me. ”
Aura
gli scoccò un’occhiataccia, ma poi sorrise
“ Non avevo alcun dubbio che tu saresti tornato. ”
“
Stai mentendo spudoratamente. ”
“
Devi essere stanco, preferisci che resti o che vada nella mia stanza? ”
Piton
le tese una mano “ Resta. ”
Harry
Potter non fece colazione. Hermione Granger e Ron Weasley si chiesero per tutta
la mattina cosa avesse il loro migliore amico; Harry non era mai stato tanto
silenzioso e tanto assorto. Non aveva aperto praticamente bocca, non era stato
nemmeno lontanamente toccato dal profumo intenso delle salsicce e di tutte le
prelibatezze che ogni mattina comparivano sui tavoli della Sala Grande di
Hogwarts, e quando Ron gli aveva fatto vedere un articolo su Viktor Krum sulla
Gazzetta del Profeta non aveva risposto che con un vago mugugno. Decisamente
era stranissimo.
Harry
continuava a provare il senso di nausea della notte precedente, la stessa spossatezza, ma non poteva
parlarne con i suoi amici…che cosa
poteva mai raccontare? Di aver sognato Voldemort e di essersi tanto
spaventato da non riuscire più a connettere? No, si disse, meglio aspettare che
questa tremenda sensazione passi da sola. Il giovane Potter sapeva che in
passato la cicatrice lasciatagli da Voldemort aveva cominciato a dolergli
quando il mago minacciava di tornare a vendicarsi, ma per questa volta, si
disse, sono così protetto che certamente lui non verrà…poi, in qualche modo,
l’idea di dover passare una giornata ad Hogsmeade lo aveva distratto e aveva
ripreso a comportarsi più o meno normalmente .
Severus
Piton si sistemò l’abito nero con riluttanza. Fece scorrere lo sguardo su
alcune piccole fiale e provette che teneva in fila sulla scrivania e ne prese alcune che infilò nelle tasche
nascoste del mantello. Poi fissò attraverso lo specchio la donna che si stava
vestendo, percorse il suo corpo con lo sguardo e ricordò a sé stesso che per
quella mattina avevano fatto già tardi.
“
Non voglio andarci. ”
Aura
non fece troppo caso a quelle parole, si alzò e prese un paio di guanti neri
che passò a Piton. Frugò brevemente in un armadio e prese uno dei mantelli
dell’uomo, lo indossò “ Posso metterlo?
Non ho tempo di andare in camera mia a prenderne uno. ”
“
Non intendo uscire di qui. ”
La
donna sospirò “ Non vuoi venire ad Hogsmeade? ”
“
No. ” Piton cominciò ad aprire la
fibula che gli fermava il manto su una spalla.
“
Va bene. Silente non ne sarà contento…ma potresti sempre restare a preparare
qualche pozione che ci sia utile in caso di emergenza. Ne approfitterò per
chiedere a Remus di farmi vedere la Stamberga Strillante, l’ultima volta non
sono riuscita a visitarla tutta. ”
Piton
le lanciò uno sguardo traboccante di rabbia, ma si rimise a posto la spilla a
forma di serpente “ Muoviamoci. ”
Aura
ridacchiò e strinse Severus in un abbraccio inaspettato quanto rapido, poi
corse a spalancare la porta e trascinò il professore di Pozioni verso il
cortile della scuola.
La
professoressa McGrannit stava parlottava con Hagrid alla testa della spedizione
di studenti, seguita dagli altri insegnanti che vigilavano perché si mantenesse
l’ordine; Piton ed Aura restavano
sempre abbastanza indietro da non permettere agli studenti che chiudevano la
fila di sentire i loro discorsi. Ogni tanto il mago lanciava occhiatacce a
Lupin che molto più avanti camminava al fianco di Harry Potter, e prendeva
mentalmente nota di tutti i punti che avrebbe dovuto sottrarre agli studenti
del Grifondoro che non avanzavano abbastanza rapidamente.
Hogsmeade
era un posto affascinante, assolutamente meraviglioso. Aura ricordava la prima
volta che c’era stata, come Severus le avesse mostrato tutte quelle cose
fantastiche, e come lei ne fosse rimasta ammaliata. E ricordava come tutte le
emozioni di quel giorno non fossero state neanche lontanamente paragonabili a quelle
che provava in ogni singolo secondo di tempo passato con Severus. Lo guardò e
tremò pensando a quello che aveva visto attraverso lo specchio la notte
precedente. Se soltanto Silente si fosse reso conto di quanto fosse pericoloso
mandare Piton a spiare i movimenti dei Mangiamorte…no, si disse Aura, è stato
proprio Severus ad offrirsi come spia, anche se adesso Voldemort sa di essere
stato tradito e farà di tutto per ucciderlo…tutto per proteggere Harry Potter,
l’ultima speranza per gli esseri umani. Un tempo Piton era stato un Mangiamorte
tra i più attivi, ma poi alcune circostanze lo avevano portato ad allearsi con
Silente ed a mettere in gioco la sua stessa vita per proteggere Potter. Aura
non dimenticava di essere stata salvata già due volte da una morte certa
dall’uomo che amava: al tempo in cui Severus faceva ancora parte dei seguaci di
Voldemort, e poi solo pochi mesi prima. Si chiese per l’ennesima volta come
potessero la maggior parte delle persone non avere fiducia in Severus, ed anzi,
dubitare della sua lealtà per Silente.
Piton
non era certo un uomo accattivante, aveva un aspetto tetro, e modi spesso
discutibili, per non parlare della sua stravaganza; eppure non c’era voluto
molto prima che la donna si rendesse conto che si trattava di una copertura per
proteggersi dalla pessima fama che il suo passato di mago oscuro gli aveva
fornito.
Il
professore di Pozioni, intuendo la natura dei pensieri di Aura, le strinse
fugacemente una mano per quel tanto necessario a tranquillizzarla ed a non
farsi vedere da nessuno.
Gli
studenti si dispersero per i negozietti di Hogsmeade, e buona parte degli
insegnanti si infilò al pub, I Tre Manici di Scopa, per prendere una
burrobirra.
Aura
rimase con Piton nella piazzetta ad osservare i ragazzi che sciamavano qua e
là, poi la sua attenzione fu attratta da Potter; lo fissò attraverso la vetrina
di Mielandia, e si chiese perché stesse improvvisamente barcollando. Quando
vide Hermione e Ron che afferravano l’amico prima che svenisse si girò verso
Piton per avvertirlo che stava succedendo qualcosa di strano, ma l’espressione
di Severus la bloccò per un attimo. Senza fiatare vide l’uomo che si stringeva
convulsamente il braccio sinistro, e le bastò un istante per realizzare la
situazione.
Afferrò
la mano di Piton e lo trascinò verso Mielandia, vide Remus Lupin e la McGrannit
che uscivano ridacchiando dal pub e gridò con quanto fiato in gola che erano in
pericolo. In pochi istanti raggiunsero Harry… Lupin prese il ragazzo tra le
braccia e corse fuori, verso Hogwarts. Hagrid scelse quel momento per
attraversare la piazzetta, senza sapere che stava succedendo qualcosa di
brutto; gettò un’occhiata distratta verso Mielandia e aprì la bocca in un grido
selvaggio indicando qualcuno oltre il
gruppetto che aveva davanti. Minerva McGrannit estrasse la bacchetta, e la
puntò contro una decina di uomini incappucciati e nerovestiti. Un’esplosione di
luce gialla bastò a richiamare l’attenzione dell’intera Hogsmeade.
“
Andate! ” gridò la McGrannit “ Correte
al castello! ”
Il
professor Vitious e la professoressa Sprite si misero ai lati della
Vicepreside, con le bacchette pronte a colpire, Hagrid li raggiunse in un
secondo puntando il suo ombrello rosa ( che conteneva le due parti spezzate
della bacchetta che aveva utilizzato da studente ). Remus Lupin stava già
correndo verso il castello, verso Silente. Piton e Aura fecero per schierarsi
con la McGrannit, ma Hagrid spinse Severus nella direzione opposta e strillò
che dovevano proteggere Harry.
Con
riluttanza Piton si staccò dal gruppo dei duellanti, afferrò piuttosto
brutalmente Aura e corse verso Remus, seguito da Hermione, Ron e qualche altro
studente.
La
donna sentiva i passi ravvicinati degli inseguitori che gridavano incantesimi
che colpivano a casaccio qua e là, evitandoli per pura fortuna. Piton puntò
diverse volte la bacchetta alle proprie spalle mentre i suoi incantesimi
arrivavano quasi sempre a destinazione bloccando, rallentando e ferendo i
Mangiamorte che li inseguivano.
Poi
accadde. Remus Lupin inciampò e cadde facendo rotolare Harry a diversi metri di
distanza. Piton si fermò e si voltò per combattere, pronto a vendere cara la pelle.
Aura
sospinse Ron e gli altri verso gli alberi, Lupin rimase a terra per qualche
istante prima di sfoderare la bacchetta e di mettersi al fianco di Severus.
Potter
era rimasto a terra, svenuto. Aura lo raggiunse e fece l’unica cosa sensata:
strinse il ciondolo a forma di occhio che conteneva la pietra filosofale
realizzata da alchimisti babbani e si
mise davanti ad Harry per fargli da scudo.
Cinque
dei Mangiamorte che avevano visto ad Hogsmeade erano pronti a fronteggiare due
maghi, una babbana, e un pugno di studenti.
Lupin
riuscì a stendere uno dei cattivi, ma prese in pieno un colpo e finì dritto a
terra, svenuto come Harry. Piton, che per conoscenza di potenti maledizioni non
ci andava per il sottile, si liberò con relativa facilità di due degli
incappucciati.
Ma
uno di quelli che rimanevano in gioco ridacchiò, ed Aura intravide dei capelli
biondi che sbucavano dal cappuccio, e sentì una voce fredda e strascicata
vagamente familiare.
“
Severus, fatti da parte. Dacci Potter, e questo ti risparmierà la vita…per
adesso. ”
“
Togliti di torno Lucius! Non c’è competizione: sai benissimo che ti
polverizzerò in un attimo… ”
“ Severus, Severus, Severus… ” Lucius Malfoy rise malignamente “ Il Maestro sarà contrariato! ”
Piton
lo guardò senza nascondere il suo disgusto, ma sorrise crudelmente “ Ti do solo
pochi istanti, poi cadrai a terra bruciando, tu ed il tuo sgherro. ”
L’incappucciato
lo fissò con odio “ Avresti potuto avere i massimi onori, ma ti sei ridotto
davvero male…custode dei babbani, amante di una di loro…mi fai schifo. ”
La
punta della bacchetta di Piton scintillò pericolosamente.
“
Non crederai che siamo venuti soli, no? ” disse Malfoy.
Intanto
Ron e Hermione erano usciti dal loro nascondiglio e si erano avvicinati ad
Harry e Aura.
“
Andatevene via! ”
“
No! Harry sta bene? ” Ron si inginocchiò al fianco dell’amico, seguito da
Hermione.
“
Per carità, andatevene! ”
Lentamente
uscì dagli alberi anche Draco Malfoy, fissando suo padre con
un’espressione indecifrabile.
“
Vi supplico, è già difficile così, tornatevene lì dietro… ”
Lucius
Malfoy fece un cenno con la mano e dalle ombre della foresta si
materializzarono a decine dei Dissennatori. Piton sussultò, ma rimase immobile.
Aura da principio non li vide, ma avvertì una sensazione di profonda
disperazione, poi stringendo saldamente il ciondolo a forma di occhio riuscì a
distinguere le orride forme di quei mostri…non avrebbe trovato parole per
descriverli; esili ed alti, avvolti in luridi teli simili a sudari, come tanti
cadaveri putrescenti che scivolavano quasi senza toccare terra,
silenziosamente…paura, pensò Aura, paura è la parola esatta per descrivere
quello che sento.
Piton
la fissò, e per un solo istante lei vide fremere un muscolo sotto la pelle del
suo volto pallido,ma la sua espressione era quella indecifrabile di sempre. Gli
occhi di Severus scintillarono, ed Aura ebbe l’impressione che lui volesse
dirle di non aver timore. Annuì lentamente e cercò di liberarsi dalla
sensazione di disperazione.
Lucius Malfoy rise.
Piton
esitò, doveva colpire prima Malfoy o scagliare il suo Patronus contro i
Dissennatori? Dalla sua scelta poteva
dipendere l’esito dello scontro, la vita di tutti loro, la vita di Aura.
Malfoy
colse l’occasione al volo. Indirizzò un formidabile incantesimo contro
Potter. Piton riuscì, in parte a
deviarlo, Aura assorbì con il suo medaglione il resto della maledizione. Ma
Malfoy ne scagliò un’altra in sequenza, e questa volta riuscì a colpire di
striscio Harry e la donna, colpendo in
pieno solo Ron e il proprio figlio, Draco.
Malfoy
scomparve ridendo, seguito dal suo compagno, mentre i Dissennatori sciamavano,
attaccando…
“ Expecto Patronum! ” Piton gridò.
Una
forma argentata si aggirò tra le luride sagome dei Dissennatori mettendone
molti in fuga.
“
Expecto Patronum! ” gridò Piton ancora una volta, e la figura argentata vorticò
tra i mostri rimasti, allontanandoli e sospingendoli lontano. Piton tirò un
sospiro di sollievo, mentre il suo Patronus scompariva.
Aura
gli corse incontro e gli gettò le braccia al collo, Severus la strinse e poi la
scostò lentamente, facendo un cenno verso tutti gli altri.
La
donna ritrovò il controllo delle proprie emozioni e si rese conto che la
maledizione scagliata da Lucius Malfoy aveva avuto più conseguenze di quante
non avesse creduto. Ron Weasley giaceva riverso, con gli abiti e la pelle
lacerata. Hermione era semplicemente ammutolita dal terrore. Poco distante
Draco Malfoy restava immobile, disteso sull’erba. Potter era ancora svenuto,
immobile, con gli occhi vacui.
“
Mio Dio…Severus, cosa è successo?! ”
L’uomo
la fissò cupamente “ Ancora troppo
poco, secondo i criteri di Voldemort… ”
II
Silente attraversò l’infermeria a grandi
passi. Aura stava abbracciando Arthur Weasley e sua moglie Molly, mentre Piton
restava in disparte, giocherellando nervosamente con la bacchetta magica.
Minerva McGrannit era china sul letto di Hermione, con una lacrima che spuntava
furtivamente da sotto gli occhiali.
“
Dio mio, Arthur… ” disse Aura “ Se soltanto avessi potuto fare di più…mi
dispiace immensamente… ” ed i suoi occhi blu si incupirono.
“
No, non devi preoccuparti ” il signor Weasley aveva la voce incrinata “ Se tu
non ci fossi stata probabilmente Ron, Hermione ed Harry sarebbero morti… ”
“
Ma io non ho fatto niente. Se devi ringraziare qualcuno quello è Piton! ”
Arthur
Weasley si diresse verso il professore di Pozioni e gli strinse calorosamente
la mano, sorprendendolo con una tale
attenzione.
Silente
sorrise e prese la mano di Molly Weasley
“ Mia cara, sono certo che Ron si riprenderà in pochissimo tempo:
certamente la sua casa sarà il posto migliore per la convalescenza. E sono
sicuro che, entro due settimane, Ron sarà ancora qui a scherzare con i suoi
amici. ”
La
signora Molly si riscosse “ Come sta Harry? ”
“
Oh, dacci tempo, Molly. Ancora un po’ e saremo certamente in grado di
risvegliarlo. Ma voi, piuttosto, state in guardia: sono tempi duri per chiunque
voglia mettersi sulla strada di Voldemort. ”
I
Weasley trasalirono. In pochi osavano pronunciare il nome di Voldemort.
“
Ma ora andate. Una carrozza vi porterà fino a casa, e Madama Chips verrà con
voi per assicurarsi che durante il viaggio Ron non abbia bisogno di nulla. ”
Aura
salutò con tutto l’affetto di cui era capace Arthur e Molly e diede un bacio a
Ron, mentre lo portavano fuori dall’infermeria.
Poi
si avvicinò ad Hermione e le sorrise “
Ron si rimetterà in sesto in pochi giorni, vedrai. Harry…lui si starà
svegliando proprio in questo momento, ne sono certa. ”
Hermione
annuì debolmente, e poi si assopì sotto l’effetto di un sonnifero.
Aura
fece un cenno a Piton e lui si avvicinò, istintivamente la donna gli sistemò una
ciocca di capelli ribelli dietro un
orecchio. Poi guardò un altro letto con le tende tirate tutt’intorno e
sospirò “ Pensi che lo abbia visto? ”
“
Suo padre? Si… ”
“
Ha visto suo padre che lo colpiva, sapendo che avrebbe potuto ucciderlo… ”
Aura
scostò le tendine e sedette sulla sponda del letto “ Ehi, Draco…stai bene? ”
Il
ragazzo fissava il soffitto vacuamente, la pozione soporifera era rimasta
imbevuta sul comodino.
“
Draco? Dovresti berla, sai… ”
Gentilmente
aiutò il ragazzo a sollevarsi un poco, e gli fece bere qualche sorsata della
medicina.
“
Sono certa che tuo padre non ti volesse colpire, forse non ti ha visto…lui, non
è riuscito ad opporsi a Voldemort…io… ” si morse le labbra e guardò Piton
tristemente, mormorandogli mentre Draco si addormentava “ Io non so che
dirgli…non so assolutamente cosa fare… ”
Sirius
Black era arrivato come una furia. Lupin gli aveva spedito un gufo in tutta
fretta, e non appena lo aveva visto gli era corso incontro con il cuore a
pezzi. Remus aveva promesso a Black di vigilare su Harry, ed aveva fallito. Non
c’era nessuno che potesse distoglierlo dall’idea di avere mancato al suo
dovere.
Sirius
era furioso, e più che disposto ad attaccar briga con il suo rivale di sempre,
Piton.
“
Devi essere fiero adesso che i tuoi compari hanno quasi ucciso Harry! ”
Severus
sbuffò “ Non mi do pena di risponderti, dal momento che so che sei
tu…inguaribile idiota. ”
Ma
né Silente né altri erano in vena di ascoltare le loro stupide litigate. Ed
anche Black, non appena vide Potter,
perse ogni vena litigiosa.
Il
ragazzo era rimasto con gli occhi spalancati sul nulla assoluto.
“
Che cosa ha? ” chiese Sirius con la
voce arrochita dalla preoccupazione.
Silente
si lisciò la barba con una mano e guardò gravemente il mago “ Credo che Voldemort in qualche modo lo
stia trattenendo in una specie di limbo…un luogo che non appartiene totalmente
né alla veglia né al sonno. ”
“
Ma cosa vuole fare, voglio dire, cosa otterrà trattenendo Harry in quel…in quel
limbo? ”
“
Questo non lo so, ma ho un’idea: che voglia esaurire ogni sua energia. Tuttavia
resta solo un’idea. Possiamo provare a risvegliarlo, ma non sono certo che ci
riusciremo così semplicemente…Severus può aiutarci, certamente conosce meglio
di noi le opere di Voldemort. Ti prego, Severus, c’è qualche incantesimo che
puoi eseguire? ”
Il
mago avanzò e guardò distrattamente Potter disteso sul letto “ Non penso che
sia la strada giusta, ma tenterò…” estrasse la bacchetta magica e si concentrò
per qualche istante “ Lenire tenebras! ” sussurrò, e Harry si agitò per un
attimo come se fosse sul punto di svegliarsi
“ Lenire tenebras! ” ma non successe nulla.
“
Posso provare in un altro modo…ehm…Invicta lux! ” ma questa volta il ragazzo
rimase totalmente immobile, come se l’incantesimo non lo avesse toccato.
Piton
scosse la testa “ Non è questo il modo.
Dopotutto potrebbe provarci Remus, è lui l’esperto di Difesa contro le Arti
Oscure… ”
Lupin
sussultò “ Io…non credo di essere in
grado. Non conosco questo genere di incantesimi… ”
“
E’ una magia molto complessa, nessuno la ha più usata da migliaia di
anni…esattamente quello che potevamo aspettarci da Voldemort; malvagio, ma
sempre geniale. ” Silente socchiuse gli occhi e fissò il muro.
Black
decise che era il momento di perdere la testa e indirizzò un’occhiata rabbiosa
a Piton “ Sei sicuro di avere fatto tutto quello che potevi? Non mi sembra che
fossi così concentrato… ”
“
Idiota! ” sibilò il mago.
“
Ora smettetela. C’è senza dubbio una soluzione. Basta…basta trovarla. ”
Severus
guardò Aura e inarcò un sopracciglio.
“
Severus, hai detto che la strada giusta per riportare Harry tra noi non è
quella degli incantesimi…a cosa ti riferivi? ”
“
Saprò dirvelo con certezza tra poco… ” uscì facendo svolazzare il mantello nero
dietro di sé.
Black
fece due passi fino ad una grande finestra e la spalancò rabbiosamente, Lupin
lo guardò con tristezza “ E’ colpa mia. ”
“
Stupidaggini. E’ colpa di Voldemort e di quelli come lui, quelli che lo
seguono. ”
“
Ma se fossi stato più attento…se avessi dato ascolto al mio istinto… ”
“
Accidenti, Remus, smettila! Non c’è nulla che possiamo fare, noi non
sospettavamo nemmeno che potesse succedere niente di simile… ”
Lupin
fissò Silente “ E Ron, Hermione come stanno? ”
“
Se Ron fosse rimasto sotto il fuoco dell’incantesimo di Malfoy per solo qualche
istante di più sarebbe morto…se Piton non lo avesse deviato, ed Aura
assorbito…ha avuto tutte le cure necessarie, e trascorrerà un breve periodo a
casa, tra i suoi genitori, suppongo che così potrà riprendersi più in fretta.
Hermione sta bene, ha solo preso un bello spavento. Ma chi mi preoccupa… ”
“
E’ Draco… ” concluse Aura “ Che ha visto suo padre pronto a sacrificarlo per
raggiungere gli scopi di Voldemort. ”
Black
sbuffò. Lupin sollevò lo sguardo su Harry “ A quanto pare nessuno che tocchi
Voldemort, in un modo o nell’altro, può rimanere indenne… ”
Aura
avrebbe replicato, se Piton non fosse rientrato con un voluminoso tomo della
Sezione Proibita della Biblioteca.
“
Qualcuno di noi deve andare a prenderlo. ”
Black
sussultò “ Cosa?! ”
“ Uno
tra noi deve immergersi nel limbo creato da Voldemort e provare a riportare in
superficie Potter, ammesso che ci riesca, e ammesso che riesca a tornare
indenne…ho preso una pozione che provoca un sonno molto simile a quello di
Potter. Dopotutto è un rischio già berla, figuriamoci se si riuscisse a
raggiungere il limbo di Voldemort…un luogo fatto di incubi… ”
Silente
fece un passo avanti “ Naturalmente
andrò io. ”
“
NO! ” gridarono in coro quattro voci,
Lupin diede sfogo alla preoccupazione di tutti “ Preside, lei è l’unica vera
barriera che ci separa da Voldemort; non può andare e rischiare di lasciare
Hogwarts senza difese! ”
Silente
si fermò soprappensiero.
“
Vado io! ” Disse Lupin.
“
E’ fuori questione…non sei in condizione di farlo e non conosci questo genere
di magie… ” Black si alzò “ Tocca a me, come padrino di Harry. ”
Piton
ridacchiò “ Oh, e così ti senti in
grado? Non sprecarti, Sirius. Era sottointeso che fossi io ad andare. L’unica
persona qui dentro che conosca davvero Voldemort ed i suoi incubi… ”
“
Non essere ridicolo, credi che ti lascerei immergere lì dentro con la vita di
Harry appesa ad un filo? Non ho garanzie che tornato al tuo elemento naturale
tu non decida di riprendere le vecchie abitudini… ”
“
Non hai scelta. ”
“
C’è una scelta, invece. ” Severus rabbrividì.
“
No! ”
“
Invece si. Silente non deve lasciare Hogwarts in pericolo, Lupin non può
affrontare questa prova, Black non ne sa niente, e tu…non ti lasceranno andare.
”
“
Ne sai molto meno di Black…non ti lascerò fare una simile sciocchezza… ”
“
Io andrò. ” Aura strinse i ciondoli da
cui non si separava mai “ Ho la mia
arma segreta, le mie armi segrete… ” disse con un sorriso riluttante.
“
E’ pura pazzia! ” mormorò Black “ Per una volta sono esattamente d’accordo con
Piton. Andrò io, non preoccupatevi. ”
Aura
fece un gesto deciso con la mano “ Ho detto che sarò io e non altri a bere
quella pozione. Preside cosa ne pensa? ”
Silente
socchiuse gli occhi fino a formare due enigmatiche fessure “ Ebbene…se credi di
essere in grado di farlo, devi andare. ”
“
Mi oppongo! ” strillò Piton, e strinse freneticamente la boccetta con la
pozione.
La
donna allungò le mani fino a quelle del mago contratte sul piccolo contenitore
dei cristallo “ Dammela! ” disse “ Non c’è scelta, lo sai. Se io fallisco
qualcun altro dovrà ritentare, e se riesco avremo risolto solo una parte del
problema. Ma in questo momento tutti voi siete necessari qui, ed io devo fare
la mia parte… ”
Minerva
McGrannit spalancò la porta con aria affranta, si vedeva che era appena tornata
dall’infermeria “ Come sta Potter? ”
“
Come prima. Hagrid, Vitious e la Sprite stanno bene? ”
“
Si, Albus. Madama Chips sta finendo di medicarli. Ma Potter…si risveglierà? ”
“
Ci stiamo lavorando. ” disse Aura in tono asciutto. Poi, mentre Silente
spiegava ad una attonita McGrannit quale piano avessero deciso di seguire, la
donna si avvicinò a Piton e gli fece cenno di avvicinarsi “ Prendi il mio ciondolo, è il mio
talismano…se…beh, è importante che finisca nelle mani giuste se io non potrò continuare
a tenerlo, ma la tua fibula a forma di serpente, in ogni caso, lasciala a me… ”
Severus
si voltò di scatto, fissando il muro “
Non c’è alcun bisogno che tu te ne separi…sarai senz’altro in grado di
continuare a servirtene. Ma…in ogni caso stai certa che resterà in mani sicure.
”
Aura
sospirò. Avrebbe voluto che potessero restare soli almeno un'altra volta,
almeno per qualche istante, prima di…ma forse era meglio così. D’altra parte
cercava di non perdere la convinzione che non sarebbe successo nulla di male.
Severus
Piton provò a risolvere la situazione con un colpo di scena… stappò la boccetta
con la pozione e la portò alla bocca con uno scatto fulmineo… ma non tanto
fulmineo come il gesto di Silente che lo bloccò a mezz’aria.
“
No, Severus…dovevo aspettarmelo, devi permettere ad Aura di tentare. Abbi
fiducia. ”
Piton
maledisse Silente, maledisse Potter, maledisse Voldemort e tutti gli altri che
gli venivano in mente. Non era in condizioni tali da poter sopportare di fare
un atto di fede…non quando era stato proprio lui a trovare il modo per mandare
a morte sicura la donna che amava. Scoccò un’occhiata altamente pericolosa ad
Aura e la strinse senza ritegno “ Non permetterti di non tornare…torna,
dannazione a te! Sei una stupida babbana che crede di sapere tutto della vita,
beh, non lo sai! Però questa volta non fare sciocchezze o mi costringerai a
cercare Voldemort fino all’estremo limite dell’universo… ” abbassò la voce in modo che solo lei potesse
sentirlo “ …E non accetterò mai che la
notte appena trascorsa sia stata l’ultima, o che il giorno che sta passando
possa essere l’ultimo che ci è concesso…torna! ”
Aura
socchiuse gli occhi e non sentì minimamente dolore per le unghie di Piton che
le si infilavano nella carne, in una stretta isterica.
“
Tornerò ” e lo fissò in maniera tale da sottintendere almeno un milione di cose
del tutto inesprimibili con il solo ausilio della voce.
“
Che cosa devo fare precisamente? ”
“
Lo scoprirai una volta dentro, posso solo supporre che dovrai cercare la coscienza
di Potter lì dove il Signore Oscuro la ha nascosta, cioè, credo, nel punto più
buio e profondo della sua volontà… è dannatamente difficile da spiegare! ”
“
In pratica, se ho capito, devo tuffarmi nella mente contorta di Voldemort, e
riuscire a trovare in un punto imprecisato la coscienza di Harry che gli è
stata rubata… ”
“
Qualcosa del genere. Ma il punto è riuscirai a resistere all’oscurità?
Credimi…sarà terribile…immagina la disperazione generata da un esercito di
Dissennatori, immagina di avere perso ogni speranza e non avrai ancora capito
cosa c’è nell’anima di Voldemort… ”
“
Beh, suppongo che sia inutile farla tanto lunga…datemi la pozione. ”
“
Ecco, dopo che la avrai bevuta io farò in modo, con un incantesimo, di metterti
in contatto con Potter…da lì devi essere tu a capire cosa fare e come farlo. ”
La
donna buttò giù in un sorso il liquido rosso dall’aspetto inquietante e attese.
Non ci volle più che qualche istante per farla cadere in un sonno prossimo alla
morte.
Allora
Piton la prese tra le braccia e la depose affianco a Potter, alzò la bacchetta
e sussurrò un incantesimo… la stanza
piombò nel silenzio, mentre tutti aspettavano chiedendosi cosa sarebbe
successo.
III
Sprofondare, cadere, scivolare dolcemente
in un’accogliente mare di tenebre. Aura si immergeva in una materia
sconosciuta, scivolando verso un fondo che sembrava non dover mai arrivare.
Tutto intorno vedeva, a sprazzi, delle forme emergere dalle ombre, persone,
oggetti, luoghi e scene accadute un tempo…tutto privato di ogni significato
emotivo. Tutto senza dolore e senza gioia. L’essenza cruda e scevra da ogni
significato delle cose…finalmente toccò terra, se terra si poteva chiamare.
Esercitò su sé stessa uno sforzo di volontà immane per ricordare chi era e
perché si trovava lì…pensa a Potter si disse, devi trovarlo! E pensa a
Severus…Severus che aspetta…devi resistere! Si guardò intorno, non c’era
niente…strinse i medaglioni da cui non si separava mai, e li vide scintillare e
pulsare come se stessero reagendo a qualcosa che lei non poteva vedere. Osservò
meglio tutto intorno…il fondo su cui era morbidamente atterrata era fatto da
innumerevoli fogli di pergamena non scritti e pezzi di orologi rotti, immersi
nella sabbia. Si chinò a raccogliere una pergamena e la fissò con
curiosità…parole, parole non scritte ma che raggiungevano la sua mente…parole
senza senso, in successioni casuali, in conoscibili…parole che facevano parte
dell’esistenza unica di un essere umano, del tutto prive di significato per chi
non le avesse pensate e vissute, lasciò ricadere il foglio. Tutto intorno
intanto vide animarsi delle figure, muta rappresentazione della vita di un
ragazzo che si era chiamato Tom Riddle. Voldemort quando non era Voldemort…pensò.
Cercò di afferrare una di quelle figure, un ragazzo che restava in disparte
mentre alcuni suoi coetanei giocavano in una specie di stanza decadente e
arredata miseramente…umiliazione, rancore…nello stesso istante in cui aveva
toccato il fantasma di Riddle aveva sentito come lui aveva dovuto sentire a
quel tempo.
“
Non resterò qui a lungo…io me ne andrò…lascerò l’orfanotrofio…io non sono come
loro…”
“
Non resterò qui a lungo…io me ne andrò…lascerò l’orfanotrofio…io non sono come
loro…” ridisse Aura, posseduta dall’essenza di quel ragazzo “ …Vendetta, io mi vendicherò…mi
vendicherò…” Aura sentì la propria voce carica di una sfumatura sconosciuta di
odio e disperazione…poi la scena mutò. Vide il ragazzo, ma ormai era cresciuto,
davanti a tre persone sedute attorno ad un tavolo, un uomo giovane e due
vecchi…il ragazzo sorrise dolcemente,
con garbo…ma poi…Aura sentì i muscoli del viso che si contraevano in una
smorfia crudele e mosse la mano, il ragazzo mosse la mano “Avada Kedavra!”
dissero insieme. Una fiammata verde e i tre seduti al tavolo morirono, lì, dove
erano stati seduti a fissare il giovane…erano morti davvero? Il ragazzo rise di
gusto, Aura rise con lui… e sentì ancora una volta che la scena stava
cambiando. Non si era mai sentita tanto
potente, anzi, tanto onnipotente…ora aveva davanti un uomo fatto, non più un
giovane, un uomo che non assomigliava più all’avvenente ragazzo di prima.
Avvertì una fredda esultanza quando un nutrito gruppo di incappucciati si
avvicinò chinando la fronte a baciare il vestito del potente mago. Rise, e fece
il gesto di sfoderare la bacchetta come stava facendo Voldemort, puntarono uno
degli incappucciati che tremava in un angolo e lo mandarono a sbattere contro
un muro con una fiammata verdastra; il Mangiamorte rimase immobile, sdraiato
con le braccia aperte. Che gioia essere così potente! Lui è così
potente…noi…io…lui…Aura non avvertì la voce gelida che sussurrava lentamente “ Vieni con me…ti farò come me, sarai mia…
sarai me, dentro di me… ”
Dal
gruppo degli uomini ammantati ne uscì uno, si inginocchiò ed offrì al suo
Maestro un calice colmo di un liquido ribollente “ Ecco, mio Signore! Secondo la tua volontà ho preparato questa
pozione che ti consentirà di esaltare ancora di più il tuo potere! ”
Voldemort
sfiorò il cappuccio dell’uomo inginocchiato e gli scoprì il viso “ Grazie Severus…il mio più fedele
discepolo… ”
Aura
barcollò. Chi era quell’uomo, giovane mago dall’aria tanto familiare? …Severus?
Chi è Severus? “…Severus Piton.. ”
mormorò la donna ed ebbe una fugace visione di sé stessa che lo baciava come se
lo conoscesse da tantissimo tempo. Finalmente Aura si riscosse e fece un passo
indietro, inorridendo all’idea di essere stata sul punto di cedere alle
lusinghe di Voldemort. Sentì qualcuno che le tirava un braccio, si voltò e vide
il giovane Tom Riddle che la fissava sorridendo con innocenza. Dall’altra
parte, però, c’era ancora Voldemort…incerta su cosa dovesse fare la donna
aspettò che il ragazzino parlasse.
“
Madre! Madre sei venuta da me? ”
Aura
sgranò gli occhi ed arretrò “ Io non
sono tua madre! ”
“
Madre sei venuta per restare con me? Non mi lascerai questa volta… ”
C’era
qualcosa di terribile nello sguardo apparentemente innocente del giovane “ Ti stai sbagliando, io non sono tua madre…non
so neanche chi tu sia… ”
La
faccia pulita del ragazzo mutò fino a somigliare al muso di una bestia “ Madre!
Resterai con me, per sempre! ”
“
No, Tom, lasciami! Lasciami, Voldemort! ” ma con rapide mosse Riddle la afferrò
e la trascinò verso un angolo buio. La
donna urlò, risvegliando il potere di protezione del talismano che aveva al
collo; una violenta esplosione di luce accecò il ragazzo che ululò come un
demone. La donna corse nella direzione opposta, verso il fantasma che Voldemort
aveva creato in forma di sé stesso, chiuse gli occhi e si preparò ad
attraversare la sua forma inconsistente…un brivido di freddo e poi la
sensazione di stare precipitando la percorsero. Aura urlò, e agitò
freneticamente gambe e braccia nella caduta vorticosa. Poi si calmò e ricordò a
sé stessa di non essere fatta di sostanza materiale in quel limbo…come
Voldemort,cioè come la sua immagine poteva essere attraversata e colpita senza
trarne alcun danno lo stesso valeva per lei…misteriosamente una tale certezza
bastò a far cessare la sensazione di caduta.
La
donna si ritrovò immobile nel buio, strinse i suoi medaglioni e vide una
flebile luminescenza molto
lontana…cominciò a correre fino alla luce, e vide, accucciato in un angolo,
Harry Potter che tremava come se fosse stato un bambino molto piccolo impaurito
dalle tenebre. Si chinò su di lui e lo accarezzò “ Harry, Harry…non avere paura, ci sono io adesso! Sei stato
bravo, hai resistito a Voldemort… ”
“
Chi è Voldemort? ”
“
Colui che ti ha fatto del male, ma tu hai saputo combatterlo ed opporti con
coraggio. Harry, ti ricordi? Hermione, Ron, Sirius, Hagrid, Silente…stanno
tutti aspettando che tu torni a casa. ”
“ A
casa? ”
“
Ad Hogwarts. Un piccolo sforzo e sarai a casa…abbi fiducia in me. ”
“
Ma chi sei tu…mamma? ”
Aura
rabbrividì pensando a Voldemort “ No,
Harry. Ricordati di Lily e James…sono loro i tuoi genitori. Io sono Aura, solo
Aura. ”
“
Aura? …Aura! ” Gli occhi di Harry
ripresero la loro naturale lucentezza e la sua mente si liberò del controllo e
della rete di inganni di Voldemort.
“
Che ci faccio qui? Dove siamo? ”
“
Oh, Harry! Sono così felice di vederti! ” la donna lo abbracciò “ Ti spiegherà
tutto Silente. Siamo nei ricordi, nella mente di Voldemort…devi desiderare
intensamente di tornare da Silente, da tutti quelli che ti amano, coraggio
Harry Potter! Pensa con tutto il tuo coraggio che devi andare via da qui! ”
Potter
chiuse gli occhi, la sua sagoma scintillò e scomparve luccicando tanto da
illuminare a giorno per un solo istante la notte eterna dei pensieri di
Voldemort.
Aura
si guardò intorno, la luminescenza che aveva visto prima da lontano e che le
aveva permesso di ritrovare il giovane Harry era diminuita, ma non si era
estinta, come se quello fosse l’unico pezzetto non contaminato dal male dentro
Voldemort. Tutto intorno, però, la tenebra era pulsante…c’era un punto più buio
degli altri e la donna ebbe la certezza che lì si trovasse il più terribile
segreto del Mago Oscuro, il mistero della sua stessa esistenza…se solo lo
avesse raggiunto, avrebbe saputo…avrebbe conosciuto il nemico così a fondo come
nessun altro prima…fece qualche passo in quella direzione, ma poi esitò.
“
Voldemort! Mi stai ascoltando? ” gridò con rabbia “ Tu non riuscirai a vincere, mai! Tu non farai del male a coloro
che amo! Sarai miseramente sconfitto come è già successo…mi senti, stupido,
pazzo assassino?! MORIRAI! Non sei immortale, tu morirai e non potrai farci un
bel nulla! ”
Sentì
le tenebre ribollire malignamente e desiderò con tutta sé stessa di tornare a
casa, a casa da Severus…
Harry
Potter si mise a sedere in mezzo al letto con uno scatto, tutti nella stanza
spalancarono gli occhi, e Black lo strinse in un abbraccio memorabile.
Piton
guardò il corpo di Aura che restava immobile, con gli occhi vacui “ Potter… ”
Alzò
la voce per farsi sentire al di sopra delle voci allegre degli altri “ Potter, lei dove è? ”
“
La ho vista…mi ha detto che dovevo desiderare con tutto me stesso di tornare, e
sono andato via…ma cosa è successo? ”
Piton
non ascoltò le spiegazioni in cui si profondevano Lupin e Black, scosse il
corpo della donna e lo sollevò dal letto, abbracciandola come se questo fosse
sufficiente a farla svegliare.
La
McGrannit lo guardò con gli occhi umidi “ Dobbiamo aspettare, Severus! Devi
avere fede! ”
Ma
Piton stava per perdere la calma, anzi, la aveva già persa da un bel pezzo e
tentava di nascondere il desiderio pazzo di uccidere Potter che con la sua
sconsideratezza gli stava facendo rischiare di perdere l’unica persona al mondo
che amasse.
“
Dei Immortali, vi supplico…rendetemi questa donna! ” mormorò, sperando che le
preghiere non fossero solo vuote implorazioni a Dei troppo indaffarati per
ascoltarle.
Persino
Sirius Black smise di abbracciare Harry e guardò con apprensione la donna
addormentata tra le braccia del suo rivale di sempre, e desiderò intensamente
che si svegliasse.
Piton
chiuse gli occhi, svuotato quasi di ogni speranza, ma Silente vide le palpebre
di Aura fremere leggermente e prima che riuscisse a dire qualcosa, la donna
schizzò in avanti, afferrandosi al collo di Severus che, perdendo l’equilibrio,
finì lungo disteso per terra stringendola con tutte le sue ritrovate energie.
“
Sono tornata! Oh, è stata una passeggiata! ” disse la donna in tono leggero,
porgendo la mano a Lupin che la aiutava ad alzarsi e che poi aiutò anche Piton
a rimettersi in piedi.
Silente
chiese alla McGrannit ed a Lupin di portare Harry in infermeria e di spiegare
cosa fosse successo a lui ed ai suoi amici.
Non
appena furono usciti, Aura avvicinò il Preside
“ Devo parlarle…ho paura di avere fatto una cosa molto sciocca… ”
Silente
sorrise “ Che sarà mai? ”
“
Ho visto Voldemort come era da giovane e come poi è diventato, per un attimo,
se non fosse stato per Severus, ho rischiato di restare prigioniera del suo
delirio di onnipotenza…ma non è questo che voglio dire…ho paura di essere stata
ad un passo dal segreto più segreto di Voldemort e di non essere stata tanto
coraggiosa e forte da immergermi in esso per conoscerlo. Mi dispiace
immensamente, quel segreto poteva esserci di aiuto… ”
Silente
ridacchiò “ Davvero? Hai fatto
benissimo ad andartene, credimi non c’è nessun segreto! ”
“
Ma se lei fosse stato lì, se avesse visto… ”
Albus
Silente si fece tremendamente serio “ Non c’è alcun segreto, credimi. Se fossi
rimasta lì avresti scoperto soltanto quanto banale sia il Male…si, quanta
banalità ci sia in Voldemort. E’ tutto qui. Il suo segreto è solo la banalità
del Male… ”
Aura
non era certa di aver capito. Ma Piton non intendeva concederle di fare altre
domande, la afferrò e chiese congedo al Preside. Non appena furono fuori dalla
stanza la sollevò e la strinse con disperato desiderio “ Adesso andiamo in
camera mia e, per favore, stai zitta…non voglio sentire più niente! ”
Molto
lontano da Hogwarts, in un castello diroccato e cadente Voldemort aprì gli
occhi e fissò Nagini, il suo fedele enorme serpente. Guardò in un punto buio
della stanza e ad un cenno un uomo dall’aspetto sgradevole emerse dalle ombre.
“
Codaliscia…Potter mi è sfuggito, è stato aiutato…ho un compito per te, andrai
con Malfoy e con tutti i Mangiamorte che vi saranno necessari: portami la donna
di Piton. La donna che lo scorso anno ci è sfuggita per un soffio…e bada che
arrivi qui viva ed in perfetta salute… ”
Codaliscia
si inchinò ed uscì, mentre Nagini sibilava indolentemente cose che solo
Voldemort avrebbe potuto comprendere.
IV
Severus Piton affondò il viso nei capelli
di Aura, e stringendola la costrinse a voltarsi, la baciò con una foga che non
conosceva mai requie, e si lasciò riscaldare dal desiderio bruciante di
possederla. Le strappò letteralmente di dosso la tunica nera bordata di verde e
si chiese se valesse la pena di perdere tempo e portarla fino al letto,
piuttosto che restare lì dove si trovavano. La donna rispondeva con la solita
intensità, e non perdeva certo occasione di rendere ancora più piacevole il
compito di Severus, come al solito sembrava che potesse leggergli nel pensiero
e forse fu proprio per questo che lo trascinò sul tappeto davanti al camino,
evitandogli il tragitto fino al letto che li avrebbe distolti per una manciata
di secondi dalla loro occupazione preferita. Piton sospirò estasiato
dimenticandosi la preoccupazione della giornata che stava passando, o forse fu
proprio il ricordo di quella preoccupazione e dello scampato pericolo a
renderlo più audace del solito…diverso tempo dopo il professore di Pozioni
borbottò la propria soddisfazione mentre Aura gli massaggiava la schiena con un
unguento di sua invenzione: rare ed aromatiche essenze unite a segreti
ingredienti dal magico potere, capaci di evocare le più soavi sensazioni, che
nella mente di Piton corrispondevano esattamente al tempo trascorso con la
donna che gli stava al fianco. Aura poggiò a terra il vasetto con le portentose
essenze e si accoccolò vicino a Severus, lasciandosi cingere dalle sue braccia.
Scivolò su di lui e lo baciò con trasporto. “ Adesso tocca a te…”
“
Mmmh…? ”
Gli
porse maliziosamente il vaso di vetro rosso che conteneva l’unguento
incantato. “ E’ arrivato il momento in
cui tocca a me godere dei tuoi servigi… ”
“
Perché, vuoi dire che fino ad ora non ne hai goduto? Non mi sembrava… ”
“
Servigi straordinari, volevo dire. ”
Piton
si produsse in un curioso sorriso obliquo
“ Ma se ogni volta che provo a profumarti la pelle con quella roba
finisce che…non arrivo mai a profumarti tutta, perché tu mi sconvolgi… ”
“
Esattamente quello che volevo sentirti dire. In realtà ti chiedo ogni volta di
produrti in quel genere di servigio straordinario proprio perché tu non finisca
di farlo…perché si faccia qualcosa di meglio! ”
“
Ah, bambina…ti piace scherzare col fuoco! ”
“
Oh, mio Signore, piace anche a te, se la memoria non mi gioca brutti scherzi… ”
Lui
la abbracciò con impeto “ Se non fossi
tornata…io… ” Piton si incupì.
Lei
gli mise un dito sulle labbra sottili “
Silenzio! Non voglio che tu dica nulla di cui poi ti possa pentire. ”
“
Non mi pentirò. Io ti amo. Vedi? Adesso anche io riesco a dirlo… ”
“
Quanto mi piace sentirlo! Anche prima, sei stato proprio tu a permettermi di
sfuggire a Voldemort… ”
“
Non ti ho ancora chiesto cosa è successo. E io, io che c’entro? ”
“
Ho rivissuto alcuni ricordi del Signore Oscuro. E c’eri anche tu. ”
Severus
Piton si chiese se doveva
preoccuparsi “ Ma davvero? E cosa stavo
facendo? ”
“
Porgevi una pozione a Voldemort per incrementare il suo potere. ”
Piton si
girò verso il
fuoco acceso nel caminetto e rimase zitto per
qualche istante “ E’ successo davvero… ”
La
donna fece scivolare un braccio sulle spalle di lui “ Lo so… ”
Severus
si rigirò verso di lei “ Lasciamo
Voldemort fuori da questa stanza… ”
“
Non devi preoccuparti che il tuo passato possa mettersi tra noi, lo sai meglio
di me. Ma se è tuo volere che non ne parliamo fintanto che restiamo qui dentro,
beh, cosa detta cosa fatta! ”
Il
professore di Pozioni si avvicinò per suggellare con un bacio quella nuova
dimostrazione d’amore che la donna gli offriva, ma si raggelò, e si sedette con
uno scatto.
“
Che c’è? ” Aura lo fissò preoccupata.
Piton
indicò un punto all’interno dell’avambraccio sinistro, e contrasse il volto in
una smorfia di preoccupazione e sofferenza.
“
Oh, no! Chiama a raccolta i Mangiamorte? ”
“
Si…no… è come se avesse rivolto un pensiero di odio particolarmente feroce a me
solo… ”
Aura
toccò la pelle marchiata, bruciava, ma non allontanò le dita, anzi, continuò a
premerle sul marchio nero.
“
Temo che la tua impresa di oggi non sia passata inosservata ai suoi occhi…ci
sarà da stare attenti. ” disse Piton mentre la sensazione di nausea passava.
“ Nel
caso, sarò pronta…dopo lo diremo a Silente, ma adesso vieni qui, riposa…”
Lo
strinse con tenerezza e rimase sveglia ad ascoltare il suo respiro regolare ben
oltre il momento in cui lui si lasciò vincere dal sonno.
Harry
Potter si passò una mano sulla fronte e si sollevò a fissare il letto dove
Hermione riposava “ Hermione? Sei
sveglia? ”
La
ragazza si agitò e poi socchiuse gli occhi, mettendo a fuoco la sagoma
dell’amico.
“
Harry, sei sveglio! ”
“
Hai visto Ron, prima? Stava bene? ”
“
Oh, Harry, se tu avessi potuto vederlo! Per pura fortuna si è salvato, ho
sentito Madama Chips che lo diceva a Silente. I suoi genitori lo hanno portato
via su una barella…Harry, è stato terribile! ”
“
Non riesco a ricordarmi nulla… ”
“
Eri svenuto! Lupin e Piton hanno fronteggiato i Mangiamorte, ma poi sono
arrivati i Dissennatori…e Ron è stato colpito. ”
“
Dai Mangiamorte? ”
“
Indovina da chi…ho sentito Piton che lo chiamava per nome, Lucius…Lucius
Malfoy! ”
“
Ma poi sono riusciti a fermarlo… ”
“
Si, ma aveva già fatto molti danni, mi sembra! Quel verme di un Serpeverde di
Draco è uscito da dietro gli alberi per vedere suo padre in azione…che idiota!
Non penso che i suoi genitori gli vogliano davvero bene se poi suo padre non si
preoccupa di rischiare di ammazzarlo! ”
“ Vuol
dire che Draco è stato colpito con Ron? ”
“
Si! Lucius Malfoy non si è fatto scappare l’occasione per cercare di colpire
te, ma ha preso in pieno Ron e suo figlio…solo che Ron era esattamente sulla
traiettoria del colpo, mentre Draco era sufficientemente distante a non
rischiare quanto il nostro amico. ”
“
Ma…può essere che il signor Malfoy non abbia visto Draco… ”
“
Oh, Harry! Lo ha visto, eccome! Ma il potere di Tu-Sai-Chi deve fargli troppa
paura perché rinunciasse a colpire! Beh, non che mi preoccupi per Draco; se c’è
qualcuno che se lo merita è proprio lui! ”
“
Spero che Ron stia bene… ”
“
Sarà tornato prima che ce ne rendiamo davvero conto! ”
Un
fruscio di tendine smosse richiamò l’attenzione dei due amici, e Draco Malfoy
sgattaiolò fuori dall’infermeria in tutta fretta.
“
Dici che ci avrà sentito? ”
“
Non saprei…credo di si. ” Hermione si morse le labbra preoccupata.
Albus
Silente carezzò la testa piumosa della sua Fenice, Fanny. Il nobile pennuto
emise un verso soddisfatto e puntò i suoi occhietti neri sui quattro che
sedevano con aria assorta nello studio del suo padrone. Sirius Black incrociò
le braccia sul petto ed allungò le gambe, Severus Piton gli scoccò uno sguardo
carico di disapprovazione e si sistemò il mantello attorno alle gambe. Remus Lupin
finì di scrivere qualcosa su un piccolo pezzo di carta e lo passò ad Aura
perché lo leggesse. La donna scosse la testa e passò il foglio a Piton, il mago
lesse frettolosamente: all’iniziò contrasse le labbra in una specie di avido
sorriso, ma poi ammutolì “ Ma questo è
un annuncio per la Gazzetta del Profeta! ”
Lupin
fece segno di si.
“
Non credo che ci sia bisogno di ricorrere ad un annuncio…se cerchiamo un nuovo
professore di Difesa Contro le Arti Oscure, posso fare io da supplente fino a
quando sarà necessario! ”
Silente
si voltò “ Considerando gli impegni ai
quali sto per chiamarti, sarà francamente impossibile che tu riesca a trovare
il tempo anche per quello, Severus. ”
Il
professore di Pozioni fece una smorfia, e si rese a malapena conto che Black
stava ridendo nascondendosi il viso tra le mani.
Che
genere di impegni, Preside? ” chiese
Aura.
“
Ci sono impegni per ciascuno di voi. Sirius Black resterà qui per difendere
Harry nel momento della necessità. Lupin deve raggiungere un gruppo di nostri
sostenitori che si trova molto a sud, nei Mari del Sud, per dirvela tutta, e
convincerli a tornare. Severus, e tu Aura, sempre che siate d’accordo, dovreste
andare a cercare un paio di cose che mi servono. ” Silente si fece pensieroso e trasse una pergamena dalla tasca
“
Ho ricevuto questo da Cornelius Caramell…il Ministero ci avvisa che alcune spie
hanno scoperto che Voldemort sta progettando di venirsi a prendere Harry Potter
con un esercito di Dissennatori… ”
Piton
si irrigidì “ Se fosse così lo saprei…ma
queste non sono le intenzioni di Voldemort! ”
Silente
sospirò stancamente “ Lo so, Severus. Ma purtroppo, come sai, sono uno dei
pochi che prestano fede ai tuoi avvertimenti; al Ministero non ci sono molti
disposti a crederti. ”
“
Lui non colpirà direttamente, Albus. E non con un esercito di Dissennatori. Le
sue strade sono più contorte e sottilmente celate…quella voce deve essere stata
messa in giro ad arte per confondere il Ministero. ”
“
Io lo so. Ma nessuno, fuori di qua, ti crederà…perché tu sei stato un
Mangiamorte, e in pochi sono disposti a dimenticarlo. ”
“
Sciocchezze! ” sbottò Aura “ Chi è stato ad avvertire il Ministero che
i Potter erano in pericolo a suo tempo? Se non fosse stato solo lei, Preside, a
prestare fede a Piton forse Harry avrebbe ancora i suoi genitori! ”
“
Calma, signorina! ” disse Black “ Non
c’è niente che si possa fare per rimediare ad un passato marcio come quello di
quel mago là… ” e fece un cenno sprezzante verso Severus, che ricambiò con
un’occhiata al vetriolo.
“ Non
ne vale la pena… ” Piton mise una mano sulla spalla di Aura “ Che dovremmo
fare? ”
“
Ho bisogno di questi ingredienti. ”
Silente passò un foglio al professore di Pozioni che lesse
frettolosamente e poi sgranò gli occhi fissando il Preside senza capire.
“
Io…devo fare davvero questa pozione? ”
Gli
occhi di Silente scintillarono “ Si. ”
“
Perché? ”
“ A
suo tempo, Severus, a suo tempo. E poi voglio quel libro, lo hai tu, vero? ”
Piton
annuì “ E’ a casa mia. Nella biblioteca
che fu di mio…padre… ”
“
Bene, allora, pensi di poter trovare tutti quegli ingredienti? ”
“
Molti sono nella dispensa del mio castello, altri posso rintracciarli
facilmente. ”
“
Allora non vi resta che partire…questa notte, con il favore delle tenebre
lascerete Hogwarts. Buona fortuna. ”
Il
morale del gruppetto che lasciò lo studio di Silente era davvero molto basso.
Harry
ed Hermione vennero dimessi dall’infermeria solo dopo aver promesso di starsene
lontani da ogni fonte di guai per un po’, e dopo aver giurato che avrebbero
continuato per qualche giorno a mangiare molta cioccolata.
Piton
decise che, nonostante mancassero poche ore alla partenza, avrebbe comunque
tenuto la sua consueta lezione di Pozioni doppie con Grifondoro e Serpeverde.
Fissò Neville Paciock con occhi di fuoco non appena la sua pozione minacciò di
saltare in aria e sottrasse dieci punti al Grifondoro perché Dean Thomas non sbucciò nella maniera corretta un grosso
frutto dall’aspetto nauseabondo.
Harry
ed Hermione guardarono sconsolati il posto vuoto di Ron, ma non dissero nulla,
tuttavia Hermione era talmente agitata che, affettando una radice di Luparia,
ne fece saltare in aria un grosso pezzo, che finì sul banco di Malfoy.
“
Oh, no! ” esclamò Hermione “ Non ho
nessuna voglia di andare lì a prenderlo e sentire le sciocchezze di Draco! ”
Da
parte sua Harry non aveva più desiderio dell’amica di avere a che fare con il
giovane Malfoy.
“
Ehm…scusa, deve esserti saltato questo in aria… ” Draco porse il pezzo di
radice alla ragazza che rimase immobile, Harry dovette assestarle un colpo ben
piazzato per riscuoterla .
“
Gr-gra-grazie! ” disse la Grifondoro arrossendo.
“
Figurati, per così poco… ” il giovane Serpeverde tornò a sedersi sotto lo
sguardo stupito della classe dei Grifondoro, e sotto quello contrariato della
sua.
“
Hai visto che… ”
Harry
fece spallucce e tornò ad affettare le radici. Poco dopo Piton chiese ai
ragazzi di avvicinarsi ad uno ad uno per mettere i calderoni sul fuoco e
provare le pozioni, Harry guardò il suo paiolo e pensò che da solo non avrebbe
avuto la forza di trascinarlo davanti a Piton, sospirò pensando a Ron che di
solito lo aiutava in quel genere di faccende, come in tutte le altre; pazienza,
si disse, chiederò ad Hermione di darmi una mano.
“
Potter, vieni qui! ” chiamò il professore.
Harry
provò a tirare su il calderone e con grande stupore si accorse che era più leggero di quanto non
credesse…ma guardò meglio e si rese conto che c’era Draco ad aiutarlo. Il
ragazzo stava mantenendo il paiolo all’altra estremità del manico.
“
Beh, non posso restare così in eterno…portiamolo sul fuoco. ” sussurrò.
“
Oh, si…scusa… ”
Mentre
Piton trovava diecimila imperfezioni alla sua pozione e gli sottraeva punti su
punti, Harry restò a guardare Draco, che era tornato a posto come se nulla
fosse. Tiger e Goyle, si accorse, lo guardavano a bocca spalancata…
Aura
controllò che tutto fosse al suo posto, infilò un lungo mantello e calò il
cappuccio sul viso, attraversò furtivamente i corridoi e vide Piton e Silente
vicino alla porta d’ingresso.
“
Si và?! ” disse in tono leggero.
Piton
le passò un sottile e lungo fagotto, lui ne aveva uno uguale.
“
Cosa c’è qui dentro? ” chiese la donna.
Il
mago sorrise “ Ho dovuto dare fondo a tutta la mia conoscenza di incantesimi
per adattarla a te. Adesso puoi cavalcarla anche tu, anche se sei una babbana.
La ho stregata a puntino! ”
Aura
sciolse i nodi che tenevano chiuso il pacco e sbiancò “ Eh, no! Aspetta un attimo…io non posso farlo! Io non so farlo!
”
“
Sarà un gioco da ragazzi. Ti assicuro che è talmente stregata che non dovrai
fare altro che sederti lì sopra e tenerti salda. ”
“
Dimmi che è uno scherzo… ” cercò aiuto da Silente “ Preside, io non… ”
“
Perché mai? Dopo essere stata a passeggio nel cervello di Voldemort ti lascerai
spaventare da una scopa? ”
“
Una scopa volante! ”
Silente
rise “ Buon viaggio! ” e si allontanò
canticchiando.
“
E’ proprio ora di andare.Vieni fuori…adesso mettiti a cavallo della scopa,
datti una spinta, inclina il manico…e…ecco, stai volando! ”
Aura
si chiese se fosse reale…guardò Piton che montava la sua scopa e cercò di non
cadere mentre tentava di seguirlo in aria.
Non
ci volle molto a capire come funzionava. Era decisamente una sensazione
fantastica: il vento forte tra i capelli, il mondo che sfrecciava via tutto
intorno…Aura rise e Severus la guardò soddisfatto.
V
Tra le ombre notturne, tra gli alberi che
circondavano Hogwarts due occhietti liquidi si alzarono verso il cielo, e
Codaliscia sorrise a Lucius Malfoy.
Severus
Piton fischiò sommessamente “ Per una principiante sei brava! ”
“
Merito del maestro! Mi sembra che siamo due angeli! ” Aura gridò per farsi
ascoltare al di sopra del sibilo del vento.
“
Due angeli?! Due angeli neri, allora… ” Severus ridacchiò e lanciò la scopa in
una picchiata vertiginosa.
“
Hai visto? ” strillò Aura con la vaga e spiacevole impressione che
improvvisamente qualcosa non andasse per il giusto verso.
“
Cosa? ”
“
Un’ombra contro la luna… ”
Piton
fermò a mezz’aria la scopa “ Non c’è
niente…solo nuvole… ” ma prima che riprendesse a volare alcune nuvole
scoprirono la luna, e il buio si diradò. “ Dannazione! Ci seguono! ”
Piton
afferrò la bacchetta magica e si preparò a colpire, lanciò il suo incantesimo e
accostò la scopa a quella di Aura “ Dobbiamo smaterializzarci! Aggrappati a me…
”
La
donna staccò le mani dal manico e si tenne in equilibrio, guardò oltre la
spalla del mago e spalancò la bocca. Prima che potessero fare qualunque cosa un
raggio violaceo colpì la schiena del professore di Pozioni.
“
Severus! ” la donna gridò mentre Piton e la sua scopa precipitavano; adesso si
smaterializzerà, pensò, ma non lo fece…continuò a filare verso la terra per
lunghi attimi prima che Aura lanciasse la sua scopa in una furiosa caduta
verticale. Cercò di mantenere gli occhi aperti, e dopo un’apparente eternità
allungò la mano fino ad afferrare quella del mago che stava precipitando…si
sentì sbalzare e strinse convulsamente l’altra mano sul manico di scopa.
“
Dannazione, smaterializzaci! ” urlò mentre penzolavano nel vuoto appesi ad una
scopa volante.
“
Negatio Incantum! ”
“
Non metterti a spiegarmi incantesimi proprio ora! ”
“
Negatio Incantum…mi hanno sottratto i poteri magici! ”
“
Eh?! ” Aura sentì la mano che scivolava, lasciando la presa “ AAAARGH! ”
Sbattere
contro i rami degli alberi non era esattamente una cosa piacevole, ma servì a
rallentare la caduta. Piton e lei atterrarono con un tonfo sul terreno.
“
Sei ancora intero? ” mormorò annaspando nel buio.
“
Penso di si…tu? ”
“
Più o meno…dobbiamo scappare! Smaterializzaci! ”
“
Non posso! ” sibilò rabbiosamente l’uomo “ Ahia, mi hai infilato un dito in un
occhio… ”
“
Scusa! Perché non puoi? ”
“
Negatio Incantum… ”
“
Non ricominciare, dimmelo in parole povere…ehi, stai attento questa è la mia
faccia… ”
“
E’ l’incantesimo per privare temporaneamente un mago dei suoi poteri. ”
“
Oh, non è possibile…quelli ci stanno dietro. Rifletti, nel tuo mantello c’è
sempre qualcosa di utile, c’è una pozione che fa al caso nostro? ”
Severus
si passò le mani sul mantello bagnato “
C’era… ”
Aura
proruppe in un’esclamazione volgare molto usata tra i babbani, ma che fece
sussultare Piton.
“
Quanto ci vuole prima che passi? Dieci minuti, un quarto d’ora? ”
“
Come minimo ventiquattro ore. ”
La
donna non rispose, il mago sentì che cercava qualcosa lì intorno “ Che stai
facendo? ”
“
Cerco la scopa, o pretendi che ci mettiamo a scappare tra gli orsi e i serpenti
al buio in una foresta che si trova chissà dove… ”
“
Aspetta, quelli sono Mangiamorte, io non posso volare…è come se fossi un…un
babbano! ”
“
Verrai dietro di me…eccola! ”
“
Rifletti, tesoro, meglio che ci nascondiamo qui e aspettiamo.” la parola tesoro
sulla bocca di Piton suonava molto simile ad un insulto “ Non litighiamo solo per questo… ”
“
Sali! Oh, è inutile opporsi…sali, Sev! ”
“
Non chiamarmi Sev! ” Piton sospirò pesantemente e salì sulla scopa dietro Aura.
“
Dai, bella! Ah, si…si alza! Coraggio, fila via di qui… ”
“
Questa è la volta buona che ci ammazziamo… ”
“
Stai diventando troppo loquace, ti preferisco quando parli poco… ”
Lucius
Malfoy speronò la scopa di Codaliscia “
Sei un imbecille! Se la donna è morta il Padrone ci farà a pezzi. Anzi, farà te
a pezzi! ”
Codaliscia
piagnucolò e ondeggiò “ Quella ha tante vite quanto un gatto. ”
“
Spera che sia così…come ti è venuto in mente di privare Severus dei suoi
poteri? ”
Peter
Minus si agitò “ Pensavo fosse una buona idea, non prendertela con me! ”
Malfoy
sbuffò, ma poi un movimento tra gli alberi attirò la sua attenzione “ Sono
loro! ” gridò lanciandosi all’inseguimento.
“
Ci stanno dietro! ” gridò Piton “ Accelera! ”
“ E
come faccio, questa è una scopa, non una moto… ”
“
Chiediglielo! ”
“
Dai gas, bella! ” la scopa si impennò e partì sparata “ Dannatamente eccitante! ”
Piton
grugnì la sua disapprovazione.
Aura
si girò quel tanto che bastava a vedere Malfoy e Minus che rimontavano la
distanza che li separava “ Per quanto
andiamo veloci siamo sempre in due su una scopa sola…ci prenderanno! ”
“
Lasciami scendere! Da sola puoi farcela! ”
“
Non dire sciocchezze! Ti amo troppo per piantarti in un bosco in balia dei
Mangiamorte…proprio ora che sono più potente di te! Tieniti forte! ”
La
donna inclinò la scopa verso gli alberi.
“
Sono impazziti! ” urlò Codaliscia.
“
Sono disperati, sanno che li prenderemo e tentano il tutto per tutto! ” Malfoy
fissò Minus “ Se muoiono ti sei giocato la testa! ”
“
Ci schianteremo! ” Severus Piton sputacchiò i rametti che gli si infilavano in
bocca.
“
Non c’è soluzione! Almeno se restiamo tra gli alberi non ci prenderanno… ”
“
Non ci prenderanno perché moriremo spiaccicati! ”
“
Non intendo spiaccicarmi…guarda! ”
Le
cime degli alberi si diradavano progressivamente fino a rivelare in lontananza
le luci di una città.
“
Londra! ”
“
Se gli Dei ci aiutano troveremo un rifugio! ” e come se qualche Dio avesse
ascoltato le nuvole oscurarono la luna, e Lucius Malfoy si fermò a mezz’aria
imprecando “ Li abbiamo persi! ” gridò a Codaliscia.
Piton
non aveva mai goduto delle bellezze di Londra, anzi la aveva sempre trovata
piuttosto noiosa e grigia, ma quella volta…pensò che non ci fosse posto più
bello.
“
Ooops…perdiamo quota… ”
La
scopa si fermò sul tetto di una casa.
“
Cerchiamo di raggiungere un balcone: ci apriranno e ci faranno uscire… ”
“
Tu credi? E se chiamassero quella cosa, la…la polizia? ”
“
Telefoneremo a Silente e chiederemo di venirci a pagare la cauzione. ”
“
Oh, certo, se Silente avesse un telefono! ”
“
Dannatamente perspicace! ”
Aura
e Piton saltarono sul balcone più vicino e la donna si chinò a bussare sul
vetro. Un bambino assonnato aprì stringendo un orso di peluche più grande di
lui.
“
Chi siete? ” chiese stropicciandosi gli occhi.
“
Oh, ciao! Siamo…ehm…siamo…lui è Peter Pan, ed io Campanellino. Ci siamo persi,
ci puoi fare uscire di qui, per favore? ”
Il
bambino fissò Piton “ Non ci credo. Lui è troppo brutto…tu sei Capitan Uncino!
”
Il
mago sbuffò, sollevò il bambino e lo portò di peso sul suo lettino, mentre il
pargolo scalciava e chiamava la madre a squarciagola “ Stai
zitto e buono o ti porto dai pirati. ” sibilò velenosamente.
Una
donna con i bigodini in testa si affacciò nella stanza “ Oh mio Dio! Chi siete?
”
Severus
la afferrò e la buttò affianco al bambino, uscì sbattendo la porta mentre Aura
gridava “ Ci scusi, signora! Togliamo subito il disturbo! ”
Un
omone occupò il corridoio bloccando l’uscita e spalancò la bocca alla vista
dell’uomo con i lunghi capelli neri e la tunica scura.
“
Ora basta! ” sibilò Piton e mollò un sonoro pugno sulla faccia dell’ignaro
tizio.
“
Oh, Dio, sei proprio un Serpeverde! ” borbottò Aura mentre scavalcava il corpo
del tipo svenuto.
“
Per favore, non sottilizzare. Come si esce da questa dannatissima casa? Ma come
fanno a vivere in uno spazio così angusto?! ”
Scesero
nella strada deserta e la donna controllò nella borsa che si era portata
dietro.
Vide
una cabina telefonica e chiamò un taxi
“ Come si chiama questa strada? Guarda il nome sulla targa. ” ed indicò
un quadretto di marmo grigio a Severus. L’uomo lesse e riferì.
“
Cosa hai fatto? ” chiese non appena la donna ebbe riagganciato la cornetta del
telefono.
“
Ho chiamato un taxi. Questa notte andiamo a casa mia…per fortuna ho delle
sterline in borsa. ”
“
Sterline? ”
“
Soldi! Come i galeoni, i falci e gli zellini! ”
Una
grossa macchina gialla si fermò a pochi metri, l’autista si affacciò “ Avete
chiamato voi? ” disse squadrando gli abiti e l’aspetto stravagante dei due che
aveva davanti.
“
Si…ehi, che velocità, ottimo! ”
Piton
salì con riluttanza nella vettura e passò il tempo a sbuffare ed mormorare
maledizioni.
“
Nervoso il ragazzo! ” commentò l’autista mentre i due scendevano.
“
Dov’è casa tua? ” chiese Piton osservando con disgusto malcelato le villette a
schiera che aveva davanti.
“
Ehm…io vivo, vivevo lì. ” Aura arrossì ed indicò una villetta con l’intonaco
più rovinato delle altre.
La
donna cercò le chiavi nella borsa e aprì la porta, fece cenno al mago di
entrare mentre accendeva le luci.
“
Scusami, io non sono mai stata ricca…questo è il meglio che potessi
permettermi. ” disse guardando a terra. L’uomo le prese il mento tra le mani “
Dico che è bellissima, sono stato uno sciocco a non accorgermene subito…con te
potrei farne la mia reggia! ” e la baciò.
“
Hai fame? ”
“
Un poco… ”
“
Ordiniamo qualcosa…beh, naturalmente non agli elfi domestici, pensavo ad un
ristorante. ”
“ Non
lo so…decidi tu. ” Piton si sedette su
un divano polveroso “ Vivevi sola? ”
“
Si. Lo sai, no? I miei genitori…è una storia che conosci. ”
“
Non mi hai mai detto cosa facesti dopo che ti salvai da Voldemort: non c’era
nessuno che si prendesse cura di te?
Eri una bambina… ”
“
Oh, beh, avevo una specie di zia. Sono stata con lei. Ma non parliamone,
ti prego… ”
“
Ti fa ancora tanto male? Avrei dovuto immaginarlo… ”
“
No, davvero. Mi stai fraintendendo, sono stata e sono molto felice…perché ho
te. ”
“
Ti accontenti di poco, allora… ” Severus sospirò tristemente.
“ E
dai, smettila! Se non sei stanco conosco un modo per fare passare ogni pensiero
cattivo…”
Gli
occhi del mago scintillarono “ Sarebbe? ”
“
Lo conosci molto bene… ”
“
Ah, quello! ”
“
Nella mia vita ho fatto l’amore solo con un mago, ma adesso voglio sapere cosa
si prova con un uomo senza poteri magici… ”
“
Esattamente lo stesso… perché è sempre lo stesso uomo che ti ama. ”
Lucius
Malfoy controllò una cartina geografica dall’aspetto vetusto, sopra si
muovevano piccoli punti luminescenti “
Sei un idiota, Codaliscia! Senza poteri magici Piton non può essere rilevato
dalla mappa…mi chiedo da che parte tu stia: non è che stai tentando di aiutare
Silente?! ”
Il
piccolo mago rimase zitto e spaventato.
“
Potresti sempre trasformarti in topo e scappare definitivamente nelle fogne. ”
Malfoy
rise crudelmente.
Sirius
Black attraversò lo studio del Preside a grandi passi “ Questa inattività mi logora… ”
“
Temo che presto avremo altro che da stare tranquilli. Piuttosto, ho ricevuto
una risposta al mio annuncio sulla Gazzetta del Profeta. Il supplente di Difesa
contro le Arti Oscure sarà qui a momenti. ”
disse Silente mentre accarezzava Fanny.
“
In questo caso è meglio che vada via, non devono vedermi. ”
“ Oh,
ma ormai Azkaban è un posto senza importanza, i Dissennatori lo hanno
abbandonato: nessuno potrà provare a rimandarti lì…adesso è Voldemort l’unica
preoccupazione di tutti. ”
“
Preferisco non rischiare. ”
Bussarono
alla porta “ Troppo tardi, Sirius! ”
Black
si strinse nelle spalle e si sistemò nell’angolo più buio.
Un
uomo avvenente con i capelli neri dall’aspetto ribelle e penetranti occhi grigi
entrò nella stanza “ Buon giorno! ”
“
Benvenuto ad Hogwarts, signor Liddre!
Posso presentarle un amico? ” Silente fece un cenno verso Sirius “ Si tratta
del mio caro signor Felpato. ”
Liddre
porse una mano a Black e la strinse con calore ed un sorriso incoraggiante “ Piacere di conoscerla! ”
“
Piacere mio, signor Liddre. ”
“
Prego, mi chiami Mot, è il mio nome. ” poi guardò Silente “ Quando posso
incominciare? ”
“
Ma oggi stesso, è chiaro! ” Silente
sorrise incoraggiante.
Severus
Piton si risvegliò su uno scomodo materasso babbano. Guardò fuori dalla
finestra e vide che era giorno inoltrato. Si tastò il corpo dolente per tutte
gli incidenti che gli erano capitati il giorno prima “ Mobilispeculum! ”
mormorò facendo un cenno verso uno specchio appeso al muro, ma quello
non si mosse. Severus sospirò e si lasciò ricadere sui cuscini.
“
Uhm…sei sveglio? ” Aura si sollevò a sedere “ I tuoi poteri sono tornati? ”
“
No. ”
“
Allora facciamo a modo mio. Vestiamoci ed andiamo a trovare il mio vicino,
sicuramente avrà una soluzione. ”
“
Il tuo vicino non sarà chi penso, vero? ”
“
Proprio lui, ma tanto non ci sono soluzioni alternative. ”
Aura
bussò alla vecchia porta dipinta di verde, la targhetta indicava che quella era
la villetta del signor Moody, Alastor Moody. Mentre aspettavano che aprisse,
Piton ficcanasò nel giardinetto, storcendo il naso per tutto quello che vedeva,
e scoccando occhiate altamente pericolose ai passanti. Non che i passanti
cercassero di avvicinarsi, anzi, si allontanavano rapidamente chiedendosi chi
fosse quel pazzo con i capelli lunghi ed una specie di tonaca nera strappata in
più punti. Severus si raddrizzò il mantello per darsi un contegno e si avvicinò
ad Aura facendo sfoggio del suo portamento regale, del tutto fuori luogo in
quel posto e con le vesti stracciate come quelle di un pezzente “ Giuro che non mi sono mai trovato in uno
stato simile…e tutto per Harry Potter! ” mugugnò.
La
donna sorrise e bussò più forte. Un rumore di passi strascicati la avvertì che
Moody stava per aprire la porta.
“
Chi è? ” gracchiarono dall’interno.
“
Alastor? Sono Aura… ”
“
La signorina Kay non è più a Londra! Se siete venuti per minacciarmi è meglio
che scappiate prima che io conti fino a tre…uno…due… ”
“
Alastor, per carità, non scatenare i bidoni della spazzatura! Sono proprio io!
”
“
Sciocchezze! Oh, io lo so…siete Mangiamorte venuti a catturarmi! ”
“
Alastor…sono in missione per Silente! ”
“
Silente? Chi c’è lì con te? ”
“
Un vecchio amico… ” buttò lì Piton nervosamente.
La
vecchia porta venne spalancata con tanto impeto che pezzi di pittura verde si
staccarono schizzando qui e lì. Moody puntò la sua bacchetta magica su Piton,
mentre l’occhio magico roteava all’impazzata
“ TU! ” strillò.
Piton
arretrò alzando le mani.
“
Sei venuto per uccidermi?! ”
Aura
si aggrappò al braccio di Malocchio Moody e allontanò la bacchetta da Severus.
Piton
ebbe una fugace visione dei passanti che si fermavano ad osservare e spinse con
uno scatto il vecchio e la donna dentro casa, sbattendosi la porta dietro.
“
Via da me, impostori, assassini! ”
“
ALASTOR! ” ruggì Aura “ Sono proprio io! ”
“
A…Aura? Ma che diavolo ci fai con…con…con quel coso lì? ” ed indicò Piton che
fissava la scena con una faccia spaventosamente cattiva.
“
Siamo in missione per Silente. I Mangiamorte ci hanno attaccati, e hanno
colpito Severus con la Negatio Incantum… ”
“
Aha! ” fece Moody alzando la bacchetta.
Piton
si chiese cosa si provasse a morire, e rimpianse di non essere mai stato tra i
Mangiamorte che andavano in cerca di Auror per ucciderli.
“
Alastor, smettila…so che non vuoi fargli del male, e, credimi, questa commedia
non è necessaria. ”
Il
vecchio Auror sospirò “ Perché siete
venuti da me? ”
“
Aiutalo! Hai qualcosa per spezzare l’incantesimo che gli hanno fatto? ”
“
Ragazzo, sai ancora fare pozioni? ” chiese con noncuranza guardando Severus,
come se fosse tutto tranquillo.
“
Direi di si. ”
“
Vai nel sottoscala, lì tengo tutti gli ingredienti necessari. Puoi prepararti
quello che ti serve. ”
Piton
alzò gli occhi al cielo, ma scese in cantina senza fiatare.
Moody
si trascinò con la gamba di legno che sbatteva forte sul pavimento fino ad un
divanetto “ Siediti. ” fece cenno alla donna
“ Mi sei mancata quest’anno. ”
“
Non hai avuto visite? ”
“
Certo che no. Allora, le voci erano vere? ”
“
Che voci? ”
“
Quelle che mi ha riferito Arthur Weasley…che ti sei messa nei guai, e guai
seri! ”
“
Continuo a non capire…”
“
Non fingere! Piton lì sotto… ” diede un colpo sul parquet con la gamba “…avete intenzioni serie? ”
La
donna sorrise.
“
Molto male! Anche se provi un forte senso di gratitudine nei suoi confronti
questo non ti obbliga a stare con lui. ”
“
Smettila, Alastor! ” Aura sbuffò
seccata “ Non è il caso di parlarne. ”
“
Oh, si, invece! Perché è come se io fossi tuo padre, ed i padri si preoccupano
sempre per i figli. Aura, piccola, tu non conosci il Male…il Male è una forza
che non ti lascia, dopo averti preso. Puoi metterlo a tacere per un poco, ma
lui è dentro di te, e preme per riemergere fino a che non ci riesce…”
“
Sai, mi sono imbattuta in questo Male…e so che Severus Piton non ne è stato
corrotto. Forse ha subito la tentazione, ma non ne è stato corrotto. Il fatto
che io sia qui, viva, ne è la prova inconfutabile. ”
“
Non esserne certa. ”
“
Silente non è del tuo stesso parere, lui si fida di Piton. ”
“
Il vecchio Albus ha le sue idee. Oh, siamo vecchi amici, ma ci sono cose su cui
dissentiamo totalmente. Guardami… ” indicò la gamba di legno, e la faccia
coperta di cicatrici orrende “ Questo
mi è stato fatto dagli amici del tuo caro Severus. Anche loro non sono stati
corrotti? ”
“
Non c’entra nulla. La tempra di Piton è diversa. ”
“
Questo è vero…questo è vero. Bene, hai toccato il cuore del problema, ma non ti
rendi ancora conto del suo significato e non sarò io a spiegartelo… ”
“
Ma Alastor, io non ti capisco. ”
“
Lo so…chiedi a Piton di parlarti delle sua famiglia, chiedigli perché è
diventato un Mangiamorte. Non ti sei accorta che è un mago fuori dal comune? ”
“
Ma cosa… ”
“
Ora basta! Saresti così gentile da prepararmi un the? ”
Un
paio d’ore dopo Piton aveva bevuto l’orribile pozione che gli avrebbe permesso
di rientrare in possesso dei suoi poteri.
“
E’ora di andare ” disse “ Dobbiamo riprendere il viaggio. ”
“
Come intendete andarvene? ”
“
Ci smaterializzeremo. ”
Moody
abbracciò la sua protetta e le mormorò in un orecchio “ Vedi? Io non potrei
smaterializzare altri che me stesso, eppure passo per essere un buon mago… ”
Severus
prese la mano di Aura e la attirò a sé
“ Grazie, Malocchio, ma spero di non doverti rivedere tanto presto. ”
“
Stai alla larga, ragazzo, la prossima volta ci penserò due volte prima di darti
una mano. E non mettere la mia bambina nei guai… ”
“
Addio, vecchio Auror… ”
Prima
che Moody potesse replicare, Piton era già sparito, portandosi dietro Aura Kay.
“
Si stanno movendo! ” Malfoy rise allegramente buttando la testa all’indietro, i
suoi capelli biondi scintillarono alla luce delle candele. Lui e Codaliscia
lasciarono la locanda a Notturn Alley con la certezza che sarebbero tornati
presto da Voldemort, e non da soli.
Il
professor Liddre sorrise ad Harry Potter
“ Sei molto bravo, Harry! ”
disse, mentre il ragazzo agitava la bacchetta “ Così…le tenebre si diradano…ottimo! ” Fece cenno al giovane
mago di tornare a posto, e chiamò Draco Malfoy
“ Vuoi provare? Ricordati che se perdi la concentrazione non riuscirai a
far diradare le tenebre che per pochi istanti… ”
“ Dia…diaf…”
“
Diafana rex! ” suggerì Potter in un soffio.
“
Diafana rex! ” disse Malfoy, e il buio artificiale creato dal professore
cedette il passo alla luce prodotta dalla bacchetta di Draco.
“
Benissimo! Dovete aver avuto un ottimo professore, prima di me. ” approvò il
mago.
Hermione
fece cenno di si, mentre si alzava e si avvicinava alla cattedra.
“
Sei stato bravo! ” disse Harry a Draco.
“
Grazie, anche tu. ” Malfoy sorrise, e Potter ricordò a sé stesso che era la
prima volta che vedeva quel genere di espressione sulla faccia del compagno.
[CONTINUA]