Capitolo Diciannovesimo

                                                               Le trappole della Piramide

 

 

L'Oasi di Kuhat. Piton smontò dalla sua bestia e fissò l'orizzonte cupo... lontano... c'era la Piramide.
- Forse dovremmo fermarci per qualche ora... e consentire a loro di riposare... - disse a Black, indicando Silvia e Gwillion.

Le rovine circondavano l' oasi. L' aria era calma e tranquilla, fredda del freddo del deserto notturno.
- Stai bene, Silvia? -
mormorò Black.

- Sto benissimo, sono solo un po' stanca... certo che una bella sosta non sarebbe affatto sgradita... - Silvia sorrise a Sirius.

- Perfetto! - le disse Black - Abbiamo un' oasi, palme, laghetto chiaro di luna, rovine... un luogo ideale direi... a parte la compagnia, forse. -

- Beh dovrai accontentarti della mia se non vorrai avere troppo a che fare con Severus... spero che non ti dispiaccia... - lo stuzzicò silvia  comunque è meraviglioso qui.. valeva la pena la faticaccia... -

- Per stare con te... varrebbe la pena andare ovunque... e poi - disse l' uomo gettando un' occhiata dall' altra parte del fuoco - qui sembra che abbiamo persino l' accompagnamento musicale. -

Gwillion dal canto suo, dopo essersi tolta come meglio poteva la sabbia di dosso, si guardava intorno. E cantava.
La notte è quieta, senza rumore
C' è solo il suono che fa il silenzio
E l' aria calda porta il sapore
di stelle e assenzio
Le dita sfiorano le pietre calme
Calde di un sole memoria o mito
Il buio ha preso con sé le palme
Sembra che il giorno non sia esistito
Io la vedetta l' illuminato
Guardiano eterno di non so cosa
Cerco innocente o perché ho peccato
La luna ombrosa
E aspetto immobile che si spanda
L' onda di tuono che seguirà
Al lampo secco di una domanda
La voce d' uomo che chiederà
"shomèr ma mi-llailah
shomèr ma mi leh
shomer ma mi-llailah
ma mi leh"
La notte udite sta per finire
Ma il giorno ancora non è arrivato
Sembra che il tempo nel suo fluire
Resti inchiodato
Ma io veglio sempre perciò insistete
Voi lo potete, ridomandate
Tornate ancora se lo volete,
non vi stancate "
Cadranno i secoli gli dei, le dee
Cadranno torri cadranno regni
E resteranno di uomini e idee
polvere segni
ma ora capisco il mio non capire
che una risposta non ci sarà,
che la risposta per l' avvenire,
è in una voce che chiederà:
"shomèr ma mi-llailah....."

Piton - Queste parole... queste parole... ogni volta che ti ascolto, Gwillion... ogni volta la tua anima mi cattura sempre più. Che parole sono? -
- Parole non mie, come sempre. Francesco Guccini. Un' altra canzone, parla di una vedetta che aspetta il sorgere del giorno. E del deserto. Non potevano non venirmi in mente. È una delle prime canzoni che io abbia mai ascoltato, credo, ancora non sapevo parlare, e chiamavo il ritornello in arabo milenda milenda... solo dopo molto i miei hanno capito quale canzone chiedessi. -

- È interessante... un giorno ti chiederò di sederti davanti a me e raccontarmi tutto il tuo passato... - Severus sorrise -Ti piace questa oasi? -

- Il deserto lo preferisco indubbiamente di notte.. ma a me la notte e sempre piaciuta... e quel lago è splendido sotto le stelle... anche se ho la vaga sensazione che a berne un sorso avrei dissenteria e un' altra decina di malanni da terzo mondo assicurati... per fortuna che ho un bravo mago, accanto... -

Severus Piton sospirò, poi sorrise... un sorriso gentile, ma anche remoto, vago.
- Sei davvero una bambina strana... a volte mi fai sorridere, altre mi turbi. Mi chiedo se quello che dici... ma non importa! A volte anche la nostra profonda diversità mi affascina... -

 

La Dama Verde scosse la testa - Non ti sto domandando la sua morte. Non ti domanderei la morte di nessuno, lo sai... tranne la mia - fissò Allock che diceva qualcosa alla Skeeter - Forse stavo solo chiedendoti di dire ad Allock qualcosa come "togliti di torno". Ma è normale, il Signore Oscuro non conosce mezze misure... fa parte del gioco, un gioco che mi piace. In quanto a ciò che è degno o non degno di me, lo giudicherò io, Signore. Adesso perdonami, ma cercherò di rendermi utile come mi è richiesto... - si allontanò verso Allock.
- Signor Gilderoy... cosa voleva sapere? Mi offra il braccio... forse posso raccontarle quello che ho scoperto, sembra che abbiamo disattivato tutti i trabocchetti della piramide. Può andare avanti lei... sono una sua ammiratrice, dopotutto, e solo un mago come lei deve avere l'onore di varcare questi corridoi... da solo verso la gloria, unico eroe indiscusso. -
Allock sorrise, un sorriso luminoso e scintillante - Lei mi lusinga! Ha sentito Rita... andiamo verso la gloria! -
Mac rispose al sorriso...

Rita osservava la scena al colmo del disgusto... quella ragazzina (che doveva essere una babbana, lo sentiva a naso, e su queste cose Rita non sbagliava mai...) era davvero disgustosa...
Non solo si accompagnava al Signore Oscuro (il che già di per sé era abbastanza…) ma adesso si metteva anche a flirtare con quell'imbecille senza cervello di Allock... ma Rita confidava che Voldemort non avesse nella tolleranza e nella comprensione la sua arma migliore... ci avrebbe pensato lui a sistemare quella sciacquetta da quattro soldi... e lei sarebbe stata da parte a godere il suo trionfo...

- Oh mia cara - mormorò Voldemort avvicinandosi a Mac - ed io che stavo per chiederti se in alternativa non avresti desiderato che rendessi perennemente acuta la voce dell' importuno... ma sembra che tu stessa abbia saputo trovare una punizione assai peggiore per lui, facendogli credere di andare incontro alla gloria quando invece... -
Il mago sorrise e non terminò la frase. Puntò la bacchetta contro l' entrata, e fece in modo che tornasse a chiudersi.
- Non vogliamo che qualche incosciente inesperto si intrufoli nella piramide a nostra insaputa, non è vero? - disse poi ad Allock con il suo sorriso più dolce - Maledizioni a parte questo non è comunque un luogo troppo sicuro per affrontarlo senza una guida... del suo calibro. -

- Mio caro... - sussurrò Mac girandosi a guardare Voldemort - Non è una punizione dare ciò che si chiede a chi lo chiede: la mia è tutta bontà. Vuole la gloria... diamogliela. Perché essere crudeli? - e sorrise.
- Allora, Gilderoy... - continuò la Dama Verde guardando Allock - Perché non ci guida? Saremmo persi senza lei... -
Gilderoy Allock illuminò il buio della Piramide con un sorriso...
- Andiamo! - disse...facendo strada.

- Hai detto che ti catturo l' anima... - sussurrò Gwillion - ed io cosa dovrei dire? Sono sempre più persa, sempre più persa, e la cosa mi fa un po' paura. Ho creduto di poterti tener testa nel continuo duello di parole che avevamo intessuto, e mi sbagliavo. Ho creduto che avrei potuto barcamenarmi di fronte alle frasi che adoperavi per sedurmi... almeno sino a quando non avessi compreso quali erano le tue reali intenzioni. E mi sbagliavo. C' è stato un momento in cui ho compreso che qualsiasi cosa, qualsiasi cosa tu avessi voluto da me... persino se mi avessi detto che ero solo un trastullo, un modo per passare il tempo o che so io... persino di fronte a delle simili parole io ti avrei detto di sì... ringraziandoti nel contempo per essere stato sincero. E credevo infine di poterti almeno punzecchiare, prendermi un po' gioco di te, avere almeno queste rivincita. E sembra che io mi stia sbagliando anche su questo. E forse è quest' ultima cosa a turbarmi maggiormente. Sono abituata a scegliermi dei ruoli come dire... subordinati? Nelle mie fantasie avrei potuto chiamarli di vittima... anche se non è questo il caso mi sembra. L' intelligenza no, l' intelligenza mi rimaneva, su di un rapporto paritario con il mio, o i miei interlocutori. Cosa non troppo difficile, dato che in realtà stavo parlando con me stessa. E adesso invece tu sei troppo... e sai eludere con abilità sempre maggiore ogni mio tentativo di provocarti... ma forse nulla di tutto questo ha importanza. -

- No, nulla ha importanza... è questo che vorrei farti comprendere. Nulla ha importanza... se non io e te... - Piton sorrise - Mi piace l'idea di avere... per così dire, una vittima. Anche se si tratta di una vittima di natura diversa da quelle che ho sempre avuto. - e Severus si concesse di baciare la sua vittima.


Silvia si strinse a Sirius...
- Adesso non prendermi per pazza... ma c'è una canzone babbana che secondo me descrive perfettamente quello che sento in questo momento... - e senza quasi accorgersi si trovò a declamare i versi.
Tra dire e fare tra terra e mare tra tutto quello che avrei
da dire sto qua a parlare d’amore tra dire e fare tra bene e
male con tutto quello che avrei da fare sto qua che penso solo a te
e tu lasciami fare a me basta restare un po’
un po’ di tempo a parlare insieme a te solo a parlare
non voglio fare l’amore a me basta guardarti un po’
guardare i tuoi movimenti così lenti che mi fai sentire che
fammi sentire che, che durerà tra te e me
e il tempo si fermerà tra te e me tra dire e fare tra miele e sale
resto a sentire i tuoi pensieri per me che fanno rumore e tu lasciami
fare a me basta restare un po’ un po’ di tempo a parlare insieme a te
solo a parlare non voglio fare l’amore a me basta guardarti un po’
guardare i tuoi movimenti così lenti che mi fai sentire che
fammi sentire che, che durerà tra te e me e il tempo si fermerà tra te e me
tu dimmi che durerà tra te e me e il tempo si fermerà
tra te e me

- Nessuno aveva mai cantato per me... - mormorò Black - e sono lieto che sia stata tu a farlo. Grazie Silvia, grazie. -
Ed i suoi ringraziamenti da parole poi si mutarono in baci, e carezze, carezze lievi, quasi timide, ansiose.

 

Kikka e Lupin frattanto si erano recati al Paiolo Magico, e la giovane si stupì molto: era proprio come lo descriveva la Rowling! Le persone all'interno dal canto loro si girarono a osservare i due così Kikka con la scusa che aveva vergogna si strinse a Lupin ancora di più.

- Cosa c'è, non dirmi che hai paura della gente che frequenta il paiolo? - domandò Lupin ridendo a Francesca... e le indicò un tavolo appartato - Vuoi assaggiare una burrobirra, è davvero squisita. -

 - Io? Paura? Era solo una scusa per starti vicino. - e sorrise - Sì! voglio assaggiare la famosa burrobirra! - si girò per guardarsi intorno e vide di nuovo gli occhi puntati su di loro - Ma che hanno da guardare? - sussurrò a Lupin.

- Beh ma guardano te ovviamente... una ragazza carina come te non poteva certo passare inosservata - la prese in giro garbatamente Lupin...  - no, è che probabilmente sono stupiti di vedermi qui, e in dolce compagnia per giunta... sai, non sono mai stato uno che fa molta vita mondana... -

- Ma non sarà sempre così, Remus... non più. -

In quello stesso momento entrò Edwige con un giornale nel becco e lo posò sul tavolo..
Remus aprì e l'articolo E sbarrò gli occhi.

- Un articolo della Skeeter. Senti un po' qui, Kikka.

Il caro lettore si deve essere abituato alle mille novità e stranezze che vengono da quell'angolo di mondo in costante fermento che è Hogwarts. La Hogwarts di quel mefistofelico vecchietto che risponde al nome di Silente, per quanto parte della società magica vorrebbe vederlo pensionato o peggio. Ma oggi le notizie dalla fervente Hogwarts sono strabilianti: gettati definitivamente i panni del delinquente in fuga, in pieno riabilitato e premiato dal Ministero il signor Sirius Black ha ottenuto con una sontuosa cerimonia la carica di professore di Difesa Contro le Arti Oscure. -

- Silente mefistofelico? Ma lo sa cosa vuole dire? -

- E non è finita...

Tutto è bene quel che bene finisce, dirà il lettore. Ma la penna arguta del vero cronista scava e vede sotto le apparenze. La notizia pesa come una bomba: c'è vento di burrasca tra il signor Black ed il Professor Severus Piton di Pozioni. Ora il punto è... una scuola sempre sulla cresta dell'onda, o sull'orlo del precipizio (a discrezione vostra decidere quale delle due ipotesi sia più calzante), può permettersi burrasca, malanimo e invidia tra professori accorsati come sono Piton e Black? Che poi si tratti davvero di burrasca è ancora da decidere. Sembra odio. Potrebbe essere... passione repressa? Sapremo tenervi informati.

La vostra Rita Skeeter. -

Stavolta Kikka scoppiò a ridere.

- Passione repressa? Pensare a come ha reagito Piton quando... ma Gwillion era Gwillion... la Skeeter... secondo te a quando il funerale? -

- Dovranno tornare dalla loro missione, prima. - rispose l' altro con un sorriso - E qui la giornalista ha pure sbagliato il mio nome. Postilla:

Abbiamo taciuto, per non rubare troppo la scena a Sirius Black, degli ex professori di Arti Oscure degli ultimi anni, nomi come Reuel Raptor, Romus Lupin, Alastor Malocchio Moody... nessuno di loro è durato a lungo. Black spezzerà la maledizione? -

- Non ci lamenteremo per una o adesso? -

- No, perché c' è di peggio:

Un ultimo avvertimento: ad Hogwarts sono presenti sei babbane maleducate e impudenti e che con il loro arrivo stiano creando una serie infinita di problemi, andando a cacciare il naso dappertutto e intromettendosi in ogni questione… fra l’altro quasi tutte si sono buttate su dei maghi più o meno famosi circuendoli e con risultati disastrosi… consigliamo i genitori di sorvegliare sui loro pargoli... -

- Che cosa? - fu l'unica cosa che riuscì a dire Kikka stavolta. - Come è possibile? Come ha fatto a saperlo? - E non riusciva a dire nulla riguardo a quel viscido insetto che aveva scritto l'articolo..."calma, calma" si ripeteva , piano, piano si fece strada nella sua mente il significato dell'articolo e poi... come osava!

- Se la prendo! - guardò l'espressione attonita di Lupin e si ricompose - Scusa... cosa hai intenzione di fare? -

- Che cosa ho intenzione di fare... sinceramente non lo so Francesca... nulla probabilmente, come nulla valgono queste parole. -

- Se fosse per me la schiaccerei... ma ascolterò le tue parole. - sussurrò disse Kikka accarezzando la mano di Lupin.

 

Barthy Crouch non si sarebbe mai definito un vigliacco. Mai e poi mai. Eppure c'era nelle ombre di quella piramide... qualcosa. La sensazione che non lasciava Barthemius era quella di essere un intruso, un estraneo... che ci fosse una sorta di forza repellente. Qualcosa che minacciava persino la sua magia. Crouch sospirò, e tornò a fissare la Skeeter e Allock che guidavano la spedizione, come due sciocchi apripista. "I canarini di Voldemort..." pensò. "Ma spero che questi canarini non siano troppo pasticcioni...". Barthy non perdeva di vista la Skeeter... lei poteva averlo riconosciuto.
- Attenzione! - strillò ad un certo punto la Dama Verde, e Crouch si voltò a guardarla.
- C'è un pozzo lì... se non state attenti voi due, ci finirete dentro! E' il quarto pozzo d'aerazione che non vedete... insomma! -
Allock sorrise e rise, la sua solita risata accattivante e scintillante - Ma, mia cara, l'avevo visto! Solo volevo arrivare sino al limite... per controllare che dentro non vi fosse nulla di interessante. Rita, lei mi segua, avanti! -
Crouch scoccò un'occhiata eloquente prima a Voldemort e poi a Mac.
Continuarono a percorrere il corridoio discendente... perdendo la nozione del tempo e della distanza.
Raggiunsero, infine, una diramazione. E Crouch fissò con una certa apprensione Voldemort, perché seguire Allock diventava sempre più un'impresa suicida... sebbene Allock fosse solo un apripista, come la Skeeter... e sebbene finora non avesse dovuto far altro che... andare dritto.
Barthy si disse che forse avrebbe potuto usare un incantesimo d'orientamento... e prese la bacchetta. Tuttavia... non riuscì nell'impresa...  - La magia... - disse a Voldemort - La magia non funziona più correttamente! Ed ora?! Non possiamo far scegliere a Gilderoy! -
- Forse è scritto tutto in quei geroglifici... fatemi controllare.. .- disse Mac, e raggiunse Allock e la Skeeter - Permesso! Fatemi leggere... - e si chinò a guardare le figure, poi si voltò verso Crouch e Voldemort - No... non ci sono indicazioni per la strada... ma vediamo se... -
Allock, intanto, aveva una sua idea su cosa fare e come farlo... e decise che la sinistra gli portava fortuna... -Di là! - disse pimpante - Seguitemi! -
Crouch osservava la scena... nauseato. Poi si soffermò a guardare Mac, ma che stava facendo? Sembrava sfiorasse la pietra vicina al passaggio ad occhi chiusi. Infine lei si raddrizzò e scoccò un'occhiataccia ad Allock - Affatto! - disse - Di qua! Si va a destra... o preferisce morire?! -
- A destra?! - disse Gilderoy - Ma no, ma no... e fece qualche passo nel corridoio di sinistra, mentre Crouch si avvicinava per acciuffarlo.
- Prendilo Barthy! - strillò Mac, e Barthemius lo tirò via un istante prima che una lastra di granito franasse sulla testa di Gilderoy.
- Ed ora possiamo proseguire?! A... destra! - Crouch scosse la testa.

Dopo aver evitato diversi disastri ad opera di Allock, dopo aver trovato passaggi nascosti, dopo aver aggirato stanze stracolme di mummie accatastate... i cinque esploratori raggiunsero un altro corridoio, ascendente questa volta, interamente ricoperto di incisioni nel rame che ricopriva le pareti in sottili lamine...
- Credo che ci stiamo avvicinando a qualcosa... - disse Mac. Risalirono il corridoio e raggiunsero una stanza...una curiosa stanza esagonale con un'unica iscrizione su una parete.
La Dama Verde si accostò per leggere - Khet seshem sa sa up khet mu'n neser men su'n sur ir... - si voltò verso Voldemort - L'iscrizione dice... "La soglia si mostrerà all'erede, l'erede aprirà la soglia, l'acqua di fuoco attende chi è destinato a berla..." -

- L' erede... - ripeté Voldemort - l' erede di Sethnet... o di uno dei suoi seguaci, così dice la leggenda... ma solo chi ha il sangue della Serpeverde nelle vene potrà bere l' acqua. Io ricordo, ricordo... ma forse non sono io l' erede. E se la porta non compare al mio cospetto dovremo trovare un modo per forzarla. -

 

Nel frattempo, l'altra spedizione aveva lasciato l'oasi di Khuat ed aveva raggiunto... la piramide...

- E ancora una volta sono perfettamente inutile... - mormorò Gwillion - qualcuno direbbe che tutta questa esperienza fa un gran bene alla mia umiltà... ma io non ci tengo affatto ad essere umile! Beh, d' altronde ci si possono aspettare solo ammonimenti di questo genere da una persona che "loda i libri di Harry Potter per il loro messaggio morale e la loro capacità di rivalutare la figura del bambino e metterla addirittura davanti agli adulti..."
parole testuali, ohimè del mio migliore amico. -
Concluse la giovane, e sorrise.
Piton sorrise - Inutile, perché inutile? Non lo sei. Beh... sulla tua umiltà posso anche essere d'accordo...- e le strizzò un occhio.
Poi si voltò a guardare Black e Silvia sui loro cammelli - Il fatto che la spedizione sia ripartita... sembra non aggradare loro... tuttavia avevamo solo poco tempo per riposare, e la piramide è lì davanti a noi adesso. Ti confesso che non vorrei aver interrotto qualcosa tra loro... - sospirò, ovviamente era pressoché incredibile per chiunque l'idea che lui non avesse interrotto apposta l'idillio di Sirius.
- Ti piacciono le stelle, Gwillion? - chiese Severus, mentre il suo cammello percorreva gli ultimi metri prima di fermarsi davanti alla piramide - Le notti d'Africa sono lucenti... soprattutto nel deserto. Ma adesso siamo arrivati... e la piramide di AkhetKha sarà buia.
Piton smontò dal cammello ed aiutò la sua Gwillion a fare lo stesso. Poi le sistemò il vestito da indigena, risistemandole le ampie pieghe sulla veste. E si chinò a baciarle la nuca.
- Bambina, ti piacciono le avventure? - chiese - Tienimi dietro... non allontanarti. -
Poi si voltò verso Black e Silvia - Dobbiamo trovare l'ingresso... - ma Sirius sembrava distratto, e Severus seguì il suo sguardo. C'erano delle sagome... lanciò un'occhiata significativa a Sirius, e si avvicinarono circospetti. Ma erano... solo cammelli.
- Cammelli! - esclamò Severus - Cammelli... di babbani? Non riesco ad approfondire... non riesco a percepire la scia della magia che avrebbe dovuto lasciare un mago... è evidente che le proprietà della piramide ci confondono... Sirius, dobbiamo entrare... e stare attenti. Deve esserci un'entrata celata dalla magia, impegniamoci a trovarla... e facciamo in fretta. -
Alla fine trovarono l'ingresso... e riuscirono ad entrare.
Severus gettò uno sguardo ai geroglifici... strinse una mano a Gwillion, e sussurrando di porre attenzione... iniziò la discesa, con i suoi compagni d'avventura.

 

Crouch osservava le stanza esagonale, perplesso. Voldemort era rimasto silenzioso, e poi aveva detto qualcosa a voce abbastanza bassa alla Dama Verde. Allock e la Skeeter osservavano le pareti... ed Allock... fingeva di ingegnarsi a leggere la scritta che Mac aveva tradotto poco prima. Era chiaro che la giornalista ed il buffone non sapevano cosa fare... né del resto lo sapeva Barthemius... ma lui almeno poteva tenere sotto tiro i due imbecilli.
- Khet seshem sa sa up khet mu'n neser men su'n sur ir... - mormorò di nuovo Mac, come per cercare una soluzione in quelle parole... ma no, erano solo un avvertimento, una spiegazione... poi fissò Voldemort, che era compreso nei suoi pensieri, con la fronte corrugata. E se Voldemort non sapeva cosa fare... come poteva saperlo lei?! Non aveva certo i mezzi per farlo... ma quanto avrebbe voluto essere utile! Sfiorò fugacemente una mano del Signore Oscuro - Potresti non essere l'erede... ma come forzare la porta? Una porta che non appare... e Crouch sembra convinto che la vostra magia qui vacilli... Cosa fare allora? - scosse la testa - Non essere avventato mio Signore... ho una sensazione strana...
Poco dopo alcuni rumori e voci sembrarono provenire dal corridoio d'accesso, e Crouch e Mac si scambiarono un'occhiata... chi sarebbe arrivato da quel corridoio? Nemici di certo... ma nemici provenienti dal mondo moderno... o da quello antico?!

 

Finalmente siamo arrivati alla piramide, pensava Silvia estasiata alla vista dell'imponente monumento..
Tutto d'un tratto la stanchezza, il viaggio sembravano perdere importanza e lei si sentiva pervasa di energia e di curiosità... se solo Severus non avesse interrotto lei e Sirius sarebbe stato ancora meglio...
Osservò Sirius e Severus che parlavano indicando i cammelli e poi entrarono nella piramide.
Il buio rendeva l'ambiente vagamente inquietante, quindi fece la massima attenzione a non staccarsi da Sirius, desiderando che avesse la bacchetta a portata di mano… per ogni evenienza, non si poteva mai dire...

 

Rita osservava le pareti della stanza esagonale, pensando una cosa che non avrebbe mai ammesso neanche sotto il pericolo di una maledizione Cruciatus... non aveva la più vaga idea di cosa stesse facendo, e di cosa dovesse fare....
Sentì arrivare delle voci dal corridoio dal quale prima erano arrivati loro e sussultò... cosa era stato... cosa succedeva?

Lord Voldemort non disse nulla. Conosceva la magia nell' aria. Sapeva chi si stava avvicinando. E sapeva anche perché non si era accorto prima del loro arrivo. Silente gli aveva mandato contro una magia familiare, e antimagia per nasconderla.
E su una delle pareti era comparso in quel momento il disegno di un serpente di luce verde, un serpente che si mordeva la coda formando un ovale perfetto. La porta.

 

- Severus - sussurrò Black - non senti anche tu qualcosa di strano... nell' aria? -

Piton, Black, Gwillion e Silvia entrarono nella stanza esagonale.
- Si, Sirius... - stava dicendo Severus, quando videro le persone davanti a loro.
Crouch, Mac, Allock e gli altri si voltarono contemporaneamente a guardare i nuovi arrivati...
- Voi! - sibilò Barthy, ma i suoi occhi si posarono subito su Silvia.
Mac sgranò gli occhi - Che ci fate voi... qui?!... - ma si girò verso la luce verde che era comparsa su un muro... a guardarla, stupita... stava per dire qualcosa a Voldemort, ma con la coda dell'occhio vide Gilderoy Allock che si lanciava in avanti... - No! - sussurrò.
Crouch aveva seguito la scena... doveva fermare Allock?! Si lanciò in avanti, ma Gilderoy aveva troppo vantaggio.
- Dannazione... - imprecò, tendendo le braccia inutilmente.
Allock, dal canto suo, aveva visto aprirsi la porta... ed era chiaro che si fosse aperta PER LUI. E dall'altra parte avrebbe trovato ogni sorta di meraviglioso manufatto... era il momento... il momento di passare alla gloria, di entrare nella storia davvero! Eccola la gloria a due passi... Gilderoy si tuffò attraverso la porta.
"E' una trappola... non è l'erede!" pensava la Dama Verde... e nel giro di un attimo seppe che Allock avrebbe attirato su di loro ogni sorta di calamità, che Barthy non avrebbe fatto a tempo a fermarlo, si girò d'istinto, ancora una volta verso Voldemort, forse per afferrare una sua mano ma... Allock era alla fine della corsa, era tardi!
- No! - strillò Crouch... e poi... silenzio.
Silenzio... e buio.
La Dama Verde mosse qualche passo nel buio "Che è accaduto..." si chiese... - Mio Signore? ... Barthy?... - chiese, poggiandosi ad un muro.
Da qualche altra parte, in altre due stanze diverse... Crouch e Allock si domandavano la stessa cosa "Dove siamo?"

 

Era accaduto tutto in meno di un attimo... dopo che avevano visto entrare Piton, Black e altre due ragazze Allock aveva fatto qualcosa di molto, molto stupido (beh non che ci fosse niente di cui sorprendersi....) e Crouch non era riuscito a fermarlo...
Adesso si trovava in una stanza buia e sembrava che il gruppetto si fosse perso... sentì però la voce della ragazza che stava con Voldemort chiamare lui e Crouch...
Nell' oscurità non doveva essersi accorta della sua presenza... quale occasione migliore... pochi secondi e grazie alla sua magia era di nuovo uno scarafaggio... la situazione ideale per spiare quella piccola intrigante
"E ora a noi due babbanella da quattro soldi..." pensava trionfante Rita

- Mac... Mac sei tu? -
Mormorò Gwillion. La testa le girava parecchio.

- Gwillion? Sei qui... aspetta... muoviti lungo la parete... eccoti! -

- Ma tu hai capito cosa è successo, Mac? -

Mac era scivolata verso Gwillion.
- Non lo so... Allock deve aver scatenato una qualche trappola... lui non era l'erede... ma che importa? Già che siamo qui... vediamo di andar via... stai ferma per favore. - e percorse ancora una volta le pareti, cercando un sostegno per fiaccole... o qualcosa del genere.
- Eureka !- disse, e tornò verso il punto dov'era Gwill, stringendo una vecchia fiaccola.
- Reggila per favore... - disse Mac, infilando la torcia tra le mani dell'altra. Poi si chinò a raccogliere una pietra, ed estrasse il pugnale che ormai portava sempre al fianco. Iniziò a soffregare la lama sulla pietra, producendo delle scintille che caddero come una piccola pioggia sulla materia disseccata e millenaria della torcia, infiammandola quasi subito.
- Ecco... - disse poi, rimettendo a posto il pugnale... e lasciando cadere la pietra - Sembra che siamo sole... - diede un'occhiata alla stanza.. .notando un piccolo scarabeo... - Sembra... - e fece un cenno all'altra - Comunque... dovremmo cercare un'uscita... -

 

- Severus, Gwill siete qui? - continuava a chiamare Silvia... cos'era successo? Erano entrati nella stanza esagonale e si erano trovati avanti Voldemort, Mac, Barthy, Allock (ma che ci faceva lì?) e la Skeeter... poi Allock aveva infilato la porta e lei e Sirius si erano trovati sbalzati in un'altra stanza.
Era una stanza circolare, illuminata fiocamente... c'era un odore di muffa incredibile, era come essere stati riportati indietro di mille anni.
La stanza era vuota, ma c'erano dei geroglifici sul muro e un grosso dipinto del Dio Anubi, riconoscibile dalla testa a forma di cane.
Silvia, terrorizzata, strinse la mano di Sirius  - Ma dove siamo finiti... - mormorò... poi, si voltò e vide Barthy.
- Barthy... - riuscì solo a sussurrare.

- Cosa diavolo è successo? -
Fece Black. Cercò di ricomporre i propri pensieri. Con lui c' era Silvia, una buona notizia. E c' era anche Barthy Crouch. Una PESSIMA notizia.
Barthemius si era, inspiegabilmente, ritrovato in una camera... sulle pareti campeggiavano le immagini di un uomo dalla testa di cane.
Si guardò intorno. Voldemort non era con lui, né c'era la Dama Verde. Poi vide... Silvia. C'era Silvia in quella stanza, e Sirius Black...
- Silvia! - disse -E... Black... - gli rivolse uno sguardo di disgusto... e poi notò un'occhiata d'intesa tra quei due... "Oh, no... non è possibile..." pensò.


Lord Voldemort non perse tempo in domande. Muovendosi nel buio, guidato dai suoi occhi rossi che sapevano penetrare le tenebre, non aveva esitato a dirigersi verso lo sceicco scintillante.
- Tu, inutile, fatuo canarino azzurro, tu non sai contro chi ti sei messo, tu non sai cosa ti aspetta adesso, ma lo scoprirai presto... - poi si voltò, verso un'altra figura che si era ritrovata nella stessa stanza - Severus. Ci sei anche tu vedo. Dunque è proprio vero che non sei PIU' un assassino... Altrimenti questo... quest' essere non avrebbe potuto sopravvivere ad un anno nella stessa scuola con te. -

Severus prese la bacchetta... - Lumos! - disse. Era in un ampio salone colonnato con Allock e...Voldemort. "Perfetto!" pensò "Sono con le due persone più odiate..." sospirò e si guardò intorno, perché dopotutto non gli importava di essere con Voldemort e Gilderoy... gli importava solo che Gwillion non fosse lì. "Dov'è lei?..." si chiese "Devo andar via di qui... devo trovarla!". Ecco: era questa la cosa più importante... ritrovare lei, ovunque fosse... pregando che non fosse in pericolo, e un tale pensiero lo riempiva di determinazione.
Allock... era terrorizzato. Cosa... era successo?! E perché era in quella strana sala, adesso?!
Il tizio con i capelli grigi...gli aveva detto qualcosa... canarino fatuo, inutile ed azzurro?! - Come osa! - disse Gilderoy - Come osa darmi del canarino?! Lei non sa chi sono io! - poi abbassò il tono... riducendolo ad un sussurro spaventato -Dove siamo? Dove sono gli altri? Dov'è sua figlia, dov'è Rita, dove sono tutti?-
Piton scoccò un' occhiataccia ad Allock ed un'altra a Voldemort.
- Forse avrei dovuto compierlo questo delitto... - disse piano - Ed ora? -

 

- Di che erede parlavi, Mac? - mormorò Gwillion - Se posso saperlo, intendo? -

- Erede... erede... non sono certa di saperlo neanche io, in realtà. Diciamo che ne sai quanto me, se siete qui... eravate in cerca di qualcosa... come noi. O no?- Mac sorrise - Perché non ci dirigiamo in cerca di una porta? Questa camera non mi piace... -

- Perché - mormorò Gwillion - forse il resto della piramide è più accogliente? -

Mac sbuffò -Sai Gwillion, a volte mi faccio domande sulla tua sanità mentale! Vuoi restare qui a mummificarti? Non vuoi andartene? Cosa ti importa se il resto della piramide non è accogliente... sì, per me è più accogliente! Molto più accogliente! Non senti che aria tira qui?! Io vado via... se vuoi restare resta pure, ma se non proviamo a cercare l'uscita, può essere che nessuno ci trovi. E poi... non ti interessa sapere dove sono gli altri? Se avessero bisogno d'aiuto... muoviamoci, per favore. Io vado, sola o con te. -


- Innanzitutto potresti, Severus, fare gli onori di casa e presentarmi al tuo... ex collega. -
Disse Voldemort con vellutata dolcezza.
Severus scosse la testa, e fissò Allock con una certa pietà... - Gilderoy... ti presento... Lord Voldemort!- disse, e dentro di sé... non riuscì a non provare una certa soddisfazione per la paura che aveva letto sul volto dell'idiota.
- Cosa?... - Allock sbiancò... ma non aveva neanche la forza di scappare.

- Vedo che hai compreso... - mormorò Voldemort - forse per la prima volta nella tua vita, inutile insulso maghetto, hai compreso... -

Allock arretrò... spaventatissimo - Cosa... cosa volete fare di me?!- piagnucolò.
- Nulla se starai zitto e fermo... - mormorò Severus - ...cosa diavolo è successo? Cosa hai attivato imbecille?
Allock scosse la testa - Non... non lo so... la ragazza ha letto l'iscrizione, ho pensato di essere io l'erede... la gloria... -

Severus continuava a fissare Voldemort ed Allock, con il pensiero a Gwillion. Non aveva molto compreso delle parole di Gilderoy... ovviamente. Sospirò e tornò a fissare il Signore Oscuro. Che cercava Voldemort? Cosa? Di che erede aveva parlato Allock?


- Non preoccuparti, Silvia. Andrà tutto bene. Andrà tutto bene. -

Barthemius fissò con odio malcelato quei due...era il caso di fare fuori Black?
Black non disse nulla. In quel momento Silvia, forse per il terrore che il mangiamorte le incuteva aveva preso ad indietreggiare. E aveva finito col calpestare degli strani segni sul pavimento. Un' onda di luce circondò la giovane, una magia potente, nefasta... una magia che deformava il tempo... facendolo correre irrimediabilmente in avanti...
- Dobbiamo tirarla fuori di lì! -
Gridò, e poi si volse verso l' altro...
Crouch guardò esterrefatto Black.
- Che... come? Dobbiamo aiutarla... ma come?!

 

La nebbia... la nebbia più totale aveva avvolto Silvia nel momento in cui aveva calpestato il segno e aveva sentito la stretta di Sirius allentarsi... adesso era come se fosse stata trasportata altrove...in un'altra dimensione....
- Sirius, Sirius dove sei? - chiamava la ragazza, mentre continuava a camminare nell'oscurità.
Ad un tratto si trovò in un parco che le sembrò subito familiare, ma certo era Hogwarts, era in salvo! Al colmo della gioia corse verso il campo di Quidditch, dove erano seduti Harry, Ron ed Hermione.

- Ragazzi! - urlò al colmo della gioia... ma loro non sembravano averla né vista né sentita... poi d'un tratto un'altra se stessa arrivò dal lato opposto solo che... solo che... l'altra Silvia era in evidente stato di gravidanza.
Silvia sentì le ginocchia piegarsi... non è possibile, non è possibile...
Fu avvolta di nuovo nella nebbia e di nuovo Hogwarts... nella scena questa volta era presente una bimbetta di pochi mesi che gattonava allegra per la stanza... una bimbetta dagli occhi azzurri e dai capelli color del grano... (Barthy... Barthy pensava Silvia tremando...) finché di nuovo un'altra sé stessa vide che rincorreva la bimba ridendo, finché la prese da terra, la prese in braccio riempiendola di baci... - Vieni qui Lily, dove volevi andare piccola monella -
La scena si dissolse... Silvia rimase impietrita... era incinta... era incinta di Barthy Crouch…

 

Barthemius era più agitato di quanto non avrebbe mai potuto credere...
Per alcuni attimi... per alcuni lunghi attimi sembrava aver perso il controllo. In quella dannata trappola temporale c'era la donna che aveva amato... no, che amava e non poteva amare, colei che non lo amava, la nemica... la nemica che amava disperatamente. Ma, dannazione! Che poteva fare? Era come se la sua mente non riuscisse a connettere, non più... vedeva solo la prigione di Silvia... e tutto il resto.. .non sembrava più avere ragione di essere.
- Silvia !- strillò Barthemius gettandosi in avanti. - Che possiamo fare?! Black... che possiamo fare?! Silvia... è... - tentò di concentrarsi su qualche vecchia magia che aveva imparato, che poteva essergli utile... ma sembrava che gli tornassero in mente solo magie di morte e non di salvezza, e Crouch si sentì perso. Perso ancora una volta... e, nella consapevolezza venuta dall'osservare gli sguardi tra Sirius e Silvia, certo ormai che, malgrado lui, quei due si amassero... era disposto per salvarla a spingerla lui stesso tra le braccia di Black.
- Silvia! - gridò ancora una volta Barthemius, non Barthemius il Mangiamorte omicida e folle, ma Barthemius l'uomo. L'uomo che non sapeva ancora di aver reso possibile la nascita di una nuova vita...

 

Mac, continuando a parlare, era ormai arrivata alla soglia della stanza, e stava guardando il corridoio buio fuori. Aveva lasciato la torcia nelle mani di Gwillion.
- Allora, vieni o no? - chiese, ma si mosse senza attendere... e dopo aver gettato uno sguardo allo scarabeo che la seguiva...

Rita maledisse quella ragazzina che Voldemort chiamava Dama verde... dannazione a lei doveva essere più intelligente di quanto sembrasse... l'aveva sottovalutata....
L'aveva vista di sicuro, e sarebbe stata attenta a quel che diceva e faceva... maledizione, un'occasione d'oro sfumata...
Ma Rita non era il tipo da perdersi d'animo, avrebbe trovato un 'altra opportunità...

- Certo che vengo! - mormorò Gwillion - il mio era solo un modo di dire... e speriamo di non finire in qualche trappola. -
- Trappole... trappole... la prima scelta è se andare a destra o a sinistra. Io direi a destra, ma tu? - disse Mac.

Ancora una volta, Mac non attese risposta, e imboccò il corridoio di destra.
La luce della torcia che Gwillion reggeva era appena sufficiente a vedere a pochi metri di distanza, ed il crepitio del fuoco, con il rumore dei passi, risuonava lungo i corridoi.
Non c'erano iscrizioni sulle pareti, né disegni, nulla. Poi raggiunsero una grande sala, e sull'ingresso erano incisi alcuni simboli.
- I ankhu tepiu ta suaty sen her is pen set ni mu... Voi che siete vivi sulla terra e passate in questa tomba, versate acqua per me... - Mac si voltò a guardare Gwillion - Allora siamo in una tomba? E' una richiesta d'offerta... Eppure è strano... ahia... non so perché... qualcosa non mi torna, questa NON dovrebbe essere una tomba.
Entrarono nella sala, un'ampia sala... alle pareti c'erano statue di diverse divinità. Il pavimento era ornato con piastre di pietra di due diversi colori.
Mac gettò un'occhiata intorno, prima di andare avanti.
- Ah! Guarda!- disse ed indicò un... una specie di mummia inchiodata alla parete. Si trattava di un uomo... evidentemente lì da migliaia di anni, con una lancia infilata nel collo che lo teneva fermo al muro.
- Spiacente di dirtelo... ma mi sa che siamo in una trappola! - tornò ad osservare il resto della stanza, e notò i fori nelle statue che non aveva visto prima...dunque la lancia che aveva ucciso l'uomo veniva da lì. Ma cosa faceva scattare la trappola? Il pavimento... Raccolse delle pietre e le tirò sulle lastre di pietra...nulla. Non successe nulla. O la trappola era tarata per scattare con un peso maggiore, o c'era altro. Altro che non si vedeva.
Mac si voltò a guardare Gwillion, con uno sguardo perplesso.
Ma sembrava che anche lei brancolasse nel buio.
- È magia... o è trappola da babbani?- si chiese la Dama Verde. Tornò a guardare l'uomo mummificato... appeso alla parete. La lancia gli aveva trapassato il collo... la lancia... "Ma come diavolo c'è finito quell'uomo in quella posizione?!" rifletté Mac "Mostra il volto alla statua... da cui dovrebbe essere venuta la lancia... se così fosse, stava letteralmente strisciando sul muro... spalle al muro a guardare le statue... e non ha fatto altro che farsi colpire subito senza tentare di muoversi. E poi... non ha l'espressione di uno che sia stato colto da una morte orribile... "
- Non ha proprio l'espressione di uno che sia morto così male... anche il foro della lancia è... strano. Uhm... ci sono due file di lastre di colore diverso, nota...alla fila più scura corrisponde il luogo dove ha trovato la morte il nostro amico. Da prassi...se fossimo in un film, o in un videogioco, allora dovremmo guardarci dalle lastre scure e pestare solo quelle chiare. Tuttavia...io credo che quell'uomo sia stato messo lì... per farci credere proprio questo. Ho idea che non sia morto fulminato dalla lancia, ma che fosse morto prima... e, in effetti, la linea immaginaria tra il punto d'uscita della lancia, ed il punto d'arrivo non mi sembra esattamente... dritta, né leggermente discendente, anzi ascendente. - Mac incrociò le braccia - Tu che faresti Gwillion? Io non passerei né sulle lastre chiare né sulle scure... con questi presupposti...potremmo tentare di spingere avanti uno... scarabeo, ma dubito che la Skeeter sia d'accordo, vero Rita?- e si girò a guardare l'insetto che restava sempre in zona.
- Allora potremmo tornare indietro e riprovare con l'altro corridoio... ma... i ankhu tepiu ta suaty sen her is pen set ni mu... se questa è la tomba, e noi siamo i viventi...dov'è l'acqua da versare? Senza muoverci troppo... per ovvi motivi... aiutami a cercare... il geroglifico dell'acqua è... così... - e Mac lo disegnò in aria.
Eppure dopo lunghi minuti sembrava che quel geroglifico...che l'acqua non dovesse saltar fuori...la Dama Verde sospirò... - Acqua... Mu... si dice Mu... ma se scomponiamo... M e U... otteniamo... "in me"! In me! Eureka! Il proprietario della tomba per ora è solo lui... - ed indicò la mummia... - Se Mu fosse M U ? Se l'acqua fosse in lui? - senza stare a rifletterci, Mac chiese a Gwillion di stare indietro, pronta a scappare, e si avvicinò con circospezione al cadavere...afferrò la lancia che lo tratteneva al muro e tirò...
La Dama Verde chiuse un occhio chiedendosi se stesse per morire... ma... oltre il cadavere, che ora era caduto a terra... si era aperta una porta.
- Andiamo! - disse Mac, tutta lieta... - Andiamo... e speriamo che il resto sia un po' meno facile... perché se è così semplice scoprire queste trappole... allora saremo fuori molto presto! - e strizzò un occhio - Rita, lei viene? - chiese allo scarabeo - E tu Gwill... facciamo due chiacchiere?! -

 

- La soglia si mostrerà all' erede
L' erede aprirà la soglia
L' acqua di fuoco attende
Chi è destinato a berla. - ripeté Voldemort in un sussurro - E la soglia è apparsa... al vostro arrivo. Adesso però vediamo di muoverci, è chiaro dal tuo sguardo, Severus, che i tuoi pensieri sono molto lontani da questa stanza. Quanto a te, mago turchese sappi che se non ti uccido in questo istante è solo perché la morte sarebbe troppo dolce, troppo misericordiosa... ma io non dimentico, mai. -
Severus sbuffò, non era certo di sapere dove volesse arrivare Voldemort. Allock dal canto suo, stava fermo e tremante... spaventato.
- Muoverci... certo... ma per dove? -

- Andiamo avanti, con cautela. - disse Voldemort - Mi verrebbe da credere che la cosa migliore sia far scegliere al canarino la strada, e poi prendere quella opposta ma... Dobbiamo tornare alla sala esagonale e poi, e poi... e poi di lì vedremo. O forse preferisci che finiamo entrambi in qualche trappola mortale? Io sopravviverei alla morte e tu... tu hai qualcuno da salvare, mi sembra. -
- Fa... far... far scegliere la strada a... me e prendere quella opposta? - farfugliò Allock... ma non gli sembrò il caso di risentirsi per quell'affermazione, soprattutto non contro chi l'aveva espressa.
Severus Piton scoccò un'occhiataccia a Voldemort - Sì, io ho qualcuna da salvare. Anzi, qualcuna che è salva di certo... ma devo trovarla. Dunque, sì... dobbiamo ritrovare quella sala. Vuoi scegliere tu la strada da seguire, Voldemort? Credi di essere più astuto ed abile del canarino? -

Voldemort fissò Severus Piton con uno sguardo divertito. Ma il suo divertimento celava un odio quasi palpabile. Credi davvero che io sia in difficoltà? Lo credi davvero? Ebbene, ti sbagli!
L' Oscuro Signore mormorò una breve frase, ed una figuretta argentea comparve nella sala.
- Sarà lei la nostra guida. -
E forse non avrebbe saputo leggere i geroglifici come faceva la sua Dama Verde, ma avrebbe comunque evitato le trappole.

Piton inarcò un sopracciglio - Ma bene! Vediamo che sai fare... -

E presero a seguire lo spirito evocato dall' Oscuro Signore. Ma la strada era lunga...

 

- Dobbiamo provare a deviare il flusso magico. Se ci mettiamo ai lati opposti della colonna temporale e inviamo un quantitativo pari d' energia dovremmo riuscirci... e certo, in questo modo se uno di noi decidesse di rivolgere l' energia contro l' altro invece che contro la colonna... ma io sono disposto a correre il rischio. -
Per Silvia. Che amiamo entrambi. Black guardò l' altro negli occhi, senza aggiungere altro.

- Va bene... Black... - disse Barthy e si posizionò come era richiesto...
- Adesso, Crouch! -
La magia sfrigolò nell' aria, dissolvendo il campo temporale, dopo pochi secondi che sembrarono anni. E Silvia cadde a terra. E Silvia era... Silvia era... il suo ventre rigonfio parlava di una vita che stava per nascere. Silvia...
- Stai bene, Silvia, stai bene? - Black si era già precipitato verso la giovane - E' tutto a posto, Silvia, tutto finito... -
Eppure l' uomo non osava alzare il capo, e volgersi verso il mangiamorte.
Barthemius Crouch era tanto preoccupato da non arrivare più a comprendere nulla. Comprese solo che Silvia era salva, e che Black era corso a confortarla... celandola alla sua vista... ma gli bastava fosse salva. Sospirò, aggrappandosi alla parete più vicina.

Barthy osservò Black che aiutava Silvia e... spalancò la bocca... incredulo.


- Parlare? - ripeté Gwillion - Sì qualsiasi cosa è meglio del silenzio però... l' unica cosa che mi viene in mente da dire, Mac, è che io ancora ti debbo delle scuse. Sai a cosa mi riferisco, credo. -
Mac inarcò appena un sopracciglio - Scuse? Non riesco a capire... ti riferisci forse al fatto che sia tu che altri mi avete osteggiata all'inizio? Credo che lo fareste ancora, dopotutto, e se è così... beh, perché chiedermi scusa! Dopotutto io la penserò sempre in maniera diversa da voi... no? Ma non conta. Oh, forse dovrei chiederti scusa anche io... perché per trenta secondi, tempo fa, alla torre... mi ero quasi decisa a gettarti dall'alto. Mi perdoni, vero? -

Rita, ormai conscia del fatto che le due ragazze l'avessero scoperta, ritornò nella sua forma umana....
Si rivolse quindi alla "Dama Verde" come la chiamava Voldemort.
- Ma bene, cosa sento mai... gettare l'altra dalla torre... non mi stupisco affatto che tu sia diventata la preferita del Signore oscuro piccola intrigante... - e scoccò un'occhiata fulminante all'altra...

Mac sospirò e si girò a guardare Rita, poi si avvicinò e le puntò contro un dito, minacciosamente - Ora basta, Scarafaggia gigante! Oppure desidererò buttare te da una piramide! Ah... e per quanto tu ti possa adirare con me, per quanto tu possa odiarmi... ti ricordo che... per il tuo bene... non puoi farmi niente! Trallallà... che carina che sono, vero? E, ti prego, non chiamarmi più, MAI più piccola intrigante, Scarafaggia gigante, è chiaro? Qui non ci sono piccole intriganti, c'è solo una vecchia intrigante... e sei tu!- e tornò a voltarsi verso Gwillion. - Dicevamo? -

Rita era davvero furibonda - Scarafaggia gigante? Vecchia intrigante? Ma con chi credi di parlare sciacquetta da 2 soldi? Non ti conviene provocarmi perché ci metto due secondi a trasformarti in un rospo, e ancora di meno a scrivere sulla gazzetta la vera identità del nobile signor Lyeus Liddre... -

Mac si voltò di nuovo e rise di gusto - E allora trasformami in un rospo! Vedremo per quanto tempo... resterai umana o Scarafaggia... io credo per poco... molto, molto, molto poco... e Lyeus... prego! Rivelalo pure... rivelalo a tutti! L'ultima cosa che vedrai sarà... una luce verde... e poi... amen! Ti conviene Rita? -

- Chiederti scusa... - fece Gwillion - forse perché ti ho osteggiata per i motivi più sbagliati. E tu... volevi davvero buttarmi da... spiegazioni, please. Se vuoi fornirmele intendo. E perdonarti, sì sei perdonata, anche se vorrei capire di cosa sto perdonandoti esattamente. -
Mac sospirò - Per la faccenda della torre... magari te lo spiegherò poi, senza... senza altri ospiti tra i piedi. Per i motivi più sbagliati... perché adesso credi che fossero sbagliati? -

- Perché pensavo a ciò che era meglio non per te, ma per la mia "preziosa" coscienza. -
- La tua coscienza... oh, ma posso provare a capirti... non importa più adesso, si tratta di cose del passato. Dimmi... e tu? Come te la passi ad Hogwarts? -

- Bene, bene direi - fece la giovane rossa in volto - ma... devo ancora recepire la novità... e poi... qui abbiamo miss pettegolezzo senza ritegno... non so se mi spiego... -

- Sono curioso... - mormorò Voldemort - sono molto curioso... di scoprire se sei tu l' erede, Severus, o il tuo caro nemico d' infanzia. -

Severus fissò Voldemort - Che vuoi dire? -

- L' erede... colui che ha fatto apparire la porta... colui che mi condurrà sino all' acqua di fuoco... ma vedrai presto con i tuoi occhi Severus. Vedrai... -

Severus scoccò una malevola occhiata a Voldemort -Ti prego.. .non puoi parlare, comportarti come tutta la gente normale? Detesto queste tue espressioni velatamente misteriose... cosa dovrei vedere? Erede di cosa? -
- L' erede di Sethnet o di uno dei suoi seguaci. Colui che possiede il sangue egizio che ha aperto la soglia a forma di serpente... la soglia che porta alla cittadella nascosta. E se detesti le mie espressioni velatamente misteriose... allora vuol dire che fanno ancora presa sul tuo animo Severus, in caso contrario ti limiteresti a ignorarle. -

Severus scosse la testa - Difficile ignorarle in una piramide maledetta! -

- Se preferisci credere che sia solo l' atmosfera della piramide... liberissimo, Severus. -

- E' solo l'atmosfera della piramide, Voldemort! - disse Severus.

 

Silvia prese la mano che Sirius le tendeva e si alzò, anche se con fatica...
- Ce la faccio Sirius, ce la faccio... - e senza guardare negli occhi né lui né Barthy li seguì fuori, mentre tutti e tre facevano ritorno alla sala esagonale da dove erano venuti.

E nella camera il disegno a forma di serpente ardeva come fiamma verde. Black osservava quella luce come ipnotizzato.

Barthy sospirò... non era ancora certo di quello che era accaduto a Silvia, ma... erano ormai nella camera esagonale... e la porta luminosa scintillava davanti a Sirius.
Crouch pensò... che quella fosse un'uscita o una trappola... non doveva fare qualcosa? Casualmente

passò accanto a Black... a Black che odiava... e lo spinse avanti, verso la porta.

 

­Note: Shomer ma mi-llailah, ossia la canzone cantata nell' oasi da Gwillion è di Francesco Guccini.

 

 

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