Voldemort fissava lo specchio, che era tornato a farsi cupo:
- Dunque Silente è riuscito a prevenire anche l' ultimo dei miei piani. E devo
perciò ritenere completamente sprecata questa giornata? O forse no... forse...
non so, devo riflettere. -
Mac restava in un angolo, ad ascoltare, a fissare Voldemort.
Lo lasciava alle sue elucubrazioni... attendendo che fosse lui pronto a
raccontare, pronto a spiegare ciò che il futuro poteva offrire. E una cosa
sapeva: che il futuro prevedesse fallimenti o trionfi... per lei nulla
cambiava.
- Forse è arrivato ancora una volta il momento di attendere - mormorò Voldemort
- ma d' altronde noi due sappiamo rendere piacevole l' attesa. -
-Uhm...questo è vero, mio Signore...attendiamo, dunque...
Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nel proprio ardore.
Io sono il mare di notte in tempesta
il mare urlante che accumula nuovi
peccati e agli antichi rende mercede.
Sono dal vostro mondo
esiliato di superbia educato, dalla superbia frodato,
io sono il re senza corona.
Son la passione senza parole
senza pietre del focolare, senz'arma nella guerra,
è la mia stessa forza che mi ammala.
- Solo tu puoi decidere, ricordatelo. - disse Lucius
distogliendo l' attenzione dalla ragazza ricoperta di schiuma - Non farti
intimorire da nessuno su questa scelta, e una volta presa, non abbandonare la
strada. Dimostrami che sei maturo e consapevole della tua vita. Ma se vuoi
ancora perpetuare per qualche anno la tua giovinezza, posso aiutarti. Posso
darti ancora qualche anno di neutralità, me ne prenderei io la responsabilità
davanti al Signore Oscuro. Non correre se il tuo passo è ancora incerto.
Le iridi grigie si rispecchiavano in quelle del figlio, del medesimo colore.
Sarebbe stato molto più facile, almeno per la coscienza di Lucius, se Draco
avesse rimandato la sua entrata nel mondo dei mangiamorte. L'ira di Voldemort
sarebbe stata più leggiera e dolce del peso della responsabilità di un padre.
Qualsiasi scelta faccia a questo punto, sarò un traditore.
Pensò Draco. Ho creduto di odiare mio padre perché mi costringeva a diventare
ciò che io non volevo essere, e adesso che mi accorgo di essermi sbagliato,
adesso è tutto più difficile.
- Come faccio a scegliere, - mormorò poi - se continuo a non sapere realmente
qual è la scelta di fronte a me? -
- Non avevi detto che qualcuno ti aveva illuminato in
proposito? - Lucius si immaginò cosa mai avesse potuto dire quel traditore di
Piton a suo figlio.
- Non è una scelta semplice: potresti diventare potente e rispettato se
giocherai bene le tue carte. Come potresti finire perseguitato e rispettato.
Considera che una volta caduti nella feccia non ci si potrà mai levarne
l'odore, e che solo se sei consapevole delle tue azioni ti sarà possibile
sopportarlo. Non basterà lavarti con essenze profumate come fa lei...
Ed indicò la ragazza ancora immersa nella schiuma.
- Tutto quello che dici è vero... ma fino a quando potrai proteggermi, papà? E come posso crescere, se non rischiando di cadere? -
Anche Silvia si avvicinò a Sirius... erano così vicini…
- Beh anch'io ho avuto la mia bella dose di sofferenza, e credimi sono più forte di quel che pensi....e poi sai... ti potrei definire in tanti modi tranne che stupido... -
- Meglio di no, Silvia, meglio di no. Ho bisogno della mia stupidità, perché se non fossi stupido rischierei di scoprirmi... cattivo. E non è questo che voglio. -
- E allora cosa vuoi? - sussurrò piano Silvia.
Una lettera... una lettera era stata scritta da un
viaggiatore prima che il suo viaggio avesse inizio.
Il viaggiatore alla ricerca di una redenzione dal suo errore, il viaggiatore
che tentava di liberarsi da un sentimento troppo forte, un sentimento che era
stato, per un solo giorno, simile ad un'onda di follia.
Dove adesso fosse il giovane uomo, dove fosse stato mandato, una sola altra
persona lo sapeva, o forse era già rientrato dalla sua ricerca, ed attendeva...
come suo solito attendeva nell'ombra, immerso nella materna oscurità alla corte
del suo Padrone.
Ma lui aveva scritto... ed affidato la lettera ad un uccello selvatico, perché
la recapitasse, ed il viaggio del volatile era stato lungo e difficile, ma era
giunto infine, in vista di un castello... verso la donna che avrebbe ricevuto
la lettera.
Cara Silvia,
mi perdonerai se ho il cuore di scriverti. Ma sto partendo, ed il mio viaggio
potrà essere breve o lungo; non ti dirò per dove. Non susciterò altro biasimo
dal tuo cuore. Ma ho deciso di lasciarti almeno questo di me. La mia ricerca di
perdono... Chi amore non conosce... facilmente d'amore si lascia bruciare.
Nella mia solitudine, nel mio crudele inganno, ho pensato che tu fossi accesa
d'un amore per me che travalicasse la mia condizione. Ho mancato di lucidità,
te ne chiedo perdono. E la mia follia mi ha accecato, sino al punto d'essere
certo che anche cercare con la forza questo amore... che anche una finzione
d'amore fosse condizione superiore al mio nulla, al mio esilio dai sentimenti.
A modo mio ti ho amata. E per quanto ribrezzo ti faccia... sono più che il
folle che ha segregato due donne, anche se le mie scelte non ti piaceranno, né
potrai mai approvarle. Io ti lascio il tuo amore, e libero il mio perché si
aggiunga al tuo. Tenterò di dimenticare un solo giorno di tepore, e tornerò al
mio inverno infinito. Ti dico addio, addio mio amore breve e sfortunato, e
perdonami. Ti auguro che il tuo cuore sia libero d'amare con tutta la forza che
merita, un uomo degno; ed anche se le mie parole mi straziano... ama, amore
mio, non me. Ama, e vivi lieta. Io non ti dimenticherò, ma rendo ai sogni
l'amore che credevo d'aver avuto. Perdonami ancora... Addio. Addio... quanto
pesa scrivere questa parola "addio", eppure devo scriverla, perché è
l'unico modo che ho davvero... per amarti. Addio, Silvia. B.C.
Un uccello selvatico si era avvicinato a Silvia e le aveva
lasciato una lettera.... Silvia la lesse e restò senza fiato... Barthy...
accidenti a lui aveva scelto il momento peggiore...
- Questo è il perché non potresti più ferirmi, perché sono forte... - gli fece
leggere la lettera e poi si ritrovò a raccontare tutto quello che era successo
con Crouch.
- Sapevo questa storia, almeno in parte, dato che ho contribuito al salvataggio, ed è proprio per questo che temo di ferirti. Non voglio che ci siano spettri tra noi. Non voglio che ci siano spettri nei tuoi occhi ambrati. -
- Nessuno spettro... il passato è passato... adesso conta solo il presente. -
- Tu però - tornò a dire Gwillion con una smorfia - non hai
ancora risposto alla mia domanda. Ed io continuerò a portela, questa ed altre
simili, perché con il mio egocentrismo non sai quanto io desideri di potermi
osservare attraverso i tuo occhi. -
- Allora riponimela... questa domanda, e vedremo se ti risponderò! - disse
Severus.
- Ti ho domandato, per essere precisi, cosa pensavi di me, mentre ero sotto il veritaserum e ti confessavo la mia vulnerabilità nei tuoi confronti. E se tu non rispondi... vedrò di uscirmene con qualcosa... di cattivo. A mio modo... -
Piton rise - Ma io ti ho trovata adorabile anche allora!
Sfacciata, irritante... irresistibile bambina. E non credo che i miei pensieri
siano ripetibili... oh, no! -
- Dalla tua espressione non sembrava proprio... O forse la tua è un'
interpretazione a posteriori, che per altro non posso negare di gradire! -
- La mia espressione è fatta per celare ciò che penso... era
fatta per celare ciò che pensavo... ti sto dicendo il vero... -
disse Severus, serio.
- Lo so, Severus, lo so. -
- Allora dammi un bacio, bambina... e sta un po' zitta... e
vieni più vicina! -
E Gwillion, silenziosamente, fece come l' altro le aveva chiesto.
Voldemort non disse nulla. Quelle parole... avrebbe voluto rispondere a quelle
parole con un bacio. Ma sentiva che baciare l' altra sarebbe stato come volerle
cancellare e non erano queste le sue intenzioni. Così si limitò a sfiorare
delicatamente con la punta delle dita il volto di lei.
Mac sorrise -Vorrei chiederti una cosa... -
- Tutto quello che vuoi, mia Dama Verde. -
- Non ho mai sentito il mio nome, il mio vero nome, dalla tua bocca... mi chiami Dama Verde... ma per una volta chiamami con il mio vero nome... -
- Mariacarla, Mariacarla... - Voldemort sorrise - una grave dimenticanza da parte mia, ma comprensibile da parte di chi ha sotterrato il proprio di nome. Non credi, Mariacarla? -
La Dama Verde rabbrividì - Non importa, adesso hai rimediato. Tu non hai richieste per me? -
- Mi sei vicina. Questo per ora mi basta. -
- Lo spero... mio Signore... - sussurrò la Dama Verde.
Severus Piton strinse a sé la giovane Gwillion, ridendo, e
le scompigliò i capelli, e poi la baciò, pieno di gratitudine.
E' il tuo amore che mi fa paura, perché è così grande... pensò la giovane. Ma
non disse nulla, perdendosi nella stretta dell' altro.
Severus Piton lasciò scorrere un dito sulle labbra della giovane.
- Posso sperare che da stanotte tu ti trasferirai dalla camera delle ragazze
alla mia? - sorrise e la baciò, poi le prese una mano - E... avrei voluto darti
un pegno, voglio darti un pegno, qualcosa di mio. Se avessi ancora il mio
pugnale da Mangiamorte... ti avrei chiesto di custodirlo tu, perché, alla fine,
sei tu gran parte del mio cambiamento. Ma ora... ora... lo ha Voldemort, e
forse è un bene che io non abbia lasciato a te un oggetto ancora sporco di
sangue. Così mi domando cosa potrei darti... e... ho pensato di donarti la mia
espiazione. La mia espiazione... -
- La tua... -
- Credi sia un dono troppo sciocco? Forse tu preferisci
altro... dimmelo, ti prego... - chiese Severus -O è l'idea che io abbia da
espiare che non ti arride? -
- Forse sono io che sono troppo sciocca
per capire cosa intendi esattamente, e poi... di doni me ne hai già fatti
tanti... il tuo sorriso, il tuo sorriso così dolce che così pochi conoscono
prima di ogni altro. -
- Non dire così! - sussurrò Severus - E' talmente... strana
una frase così riferita a me! Talmente bislacca... sembra quasi che io possa
vergognarmene... -
- Proprio per questo è un dono così prezioso, e sarà il nostro segreto, che
nessun altro dovrà conoscere. - Gwillion inclinò appena la testa - E adesso
vorresti spiegare a questa bambina senza cervello cosa intendevi, parlando di
espiazione? -
- Dovrei chiamare uno dei miei servitori... - disse poi Voldemort pensieroso -
uno dei miei servitori che ti ha fatto del male in passato. Se la sua presenza
ti turba... -
- Puoi chiamarlo, chiama Barthemius...non m'ha fatto alcun
male, e se ne ha fatto io lo ho perdonato, mio Signore. Egli è il tuo migliore
servo e m'è caro. -
- Come tu vuoi mia Dama, mia Mariacarla. -
E si concentrò per chiamare il giovane mangiamorte.
E Barthemius comparve... innanzi al suo Signore.
- Prima di tutto, Barthemius, non hai qualcosa da dire alla mia Dama? Poi ti comunicherò i miei ordini -
Barthemius Crouch si prostrò al suo Signore, un gesto
compiuto con la massima eleganza e leggerezza.
- Certo, ho infatti qualcosa da dire. Vuoi ascoltarmi, per favore? - disse,
alzando gli occhi sulla donna.
La Dama Verde si stupì di leggere tanta franchezza, decisione, onestà in quegli
occhi che aveva visti velati di follia e - Certo! - disse.
- Ti domando perdono... -
- No, non v'è bisogno! Io ti ho già perdonato... -
- Nondimeno ascoltami! -
Mac guardò Voldemort, e poi tornò a fissare Crouch.
- Continua, ti prego. -
- Ti chiedo perdono perché la mia mancanza è stata grande, ti giuro che non
succederà mai più nulla del genere. Se ci sarà da difenderti mi impegno a
farlo. E giuro che non tradirò mai più la fiducia del mio Signore. Piuttosto mi
toglierò la vita... -
- Barthemius... io, sono certa che Voldemort abbia la massima fiducia in un
discepolo tanto devoto. Ed in quanto a me, t'ho già detto che ti perdono... per
qualunque cosa tu abbia potuto farmi. -
Crouch sorrise. E tornò a guardare Voldemort.
- Quali sono le tue prossime mosse, mio Signore ?- chiese Mac.
- Desideravo sapere Barthy, se te la senti di tornare ad Hogwarts -
-Tornare ad Hogwarts...- disse piano Barthemius, mentre Mac osservava il turbamento sul suo volto - Certo. Cosa dovrò fare, ad Hogwarts? -
- Sarò chiaro, Barthemius. Sto chiedendo a te di tornare a occuparti delle ragazze perché i nostri avversari non saranno in grado di capire se stai agendo di nuovo per mio conto, o per tua personale iniziativa. Ma non è indispensabile in realtà che sia tu ad andare, e se non te la senti è meglio che tu lo dica adesso, perché se vai non ci dovranno essere incertezze di sorta nel tuo cuore. Se mi dirai di no non leggerai né ira né compassione sul mio volto, poiché un bravo guerriero deve prima di ogni altra cosa comprendere i propri limiti, esserne cosciente. Sarebbe molto peggio se tu andassi senza esserne convinto, e solo per compiacermi, in realtà. -
Crouch serrò la mascella, e chinò la testa - Sono in grado di compiere questa missione. Nessuna incertezza. Che cosa dovrò fare esattamente? -
- Perdona la banalità dell' ordine, ma io ho ancora bisogno
di una cavia per gli esperimenti sull' antimagia. D' altronde si dice che la
perseveranza sia la virtù dei forti. Dunque va... e rapisci. -
- Così sarà fatto, se altro non c'è... partirò subito. -
In quel momento un giornale apparve su di un freddo tavolo
di pietra. E la figura sulla prima pagina attirò lo sguardo di Voldemort.
- Aspetta. - disse al suo servo - Forse... forse avrò bisogno dei tuoi servigi
altrove. -
Sirius Black era un uomo impulsivo. Sirius Black era
attratto dalla donna che aveva davanti. Sirius Black iniziava a sentire falsi
sulla sua bocca tutti quei richiami alla prudenza. Eppure...
Strinse l' altra fra le braccia, stava per baciarla, stava per baciarla... e
poi si dimenticò di tutte le sue obiezioni, cercando una risposta tra le labbra
della giovane, se risposta c' era.
Silvia rispose al bacio di Sirius.... era una sensazione
troppo forte per descriverla, l'unica cosa che poteva fare era abbandonarsi,
lasciarsi trasportare.
- Lo vedi, Silvia, te l' ho detto, sono
uno sciocco. -
Mormorò Black, e sorrise. Poi tornò a baciarla.
- Direi che sei tutto tranne che sciocco... - mormorò Silvia, e continuò a rispondere al bacio di Sirius.
- Lo credi davvero? lo credi davvero di uno che... insomma conosci i miei errori, dai libri che hai letto. -
- E tu conosci i miei.... credo che sia importante sapere tutto l'uno dell'altro... è un buon punto di partenza. -
- I tuoi errori però non hanno mai ucciso nessuno. - mormorò l' altro pieno di tristezza.
- Forse non fisicamente ma ho messo in pericolo parecchie persone... - e Silvia baciò dolcemente la guancia di Sirius, gli sfiorò le labbra e la fronte, passandogli le mani fra i capelli.
Sirius non disse nulla, e tornò a baciare l' altra.
- Sirius Black sei nei guai... - disse Silvia, e sorrise radiosa.
- Sono abituato a essere nei guai. -
Silvia si sedette e trasse vicino a sé Sirius. Gli appoggiò la testa sulla spalla, desiderosa solo di restare così, stretta a lui, all'infinito...
- Posso sapere - disse lui dopo un istante infinito - di quali guai parlavi? -
- Di me... sono una combina guai pazzesca... pare che li attiri con la calamita... Senza poi contare che sono una ragazzina capricciosa, viziata ed egocentrica... quindi non dirmi che non ti avevo avverto quando sarà troppo tardi. - disse scherzosa, poi tornò a baciarlo, dolcemente.
Severus sospirò - Espiazione... significa che il percorso
della mia vita da adesso sarà fatto in senso contrario a quello percorso
sinora. Non si può cancellare il passato, ma si può tentare di rimediare a...
quello che è ancora rimediabile... -
- Tu farai quello che deve essere fatto... beh, a parte comportarti in maniera
decente con i Grifondoro, forse... ed io ti starò vicina. -
- I Grifondoro... io mi comporto esattamente in maniera decente con i
Grifondoro! Osi forse dirmi che sono ingiusto?! Io detesto i Grifondoro... è
giusto che io li punisca! O... no?!- Piton sghignazzò.
- Diciamo che riguardo a questo ci sono due scuole di pensiero... quella ostile
al tuo comportamento ha una netta prevalenza. E comunque... tu non sai quanto
sei stato fortunato... a proposito di Grifondoro... -
- Cosa intendi dire?- chiese Severus perplesso - Fortunato?! -
- Oh, e è così c' è bisogno di qualcuno che ti tiri fuori dai guai... - fece Sirius - ed io ad essere sinceri mi ero auto-conferito il ruolo di guardia del corpo... o meglio di cane da guardia... prima ancora che capissi quanto sarebbe stato importante per me proteggerti. -
- Beh, buono a sapersi, un cane da guardia fa sempre comodo, specie se carino come te. - Silvia si strinse nella tunica leggera che indossava - Stare qui è meraviglioso ma comincio a morire dal freddo... che ne dici di rientrare? -
- Andiamo allora... ogni tuo desiderio è un ordine per me. -
disse Sirius, e le strizzò l' occhio - Vedi com' è obbediente il tuo cagnolino?
-
Silvia si alzò, tese la mano a Sirius e insieme si diressero verso l'interno
del castello...
Quando giunsero alla base della scala Sirius si voltò, e
tornò a baciare l' altra.
- Però - disse poi - due a tre per i Serpeverde. il punteggio è ancora a nostro
svantaggio ma stiamo recuperando. dovrei proprio presentare ad alo qualche
bravo ragazzo di Grifondoro, beh, magari non troppo bravo, così avremo
raggiunto almeno una dignitosa parità. Non lo credi anche tu, mia cara? -
Silvia alzò gli occhi al cielo.. - Voi grifondoro e serpeverde non la smetterete mai con questa stupida rivalità eh? Comunque... - continuò in un tono di voce basso e carico di seduzione - in questo momento c'è un solo grifondoro di qui m'interessa... - e rispose ardente al bacio dell'altro.
- Stupida rivalità... non te l' ho forse detto una decina di
volte che sono stupido... e poi, le cose stupide sono quelle che rendono la
vita divertente, ci hai mai pensato? -
poi non aggiunse altro, poiché aveva trovato un uso più consono alla propria
bocca che continuare a dire sciocchezze.
- Silvia... Silvia... temo dovremo continuare dopo... una vocina nella mia testa... Silente che chiama... -
- Cosa desideri, Signore? - chiese Crouch perplesso.
- Guarda tu stesso… - disse Voldemort porgendogli il giornale - Sembra che i babbani abbiano riscoperto... qualcosa che i maghi credevano perduto da millenni. Ed ora è compito nostro rimpossessarcene. -
Crouch prese il giornale e lesse rapidamente.
-Vuoi dire, dunque, che dovrò recarmi in questo luogo? E' sospesa la mia
missione ad Hogwarts? -
- Dovremo. Intendo venire anch' io. e... Mariacarla... che ne diresti di una vacanza... in luoghi meno gelidi della mia torre? -
- Molto bene, mio Signore. - disse Crouch.
La Dama Verde sorrise - Questa torre non mi è mai sembrata... gelida, ma... una
vacanza sembra una tentazione difficile da scacciare... -
- Specie in un luogo che a quanto mi hai detto ha sempre attirato la tua fantasia... -
- Dove è che andremo, mio Signore? Vuoi dirmelo, o lo scoprirò solo seguendoti? -
- Tu cosa preferisci, mia Dama Verde? -
- Dimmelo adesso... anzi, no. Voglio godere la sorpresa seguendo il mio Signore... -
- Oh, qualcosa immagino che la capirai, mentre prepareremo bagagli e provviste. Ma non ha importanza, credo. -
- Uhm... no, credo che in effetti non abbia importanza... - la Dama Verde scrollò la testa ridendo.
Lord Voldemort si voltò a guardare ancora una volta il
giornale tra le mani di Barthy.
- Il luogo che dobbiamo raggiungere è protetto da potenti incantesimi, dunque
almeno l' ultimo tragitto di strada sarà opportuno farlo con mezzi più
convenzionali. Ed i bagagli sarà meglio procurarceli in loco. Hai mai visitato
un bazar, mia cara? -
- Mezzi convenzionali... bazar... sento che mi divertirò molto... Non vedo l'ora di partire con te! -
Kikka e Lupin dialogavano sugli avvenimenti del mattino -
Allora sei contento? - fece Kikka a Lupin - Ora anche Sirius ha la sua
libertà... - si rese conto che quelle parole potevano ferire Lupin: lui non
aveva una vita "normale", tuttavia ora… stava vivendo qualcosa del genere. Si strinse forte a lui in modo
da rassicurarlo.
- Se sono contento? Questo è uno dei giorni più belli della mia vita Francesca,
è una vita che aspetto, e nessuno più di Sirius se lo merita... -
Lupin si lasciò riscaldare dalla stretta di Kikka e le mormorò piano... - Ora, dov'eravamo rimasti, prima di venire così bruscamente interrotti? - e riprese a baciarla dolcemente...
- Mettiamola in questo modo - disse Gwillion con un sorriso
dispettoso, anzi no, proprio scattusu
- che effetto ti avrebbe fatto, avere a Serpeverde una delle persone che più
detesti al mondo e... non poterle togliere punti senza affossare
contemporaneamente la tua casa? -
- Credo di continuare a non capire... vorresti essere... ehm... più chiara? -
disse Piton sulla difensiva.
- Come, l' intelligentissimo e astutissimo Severus Piton non capisce? O forse
finge di non capire? quanti alunni Grifondoro che parlano il linguaggio dei
serpenti ci sono attualmente nella scuola? -
- Oh, allora sei tu che non capisci...proprio non riesci ad immaginare? - sibilò
Piton.
Gwillion diventò rossa. la soddisfazione di un figlio degenere per l' antico
rivale, forse...
- Scusa! detesto far la figura della stupida. perciò adesso credo che penserò a
rivestirmi. -
fece alzandosi.
Gwillion s'era appena alzata, ma Severus l'afferrò per un braccio, e la lasciò
cadere su di lui. Sorrise e la baciò.
- Volevo un bacio prima che tu ti alzassi... e poi non sei mai stupida, non
dirlo più. Ed ora ti lascerò rivestire... -
- Grazie per la concessione! -
disse l' altra con un sorriso.
- Prego. Te lo concedo solo perché devo farlo anche io... - sorrise e si alzò.
In quel momento bussarono alla porta, e bussarono con una
certa violenza.
- Nuovi ordini da Silente, Piton! - annunziò la voce di Black - E sono sicuro
che piaceranno a te quanto sono piaciuti a me! -
- Black... rompe le scatole sempre nei momenti più importuni!- sibilò Piton,
terminando di sistemare il mantello.
- Tu sei pronta? - chiese a Gwillion, e vedendo che era così, aprì la porta.
- Che diavolo vuoi Black?! Sembra che oggi io non possa stare senza vederti
troppo a lungo... - sbuffò.
- Ah, e il peggio deve ancora venire! - disse l' altro con una strana luce
nello sguardo - Degli archeologi babbani hanno riscoperto La Piramide, non dico
una piramide qualsiasi, ma La Piramide per eccellenza. Ora tra i problemi con
la burocrazia locale e gli incantesimi di protezione lanciati da tutti i maghi
del circondario la spedizione babbana si è placidamente arenata... ma la
piramide è ancora lì, con tutte le preziosissime pergamene custodite al suo
interno... pergamene che devono essere recuperata prima che cadano nelle mani
sbagliate... e Silente che a quanto sembra ci vuole o riappacificati o morti...
Silente ha scelto noi due per la missione. -
- Dammi un catino Black... voglio vomitare. Io e te? Tu ed io? Amorosamente?
Piton e Black? Sirius e
Severus? È immondo! - Piton sospirò - E va bene... Gwillion hai sentito?
E quando si parte? - Severus trascurò di dire che l'idea di antichi papiri ed
altre simili raffinatezze lo eccitava alla follia... gli piaceva davvero...
- Per l' amorosamente avrai qualcun altro su cui contare. - disse l' altro con una smorfia - Albus ha specificato che dobbiamo portare con noi due delle ragazze, in modo che la loro antimagia ci renda invisibili ai nostri avversari. E la data della partenza... subito, anzi anche prima! -
La Dama Verde si strinse all'Oscuro Signore... ed il lungo
viaggio non durò più che un istante, un attimo... e quando riaprì gli occhi...
vide un mondo diverso.
- È possibile, mio Signore? - chiese, mentre Crouch riappariva poco più in là.
Un cielo limpido,
privo di nubi, e palme sottili. Lord Voldemort si guardò intorno, e sorrise.
- Tutto è possibile, o quasi, mia Dama. -
Barthy. Serviranno dei cammelli. I mezzi meccanici dei babbani farebbero
cilecca, a causa degli incantesimi della Piramide. E delle provviste. Ti spiace
occupartene tu? -
Barthemius si inchinò e si allontanò per eseguire gli
ordini.
- Siamo davvero qui, mio Signore? E' meraviglioso che tu mi abbia portata con
te... lascia che ti baci, finché il tuo servo non vede... grazie!- e sorridendo
baciò il Signore Oscuro.
- Adesso pensiamo agli abiti. Fa un po' troppo caldo per quelli che indossiamo.
E preferisci comprarli o vuoi che li faccia apparire dal nulla? -
-Sarebbe divertente entrare in un negozio locale ed aiutarci a scegliere le
cose più adatte... non trovi? E' così piacevole giocare un po'! -
- Proprio quello che pensavo anch' io -
disse Voldemort con un sorriso.
Mentre Barthemius continuava a contrattare con i mercanti locali per ottenere
dei cammelli decenti e provviste adeguate (cercando di non cadere nella
tentazione di usare la magia e prendere tutto quello che voleva senza sforzo),
e si sgolava cercando di farsi capire, Mac e il Signore Oscuro passarono oltre,
verso un negozio adeguato.
- Mio Signore... Barthy continua a parlare in inglese, e di certo quei mercanti
parlano benissimo la vostra, beh, adesso la nostra lingua, ma faranno di tutto
per fargli credere il contrario, ritieni che debba aiutarlo con qualche frase
in arabo? Tempo fa mi sono dedicata allo studio da autodidatta di questa
lingua... anche se non so che usare poche espressioni. In ogni caso... spero
che non combini nulla... tipo barattare me per cammelli e provviste... -
sospirò - Ma, infondo è un mago e saprà cavarsela! Adesso perché non entrare in
quel negozio? -
Ed entrarono in un enorme magazzino. Le pareti erano interamente ricoperte di
vesti, tessuti, decorazioni d'ogni genere. Mac iniziò ad aggirarsi tra gli
espositori, ridendo e trascinando il Signore Oscuro.
- Mi perdoni se adesso, per poco, condurrò io il gioco? Ma guarda... prova
questo abito... sono curiosa di vedere come stai... ed allunga una banconota a
quel brav'uomo - disse indicando il commerciante - affinché si tolga dai piedi
per un po'.
- La tua offerta d' aiuto e sempre bene accetta - ammise Voldemort poggiando il denaro sulla mano protesa del mercante - tuttavia si dà il caso che noi non stiamo parlando inglese, non esattamente, ma i maghi più abili adoperano la telepatia per farsi comprendere dalla... feccia babbana... indipendentemente da quella che può essere la lingua locale. -
- Che noia! - sibilò Piton - Gwillion, sei pronta a partire?
Esci un attimo Sirius... ti raggiungeremo entro pochi minuti... ah, chi viene
con te? - disse mentre sbatteva la porta sulla faccia di Black.
- Bambina... ti sei appena vestita, ma dobbiamo fare un cambio... soffocheresti
conciata così... dove andiamo. - ed agitò la bacchetta... e sorrise.
-Ecco... così sei perfetta! Bellissima... - e poi operò un cambiamento anche
per sé stesso.
-Andiamo? Dobbiamo raggiungere Sirius... -
- Io veramente... - Gwillion era particolarmente rossa - avrei voluto
lavarmi... sai ecco... insomma... o con la tua magia hai provveduto anche a
questo? -
Severus rise... quasi cadde dal ridere... poi si ricompose e strizzò un occhio
alla ragazza.
- Io posso tutto... tutto! Andiamo! -
- Piramide, - mormorò Gwillion quando ebbero raggiunto gli
altri - che Piramide, non potreste dire ai noi povere babbane qualcosa di più
al riguardo? Non mi piacciono le Piramidi Maledette, mi sanno da film d'
avventura... non esattamente di primo livello... sapete, quelli che finiscono
sempre con un bel crollo finale... -
- Dai Gwill, io invece credo che sarà un'esperienza meravigliosa... - sogghignò Silvia - La civiltà egizia è fenomenale, decisamente la mia preferita.
Sono sicura che ci sarà da divertirsi... e poi sono sicura che con tali maghi
al nostro seguito non avremmo nulla da temere - e fece l'occhiolino al suo
"cane da guardia", eccitatissima all'idea di quel viaggio
improvviso...
Piton era tutto intento a riflettere sul numero di magie che
avrebbe potuto apprendere. Magie antichissime e potentissime... sogghignò, e
poi tornò a pensare a quelli che erano con lui.
- Non temere Gwillion... non ci crollerà niente sulla testa... e se dovesse
proprio crollare, beh... creeremo una barriera! - sorrise, e poi rivolse
un'occhiataccia a Sirius.
- Non ero spaventata... solo continuo un po' a ragionare
come se questo fosse un romanzo... e fornivo il mio giudizio critico a
proposito delle piramidi maledette. - la giovane scrollò le spalle - e
soprattutto avrei voluto che mi raccontaste qualcosa di più a proposito della
nostra meta. Ma forse sarà meglio rimandare le spiegazioni... con questi abiti,
gli splendidi abiti bianchi alla Lawrence d' Arabia che mi hai procurato, sento
un tantino freddo, sai? -
- Allora vogliamo andare... stringiti a me... conta fino a tre.. .e al tre...
siamo già... arrivati! E non fa più freddo... - Severus sorrise.
- Chiedevi della Piramide, Gwillion - disse poi Black - La lezione l' ho fresca, ho appena parlato con Silente. La piramide, non è una vera e propria piramide in realtà. Quando l' Egitto cadde sotto l' egida romana, un gruppo di maghi, maghi dai grandi poteri, decisero di ritirarsi dal mondo, e lasciarono lo splendore di Alessandria portando con sé tutto il loro sapere. Si dice anche siano stati loro a dar fuoco alla famosa biblioteca, perché nessuno sapesse che l' avevano letteralmente saccheggiata. La piramide non è una semplice tomba, ma nasconde al suo interno templi, case e giardini, una minuscola città proibita... o almeno così dicono. Perché ogni contatto con quei maghi anche noi l' abbiamo perso, ai tempi delle invasioni barbariche, credo, e della falsa piramide era svanito quasi anche il ricordo... sino ad oggi, almeno. -
Piton osservò Black che si dava arie da professore con un
certo disgusto.
- Molto buona la tua spiegazione... Sirius. Molto semplice e semplicistica, ma
buona. Ma vedi, Gwillion... se vuoi saperne un po' di più... forse dovresti
chiedere a me... che leggo e traduco i geroglifici correntemente e che sono
molto esperto nel campo... - disse gettando un'occhiata malevola a Black...
forse soprattutto perché si pavoneggiava davanti a Gwillion, alla sua Gwillion
-La piramide di Akhetkha... perché questo è il suo vero nome, anche se non lo
sentirai pronunciare spesso, è un luogo di mistero... .
- Quel nome, Akhetkha... - mormorò Gwillion - significa forse qualcosa? -
-Sì... - disse Severus - Significa "L'Orizzonte dello
Spirito"... e mi domando cosa precisamente troveremo. -
Silvia intanto se ne stava ancora avvinghiata a Sirius, gli occhi chiusi e
tremava.
- Siamo arrivati? - domandò quasi senza fiato - odio viaggiare in questo
modo... potevamo prendere un comodo aereo babbano... -
- Saremmo arrivati troppo tardi in quel modo... - le disse
Sirius - ma per il ritorno faremo come preferisci... almeno noi due. E
Severus... che preferisci, cavalcature o provviste? Così almeno per un po'
potremo... dividerci. -
- Cavalcature...a te le provviste.
Andiamo Gwillion! - disse Piton.
- C' è niente che ti interessa, Silvia? -
disse Black guardandosi intorno per la confusione delle vie. Confusione a cui
lui non era per niente abituato, dopo... dopo.
- Feccia babbana? Ed io ne faccio parte, mio Signore? E com'è che parli con me? -
Voldemort
rise. E rise.
- Mi piace farti adirare - sussurrò poi - anche se so benissimo che fai
solo finta di essere adirata -
La Dama Verde sorrise, sorrise lentamente - E come potrei adirarmi davvero con
te? Ma vedo scoperti i miei giochi... ora dimmi, aiutami a scegliere ciò che
dovrò indossare, perché... dopotutto, è per i tuoi occhi ciò che indosso... e
poi spiegami meglio la nostra missione. -
- Quest' abito dovrebbe donarti... solo il colore non si adatta... ma lo tingeremo di verde... lontano da occhi mortali... -
- Prenderò quest'abito allora, Voldemort.- disse Mac. Fu allora che Crouch, vestito di rosso con abiti beduini si affacciò alla soglia del negozio e disse - Ho fatto tutto ciò che era richiesto... -
- In marcia, allora. -
- Andiamo... - e si avviarono ai cammelli. La Dama Verde salì sul suo, ricordando scene di film avventurosi e ridacchiò.
- Ridi, mia Dama Verde? -
- Sorrido, mio avventuroso Signore. Pregusto il sapore dell'avventura coloniale... un sapore che pochi, ai nostri tempi, potranno mai provare, e mai come noi. E mi interrogo sui misteri che sveleremo... - disse Mac.
- Che caldo! - disse Gwillion - e dire che questo clima è
più simile forse a quello della mia terra natia di quanto non lo sia quello
della cara vecchia Inghilterra... -
-Ti spiace il clima di questo luogo?- chiese Severus a Gwillion - Io lo trovo
infernale... ma potremmo sempre usare una piccola magia, se vuoi... - ridacchiò
- Prerogative di mago! .
Gwillion aveva risposto scuotendo la testa alla proposta dell' altro, e
-Would you like my mask
would you like my mirror
cries the man in their shadowing hoods
you can look at yourselves
you can look at each other
you can look at the face
the face of your god… -
Gwillion aveva risposto scuotendo la testa alla proposta dell' altro, e
mormorava fra sé le parole di una canzone dedicata al bazar notturno di
Marrakesh, mentre Severus contrattava con un vecchio dalla faccia bruciata dal
sole.
Piton scosse la testa irato, e continuò a contrattare per
lunghi minuti. Quando alla fine ebbe smesso, dopo aver raggiunto condizione
accettabili per sé e per il mercante, tornò da Gwillion, reggendo le redini di
quattro cammelli.
- Ti piacciono i cammelli? - chiese - Adesso spero solo che quel cretino di
Black non si sia perso... la tua amica ha strani gusti: prima Barthy, poi
lui... sono strane le donne.
- Sono strane le donne... - ripeté Gwillion in un sussurrò - ed io cosa sono?
ah già... a me piaci TU -
- Non sono più in prima pagina! - annunciò Black raggiungendo Piton e la sua
compagna sventolando un giornale - Non sono più in prima pagina e noi
abbiamo... un rivale inatteso. -
- Cosa blateri Sirius?! Fammi leggere o riassumi tu... che
diavolo succede ora? Lupin è stato eletto presidente?! - sibilò Piton.
Sirius non riusciva a parlare. Passò il giornale all' altro, e si piegò in due
per il gran ridere.
Piton prese il giornale e lesse.
- Oh, NO! Questo deve essere l'inizio dell'influenza della maledizione di
Tutankhamon! -
- Allock - strillò Gwillion - io "adoro" Allock - e scoppiò a ridere,
di una risata terribilmente maliziosa.
Piton fissò Gwillion... irato, disturbato, schifato persino.
- Cosa fai tu? Chi adori tu? - chiese... ed era più nero del solito.
- Gilderoy Allock... - Gwillion sorrise - come posso non adorarlo... è una
questione di... archeologia del sentimento! Presente il club dei duellanti?
Quando tu ed il caro Allock vi siete presentati a dirigerlo qualcuno ha mormorato...
speriamo che si uccidano a vicenda... ed io ho pensato tra me... a scegliere
tra i due meglio Allock, Piton è più in gamba... e ancora non sapevo quanto
fossi in gamba... anche come semplice personaggio letterario... e quella frase
mi è rimasta impressa, grazie al mago che si veste di turchese e color malva! –
- Chi è che ha mormorato quella frase?- chiese Severus portando il discorso sul molto pratico -No...non dirlo, lo so! Vedremo... In ogni caso...quale che sia il motivo...non dire mai più nulla del genere... -
Anche Silvia ricordando quella scena dal libro, non riuscì
ad evitare di scoppiare a ridere.
- Una scena maestrale, non c'è che dire... -
- Io non dirò mai più nulla del genere, promesso. Non con Allock come complemento oggetto almeno... è, è... nauseabondo. Ma non sono poi così convinta che tu sappia chi è che ha pronunciato la frase. No, no... -
- Ecco non nominarlo mai più. E poi... poi la scelta tra chi
potrebbe aver detto quella frase è pur sempre limitata! - disse Severus.
- Beh questo era scontato... ma non mi hai ancora provato di aver indovinato. -
Mentre le due spedizioni provenienti da Hogwarts e dalla
Torre di Nimrodel si apprestavano a violare i segreti perduti della piramide di
AkhetKha... una terza spedizione, dunque... si avvicinava all'arcano monumento.
Si avvicinava molto a rilento...
- Prego! Uno sguardo di qui... così! Qualcuno faccia abbassare la testa a quel
cammello... e sorrida! Ottimo... grazie!- il fotografo si riarrampicò sulla
gobba del suo cammello, in coda alla piccola processione di bestie ed uomini, e
l'attraversamento del deserto riprese.
Il deserto... sarebbe stato silenzioso, se il click ed il rumore dei flash non
l'avessero riempito di echi bislacchi, se il ronzio di una decina di
ventilatori accesi e strategicamente posizionati su alcune bestie che formavano
le ali della processione, e se il continuo cicaleccio di un uomo non l'avessero
trasformato da silenzioso a troppo rumoroso.
Alla testa della spedizione c'era un uomo, soffici boccoli biondi sotto un
elmetto coloniale turchese, e sorriso luminoso. Gilderoy Allock scostò con un
dito un granello di polvere dalla sua sahariana turchese brillante. E poi, dopo
una carezza al suo cammello bardato a fiocchi color arancio ed odoroso di
colonia, si rivolse alla donna che lo seguiva
- Signora Skeeter... ahaha... naturalmente sono l'unico che il Ministero
potesse mandare per questa impresa. Sono un esperto.. .e anticipo il titolo del
mio prossimo libro :"Fischiettando con le Mummie". Splendido vero? -
- Sì, sì, sono assolutamente d'accordo signor Allock... lei è proprio il migliore per questa missione, la scelta del Ministero non poteva cadere su candidato migliore...e anche il titolo del suo nuovo libro... decisamente azzeccato... - disse Rita con la sua vocetta untuosa, anche se i suoi pensieri non collimavano proprio con quello che diceva.
Gilderoy Allock sorrise compiaciuto, ed un raggio di sole
catturato dai suoi denti bianchissimi riverberò sulla montatura metallica degli
occhiali della Skeeter.
Gilderoy era certo di aver catturato il cuore della donna... come il cuore di
tutte le donne, naturalmente. E continuò a ciarlare...
- Ir nehep, ir heru nefer hena'k... i Neb... - la Dama Verde
sorrise - Spero sia questo il termine della giornata... mio "Neb"...
mio Signore. E' dunque davvero antico il tuo lignaggio... e va ben oltre quello
che i più sanno. Ed io cercherò di essere alla tua altezza...
- Io vado verso ciò che è mio di diritto. Akhetkha, è stata fondata da Sethnet
Serpeverde, un tempo sacerdotessa di Alessandria, colei che si dice uscì dalla
piramide solo per porgere alla regina del Nilo l' aspide fatale... la mia
magia, la mia eredità... io vado a prenderle. -
Crouch in sella al suo cammello cercava di non cadere... un
cammello era un animale troppo bislacco... imprecò... troppo bislacco anche per
lui.
- Certo c' è chi sostiene che non v' è alcun legame di sangue tra Sethnet e
quello del mio antico avo, poiché Serpeverde e appellativi consimili erano
molto più comuni prima che il serpente venisse degradato da simbolo cosmico a
immagine del male. Tuttavia... esiste anche quella che si può chiamare eredità
di pensiero. -
- Lo so, mio Serpente. Tuttavia sono adirata con te... nella lingua della tua ava t'ho fatto una proposta difficilmente rifiutabile, e tu non l'hai degnata di considerazione... ma non importa. Gravi pensieri ti turbano, e lì dove andiamo... lì è mistero. -
- Ebbene, l' Oscuro Signore non conosce l' egiziano
antico... ma spero non vorrai andare a raccontarlo in giro... e poi credo che
Sethnet da brava figlia di Alessandria parlasse più spesso il greco... -
Concluse Voldemort con un sorriso.
- Oh, mio Neb... che scoperta terribile! Tuttavia... ti dirò in un orecchio quello che ho detto prima... - e la Dama Verde si sporse dal cammello, con abilità di cavallerizza, per sussurrare le parole di prima, tradotte, e rise - E adesso inizio a credere che sia stata la tua ava a richiamarmi a te... così potrò aiutarti nell'antico egizio, tradurti i geroglifici che vorrai... e parlare in greco, se è necessario... -
- E queste non sono che le minori fra le tue... doti. - le mormorò l' altro.
- Lo spero... ma in questa vita dobbiamo comunque dar mostra di tutte le nostre virtù, doti e forze... -
- Attento Barthy, a non cadere! - fece Voldemort, e poi - stavamo dicendo, mia cara?-
Barthemius imprecò ancora e si aggrappò al cammello con
tutte le sue residue forze.
- Non importa... cosa stavamo dicendo.. .- disse la Dama Verde.
Intanto la spedizione formata da Voldemort, Crouch e dalla
Dama Verde era arrivata in vista della grande Piramide di AkhetKha.
- È... è un monumento immenso.. .- mormorò Mac - Più grande della piramide di
Cheope! -
- Una piramide... l' aspetto di una tomba... e invece nascondi molti segreti al suo interno... come me, come noi... -
- Non ti proteggerò per sempre, - disse Lucius al figlio - ma ora non necessiti di particolare protezione, a meno che colui che tu hai ucciso non sia un membro del ministero o un mangiamorte. E in quanto al crescere... ci sono molti altri modi in cui puoi farlo anche senza impugnare quel coltello -
Draco socchiuse gli occhi:
- Non preoccuparti, papà, non sono così... scriteriato. e quello che ho fatto
non l' ho fatto né per paura né per sete di sangue né per compiacere
chicchessia. Credevo soltanto fosse l' unica scelta possibile. Credevo di
obbedire ad una necessità. Sembra che io mi sia sbagliato, ma le mie
motivazioni erano queste. Cercavo soltanto di comportarmi da adulto. E se ho
sbagliato... non posso far finta che nulla sia successo, ecco tutto. –
Welverance frattanto era uscita dalla vasca, e si guardava intorno, come incerta sul da farsi. Si avvicinò ad una finestra, pensando forse di cambiarsi nascosta dai suoi voluminosi drappi. E fuori vide... Malocchio Moody.
- Laggiù ci sono i paraventi, Sara, se vuoi cambiarti più
comodamente. O c'è qualcuno per cui vuoi dare spettacolo alla finestra? -
A Lucius non era sfuggita la fuga repentina della ragazza dietro la tenda con
gli abiti asciutti. Era certo che la ragazza facesse il possibile per non intromettersi
nei loro affari, ma la sua presenza era comunque pericolosa: avrebbe potuto
andare in giro a spifferare indiscrezioni. Se ne sarebbe occupato più tardi,
per ora era sufficiente non farla uscire, poi un' oblivium avrebbe sistemato
ogni cosa... forse anche con Draco. Lucius valutò l'idea di cancellare al
memoria a suo figlio per far tornare tutto come prima, con il Signore Oscuro
avrebbe potuto trovare una scusa, ne era pur sempre il padre e se lui Lo
serviva fedelmente, che necessità c'era di coinvolgere anche il figlio?
Gli occhi del ragazzo erano ancora su di lui. Da spaventati ora avevano toni
più aggressivi, con i suoi giovani occhi cercava di giustificare la sua azione.
- Uccidere non è mai l'unica soluzione, ma l'ultima, non ti sei comportato da
adulto, e non hai dimostrato nessuna maturità uccidendo. Sai bene che non sono
un moralista, e che anch'io ho ucciso. Ma rifletti, se non era un membro del
ministero, chi era? Un Babbano? allora avresti fatto meglio a torturarlo o a
spaventarlo. Sarebbe bastato sollevarlo da terra con la bacchetta, cambiargli
colore della pelle, o qualsiasi altra cosa ti avesse suggerito la fantasia. Era
un mago? Spaventalo, ogni uomo ha le sue debolezze: sfruttale a tuo vantaggio!
E ricorda sempre che un attacco a sorpresa da chi non ce se lo aspetta può
essere svantaggioso anche per il più bravo dei duellanti. Hai avuto paura della
reazione del Ministero? Pensi che di fronte al cadavere non risaliranno a te?
La paura poteva essere un blocco e una protezione migliore dell'oblivium; non
avrebbe potuto incriminarti. Una persona viva può celare i suoi segreti e
nascondere la verità anche di fronte alla magia, se ha una personalità forte.
Un cadavere non può farlo. In un dibattito con un vivo è la tua parola contro
la sua, con un morto è la sua morte e tutte le prove possibili del ministero
contro la tua parola.
E questo, Draco, vale sia se stai commettendo un crimine, sia se stai cercando
di salvare qualcuno.
Hai sbagliato a uccidere. Hai commesso un errore compromettente per la tua
giovane vita, ma con il potere di cui godo potrei provare a cancellarlo, sia
dalla mente del ministero che dalla tua.
- Quale cadavere? - disse Draco con una smorfia - Ho ucciso uno spostato che nessuno cercherà mai, e prima di ogni altra cosa ho dato fuoco ai suoi resti, facendoli sparire per sempre. E non ho ucciso per uccidere. Ma solo perché questo mi era stato ordinato. Nel momento esatto in cui ho ricevuto il pugnale che ora stringo fra le mani. –
- Bene... sei ben addestrato... una vera macchina assassina... il fuoco cancella le tracce di chi non è importante. Che vuoi dire che non uccidi per uccidere? Cosa ti hanno ordinato esattamente? E, soprattutto, chi? -
- Potrebbe essere stato...un Weasley? - chiese Piton tetro.
- Sei intelligente, lo sapevamo... ma devo, devo cercare di coglierti in fallo,
lo capisci questo? - disse la giovane con una smorfia - e che ne direste di
metterci in marcia? Qui si fa notte! -
-Che dici Black, si va? In ogni caso dovremo fermarci per qualche ora stanotte... penso presso le rovine di Khua... c'è un'oasi lì. - disse Piton.
- È lei il professore - rispose l' altro con una smorfia - io sono solo l' umile assistente... forse. In ogni caso rimanere qui non servirà a molto. -
- Allora la spedizione parte! Tutti in sella... verso
AkhetKha! - disse Severus Piton, dopo aver aiutato Gwillion a salire in sella.
Si accostò un istante alla ragazza, e mormorò: - Non soffri il mal di mare,
vero? Se ti serve...chiamami. E... non vedo l'ora di accamparmi stanotte... un'oasi
fresca e piacevole... non ti tenta l'idea?
Poi Piton salì sul suo animale, un brutto cammello nervoso e lo incitò alla
maniera dei locali - Hat! Hat! - la bestia si sollevò ed iniziò la sua marcia
attraverso il deserto...rosso infuocato deserto nell'ora antecedente al
tramonto. E la strada era lunga...
- Ma le piramidi non sono tombe... non tutte... sono centri d'energia... è per
questo che ad alcuni l'ingresso comporta strani sintomi... - sospirò Mac - O
almeno... beh, non importa, mio Signore, mio nejem Neb... -
- Vieni, dobbiamo cercare l' entrata -
Crouch seguiva Voldemort con circospezione... osservando che
non ci fossero pericoli.
Mac seguiva Voldemort, riflettendo.
Sento la magia.. sento la magia...
- Di qua. - disse poi Voldemort - Per i babbani è pietra. Per un mago
abbastanza abile aria. –
Barthemius Crouch smontò dal cammello, e cadde a faccia
nella sabbia...nauseato e stanco.
Si tirò su a fatica, mentre Voldemort e la Dama Verde si avvicinavano già alla
Piramide, e li raggiunse arrancando, e lasciando scivolare chili di sabbia via
dalla sua veste rossa beduina.
Mac sospirò...Voldemort aveva avvertito l'ingresso della imponente costruzione
con la magia...l'ingresso celato dalla magia...
- Heka... - sospirò lei, quando furono entrati ed un vento freddo li investì
dalle profondità della costruzione - Heka... Magia in lingua egizia... qui
tutto è pieno di Heka... anche se io non posso sentirlo... - si voltò a
guardare Voldemort... e pensò che anche senza la magia c'erano altri modi di
incontrare il passato, e sfiorò le pareti dipinte con le dita, senza
soffermarsi troppo a lungo a toccarle.
- A cosa pensi mia Dama Verde, sembra che in questo luogo tu abbia percepito
una magia diversa da quella che io posso sentire. -
La Dama Verde sospirò - È così infatti... -
Gilderoy Allock alzò una mano ad indicare il cielo... un punto lontano
sull'orizzonte.... mentre il sole si inabissava oltre le dune. La luce
riverberò sui suoi boccoli d'oro... ed il fotografo scattò una serie di foto
per la Gazzetta del Profeta. Tuttavia, quando il collega di Rita Skeeter si fu
allontanato... Allock non si mosse da quella posa, ed i suoi occhi blu si
riempirono di lacrime commosse.
- Trenta secoli ci guardano... - mormorò - trenta secoli per attendere me! È
commovente... trenta secoli... per me! Ed io sono giunto, infine, a rivelare la
grandezza del passato che brillerà di luce nuova... grazie a me! -
Barthemius Crouch non sentiva neanche gli altri due che
parlavano... era ancora nauseato dal viaggio in cammello. Prese la bacchetta
e - Lumos! - disse. Si guardò
intorno... l'ambiente era stravagante... stravagante quanto avrebbe potuto
esserlo quello di una Piramide. Barthy sospirò "in una piramide, infatti,
ci troviamo..." pensò. Osservò quello che aveva davanti, un lungo
corridoio discendente...la volta era bassa e dalla curiosa angolazione. Le
pareti erano coperte di geroglifici, e Crouch si domandò se fosse possibile
leggerli con la magia. Ma... era strana la sensazione nella piramide di
AkhetKha. Barthy scosse la testa... strana, molto, troppo strana. Era come se
la magia non rispondesse agli stessi canoni di fuori. Tornò a guardarsi
intorno, sospettoso e curioso.
Mac aveva lasciato una ben laconica risposta a Voldemort - E' così infatti... -
aveva detto, senza aggiungere altro. Né altro avrebbe potuto dire, non adesso.
-Tu emani il vento del nord al vespro e il respiro dalle tue narici alla
soddisfazione del tuo cuore. Il tuo cuore rinnova la sua giovinezza, tu
produci.... Le stalle nelle quote celestiali sono obbedienti verso di te e le
grandi porte del cielo si aprono innanzi a te. Tu sei colui verso il quale le
preghiere sono dirette nel cielo del sud e grazie sono offerte da te nel cielo
del nord. Le imperiture stelle sono sotto la tua sorveglianza e le stelle che
non tramontano mai sono i tuoi troni. Offerte appaiono innanzi a te secondo il
decreto di Keb. Le Compagnie degli Dei pregano te... - disse, leggendo e
traducendo i versi alle pareti. Poi si voltò verso Crouch e Voldemort - Si
tratta dell'Inno ad Osiride, il primo capitolo del Libro dei Morti... tutto
nella norma direi. Almeno all'apparenza questa piramide sembra comune.
Eppure... c'è Heka, anche se io non posso sentirla... -
- C'è una strana sensazione nell'aria...- aggiunse Barthemius, pensoso. E sia la
Dama Verde che il Mangiamorte si voltarono a guardare il loro Signore...
La terza spedizione, la spedizione del Ministero della Magia si avvicinava
dall'opposta direzione. Allock ed i suoi raggiunsero la Piramide...
- Ci sono tre cammelli...laggiù... - disse il fotografo, a nessuno in
particolare.
Allock sorrise - Saranno i cammelli di qualche spedizione babbana, niente a che
fare con noi! - Ovviamente... niente a che fare con me! Una foto notturna con
piramide per la Gazzetta? - e si avvolse in un manto turchino trapuntato a fili
d'oro, per proteggersi dalla notte. Allock lo sceicco scintillante sorrise alla
Piramide... lui, lei... una coppia di certo successo! -
Allock, lo sceicco scintillante, avvolto nella sua migliore
sahariana turchese, con tanto di elmetto coloniale e mantello trapuntato d'oro
lasciò che il fotografo scattasse un'altra posa, con la piramide sullo sfondo.
Poi sorrise, ed il suo sorriso sembrò illuminare la piana desertica.
- Lumos... ahaha...è ora di andare!- disse a Rita Skeeter che lo seguiva, e a
Bozo, il fotografo.
- Naturalmente questo genere di piramidi nascondono decine e decine di
trabocchetti... ma io li conosco tutti talmente bene... - sproloquiò - Tutti
talmente bene! Per esempio tre anni fa mi trovavo in Mongolia, e ho dovuto
superare l'ingresso alla Lamaseria Maledetta di Chi-en. Solo un mago con la mia
abilità avrebbe potuto evitare le maledizioni e le trappole che a decine
circondavano l'ossario con l'osso del grande Lama Soi-jo. Un oggetto carico di
magia! Qui... le mie fonti... sostengono che potrei riscoprire un brandello
della benda fulminante di Osiride! E avrete il raro onore di vedere me, e
scattare foto al grande e modesto Gilderoy Allock che recupera il manufatto più
incantato e magico dell'intera storia!- sorrise e scosse i riccioli biondi -
Madame Skeeter mi segua... o vuole avere l'onore di andare avanti lei? Vede...
l'entrata è proprio, esattamente lì... - (naturalmente Allock non s'era curato
di percepire la magia di Voldemort che aveva aperto il passaggio poco prima...
Allock era troppo stupido per capirlo...).
Lo sceicco scintillante avanzò verso l'ingresso.
- Oibò... - disse - Potremo suscitare una gragnola di lance cadenti... ma fate
quello che faccio io e saremo a cavallo! -
e l'idiota, povero scintillante mago idiota, si produsse in una sorta di
leggiadro balletto.... volto (secondo lui) ad evitare di attivare trappole
nascoste. Ma quando furono entrati...
-Ah! - strillò Allock - Mummie Viventi!
Indietro... Indietro!- e saltellò verso l'uscita, mentre tre persone
all'interno della tomba si scambiavano occhiate perplesse, e qualcuno tra loro
impugnava la bacchetta magica... nel caso ci fosse stato da... da lavorare.
Rita cominciava ad essere sull'orlo della disperazione....
il viaggio con quell'idiota sarebbe diventato un incubo...
Idiota era a dir poco... probabilmente di magia ne sapeva meno lui che la
figlia 6enne della sua vicina di casa... non si era neanche accorto che i
trabocchetti all'entrata della piramide erano già stati sciolti da qualcuno (o
sicuramente sarebbero stati fulminati, con quell'incapace..) e che quelle 3
sagome che Allock aveva scambiato per mummie altro non erano che persone... ma
doveva sopportare... se voleva la gloria avrebbe dovuto sopportare...
Allock, con Bozo il fotografo e Rita Skeeter, uscì di corsa
dalla Piramide...
Bozo... strillando... scappò verso i cammelli, e scomparve poco dopo.
Ritrovando tutta la sua intraprendenza Gilderoy si chiese chi mai avrebbe
scattato sue foto, adesso... poi, ricordandosi della misera figura, sorrise...
un sorriso scintillante per la Skeeter.
- Naturalmente questa era una tecnica per spaventare le mummie... ahaha...
anzi, vogliamo entrare a vedere se sono fuggite? Prima le signore... prego... -
- Naturalmente... naturalmente Gilderoy... - ribatté Rita,
trattenendo a stento l'impulso di dare un ceffone a quell'imbecille, ma evitò
scenate ed entrò nella piramide.
Era abbastanza inquietante, anche se sembrava non ci fossero pericoli
imminenti.
Gilderoy si curò di far camminare la Skeeter abbondantemente
davanti a lui... in modo che le mummie potessero uccidere prima lei... nel
caso... nel caso... nel caso in cui fossero state ancora lì. Avanzarono nel
buio, alla luce delle bacchette magiche.
Percorsero diversi metri, quando un mormorio inquietante li raggiunse.
- Le Mummie!!! - Allock produsse una curiosa voce soffocata.
- Per ucciderle dovrà recitare l'incantesimo più adatto...Pepsikipsi
Pesternoni?! A lei... l'onore... io credo che avrò molte altre occasioni
dopo...
Tuttavia, raggiunte quasi le tre figure... che sembravano non curarli d'alcuna
attenzione, Allock si avvide che si trattava di gente...viva.
- Babbani!- esclamò -Babbani... archeologi babbani! Forse ci vorrebbe un
oblivion! Si sposti... è lavoro per me! - è scansata di lato la Skeeter si fece
avanti.
Tuttavia un giovane biondo vestito di rosso gli si parò davanti con la
bacchetta in pugno.
- Fermo lì! - intimò, e finalmente Gilderoy si rese conto che erano maghi. E li
scrutò meglio.
C'era il preoccupato ragazzo, un uomo dai capelli grigi e l'espressione
tranquilla, e una giovane avvenente donna.
- Oh, una spedizione archeologica di maghi! – esclamò.
- Naturalmente è di vostra iniziativa che siete qui... ahaha... è pericoloso!
Non lo sapete?! Ahaha... io sono... ma lo sapete chi sono! Volete un autografo?
Sono inviato dal Ministero a cercare la benda fulminante di Osiride! Ma... non
vi presentate?! - e si tuffò in un baciamano alla donna - Gilderoy Allock,
ovviamente, incantato! E lei è...? Questi sono di certo suo padre e un
archeologo?
Rita dovette conficcarsi le lunghe unghie artigliate per non
urlare dalla sorpresa... Voldemort, la ragazza che era con lui e... Merlino la
scampi... Barthy Crouch!!! Come poteva essere lì, come poteva essere vivo...
La mente di Rita lavorò fervidamente e pensò allo scoop che avrebbe potuto
scrivere... il Pulitzer magico a
vita!!!
Così decise di far finta di non conoscere chi avesse davanti e si presentò
educatamente... - Rita Skeeter, giornalista inglese... molto piacere... - e scoccò
un'occhiata malevola alla ragazza.
La Dama Verde ritirò la mano... sottraendosi alle
appiccicose e sgradite galanterie di Gilderoy Allock.
-Gilderoy Allocco, ha detto? Bel nome... e... lui non è mio padre! - disse. Poi
scoccò un'occhiata crudele alla Skeeter - Ma noi ci conosciamo...signora
Scarafaggio! Com'è piccolo il mondo! Ha poi scritto quell'articolo? -
Rita doveva continuare la commedia se voleva salvare la dignità... - Scusi ma ci conosciamo? - domandò alla ragazza in tono mellifluo - Ma sì! Lei è quella simpatica ragazza che ho incontrato oggi al banchetto che avrebbe dovuto esserci in onore di Black, sa, col buio non l'avevo riconosciuta... -
Crouch era livido in volto... aveva riconosciuto uno dei
volti di... era un ricordo vecchio, molto vecchio, di tanti anni prima... del
suo processo. Quella giornalista... la Skeeter... lavorava per il Ministero un
tempo. Dunque lo aveva riconosciuto?! Ma che importanza poteva avere... per
come erano messe le cose, presto quei due intrusi... sarebbero… morti.
Mac sorrise cattiva - Non sapevo che certi tipi di trasfigurazione ledessero la
memoria, o perlomeno la vista... ma adesso che mi ha riconosciuta... mi sento
tranquilla. Signora Scarafaggio... non vedo l'ora di leggere quell'articolo!
Come sa... spero sia ben fatto, o... lo sa, no? - sorrise - Cosa cerca da
queste parti? Vuole un incontro con i suoi amici scarabei dell'Antico Egitto?!
-
Allock, intanto era stupito... la Skeeter e queste persone si conoscevano? Ma
doveva liberarsene... non dovevano rubargli il palcoscenico! Eppure... certo
era confortante non essere soli nella piramide... e se avevano scoperto
qualcosa? Erano archeologi... potevano aver fatto interessanti ritrovamenti...
doveva indagare. Si lanciò a prendere il braccio della giovane donna - Cara, la
prego... con il permesso di suo padre e del suo collega biondo, vorrebbe
raccontarmi le sue certo interessanti scoperte? -
Mac si allontanò con un saltello dallo stupido Allock -Le ho detto che non è
mio padre! E tenga giù le mani! Un mago di chiara fama come lei... non ha certo
bisogno del nostro aiuto... perché invece non proseguite la vostra
esplorazione?! -
Barthemius sospirò... aveva pronta una bella Avada Kedavra per due...
- No, Barthy, - mormorò lord Voldemort - niente morti, per ora. Una piramide può essere piena di trappole. e perché sprecare due cavie che si offrono a noi, così, volontariamente? -
- Cavie... - sibilò Crouch - ma mio Signore... sono due imbecilli capaci di attirarci ogni sorta di trabocchetto! -
- Ma non saranno loro a far strada, saremo noi. I canarini sono forse più intelligenti dei minatori? eppure servono al loro scopo, noi invece abbiamo trovato... un canarino turchese. -
- Canarino turchese... - ripeté Barthemius non troppo convinto e tornò a fissare Allock che tentava in tutti i modi di attaccar bottone con la Dama Verde, e scosse la testa.
- E' più facile uccidere i vivi che resuscitare i morti, tutto qui, Barthy. -
- Naturalmente hai ragione, Signore.. .- disse Crouch.
- Allora... ahaha... vuoi dirmi che scoperte avete fatto? O forse non avete
scoperto nulla? Solo io posso fare le scoperte giuste! - Allock era nel pieno
di una crisi di megalomania...
- Ora basta! - sibilò Mac.
- Questo... quest' essere ti importuna, mia Dama Verde? -
- Importunarmi... mio Signore?! Oh... cosa te lo fa pensare!
Soltanto mi sorprenderei se presto non lo trovassi... in qualche posto che
avrei preferito riservare a te... accidenti! È orribile! -
- In tal caso dovrei lasciare Barthy libero di seguire le sue inclinazioni, e
la cosa sarebbe... assai seccante. –
- Allora... dovresti lasciarlo vivo. Lasciarlo vivo... anche se temo che non lo troverei piacevole quanto te... se lui tentasse di approfondire la conoscenza... ma se ti è utile! - La Dama Verde ridacchiò.
- Mi stai forse domandando la sua morte? Perché in tal caso non esiterei ad accontentarti, eppure un simile gesto non mi sembra degno di te, Mariacarla. -
Note: La poesia recitata da Mac è “Sono una stella del firmamento” di Herman Hesse.
La canzone intonata da Gwillion è di Loreena McKennit.