Capitolo Secondo

                                                                Una strana notte

 

 

 

 

I corridoi erano scuri. Mac si portò una mano in tasca per controllare che il piccolo libro che aveva preso fosse ancora dove doveva essere. Poi... le venne un'idea stramba e fissò Gwillion: - E tu di me che pensi? -

- Meglio mettere le cose in chiaro adesso che è possibile, non è vero? - disse Gwillion con una smorfia - Ma tu non sei Mac, un personaggio letterario, e giudicare le persone in carne ed ossa è molto, molto più difficile. Io non sono mai stata brava in questo. Non so cosa pensare di te, in realtà e se per certi versi mi fai paura è proprio perché i tuoi pensieri sfuggono totalmente al mio controllo. Se questo fosse solo un sogno ad occhi aperti io saprei tutto di tutti, ed invece tu stai qui, a dimostrarmi quanto sia reale tutto quello che ci sta accadendo. Non posso dire onestamente di fidarmi completamente di te... ma sei forse un Tassorosso perché io debba infliggerti una simile offesa? E a proposito... il libricino che tieni in tasca... hai a già pensato a come rimetterlo a posto... prima che Piton si accorga della sua assenza rendendo del tutto inutile la mia sceneggiata di questa sera? -

Mac rise di gusto - E' vero, non puoi sapere cosa penso. E fai bene a non fidarti, io non mi fido mai di nessuno. Io sono l'incognita... beh, hai ragione, non sai quanto.
E non è una millanteria, ma certo non dirò mai a nessuno cosa voglio davvero... pensò.
- Il libro? Sarà al suo posto ben presto. Suppongo che tu voglia leggerlo, vero? -

- Io... io credo di sì. Una piccola parte di me avrebbe voluto che Piton ci scoprisse poco fa... ma era molto piccola e siero o non siero sono riuscita a zittirla. Ho lasciato persino la mia scarpetta di cristallo là dentro, per avere una scusa che ci permettesse di tornare indietro... e dopo tutto questo dovrei far finta che il libro nemmeno esistesse? -

- Lo sapevo! - disse Mac - A questo mondo... nulla per nulla, non è vero? -
Rise di gusto.

-Tu ridi! Forse la mia tirata di poco fa ti aveva fatto credere di avere una piccola Grifondoro al fianco? E non sarò certo l' alleata ideale per una come te, ma per il momento siamo alleate, mi sembra, dobbiamo esserlo. E io non lo so che cosa sono... posso parlare di onestà e morale con un sorriso sprezzante sulle labbra, eppure a volte ho la sgradevole sensazione che i così detti valori siano penetrati nel mio animo più a fondo di quanto non sembrerebbe... o forse la mia è solo paura, terrore di scoprire cosa succederebbe violando quelle regole che il nostro Severus cita sino alla nausea... - Gwillion d' improvviso lasciò che un sorriso si disegnasse sul suo viso - Ma ti rendi conto che l' ho proprio scioccato il povero professor Piton? Ci ha lasciato andare senza nemmeno dirci dove fossero le nostre stanze... ci ha implicitamente autorizzato a girare per il castello tutta la notte, alla cieca, completamente libere... ed io sono senza una scarpa... perché Giasone ha lasciato il sandalo nella tana di Medea! -

 

Piton era solo nella sua camera.
Si sedette stancamente sulla sponda del letto, e con un gesto della mano, lasciò spegnere la lampada verdastra.
Era di nuovo solo. La confusione di poco prima era passata, e questo era un sollievo... davvero? Era un sollievo?
Si lasciò scivolare sul letto, a fissare il buio, il nulla.
Era... cos'era?
Era certo di volerlo sapere?

 

Alostrael si era persa di nuovo. Per fortuna però questa volta c'era Welverance con lei... anche se aveva l'aria decisamente poco lucida.

- Welve, accidenti, lo sai che il mio senso dell'orientamento è sviluppato quanto può esserlo la popolazione dello Zaire... e senza nulla togliere a quella gente direi che siamo nuovamente nei guai... -
Welve teneva gli occhi socchiusi e trascinava le suole delle scarpe sul pavimento, sembrava potesse svenire da un momento all'altro.
Ripresero a vagare, e siccome l'esperienza insegna che non c'è mai fine al peggio... le due, invece di trovare le proprie stanze come sperato, si erano ritrovate davanti ai dormitori di serpeverde. La cosa era palese dal momento che davanti al quadro d'ingresso del dormitorio c'era in bella vista lo stemma col serpente.
- Welve... aehm... che si fa? -

La ragazza rimase in silenzio, con l'aria vaga di chi fosse più nel monde dei sogni che in quello normale. Si limitò a dondolarsi un pò sulle gambe.

 

Draco Malfoy era più che infastidito. Era furioso. Perché non solo la sua bravata era andata di gran lunga diversamente da come si era aspettato, ma si era persino ritorta contro di lui. Piton era furioso... difficile che un serpeverde potesse far infuriare Piton, estremamente difficile, ma quando ciò accadeva... Tiger E Goyle russavano sonoramente, alternandosi in un contro canto assai poco melodioso. Draco si rigirò nel letto, ancora vestito di tutto punto. E quelle ragazze poi! Babbane, non certo fantasmi, e pronte a spacciarsi per maghe. Avevano nominato Harry Potter.. Bleah... e non sembravano nemmeno provare simpatia per lui. Una di loro almeno.
Basta. Inutile continuare ad agitarsi fra le lenzuola.
Il ragazzo si alzò, raggiunse silenziosamente la porta del dormitorio illuminato dalle torce verdi, e lì vide...

 

Alo non sapeva più che fare... Welve era distrutta e non voleva più muoversi da dov'erano... e nemmeno potevano entrare nei dormitori di serpeverde. Anche volendo, comunque, non sapevano la parola d'ordine e poi no, no... che razza di idea!
La ragazza guardava la porta del dormitorio e sospirava... che situazione! Improvvisamente però la porta si aprì e ne uscì un Draco alquanto nervoso - Draco! - fu l'unica cosa che Alo riuscì a dire. 

- Voi... tu! Tu sei un' altra di quelle! - esclamò Draco stizzito - Dannazione a me e alla maled... Ma, insomma, si può sapere chi siete, e perché avete invaso la scuola? -

- Draco ascoltami bene... -  disse Alo in maniera un pò troppo energica - Vorrei che tu ci facessi entrare: la mia amica non si sente bene... -  Alo si volse a guardare l'amica e così fece anche Draco  - Troppo succo di zucca immagino... deve averle fatto un brutto effetto. Che sia perché siamo babbane? Comunque... posso raccontarti chi siamo e da dove veniamo se ci fai entrare. Il perché siamo qui, ancora non è chiaro a nessuno. -  
Alo fissava intensamente il ragazzo:  sapeva di non essere molto convincente ma sperava che l'ora tarda, l'età superiore e la stranezza della situazione potessero confondere Draco e assecondarla nel suo intento. Tutto sommato voleva solo un letto per sé stessa e per Welve... e possibilmente farsi un bagno. Si passò la mano tra le ciocche di capelli rossi che le scendevano sulle spalle e aspettò la risposta.

- Prego! - disse il ragazzo con un inchino beffardo - Entrate pure nella tana dei serpeverde, la porta è spalancata. Ma siete sicure che sarà altrettanto facile uscirne? Soprattutto per voi... babbane? -

- Grazie Draco! - disse Alo con un ghigno,  guardandolo mentre gli passava davanti per entrare - Direi che nella situazione in cui ci troviamo ora la cosa più logica da fare sia occuparsi di un problema alla volta... ma forse... forse Draco.. sarai tu a non trovare poi così tanto gradevole la nostra compagnia... del resto sembra che in tutta la scuola non ci sia stata ancora una persona, a parte Silente, in grado di sostenere senza crisi di panico o di nervi il nostro arrivo.-

Erano entrate nella Sala Comune di Serpeverde, intanto, e Welverance sembrò riaversi - Oh, come sei biondo... - disse a Draco e singhiozzò come si vedeva fare agli ubriachi nei film - Proprio, proprio biondo! - e rise.

- Parlate piano! - disse Draco stizzito - O vi farò passare io la voglia di gridare. E... chi è che avrebbe avuto una cristi isterica? -

- Beh,  per esempio, se hai modo di farlo, domani chiedi al capo della tua Casa... pochi minuti fa stava propinando veritaserum a tutte le ragazze fra i venti e i trenta anni che gli capitavano a tiro... se non è questo un palese segno di panico dimmi tu cosa lo è... -  rispose Alo a bassa voce ma scandendo ben bene ogni singola parola.

Piton? Severus Piton? Il suo insegnante di Pozioni? Impassibile, gelido... mangiamorte? Draco era indeciso tra la tentazione di mettersi a ridere e la solidarietà di serpeverde. Alla fine fu quest' ultima a prevalere... più o meno.
- Immagino che Piton sappia quello che fa... e se ci tieni alla pelle io non andrei a raccontare in giro dei suoi giochetti con il veritaserum... che non è esattamente una sostanza legale... ma voi chi siete che parlate del nostro mondo con tanta naturalezza, voi che chiaramente non ne fate parte? O Silente passando da Londra ha deciso di portare una manciata di babbane... da esporre a scopo educativo nel serraglio della scuola?  -

- Idea allettante, Draco, non si sa mai... potresti correre il rischio di imparare qualche cosa... Ma tu che frequenti il quinto anno qui dovresti aver partecipato a qualche lezione di babbanologia... sei davvero interessato a sapere chi siamo? D'altra parte se me lo stai chiedendo... -
Alo si sedette accanto al fuoco che scoppiettava nel camino della sala comune - Forse prima sarebbe meglio mettere la mia amica su una poltrona... ormai si deve essere addormentata... e poi... sarebbe troppo chiedere di fare una doccia? -

- Dormire... - fece Welverance con una curiosa vocetta, tornando a dondolarsi sulle gambe.

Draco sollevò appena la bacchetta, mormorò una breve frase e Welverance venne depositata sopra al più vicino divano... ma senza troppa grazia.
- Dovresti essere più cortese, considerato che vi sto ospitando... considerato che io ho una bacchetta in mano e tu no... o forse non ne sei capace? Quanto alla doccia... i bagni delle ragazze sono lì a fianco, e prometto che non verrò a molestarti... ma non stupirti se l' acqua dovesse diventare improvvisamente gelata... o bollente. Vorrà dire che starò cercando di imparare qualcosa... sulla capacità di resistenza dei babbani. -

- Grazie Draco farò finta di non aver sentito nulla e finta di esserti grata per quello cha fai... - Alo rifletté un attimo.. - In effetti lo sono davvero... e sono seria... sei stato gentile a farci entrare... -  
Alo era un po' confusa... aveva paura di essersi cacciata in un bel guaio e non voleva peggiorare la situazione seguitando a molestare l'ospite con sciocche frecciatine.
Detto questo si incamminò verso i bagni - Avrei bisogno di cambiarmi... e prima ancora di un asciugamano... non è che tu con la tua bacchetta... -  Alo sorrise a Malfoy.

Draco aveva il terribile sospetto di essere diventato rosso in volto. C' era un doppio senso in quell' ultima battuta? Preferiva non saperlo.
- Gli asciugamani sono dentro! Abiti da dartene non ne ho e non intendo fare una cernita all' interno del dormitorio per te. -

Continuando a sorridere Alo proseguì verso i bagni. Aveva fatto bene a lasciare Welve sola con quel diavolo di ragazzo? Comunque qualunque cosa fosse successa ci avrebbe pensato Silente...
Poco convinta Alo si spogliò e si immerse in un bagno caldo e profumato.

Draco frattanto passeggiava nervosamente. Babbane! Sapute babbane! Le detestava. Semplicemente le detestava.

Alo si era asciugata; il bagno le aveva fatto davvero molto bene: ora era decisamente più rilassata. Pensava alle sue amiche... chissà come era andata a finire col Veritaserum...  ma soprattutto chissà se Welverance era ancora tutta intera di là...  
Affrettandosi a infilarsi l'accappatoio per tornare nella sala comune si era guardata allo specchio: la sua faccia era piena di macchie verdastre! E anche tutto il corpo!
- Maledetto Draco! Dovevo immaginarlo... Quello... io... io lo ammazzo! -  
Sbattendo tutte le porte che le capitavano davanti entrò nella sala comune come una furia... - Draco! Guardami! -  urlò al ragazzo sdraiato mollemente su una poltrona. Welve stava ancora dormendo... almeno sperava... - Beh non hai nulla da dire razza di idiota? -

Macchie verdi?! Draco non ne sapeva nulla. Proprio nulla.
- Immagino che qualche mio compagno volesse fare uno scherzo alle ragazze. Ma è una cosa che si può rimediare. Solvet. -
E le macchie svanirono.

Alo non si era mai sentita così  sollevata. Vanitosa com'era, ci sarebbe mancato solo dover restare per il resto della sua esistenza con quelle cose verdi sul corpo.
- Grazie Draco, in altre circostanze non te l'avrei mai detto ma.. ti devo un favore... -  
Si sdraiò accanto a Welve decisamente  più  tranquilla e si mise a sonnecchiare. Cosa non avrebbe dato per una sigaretta!
- Draco... sei d'accordo con me se dico che non posso restare vestita così ancora per molto... Soprattutto perché tra poco sarà mattina e questo posto si riempirà di ragazzini e io e Welve vorremmo riunirci alle nostre amiche... - sussurrò Alostrael, senza alzarsi dal divano.

- Non c' è di che...  - borbottò Draco - Per gli abiti... aspetta. -
Tornò poco dopo con in mano una lunga tunica bianca, con dei lucenti ricami di color verde.
- Me l' hanno regalata per il mio compleanno, è una cosa di gran valore. Ma io tuniche non ne indosso, né ne voglio indossare. La trovo più adatta a te che a me. Ah, e poi c' è questo. -
Il ragazzo spinse un foglio sotto il naso dell' altra.
- Il mio ultimo compito di babbanologia. Ho preso dieci. E' una materia che seguo con estremo interesse... anche se per motivi che tu potresti non condividere. -

Alo afferrò il foglio e iniziò a leggere "Uso e abuso degli ascensori nel mondo babbano." - Draco... interessante... -  e si lasciò scappare la solita risatina acuta tipicamente femminile. Alo era abbastanza snob e piuttosto egoista e al momento l'unica cosa che le interessava davvero era vestirsi. Sicché se ne tornò nei bagni e si mise il vestito che le aveva portato il ragazzo.
Il bianco non era proprio il suo colore, ma i serpenti erano graziosi... e il tutto  si intonava ai suoi capelli rossi, si guardò allo specchio e soddisfatta del suo nuovo look si diresse nuovamente nella sala comune.
- Che te ne pare Draco? -

- Molto, molto graziosa... - disse il ragazzo con gli occhi vistosamente sbarrati - Quasi angelica direi, il che dimostra come spesso le apparenze ingannino. –

- Beh,  Draco forse non sono le apparenze ad ingannarci ma è semplicemente il nostro giudizio che può essere errato.
Devo chiederti di lasciarmi sola con Welve adesso. Vorrei riposare almeno un paio d'ore prima che sia mattina... -  
La ragazza si sdraiò nuovamente sul divano davanti al camino. Guardandolo gli schioccò un bacio con la mano e sghignazzando si sistemò i cuscini dietro la testa.
- Buonanotte Draco... - Il sorriso era ancora sulle sue labbra.

- Buonanotte. -  disse il ragazzo, ma con lo stesso tono con cui avrebbe potuto pronunciare un incantesimo di morte. E si diresse verso le sue stanze.
- Vedete di sparire prima dell' alba... - aggiunse fermo sulla soglia - Per la mia reputazione... e la vostra incolumità. -

 

 Mac e Gwillion, intanto, stavano ancora tentando di orientarsi nei corridoi. Kikka e Silvia sembravano essersi dileguate chissà dove...
- Credo che tu abbia davvero shockato il povero Severus! - ridacchiò Mac  - Ma adesso non è questa la cosa più importante. Dobbiamo trovare le nostre stanze... anche se non so come... ed esaminare questo! E, quando lo leggerai, quando vedrai cos'è... -
Mac sventolò il libretto davanti agli occhi di Gwillion - Allora ti verrà un colpo! -  
Ed in effetti, una volta letto il titolo, Gwillion sgranò gli occhi.
- Già, interessante, vero? Ma dobbiamo trovare un posto sicuro, per leggere. - 
Fecero ancora qualche passo, quando un buffo coso... identificabile come un Elfo Domestico, si parò loro innanzi.
- Voi signorine cerca stanza! Prego segue me! -
Mac si passò una mano tra i capelli - Suppongo che dobbiamo seguirti, no? Beh, grazie! Anche se non so come tu sappia cosa cercavamo... -
Lo seguirono nei corridoi.
- Ehi, Gwillion, non so se noti che non ci porta ai piani superiori... le nostre stanze sono nei sotterranei, dunque? -

L'elfo continuava a guidare Mac e Gwillion, e a condurle nei sotterranei, verso un punto imprecisato... verso le loro stanze. Intanto Mac rifletteva... presto, molto presto, avrebbe aperto quel libro, avrebbe letto, avrebbe saputo. Se era davvero ciò che sembrava, quelle pagine le avrebbero dato delle indicazioni assai utili.
Finalmente l'Elfo si fermò davanti ad una porta, e la aprì... invitò le ragazze ad entrare, e si allontanò. Mac entrò, e si guardò attorno.

- Oh, è splendida! Questa è la stanza che ho sempre sognato! - disse, lanciandosi su un letto a baldacchino, e lasciandosi rimbalzare sul materasso. Il letto era di legno massiccio, con eleganti tende di broccato.
- Sembra una specie di camera di dormitorio... tutta per noi! Ma mi sa che io non dormirò molto. Adesso apriamo questo! -
Mac sventolò il libro...
- Allora, vieni qui? -

-Vengo. - fece Gwillion - Eppure... mi piacerebbe sapere, tu cosa pensi di me, Mac? Hai persino il privilegio di mentire al riguardo, anche se in ogni menzogna che voglia reggersi in piedi deve esserci almeno un briciolo di verità. -

- Cosa penso di te? - Mac guardò Gwillion - Che sei furba. Hai capito quasi subito che i miei interessi qui sarebbero stati differenti dai vostri. Questo gioca a tuo favore, certo. Ma per me è anche più pericoloso. Non voglio spiegarti cosa ho in cuore precisamente, ma sappi che le mie intenzioni non sono pericolose per voi... ma potrebbero esserlo per me. Quindi fidati, ma sappi anche che io non ho mai perdonato chi si è frapposto tra me e la meta. In ogni caso... quello che penso di te è che sei abbastanza in gamba da capire quello che è scritto qui... in questi appunti... -

- E allora che aspettiamo a leggere? Se devo sentirmi in colpa, voglio almeno che ne valga la  pena... -

- In colpa?! Oddio... ma non stiamo facendo nulla di male! Anzi... stiamo per scoprire un gran bel pò di segreti! Perché... come tu hai letto... questi sono appunti sui Mangiamorte... prima della caduta di Voldemort! E scritti proprio dal vostro Severus! Lo apriamo? Ma sì... anche se mi sento tanto Pandora... - disse Mac e si sedette sul letto, e lei e Gwillion iniziarono a leggere.

 

Kikka aveva girovagato nei corridoi, s'era persa... aveva voluto allontanarsi dalle altre, ma dopotutto... era comprensibile: era stata così turbata dal comportamento di Piton... che aveva cercato di andare il più lontano possibile da lui. Ed ora era sola nei corridoi scuri. Ed esausta. Si appoggiò ad una porta con un sospiro,  e... la porta si spalancò di colpo... lasciandola cadere all'interno di una stanza. E Gwillion e Mac erano sedute su un letto, e leggevano.

- Vi ho trovate... - sospirò Kikka, ma non degnò di troppa attenzione la altre: voleva esplorare quella stupefacente camera da letto...

 

- Stai leggendo? Vero? - fece Mac, degnando appena di uno sguardo la nuova arrivata - Stai leggendo Gwillion? Dati, persone... incantesimi... -

- Leggo, leggo. Nomi, persone... alcune le conosciamo grazie alla Rowling ma non tutte. E si tratta di gente che non desidero incontrare... ad essere sinceri. Non so... forse questa roba potrà esserci utile in futuro. Ma io spero di no. -

Mac era su di giri. Il piccolo libro era una fonte quasi inesauribile di informazioni. Luoghi di incontro dei Mangiamorte, nomi, incantesimi.
Guardò Gwillion, sembrava stupita anche lei.
Poi un pensiero le frullò per la testa: - Senti? -  disse - Non credi che dovremmo cercare le altre? Il che vuol dire che potremmo anche esplorare la zona... Non credo che avremmo dovute lasciarle andare a zonzo da sole... e se cercassero la camera? Forse sono stata troppo individualista. - Mac si alzò e chiuse il libro  - Beh, io vado a cercarle! -
Uscì rapidamente dalla stanza, con il libro in mano, e ne strappò velocemente una pagina, che si infilò in una manica.
- Porto il libro, non è prudente tenerlo qui. - lo infilò in tasca -Andiamo? -

- Esplorare il castello con una scarpa sola? - esclamò Gwillion - Perché no? Ma... aspetta... è caduta una pagina dal libro... e questa sembra interessante anche ai miei occhi... -

Quando gli antenati della razza umana raggiunsero la posizione eretta, fu grazie alla possibilità di muovere e combinare gli oggetti con le mani che accrebbero enormemente la loro intelligenza. Allo stesso modo, noi che manipoliamo la realtà con il potere della mente abbiamo nei nostri cervelli una potenzialità infinita. Un giorno all' homo sapiens si sostituirà un nuovo essere superiore, l' homo incantans che ancora non esiste, ma esisterà un giorno, e perché ciò sia possibile è nostro compito sollevare la stirpe dei maghi dalla fanghiglia dei comuni esseri umani. 
V. al circolo degli adepti.

La verità come un sasso lanciato in un lago, e vedrai le menzogne spandersi intorno ad essa in cerchi sempre più ampi, e più vaghi e indistinti.
V.

L' homo incantans? Davvero, Severus, credevi che io voglia favorire l' avvento di una creatura destinata a depormi. No, la favola dell' homo incantans non è che una versione più raffinata della presunta superiorità dei maghi rispetto alla feccia babbana. 
V. conversazione privata.

" Tecnologia e magia un tempo era una cosa sola, e potrebbero tornare ad esserlo. "
" Ma se togliamo i babbani alla loro tecnologia non rimane che un infante nudo e inerme, mentre nulla può strappare ad un mago il potere che arde dentro di lui. " (S. Piton)
" In che lingua era l' ultimo incantesimo che hai imparato, Severus? Latino, greco, o un contorto misto tra i due. Il nostro sapere è diventato statico, mentre la scienza babbana procede inesorabile e spietata. E dobbiamo saperne cogliere ciò che potrebbe servirci. Senza mascherarci dietro un orgoglio inutile e vacuo. "
V. conversazione privata.

Mac si poggiò ad un muro, nel buio. Gwillion aveva letto a voce alta.
Adesso era sceso uno strano silenzio tra loro, come se dovessero assimilare ancora quelle parole. Come se ci volesse tempo per capire. O per giudicare.
- Quelle parole... Gwillion, tu credi al potere di fascinazione delle parole? Hai mai aperto un libro che parla del fascino? non come lo intendiamo noi, ma nella sua accezione più ampia? - Mac sospirò - Io non ci ho mai creduto del tutto. Le parole sono, è vero, uno strumento di potere, e di altro, ma non è un potere che risiede solo in loro o in chi le pronuncia. Il potere è anche quello di chi concede a sé stesso di lasciarsi affascinare... quello che voglio dire, è che è difficile essere manipolati, è più facile farsi manipolare. Scusa... non sono chiara. Non sono un genio ad esprimere concetti, ma mi è venuto in mente adesso. Sappiamo chi e perché ha detto tutto questo... e Piton lo ha trascritto, il perché è facile da capire, o forse difficile, non importa. Conosciamo Piton, lo definiremmo forte. Eppure si è fatto affascinare. Perché? Cosa provi davanti a queste parole? Non sono... le parole che potrebbe pronunciare un Hitler? Tu che ne dici? -
Mac si appiattì sul muro, lasciandosi avvolgere completamente dal buio.
- Il Male... è un concetto relativo. Forse è più giusto parlare di potere. C'è del vero in quelle parole, ecco, non sono bugiarde. Molti non le condividerebbero, ma c'è del vero. Che sia questo il motivo che ha spinto Piton a conservarle, a scriverle? Io ho sempre pensato che lui sia sempre stato molto impietoso con sé stesso. Tu cosa provi? Qualche volta anche io sono così. E ti confesso... che provo piacere... nel guardare la tenebra. Sì, provo piacere... indulgo nell'immergermi nel buio. Io non mi lascio affascinare, scelgo volontariamente di immergermi... -
Mac alzò gli occhi - Scusa, non volevo parlare di me... -

- Il male, il fascino del male... - ripeté Gwillion pensierosa non sapeva bene cosa rispondere. E poi un globo di cristallo trattenuto da un artiglio di drago brillò per un istante nella sua mente, brillò e poi tornò a svanire nella tenebra -  Nei libri, certamente, anche io posso essere sensibile a quel tipo di fascino, nella realtà... non saprei cosa risponderti. E preferisco il nero al bianco ma... non esistono poteri buoni dice una canzone di De Andrè che non ho mai sentito, ma che i miei citano spesso, e poi... e poi non è il potere in sé il punto, ma il modo in cui lo si adopera. Che Voldemort voglia diventare padrone del mondo... per me può anche accomodarsi, ma se questo significa portare morte e distruzione... un mago in gamba come lui dovrebbe pur essere in grado di trovare un altra via... e invece non lo vuole. - 

 - E chissà perché non lo vuole... chi lo sa... ma vorrei saperlo... -
Mac tornò a guardare Gwillion.
- Andiamo ad esplorare il resto? Per quel sandalo, dovresti far qualcosa. Magari troveremo delle calzature. Persino le nostre vesti qui sono ridicole! -

Improvvisamente un rumore dall'interno della loro camera richiamò l'attenzione delle ragazze. E rientrarono.

- Aspetta... quei bauli ai piedi dei letti... prima non c' erano! - E detto questo Gwillion aprì lo scrigno più vicino. Ne tirò fuori una corta tunica color azzurro viola, e sul fondo vide che c' erano un mantello, dei pantaloni attillati, e degli stivaletti neri, e biancheria pulita.
- Questi sono miei, sembra la mia misura... certo non si può dire che Silente non sia premuroso con i suoi ospiti! E dal momento che ho decisamente freddo con questo vestitino di seta ne approfitto per cambiarmi. -

- Oh... vediamo se questi bauli hanno qualcosa anche per me... -  disse Mac. Si affacciò nel corridoio e chiamò Kikka, magari poteva esserci qualcosa anche per lei.
Osservò Gwillion che prendeva le sue cose... una tunica azzurra, con pantaloni e stivaletti.
- Vediamo... vediamo se qui c'è qualcosa di carino anche per me! -
Aprì un baule ai piedi di quello che aveva scelto come suo letto.
Ne trasse dei vestiti...
- Ma che bello! Esattamente di mio gusto! - disse mostrando un paio di stivali rossi, un paio di pantaloni ed un mantello neri, ed una specie di bislacca camiciola scura dalle ampie maniche ed il collo alto.
- Oh... non sembrerò troppo una becchina?! - disse ridendo - E i capelli li lego o li lascio sciolti ? -

- Lasciali sciolti... è più da strega. Ma che ora sarà? Non faremmo meglio a dormire? O domattina faremo la figura delle citrulle assonnate... ed io in questo ci riesco benissimo anche... da sveglia. -
Gwillion quasi non terminò la frase. Si era già addormentata.

Mac fissò Gwillion che si era addormentata.
- Beh... ma sì... - disse, passandosi una mano nei capelli - Tanto vale dormire. Se ci riesco... per esplorare c'è sempre tempo, e... buonanotte... -  e s'addormentò anche lei. Poco distante anche Kikka riposava.

 

Tenebra, tenebra nient' altro che tenebra. Gwillion si vide circondata dalla tenebra. E poi una luce, una figura avvolta in un lungo mantello... qual era il colore? Nero, nero come il buio che li circondava. La giovane poteva indovina facilmente il sorriso sarcastico che si celava dietro le pieghe di quel manto... in un volto che conosceva bene.
- Mi hai dimenticato - disse l' apparizione in un sussurro, non c' era rancore nella sua voce, nè sorpresa o delusione, solo una semplice constatazione - O forse hai sostituito con un altro volto questa mia maschera dorata... questa maschera che nasconde desideri a cui non hai mai osato dare un nome. Nemmeno nel profondo del tuo animo. -
La figura svanì, o forse si confuse solo nella tenebra.
Però non mi confondere con niente e con nessuno
e niente e nessuno, vedrai, ti confonderà
nemmeno l' innocenza nei tuoi occhi
ce n' è già meno di ieri ma che male c' è
e puoi chiamarmi ancora....
parole di una canzone di De Gregori, apparentemente prive di senso nel loro contesto, riecheggiarono nella mente della giovane, assumendo nuovi, inquietanti significati.
Poi ci fu solo la tenebra, che sovrastò ogni cosa, incombente.

 

 Silvia aveva ripetutamente chiamato le sue compagne di avventura ma non aveva ricevuto risposta, da nessuna di loro. Possibile che se ne fossero andate e che l'avessero lasciata lì da sola?  D'un tratto realizzò anche dove si trovava... vagando era finita di nuovo nella camera di Piton... e per di più da sola! Quale occasione migliore si poteva mai presentare per spiare un pò più da vicino Severus? Abbandonò il salotto e si avvicinò di soppiatto alla stanza vicina, che supponeva doveva essere quella in cui lui dormiva. E in effetti non si sbagliava... la sua forma immobile, distesa sul letto,  era distinguibile anche nella penombra, e Silvia dovette ammettere con sé stessa che i battiti del suo cuore erano accelerati fin troppo...  
Restò lì a guardare il profilo altero del professore di Pozioni per un periodo che le parve infinito, poi ritornò in sé e decise di uscire dalla stanza... sarebbe morta se Piton l'avesse scoperta in un frangente del genere...
Tornò nel salotto, prese un libro dalla libreria e si accoccolò accanto al camino, cercando di ristabilire un minimo di razionalità.
Ad un certo punto percepì una presenza alle proprie spalle.

Piton si era quasi addormentato... o meglio, era sprofondato in un limbo fatto di riflessioni, pensieri e sogni a volte. Non era ancora riuscito a digerire tutto quello che era successo poco prima...
Stava quasi per addormentarsi davvero, quando sentì un rumore... si alzò, e si guardò intorno. Non sembrava che ci fosse nessuno. Ma un altro piccolo fruscio, dalla sala vicina, lo mise in allarme. Entrò silenziosamente... davanti al caminetto c'era una di quelle ragazze.
- Cosa fai qui? - chiese, stupito.

Silvia levò lo sguardo dal libro allibita... come aveva fatto a svegliarlo?! Credeva di essere stata attenta a non fare il minimo rumore...
Prese un lungo respiro e prese a spiegare... stava tentando di trovare una spiegazione convincente ma per qualche ragione non riusciva a mentire - Vedi, il fatto è che mi sono attardata a curiosare un po' in giro... e quando mi sono accorta di essere sola era già troppo tardi, le altre erano sparite tutte. Avevo paura a vagare sola nel castello a quest'ora... così ho deciso di restare qui... ma non volevo disturbare, mi spiace! -

Piton fissò la ragazza che aveva davanti...
- Disturbare? Oh, no! E' inconcepibile che tu sia qui, che tu dica questo... fuori! -
Ma la ragazza sembrava non volersi muovere. Piton, furioso, si diresse verso di lei, ma la rabbia lo rendeva talmente tanto cieco... che inciampò in un tappeto... rovinando a pochi centimetri da quella impicciona, indiscreta, ragazza fuori posto.
- Ouch... - sibilò massaggiandosi la testa, e riaprì gli occhi. Adesso la prospettiva era diversa (ma Piton era non meno furioso). Era finito lungo disteso a terra, e la ragazza lo fissava stranamente...

Silvia nel vedere Severus a terra così scoppiò a ridere irrefrenabilmente ma si bloccò subito... nel vedere l'espressione negli occhi di Severus - Scusa, non stavo ridendo di te, è solo che per una volta tanto è divertente non essere io quella imbranata che cade ed incespica ad ogni occasione... lascia che ti aiuti... -  e si sfilò un fazzolettino dalla tasca, passandolo sulla mano graffiata di Severus... tremando a quel contatto.

Piton allontanò le mani della ragazza.
- Lasciami stare e vattene subito! - disse, più acido di quanto non volesse.
Si alzò, e la fissò, cattivo.

Silvia sostenne lo sguardo di Severus con molto più coraggio di quanto non credeva di possedere, e gli disse, con un tono a metà fra il sarcastico e il divertito: - Che c'è grand'uomo... il mago famoso e potente ,il temuto professore di Pozioni di Hogwarts ha forse paura di una giovane ragazza babbana? Non ti si addice proprio... - e prima ancora di rendersene conto, prima che il suo cervello le ordinasse di darsela a gambe in quello stesso istante, gli cinse il collo con le braccia e portò le sue labbra su quelle sottili ma forti di lui...

Per cinque secondi la mente di Severus Piton subì un black out... baciato?! Ma cosa lo aveva bloccato?! Le parole della ragazza? Si... forse quelle...
Riprese padronanza di sé e respinse la piccola intrigante.
- Per favore... - disse, con un tono più gentile di quanto non volesse - Per favore, lasciami solo... non sfidare la sorte... di nuovo. -

- Ma di cosa hai paura? -  mormorò dolcemente Silvia - Sai, a volte si deve avere il coraggio di sfidare la sorte... -  e si avvicinò di nuovo.

Piton strinse la bacchetta magica.
- Vuoi che ti trasformi in una rana? Credi che io abbia paura? Non ne ho! Vuoi vederlo? -
Si avvicinò, e la baciò. Un bacio gelido e freddo.
- Adesso che lo hai visto... vai via, o dovrò colpirti davvero con un incantesimo. -

- Beh complimenti... -  disse Silvia ancora più gelida del bacio che lui le aveva dato, anche se non era paragonabile al gelo del suo sguardo - Ti sei rivelato esattamente per quello che sei... non capisco come ho potuto essere così stupida da perdere tempo con uno come te... -  e senza pensarci un secondo di più girò sui tacchi e si avviò verso la porta.

- Forse ho esagerato. - sussurrò Piton - Ma... -

- Ma perché? -  sbottò Silvia, esasperata dal comportamento incomprensibile di Severus - Credo di avere il diritto di saperlo... ma forse no... mi sono comportata in modo idiota, non so davvero neanche io spiegarmi il perché. Cerca di scusarmi e chiudiamo qui l'incidente O.K. ? Adesso sarà meglio che vada a cercare le altre... buonanotte... -

Piton non tentò neanche di trattenerla.

 

Era ancora notte fonda, ma Gwillion era improvvisamente sveglia. E sapeva che non avrebbe più dormito.
- Mac, Mac, sei sveglia? -
Nulla, e forse era meglio così.
La giovane si fermò sulla soglia del dormitorio, volgendosi cupamente ora verso i letti, ora verso le ombre del corridoio.
- Ipocrita, sono un' ipocrita, e c' è voluto un sogno per svelarmelo. Il fascino del male, lo sento solo nei libri... così ho detto, non nella vita reale, ma perché, io ho mai avuto una vita reale degna di questi nome? E anche quando vago tra i miei romanzi, anche allora preferisco osservare, elargire qualche cauto consiglio, piuttosto che indossare i panni dell' indomita eroina. Mi nascondo dietro figure forti, dietro maghi ambiziosi e non esattamente votati al bene, lasciando che l' oscurità della loro... ma perché parlo al plurale... è una sola la figura a cui penso in realtà... e ho lasciato che l' oscurità della sua anima, esaltasse per contrasto il mio... candore. - e quell' ultima parola aveva un tono aspro sulle labbra della ragazza - Mi sono divertita ad assumere i panni di voce della coscienza, una coscienza sui generis magari, e assai poco legata alla morale tradizionale... Ma questo non vuol dire rifiutare il potere, significa invece prenderne tutti i vantaggi, senza macchiarsi in alcun modo le mani. Ipocrisia, ipocrisia... questi erano solo sogni, potevo dire sino a ieri, ma adesso, ma adesso? Mi sono comportata nello stesso identico modo, ho cercato delle figure forti a cui appoggiarmi, nella mia debolezza, e che si trattasse di Mac o del nostro carissimo professore il discorso non cambia. E ho fatto la morale a Mac nello stesso momento in cui dicevo di detestare quel ruolo, e ho approfittato del filtro di verità per mettermi a psicanalizzare Piton... quando non avevo il benché minimo diritto di farlo. C' è da chiedersi come mai nessuno mi abbia ancora preso a calci.... E vorrei non sentirmi così male... -

Severus Piton scivolava silenziosamente nei corridoi. Cercando di trovare un motivo per non essere tanto scontento o turbato da sé stesso e dagli ultimi avvenimenti.
Ad un certo punto avvertii dei sussurri... qualcuno stava parlando? Ma chi e con chi? Cercò di mimetizzarsi ancora meglio con il buio, ed avanzò.
C'era una di quella ragazze, quella che aveva bevuto il Veritaserum. Sembrava parlasse sola.
Severus si avvicinò quel tanto che bastava ad ascoltare tutto... e quando ebbe compreso il senso di quelle parole, sussultò.
Sentì di dover uscire allo scoperto.
- Se vuoi, posso prenderti io a calci. - disse, e fissò la ragazza che spalancava la bocca per la sorpresa. - Solo, non sono certo che questa sia ipocrisia. L'ipocrisia sarebbe non accorgersi di quello che tu provi, sarebbe rifiutarlo. E' una cosa che posso capire. -

-Io... grazie.. -
Mormorò Gwillion rossa in volto. E non riuscì a dire altro.

Severus Piton alzò le spalle.
- Grazie? - chiese - Non direi grazie, fossi in te. Scoprirai che non ti ho fatto alcun piacere, al contrario.. .purtroppo per te. -

- Non capisco... - l' espressione dell' altro le faceva paura, e forse non voleva davvero sapere cosa intendesse con quelle parole, o forse lo voleva ma finì comunque col dire qualcosa di sciocco... tanto per cambiare - E per la cronaca il mago di cui parlavo prima non eri tu anche se certo avete delle caratteristiche in comune... -
In un altra occasione la giovane si sarebbe premurata di elencare dettagliatamente le caratteristiche in questione, ma non in quel momento, e la sua voce si spense nel buio.
- Sono un idiota. - mormorò poi la giovane - Posso sapere per piacere cosa intendevi dire prima? Se vuoi dirmelo...  -

- Se vuoi saperlo davvero... - disse Severus - Ma io ho scoperto una cosa: a volte è meglio vivere nell'ipocrisia. Guardati intorno, la maggior parte delle persone che incontrerai qui, o nella tua vita, sono persone ipocrite. Desiderano il potere, ma non hanno il coraggio di accettare tutte le implicazioni che questo desiderio comporta. La vera liberazione è prendere coscienza del buio che c'è nella propria anima. Ma non è davvero una liberazione, non fino infondo... capisci quello che intendo? -
Piton si avvicinò alla ragazza - Lo capisci? Vero? Ma dimmi...chi è che ti ossessiona a tal punto? -

- Come faccio a capirlo? Non è un vero potere quello a cui devo resistere, ma una proiezione della mia fantasia, uno spettro addomesticato che posso ricacciare a mio piacere in un cassetto... a volte mi sembra di aver vissuto più nei mondi inventati dei miei sogni che non nella vita reale... e forse per questo è così terribile trovarmi qui... nel momento in cui ho varcato la porta del sogno... mi viene negato di continuare a sognare. E anche la mia ossessione, se vuoi chiamarla così, non è che un' immagine di carta, il personaggio di un romanzo di cui mi sono innamorata follemente... all' età di dodici anni. Un mago vestito di nero, sarcastico, ambizioso e amareggiato di nome faceva Raistlin... fino a due o tre anni fa conversavo quasi quotidianamente con lui. Ma dubito che tu possa conoscerlo, non ti ci vedo proprio a leggere romanzi fantasy, non quando la magia è tutt' intorno a te. Oh, io forse non capisco ciò che hai detto, non fino in fondo, non sulla mia pelle, ma lui capirebbe... solo che lui non esiste, non in questo mondo. -

Piton guardò Gwillion.
- Adesso che sei nel mondo dei sogni... o in quello che credi essere tale, non riesci più a sognare? E se fosse questo il mondo vero? Se il sogno fosse quello da cui vieni? Se fosse così, forse potresti persino raggiungere la "Torre della Stregoneria di Palanthas"... ed il suo signore...
Piton sorrise appena - Non sai molte cose di me. -
In quel momento, passò la ragazza che aveva baciato.
- Forse dovresti tornare in camera. Con le tue amiche. Possiamo riparlarne, se vorrai... -
Piton lasciò la ragazza chiamata Gwillion, ed entrò nella stanza delle ragazze. Si sedette sul bordo del letto di Silvia.
- Per quanto conta, mi dispiace davvero. Abbiamo sbagliato tutti e due. -
Si alzò, ed uscì, mentre Gwillion rientrava.

 

Mac s'era destata, mentre Gwillion era fuori... anche Kikka doveva essersi svegliata perché aveva borbottato qualcosa nel sonno, ma poi s'era rimessa a dormire.

Adesso Mariacarla teneva gli occhi socchiusi, percependo i rumori della camera... sentì entrare qualcuno... Silvia. E poi... sobbalzò: la voce di Severus! Severus che si scusava per qualcosa. Sentì che lui andava via... e poi altri passi.

 

Gwillion riuscì solo a barcollare verso il letto. Non aveva le idee molto chiare, no quello era un eufemismo, semplicemente non riusciva a pensare. Piton si stava prendendo gioco di lei? Forse era meglio non pensarci adesso... l' indomani forse, l' indomani forse... Certo che se con Piton rischio di venir trasformata in un rospo il mio adorato Raistlin mi ammazzerebbe senza esitare... e si gettò sul materasso, incapace di dormire, incapace di pensare.

 

[continua]  [indietro]