Viaggio ad Hogwarts

 

Autrici: Mac, Gwillion, Silvia, Welverance, Kikka, Alostrael.

Pairing : un mucchio, ve li trovate da soli !

Censura: v.m.14

 

 

Hogwarts… tra i corridoi scuri dei sotterranei si aggiravano tre loschi figuri… Draco Malfoy ed  i suoi sgherri Goyle e Tiger. Un oscuro desiderio animava il giovane Draco quella sera… raggiungere lo studio di Severus Piton e racimolare gli ingredienti necessari ad una Maledizione dei Fantasmi con i fiocchi… una Maledizione da usare contro Potter ed i suoi allegri amici…

Giunti che furono nello studio del Professore, Draco iniziò a fare i preparativi…

Nel frattempo, in Italia, avveniva un incontro ben strano. Un gruppo di ragazze, fan del Professore di Pozioni dei libri della Rowling, dopo lunghe frequentazioni via Internet, aveva deciso di incontrarsi a casa di una di loro.

Le ragazze ciarlavano allegramente, quando Mariacarla, la padrona di casa, depose un vassoio colmo di bicchieri di succo d’ananas sul tavolo – Benvenute! – disse – Vogliamo controllare il forum del Piton Fan Club, prima di ogni altra cosa? – le altre assentirono, perché quel forum era il loro mezzo preferenziale di comunicazione, così Mac accese il computer.

Le ragazze si riunirono intorno alla schermo – Dunque… vediamo… - sussurrò Mac, percependo una strana sensazione… come se dal computer venisse una voce, un richiamo… una magia d’evocazione…

- Evocatio! – gridò Draco, completando la sua Maledizione contro Potter… e… alcune figure si materializzarono nella stanza…

- I fantasmi! – strillò il Serpeverde, e lui ed i suoi sgherri si diedero alla fuga… lasciando sole le amiche del Piton Fan Club… magicamente giunte ad Hogwarts.

Questo è l’inizio della nostra storia…

 

                                                               Capitolo Primo

                                                        Sei babbane ad Hogwarts

 

Gwillion sbatté le palpebre, con la testa confusa. Suo padre le aveva detto e stradetto che incontrare dal vivo delle persone conosciute attraverso Internet poteva essere pericoloso, ma certo non aveva mai pensato a quel genere di pericolo.

Intorno a lei c’erano le mura di pietra di un castello medioevale, e poi, e poi… un uomo con i lunghi capelli neri, occhi neri e profondi, il volto pallido e scavato…

- Siamo ad Hogwarts! – gridò la ragazza – Non è possibile, siamo ad Hogwarts! -

- Hogwarts?! – fece Silvia, iniziando ad aver paura – Dai Gwillion… cerca di essere seria! Che diavolo hai messo nel suo succo d’ananas, Mac?! Non possiamo essere ad Hogwarts… non possiamo…  -

Anche Welverance si rialzò dal pavimento su cui si era ritrovata lunga distesa e si diede dei colpetti sui pantaloni neri da rapper tutti impolverati, poi alzò lo sguardo. E si trovò improvvisamente, e fin troppo consapevolmente in un posto che non conosceva… iniziò a ruotare lo sguardo tutto intorno, e poi inarticolate espressioni di meraviglia le sfuggirono di bocca…

Mac scoccò un’occhiataccia a Silvia – Io non ho di certo drogato il succo d’ananas di nessuno! – sibilò, rimettendosi in piedi – Questo posto sembra davvero Hogwarts! Che mi venisse un colpo! Ragionare… devo ragionare… forse… siamo streghe… - poi, colse lo sguardo che Gwillion aveva fissato su qualcosa e lo seguì…

- E voi che ci fate qui? No… più importante, chi siete? – disse una voce fredda… e lei vide… occhi neri, pelle pallida… lungo abito scuro.

- Non è possibile! Severus Piton! – si lasciò sfuggire la ragazza.

Silvia si tirò dei pizzicotti sul braccio – No… non è reale… - mormorò – Hogwarts è un’invenzione della Rowling, e questo non può essere Piton… -

- E’ normale… - disse Gwillion come incantata – E’ perfettamente normale! Un antico maniero… un mago cinico, sarcastico, ambizioso… e da quando avevo dodici anni che visito con la fantasia posti simili… e adesso credo di essere completamente impazzita… -

Severus Piton squadrò le ragazze. Questa era decisamente una cosa che non gli era mai capitata… erano spie? Streghe? No… i loro sguardi tradivano la sorpresa e lo stupore. Gli sguardi stupidi che gli rivolgevano tradivano la loro natura babbana. Ma… era possibile? Babbane ad Hogwarts?!

- Ho detto: chi siete? Che ci fate qui? Voglio una risposta… subito! – sibilò estraendo la bacchetta e puntandola.

Francesca, che in tutto quel tempo era rimasta in silenzio, mormorò timidamente – Allora è vero! Siamo ad Hogwarts… ma come abbiamo fatto? – fissò il mago… il suo sguardo era minaccioso, ma era… terribilmente affascinante.

Mac sollevò un sopracciglio, disgustata dall’accoglienza – Piton… abbassa la bacchetta, bamboccio! – sibilò a voce bassissima – Andiamo bene… il mio istinto di sopravvivenza è in allarme… questo ci frigge… dobbiamo fare qualcosa! –

Kikka, Francesca  si poggiò al muro – Dove è finito lo stile inglese? Vecchio buon stile inglese… siamo appena arrivate e ci aggredisce… però… è proprio come lo descrive la Rowling! –

Silvia deglutì – In effetti è un po’ inquietante… Mac, parlagli tu… sembri la più in sé… -

Mac si stava facendo avanti, ma Gwillion la prevenne – Siamo un gruppo di sognatrici… - disse avanzando senza curarsi dei simboli luminosi sul pavimento che aveva inavvertitamente calpestato – Qualcuno ci chiamerebbe disadattate, e forse non a torto. Veniamo da un altro mondo, credo, un mondo in cui le storie di Hogwarts sono racconti che tutti possono leggere. –

- Dopotutto… - fece Piton con una smorfia disgustata – Credo che sarà il caso di chiamare Madama Chips per farvi visitare… siete pazze. E fossi in voi non mi muoverei… un passo di troppo ed attiverete la barriera magica che protegge questa stanza… -

In quel momento Argus Gazza si affacciò alla porta – Che succede, professore? –

- Nulla… vada a chiamare il preside… subito! - 

Il custode si allontanò, e Piton tornò a fissare le ragazze – Sognatrici? Disadattate? In entrambi i casi questo posto non fa per voi… non muovetevi! –

- Il termine sognatore vuol dire avere la testa perennemente tra le nuvole, protesa verso mondi fantastici e carichi di magia. Quando uso la parola disadattate, è chiaro che nessuno è disadattato in assoluto, e noi, se siamo tali lo siamo rispetto al mondo babbano. Ed Hogwarts chiaramente non ne fa parte… - disse Gwillion, e poi sorrise. In fin dei conti da parte di Severus Piton avrebbe potuto aspettarsi un’accoglienza anche peggiore.

Mentre Gwillion e Piton si fronteggiavano, Welverance osservava, rapita e pervasa dai suoi impulsi da artista i lineamenti particolari di Severus, ed il suo cuore sincero e delicato la spingeva a… a rivelare la passione che sembrava accomunare tutte  quelle ragazze… lo stesso Piton – So che lei è il Professore di Pozioni… ho letto molto di lei e… mi permetta di presentarmi! Welverance, pittrice e sua ammiratrice! – poi la ragazza si rese conto di una cosa – Alostrael! – gemé – Mi scusi, ma manca Alostrael… non è qui! E’ una di noi! –

 

Esattamente in quel momento, a diversi metri di distanza, Alo, come di consueto accompagnata dalla fortuna, si era ritrovata sola in una stanza semibuia ed apparentemente inutilizzata da secoli. C’erano molti quadri accatastati negli angoli… con figure umane in abiti d’epoca che si agitavano tentando di liberarsi dalla scomoda posizione.  Una di loro… le aveva urlato in maniera più che scortese di darsi una mossa per dar loro una mano. Sicché Alo aveva, più o meno, realizzato di trovarsi all’interno di Hogwarts, o comunque in un posto che gli somigliasse molto. Persa in queste assurde riflessioni aveva sentito le voci di Gwillion e Mariacarla che  spiccavano tra i rumori provenienti da una stanza vicina. Sistemandosi i vestiti impolverati e non curandosi minimamente dei richiami stizziti della cavalleria imprigionata nei quadri si avviò verso l’unica porta, nella speranza di riunirsi alle sue amiche e capire che diavolo fosse successo.

 

Francesca, intanto, cominciava ad avere il dubbio che fosse tutto un sogno, affascinata e persa nella contemplazione dei quadri, del mobilio – Bisogna trovare Alo! – disse poi riscotendosi – Era con noi prima! Era con noi prima di… e se finisse nelle grinfie di Pix?! –

Mariacarla stava riflettendo, non riusciva a capire… no, razionalmente non ci riusciva, eppure, eppure… se c’è Piton, si disse, qui deve esserci anche tutto il resto! Tutto il resto… e Piton mi interessa davvero poco se c’è… tutto il resto! Qui posso dare una forma ai miei sogni, e farò di tutto… di tutto… per farlo.

Mac sorrise tra sé e sé, intervenendo nella conversazione tra Severus e Gwill – Sognatrici? Si, ma con una discriminante! I nostri sogni si avvereranno… - disse con una nota trionfale nella voce – In quanto a me mi chiamo Mariacarla e se questo è un sogno non saranno i tuoi incantesimi ad ucciderci… ma se non è un sogno… allora non saranno lo stesso i tuoi incantesimi ad opporsi al destino che ci ha condotte qui… -

Welverance, dal canto suo, era completamente assente… e pensava che presto avrebbe visto il suo mito Silente… Albus Silente che tante volte aveva dipinto!

Francesca azzardò qualche parola – Io non so… un sogno che ci accomuna? Possiamo davvero modellarlo a nostro piacimento? Forse possiamo solo seguire l’andamento delle cose come nel libro… - sospirò – Ma dato che siamo in ballo, balliamo! – si accostò un po’ a Severus, tendendogli la mano – Mi chiamo Kikka, Francesca… -

Piton osservò la mano che la ragazza gli tendeva. Strana cosa… non gli capitava spesso di imbattersi in gente tanto pazza e capace di confonderlo fino a quel punto… dicendo tante assurdità nel volgere di pochi istanti – Ho detto che dovete stare ferme! – sibilò – Giù quella mano o ti troverai pietrificata prima di rendertene conto… -

- Forse il termine pazze scatenate sarebbe stato più appropriato per descriverci… - fece Gwillion con un sorrisetto di fronte all’espressione come terrorizzata di Piton  - E fare appello alla gentilezza di Severus Piton per toglierci da questo gelido sotterraneo forse è un no sense, ma bisogna anche considerare che… si potrebbe creare una notevole confusione se qualcuno si accorgesse della nostra presenza qui. Qualche alunno che soffre di insonnia potrebbe pensare che il Professore di Pozioni fa comparire babbane dal nulla per sollazzarsi… - oddio che aveva detto?! – E comunque prima di rendere pubblica la nostra venuta ad Hogwarts dovremmo metterci d’accordo sulla storia da raccontare… A te, Severus, ho detto subito che venivamo da un altro mondo, ma tu sei, come dire… un intelletto superiore… e se questa notizia si diffondesse per la scuola non so cosa accadrebbe. E poi manca una di noi, e non vorrai lasciarla libera di girare per il castello a suo piacimento? Ah… il mio nome è Gwillion, per inciso. -

- Gwillion? Sei un po’ troppo lesta di lingua per i miei gusti. Metterci d’accordo per la versione dei fatti? Vedremo… ah, e per quella di voi che si è allontanata… sono certo che Gazza la porterà qui… prestissimo… - disse Severus con un sorriso sghembo.

E Gwillion sorrise, perché un po’ troppo lesta di lingua era un complimento insperato per lei, sempre intenta a combattere la sua timidezza nella vita reale… ma quella non era la vita reale, e forse, proprio per quello, riusciva a parlare a quel mago in fondo temibile con una tranquillità che scivolava nell’avventatezza:

 – Io credo che quei segni luminosi sul pavimento potrebbero avere qualcosa a che fare con la nostra venuta… – disse poi – Ma non sarà tanto facile esaminarli per te, fino a quando ci staremo pigiate sopra… e, professore, il tuo cognome   si pronuncia Piton o  Paiton? –

Severus sibilò qualcosa di incomprensibile, ma i suoi occhi si posarono sui segni che rilucevano sul pavimento, scintillando in maniera ipnotica… poi rialzò lo sguardo sulle ragazze e le esaminò una per una.

- Tra poco Silente sarà qui… e vedremo se farvi muovere o no… - per qualche istante Piton lottò contro la curiosità , e poi cedette – Da dove avete detto che venite? -

Mac, nel frattempo, osservava la stanza, girando gli occhi qui e lì. Molto affascinante, pensava, se solo potessi muovermi… uscire di qui, eludere la sorveglianza…

Ma poi Mac vide, dietro Piton, sulla soglia della stanza la figura di un ragazzo – Tu sei… - mormorò stupita, ma l’altro se l’era già svignata.

Eppure anche Piton aveva avvertito la presenza del giovane, e strillò a voce abbastanza alta da udirsi nel corridoio – Signor Malfoy! Venga subito qui! –

Il ragazzo tornò indietro ed entrò, stizzito. Squadrò le ragazze con un certo scetticismo, e poi fissò Piton, deglutendo.

- Perché è venuto qui prima… diciamo un’ oretta fa? Voglio sapere cosa ha fatto con precisione… -

- Io non… -

Severus Piton indicò un grosso pezzo di dolce caduto per terra, vicino alla soglia – E quello? –

- Ed io cosa dovrei saperne?! -

- Ad occhio e croce sembra un pezzo di quei saporiti dolci alla menta che tu, Malfoy, ricevi da casa e che poi spacci ai tuoi amici Tiger e Goyle in cambio dei loro lavoretti! -

Draco deglutì ancora, scoperto.

- Allora, Malfoy? -

- Ecco io… volevo… -

Mac pensò che se era stato Malfoy ad attirarle in quel mondo, e Piton sembrava sospettare esattamente questo, forse sarebbe stato possibile per il Professore trovare una contromisura e… no! Non voleva essere rispedita a casa! Dovevano trovare il modo per illudere Piton che la loro presenza avesse valore!

- Stavamo tentando un incantesimo! – disse senza riflettere, e non sapendo ancora bene dove andare a parare.

Malfoy la fissò a bocca aperta.

- Voi siete proprio, assolutamente, pazze! A che stupido gioco state giocando? – fece Piton, torvo.

- Ecco noi siamo… streghe! -

- Cosa? – sibilò Piton – Non c’è alcun potere magico in voi! E se vi siete messe a pasticciare con qualcosa che non vi riguarda siete ancora più stupide… più folli di quanto non credessi! -

Riguardo alla follia di Mariacarla Gwillion si sentiva moderatamente d’accordo, eppure era curiosa di vedere dove volesse arrivare l’amica. Poi con un’improvvisa decisione si avvicinò all’altra per parlarle in un orecchio: - Che cosa intendi fare? Noi non siamo maghe, e persino il rituale di gufamento alla Rowling che avete fatto quando io non facevo ancora parte del gruppo è miseramente fallito! Io ti reggo il gioco… ma se la tua intenzione è di attirare l’attenzione di Piton non mi sembra il modo giusto questo… non so, gli avrei detto che sappiamo chi è che ha dato ad Harry la Mappa del Malandrino… e tante piccole altre cose… certo non in presenza di Draco,  ma… -

- Noi non avremmo poteri magici? – disse Mac a Piton ignorando Gwill – Ti inganni! Certo… però… non è il caso di metterli alla prova, no? Se noi abbiamo aperto un varco tra i mondi potremmo fare anche di peggio… portare qualcuno qui. Qualcuno… Non sto minacciando, ma è meglio non forzarci la mano e poi non mi va di essere prigioniera qui! -

Mac abbassò la voce, sussurrando a beneficio di Gwillion – Non sto cercando di attirare la sua attenzione! Ma ci giochiamo la partita per la vita qui… ed io voglio vincere! –

Welverance ascoltava Mac alquanto contrariata, con l’espressione di chi non approvasse per nulla. Non riuscì a trattenersi, in preda ad un desiderio di onestà – Mi spiace, Mariacarla! Ma io non c’entro nulla con quello che stai dicendo! Io non sono una maga, anche se so molte cose di quello che è successo qui ad Hogwarts da quando è arrivato Harry Potter… non so darmi spiegazione del perché sono qui… - disse, stringendo a sé la borsettina in cui portava sempre il materiale per disegnare.

Silvia, intanto, se ne stava buona buona in un angolo, senza intervenire. Era ancora sotto choc per quello che stava succedendo, e voleva imprimersi nella mente ogni singolo particolare di quel luogo… gli odori, i colori… e Piton, il suo mito. Sarebbero stati ricordi che sarebbero rimasti per sempre stampati a fuoco nella sua mente.

- Maghe o non maghe sintetizzò Gwillion con il suo perenne mezzo sorriso (perenne da quando si trovava ad Hogwarts almeno) - certo è un bel dilemma. E forse potremmo esserlo davvero, anche se non ne eravamo a conoscenza. In fin dei conti ci deve pur essere un motivo se proprio noi siamo giunte qui... e anche il fatto che apparentemente nessun potere si agiti attorno alle nostre figure vuol dir nulla, in fondo non si può tracciare un confine netto tra maghi e babbani, anche se qualcuno sarebbe felice di negarlo… - e detto questo la giovane si fermò per un attimo a guardare Draco, il figlio del nemico, che stava là ad ascoltare impunemente ogni cosa - E l' esistenza dei così detti magonò è già una prova al riguardo. Forse la nostra magia non appartiene ad una sola di noi ma è collettiva... chi può dirlo. Anche se è vero, devo ammetterlo a questo punto, non stavamo tentando nessun rituale. Eppure siamo qui, e questo è un dato di fatto. E a proposito di magie... io inizio a chiedermi se la barriera con cui continui a minacciarci esiste davvero, Severus, certo non sono tanto incosciente da provare ad attraversarla di persona ma... -
La giovane si tolse uno dei suoi sandali dorati, e lo lanciò dall' altra parte della stanza. La scarpetta atterrò sul pavimento con un suono... cristallino... e adesso era completamente trasparente.
La giovane atterrita non sapeva cosa pensare, e continuava a fissare quello che era stata la sua calzatura come se nient’altro esistesse al mondo.

 

Alo stava cercando di orientarsi lungo i corridoi. Se solo riuscissi a capire da dove provengono tutte le voci, pensava, sono certa si tratti di Gwillion e Mac...  si, deve esserci anche Kikka, e se ci sono loro tre ci saranno anche le altre... ma come fare per raggiungerle? Urlare non mi sembra la soluzione più appropriata. Il respiro di Alo si faceva sempre più affannoso, mentre continuava a riflettere. Ci manca solo uno dei miei soliti attacchi di panico, pensò ancora, e questo non è un sogno, ma un incubo!

La camminata di Alostrael si faceva sempre più veloce: c'era una luce infondo al corridoio... iniziò a correre, senza accorgersi di essere seguita da parecchi minuti.

 

Poco distante la schermaglia tra Piton e le babbane continuava.

Kikka sospirò - Forse questo non è il modo giusto di prendere Piton! - fissò il mago - Senta, signor Piton, posso dirle solo una cosa: non so come siamo finite qui, ma una cosa è certa... non siamo delinquenti. Faccia scomparire quella barriera... o forse ha paura di un paio di babbane? - Francesca osservò l'altro senza paura, invitandolo con lo sguardo a rispondere.

Piton sorrise. No, non proprio un vero sorriso, ma un mezzo sorriso. Agitò la bacchetta in aria, e poi le ripose.

- Molto bene... adesso non c'è più alcuna barriera, ma questo non vi rende libere. Tentate un passo e finirete molto male. Per quanto sia strano... ammetto di cominciare a trovare interessante questa storia. Anche se... - e Piton sghignazzò  - ... Siete un gruppo talmente confusionario e privo di legami da farmi ridere. Nessuna di voi è riuscita a mettersi in linea con l'altra... è davvero deprimente. Oh, sì... state giocando al gioco degli alti valori morali, mostrando il vostro candore (e qui scoccò un'occhiataccia a Mac), ma nell'assieme siete abbastanza patetiche. Silente sarà qui a momenti, e Gazza recupererà il resto della banda. Forse dovreste iniziare a ragionare. -

Mac, dal canto suo, stava volutamente ignorando Piton. Ecco lo sapevo, pensò, è per questo che mi piace stare da sola... la gente rovina i miei piani. Vediamo adesso cosa otterranno queste sciocche... rischiamo di essere rispedite a casa e... no, no! Mariacarla osservò Draco e pensò che avrebbe voluto parlare con lui.

Severus Piton stava finendo ancora il suo discorso, mentre Draco s'era defilato in un angolo e Mac, facendo a ritroso un passo alla volta, si accostò al giovane Serpeverde.

- Un Serpeverde, vero? - mormorò Mariacarla al ragazzo - E' fantastico! Lo sai che sei famoso Malfoy? La gente come te dovrebbe essere valorizzata... e credo che potrei insegnarti un paio di cose per mettere in difficoltà Potter e compagni... in cambio di un piccolo favore... -

Piton fissò il suo sguardo sui due - Smettetela di chiacchierare! Vai fuori, Malfoy, faremo i conti dopo... -

- Cercami, poi... - sussurrò Mac a Draco, pensando che aveva gettato il primo amo... domandandosi cosa avrebbe pescato.

- Patetiche?! Dunque siamo patetiche? - mormorò Gwillion stringendo la sua recuperata scarpetta di cristallo - Vorrei vedere te, sballottato in un altro mondo, senza alcun preavviso, senza nulla che potesse farti immaginare... un simile evento. E proprio per questo non possiamo metterci d' accordo, perché nulla in ciò che diciamo è premeditato. E poi... e poi credo che sia inutile stare a discutere con una persona così testarda come te, Severus, non ti sei nemmeno reso conto che proprio tu sei la prima persona in pericolo a causa di ciò che noi sappiamo... il marchio che hai sul braccio... quante persone conoscono quel segreto, quante persone sanno qual è la tua reale fedeltà nei confronti... -
La giovane si interruppe a metà, si sentiva improvvisamente troppo stanca per parlare. E solo in quel momento si accorse che Silente, entrato nella stanza, osservava la scena sorridente.

Francesca vide il Preside e si diresse verso di lui, ignorando Piton... c'era una sola cosa che l'accomunava a Mac... il desiderio di non essere mandata via, non ancora.

Anche Silvia vide Silente che sorrideva, i grandi occhi azzurri scintillare furbescamente, e mandò all'aria ogni rimasuglio di timore... si fece avanti e si presentò all'anziano Preside. Poi si voltò a fissare Piton - Mi spiace se sono rimasta qui come una povera idiota, ma ero ancora sotto choc. Per noi trovarci qui è... il mondo di Hogwarts è un mito... una cosa che va oltre ogni magia, oltre ogni sogno e desiderio. Trovarci qui dopo aver letto per tanto tempo di voi... è la realizzazione di un sogno... -

A Kikka scappo’ un sorrisetto, e poi si presentò a Silente.

- Allora, Severus... - disse infine Silente, e non smetteva di sorridere - Vuoi provare a spiegarmi tu quello che  sta succedendo, o devo chiedere il parere di queste graziose signorine? -  poi fissò Kikka - Dunque ti chiami Francesca - mormorò Silente continuando a guardare la giovane con i suoi occhi azzurri e intensi - Un nome dell' Italia... una terra di cui si potrebbe dir molto... ma in questo momento chissà perché mi vengono in mente le granite... di limone, io preferisco i sorbetti, ma si sa, paese che vai, usanze che trovi.  E vuoi dirmelo tu, Francesca, perché vi trovate qui? O qualcun altro si offre volontario? Insomma, capisco che l'aspetto di Severus possa incutere un po’ di paura, ma non dovete aver timore di lui! -

Welverance, nel frattempo, osservava rapita Silente ed il Professore di Pozioni. Oh, che creature meravigliose, pensò.

Severus ascoltava il resoconto delle ragazze al Preside. Non che lui andasse perfettamente d'accordo con Silente...e adesso ne scorgeva un altro motivo: il sorrisetto del vegliardo, la sua aria (almeno apparentemente) tranquilla.
Era troppo serafico! Ecco, questo a Piton non andava giù, non a lui, che esagerava persino in serietà e drammaticità dei modi.
- Queste ragazze asseriscono, hanno asserito (lo hai sentito), di venire dall'Italia...ma non solo "geograficamente": il loro viaggio sarebbe stato un viaggio tra mondi...e sanno delle cose. Io immagino che debbano essere rispedite subito lì da dove vengono!
- E come, Severus?- disse Silente - Mi meraviglio di te! Un mago esperto quale sei sa che... una simile circostanza può aver avuto delle ripercussioni, per così dire. Anche se potessimo rispedirle subito indietro, non sarebbe saggio. Dobbiamo analizzare la loro venuta. -
- Ma mettono in pericolo noi e loro stesse, restando!- sbottò Severus.
- Non hai percepito la potente aura magica al loro arrivo? Ce ne siamo accorti solo noi? Non credi che qualche mago del Ministero potrebbe venire a controllare? O qualcun... altro?
Piton si zittì, contrariato.
- E adesso, è meglio andar via da qui... sarete stanche, io molto curioso. Ho fatto preparare una tavola, e poi andrete a dormire. -  disse Silente, sorridendo...

Una tavola? Dormire? Il vecchio era davvero sciroccato pensò Severus.

Oh, è fantastico... cena, camera da letto... un ottimo modo di prendere tempo... pensò Mariacarla... se anche le mie amichette lo capissero... sarebbe perfetto! Più tempo restiamo qui, più tempo abbiamo per sperare di trovare qualcosa che permetta di prolungare il nostro soggiorno, o qualcosa che ci serva...
Mac girò gli occhi sullo studio del prof di Pozioni... un posto davvero interessante... ma era solo una stanza. Una stanza su più di mille che potevano trovarsi al Castello. Era esaltante a dir poco! Come essere finiti nel Paese delle Meraviglie.
Il gruppo uscì dallo studio. Percorsero dei corridoi bui, e risalirono sino alla Sala Grande. Mac alzò lo sguardo al soffitto... era bello più di quanto ogni film potesse mostrare, più affascinante di un sogno. Un pensiero la colse alla sprovvista: non aveva alcun desiderio di tornare? La casa... le persone che si trovavano dall'altra parte? Un altro pensiero le venne in soccorso. Credo che loro ce la faranno senza di me, forse non si accorgeranno nemmeno della mia assenza, e, per una volta... voglio essere io a decidere tutto... pensò. Per tutta la vita aveva sognato un altro posto, un altro mondo... no, adesso non lo voleva perdere.
Ma era solo quella la ragione? Non ne era certa... c'era di più, ma era un desiderio abbastanza delirante. Le falene si bruciano sempre sulla fiamma... si disse.
Si sedettero a tavola.
Mac guardò le sue amiche... avevano atteggiamenti molto diversi dal suo. Si sentiva un po’ fuori posto, un po’ fuori del gruppo. Ma era sempre così, non c'era da stupirsi...
Tornò a guardare ogni dettaglio del posto, mentre veniva servita la cena. Severus Piton restava a guardare in disparte...con uno sguardo da avvoltoio...

Chissà cosa pensa, si disse Mac, se potesse leggere in ogni mente... sarebbe molto più teso, credo.

L'attenzione di Francesca era tutta per le succulente pietanze che erano sulla tavola, ed iniziò ad assaggiarle. Poi si volse a fissare Piton, che guardava in quella direzione con aria per nulla affabile.

Kikka scosse la testa e osservandosi intorno si accorse che Mac era pensierosa - Cosa hai? Mi sembri preoccupata... ma cosa ne diresti di andare a curiosare nel castello? -

- Sai... - disse Mac a Francesca - Non credo che ci sia consentito muoverci. Adesso dobbiamo soddisfare i padroni di casa; di certo non ci lasceranno ancora andare a zonzo... hanno i loro segreti. Fossi in te aspetterei stanotte... dovranno pur dormire, no? E crederanno che lo facciamo anche noi. -

Mac sorrise e tornò a concentrarsi sulla situazione e sui suoi possibili risvolti.

- Hai ragione Mac... meglio di notte... - Kikka sorrise, tornando a mangiare... ma era triste. Non si sentiva a suo agio con Piton che le fissava come uno sciacallo. E così passò il tempo girando lo sguardo dal suo piatto ai volti delle altre ragazze.

La cena era ormai finita, i piatti erano vuoti. Silente guardò ancora una volta le cinque ragazze, e chinò appena il suo capo canuto: - Forse a questo punto sarà meglio rimandare ogni ulteriore discussione a domani... - e muovendo appena la sua bacchetta fece apparire un cerchio lucente nell' aria - Ecco, attraverso questo passaggio finirete direttamente nella stanza che vi ho assegnato... già una di voi sta vagando per il castello, e non vorrei perdere un' altra delle mie deliziose ospiti. -

Gwillion fu la prima a saltare.
E si ritrovò in una camera ampia, illuminata da un lume che emanava uno strano chiarore verdastro, e c' era un letto a baldacchino, con delle coperte di velluto verde, e dei libri su di uno scaffale, libri dall' aspetto inquietante...

Mac fu la seconda a saltare -Toh! Il vecchio non deve saper contare granché! Dovremmo dormire tutte lì? - chiese indicando il letto, e storcendo il naso - Beh... io posso dormire sul pavimento... -
Dopotutto non voglio dormire affatto, pensò.
Guardò il resto della stanza - Però, male non è. Lo sai? Io adoro le lampade... quella lì mi piacerebbe molto, e poi il verde è il mio colore favorito. Potrei trovarmici bene... e quanti libri! Io adoro i libri, letteralmente! No ho una casa piena... li ho dappertutto! Persino tra i vestiti nell'armadio!  -

Ma a chi sto parlando, rifletté ancora Mac, forse è solo un tentativo per sembrare un po’ più socievole.

Gwillion aveva fissato a lungo Mac nel frattempo, e solo adesso si decise a parlare: - Io odio le tirate moraleggianti, odio ascoltarle e odio ancor di più doverle fare, perciò sarò breve: non ti parlerò né del valore dell' onestà né di altre simili fandonie. Ma una cosa devo dirtela: della tua vita puoi fare quello che vuoi, ma non puoi permetterti di dimenticare la prudenza, adesso. Perché è il segreto del nostro mondo quello che custodiamo nelle nostre menti... e ci sono maghi malvagi che si sfregherebbero le mani dalla contentezza all'idea di un intero pianeta privo di magia, inconsapevole ed indifeso... -

- Suvvia Gwill! - disse Mariacarla - Per chi mi hai presa? Non ho dieci anni, e non sono un'imprudente. Credi davvero che io sia qui a cacciarmi nei guai? Forse... non è a me che devi fare questo discorso. -
Mac sorrise tranquilla - Non riesco a capire cosa ti spinga a parlare in questo modo. Puoi spiegarmelo? Perché me tra tutte? -
La ragazza fece qualche passo per la stanza.
-Discorsi moraleggianti... alla mia morale ci penso io. L'onestà? Sarei tentata di dire che non conosco nessuno realmente onesto. E sono la persona più prudente che conosco. Il segreto così detto del nostro mondo è al sicuro. Il nostro mondo innocente... mi viene da ridere. Il nostro mondo non è affatto innocente. L'innocenza è tutta un'altra cosa... Il nostro mondo non è più indifeso di questo, Gwillion, non so proprio cosa tu voglia dire. Dovresti spiegarti, sai? -

- Non ho detto innocente, ma inconsapevole, e indifeso. Sono due cose diverse. - rispose Gwillion seccamente - E perché te fra tutte? Forse perché eri tutti quella che si è messa a parlare amorevolmente con Draco Malfoy, non molto tempo fa. Comunque è mia intenzione avvertire anche le altre... non appena si decideranno a raggiungerci. Quello che mi preoccupa maggiormente è che qualcuna di loro, forse, potrebbe essere accusata di imprudenza... tu no, come giustamente mi hai fatto notare. E per concludere: nemmeno io ho tanta fretta di tornare a casa, però voglio che ci sia una casa a cui tornare... un giorno. Bah... - la giovane scosse la testa - Questa è proprio una frase da romanzo e potevo risparmiarmela. Ma è così che la penso, e non posso farci niente. -

-Parlavo con Malfoy...è vero. E allora? Cosa sappiamo di Malfoy? Che è un poco di buono? Ma quanto poco? Non ne sappiamo molto! Questo è territorio da esplorare...che ne sai, magari quel ragazzo ha qualche numero. Non è reato parlare, sai? E poi...indifeso il nostro Mondo? Davvero credi che sia indifeso? Oh, no...non lo è. Il nostro Mondo...è una fregatura. Una casa? Sai...io ho sempre creduto che casa sia dove vuoi che sia...-

Mac abbassò la voce -Credi che io sia pazza? Non lo sono. Ed ora, forse dovrei far fruttare la mia vita, o meglio...i miei desideri. Se uno può realizzarli, non deve esitare.

Si diresse alla porta, ma si arrestò sulla soglia... Silvia, intanto, si era attardata a parlare con Silente, ma poi attirata dalle voci di Mac e Gwillion, che erano un po’ più alte del dovuto, entrò in camera. E vide l'espressione di Mariacarla...

Mac fissò Silvia che era appena entrata - Qualcosa non va, Silvia? - sibilò, prima di voltarsi da un'altra parte, decidendo che non era ancora ora di lasciare la stanza.

- No... tutto bene... - sorrise Silvia - E' che ti ho vista strana e mi sono spaventata. Sai, a dire il vero, anche se Hogwarts è davvero meravigliosa mi rende un po’ inquieta. A proposito... non saremo nella... nella sua stanza?! -

- Ma è bellissima! - fece Francesca entrando - Ma ho sentito bene? Silvia puoi ripetere? La sua stanza?! - poi si poggiò al muro chiudendo gli occhi e gustandosi l'attimo. Aveva sonno... e fissò il suo orologio da polso - Accidenti, non funziona più! - poi tornò a fissare la stanza... forse era davvero quella di Severus.

 - Guardate -

bisbigliò Gwillion in un sibilo di stupore, ed indicò alle altre un taccuino di pelle, verde, e le lettere argentee sulla sua copertina: Registro di Classe, Pozioni, diceva, Insegnante, Severus Piton.

- Ora o il nostro professore è meno infastidito dalla nostra presenza di quanto non volesse farci credere, oppure... oppure la magia di Silente se ne sta andando a farsi benedire, e non so quale delle due prospettive sia più... inquietante. -

 

Alo stava già camminando da un bel pezzo nella speranza di ritrovare le sue amiche. Entrava in tutte le stanze che le capitavano a tiro, anche se molte porte erano chiuse, e in definitiva arrivò a due conclusioni: la prima era che quella zona del castello doveva essere caduta decisamente in disuso e la seconda, non sentendo più le voci delle sue compagne, era che probabilmente queste dovessero essersi trasferite da qualche altra parte. Spero solo che non siano tornate a casa senza di me... pensava in preda al panico.
All'improvviso sentì qualcosa che dal basso le tirava la maglietta per richiamare l'attenzione.
- Alunni non dovrebbe stare in giro per scuola a quest'ora di notte. -
Era un elfo domestico! Alo ne era certa così come era ormai certo il fatto che quel castello fosse Hogwarts.
Alo però  si rese conto in fretta che l'elfo era se possibile ancora più impaurito di lei. - Sto cercando le mie amiche, sono cinque e... non sono alunne della scuola... devo assolutamente raggiungerle...- 

L' elfo domestico non si preoccupò di domandarle chi fosse e soprattutto cosa ci faceva ad Hogwarts. Servilmente però si offrì di accompagnare Alo nelle cucine, visto che aveva contribuito poco prima a preparare la cena alle sue amiche, e non poteva permettere che un'ospite di Hogwarts morisse di fame. Così si incamminarono.

 

Le altre discorrevano ancora nella camera dove erano finite, perplesse ma anche affascinate.

- Certo se siamo nella stanza di Piton... - disse poi Gwillion - Mi chiedo com' è che ancora nessuna di voi ha pensato di mettersi a frugare fra le sue cose. Sarebbe interessante vedere se nell' armadio ci sono solo i suoi abiti neri, ad esempio, o se non spunta fuori qualche veste femminile delle innumerevoli fidanzate che gli avete affibbiato nelle vostre storie... o se peggio ancora non ci troveremo davanti... gli abiti rattoppati di un lupo mannaro... -

In quel momento anche Welverance entrò in camera : - Oh, che bella stanza che ci offre Silente! Però... c'è solo un letto! C'è qualcosa che non quadra... - in quel momento la testa della ragazza prese a girare - Accidenti... quel succo di zucca deve avermi fatto uno strano effetto... - e Welverance cadde a terra, addormentata come un sasso.

Francesca si voltò, allarmata dal tonfo - Welverance! Cosa è successo?! - si chinò sull'amica, preoccupata - Sta solo... dormendo! - constatò e si sedette per terra, vicino a lei - Comunque non sono d'accordo sul frugare nelle cose di Severus... -

 

Severus Piton stringeva le labbra, gli occhi ridotti ad una fessura... l'espressione furente.
Stringeva i braccioli della poltrona nel suo studio su cui era comodamente sprofondato, cercando di non alzarsi... cercando di resistere alla tentazione di correre in camera sua... non doveva. Poco fa una delle magie che proteggevano la sua camera si era attivata... Per qualche motivo adesso le ragazze erano lì. E lui ascoltava...tutto... Doveva spiare lo spiabile. Non doveva andare lì, no, no. Ma... era furente, furioso, disgustato... aveva sentito tutte le conversazioni di quelle matte svitate, ma una cosa non era riuscita a digerirla...
Volevano frugare nella sua roba? Prego...
Volevano commettere qualche misfatto? Prego...
Ma la voce di una di quelle insolenti rompiscatole...aveva detto (non riusciva a pensarci)... aveva fatto un'illazione. Lui e... Lupin... abiti di Lupin nel suo armadio?! Era... disgustoso! Raccapricciante! Orribile! Era inammissibile! Lottando contro la consapevolezza di dover restare ad ascoltare, Piton si alzò, e tagliò la stanza a grandi passi, diverse volte. Scagliò qualche libro contro le pareti... ma poi l'impeto rabbioso fu più forte... e si diresse verso la sua camera.
Rifletteva mentre camminava: cosa ha dato loro questa laida idea?! E giunse ad una sola conclusione: la prossima volta che avesse visto Lupin, gli avrebbe fatto rimpiangere di essere nato, lo avrebbe talmente vessato da palesare il suo disprezzo ai Cinque Continenti.

 

- Mettersi a toccare qualcosa qui dentro potrebbe essere estremamente pericoloso... - ammise Gwillion - E se prima ho fatto quella proposta è stato solo per pronunciare quella sciocca battuta. D' altronde non faccio altro che parlare a vanvera da quando siamo qui... e forse è solo un modo per mascherare la mia paura... - aggiunse con un improvviso ripensamento - Parlo, parlo, parlo... persino Severus l' ha detto che sono come? Lesta di lingua... e mi trovo a invidiare la determinazione di Mac, sì... in fondo al cuore mi ritrovo ad invidiarla... -

 

Piton si fermò . Ecco chi...ecco chi era stata! Quella lesta di lingua...quella papera! Cosa le avrebbe fatto? Le avrebbe fatto crescere un becco paperesco? Le avrebbe regalato una coda? O era meglio spedirla a vivere con i troll?
Qualunque cosa... ma anche se non subito avrebbe pagato!
Sì, sì... pagato, ed in contanti sonanti... il che valeva a dire, che la lezione non l'avrebbe più scordata. Mai più.
E le altre? Che dicevano? Una si era appisolata... che roba! E un'altra stava frugando tra i libri... e questo poteva essere rischioso... Piton accelerò il passo.

 

- Se vuoi frugare tra le vesti di Severus, vai pure... Gwill! - disse Mac - Io continuo a frugare tra i libri... il che mi sembra di gran lunga più interessante... -

- Non me ne importa niente degli indumenti di Piton! - sbottò Gwillion - Ma immagino di essermelo meritato un simile appunto... specie da parte tua...  per quel che mi riguarda dovremmo almeno cercare di spostare Welverance sul letto... e per il resto ancora non so. -

- Oh, già! - disse Mac - Mettiamo Welvie sul letto di Piton? Credo che ne sarà felice! E se arriva Piton... ancora di più! Qualcun'altra si candida per il letto? Ti aiuto, Gwillion, mettiamola lì sopra. -
Trascinarono la ragazza sul letto.
- Questa stanza è davvero interessante... - disse poi Mac, tornando alla libreria ed acciuffando un piccolo volumetto che aveva attirato la sua attenzione - Ma fossi in voi mi applicherei altrove. Beh, grazie per la compagnia, io vado... -

Si diresse alla porta, ma quella si spalancò di scatto e la giovane arretrò.

Kikka si girò a guardare - Oh oh... questa... non ci voleva... - fece in un soffio.

Piton girò lo sguardo sulla stanza.
- Molto bene... molto bene... a cosa devo questa sgradevole intrusione nella mia stanza? Del mio letto? Delle mie cose? -
Guardò le ragazze... e lo sguardo era fuoco puro.

- Noi abbiamo soltanto imboccato il cerchio magico tracciato da Silente! - obbiettò Gwillion - Non siamo state noi a scegliere di venire qui... Welverance si era addormentata a terra, non potevamo mica lasciarla lì... -
E non aggiunse altro. L' unica a toccare qualcosa in fondo era stata Mac, e la ragazza non sapeva se fosse il caso o meno di dire al mago di quel libricino che l' altra si era fatta scivolare in tasca... si sentiva divisa tra il legame pur labile che in qualche modo univa le terrestri e la sottile diffidenza che si era creata tra lei e l' altra ragazza. Ma, in ogni caso, l'espressione terribile di Piton le asciugò tutto il fiato che aveva in gola.

Silvia si sentì mancare la terra sotto i piedi... certo essere sorprese da Piton a frugare nei suoi oggetti personali... non era una cosa da nulla!

- Eh, noi non sapevamo che fosse la sua stanza! - biascicò come scusa - Volevamo solo dare un'occhiata... abituarci all'ambiente! -

- Già... - fece Kikka - D'altronde non c'è scritto da nessuna parte che è la sua stanza! E noi non siamo mica maghe che possano indovinarlo... ops! -

Gwillion non parlava più, perché Piton la stava fissando con odio... perché proprio lei tra tutte? Non riusciva a comprenderne il motivo.

Piton seguitava a fissare le giovani: - Nessuna ha delle scuse da fare? Nessuna ha qualcosa da   dire? -

Gwillion non aveva mai avuto delle particolari dote intuitive, eppure il modo in cui Piton continuava a guardarla... un orribile sospetto le si affacciò alla mente: non avrà sentito quello che stavamo dicendo?!

- Scuse?! - chiese Mac - Non capisco. Forse è il Preside  che ci dovrebbe fare delle scuse! Io ho sonno... siamo stanche, e ci ha sbattute qui. Per conto mio credo che possiamo togliere subito il disturbo... niente ci trattiene qui! -
Mac fece spallucce. Ovvio che tutte la considerassero una matta, ma né Piton né altro uomo si poteva permettere di rivolgersi a lei con un tono simile... né ora né mai.
E se ci trasforma in lumache carnivore? Pensò... no, non può... Silente gliele canterebbe per giorni.
- Svegliate Welvie e andiamo a cercare le nostre vere camere. O, restate pure, io mi allontano! Arrivederci signor Piton! -

Mac scansò Severus e si avviò alla porta.

- Ferma dove sei! - fece il mago - Ascolterai anche tu quello che ho da dire... aprite le orecchie! -

Lo sguardo di Severus era di ghiaccio, tagliente - Si da il caso che la mia stanza sia protetta dalla magia anti intrusione: io sento tutto quello che accade qui! Ho sentito ogni singola parola delle vostre discussioni... -  
Guardò Gwillion con cattiveria - Ho sentito persino alcune illazioni sul mio conto e su... su un lupo... discolpatevi, se ci riuscite! -

- Sono gli inconvenienti di essere un personaggio letterario, temo. - disse Gwillion, ma era rossa in volto, e solo a stento non balbettava - Sono sin troppi a conoscere il nome di Severus Piton nel nostro mondo e alcuni... alcuni di costoro hanno delle menti perverse. Io... la famigerata allusione era un accenno a un racconto che tutte noi abbiamo letto, ma era solo una storia inventata senza alcun fondamento reale. Ne abbiamo scritte molte di storie su di te, e per quel che mi riguarda posso dire di non aver mai fatto il benché minimo accenno alla tua vita sentimentale... in nessun senso. E se quell' illazione mi è salita alle labbra è proprio perché mi sembrava così assurda... Basta, non ho altro da aggiungere. E se, nonostante tutto, intendi trasformarmi in un rospo o qualcosa di simile... spero almeno che farai in fretta. -

- Basta Gwillion! - fece Kikka - Non andare oltre! E' inutile, non ci ascolterà... come non ha ascoltato Sirius Black! Se vuole fare un incantesimo lo farà lo stesso... tuttavia... non ti temo, signor Piton! Proprio no! Ma ti ascolto... e poi me ne andrò a dormire, a cercare la mia camera, a meno che non sia tu tanto gentile da indicarmela... per accertarti che non vado a ficcanasare! - Kikka fissò Severus... e pensò che era davvero minaccioso.

Kikka era una fanciulla dolcissima, eppure Gwillion, imputata numero uno in quella specie di processo in cui Piton era al tempo stesso giudice e carnefice, non riuscì a esserle grata per il suo intervento. Nominare Black quando Severus già di suo era nero! E a parte l' orribile gioco di parole, la ragazza si accorse che le sue mani quasi tremavano. Perché non parlava quel mago, forse perché sapeva che il suo silenzio era peggiore di qualsiasi sentenza che ad esso sarebbe seguita? No, conoscendo Piton la sentenza poteva essere peggiore, molto peggiore.

Piton era vagamente turbato, ma anche desideroso di vendetta. Non poteva sopportare di essere insultato a quel modo...ma...storie? Storie su di lui? Che storie? Doveva indagare! Quelle ragazze, dopotutto, forse avrebbero potuto restare un po' lì...almeno il tempo necessario ad afferrare meglio la situazione!

Mac tirò un sospiro. A quanto sembrava, al di là del nervosismo imperante, Piton non avrebbe fatto nessuna disastrosa magia per quella sera. E poi... il libro che aveva nascosto in tasca la induceva a desiderare di allontanarsi da lì il più in fretta possibile!
- Bene...noi dobbiamo andare! Muoio dal sonno! -  

Mac svegliò di fretta Welvie, e trascinò le altre fuori dalla porta.
- Arrivederci e grazie Piton! A domani! Noi andiamo! Buonanotte e...scusi il disturbo! -

Uscirono nei corridoi bui.

- Calma, Mac... - sbuffò Kikka - Quanta fretta! -

Ferma sulla soglia Gwillion continuava ad osservare l' espressione indecifrabile di Severus Piton. Si sentiva come intontita, e sentiva di dovergli dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma per una volta era a corto di parole. Cosa avrebbe dovuto dire d' altronde, che le dispiaceva per quello che aveva detto? Non era vero, non del tutto almeno.
E continuava a fissare l' altro con i suoi sognanti occhi castani.

- Gwill dovrebbe darsi una mossa... - mormorò Kikka, scotendo la testa.

 

- Babbana , giovane babbana, dove sei? - Gazza sbuffò disgustato, attraversando il corridoio. Erano ore ormai che cercava quella disgraziata che si era persa nella scuola. Non bastavano i Potter, i Weasley ed i Malfoy, tutti ugualmente afflitti da sonnambulite cronica... adesso ci si mettevano pure i visitatori d' altri mondi a complicare la situazione!

- Coraggio mrs Purr... trova una traccia... - la gatta di Gazza partì all'attacco.

Alo aveva mangiato per tre persone, le cucine di Hogwarts erano incasinatissime ma ben fornite... nulla da dire...
L'elfo domestico che l'aveva accompagnata fin lì si era dileguato e dal momento che la questione cena era stata risolta restava un solo problema: ritrovare quelle pazze delle sue amiche...(e avrebbe fatto volentieri anche un bagno). Da qualche parte devono pur essere, accidenti... pensava.
Così uscì dalle cucine con la speranza di imbattersi in qualche scala. Si perché le cucine stavano certamente nei sotterranei e lei doveva in qualche modo incontrare anima viva e poteva farlo solo salendo e cercando qualche stanza principale dove chiedere aiuto.
Per il momento però nessuna scala...
Improvvisamente inciampò e si ritrovò faccia terra con un gatto spelacchiato dall'aria tutt'altro che sorniona piazzato al centro della sua schiena.
Alo non sapeva dire, non sapeva che cosa fosse successo in quei pochi istanti... si sentì afferrare in malo modo da qualcuno che iniziò a trascinarla lungo un altro corridoio fino a quello che presumibilmente poteva essere l'ufficio di un professore.
Passati quegli istanti di confusione Alo realizzò di essersi imbattuta in Gazza, e nella sua gatta ovviamente, e che i due l'avevano condotta nello studio del Professor Piton.
Sì perché  Piton era lì, e anche le sue amiche in procinto di uscire, già sulla soglia,  con un'aria tutt'altro che rilassata.

Guardando meglio le sembrò che fossero tutte un po’ strane e la scena non la rassicurò affatto.
- La abbiamo trovata professore! - annunziò Gazza trionfante - Abbiamo trovato la fanciulla    perd... -
L' uomo tuttavia non terminò la frase, poiché aveva intercettato lo sguardo di Piton, e sapeva, per esperienza che quando Severus aveva quello sguardo (capitava in media due o tre volte l' anno) era meglio stargli alla larga.
- Bene, io affido a lei la ragazza, così starà insieme alle sue compagne. -
L' ultima frase fu quasi un sussurro ed il custode si allontanò con un passo ancor più leggero di quello della sua gatta.

 - Eccone un'altra! - fece Severus avanzando di qualche passo verso la ragazza che era stata appena portata nella sua camera, la fissò disgustato - E sei anche tu, immagino, confusionaria ed esasperante, vero? -

Poi il Professore di Pozioni tornò ad osservare le altre, quelle che avevano già varcato la soglia e le altre - Sembrate tutte ansiose di allontanarvi da me... mi chiedo perché. Non avete ancora appagato tutte le mie curiosità... - sibilò - Ed i vostri sguardi mi danno fastidio... -

Poi sorrise e infilò una mano tra le pieghe del mantello, traendone una boccia di liquido lucente. Alzò la fiala e la fece ondeggiare sotto gli occhi delle babbane, come ad alludere che presto avrebbero fatto conoscenza con quel siero.

- E'... veritaserum? - si azzardò a domandare Mac.

- Vedo che siete informate anche su questo... - replicò Piton in un soffio.

Mac abbassò la voce per poter sussurrare in modo che solo Gwillion la sentisse: - Non dovevamo difendere il nostro mondo, Gwillion? Non dovremmo evitare di dire cose inadatte? Se ci darà quella pozione... cosa gli diremo? Cosa vorrà sentire per lasciarci perdere? -

- L'uso del veritaserum... - disse improvvisamente Kikka con tono saputo - E' ristretto! Può farcelo bere solo con l'autorizzazione del Ministero! -

Severus ghignò, malevolo - Il Ministero non lo saprebbe mai. Al massimo mi basterà cancellarvi la memoria... -

Gwillion stava sussurrando a Mac: - In realtà se Piton ci propina quella bevanda non sarà per il nostro mondo che dovremo preoccuparci, ma per noi stesse. E soprattutto noi due. - Il libricino che Mac teneva in tasca era un' accusa terribile, chiunque se ne sarebbe reso conto... - una volta criticando un tuo racconto ho fatto cenno all' anfibologia tragica, ricordi? Alla capacità di mentire e dire la verità contemporaneamente. Adesso dobbiamo sperare di rivelarci molto abili in quest'arte... -

Mac fissò la compagna di viaggio - Ottimo, ma tu ritieni di avere tale capacità? Dopotutto... possiamo sempre sperare che quel siero non abbia presa su di noi. -

- Allora, chi beve per prima? -

Gwillion non era poi così certa di riuscire a eludere gli effetti del filtro, e forse era più sensata la speranza di Mac eppure... Adesso che ci pensava, Piton probabilmente nemmeno sospettava che un libro mancava all' appello, ma se avessero continuato a rifiutarsi di prendere il filtro, avrebbe potuto facilmente sospettare che le ragazza avevano realmente qualcosa da nascondergli. No, forse era meglio bere senza altre esitazioni... e sperare che le domande del professore non andassero nella direzione sbagliata.
- Io non ho nulla in contrario a bere... - disse poi - A patto però che la mia memoria rimanga com' è. Le restrizioni ministeriali in fondo non si applicano, quando entrambe le parti sono concordi. E non sembrerebbe, inoltre, che io possa dire qualcosa che peggiori ulteriormente la mia posizione! -

- Sarò io a decidere... - rispose l' altro in un sibilo - Sarò io a decidere, non puoi scendere a patti, non sei nelle condizioni per farlo. E se poi lascerò la tua memoria intatta non sarà certo perché sei stata tu a chiederlo. - 

Kikka assentì: - Sono d'accordo. Se devo bere... berrò. Ma non voglio alterazioni della mia memoria. - dopotutto la ragazza preferiva trangugiare il filtro, ma non fare la figura della vigliacca.

Gwillion bevve , ormai non aveva altra scelta.
- E' pieno giorn... - iniziò a dire quasi per prova, ma sentì subito un orribile nodo che le stringeva la gola - No, è notte fonda, è notte fonda. Questo giusto per provare se era davvero veritaserum quello che mi hai dato. E lo è. E fa effetto. Ciò sta a significare, Severus, che puoi prepararti ad ascoltare delle cose disgustose, e non mi sto riferendo affatto ai quei nostri racconti... o almeno non soltanto a quello. Sei stato sfortunato. Tra tanti ragazzini nel nostro mondo che vanno in visibilio per il piccolo eroe con la cicatrice in fronte a te non sono capitati tra i piedi dei fan di Harry Potter, niente affatto. Ed io detesto la parola fan, ma innegabilmente nei libri della Rowling una sola cosa era davvero interessante... e ce l' ho davanti in questo momento. Con me ti risparmierai almeno una qualche improbabile dichiarazione d' amore, ma ti avverto, se continui a propinarci il tuo intruglio potresti imbattertene in più di una, forse. Ma devo confessare, devo, che desidero se non la tua simpatia... un simile sentimento d' altronde mi sembra ben lontano dal tuo personaggio... se non la simpatia, dicevo, almeno, di non essere disprezzata, non saprei nemmeno come dire... e invece mi accorgo benissimo di andare nella direzione opposta. -
Gwillion si fermò, più che altro per prendere fiato. E si voltò appena verso Mac. Dato che non poteva mentire avrebbe cercato almeno di parlare all' infinito, quasi fino a stordire l' altro con le sue chiacchiere. Chissà se ci sarebbe riuscita.

Piton osservava Gwillion colpito e insieme infastidito dalle sue parole. Era valutato male anche in quell'altro mondo... traditore da qualunque parte lo si guardasse? Senza possibilità di scampo? Evidentemente sì. Oh, non avrebbe dovuto esserne deluso... lui possedeva il marchio dell'infamia. Marchio fisico e morale, lo sapeva sin troppo bene. Ma era sconcertante... sapere che un altro mondo lo aveva relegato nel numero degli scarti della società. Eppure... queste ragazze erano interessate a lui? Dichiarazioni d'amore? Era quasi sconveniente aver sentito tutto questo. Era più sconveniente sapere di avere davanti qualcuno che lo amasse, piuttosto che un intero mondo di disprezzo... strano ma vero.
E la ragazza stava parlando a ruota libera... era come se usasse tutte le parole possibili per allontanarsi da qualcosa in particolare... qualcosa che non voleva dire?
Piton non lo avrebbe confessato ma non amava usare il veritaserum... era come essere ancora nei Mangiamorte. Era come violare l'intimità di una persona... scivolare nei suoi più reconditi pensieri, insinuarsi nella sua mente. Poteva trovare persino i desideri che un essere umano avrebbe potuto nascondere a se stesso... e se avesse subito lui questo trattamento? Ricacciò l'idea nei recessi della sua coscienza.

- Ora basta! - sibilò - Stai dicendo cose del tutto inutili! -

Mac rifletteva . Poteva esercitare una tale forza di volontà da resistere al Veritaserum? Gwillion stava mentendo? O era la verità? Forse stava soltanto cercando di girare intorno al discorso... certo. Non poteva mentire. Una volta bevuto il veritaserum... era fatta. Ma il punto era uno solo. Il punto erano le domande! Se Piton non faceva una domanda precisa, era più facile girarci attorno. Forse era questo il principio che Gwill stava seguendo?

Piton lottava. Lottava per porre una domanda...ma sarebbe stato quasi immorale...eppure...voleva saperlo. Dopo quello che aveva saputo, gli bruciava in gola... "E per me che provi? Cosa pensi davvero di me, cosa supponi, cosa sai?"
Doveva porla...doveva....o poteva evitarlo?

Gwillion aveva ormai ripreso fiato. E doveva riprendere a parlare, doveva in qualche modo.
- Non si era parlato di racconti? - mormorò poi - Ma io non mi vergogno dei miei, anzi poiché vado sempre disperatamente in cerca di commenti potrei persino approfittarne. In fondo non riesco ad immaginare un giudice più... no, niente giochi di parole idioti colla parola severo... diciamo più intransigente. -
E aggiunto questo si lanciò in una dettagliata, dettagliatissima descrizione delle sue due opere letterarie. Che il filtro della verità aiutasse la memoria? Certo era che le sembrava quasi di avere davanti lo schermo del pc. E così descrisse a Piton di una certa sua discussione con Harry Potter riguardo alla pericolosità dell' odio, di un altro dialogo, con Voldemort in persona, e poi di un' avventura tra i ghiacci nelle vesti di un quindicenne. E poi attese. Non per prendere fiato stavolta. Semplicemente voleva vedere se l' altro avrebbe detto qualcosa.

- Oh, sta zitta! - fece Piton, come se sputasse veleno.

Intanto le altre ragazze, Alo, Welverance e Silvia ( solo Kikka sembrava star seguendo la scena di Piton ) s'erano spinte fuori dal campo visivo del Professore di Pozioni, e sussurravano dei loro timori, dell'assurdità del caso.

Alostrael, ascoltato quanto era accaduto alle sue amiche fissò Welverance con intensità: - Andiamocene! - sussurrò - Cerchiamo di trovare da sole le nostre stanze... sfuggiamo a Piton o ci farà bere del veritaserum! -

- Si... - mormorò Welverance, cercando di non sudare freddo per l'agitazione.

- Calma Welve! - disse Alo in tono pratico - Qui si rischia la pelle! E poi non voglio bere quella pozione... non voglio che si scoprano troppe cose su di me! Ed ora... concentrati sulla fuga... andiamo! -

E, lasciatasi Silvia dietro, troppo spaventata per fuggire, Alo e Welve guadagnarono l'uscita... sparendo nei corridoi.

Che Severus le avesse viste o meno... non fece nulla... troppo concentrato sulla ragazzina lesta di lingua.

Gwillion taceva, continuava a tacere. La stanza era fredda, nei suoi toni di verde, e ancora più freddo era lo sguardo di Piton. Freddo, ma simile al tempo stesso a ghiaccio nel cui interno ardesse un fuoco.
E poi, tra le ombre, alla giovane parve di vedere il guizzo di una mano dorata, i lembi di una tunica di un rosso così scuro da sembrare quasi nero, o forse era proprio nera? Repentina la visione svanì. Forse non l' aveva nemmeno visto realmente, aveva solo immaginato di vederla... per ricordare.

E Piton non cessava di fissare la giovane, e lei faceva fatica a sostenere il suo sguardo. A cosa era servito tutto il suo parlare, se presto o tardi l' altro avrebbe scoperto comunque del libro mancante? Il libro... Gwillion non se ne sentiva troppo fiera, eppure moriva dalla voglia di sapere che cosa ci fosse scritto in quel libro. O forse Mac avrebbe avuto qualcosa da obbiettare, e avrebbero litigato di nuovo? E poi se solo ci fosse stato un modo di tornare a rimettere a posto quel maledetto o benedetto che fosse libricino. Lo sguardo di Gwillion cadde sulla sua scarpetta di cristallo, abbandonata ad uno dei piedi del letto. Non poteva più metterla, una volta persa la flessibilità del cuoio il sandalo era improvvisamente diventato troppo piccolo per lei, e l' aveva poggiata a terra quando avevano spostato Welverance sul letto. Welverance? Che fine aveva fatto Welverance? E Alo? Forse scappando avevano fatto la cosa migliore, e se la loro fuga fosse valsa a distrarre Piton... e, a proposito, quanto durava l'effetto del veritaserum?

Kikka sospirò, aveva visto anche lei Alo e Welve uscire precipitosamente ed aveva pregato che Piton non le vedesse.

Severus distolse, finalmente, lo sguardo da Gwillion.

- Ho permesso alle vostre amiche di andarsene... - disse in un sussurro - Solo perché... adesso non ho voglia di farvi domande. Andatevene! Andatevene anche voi verso le vostre stanze! Uscite! -

Le giovani si avviarono alla porta.

- Cosa... cosa pensi di me? - domandò Severus a Gwillion... quando l'altra era ormai lontana, scacciata da lui stesso... ecco, alla fine aveva posto quella domanda... ma inutilmente.

Quella domanda! Gwillion, ormai sulla soglia, aveva sentito e si voltò nuovamente verso l' interno della stanza, così carica di ombre.
- Ammirazione, rispetto. E' molto più difficile voltare le spalle al male che non riuscire nemmeno a concepire la sua esistenza. Fiducia. Fiducia assoluta. Almeno per quel che riguarda le cose veramente importanti. Sei un personaggio tormentato, incompreso, e questo non fa che accrescere il tuo fascino. No. Mi correggo. Non sei un personaggio, lo eri fino a quando non siamo giunte in questo mondo. E ti trovo anche bello, ma ciò non vuol dire che io sia innamorata... - e per degli ottimi motivi, ma che non sarebbe andata a raccontare all' altro. - Ciò non vuol dire che io sia innamorata di te, anche se ho come la sgradevole sensazione che basterebbero un paio di paroline dolci per farmi cadere fra le tue braccia come una pera cotta. Ma non credo proprio di correre troppi rischi in questo senso. - la giovane si lasciò sfuggire una secca risata - Ecco, almeno il tuo filtro non è andato del tutto sprecato, perché quest' ultima cosa non l' avrei mai detta, non di mia spontanea volontà.

Gwillion si fermò un istante: aveva detto la verità, ma non era TUTTA la verità, e nulla al mondo l' avrebbe fatta desistere dal dire a Piton quello che ancora non aveva detto.
- Certo ciò non sta a significare che tu sia privo di difetti. Appari meschino a volte, irragionevole, vendicativo. E il fatto che i libri della Rowling siano scritti dal punto di vista del tuo amato Harry Potter non contribuisce certo a metterti nella luce migliore. Ma i difetti fanno parte di te, ti rendono un essere umano, e un' ammiratrice più che cercare di razionalizzare taluni tuoi comportamenti, trovare scuse parziali, non può. - la ragazza fece un sospiro - Io ad esempio ho il forte sospetto che il tuo accanimento contro Black, supposto mangiamorte sfuggito alla giusta punizione, non fosse altro in realtà che un riflesso dell' accanimento che provi contro te stesso, autentico mangiamorte sfuggito a qualsiasi punizione, se non a quelle che tu stesso ti sei auto inflitto. Ma le mie sono solo illazioni... anche se di diversa natura da quella che ha così inopportunamente risvegliato le tue ire.

Piton la fissò... indecifrabile: - Se ora tu ti aspetti che io replichi... no, non lo farò. Andate via... - disse in un sussurro, voltandosi. In preda ad una strana sensazione.

Mac era rimasta ferma sulla porta, ad ascoltare...si lasciò sfuggire un sospiro. Dopotutto, anche se desiderava ben altro da quel Mondo, ascoltare quanto stava accadendo, era come una grazia inattesa. Era uno spiraglio sul mondo nascosto di qualcuno. Quanti pensieri su ciò che Piton desiderava, immaginava, provava...e adesso poterlo dire proprio a lui. Oh, forse, se non avesse dovuto bere del veritaserum, lei non gli avrebbe mai detto nulla del genere. Mac era allenata a nascondere pensieri e sentimenti, ad avere il contatto minimo diretto con la gente. Eppure...era una situazione strana. Guardò Gwillion. Aveva risposto solo per l'effetto del veritaserum? O aveva voluto rispondere? Non lo sapeva con certezza. Ma lei, Mac, avrebbe taciuto, almeno per adesso. Aveva altro da fare, altri desideri, altre aspirazioni.

Anche Silvia e Kikka rimasero zitte, ad osservare Gwillion e Piton con uno strano sguardo.

Le ragazze uscirono definitivamente dalla stanza.

 

                                                               Fine Primo Capitolo