Capitolo Ventitreesimo

                                                                            Shirak!

                                                                  

 

 

- Dovresti essere lieta del mio fallimento... - mormorò Voldemort - Mi chiedo se lo sei davvero. -

- Sono lieta che tante vite che potranno in altro modo esserti utili non siano state perdute. I morti non servono a nulla... i vivi, si. Neanche il Dio più crudele si augurerebbe di regnare su un mondo disabitato e distrutto. Ma... non sono lieta per il tuo fallimento. Non sono lieta per quello che non ti è riuscito, mio Signore. Forse questa... è stata una fortuna. Forse... il seguito potrà essere migliore. -

- Neanche il Dio più crudele... - Voldemort sorrise - e allora perché gli uomini temono tanto il diluvio? -

- Ma Dio dopo il Diluvio ebbe orrore di quello che Lui stesso aveva fatto... e promise che mai più sarebbe successo. E poi... - Mac si morse le labbra - Non degli Dei si deve aver timore... ma degli uomini. Il male è tutto degli uomini... non raccontiamoci storie... -

- Lo promise... lo promise perché sapeva che al terrore non può seguire il terrore, ma una nuova pace. L' arcobaleno... che inganno! Parliamo di un Dio onnisciente, o l' hai dimenticato? E possiamo continuare a parlare degli Dei, se ricordiamo che essi sono soltanto proiezioni dell' uomo create dall' uomo stesso. -

- E allora non parliamo di Dei, Divinità... non parliamo di fantasmi. Parliamo di uomini... mi dicesti che la tua parte umana non doveva prevalere... un'altra bugia, Voldemort. Un'altra delle tue piccole, innocenti bugie, Luce mia. E' la parte umana che ha fatto tutto questo... la parte Divina non c'entra nulla... nulla. E' l'uomo che ha portato distruzione, l'uomo che hai paura di vedere. Perchè un Dio si può giustificare... sì, un Dio si. Ma un uomo... un uomo non è un Dio, ed è meglio nasconderselo.

- Un dio si può giustificare... non ne sarei così sicuro. -

- Per un Dio è più facile dire "Ecco questa è la mia volontà!" e non ha neanche bisogno di giustificarsi se dice questo. Non ha bisogno di null'altro se non di dire..."io sono Dio" e questo sembra spiegare tutto. Ma un Dio che dicesse questo... Dio o no, sarebbe ugualmente un imbroglione. Anche un Dio ha bisogno di fedeli onesti... un Dio non può imperare su se stesso. Un uomo, invece si può illudere di poter governare sul Destino, sulla Sorte, sugli Dei, sugli uomini... sulla vita, sulla morte. E' questa la differenza. Un Dio non può illudersi di essere più di ciò che è. Un uomo... può credere di essere ciò che vuole. E per giunta, un uomo potrebbe arrivare persino a credere di non avere bisogno di nessuno... Non è forse così, Dio-Uomo? Non è così, Voldemort, Tom Riddle? Tuttavia... più un Dio cerca d'essere uomo, più un uomo cerca d'essere Dio... più si fanno deboli.

- Più un Dio cerca d' essere uomo... e il Dio d' amore che si è fatto uomo? Che io possa crederlo debole è normale, ma tu? Ecco, vedi, mi attacco a dei cavilli per non rispondere alle domande che mi riguardano in prima persona. E sappiamo entrambi credo, per quale motivo oggi... -
Lord Voldemort non terminò la frase.

- Quello che non mi dici è risposta più chiara di quello che tenti di dire... - si chinò ancora a baciargli le mani - Per me sei solo un uomo, ecco perchè per me sei tanto grande, tanto forte... perchè sei un uomo. Ora devi capirlo tu. -

- Per capire ciò che vuoi che io capisca dovrei distruggere tutto quello che ho costruito. E questo ciò che desideri? E' per questo che sei venuta? Per sciogliere come luce i miei castelli di ghiaccio? -

- Il ghiaccio è fatto per essere sciolto, ma la luce non può essere soffocata... e se i castelli di ghiaccio crollano è solo perchè sono deboli per loro natura. E poi... se un castello crolla, se ne costruisce uno più forte... se ti ostini a non... a non vedere ogni cosa... tu non potrai essere davvero invincibile, davvero forte... e se il castello crolla, non lo ricostruirai da solo. Il Voldemort che conosciamo è stato sconfitto troppe volte, lasciamo che ne nasca uno più forte. -

- Io sono quel Voldemort. Non è una maschera che possa togliere a mio piacimento. Io sono quel Voldemort. E' così che ho deciso di essere. E certe scelte non si possono ripudiare. Nemmeno se sei tu a volerlo. -

- Nessuno è esattamente quello che crede. Neanche tu. Allora ti condanni a morte da solo? Lo vedi... ti sconfiggeranno ancora, perchè loro possono giocare carte che tu non conosci... non ti dico di ripudiare quello che se, ti dico sii più di quello che sei! -

- Rifletterò sulle tue parole. Non posso prometterti altro. Oltretutto... c' è qualcosa che devo fare. Ma mi basteranno pochi secondi. E non dovrò nemmeno lasciare la tua compagnia. -

La Dama Verde annuì in silenzio, domandandosi cosa Lui dovesse fare.

- Sono di nuovo da te, quel che dovevo fare è stato compiuto. -

- Cosa? Cos'è che hai fatto? E ora? -

Lord Voldemort si fermò a fissare l' altra, e poi la baciò. - Ti dispiacerebbe avere un preside tra le braccia? -
- Preside...ad Hogwarts? -

- Si, ad Hogwarts. E dovremo portarci appresso il canarino. Lo rimpiccioliremo, e faremo in modo che a tutti gli altri sembri un vero volatile. Un piccolo adorabile volatile azzurro. -

- Il mio piccolo canarino... l'unico della sua specie... e forse lì si sentirà meno solo... - Mac sospirò.

 

- Certo che dobbiamo fare qualcosa - ribatté Sirius - Harry, Harry e Silente, sono ancora vivi, e noi qui... -
L' uomo non completò la frase.
- E poi Lupin... rischia di essere accusato anche lui, non credi corra dei rischi? -
- Professore... - fece Draco - Quelle parole di Voldemort... quelle parole, io credo siano rivolte a me. Altrimenti perché il giornale sarebbe comparso delle mie mani? Tornare indietro... ma io non voglio. A meno che non siate voi a... No, non vi chiedo di decidere per me, ma se posso sentire il vostro parere.

- Lupin e le altre ragazze babbane... - rifletté Severus - se le portassimo qui? Ma... devono restare con noi, altrimenti restano prede troppo deboli... e facili da catturare. O si va tutti, o tutti restano. Cosa ne dite? -

- Non possiamo abbandonare completamente questo luogo - obbiettò Black - Voldemort si aspetta che restiamo qui, sarà tranquillo finché restiamo qui. Dunque dobbiamo fingere di restare qui. Ma al tempo stesso dobbiamo anche andare... il potere dell' acqua di fuoco ci da una certa mobilità, e l' antimagia delle ragazze la segretezza necessaria. Ma andare, dove? Alla Torre, dove sono Harry e Silente? Oppure vicino Hogwarts? -

Vicino ad Hogwarts... Alla Torre... Piton strinse le labbra.
- Dobbiamo pianificare bene le nostre mosse... ma ricordiamoci che oltre Silente ed Harry ci sono altri da proteggere...

- Vicino Hogwarts ci sono certe caverne... ci ho passato due anni, quindi le conosco bene. -
Draco guardava in silenzio. Ancora aspettava una risposta alla sua domanda.

- Ottimo Sirius... ottimo... .
Poi Piton si voltò verso Draco -Te la senti di venire con me? Con noi? Voldemort ti sta tentando... ti forza la mano... ecco la sua manovra. -

- Con voi? Con voi non ho paura. Forse qualche incomprensione ma non ho paura. Se mi aveste detto di tornare alla scuola da solo, la scuola che mr Liddre sta preparando, avrei avuto più incertezze. Ma venire con voi... No quello sono disposto a farlo senza esitazione alcuna. -

- Sporco Serpeverde! - mormorò George guardando Draco.
- Farebbe meglio ad impiccarsi... come diavolo fanno a portarselo appresso?- rincarò Fred.
- Ehi, Draco... perchè fai il vigliacco? Dopotutto vai a casa... da quegli spregevoli assassini dei tuoi... -
- Bastardo... -
- ORA BASTA! - tuonò Piton interrompendo i due ragazzi - Ora basta... - addolcì la voce - Ora smettetela... non dannando un'altra persona farete cessare il dolore... -
Black scosse la testa. Lo stesso copione. E lui non poteva far niente per cambiarlo a quanto sembrava.
- Perché, non hanno forse detto la verità? - esclamò Draco - A parte il fatto che sembrano non aver capito che corro rischi anche peggiori di venire ammazzato tutto il resto che hanno detto è vero. -

- Oh, no... Malfoy! - sibilò Fred - No! Tu non hai capito... non ci sono rischi peggiori che venire ammazzato! Se muori... non hai più speranza. Se vivi puoi sempre trovare la strada! Mio fratello E' MORTO! Lui non ha speranze... lui ha corso il rischio peggiore! - ormai le lacrime scorrevano sulle gote del ragazzo, ed il suo gemello lo strinse, tirandolo indietro - No! - strillò ancora Fred - Lasciami, George! Voglio che lo senta chiaro e tondo... finchè vivi ti porterai dietro la responsabilità di Ronald! E quando tuo padre il Mangiamorte riderà contento per l'accaduto... tu pensa a MIO padre, a MIA madre! Come vorrei che fossi tu, verme a dirgli che Ronald è morto! Come diavolo lo vorrei... sporco... - ma piangeva troppo e non disse altro.
Ginny li aveva raggiunti, piangeva anche lei, fissando Draco... con... paura? Non solo. Paura e... pietà.
- Basta... - mormorò Severus - Appena via di qui vi darò una pozione per riposare... ora, basta, vi prego. Io vi capisco... ma adesso possiamo solo andare avanti. -
Poi Piton prese Draco per un braccio, e lo tirò da parte.
- Ascolta Draco.. .quello che i gemelli ti hanno detto... può servirti. Ascoltami. Ascolta solo questo: non vivere mai per te stesso. Non solo per te stesso. Oggi devi apprendere questa lezione. Se ti serve... forse un giorno ti racconterò qualcosa di me... per ora ti posso dire solo questo: trova un motivo di forza... in questo. -

Pensare solo a se stesso... era quello che faceva in realtà. E quanto a ritrovare la strada... anche quella gli sembrava una cosa sempre più remota. A che serviva cercare di fare la cosa giusta, se poi era lui a essere dentro irrimediabilmente sbagliato? Draco scosse la testa. Responsabilità? Era destinato ad accollarsi anche il peso di crimini che non aveva compiuto? Forse si, forse doveva davvero. E solo per il sangue che gli scorreva nelle vene.
- Mio padre non c' entra nulla in tutta questa storia... - sibilò poi - era con me, e non poteva sapere quello che si stava... preparando. Se volete prendervela con me fate pure, ne avete sin troppe di colpe da rinfacciarmi. Ma lasciate fuori mio padre da questa storia, dato che non sapete nulla su quello che ha fatto... o non ha fatto.

Piton fissò Draco - Devi capire queste persone, adesso la difesa di Lucius è inutile. Comunque sia... adesso non importa di lui. Andiamo oltre... tutti. -

- Se devo solo essere una fonte di discordia però... -
Mormorò il ragazzo.
- Non lo sarai, ma per adesso è normale che tu sia considerato tale... -
Fred interruppe di nuovo il discorso - Oh, basta, insomma! Come se non fossimo a conoscenza delle colpe di quel pusillanime di tuo "padre"! Dopotutto è stata colpa sua se Ginny ha rischiato di morire anni fa, sua e di quel maledetto diario... il diario di Voi Sapete Chi, quando non era Voi Sapete Chi! Non fare l'innocente, Draco! -

Draco indietreggiò come se fosse stato colpito.
- Non lo sapevo - mormorò - eppure mi rendo conto che non ha alcuna importanza. Non lo sapevo... -
Chiuse gli occhi con forza, incapace di aggiungere altro.
- Severus - disse Sirius in quel momento - tu parli tanto di andare... ma ti sembra opportuno un trasloco quando abbiamo ancora Crouch jr tra i piedi? -

- Oh, non lo sapeva il signorino Malfoy! - sibilò George.
Piton inarcò un sopracciglio - Crouch... - si affacciò a guardare nel cortile, l'uomo stringeva la neonata di Silvia
- Non sembra al massimo dell'offensività adesso... possiamo sempre lasciarlo qui... no? -

- No, non lo sapevo! - tornò a dire il ragazzo - Mio padre... non mi racconta quello che fa, sono io che cerco di scoprirlo suo malgrado. Fiabe, fiabe... quelli che per voi sono incubi sulla sua bocca non erano altro che fiabe. E ho cercato di odiarlo ma non ci riesco... molto più facile mi viene odiare me stesso. E non lo dico per impressionarvi, per indurvi a pietà o similare... in realtà non me ne importa nulla di quello che pensate di me. Mi importava un tempo volevo... - fece una smorfia - volevo essere temuto, rispettato, nella degna tradizione dei Malfoy... adesso... adesso... - il ragazzo scosse la testa - Insomma, se lo avessi saputo non vi avrei certo offerto l' occasione di rinfacciarmi una simile... -
Draco chinò il capo, non riusciva a parlare.
- Lasciarlo qui, certo... - ripeté Sirius - perché non inviamo direttamente a Voldemort un bel biglietto per informarlo della nostra partenza, già che ci siamo? Io preferirei aspettare che sia lui ad andarsene e poi... vuoi essere tu a togliergli la figlia dalle braccia? Senza dare spiegazioni di sorta? -
Piton fece spallucce -Tutto questo finchè non decidiamo di dargli una botta in testa e portarcelo dietro... però se preferisci, se proprio credi sia giusto così... allora dovremmo attendere... -
Fred strinse gli occhi e valutò Malfoy... il suo sguardo era impietoso, ma non disse nulla.

- L' Obscurum non mi uccide, sono un Malfoy... cattiva fede... so benissimo cosa sono, e ricordo benissimo che l' ultima volta che ci siamo rivolti la parola prima di quest' oggi io stavo inneggiando al Signore Oscuro. Non c' è bisogno che me lo ricordiate, ci riesco benissimo da solo. E trovare la via, quale via? Per quelli come me non c' è alcuna via... posso solo cercare di non sprofondare ulteriormente. E non è detto che ci riesca. -
La verità è che se potessi farei a cambio in questo istante con vostro fratello. Ma questo non poteva dirlo. No, non poteva dirlo.
- L' idea della botta in testa non è poi così male... anche se la spedizione di salvataggio mi sembra stia diventando sempre più sgangherata... non lo so... - mormorò Black - l' Oscuro Signore non si potrebbe insospettire se il suo servo non rispondesse alle sue chiamate. -

- Ora basta Malfoy! - sibilò Piton - Anche tu adesso è meglio che stia zitto! - poi si volse verso Black - Barthy è un po' matto, per quel che ne so... e poi c'è l'antimagia. Può pensare che sia con Silvia e che questo gli impedisca il contatto...

- Si, questo è vero... -
Ammise Black. E si voltò verso Silvia, come per sentire la sua opinione.
Draco taceva.
Se non sono gigli
son pur sempre figli
vittime di questo mondo
Pensò Gwillion. Ma non era quello il momento per simili parole. Forse non lo sarebbe stato mai.

- Allora urge solo decidere adesso... - sospirò Severus.

- Decidere cosa? Crouch in un modo o nell' altro non è un problema. - Black tornò a voltarsi verso Silvia ma la donna sembrava più confusa di lui - Ma ancora non abbiamo detto con esattezza dove andremo. E perchè. 
- Nelle grotte intorno Hogwarts, per fermare Voldemort, per dimostrare la nostra innocenza, per salvare Silente e Potter... per salvare tutti! -

- Allora andiamo! Farò io strada. E Crouch... magari invece di una botta in testa che ne dici dell' incantesimo di Distortattemptio? Che l' unico suo pensiero sia la bambina. E ci lascerà in pace. Pur venendo con noi. -

- Ottima idea... provvedi - poi si voltò verso i ragazzi - Siete pronti? Tra pochi minuti faremo il nostro ingresso... nel nuovo tempio del Male... -

E Black provvide. Poco dopo erano tutti molto lontani da lì. Le caverne erano scure e spoglie. L' ideale per un ricercato. L' ideale per dei ricercati. Certo che non c' era stato lontano poi molto, pensò Black. E poi il suo sguardo corse verso le pareti della grotta... scritte oscene e offensive... quasi tutte contro Piton.
- Prova a mangiar topi per un anno... - disse poi con un sogghigno - e scriverai anche di peggio. -
Però il fatto che i ragazzi leggessero... purtroppo per loro avevano ben altro a cui pensare.
Piton fissò Sirius con sommo disgusto..."Imbecille..." pensò. - Finiremo davvero per mangiare topi... ma questo sarà il male minore... - fissò Crouch che dondolava la bambina cantando una ninna-nanna.

 

Aria. Fresca e pura.
Quell'odore nauseante gli aveva procurato una nausea fortissima. Lucius si sentì girare la testa.
Si spostò vicino a un albero nel parco. Deserto. I sopravvissuti, se ce ne erano, dovevano essersi diretti verso Hogsmeade per dare l'allarme o chiamare aiuto. Una cosa del tutto inutile.
L'uomo si adagiò sotto l'albero privo di forze.
Avrebbe dovuto andare, informarsi, sapere.
Ma la stanchezza e la nausea ebbero il sopravvento. Restare fermi per un po', non sarebbe stato male.

Di fronte all' uomo comparve l' immagine dell' Oscuro Signore.
- Lucius, Lucius. Mio indegno servitore. Ho visto tuo figlio quest' oggi. L' ho visto... mentre cercava di salvare i nostri nemici. Il mio peggior nemico. Ovviamente gliel' ho impedito. Pur permettendogli in compenso di portar via dalla scuola la piccola mezzosangue. Eppure mi ha affrontato con coraggio... a suo modo. E tu sai che apprezzo il coraggio. Gli ho promesso che le conseguenze della sua scelta, una scelta che io considero ancora non compiuta, ricadranno su di lui e nessun altro.
Dunque non prenderti il disturbo di venire a perorare la sua causa. Non ora, almeno. Oltre tutto sei circondato da un campo di distorsione temporale che rallenta i minuti e le ore. E non intendo liberarti per adesso. Mi sembra la giusta punizione alla tua cecità. Non venire alla Torre. Non saresti bene accetto. Se tuttavia desideri parlarmi pronuncia il mio nome, il mio vero nome. Io ti   ascolterò. -

 

- Pensi che il piccolo canarino azzurro sia solo? Dobbiamo regalargli una compagna? Io pensavo di rimandare la giornalista impicciona nella piramide, ma forse tu preferisci travestirla da volatile. E come ogni divinità avrei... i miei Adamo ed Eva in miniatura. - disse Voldemort.

- Forse è davvero meglio rendere la sposa allo Scarabeo, o verrà a cercarne un'altra... - sorrise -E poi quale donna vorrebbe vivere con quell'... mi ripugna dire "uomo" per Allock... ma chi mai vorrebbe? In quanto alle Divinità... per oggi basta... -

- Canarino azzurro, si chiama canarino azzurro. E sia come vuoi. Ecco. La sposa è tornata al suo diletto reietto. -

- E spero vivano felici e contenti...per tutta l'eternità che la piramide concede loro. Ed ora? -

- E ora... bagagli! -

La Dama Verde sorrise - Bagagli? Ecco fatto! Tutto molto in fretta... i miei bagagli sono solo l'abito che indosso ed il mio canarino. E sono pronta. -

- E tutte le cose nella tua camera? No, mia cara, la Dama Verde può anche partire così all' avventura, ma Mrs Liddre deve cedere agli inconvenienti della "rispettabilità". D' altronde basta un colpo di bacchetta... -

- Oh, ecco il bello di avere un mago accanto... tutto, quasi tutto, si risolve in un battito di bacchetta... - sorrise.

- Allora, se vuoi abbracciarmi... possiamo metterci in viaggio.

- Non hai che da chiedere... sarà un piacere... stringerti, anzi, è proprio un meraviglioso modo per viaggiare questo... - e la Dama Verde abbracciò il suo Signore.

- Hogwarts - annunciò Voldemort - Siamo ad Hogwarts. E non ai confini, ma nel cuore stesso della scuola.

- Meraviglioso... è tutto senza più difese, senza barriere per te... notevole! Veramente notevole! -
- E adesso, vogliamo visitare le nostre stanze, o hai altri desideri, mia Dama?

- Il mio desiderio più grande è corrispondere ai tuoi desideri. Quindi scegli tu la destinazione... quale che sia, in questa scuola adesso tanto silenziosa. Io ti seguirò. -

- Non rimarrà silenziosa a lungo. No. Non rimarrà silenziosa a lungo. -

- Molto bene. Lo spero... a che serve un Preside in una scuola vuota? -

- La scuola non rimarrà vuota che per pochi giorni. La maggior parte dei Serpeverde è sopravvissuta. Perché il veleno non è arrivato sino ai sotterranei secondo la gazzetta, perchè non era stato preparato per ucciderli, in realtà. E torneranno. Torneranno tutti, o quasi. -

- Capisco. Bene, capisco... - sospirò Mac - Mi mostri la scuola? -

- Come preferisci. La mia scuola... e adesso è mia davvero. E tu ovviamente non ne sei entusiasta. -

Mac si accigliò - E perchè non dovrei esserne entusiasta?! -

- Sospiri, mia diletta, sospiri... -

- I miei sospiri non sono legati al mio entusiasmo nei confronti della scuola! Sono felice, più di quanto tu creda, per questa vittoria! Solo... mi facevo una domanda stupida... mio caro, non mi risulta che Silente avesse una vita privata: era troppo impegnato. -

- Beh, lui aveva quattro Case a cui badare. E tante opere di carità. E nessun potere dell' acqua di fuoco a sua disposizione. No, non devi temere per... la mia vita privata. -

- Allora posso essere tranquilla... - disse la Dama Verde in tono carezzevole - Questo cambia tutto... -

- Ne sono lieto. Ne sono estremamente lieto. -

- Non potrebbe essere altrimenti. Posso farti una domanda... seria? -

 

- Dovremmo andare in perlustrazione.. .- valutò Severus - Tu ed io, Black... -
- Anche noi vogliamo venire! - esclamarono i gemelli - Lì dentro c'è tutta la nostra roba... -
- Voi?! Oh, no! VOI STARETE QUI!- disse Severus. In quel momento una lepre si insinuò nella grotta, e Severus la fulminò con un colpo - La cena... - spiegò  -La cucini tu Black? - No, lo faremo noi!- esclamarono i gemelli all'unisono... -
- Uhm... allora si cena, e dopo si va, Sirius... -

- Si, Severus? - e poi più a bassa voce - Ma è prudente andare entrambi? Non sarebbe meglio che almeno uno di noi rimanesse qui? -

- Già... allora andrò io. Se entro tre ore non tornassi... ritiratevi altrove. Vuol dire che dovrai pensare a tutto tu... - disse cupo Severus, mentre i gemelli portavano a lui ed a Sirius, ed agli altri nella grotta dei pezzi di lepre arrosto.
- Grazie... - disse Piton e si costrinse a mangiare.

Draco guardava la lepre con uno sguardo disgustato. Sangue e carne gli davano la nausea, in quel momento.
- Non mangi Malfoy? - disse Fred disgustato, osservando tutti gli altri che si erano nutriti.

- Non ho fame. Né credo che la cosa possa riguardarvi o interessarvi. -

Fred sibilò il suo disgusto e lanciò un'occhiata significativa a George.
Piton, intanto, si passò una mano sugli occhi...era stanco...tanto stanco...

Draco si diede un' occhiata intorno. Il sonno aveva colpito tutti. Come un' epidemia. E i corpi distesi gli richiamavano alla memoria altre immagini. Estremamente sgradevoli.
- Inizio a capire che il mio appetito forse vi interessava... veramente. -

- Già Malfoy... ma potremmo trovare un altro modo di addormentarti... - sogghignò.

- A questo punto posso sapere che avete in mente... "prima"? Ah già... la vostra roba. Hogwarts. -
E una voce nella mentre di Draco suggeriva battute sulla necessità che potevano avere dei Weasley a recuperare la "loro" roba. Ma lui la mise a tacere indispettito.
- Ed io dovrei lasciarvi andare. Già tanto sono un bastardo... -

- No bastardo... ora ti trascineremo con noi... non possiamo rischiare che tu scappi e vada ad avvertire i tuoi! Alzati e cammina! -
- Non chiedo di meglio. - e poi con un sorriso beffardo tirò fuori la sua bacchetta, la puntò contro i gemelli, o almeno così sembrò, in realtà la stava porgendo per l' impugnatura. - Ma non pensate nemmeno a disarmarmi, prima? -

- Uhm... tienitela... - sibilò George - Ma seguici... andiamo! -

- Come volete. Mi chiedo cosa troveremo ad Hogwarts adesso... ed io sono l' unico a sapere qualcosa di magia oscura. -
E Fred e George, con Draco si diressero verso la scuola silenziosa e buia nella notte...
- Spero che troveremo... vendetta... - mormorò Fred.

E Draco sperò, sperò con tutte le sue forze che la sua strada non si incontrasse quella notte con quella di... suo padre.
- Entriamo nella scuola? - propose Fred.
- Da dove? -
- Passaggio segreto, George! -
- Ti seguo fratello! Vieni... Malfoy... -
- Vi seguo... -

I ragazzi si infilarono in un piccolo passaggio stretto e buio, e strisciarono fino ad un'aula vuota e piena di polvere, e mobili accatastati.
- Puah... - grugnì Fred.
- Basta che ci siamo... -
- Che troveremo? -
- Oh, non so... -
- Andiamo! -

Già da un po' percorrevano i corridoi bui.
- Aspettate - disse Draco d' un tratto - c' è... qualcosa che voglio prendere. -
E scostando una vecchia armatura rivelò una nicchia segreta.
- Piton sarà anche parziale nei confronti della sua casa ma ci sono cose che è meglio non tenere nel dormitorio... oh per la maggior parte si tratta di robetta innocua... qualcosa è stata persino fregata a voi... ma ecco. Una lente che permette di individuare gli incantesimi oscuri - costata parecchio per altro - potrebbe servire, credo. -

- Oh, Malfoy...chi mai avrebbe pensato che tu potessi essere persino utile...- borbottò Fred.
- Da dove si passa ora? -

 

Voldemort annuì appena.

La Dama Verde sorrise - Avresti davvero ucciso tutti i babbani? E dopo averli uccisi... che avresti fatto? -

- Avrei perso parecchio tempo a sbarazzarmi dei cadaveri, credo. Si, li avrei uccisi. Perchè ogni creazione poggia le sue basi su una precedente distruzione. -  disse Voldemort.

- E come avresti popolato il mondo, poi? Con i figli dei tuoi Mangiamorte? Un mondo di Mangiamorte come Malfoy o Codaliscia? -

- Credo che tu ti sia fatta un' opinione leggermente parziale dei miei mangiamorte. E comunque le nuove generazioni non dovranno necessariamente prendere esempio dai padri.

- Oh, no... non è corretto. Conosco Barthy, Andromaca, Victor... la mia opinione su loro non potrebbe essere migliore. E' solo che nel tuo mondo ideale... finirei per essere un animale raro... da esposizione in uno zoo... -
- Saresti unica. Come lo sei già. La cosa ti turba tanto? -

- No... non mi turba. Era solo una domanda. E' solo che... lascia stare. Non importa quello che pensavo, o quello che credevo di pensare. E poi non sono unica... come me ci sono cinque persone, ricordalo. -

- No. Tu sei e sarai unica. Sempre. Ovunque. -

- Allora, dammi un bacio, ti prego. Ho freddo... lì fuori poteva esserci quello che resta della mia famiglia, ed io ho deciso che non contava, perchè sei tu tutta la mia famiglia. Ho tagliato l'ultimo ponte... ho bisogno di te, adesso. Se non è un peso troppo grande, per te. -

- Se anche lo fosse, ormai ho deciso di accettarlo. Interamente. Ed io non torno indietro sulle mie decisioni. -

- Allora... stringimi, ti prego. Solo per un attimo, ma stringimi... -

E Lord Voldemort strinse l' altra senza parlare.

- Sento come se la mia vita... iniziasse a scorrere da qui... che strano... - Mac affondò il viso sulla spalla di Voldemort, e rimase zitta per qualche istante, poi se ne separò e sorrise - Ecco. -

- Io ho una lezione da tenere adesso. Se vuoi venire... ma non credo possa piacerti... -

- Se non sono d'impiccio...vorrei venire. -

- Purché il sangue non ti faccia impressione... -

- Il sangue... - mormorò la Dama Verde - Dovresti sapere che non mi impressiono facilmente, soprattutto non con il sangue. Per un breve periodo, nel mio mondo passato, avevo valutato di darmi alla medicina, un medico non può avere paura del sangue. Anche se sentendoti parlare così... una persona normale avrebbe timore. Beh, io non ho timore. Siamo sulla stessa barca... dunque andiamo, senza esitare. -

- I medici fanno il contrario di ciò che faccio io. Vieni dunque... così il preside e la sua dama faranno la conoscenza dei loro alunni.

- Io non sono un medico, mio caro, non lo sono. E andiamo, sono molto curiosa di vedere. -

 

Un lampo di luce attraversò l' aria notturna. Una figura ammantata di nero comparve nella grotta. Molta stanchezza pesava sulle sue spalle. Stanchezza e ferite. Tossendo l' uomo si appoggiò a una parete. Era riuscito a sfuggire. Era riuscito. Era ancora vivo. E nel cielo c' era luna immensa. Una luna bianca e solitaria. Il mago sollevò una mano dorata, fissando le figure che dormivano. Aveva bisogno di... risposte. Sibilò una formula, svegliando un uomo dal volto pallido, un volto che pareva essere amareggiato persino nel sonno.

Piton si tirò su... intontito.
- Cosa... - sibilò - Cosa?! - scattò in piedi, bacchetta in pugno.

- Shirak - mormorò il mago, illuminando la grotta - quando ti sarai calmato avrei bisogno di alcune spiegazioni, se non ti è troppo disturbo. Del tipo dove mi trovo, in quale tempo e luogo e via dicendo... altrimenti dovrò strapparti a viva forza le nozioni dal cervello. -

Piton valutò l'altro con un'espressione altezzosa - Non ho mai conosciuto una persona dal tono più sgradevole. Non sei un Mangiamorte... eppure il tuo aspetto... non mi è nuovo... E comunque nessuno ha mai strappato niente a me, e neanche tu... chiunque tu sia. Siamo in Scozia, ventunesimo secolo... e tu chi sei? - per un attimo Piton posò lo sguardo su Gwillion e poi tornò a fissare l'altro, turbato - Ma non è possibile... - mormorò.

Un sogghigno si disegnò sul volto dorato dell' altro.
- Neanche il tuo tono scherza riguardo a sgradevolezza mi sembra. E non ci tengo a lottare con te. Non in questo momento almeno. Scozia... ne devo dedurre che NON mi trovo su Krynn. E cos' è un Mangiamorte, di grazia? Il mio nome infine, se ci tieni tanto a saperlo, è Raistlin Majere. -
- Caramon lo hai lasciato a casa?- Severus alzò un sopracciglio  -Oh, non dovresti essere morto tu? E no, non sei su Krynn... no... sei un altro personaggio in fuga da un libro... incredibile! Il mio nome, Raistlin è... Severus Piton. Che ci fai qui?- e Severus ignorò volutamente la domanda sui Mangiamorte.

- Un altro? Perché un altro? E di quale libro stai parlando? - il mago prese a tossire - Simili misteri mi affascinano... e si dovrei essere morto, ma non lo sono. E non intendo esserlo per parecchio tempo ancora. Potremmo accorciare notevolmente i tempi, inoltre, se tu mi dicessi cosa sai di me. Già l' idea che uno sconosciuto conosca di me ciò che non dovrebbe mi irrita, ma non sapere poi ciò che conosce con esattezza è davvero... intollerabile. -

- Io so di te... tutto, quasi tutto. Tu sei il personaggio di un libro... come me. Tempo fa ho conosciuto delle persone provenienti da un altro Mondo. Loro conoscevano me come personaggio di libro. E te anche. Ma tu sei una creatura "inventata" anche nel mio Mondo... o forse stiamo solo scoprendo che i libri sono..."porte"...

- Un tempo... - Raistlin sorrise - forse un tempo non troppo lontano. Non è possibile hai detto. E hai guardato quella ragazza. Tuttavia la faccenda si sta dimostrando più interessante del previsto. Dunque sai chi sono. E per rispondere alla tua domanda sono qui, perché dovevo fuggire dall' Abisso e non potevo farlo dalla via principale. Avrei portato con me... compagni di viaggio troppo sgradevoli. E posso sapere qualcosa di più sul vostro mondo, adesso? -

- Sul nostro Mondo... spiacente di dovertelo dire: è un mondo che tra poco potrebbe non valere più nulla. Un mondo prossimo alla distruzione ad opera di...di un uomo che crede di essere un Dio... - Severus strinse gli occhi...se quell'idiota che aveva davanti avesse parlato con Gwillion... no, no... il cuore di Severus perse un battito, un nodo in gola gli rendeva difficile parlare.
- Un uomo che crede di essere un Dio... - Raistlin lasciò che una piega amara si disegnasse sulla sua bocca - una definizione che si adatterebbe anche a me, per certi versi. - tornò a tossire - E poi si può sapere perché tanta agitazione? Sto cercando un rifugio non nuove conquiste. E mi servono delle erbe... erbe che non so nemmeno se in questo mondo esistono. Il mio corpo è malato... e detesto ammetterlo ma ho... bisogno di tutto l' aiuto che posso trovare. Avete un nemico a quanto ho capito. E posso ricambiare l' aiuto con l' aiuto. Altrimenti... se dovessi mostrarti ostile, mago di un altro mondo, potrei porre fine ai miei problemi e alla tua vita in un solo istante. -
E nella mano dorata dell' uomo scintillò un ciondolo d' ametite rossa.
- Idiota...- mormorò Piton, poi lo sguardo gli corse tutto intorno...e Severus impallidì - I ragazzi... - sussurrò -Che cieco sono stato... maledizione!- imprecò, e poi fissò Raistlin -Ti aiuterò... ho bisogno di aiuto... ma devo svegliare i miei compagni... ho un problema! -

 

- Voi - sussurrò Draco - "dove" intendete andare? ma... sento delle voci. Dalla sala grande, credo. -

- Sala Grande? - mormorò Fred.
- Facciamo quello che credo? -
- Andiamo alla loggia segreta? -
- E' ovvio... -
- Seguici Draco... risaliremo di un piano, e poi osserveremo la Sala da una posizione... nota a noi soli... -
Raggiunsero la loro finestra particolare e guardarono di sotto...

- Osservate miei giovani allievi... il corpo della luuva è nella disposizione degli organi estremamente simile a quello umano, ma il suo cadavere non manifesta i sintomi di quello che viene chiamato comunemente rigor mortis se non dopo molte ore. Dunque è l' ideale per una dissezione.
Spero che un simile esperimento non urti la vostra sensibilità, ma quella che si è aperta è un' epoca di sangue e voi dovete... imparare ad essere forti di fronte al sangue. -
Draco strinse i denti.
- E' la voce... - sussurrò - è la SUA voce. -
Poi si sporse a guardare. Un corpo grigio era disteso su di un tavolo. E... una leggera nausea prese il ragazzo. Ma non disse nulla.
- Lui?! Lui chi? !- George scosse Draco.

- Sapete di chi parlo. - e quasi istintivamente il ragazzo portò la sua lente agli occhi. E vide... vide...
Per pochi secondi soli. Poi si chinò verso il pavimento. Vomitando bile dato che non aveva nient' altro nello stomaco.

- Che diavolo succede? Che diavolo succede Malfoy?! - disse Fred strattonandolo - PARLA! -

Draco scosse la testa. Non poteva, non voleva rispondere. Poi tornò a sporgersi verso il balcone. Voldemort stava carezzando il capo della falsa luuva... il giovane non avrebbe voluto, ma la lente tornò verso i suoi occhi come animata da una volontà propria. E vide occhi verdi, occhi verdi in agonia...

- Andiamocene. - sussurrò - Andiamocene. -
Era quasi supplicante.

George e Fred si scambiarono un'occhiata spaventata. Che diavolo stava succedendo?

- Non è posto per voi questo. - tornò a dire Draco abbassando furiosamente la lente - Volete che ci scoprano? Io ho molto da perdere. E voi di più. -
Se davvero la morte è la cosa peggiore.

Fred e George guidarono Draco fuori dalla Sala.
- Dobbiamo tornare da Piton? - si chiesero i gemelli.

Draco guardò gli altri. Quello che non aveva potuto dir loro adesso si accorgeva con non poteva... non poteva nemmeno non dirglielo.
- La luuva... - mormorò - la luuva non era una luuva. Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace... -

Fred tremò. George sbatté le palpebre. Piccoli tic che tradivano la paura.
- Via di qui... ce lo dirai dopo... dopo... -
- Si, andiamo dal professor Piton... - biascicò Fred.
"Non pensare! Non pensare!"

 

  - In realtà senza gli influssi della luna nera e della nemica di Paladine questo è solo un inutile cianfrusaglia. - ammise l' altro - e... strano, molto strano. RICORDO l' incantesimo con cui ho svegliato te. Davvero inizio a credere che questo mondo non sia poi così inutile come dicevi. E un problema... a quale problema ti riferivi? - disse Raistlin.

- Tre ragazzi... tre ragazzi indifesi dritti nella tana del lupo... tre ragazzi... che forse sono morti... e non posso usare la mia magia per riprenderli, perchè l'altro... il cattivo... intercetterebbe ogni opera in questo senso. Devo aspettare e sperare... o andare a cercarli... -

- Un cattivo che ha un mago oscuro per avversario. Deve essere veramente CATTIVO allora. Ti proporrei di usare la MIA magia, anche se mi sembra uno spreco rivelare la mia presenza per così POCO. D' altronde, forse, non ce ne sarà bisogno. Sento un rumore di passi, ancora lontano. E forse i tre ragazzi smarriti stanno tornando all' ovile.-

Non pensare, non pensare... Draco seguiva gli altri con la mente in fiamme. Se avesse parlato... rischiava di condannarli a morte... due Grifondoro in cerca di vendetta... ma quale vendetta potevano trovare... quale? E così, vigliaccamente, aveva... taciuto.
-Veramente cattivo...molto di più...si, forse stanno tornando... -
Ed in quel momento i tre fecero il loro ingresso, accaldati, ansanti e terrei in volto.
- Sciagurati! - Severus era tremante di rabbia - Dove siete stati, pazzi? -

- Harry, Harry... -
Draco barcollò, gli sembrava che la lingua fosse diventata pietra.

Piton strinse i denti, serrò i pugni... e chiuse gli occhi.
Aveva capito... aveva capito...
- Come? - chiese.

Draco chiuse gli occhi.
- Era vivo. ERA vivo. Voldemort stava... - il giovane si portò una mano alla bocca - lo stava dissezionando. -
- Certo il Cattivo si merita proprio questa nomea. - commentò Raistlin in un filo di voce - E personalmente trovo certe pratiche di pessimo gusto, specie se motivate solo dalla vendetta. -
Piton si lasciò cadere a sedere. Occhi sbarrati... cuore che pulsava...
Potter... il figlio di James e Lily...
Fred e George stavano...vomitando.
Draco si accasciò a terra. Incapace di aggiungere altro.
Il mago dagli occhi a clessidra tossì.
- Scusate la mia scarsa compassione per qualcuno che nemmeno conosco. Perciò vedo lasciarvi al vostro dolore. Quando ci sarà da agire, o da progettare, mi troverete fuori. In cerca di erbe, magari.

- Si... Raistlin.. .- mormorò Severus.

Una luna. Una luna solitaria e bianca. Il mago sospirò. Quello non era il suo mondo. Quelli non erano i suoi morti. Eppure avrebbe preferito non trovare altro sangue ad accoglierlo.
" Devo svegliare Sirius... devo svegliare Sirius... ma... come dirgli.. .che..."
Piton fissò Black.
Poi guardò i ragazzi - Volete della pozione soporifera? - chiese con un filo di voce.

Draco scrollò le spalle. Annuì o credette di annuire. Mi dispiace. Quelle parole, parole ormai prive di senso gli rimbombavano nella testa.

- Volete quella dannata pozione soporifera? - insistette Severus "e questo mi faciliterà il parlare con Black..."

Draco tornò ad annuire. Non ce la faceva a parlare.
Piton versò ai tre ragazzi un calice di pozione. Poi si accostò a Black, per svegliarlo.

- Che... che succede? - Disse Sirius ancora intontito.

- Sirius... devo parlarti... è successa una cosa. Vieni... vieni all'uscita della grotta... - mormorò Piton.

 

- Ecco. Strappato il cuore dal suo alveo non c' è più vita. E la lezione è finita. Vorrete lavarvi, immagino. Anche se non c' è da aver paura del sangue che si versa in un laboratorio. Sangue senza vita, senza dolore... Domani torneremo qui. E vedremo di apprendere qualcosa sui processi di mummificazione. -
E Lord Voldemort tornò a voltarsi. Per la prima volta dopo lungo tempo, verso la sua Dama Verde.

La Dama Verde sorrise. Sorrise...

- Un simile sorriso potrebbe far paura. A chiunque. Persino a me, forse. -

- Non c'è da aver paura di questo sorriso. Tu non hai davvero di che aver paura. Solo io forse dovrei avere paura di me stessa, ma non ne ho. -

- Capisco. Non hai paura. Non ne avrai nemmeno quando tornerai a sentire il mio tocco sulla tua pelle? -

- No. Bramo di sentire il tuo tocco sulla mia pelle... -

- Qui, in questo luogo? -
Disse Voldemort, con uno strano sorriso.

- Anche qui... per celebrare il tuo passaggio ad un'altra era. L'era in cui il "Destino" è stato sconfitto... -

- E sangue innocente sulle mie mani... sul tuo corpo... -
Voldemort strinse l' altra a sè.

- Non è innocente il sangue che ha rischiato di uccidere il mio Signore... ma bagnami di questo sangue... -
E la Dama Verde baciò il suo Signore.

- Come desideri... -
La Dama Verde tornò a baciare Voldemort, senza nulla dire... lasciandosi stringere dalle mani sporche di sangue... innocente o colpevole che fosse...

- Il sangue presto diverrà secco... ma non il legame che ci unisce... mia Dama... -

- Mio Signore... - mormorò la Dama Verde - Mio Signore... -

 

Severus Piton aveva deciso di portare Black lontano dagli altri addormentati... perchè non si svegliassero. Aveva dato della pozione ai due gemelli Weasley e a Draco, e sapeva che avrebbero dormito per ore... un sonno senza sogni, un sonno pacifico... ma sapeva anche che le ragazze, Ginny, Hermione, Gwillion e Silvia potevano svegliarsi da un momento all'altro. E quello che doveva dire non era per le loro orecchie. E c'era per giunta anche Crouch addormentato con la sua bimba tra le braccia.
No... meglio che non sentissero, non ancora. Perchè in quel momento lui, e presto anche Black sarebbero stati deboli... e non potevano permettersi di esserlo davanti agli altri, non quando avrebbero dovuto proteggerli.
Camminando verso il fondo della grotta, Severus barcollava preso da uno strano freddo, da una sensazione di nausea e cupa ineluttabilità...
E presto sarebbe stato peggio.
Si fermò sul limitare della caverna, e fissò la porzione di cielo visibile e la luna e le stelle. Tacque per un pò. Consapevole che Sirius attendeva. Ma sentiva che Black aveva dovuto indovinare qualcosa... lo sentiva nell'aria.
Represse un tremito.
- Sirius è... successo - disse, come se quelle tre parole spiegassero tutto, come se fossero la finestra su un mondo mostruoso, adesso aperto... e forse senza ritorno.
Potter, la speranza, era morto. E come era morto!
Scosse la testa, ricacciando i ricordi "Maledetti ricordi... maledetti ricordi..." ma non erano ricordi di Harry, né della sua vecchia vita da Mangiamorte. Erano ricordi di scuola. Della tranquilla vita di uno studente troppo disilluso... o forse troppo illuso. C'erano James, Lily... gli altri.
Piton si era chiesto come avrebbe potuto essere dire ad Arthur Weasley ed a sua moglie che avevano perso un figlio. Adesso doveva dire lo stesso al suo... nemico-amico. Doveva dirgli... troppo. Eppure doveva.
"Dannazione! Dannazione..." Severus sapeva di non essere libero, il senso di colpa, l'odio, la rabbia... il dolore, soprattutto il dolore... ma... ma...
"Io non odiavo davvero James, né Harry... io... provavo piacere nell'illudermi di farlo... e ora... ora..."
Aprì la bocca per parlare, ma le parole gli morirono in gola ben due volte. E quando fu  in grado di dire qualcosa... la voce era come strozzata, come se non potesse uscire libera e chiara...perchè quello che doveva dire era... troppo. Troppo... ecco, "troppo", era l'unica parola adeguata. Troppo anche per lui che di morti ne aveva viste... oh, se ne aveva viste! Viste e...causate. Ma era giunto tutto al livello di saturazione... e Severus si morse un labbro... riconoscendo la dimenticata sensazione di una lacrima che scorresse sulle sue gote fredde e pallide.
Si voltò a guardare Black, perchè glielo doveva di guardarlo mentre gli diceva una cosa simile... e piangeva. Si, ormai Severus Piton piangeva.
Cercò di dire quello che doveva, i fatti nella loro cruda semplicità... in fretta... prima che la voce lo tradisse, prima che... - Harry... Voldemort lo ha preso... era vivo... vivo ha cominciato ad ucciderlo... torturarlo... in maniera che non so... non riesco a... a dire... ora è... è... il figlio di James è... -
Sentiva le lacrime... non disse altro, non guardò più Sirius. Non soffocò i gemiti che lo costrinsero a cadere in ginocchio aggrappato alla pietra. Disperato come non era mai stato... disperato...
E rimase così, fermo, immobile... per molto tempo. Dopo parlò, senza sapere se Black lo ascoltasse nemmeno... ma voleva, doveva parlare... o sarebbe impazzito.
- Dobbiamo impedire che succeda altro. C'è un mago che può aiutarci... qui fuori. Draco e i due Weasley erano... all'esecuzione, lasciamoli riposare... dobbiamo trovare il modo di dirlo... a loro.. .- e si voltò a guardare gli altri... o poteva tacere tutto questo inferno? Ma no... logico che non potesse. Si soffermò a guardare Gwillion... c'era il "suo" Raistlin lì fuori... ebbene, per quanto fosse geloso... se lui poteva difenderla... avrebbe accettato anche Majere. Difendere.. .proteggere... salvare... ecco cosa! Ecco quello che restava... difendere, proteggere, salvare.
Sospirò... e contemplò la ragazza addormentata, ma scorse una luce dai suoi occhi... come se rilucessero alla vivida fiamma che crepitava al centro della caverna.
Era dunque sveglia? O si ingannava?
Era sveglia... ed aveva sentito tutto...?
Severus si schiacciò contro la parete di roccia... e respirò profondamente. Il Mondo crolla.. .il mondo si può, si deve ricostruire...

 

Cosa pensava, cosa provava davvero quella che era, o era stata una persona come tante? Cosa pensava Mac, adesso Dama Verde, tra le braccia di Voldemort? Cosa pensava lasciandosi sporcare del sangue del nemico dell'uomo che amava, un nemico che non era più di un ragazzo? Un nemico che era stato ucciso nel modo più crudele?
Sin dall'inizio era arrivata in quel mondo con il piano, forse folle di unirsi all'Oscuro... sin dall'inizio, animata da un amore che forse poteva essere velenoso, raccapricciante, crudele, folle... ma amore. Ecco cosa pensava... che se avesse vinto il ragazzino, Potter, il suo Signore sarebbe morto... e lei con lui. Ecco.. .il nemico era morto! Quale gioia più grande?! Certo... a volte aveva paura, era inquieta... ma era un prezzo sin troppo dolce per avere Voldemort. "IO voglio Voldemort" eccolo il pensiero nella mente della donna "Io voglio Voldemort.. .e lo amo": in questo era la soluzione a tutto, a tutto. Che il Mondo andasse pure in malora... faceva parte anche questo dei suoi principi. Perchè era folle.. .consapevole e felice di esserlo. Perchè il suo unico desiderio era votarsi totalmente al suo Amore... e, dopotutto, era forse una scelta tanto pazza? No... sporca del sangue del nemico, tra le braccia del Signore Oscuro si disse che non erano pazzi, nè lui, nè lei. Erano ciò che erano... e così le stava bene.
E presto i pensieri se li lasciò alle spalle... presa dalla bocca, dal corpo... soprattutto dall'anima di Voldemort.

 

Silvia si era svegliata... aveva captato brandelli della conversazione fra Sirius e Severus...
Harry... Harry era morto, ma non era possibile... stava sognando, era in preda alla stanchezza per la giornata che avevano passato, doveva essere così..
Restò zitta per cercare di ascoltare ancora qualcosa, sperando di essersi sbagliata...

Sirius era pallido. Non riusciva a dire, non riusciva a pensare. Voleva correre, correre verso Hogwarts, senza nemmeno un piano ben preciso in mente. E invece rimase immobile.
In quel momento il mago dagli occhi a clessidra fece ritorno. Tossiva e continuava a tossire. Ma soprattutto erano molte le cose che non capiva. E sapeva che per lui le spiegazioni avrebbero dovuto attendere. Poi il mago vide due occhi castani che lo fissavano dall' oscurità della grotta. Due occhi castani che lo fissavano pieni di stupore.
Harry morto? Gwillion scosse la testa intontita. Era un sogno, doveva essere un sogno... e probabilmente lo era davvero, aggiunse fra sé, considerati i personaggi che iniziavano a popolarlo.

Severus socchiuse gli occhi.
 - Raistlin... - disse, e tornò a fissare Gwillion, più cupo che mai. Ma non fece altro che avvicinarsi a Black e mettergli una mano sulla spalla.
- Tu - disse il mago di Krynn indicando la ragazza - devi entrare anche tu in cordoglio o sei disposta a darmi delle spiegazioni? -
Forse non era un sogno. Gwillion si sentiva piuttosto spaventata. E confusa. E spaventata.
Senza attendere una risposta il mago l' aveva tirata per una manica. E la guardava con espressione impaziente.
- Harry... è morto davvero. -
- Dissezionato, a quanto ho capito. Chiunque esso sia. -
Gwillion continuava a cercare Severus con lo sguardo.
Raistlin frattanto aveva ripreso a tossire e si era appoggiato alla parete della montagna.
Gwillion scosse la testa. Spiegazioni. Si, c' erano delle spiegazioni da dare. Era l' unica cosa sensata che potesse fare.

- Tutto questo... non ha senso. -
Mormorò Black. Non riusciva a piangere. Il dolore che provava era troppo grande perché sentisse il sollievo delle lacrime. Si sentiva come... svuotato dentro.
Raistlin stava ascoltando in silenzio quella storia complicata ambientata in una scuola di magia. Poi si fermò perplesso. Quella ragazza, aveva una strana aura attorno a sé... il mago si rese conto all' improvviso che quando le era più vicino l' orribile visione dei suoi occhi a clessidra quasi svaniva. E fece per allungare una mano verso di lei. Ma l' altra si allontanò quasi gridando.
Beh, anche se sembrava che fosse capitato in una gabbia di matti forse quell' ultima reazione era abbastanza normale.

 Piton era rimasto vicino a Black... strano modo di scoprirsi "amici"...
Poi s'era voltato. Ed aveva sentito il bisogno di correre da Gwillion... di allontanarla da Raistlin.
E così aveva fatto.
- Gwillion! - sussurrò, stringendola. Stringendola più forte di quanto non volesse.

 

L' Oscuro Signore aveva strappato le vesti della donna con una violenza che non gli era consueta. Ma quel luogo, quella notte... erano speciali. E adesso osservava la carne di lei, bianca, pura, pensava al sangue sotto quella carne, sangue che sembrava richiamare quello sulle sue mani. Lentamente, molto lentamente, iniziò a percorrere quella pelle con la punta delle labbra. Come se stesse operando una nuova dissezione su quel corpo caldo, vivo, fremente fra le sue braccia.
Era sofferenza. Piacere e sofferenza... ecco. Ed era la prima volta che la Dama Verde si rendeva davvero ben conto di questo...di come quei due sentimenti viaggiassero insieme...la tensione tra lei ed il Signore Oscuro non avrebbe potuto essere più forte di così...e bramava quel dolore.

- Mia, mia Dama Verde... il tuo dolore, non fa che aumentare la mia... brama.

- Mio Signore... e la tua brama non fa che accrescere il mio piacere... - disse, sforzandosi di parlare. Ma persino parlare era doloroso adesso. E cercò un altro bacio quasi violento.

 

 

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